Terni – centenario del vescovo Franco Gualdrini, messa presieduta da mons. Renato Boccardo: “Siamo convenuti per non disperdere lungo la via la speranza e la forza che ci ha trasmesso, per non rallentare il ritmo vigoroso che egli ha impresso al nostro passo di pellegrini.”

Nel centenario della nascita, la diocesi e l’intera comunità cittadina hanno ricordato l’amato vescovo mons. Franco Gualdrini, che è stato il pastore della chiesa di Terni, Narni e Amelia dal 1983 al 2000
La solenne celebrazione domenica 25 giugno alle ore 18 nella Cattedrale di Terni è stata presieduta da mons. Renato Boccardo arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza Episcopale Umbra, concelebrata dal vescovo Francesco Soddu e dal vescovo emerito della diocesi padre Giuseppe Piemontese. Presenti numerosi sacerdoti della diocesi, i vescovi Michele Pennisi e Pierluigi Celata, mons. Ermenegildo Manicardi,  don Andrea La Regina e don Alessandro Ravaglioli ex alunni dell’Almo Collegio Capranica, dove mons. Guadrini è stato rettore dal 1964 al 1983, l’attuale rettore mons. Riccardo Battocchio, ed anche le tante persone che hanno condiviso con il vescovo Franco la vita ecclesiale e cittadina nella fraternità ed amicizia. La celebrazione si è conclusa con la preghiera sulla tomba di mons. Gualdrini nella cripta della cattedrale di Terni.
In occasione del centenario sarà allestita una mostra fotografica per ricordare la vita e la testimonianza di mons. Gualdrini, pastore, padre, missionario, formatore, cultore delle arti e della spiritualità mariana, sempre vicino ai lavoratori e ai bisognosi.
“Noi siamo convenuti oggi in questa Cattedrale, che è stata sua – ha detto mons. Boccardo nell’omelia – per rendere grazie a Dio per la vita e il servizio ecclesiale di don Franco come educatore e come Vescovo, per raccogliere il suo messaggio, per non disperdere lungo la via la speranza e la forza che ci ha trasmesso,per non rallentare il ritmo vigoroso  che egli ha impresso, con ammirevole costanza, al nostro passo di pellegrini. Tocca a noi serbarne la memoria e seguirne l’esempio: nella fede gioiosa, nella instancabile operosità, nell’amore discreto, silenzioso e fedele, che ha segnato come una costante tutta la sua lunga vita. Ed egli continuerà ad essere per molti di noi pastore e padre; e per questa Chiesa di Terni-Narni-Amelia segno non effimero né illusorio della presenza misteriosa del suo Signore.

Allora: Dio ti ricompensi, Vescovo Franco, per i tuoi sogni e per l’impegno profuso nella loro realizzazione: quante volte ci hai descritto la tua visione di una Chiesa tutta ministeriale, nella quale laici, presbiteri e persone consacrate, giovani e adulti, si facciano carico dell’annuncio sempre nuovo che può dare la vita al mondo. Mi hai scritto verso la fine del tuo episcopato: «Con la deformazione mentale dell’efficacia si rischia di soffrire, perché grandi risultati non ci sono. Mi sono convinto tuttavia che il mio compito è seminare in maniera pazza o ottimista (come dice don Mazzolari), che è poi il metodo evangelico».
Dio ti ricompensi, Vescovo Franco, per la fatica e l’entusiasmo della tua semina, per la dolcezza della tua paternità che ci rivelava la dolcezza della paternità di Dio, per l’attenzione che hai riservato a ciascuno di noi facendoci sentire unici davanti te, per la tua capacità di ascolto e di consiglio, per esserci stato compagno di cammino non come chi insegna dall’alto ma come uno che innaffia la pianta e la fa crescere.
Dio ti ricompensi, Vescovo Franco, per la vita donata per noi «con pazienza con chi sbaglia, con tolleranza per chi non condivide, con la fiducia e l’ottimismo di chi butta il seme nella certezza che per la verità c’è sempre un domani». Con te e sotto la tua guida, ne siamo certi, abbiamo potuto portare avanti per un piccolo tratto, non inerte, non inglorioso, non infecondo, l’annuncio e l’edificazione del Regno di Dio.
Ed ora che sei per sempre con il Signore Gesù e godi nella misericordia la ricompensa promessa al servo fedele, continua a volerci bene, caro Vescovo Franco, e con la tua intercessione accompagna questa Chiesa diocesana che hai amato e servito e sostieni il nostro ministero di preti sulle strade del mondo. Così sia!”

Mons. Gualdrini è stato un vescovo di ampie vedute, con una signorilità di spirito, magnanimità verso gli altri, desiderio di vedere le cose con oggettività e senza paure.
Consacrato vescovo sulla piazza della Cattedrale di Terni il 22 ottobre 1983, ha guidato con energia e intelligenza la chiesa locale fino al 4 marzo del 2000. Non ha voluto avere uno stemma personale e, come a voler dire che i vescovi passano ma la Chiesa resta, ha in seguito dato uno stemma alla Diocesi inglobando le immagini dei Santi Patroni delle tre Diocesi unite.
La sua vita sacerdotale è stata caratterizzata dall’impegno di educatore come rettore del seminario di Faenza per 11 anni e dell’Almo collegio Capranica di Roma per 19 anni.
Per ventisette anni ha vissuto, con grande consapevolezza e impegno la consacrazione episcopale, nei primi diciassette anni vescovo di Terni-Narni-Amelia dedito a un ministero concreto, intelligente, intraprendente e poi a Santa Maria Maggiore come canonico della basilica romana.
Ha recepito le grandi istanze del Vaticano II: l’amore a Cristo, la centralità della Chiesa, la valorizzazione della Parola di Dio, il rapporto della Chiesa col mondo di oggi, l’ecumenismo, lo spirito missionario, l’amore preferenziale per i poveri. Amava i giovani, i grandi eventi e l’approccio propositivo e missionario.
In diocesi ha vissuto intensamente il suo ministero sempre a contatto con la gente, nelle due visite pastorali con cui ha voluto conoscere da vicino e sistematicamente tutte le Parrocchie e tutte le più svariate realtà presenti in Diocesi. E poi il progetto e la realizzazione della nuova Curia, con l’istituzione di Uffici, Centri di Pastorale e Commissioni che coprono tutti gli aspetti della condizione dell’uomo. Il vescovo Gualdrini ha elaborato documenti e promosso Assemblee Diocesane sul cambiamento, sulla missione, sui giovani, sulla religiosità popolare, sulla pastorale vocazionale e sulla famiglia. Ha voluto che la statua policroma del XV secolo della Madonna fosse collocata in un’edicola in piazza della Repubblica che divenne la Madonna del Popolo, patrona e simbolo della nuova diocesi. L’edicola successivamente venne arricchita, su progetto dell’architetto Portoghesi, con la nicchia rivestita in acciaio e alcantara. Cultore dell’arte ha valorizzato gli artisti locali facendo organizzare incontri e mostre alle quali era sempre presente. Artisti che hanno realizzato le guide dipinte su alcantara, poste lungo il percorso della processione del Corpus Domini.
Nel 1988 viene fondata la missione diocesana di Ntambwe, nella Repubblica Democratica del Congo, fortemente voluta da Monsignor Gualdrini e seguita da vari sacerdoti e religiose diocesane fino al 2010. Il primo sacerdote missionario di Terni fu don Fernando Benigni.
Nel maggio del 1995 si svolse la prima edizione di Inedito per Maria, un festival nazionale della canzone d’autore ideato da Monsignor Gualdrini con lo scopo di far emergere nuovi talenti musicali.

Perugia – la Chiesa si appresta a celebrare il Venerabile Vittorio Trancanelli a 25 anni dal ritorno al Padre (1998-2023).

Era il 24 giugno 1998, solennità della natività di san Giovanni Battista, quando il medico chirurgo Vittorio Trancanelli fece ritorno alla Casa del Padre, dopo una grave malattia, ricoverato all’Ospedale di Perugia dove per anni aveva esercitato con molta umiltà e passione la sua professione volta al bene fisico e spirituale degli ammalati nei quali vedeva il Signore Gesù. «Un santo in sala operatoria e nella vita», così lo definì l’allora arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti durante le esequie in una gremita cattedrale di San Lorenzo di Perugia.

Segni di santità. Trancanelli, insieme alla moglie Rosalia Sabatini e ad alcuni amici, diede vita all’associazione “Alle Querce di Mamre”, in località Cenerente di Perugia, dove tutt’oggi è attiva nell’accoglienza di madri e minori in gravi difficoltà di qualsiasi ceto, fede e nazionalità, in stretta sinergia con la Caritas diocesana. Prima di quest’opera di carità, insieme alla moglie, decise di accogliere in “affidamento” diversi ragazzi che crebbero all’interno della loro famiglia insieme al loro figlio naturale, sperimentando il calore, l’affetto e l’assistenza di persone che li amavano. Nel 1992, i coniugi Trancanelli decisero di prendersi cura di una ragazza down, figlia di una caposala che stava morendo di tumore e che chiese loro di occuparsi della figlia.

Venerabile dal 2017. La Chiesa perugino-pievese ha avviato, dal 2006 al 2013, sull’uomo, marito, padre e medico Vittorio Trancanelli il processo diocesano di canonizzazione, appurando il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni la cui validità giuridica è stata riconosciuta dalla Congregazione per le Cause dei Santi e, successivamente, nel 2017, Trancanelli è stato dichiarato Venerabile dalla Santa Sede.

Centinaia di “Grazie”. Il postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione, il dott. Enrico Solinas, del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Umbro, nell’annunciare il programma delle celebrazioni di questo “giubileo” del ritorno al Padre del Venerabile Servo di Dio, è convinto che in questo primo quarto di secolo «Vittorio non ci ha mai abbandonato, anzi, nel tempo appena passato, non sono mancate centinaia di “Grazie” elargite dal Signore per sua intercessione. Questo “giubileo” per il 25° del ritorno al Padre di Vittorio ha il suo “cuore” nella celebrazione eucaristica solenne, sabato 24 giugno, alle ore 17.30, presso la chiesa parrocchiale di San Sisto di Perugia, presieduta dall’arcivescovo mons. Ivan Maffeis alla quale seguirà un concerto offerto dall’Orchestra “San Barnaba”. Sempre il 24 giugno i fedeli potranno raccogliersi in preghiera nella cappella del vicino Ospedale di Santa Maria della Misericordia dove riposano i resti mortali del nostro Venerabile».

L’attenzione dei Pastori. «Il nuovo arcivescovo – commenta il dott. Solinas – ha “ereditato” la causa di Vittorio che traghetterà, con l’aiuto di Dio, verso una speriamo vicina beatificazione. L’ha presa da subito a cuore come il suo predecessore, il cardinale Gualtiero Bassetti che mai mi ha fatto mancare, come postulatore, il suo appoggio durante la fase diocesana della causa e per tutte le iniziative che si sono svolte in diocesi per Vittorio».

Le celebrazioni nelle Diocesi di Assisi e Foligno. Oltre alla celebrazione del 24 giugno a San Sisto di Perugia, si terranno altri incontri celebrativi in ricordo del Venerabile Trancanelli a Spello (Diocesi di Foligno), dove nacque il 26 aprile 1944, e a Petrignano di Assisi (Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino), paese natale del padre, dove trascorse l’infanzia e l’adolescenza. A Petrignano, venerdì 23 giugno, alle ore 21, nella chiesa di San Pietro Apostolo, si terrà la presentazione del libro: “Vittorio Trancanelli, un petrignanese in odore di santità” di Alessandro Cianetti (a cura del prof. Giovanni Zavarella). Sempre nella chiesa di Petrignano, domenica 25 giugno, alle ore 11.15, si terrà la cerimonia dell’apposizione e benedizione della targa dedicata al Venerabile che precede la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti. Sempre il porporato, il 24 giugno, alle ore 12, presiederà a Spello, in via Fontanello I, la cerimonia di apposizione e benedizione della targa presso la casa natale di Trancanelli, insieme al sindaco dott. Moreno Landrini e all’attuale proprietaria signora Cristiana Olivieri.

Spoleto – “Maior Ecclesia. Santa Maria Assunta. La Cattedrale di Spoleto”: libro fotografico per guardare con rinnovato stupore al Duomo

“Maior Ecclesia. Santa Maria Assunta. La Cattedrale di Spoleto”: è il titolo del libro fotografico curato da Stefano Bonilli e Mario Brunetti dello studio Emaki di Spoleto, pensato dall’arcivescovo Renato Boccardo in occasione dell’825° anniversario della dedicazione del Duomo. La Fondazione Cattolica ha contribuito alla pubblicazione di questo volume. È stato presentato nella Basilica di Santa Eufemia a Spoleto lunedì 19 giugno 2023. Sono intervenuti: l’Arcivescovo; la dott.ssa Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani; il prof. Bruno Toscano, storico dell’arte; i curatori Bonilli e Brunetti; ha moderato il dott. Andrea Rutili responsabile dell’Ufficio beni culturali della Diocesi.

Le parole dell’Arcivescovo. «Avevo in mente qualcosa di fotografico sul Duomo per il Giubileo – ha detto mons. Boccardo nel suo saluto introduttivo – e ho trovato due alleati formidabili in Stefano Bonilli e Mario Brunetti, che hanno realizzato questo prezioso volume e li ringrazio di cuore. Questo libro vuole essere il racconto “per immagini” di un percorso umano e spirituale che attraversa i secoli e parla ancora agli uomini e alle donne del nostro tempo. L’insieme di fotografie raccolte dalla perizia tecnica e dalla passione artistica dei due curatori, permette di accostarsi alla Cattedrale di Santa Maria con rinnovato stupore e di scoprire ed ammirare tanti particolari che possono sfuggire ad uno sguardo come il nostro, spesso distratto e disincantato ma pur sempre mendicante di una bellezza che ci conduca ad affacciarci su una realtà altra rispetto a quella quotidiana e ci apra alla dimensione spirituale dell’esistenza, non accessoria ma essenziale e centrale per l’umanità».

Le parole del direttore dei Musei Vaticani. «Osservare le meravigliose fotografie di questo prezioso volume – ha detto Barbara Jatta – prodotte dall’attento occhio di Stefano Bonilli e Mario Brunetti, che raccontano di vita, di paesaggi, di particolari (dal pavimento alle strutture murarie), di tanta arte, riporta negli occhi e nello spirito il senso più alto di Comunità cristiana. Una Comunità che attraverso la santità delle persone, la bellezza del creato e i capolavori custoditi, all’interno e all’esterno della Cattedrale, narra ed esalta una storia intrisa di fede e di devozione custodita fin dai boschi e dalle valli dell’Umbria e che continua anche ai nostri giorni. Un sensus fidei che, secolo dopo secolo, ha rinnovato l’attenzione più viva e profonda alla Cattedrale di Spoleto, arricchendola di sempre nuove espressioni artistiche e votive».

Le parole del prof. Bruno Toscano. «É un libro che tratta un grande monumento con un linguaggio di immagini. Documenta parti del Duomo che in pochissimi vedono. È un modo non convenzionale di leggere un monumento. Racconta la Cattedrale in modo diverso dai libri di storia dell’arte perché mette in risalto, non solo le opere e i loro autori famosi, ma anche il lavoro dei cosiddetti ruoli secondari che hanno contribuito a realizzare il Duomo (falegnami, scalpellini, ebanisti, intarsiatori, vetrai ecc….). Emerge, quindi, un popolo fabbrile che in genere non appare negli altri volumi sulla Cattedrale. La formula del “dizionario visivo” – un dizionario sui generis, indifferente alla sequenza alfabetica – continua, a mio parere, a funzionare. Stimolando la voglia di riordinare, di ricomporre tante immagini che si ammassano sulla pagina, esercita una sua funzione didattica. Infine, puntando sulla quantità oltre che sulla qualità, stimola in chi sfoglia il libro l’istanza di una conservazione non selettiva, in cui anche il dettaglio non più contestualizzato deve essere tutelato, perché rimanda a quell’avvicendarsi di unità e molteplicità nella storia multisecolare della Cattedrale».

Le parole di Brunetti. Per lo studio Emaki, alla fine, ha preso la parola Mario Brunetti per ringraziare tutti gli intervenuti, quanti in vario modo hanno collaborato alla realizzazione del libro, la Jatta e Toscano per i loro preziosi contributi. «Ma soprattutto – ha detto – permettetemi di ringraziare l’Arcivescovo per la fiducia e per non averci “imposto” delle tempistiche sulla consegna. Abbiamo parlato con lui di questo progetto per la prima volta nell’autunno del 2020 e abbiamo avuto tutto il tempo necessario per realizzare il lavoro con la giusta calma. Mi piace anche ricordare il compianto don Giampiero Ceccarelli: gli dedichiamo con riconoscenza questo volume».

Dove trovare il libro. Chi fosse interessato ad avere il volume può contattare la segreteria della Curia Arcivescovile allo 0743 23101 o scrivere una mail a segreteria@spoletonorcia.it. Il contributo per l’acquisto del libro andrà a sostenere la manutenzione delle opere d’arte della Cattedrale.

Assisi – Ordinazione presbiterale del Diacono Claudio Ciancaleoni

“Mi auguro di spendere tutte le energie per servire la Chiesa, per servire Dio nell’obbedienza al vescovo e al romano Pontefice, di essere quindi uno strumento nelle mani di Dio per fare le opere che vuole”. È questo l’auspicio e il desiderio del diacono Claudio Ciancaleoni che, domenica 25 giugno alle ore 17 nella cattedrale di San Rufino per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, sarà ordinato presbitero.

Don Claudio ha 33 anni ed è originario della frazione di Rivotorto di Assisi dove si trova la sua famiglia composta da mamma Rita, papà Lanfranco e la sorella Giulia. Nel 2013 ha conseguito la laurea in giurisprudenza presso la Pontificia Università Lateranense, dopo essersi iscritto alla facoltà di diritto civile; successivamente ha svolto un tirocinio di 18 mesi presso il tribunale ordinario penale di Roma. Assistendo il lavoro di un magistrato giudicante nella doppia composizione monocratica e collegiale. È in questi anni che don Claudio ha iniziato ad approfondire il dono della fede e così dopo attento discernimento sotto la guida di monsignor Orlando Gori e con l’autorizzazione del vescovo Sorrentino, nell’autunno del 2015, è entrato nella comunità propedeutica del Pontificio Seminario regionale umbro in Assisi.

Nella comunità del seminario ha svolto il ciclo di filosofia e di teologia, conseguendo il Baccalaureato in Teologia nel 2021. L’11 giugno del 2021 ha ricevuto l’ordinazione diaconale nella cattedrale di San Rufino e dal settembre dello stesso anno, su indicazione specifica del vescovo, è iscritto alla facoltà di Diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense avendo già completato i 2/3 del percorso di studi. Durante il percorso in seminario ha svolto il tirocinio pastorale nelle seguenti parrocchie della diocesi: parrocchia di San Michele Arcangelo in Bastia Umbra (2016-2018), parrocchia di Santa Maria Assunta in Valfabbrica (2018-2020), parrocchia di Madonna del Ponte e Santa Maria Assunta in Bettona (2020-2022), Parrocchia di San Marco in Bastia Umbra (2022-fino ad oggi). Il nuovo presbitero va ad aggiungersi ai 179 religiosi preti ad oggi presenti in diocesi, ai 48 preti diocesani e ai 16 diaconi permanenti.

Perugia – VIII Rapporto sulle Povertà e Risorse della Caritas diocesana “La Giusta Vicinanza”. In Caritas si incontrano sempre più vite preoccupanti, non numeri, delle quali siamo tutti responsabili

«Senza dubbio possiamo definire il 2022 come l’anno di servizio più intenso e più complesso per la nostra Caritas diocesana dalla sua fondazione (1976, n.d.r.), un anno dove tutti gli effetti post pandemia Covid-19 si sono concretizzati in bisogni ai quali rispondere, un anno che ci ha visti impegnati nell’accoglienza dei profughi Ucraini a causa della guerra, un anno che ha visto schizzare i costi dell’energia e delle materie prime alle stelle, un anno che ha visto l’impoverimento di tante famiglie e l’erosione dei risparmi, un anno che ha visto affacciarsi nuove povertà e nuove marginalità, un anno dove giovani e anziani hanno fatto fatica a riprendere la quotidianità». Ad evidenziarlo è il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, don Marco Briziarelli, nella nota introduttiva dell’VIII Rapporto sulle Povertà e Risorse nel 2022 presentato il 19 giugno, nella sede Caritas “Villaggio Sorella Provvidenza”, a rappresentanti delle Istituzioni e di organismi pubblici e privati impegnati nel mondo del Welfare, ad operatori dei media e a quanti vivono l’esperienza del volontariato.

Il primo tratto del volto evangelico di Caritas. «Le pagine di questo VIII Rapporto – prosegue don Briziarelli nell’introduzione – ci aprono a riflessioni profonde e ci chiamano come comunità ecclesiale e civile ad un cammino sempre più di comunione, rete e relazione che ci doni la possibilità di nuove strade da percorrere per accompagnare le migliaia di fratelli e sorelle che hanno bussato, e bussano, alle porte di Caritas al ritorno alla dignitosa autonomia. La povertà ci toglie la libertà di scegliere e non possiamo più tacere difronte a tutto ciò. Un vero popolo si è sentito chiamato a rispondere a questo grido mettendo in atto un circolo virtuoso di solidarietà, di vera e propria Provvidenza, che ha stupito e meravigliato ognuno di noi convertendo i nostri cuori. Una gratitudine immensa a tutti i volontari e operatori che hanno deciso di scendere in campo senza riserve a braccia aperte convinti che ascolto e accoglienza siano ancora il primo tratto del volto evangelico di Caritas».

Alla presentazione sono intervenuti l’arcivescovo Ivan Maffeis, il direttore della Caritas don Marco Briziarelli, l’economista Pierluigi Grasselli, coordinatore dell’Osservatorio sulle povertà e l’inclusione sociale, lo statistico Nicola Falocci, membro dell’equipe dell’Osservatorio, e la responsabile Area sociale della Caritas Silvia Bagnarelli. Curato dal suddetto Osservatorio, l’VIII Rapporto mette nero su bianco il costante aumento dei richiedenti aiuto al Centro d’Ascolto (CdA) della Caritas diocesana passati dalle 1.306 persone del 2020 alle 1.467 del 2021 (+ 12,3%), alle 1.653 del 2022 (+ 12,7%) di cui 368 italiani e 1.285 stranieri (inclusivi di 52 casi di doppia cittadinanza), facendo registrare, i primi, una flessione (dal 26,6% del 2021 al 22,3% del 2022), mentre i secondi salgono (dal 69,5% al 74,6%). Di questi utenti si registra un aumento consistente delle donne: dal 42,2% del 2020 si passa al 55,5% del 2021 e al 60,9% del 2022, in corrispondenza dell’accresciuto ventaglio di bisogni e della loro intensità, che le donne possono più efficacemente rappresentare.

Dei 1.653 utenti del 2022, 599 sono “vecchi” (cioè con primo accesso al CdA anteriore al marzo 2020, inizio pandemia), e 1054 “nuovi” (cioè con primo accesso al CdA a partire dal marzo 2020). Tra i “nuovi” figurano i profughi ucraini, che influiscono sulle caratteristiche complessive dei richiedenti aiuto, che fanno dell’Ucraina la prima nazione di provenienza degli utenti stranieri, seguita da Nigeria, Marocco, Ecuador, Perù… Rilevante è anche l’invecchiamento complessivo degli utenti. Tra il 2020 e il 2022 la numerosità delle classi oltre 55 anni aumenta del 78%, quella 15-64 del 15%. I “nuovi” sono più giovani dei “vecchi”, anche se gli italiani rimangono meno giovani degli stranieri; questi rilevano bisogni di lavoro, gli italiani bisogni di assistenza. Tra gli utenti complessivi prevale la condizione di coniugato/a, seguita da quella di celibe/nubile, anche se questi ultimi tendono nel tempo ad aumentare. Tra i nuovi italiani prevalgono nettamente i celibi/nubili, e figurano quote non trascurabili di separati e divorziati. Inoltre si accresce fortemente la quota di chi vive ospite di amici o parenti, di chi vive in subaffitto/posto letto, di chi è privo di abitazione. L’insieme degli utenti Caritas soffre di un marcato deterioramento della condizione abitativa. Per quanto riguarda il grado di istruzione, la quota più elevata sono gli utenti che non dispongono di un titolo di studio oltre la licenza media inferiore (46,2%). Pertanto è fondamentale promuovere un aumento del livello di scolarizzazione per contrastare la povertà educativa collegata ad un abbandono scolastico precoce. Il percorso formativo è fondamentale per l’affermazione della persona nel solco tracciato anche dall’esperienza della “Scuola di Barbiana” tornata di attualità nel centenario della nascita del suo fondatore, don Lorenzo Milani (1923-2023). Nel contempo si accresce del 76% il numero di utenti che dispone di licenza media superiore o di laurea. Altro dato che emerge dal Rapporto è quello della condizione prevalente di disoccupato (52,4%), in particolare tra i nuovi utenti italiani e in generale si osserva un peggioramento complessivo della condizione occupazionale. Come anche la classe di reddito più consistente degli utenti Caritas, più che raddoppiata, è quella che comprende reddito nullo e reddito fino a 300 euro mensili. Ulteriore manifestazione di impoverimento, che si propone con evidenza.

La quota più elevata di bisogni segnalati dagli utenti riguarda povertà/problemi economici, pari al 30,6%, con numerosi casi di povertà estrema (senza dimora), di sovraindebitamento, di accattonaggio… Per questa tipologia di bisogni, collegati a molteplici necessità, si registra un aumento cospicuo del 23,5% rispetto al 2021.
In seconda posizione troviamo i problemi di occupazione/lavoro, pari al 21,9%, per più della metà collegati a disoccupazione, per più di un decimo a licenziamenti, per un decimo a lavoro nero e un altro decimo a lavoro precario, ed anche a sottoccupazione / part-time involontario, e alcuni casi di cassa integrazione/mobilità.
In terza posizione ci sono i problemi di condizione abitativa, pari al 15,3%, che sta assumendo dimensioni preoccupanti in tutto il Paese.
In quarta posizione c’è il fenomeno migrazione/immigrazione, pari al 14%, riguardanti per più della metà di problemi burocratici-amministrativi segnalati in prevalenza da persone in fuga da conflitti armati.
In quinta e sesta posizione ci sono i problemi familiari, pari al 6,4%, in prevalenza legati a separazioni e divorzi e di maternità affrontata da un solo genitore, e di salute, pari al 3%, dovuti anche a gravidanze difficili, ma soprattutto riferiti alle patologie più diffuse, oltre alle dipendenze.u

Gli interventi della Caritas diocesana. Di fronte ad una povertà sempre più multidimensionale, la Caritas diocesana ha moltiplicato il numero dei servizi (+ 18,1% rispetto al 2021 e + 66,5% rispetto al 2020), ha espanso i percorsi di accompagnamento per famiglie, migranti e minori, ha reso i CdA sempre più promozionali ed animativi, ha diffuso gli Empori solidali, ha posto un’attenzione crescente sulle povertà emergenti, ha adottato modalità innovative, ha spinto su promozione e formazione di volontari orientati al servizio diretto alla comunità, nonché a responsabilizzare la società civile sulla povertà, nella prospettiva di una società più giusta e solidale. In particolare tra i processi in corso di svolgimento che interessano la Caritas, quello della propensione alla territorialità, nel senso di un radicamento crescente delle opere all’interno della dimensione locale.

L’arcivescovo mons. Ivan Maffeis: «Soprattutto non distogliere mai lo sguardo da ogni povero», è l’esortazione che l’arcivescovo Ivan Maffeis ha rivolto ai partecipanti alla presentazione dell’VIII Rapporto diocesano sulle povertà e le risorse 2022 della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, avvenuta il 19 giugno, presso la sede Caritas del “Villaggio Sorella Provvidenza” di Perugia, alla presenza di diversi rappresentanti di Istituzioni civili ed Organismi pubblici e privati impegnati nel Welfare e di operatori dei media del capoluogo umbro.
Nel ringraziare quanti hanno lavorato alla redazione del Rapporto e alla sua divulgazione, mons. Maffeis, non nascondendo la sua appartenenza al mondo del giornalismo, non ha dimenticato gli operatori dei media, perché, ha precisato: «hanno, qui a Perugia, una grande attenzione e un grande rispetto per quello che facciamo a livello pastorale e sociale».
Mons. Maffeis, prendendo lo spunto dal recente messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale dei poveri del prossimo novembre, un messaggio che invita a riflettere sul Libro sapienziale di Tobia, ha spiegato l’importanza umana e cristiana del «non distogliere mai questo sguardo», perché, «lo sguardo per i poveri va tenuto insieme, non da soli, abitando una città dove c’è bisogno davvero delle Istituzioni, di chi è al servizio del bene comune nelle varie forme; c’è bisogno degli istituti di credito che hanno il polso di quanto succede e nella misura in cui sono disponibili possono fare un bene enorme. Credo che la Chiesa e la Caritas che è il nostro “gioiello”, e non lo dico come modo di dire, è la nostra “punta di diamante” sia come provocazione, perché ci aiuta a non sederci, sia come espressione del Vangelo vissuto. E questo sguardo sul povero lo possiamo avere e maturare solo insieme. E allora gli interventi, da quelli assistenziali fino a quelli educativi, saranno al servizio di una democrazia, al servizio di un Paese. Come credenti avvertiamo tutta la responsabilità, ma come cittadini non siamo lontani da questo».

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I costi degli aiuti-interventi Caritas. Gli interventi economici effettuati nel 2022 dal CdA alla gran parte delle 1.653 persone ascoltate, in gravi difficoltà economiche (dal pagamento delle utenze domestiche all’affitto, dalle spese per l’acquisto di prodotti di prima necessità a quelle sanitarie e per il corredo scolastico dei figli), sono state pari a euro 261.188,00, circa 30.500,00 euro in meno del 2021, non per la diminuzione delle richieste di aiuto, ma per la contrazione delle risorse economiche a disposizione rispetto all’anno precedente.

Importo non trascurabile è quello dei costi complessivi supportati dalla Caritas, nel 2022, rendicontati dal suo organismo operativo, la Fondazione di Carità San Lorenzo Onlus, pari a 1.626.000 euro. Cifra che è servita a finanziare, oltre gli interventi economici del CdA, la gestione della sede Caritas e del “Villaggio Sorella Provvidenza” che ha ospitato, lo scorso anno, 32 nuclei familiari, dei cinque Empori della Solidarietà (Perugia, Sant’Andrea delle Fratte, Ponte San Giovanni, Marsciano e Ponte Pattoli) dove accedono settimanalmente oltre 1.800 famiglie, della Mensa “Don Gualtiero”, del Punto Ristoro Sociale “San Lorenzo”, per complessivi oltre 200 pasti giornalieri, delle opere segno-strutture di accoglienza in cui trovano annualmente ospitalità più di 200 persone (es. “Sant’Anna dei Servitori”, “San Vincenzo” e “Alle Querce di Mamre” di Perugia, la “Casa della Carità-Santuario della Madonna dei Bagni” di Deruta e “Il Casolare” di Castiglione del Lago) e l’opera più recente, la “Farmacia solidale” per farmaci, presidi sanitari e ticket, attiva presso la sede Caritas. A questi vanno aggiunti i contributi erogati dalla Caritas diocesana a diversi CdA di Caritas parrocchiali. Costi che sono stati finanziati dall’8xMille alla Chiesa cattolica, dalle Campagne di sensibilizzazione e raccolta fondi della Caritas diocesana, dai bandi e finanziamenti di Enti pubblici e privati, dalle donazioni di benefattori, dal 5xMille e dalle offerte liberali. Non trascurabili sono anche i 400.000 euro stimati di beni materiali donati (in particolare ai cinque empori) a testimonianza della solidarietà e generosità che la Caritas diocesana ha contribuito ad alimentare nella società civile.

RAPPORTO CARITAS 2023 

 

Perugia -molto partecipata la prima festa della solidarietà dell’emporio “Divina Misericordia”. «Fare conoscere il più possibile al territorio questa meravigliosa realtà di carità che dà speranza di rinascita»

Più di 500 persone, tra bambini e adulti, hanno preso parte, nel pomeriggio del 17 giugno, alla prima festa della solidarietà dell’emporio “Divina Misericordia” in Sant’Andrea delle Fratte di Perugia, tenutasi nel complesso interparrocchiale di Girasole e San Mariano di Corciano. È stata una proficua occasione per “creare rete e far conoscere alla comunità locale l’opportunità per fare del bene”. È il commento di Elena Gattavilla, responsabile del Coordinamento dei cinque Empori della Caritas diocesana, a margine di questo primo appuntamento festoso e con diverse testimonianze di vita. «Ero finito all’inferno – ha raccontato uno dei fruitori dell’emporio -, ma una mano mi ha preso e io sono rinato”.

Il piacere di sentirsi utili. Il sapore degli interventi sollecitati da padre Giulio Michelini (Ofm), preside dell’Istituto Teologico di Assisi e molto attento alle opere di carità della Chiesa particolare, ha evidenziato l’umiltà di un compito che molte persone svolgono, come volontari, con il piacere di sentirsi utili per gli altri. A seguire altre testimonianze tra cui quelle di due ragazzi dell’Associazione italiana persone down, di tre volontari dell’emporio, degli animatori della casa-famiglia “Il Poggio dell’Aquilone”, una realtà che dà accoglienza agli “invisibili”, fanciulli speciali, e dell’Associazione Perugina di Volontariato che opera nel mondo carcerario, presente con un proprio stand, come le altre realtà menzionate, con la partecipazione di alcuni detenuti in semi libertà.

Conoscere i poveri. Padre Michelini, nell’omelia, si è soffermato sul ruolo dei volontari, «persone che mettono a disposizione molte ore delle proprie giornate e che rendono possibile portare avanti questa carità». Significative anche le parole del diacono permanente Giampiero Morozzi, responsabile dell’Emporio: «Siamo tutto fratelli e sorelle. Dobbiamo conoscere i “Nostri Poveri” e dare un contributo affinché la società sia più accogliente e giusta».

Tra gli intervenuti il direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli, gli assessori alle Politiche sociali dei Comuni di Perugia e di Corciano, Edi Cicchi e Sara Motti, don Roberto Di Mauro, parroco di Girasole e San Mariano, don Simone Pascarosa, vicario episcopale per la Pastorale, e don Claudio Regni, parroco di San Sisto e Sant’Andrea delle Fratte, il sacerdote che più di tutti ha voluto l’emporio “Divina Misericordia” per fronteggiare il fenomeno povertà in una delle zone del Perugino in costante espansione demografica ma anche con non pochi problemi sociali e di integrazione.

Creare una grande rete. La coordinatrice dei cinque Empori Caritas (Perugia, Sant’Andrea delle Fratte, Ponte San Giovanni, Marsciano e Ponte Pattoli), Elena Gattavilla, ha spiegato la finalità della festa: «Fare conoscere il più possibile quest’emporio, perché – ha commentato – in questi anni ho sentito tante, ma tante volte, persone che non sanno nemmeno dell’esistenza in zona di un emporio Caritas per famiglie in difficoltà. Cerchiamo di coinvolgere la comunità, di aprire il cuore…, a fare Servizio…, a portarli a donare… alla carità! Anche un passaparola è un grande passo. Ciascuno di noi può essere capace di collaborare, di partecipare, di offrire un servizio. Sta nelle nostre mani cambiare la realtà locale, di migliorare il nostro tessuto sociale, senza tanto rimandare. E’ difficile per la società guardare il dolore degli emarginati, ma è ora di affrontare quel disagio e agire. Collaborare e creare una grande rete».

“Pompieropoli” per piccoli e adulti. Tra le attrattive principali della festa, rivolte ai più piccoli ma non solo, quella di “Pompieropoli” della Sezione provinciale di Perugia dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco, attiva da oltre quindici anni. Attraverso il gioco a fare il pompiere sono state impartire vere e proprie lezioni sulla sicurezza, per prevenire e affrontare incidenti domestici e gestire emergenze quali incendi, terremoti e incidenti stradali. «“Pompieropoli” – ha spiegato Lucio Napoli, presidente della Sezione perugina Ass. Naz. VV.FF. -, è un’importante occasione di informazione e formazione per la gestione delle emergenze fin dalla tenera età, tra cui quella di evitare situazioni di panico ad esempio quando si è coinvolti o in presenza di un incidente stradale».

Spoleto – riapertura della chiesa di San Donato a Campello alto

Sabato 17 giugno 2023: una bella giornata di festa per la comunità del castello di Campello Alto. L’arcivescovo Renato Boccardo ha, infatti, presieduto la Messa per la riapertura al culto della chiesa di S. Donato, chiusa dopo i terremoti del 2016. Col Presule hanno concelebrato il parroco padre Vito Giannuzzi, B, e gli altri Chierici Regolari di S. Paolo (detti Barnabiti) che risiedono nel convento di Campello e hanno la cura pastorale di tutto il territorio comunale. Molti i fedeli presenti a questo appuntamento tanto atteso.
L’ufficio tecnico della Curia, diretto dal geometra Simone Desantis, ha seguito la fase dei lavori di consolidamento: sono stati avviati il 3 marzo scorso; sono stati affidati direttamente dall’Archidiocesi alla ditta “Il Restauro” di Fiacchi Pierangelo & C. di Torre Matigge di Trevi; sono stati realizzati con fondi propri dell’Archidiocesi derivanti dall’assicurazione; hanno riguardato la riparazione dei danni causati dal sisma nella zona del presbiterio e nella cappella di sinistra vicino all’altare. C’erano anziani e giovani, tutti commossi nel poter finalmente rientrare nella bella chiesa. Presente anche il sindaco Maurizio Calisti e i membri della Confraternita di S. Antonio. La liturgia è stata animata dalla corale parrocchiale.
Nell’omelia mons. Boccardo, commentando il Vangelo del giorno (Mt 9, 36- 10.8), ha detto: «Gesù chiama i dodici apostoli e da lì si sviluppa la presenza dei credenti nella storia. Si moltiplicheranno fino a tanti anelli di una lunga catena e noi ne siamo l’ultimo anello. Gesù, ieri come oggi, lascia delle indicazioni: utilizza cinque verbi (predicare, guarire, risuscitare, purificare, scacciare) per dire cose concrete. Perché i cristiani – ha proseguito – non si accontentano delle parole, ma mettono in pratica ciò che Gesù ha insegnato. Il suo Vangelo dà senso alle giornate e la vera predicazione di noi cristiani è la nostra vita: far vedere a questa società che abbiamo capacità di relazioni autentiche, che sappiano costruire e non distruggere, che ci vogliamo bene». Mons. Boccardo, poi, ha definito la riapertura della chiesa una circostanza gioiosa: «Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa riapertura. So delle tante persone che si sono date da fare per renderla bella e splendente e a loro va il mio grazie. Questa casa di Dio deve essere abitata, deve accogliere la comunità cristiana che si prende cura delle relazioni prima ancora dei muri. Questa chiesa, così ricca di storia, mi auguro che riprenda la sua missione originaria: richiamare la presenza di Dio». Prima della benedizione finale una parrocchiana e padre Vito hanno preso la parola per ringraziare il Vescovo, l’ufficio tecnico della Curia e quanti si sono adoperati per questo traguardo. Mons. Boccardo, infine, ha benedetto un’icona del volto di Cristo realizzata dal parroco come dono alla chiesa di S. Donato.

La chiesa del Castello di Campello Alto è dedicata a S. Donato. Fu eretta nel XII secolo ed è espressione esemplare del primo romanico spoletino di cui la sua facciata a due spioventi ed il portale a due rincassi con oculo sono un esempio. Una torre medievale retrostante, alta 25 metri, dopo un restauro nel 1617, funge da campanile. Nel tempo si aggiunsero altri interventi come gli affreschi votivi nel XV-XVI secolo, svelati al suo interno da restauri recenti, come i dipinti, datati 1883, eseguiti sulla lunetta che sovrasta il portale e anche nell’oculo. All’interno troviamo: a sinistra un fonte battesimale in pietra del 1610; a sinistra del presbiterio sono ancora visibili in gran parte gli affreschi decorativi del ‘400 ed anche nella parete di fondo si intravedono ancora due immagini di S. Sebastiano, una Madonna con Bambino e una Madonna di Loreto. Del XVIII secolo sono invece l’altare principale in legno scolpito e due statue policrome sempre del ‘700, a rappresentare S. Donato vescovo e S. Giovanni Battista. A destra una Madonna col Bambino ed una Madonna tra gli Angeli attribuita al Maestro di Eggi, di cui la parte inferiore si è persa nell’apertura, postuma, di una porta. Vicino all’ingresso, dipinti su due livelli altri affreschi del XV-XVI secolo raffiguranti in basso: due S. Sebastiano, di cui uno attribuito al Maestro di Santa Maria Reggiano (1517-1518), e poi un S. Martino vescovo; nel livello superiore sono ancora visibili: una Madonna Lauretana, ciò che resta di una Crocefissione e un S. Sebastiano. Oltre alle numerose tele che nei secoli sono state aggiunte a gli affreschi, nella controfacciata ad impreziosire anche l’orecchio e l’occhio vi è un organo: ad unico corpo sonoro contenuto in cassa lignea ideato e realizzato nel 1851 da Angelo Morettini di Perugia. Guardando sotto si può ancora riconoscere ciò che rimane di un S. Cristoforo su di un antico affresco.

Perugia – prima “Festa della solidarietà” dell’emporio “Divina Misericordia”, nella zona industriale di Sant’Andrea delle Fratte, un’esperienza comunitaria «per costruire una società più giusta»

Inaugurato nella primavera del 2016, l’emporio della solidarietà “Divina Misericordia”, situato nella zona industriale di Sant’Andrea delle Fratte di Perugia (via Sacconi 10), dà appuntamento a tutti i suoi amici, fruitori, benefattori e volontari, sabato 17 giugno (ore 15-20), presso il complesso parrocchiale del Girasole in San Mariano di Corciano, per la prima “Festa della solidarietà”. È un’opera segno della Caritas diocesana gestita dalla Fondazione di Carità “San Lorenzo” Onlus (ente operativo della stessa Caritas) realizzata anche con i fondi 8xMille alla Chiesa cattolica.

Festa annuale e in tutti gli empori. «Ci ritroveremo in tanti per fare memoria del bene che passa attraverso questo luogo, voluto dal cardinale Gualtiero Bassetti come opera-segno di carità della nostra Chiesa, insieme agli altri quattro empori attivi in aree sensibili del territorio diocesano (Perugia città, Ponte San Giovanni, Marsciano e Ponte Pattoli)». A sottolinearlo nell’invito sono il diacono Giampiero Morozzi, responsabile dell’emporio “Divina Misericordia”, e don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, auspicando che questa festa di comunità venga celebrata ogni anno e sia estesa anche tutti gli altri empori, come invito a ricordarci che “il Suo amore è per sempre” (Salmo 118,1) e che la solidarietà non mancherà mai. Abbiamo bisogno di un cammino insieme e dell’aiuto di tutti per costruire una società più giusta».

Oltre 450 famigli in emergenza. La festa del 17 giugno, precisa Elena Gattavilla, responsabile del Coordinamento empori diocesani della solidarietà, «vuole fare conoscere queste opere di carità a livello territoriale con il coinvolgimento, oltre della Caritas diocesana, di diverse realtà socio-caritative di espressione ecclesiale e non solo. Non è un caso che a questa prima festa siano state invitate con proprie testimonianze e stand, l’Associazione italiana persone down, la casa famiglia “Il Poggio degli Aquiloni” e i detenuti del Carcere di Capanne in semi libertà, unitamente ai volontari Caritas. Attualmente sono oltre 450 famiglie in emergenza alimentare e economica – sottolinea la responsabile – a fruire dell’emporio “Divina Misericordia”, accompagnate nel ritorno all’autonomia».

Il programma della festa è così strutturato: • ore 15, in particolare per i bambini, l’evento “Pompieropoli”. • ore 18.00, Santa Messa presieduta da padre Giulio Michelini (Ofm). • ore 19.00, “Emporio In Ascolto”, testimonianze di coloro che a vario titolo prendono parte alle attività dell’emporio. • Ore 20.00, cena di fraternità.

Per sostenere l’opera di carità dell’emporio “Divina Misericordia”: Bonifico Bancario intestato a Fondazione di Carità San Lorenzo – IBAN: IT30P0344003000000000161500, con causale: Erogazione Liberale – Emporio “Divina Misericordia”. Le donazioni alla Fondazione “San Lorenzo” sono deducibili/detraibili secondo il regime fiscale.

Proroga del mandato episcopale del Vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno monsignor Domenico Sorrentino

Con una lettera a firma del nunzio apostolico in Italia, Emil Paul Tscherrig, il Santo Padre ha comunicato a mons. Domenico Sorrentino vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, che il suo mandato è prorogato per i prossimi anni. Monsignor Domenico Sorrentino aveva compiuto il 16 maggio scorso i 75 anni e, in conformità a quanto dispone il codice di diritto canonico, aveva presentato al Santo Padre la sua rinuncia dichiarando la piena disponibilità a qualunque superiore decisione. Nella lettera rivolta a mons. Sorrentino, il Nunzio precisa che si “proroga il suo governo di due anni, alla fine dei quali si valuterà l’opportunità di un coadiutore”. È stato lo stesso vescovo a dare la comunicazione, giovedì 15 giugno alle ore 12, nella Sala della Spogliazione del palazzo Vescovile ai rappresentanti degli uffici di Curia, dei presbiteri e diaconi, dei religiosi, e delle autorità civili delle due diocesi. Nell’occasione ha dichiarato la sua gratitudine al Santo Padre per questo ulteriore atto di fiducia nei suoi confronti, esprimendo la sua lode a Dio e la sua gioia per la possibilità che gli viene offerta di servire ancora le diocesi a lui affidate in questo arco di tempo che coinciderà con eventi importanti quali il giubileo della Chiesa universale del 2025 e il centenario francescano che avrà il suo culmine nel 2026.

Città di Castello – Mappa interattiva a disposizione di turisti e pellegrini

Finalmente i turisti religiosi e i pellegrini che scelgono Città di Castello come meta dei propri itinerari, potranno orientarsi facilmente grazie ad una mappa interattiva. L’Associazione “Le Rose di Gerico”, che si occupa di sostegno e supporto ai monasteri di clausura, di accoglienza e assistenza dei pellegrini che percorrono i cammini francescani, di Santa Veronica Giuliani e di Santa Margherita, ha realizzato un valido strumento che raccoglie informazioni essenziali sui luoghi di spiritualità e fede dislocati nel centro storico della nostra città. La mappa, anche in lingua inglese, consente una doppia lettura: quella tradizionale, legata al supporto cartaceo e quella che si avvale della tecnologia qrcode, oramai diffusissima. Protagonisti, i monasteri di santa Veronica Giuliani e Santa Cecilia, le chiese di san Francesco e san Domenico, il Santuario della Madonna delle Grazie e il Museo diocesano. Ben in evidenza i percorsi che conducono a Pietralunga verso i cammini francescani e il luogo, la chiesa di San Francesco, dove i pellegrini potranno timbrare le loro credenziali. L’iniziativa, che si avvale del patrocinio della Diocesi, mette in luce una preziosa eredità di devozione secolare che attira gruppi sempre più numerosi di visitatori, non solo dall’Italia ma anche dall’estero che, percorrendo vie della nostra città, vivono l’esperienza unica di incontro con una spiritualità ancora viva e feconda.