Perugia – presentato il progetto “Perugino nel segno del tempo”, tutte le iniziative diocesane nel V Centenario della morte del divin pittore.

“Perugino nel segno del tempo” è il progetto dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve che valorizza, oltre l’“Isola San Lorenzo” del complesso monumentale della cattedrale, luoghi e opere, nel territorio diocesano, del “miglior maestro d’Italia” della sua epoca nel V Centenario della morte. Una Chiesa “in uscita” a livello culturale nel tutelare e valorizzare capolavori di Perugino presenti in sedici luoghi tra chiese, oratori, antiche istituzioni e collezioni museali di sette località: Perugia e Città della Pieve, in primis, ma anche Deruta, Cerqueto, Panicale, Corciano e Fontignano. Capolavori e siti storico-artistici fruibili grazie a cinquanta volontari formati dall’associazione “Frammenti” con cui l’Archidiocesi ha avviato una collaborazione per una maggiore conoscenza, tutela e valorizzazione del suo patrimonio d’arte. Ad accompagnare alla riscoperta e all’approfondimento di questi scrigni preziosi della testimonianza tangibile sul territorio del divin pittore, è la guida fresca di stampa I luoghi di Perugino tra Perugia e il Trasimeno’ (Electa, Milano 2023). Si tratta di un valido strumento per richiamare un maggior pubblico di visitatori, cittadini, turisti, studenti, famiglie…, oltre i confini umbri.

Gli intervenuti alla presentazione. La pubblicazione e il progetto “Perugino nel segno del tempo” sono stati presentati a Perugia, la sera del 4 giugno, durante l’incontro che ha visto intervenire l’arcivescovo mons. Ivan Maffeis, Ilaria Borletti Buitoni, presidente del Comitato nazionale promotore delle celebrazioni del Perugino, di cui l’Archidiocesi è membro, Fabrizio Stazi, direttore generale della Fondazione Perugia, Alessandro Polidori, direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali, Francesco Vignaroli, curatore della guida, Laura Teza, professoressa di Storia dell’Arte Moderna all’Università degli Studi di Perugia, Duccio Medini e Giuseppe Magliocca presidente e vice presidente dell’associazione “Frammenti”.

Nuova lettura di opere e luoghi. Mons. Ivan Maffeis, nell’intervenire, ha detto: «Le iniziative presentate contribuiscono a farci accostare all’arte con quel sano timore di chi non si ferma ad una lettura superficiale, ma aiutato a leggere, a rispettare nuove opere nelle profondità insondabili del reale». E nel curare la prefazione alla guida, l’arcivescovo è convinto che il V centenario del Perugino è «un’occasione per riscoprire e valorizzare, attraverso il nostro patrimonio culturale, la via di una bellezza che traguarda i capolavori e non smette di interrogare le ragioni più profonde del nostro essere e del nostro andare». Si tratta, per Ilaria Borletti Buitoni, di «una lettura che non può prescindere da un’analisi e da un viaggio spirituale, perché il Perugino, nell’iconografia del sacro, ha trovato la sua massima espressione» e i progetti diocesani «sono fondamentali non solo per la loro qualità, ma perché mettono in risalto questa caratteristica artistica del grande maestro», che «deve diventare il miglior testimonial di questa regione». Fabrizio Stazi, nell’evidenziare la collaborazione della Fondazione Perugia nei vari progetti, ha auspicato che si «vada oltre questo V centenario per allargare i raggi d’azione da lasciare segni duraturi nella salvaguardia e valorizzazione del vasto patrimonio storico-artistico dell’Umbria».

L’importanza delle sinergie. A moderare gli interventi è stato Luca Nulli, membro del Comitato nazionale promotore delle celebrazioni del Perugino in rappresentanza dell’Archidiocesi, che ha sottolineato quanto siano importanti collaborazioni e sinergie tra Istituzioni in occasioni come il V Centenario della morte del Perugino, dalla Galleria Nazionale dell’Umbria al Comune di Perugia, dal citato Comitato nazionale alla Fondazione Perugia. Queste ultime due hanno contribuito alla realizzazione delle iniziative diocesane ricordate nel suo intervento dall’architetto Alessandro Polidori. Ad iniziare dal riallestimento del Museo del Capitolo della Cattedrale, avvenuto a cento anni dalla nascita (1923-2023), con nuove sale tematiche, che «dà voce alle le opere provenienti un po’ da tutto il territorio perugino-pievese».

Le iniziative del Museo della Cattedrale. Sempre all’interno di questo museo è in corso l’esposizione e il restauro dal vivo della “Pala Martinelli”, un’opera del Perugino realizzata per la chiesa di San Francesco al Prato di Perugia, di proprietà della Galleria Nazionale dell’Umbria, che rientra nella citata sinergia tra Istituzioni. Il Museo della Cattedrale, a sua volta, ha prestato alla Galleria, per la grande mostra in corso sul Perugino, la “Pala di Sant’Onofrio” di Luca Signorelli. Tra giugno e settembre sarà ospitata l’”Ascensione di Cristo” proveniente dalla Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, un’opera particolarmente significativa del Perugino perché eseguita sul modello della tavola centrale del grande polittico realizzato per la basilica di San Pietro in Perugia. A fine 2023 si terrà un’importante iniziativa, principalmente didattico-divulgativo, con l’ospitare la Bottega Artigiana Tifernate che allestirà una sorta di bottega rinascimentale impegnata nella realizzazione, in pictografia, dello “Sposalizio della Vergine”, opera centrale della mostra alla Galleria Nazionale, di proprietà della cattedrale fino alla requisizione francese del 1798. Questo incrementerà una serie di attività e servizi educativi rivolti a scuole e famiglie affinché il Museo possa aprirsi ad un pubblico più ampio, perché, come ha detto il direttore Polidori, «il nostro obiettivo è quello di parlare a tutti». Ed ha concluso ricordando il legame della cattedrale con il Perugino attraverso il Sant’Anello, venerato dai fedeli come l’anello nunziale di Maria, che portò il divin pittore a dipingere lo “Sposalizio della Vergine”.

Assisi – Carità e politica al centro dell’Assemblea diocesana

“Anche in politica bisogna mettere in atto la carità. L’impegno dei cristiani è importante purché passi attraverso forme di vera attenzione e cura del prossimo”. A dirlo è don Jean Claude Kossi Anani Djidonou Hazoumé, vicario generale della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino che si appresta a vivere un intenso momento ecclesiale con l’annuale assemblea diocesana in programma venerdì 9 e sabato 10 giugno alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli. “Ci auguriamo una ricca partecipazione perché l’assemblea è il momento annuale di ascolto, confronto e di condivisione, come avviene in una famiglia”.

Saranno due giorni incentrati sul tema “Carità politica”, che si articoleranno in un momento di incontro e di condivisione e in un laboratorio in cui verranno definite le linee programmatiche del prossimo anno pastorale; linee che a settembre, dopo opportuno discernimento, il vescovo monsignor Domenico Sorrentino offrirà all’intera diocesi.

Come da programma venerdì si inizierà alle ore 16 con un momento di accoglienza e preghiera iniziale, seguiranno la relazione di Francesca Di Maolo, direttore della Scuola socio-politica diocesana “Giuseppe Toniolo” e i laboratori. Sabato mattina si inizia alle ore 9,15 con l’accoglienza e la preghiera per poi continuare dalle ore 9,45 con i laboratori. Seguiranno alle ore 11,15 la relazione del vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino e la preghiera finale. L’assemblea può anche essere seguita in diretta streaming dalle pagine Facebook e YouTube della Diocesi.

Perugia – la Comunità Salesiana e non solo, è ritornata a far festa a Maria Ausiliatrice con la processione per le vie di borgo Sant’Angelo, la prima si tenne cento anni fa

A Perugia, il 4 giugno, un folto numero di fedeli, sfidando un meteo tutt’altro che primaverile, ha fatto festa a Maria Ausiliatrice portando la sua statua per le vie del borgo medioevale di Porta Sant’Angelo, esattamente a cento anni dalla prima processione, tenuta il 4 giugno 1923, voluta dai Salesiani giunti in città il 2 ottobre 1922. Un secolo dopo la Comunità Salesiana ha riproposto ai perugini questa festa che non si svolgeva da quasi sessanta anni. A guidare la processione è stato l’arcivescovo Ivan Maffeis, dal “tempio” di San Michele Arcangelo alla chiesa di Sant’Agostino, percorrendo corso Garibaldi e sostando in preghiera davanti ai tre monasteri femminili di clausura del borgo: le Clarisse di Sant’Agnese, le Domenicane della Beata Colomba e le Benedettine di Santa Caterina. La processione ha fatto poi sosta nel luogo dove cento anni fa i primi tre Salesiani soggiornarono a Perugia, prima di fare ingresso in Sant’Agostino dove è stata celebrata l’Eucaristia.

«Il primo pensiero è di gratitudine per la Comunità Salesiana – a partire dal suo superiore, don Claudio Tuveri – per averci convocato insieme questa sera, a rinnovare cent’anni dopo quella processione che, onorando Maria Ausiliatrice, tornava ad attraversare le vie della nostra città, dopo decenni di “silenzio” imposto da una cultura (risorgimentale anticlericale, n.d.r.) che aveva emarginato ogni forma di testimonianza pubblica della fede». Così ha esordito nell’omelia monsignor Maffeis, sottolineando che «la memoria di Maria Ausiliatrice ci ricollega direttamente al fondatore dei Salesiani: per tutta la vita san Giovanni Bosco nutrì un profondo amore per la Vergine Maria, pose la sua opera di sacerdote e fondatore sotto la sua protezione e ne alimentò la devozione nel popolo. “La Madonna – diceva – vuole che la onoriamo sotto il titolo di Maria Ausiliatrice: i tempi sono così tristi che abbiamo bisogno che la Vergine Santissima ci aiuti a conservare la fede cristiana”».

«Come ai tempi di don Bosco, i profondi cambiamenti sociali e culturali in corso – ha evidenziato l’arcivescovo – portano un enorme impatto sulla struttura familiare, sul tessuto sociale, sulla concezione della vita; sono cambiamenti che in tanti minano alla fiducia di Dio: non tanto che Lui ci sia o meno, ma che sia Colui al quale è legato il mio bene, la mia realizzazione, il mio compimento… Oggi come ieri la Chiesa tutta è chiamata a far risuonare l’annuncio di speranza e di vita, a offrire e testimoniare la propria fede in Gesù e nel suo Vangelo, come ha fatto Maria. Pochi giorni fa – ha ricordato mons. Maffeis, avviandosi alla conclusione – papa Francesco ha detto: “Maria Ausiliatrice aiuta voi, giovani, a rinsaldare ogni giorno la vostra fedeltà a Cristo. Ottenga conforto e serenità per voi, anziani e ammalati. Incoraggi voi, sposi, a tradurre nella vita quotidiana il comandamento dell’amore. Sia vicino a quanti soffrono, a partire dal popolo Ucraino”».

Perugia – presentazione del “Perugino nel segno del tempo”, il progetto di tutte le iniziative dell’Archidiocesi nell’anno del V Centenario della morte del divin pittore

Domenica 4 giugno, alle ore 21, sotto il cielo stellato del chiostro superiore della cattedrale di San Lorenzo di Perugia, si terrà la presentazione del ‘Perugino nel segno del tempo’, il progetto che comprende tutte le iniziative messe in campo dall’Arcidiocesi nell’anno del V Centenario della morte di Pietro Vannucci (1523-2023). Iniziative programmate con la collaborazione della società Genesi srl a cui è affidata la valorizzazione dell’”Isola di San Lorenzo” del complesso monumentale della cattedrale.

Dopo i saluti dell’arcivescovo mons. Ivan Maffeis, di Ilaria Borletti Buitoni, presidente del Comitato nazionale promotore delle celebrazioni del Perugino, di cui l’Archidiocesi è membro, e di Fabrizio Stazi, direttore generale della Fondazione Perugia, illustreranno il progetto Alessandro Polidori, direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali, Francesco Vignaroli, curatore della guida I luoghi di Perugino tra Perugia e il Trasimeno, Laura Teza, professoressa associata di Storia dell’Arte Moderna all’Università degli Studi di Perugia, e Duccio Medini, presidente dell’associazione “Frammenti” con cui l’Archidiocesi ha avviato dal 2022 una collaborazione per una maggiore conoscenza e tutela del suo patrimonio storico-artistico.

Dall’“Isola di San Lorenzo”, cuore di questa progettualità che ha al centro il riallestito Museo del Capitolo in occasione dei suoi cento anni dalla nascita (1923-2023), ‘Perugino nel segno del tempo’ allarga i suoi orizzonti nel territorio diocesano con itinerari alla scoperta dei luoghi e dei paesaggi in cui il grande maestro ha operato e tratto ispirazione lasciando preziose tracce della sua arte: Cerqueto, Deruta, Corciano, Fontignano e Città della Pieve.

Significativo quanto scrive l’arcivescovo Maffeis nella prefazione alla guida I luoghi di Perugino tra Perugia e il Trasimeno (Electa, Milano 2023), che verrà presentata ufficialmente domenica sera: «Le celebrazioni del cinquecentenario della morte del Perugino rappresentano un’occasione per riscoprire e valorizzare, attraverso il nostro patrimonio culturale, la via di una bellezza che traguarda i capolavori e non smette di interrogare le ragioni più profonde del nostro essere e del nostro andare».

Tutte le iniziative sono realizzate con il sostegno del Comitato nazionale promotore delle celebrazioni per il V centenario della morte del Perugino e della Fondazione Perugia.

Sport e inclusione: torna in Umbria il paradriving tour fino al 4 giugno “Seconda edizione del paradriving tour Cortona-Assisi”

“Tutti in carrozza verso Assisi” questo il nome scelto dagli organizzatori per la seconda edizione del “paradriving tour”, un viaggio in carrozze trainate da pariglie di cavalli. La partenza e l’arrivo, anche quest’anno, sono in due luoghi francescani per eccellenza: le Celle di Cortona e la Basilica di San Francesco in Assisi. L’arrivo nella Città del Poverello è previsto per domenica 4 giugno alle ore 11.30. Il gruppo sarà accolto, in piazza Inferiore di San Francesco, e riceverà la benedizione del padre Custode del Sacro Convento di Assisi, fra Marco Moroni.

Il tour è partito mercoledì 31 maggio da Cortona e si è già lasciato alle spalle le tappe di Tuoro sul Trasimeno, Passignano, San Feliciano (Magione) e Solomeo (Corciano). Oggi, sabato 3 giugno, sarà la volta di Perugia con l’arrivo in piazza IV Novembre. Le prossime tappe saranno Torgiano, Cannara per poi arrivare ad Assisi il 4 giugno.

Il programma è incentrato su “paradriving ed attacchi integrati”, carrozze guidate o in cui trovano alloggio persone con disabilità, che in questo contesto possono superare le barriere fisiche e relazionali che troppo spesso le limitano. Un progetto quindi che porta avanti il messaggio di pace, inclusione e attenzione verso i più deboli che il Santo Patrono d’Italia ci ha lasciato. Le persone con disabilità si avvicineranno al mondo equestre, condividendo spazi ristretti, nei quali è fondamentale la comunicazione, la fiducia e la collaborazione. Inoltre, attraverso l’andamento lento dei cavalli, potranno apprezzare le tradizioni e i paesaggi del territorio.

Non si potrebbe immaginare scenario migliore quale quello dei paesaggi umbro-toscani che con la loro spiritualità e le numerose bellezze storiche del territorio stanno accompagnando il meraviglioso viaggio.

Sono coinvolte persone con disabilità diverse insieme a ragazzi normodotati proprio per favorire l’inclusione, residenti nel territorio che si attraverserà e che si daranno il cambio durante le varie tappe. Sono le amministrazioni comunali, gli organizzatori del viaggio e le varie associazioni ad indicare le persone scelte prima della partenza, in modo tale che ci si possa conoscere e si possa costruire insieme l’attività della giornata.

L’evento è totalmente organizzato e gestito da volontari, senza nessuno scopo di lucro e tutti gli ospiti delle carrozze parteciperanno in modo gratuito.
Le carrozze, provenienti da varie parti d’Italia, sono guidate da tecnici specializzati e certificati da enti sportivi equestri nazionali. Sono 7 le carrozze con un totale di circa 30/40 posti a tratta.

Il team vede la presenza dell’Asd Scuderia Valmarino di Corciano (PG), della Trasitrek “viaggiare lento”, del Laboratorio Terrarte, della Comunità Capodarco di Perugia Onlus, dell’Opera Don Guanella Centro Sereni. La manifestazione ha il patrocinio di F.I.S.E. e F.I.S.E. Umbria.

Perugia – “Uno spettacolo nuovo” che si rinnova dopo un secolo, la processione e festa di Maria Ausiliatrice a conclusione delle celebrazioni del centenario di presenza Salesiana

«“E’ uno spettacolo nuovo per Perugia”. Questa è l’impressione che suscitò cento anni fa, il 4 giugno 1923, la prima processione e festa di Maria Ausiliatrice per i vicoli del Borgo Sant’Angelo di Perugia». A sottolinearlo è don Claudio Tuveri (SdB), direttore dell’Istituto Salesiano “Don Bosco” del capoluogo umbro, nell’annunciare il ritorno di questa processione mariana nel suggestivo borgo medioevale di Porta Sant’Angelo, domenica 4 giugno, con ritrovo, alle ore 17.15, presso il tempio di Sant’Angelo. La processione percorrerà corso Garibaldi, sostando con preghiere davanti ai monasteri femminili di clausura di Sant’Agnese, della Beata Colomba e di Santa Caterina, per concludersi nella chiesa di Sant’Agostino dove, alle ore 18, si terrà la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis. Al termine, nella piazza antistante, le filarmoniche di Pretola e di Torgiano onoreranno Maria Ausiliatrice con un concerto bandistico. Sarà portata in processione l’antica statua mariana giunta da Roma nel 1923, pochi mesi dopo l’arrivo a Perugia dei primi tre salesiani, oggi custodita nella basilica di San Prospero interna all’Istituto “Don Bosco”.

Cento anni di futuro. L’atteso evento religioso e socio-aggregativo del prossimo 4 giugno è stato promosso dalla Famiglia Salesiana – sacerdoti, cooperatori ed ex allievi coordinati dal direttore don Tuveri, come appuntamento conclusivo del primo centenario di presenza dei “figli” di Don Bosco a Perugia (1922-2022). Anniversario molto sentito e partecipato con diverse iniziative rivolte al futuro, facendo prezioso tesoro del passato, il cui slogan è “Cento anni di futuro” (titolo dato al volume commemorativo del centenario); iniziative che hanno coinvolto le Istituzioni civili e religiose.

«Ricorderemo per molto l’accoglienza della nostra città riservata al Rettor Maggiore – ricorda il prof. Fausto Santeusanio, presidente dell’Unione ex allievi salesiani –, al quale il sindaco Andrea Romizi, il 20 giugno, ha consegnato l’onorificenza della Iscrizione dell’Istituto Salesiano all’Albo d’Oro della città. Il 2 ottobre, giorno dell’arrivo dei primi salesiani a Perugia nel 1922, sono state apposte due targhe a ricordo nella sede del “Penna Ricci”».

Quella del centenario è stata anche una proficua occasione per richiamare l’attenzione delle attività educativo-formative per giovani dell’Istituto “Don Bosco”, come il Centro di Formazione Professionale (CNOS-FAP) e l’Oratorio Salesiano con il suo frequentato Centro sportivo.

Condividere un profondo senso di appartenenza. Ritornando al centenario della processione e festa di Maria Ausiliatrice, interessante è la testimonianza storico-sociale e religiosa giunta fin quasi a noi, narrata dal direttore don Claudio Tuveri e dal prof. Fausto Santeusanio. «I quaderni della cronaca del 1923, conservati presso l’archivio del nostro Istituto – commenta il sacerdote –, registrano questo evento come “un segno di speranza per il futuro”. Dopo più di 60 anni di chiusure, timori, contrapposizioni (sorte a seguito del periodo risorgimentale, n.d.r.), quella processione, animata dal simulacro dell’Ausiliatrice, riportò il gusto della festa, del vivere la dimensione della comunità. Le famiglie con i loro bambini, ragazzi e giovani furono protagoniste. L’antico “Oratorio Don Bosco” del “Penna Ricci” fu il centro e il laboratorio di svariate iniziative quotidiane: lo sport, la musica, il teatro… Iniziative che accesero la gioia e il gusto di sentirsi corresponsabili e diedero a tutta la comunità perugina la soddisfazione di condividere un profondo senso di appartenenza».

Necessità di riscoprire il valore della partecipazione. «Oggi stiamo attraversando un tempo dove le persone, adulti e giovani – sottolinea don Tuveri –, respirano una sensazione di smarrimento e di nostalgia per i valori che costruisco il tessuto comunitario e aiutano a riscoprire l’autentico senso della festa. Lo stile di vita piuttosto individualista e circoscritto ai propri interessi producono isolamento e solitudine; abbiamo tutti necessità di riscoprire il valore della condivisione e della partecipazione».

Suscitare un nuovo entusiasmo nella popolazione. «Le cronache di cento anni fa, fra cui “il Corriere d’Italia” e “L’Osservatore Romano” – ricorda Santeusanio –, parlano della presenza di 12-15 mila perugini alla prima processione e festa della Madonna Ausiliatrice. Il prossimo 4 giugno non saremo così tanti, in un secolo l’antico borgo Sant’Angelo si è svuotato di perugini, certamente auspichiamo una partecipazione numerosa di popolo di Dio. Tutta la Famiglia Salesiana di Perugia, con l’evento del 4 giugno dedicato a Maria Ausiliatrice, vuole suscitare un nuovo entusiasmo nella popolazione e ripristinare una bella tradizione che in passato ha inciso sulla vita religiosa e sociale della nostra città».

Perugia – Tracciato un ‘bilancio’ della tappa esperienziale del “Percorso di formazione base per nuovi direttori e membri delle equipe delle Caritas diocesane” promosso da Caritas Italiana

“Abbiamo vissuto, grazie alla collaborazione della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, la tappa esperienziale del ‘Percorso di formazione base per nuovi direttori e membri delle equipe delle Caritas diocesane’, dove i contenuti messi al centro di questo percorso, i partecipanti li hanno visti incarnati a Perugia in un’esperienza concreta di una dimensione ecclesiale e di un contesto territoriale in cui opera la Caritas diocesana”. Lo sottolinea Francesca Levroni dell’Ufficio formazione ed animazione di Caritas Italiana e referente del percorso, nel tracciare un ‘bilancio’ di quest’esperienza vissuta a Perugia la scorsa settimana, che ha visto la partecipazione di circa ottanta persone provenienti da diverse Caritas delle sedici Delegazioni regionali, oltre a una decina di membri dello staff dei formatori di Caritas Italiana e alcuni operatori della Caritas ospitante.

Bagaglio di esperienze e creazione di più relazioni. Alla Caritas di Perugia, spiega Francesca Levroni, “Caritas Italiana ha chiesto, in particolare, di raccontare i processi che hanno portato a determinate decisioni mettendo in risalto sia i suoi punti di forza che quelli di fatica e di fragilità. Per i partecipanti è stato, soprattutto, un modo di leggere una nuova esperienza, rileggere la propria e portarsi a casa un bagaglio composto da tante esperienze creando sempre di più relazioni tra diverse Caritas. Un ringraziamento di cuore a questa Chiesa diocesana – conclude la referente di Caritas Italiana –, che, attraverso la sua Caritas, ci ha accolto con gioia e per tutto quello che ci ha raccontato e per tutti i volti, le storie che abbiamo incontrato e che ci restano impresse nel cuore sia per il servizio che per la nostra vita”.

Le opere segno del percorso di formazione. Diverse sono state le opere segno della Caritas di Perugia inserite nel percorso formativo. Dal Centro di Ascolto “San Giuseppe” di Bosco all’Emporio “Don Gustavo” di Ponte Pattoli, dal “Villaggio della Carità” di Perugia con il Centro d’Ascolto diocesano, il “Consultorio Medico”, l’Emporio “Tabgha” e la Mensa “Don Gualtiero”, alla “Casa della Carità” del Santuario della Madonna dei Bagni di Deruta, alla visita a tre opere nel centro storico perugino: il “Ristoro Sociale San Lorenzo”, la “Casa Sant’Anna dei Servitori” e la “Casa San Vincenzo”. Molto coinvolgenti sono stati gli incontri con i rappresentanti delle Istituzioni civili, dai sindaci di Perugia, Andrea Romizi, e di Deruta, Michele Toniaccini, presidente dell’ANCI Umbria, ai loro assessori alle Politiche sociali, Edi Cicchi e Manuela Taglia, e con l’economista Pierluigi Grasselli dell’Osservatorio diocesano sulle povertà. Non sono mancati gli incontri spirituali ed esperienziali a “Casa Sacro Cuore” con suor Roberta Vinerba, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi, don Simone Sorbaioli, vicario generale dell’Archidiocesi, e padre Francesco Bonucci (Ofm), cappellano del Carcere di Perugia.

Una ricchezza a sostegno dei fenomeni di povertà. Nel tracciare una sintesi dei ‘commenti-impressioni’ dei partecipanti, emerge l’importanza per i “momenti di riflessione e spiritualità che hanno accompagnato anche le idee di progettualità e di condivisione nel conoscere e verificare le varie esperienze acquisite dalle diverse Caritas diocesane”. Inoltre, “le Caritas convenute a Perugia sono rimaste colpite dalla differenziazione di interventi, con una ricognizione delle necessità molto ampia a livello del territorio, intercettando diverse fragilità e cercando di rispondere alle loro richieste in maniera coerente con la missione della Caritas. Significativa è stata anche la conoscenza di progetti relativi al Welfare attuati grazie ad una intensa collaborazione con le Istituzioni civili”. Tutto questo è stato definito “una ricchezza a sostegno dei diversi fenomeni di povertà”.

Il commento del direttore della Caritas ospitante. “Questo percorso è un momento fondamentale, bellissimo vissuto dalla nostra equipe un anno fa. È stato di crescita, di incontro e viverlo oggi come Caritas ospitante è un grande onore e una grande gioia”. È il commento di don Marco Briziarelli, direttore della Caritas di Perugia, che aggiunge, “pensando alle nostre aspettative quando abbiamo fatto il percorso, il desiderio di incontrare un’altra Caritas era quello di conoscere un’altra esperienza, perché tutti tendiamo ad assolutizzare la nostra. Invece quest’incontro ci mette in una rete più grande e spero che questo sia stato uno dei desideri che hanno animato i partecipanti vivendo quest’esperienza, per mettersi in discussione e rivedere il proprio cammino di equipe. È stato molto bello anche farsi leggere dalle Caritas ospitate – conclude don Briziarelli –, perché da ogni incontro nasce un bel confronto. Ci sono state restituite cose molto importanti, che cercheremo di rileggere e rivedere come equipe, un aspetto, questo, per noi preziosissimo”.

Città di Castello – memoria dei santi martiri Cresenzino e compagni.

Venerdì 2 giugno la chiesa di Città di Castello celebra la memoria dei santi martiri Cresenzino e compagni.
Col nome di san Crescenziano (o Crescentino) una lunga tradizione fa cominciare la serie dei santi che hanno illuminato la storia della chiesa di Città di Castello. Il nome di Crescenziano, nei libri liturgici locali, compare sempre associato a quello di un gruppo di martiri sepolti nella pieve campagnola di Saddi (nel comune di Pietralunga): Giustino, Faustino, Veriano, Orfito, Grivicciano, Benedetto, Eutropio, Fortunato, Esuperanzio. I martiri di Saddi hanno goduto nel medioevo di un culto intenso in Italia centrale. La sua venerazione si è sviluppata in età altomedievale, in particolare a Urbino, a partire dal 1068.
Soldato dell’esercito romano, Crescenziano sarebbe stato espulso dalle file militari a motivo della sua fede cristiana. Giunto a Città di Castello vi avrebbe annunciato per primo il Vangelo. A motivo del suo rifiuto di sacrificare agli dei pagani subì il martirio e fu sepolto in località Saddi, dove poi sorse la pieve a lui intitolata.
A Pieve de’ Saddi mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello, celebrerà la santa messa venerdì 2 giugno alle ore 16. Sarà possibile venerare il cerchiello, reliquia attribuita al santo.

Città di Castello – cuola di Teologia. Incontro pubblico con il giornalista Marco Tarquinio

Si svolgerà martedì 30 maggio alle ore 21 presso la sala della parrocchia Madonna del Latte in Città di Castello l’incontro pubblico – ingresso libero – con il giornalista Marco Tarquinio, già direttore del quotidiano Avvenire, chiamato a concludere i corsi della scuola di formazione teologica “Cesare Pagani”.
Il giornalista, editoralista del quotidiano della CEI, si confronterà con il tema “Per una ecologia della pace”; Dichiarazione universale dei diritti umani (Onu-1948) e coscienza ecclesiale, tra profezia e fallimenti.
Il corso della scuola di formazione teologica ha affrontato un percorso di riflessione che ha riguardato il processo sinodale attualmente in corso, la comunità umana e la costruzione della pace (prendendo spunto dal sessantesimo anniversario della Pacem in terris).

Orvieto – L’Opera del Duomo di Orvieto presenta i lavori di restauro del Reliquiario del Corporale

Il Reliquiario del Corporale di Orvieto, straordinario capolavoro di oreficeria medievale, ritrova nuovo splendore.
Le fasi e i momenti salienti delle delicate operazioni di restauro saranno ripercorsi e approfonditi nella Conferenza-studio di giovedì 1° giugno 2023, alle ore 9.30 al Museo Emilio Greco, con la partecipazione degli esperti e dei tecnici degli istituti che hanno collaborato: il gruppo di lavoro dell’Istituto Centrale per il Restauro, che ha curato il progetto unitamente a quello per la vetrina, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, responsabile dell’alta sorveglianza, e i Musei Vaticani, che hanno prestato consulenza scientifica.
Il Reliquiario del Corporale, realizzato da Ugolino di Vieri nel 1338, costituisce non soltanto una delle più straordinarie opere dell’oreficeria medievale, ma anche il più “imponente esempio di manufatto in smalto traslucido” esistente, come ricordava Giuseppe Basile in occasione della restituzione dopo il complesso intervento conservativo condotto da parte dell’allora Istituto Centrale per il Restauro negli anni Ottanta del secolo passato. La struttura portante dell’opera è in argento dorato, come pure le parti decorative lavorate a tutto tondo. Ad essa sono unite, mediante piccoli chiodi, placche di diverse forme e dimensioni, lavorate a bulino e cesello e poi smaltate con paste vitree traslucide.

Conservato nella Cappella del Corporale in Duomo all’interno della vetrina fatta realizzare da ICR e Soprintendenza dell’Umbria a fine restauro, il Reliquiario è stato trasferito nel 2014 nel Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto, nella sala della Libreria Albèri, in occasione del Giubileo Eucaristico.

Il suo valore culturale è superato solo dalla valenza storica e iconica: creato per conservare ed esporre al mondo la reliquia del sangue di Cristo, contiene il racconto figurativo più antico della storia del miracolo eucaristico avvenuto a Bolsena nel 1263, fonte originaria per i maestri che da secoli ne hanno narrato la storia, dall’orvietano Ugolino di Prete Ilario negli affreschi della Cappella del Corporale fino a Raffaello nella stanza di Eliodoro in Vaticano.