Perugia – “8xmille” «non è semplice solidarietà, è costruire con i poveri un percorso nuovo e di autonomia». L’esempio del “Villaggio Carità – Sorella Provvidenza” attivo da quasi dieci anni

Ogni anno la firma dell’“8xmille” consente anche alla Chiesa diocesana di Perugia-Città della Pieve di portare avanti le sue opere pastorali, socio-caritative, missionarie, culturali, per la tutela e la valorizzazione dei suoi beni storico-artistici; ambiti fruibili e al servizio di tutti senza distinzione di ceto, fede, cultura e nazionalità, che vedono impegnati, oltre a sacerdoti, religiosi, religiose e diaconi, numerosi operatori e volontari laici a livello diocesano e parrocchiale.

Un supporto fondamentale. «L’“8xmille” alla Chiesa Cattolica non è semplice solidarietà, è uno strumento importante per stare vicini alle le persone che sono in difficoltà. Parte di questi fondi viene destinata alla carità e per noi questo supporto è fondamentale per poter continuare ad aiutare i poveri, a costruire con loro un percorso nuovo e di autonomia, con progetti specifici e di prossimità». Lo sottolinea don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, ricordando uno dei “frutti” tangibili dell’“8xmille”, il “Villaggio Carità – Sorella Provvidenza” in Perugia, sede della Caritas diocesana; opera che il prossimo anno, il 29 gennaio, compirà dieci anni di attività.

La “cittadella” della carità. Il “Villaggio” è una “cittadella” della carità in cui, oltre ad aver dato un tetto dignitoso, nel solo 2022, a 32 famiglie italiane ed estere, per complessive 91 persone tra adulti e minori, a causa della perdita dell’alloggio, è quotidianamente vissuto da alcune centinaia di persone. Al suo interno si trovano: il Centro di ascolto diocesano, frequentato, nel 2022, da 1.653 utenti-nuclei familiari (+ 12,7% rispetto al 2021); l’Emporio della Solidarietà “Tabgha” (vi accedono con tessera 780 famiglie); la Mensa “Don Gualtiero” (prepara 110 pasti al giorno); la “Farmacia solidale” per farmaci, presidi sanitari e ticket (servizio attivato di recente); la sede dell’Associazione perugina di volontariato (Apv), che conta più di 100 soci impegnati prevalentemente nel mondo carcerario, nell’ambito ospedaliero e nell’assistenza ad anziani e disabili.

Oltre le opere Caritas. L’“8xmille” viene impiegato annualmente anche per le attività dei 34 Oratori attivi nell’Archidiocesi che, oltre ad offrire opportunità di formazione ed educazione per fanciulli e adolescenti, sono di sostegno sociale non indifferente a migliaia di famiglie tutto l’anno, con attività di doposcuola, oltre in estate con i “Gr.Est.” (gruppi estivi). Altra “voce” significativa dell’8xmille, oltre le opere Caritas, è quella delle attività svolte per la tutela, conservazione e valorizzazione dei beni storico-artistici e culturali. Nel dettaglio la sua ripartizione in quattro “macro voci” relativa ai fondi del 2021.

L’“8xmille alla Chiesa diocesana. Da parte della CEI sono stati assegnati all’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, per l’anno 2021, complessivamente euro 5.326.553,61, così ripartiti: “Sostentamento del Clero” (di 145 sacerdoti e loro attività pastorali dirette, soprattutto di natura socio-caritativa, missionaria e di evangelizzazione), euro 2.187.395,90, pari al 41% del contributo complessivo; “Edilizia e Beni Culturali”, euro 1.738.727,80, pari al 33%; “Culto e Pastorale”, euro 718.509,23, pari al 13%; “Opere di Carità”, euro 683.920,68, pari al 13%.

L’emergenza pandemia. «L’erogazione dei suddetti fondi – spiega l’economo diocesano dott. Bruno Bandoli – ha tenuto conto del periodo emergenziale della pandemia da Covid-19. Nell’ambito di destinazione “Culto e Pastorale” è stato previsto un sostegno per vari uffici pastorali che hanno cercato di mantenere la loro attività nonostante le limitazioni al lavoro in presenza». Mentre, precisa il dott. Bandoli, «nell’ambito degli interventi caritativi sono state sostenute, come di consueto, le numerose attività della Caritas diocesana ed in particolare i servizi di accoglienza e il Centro di Ascolto. L’aiuto è stato fornito anche agli Empori diffusi nel territorio, gestiti anche grazie al generoso apporto di numerosi volontari, diventati punto di riferimento per le persone di difficoltà durante la pandemia». Inoltre, evidenzia sempre l’economo diocesano, «un settore che ha subito più di altri le problematiche portate dal Covid-19 è quello delle residenze per anziani che accolgono alcune centinaia di loro sia autosufficienti che non autosufficienti, e danno lavoro ad altrettante persone con diverse competenze e professionalità socio-sanitarie».

Forme integrative di finanziamento. Commentando questi dati, soprattutto le voci di intervento, il vicario generale don Simone Sorbaioli, a motivo di quanto illustrato dall’economo Bandoli, auspica che «la scelta dell’“8xmille” alla Chiesa Cattolica non venga meno nel tempo, ma è anche necessario, come ha sostenuto recentemente il nostro arcivescovo mons. Ivan Maffeis, pensare a forme integrative di finanziamento allo stesso “8xmille” e a nuove campagne di sensibilizzazione e di trasparenza delle opere portate avanti con le offerte che giungono alla Chiesa».

Terni – la giornata dei Grest dei “Cavalieri erranti”

Un’estate intensa di attività per le parrocchie e gli oratori che ospitano i Gr.est. per i ragazzi dai 6 ai 14 anni, animati dai giovani del Servizio di pastorale giovanile e animatori parrocchiali e coordinati dai responsabili del settore giovanile don Luca Andreani e don Daniele Martelli.
Circa 600 ragazzi e animatori si sono incontrati nella parrocchia dell’Immacolata Concezione alla Polymer a Terni per la giornata del Playgrest inserita nel tema cavalleresco “Cavalieri erranti” che segna le attività estive degli oratori. Una giornata caratterizzata da vari giochi a stand, canti e dalla realizzazione dei vessilli che contraddistinguono le parrocchie presenti: Immacolata Concezione, S. Giovanni Bosco, Nostra Signora di Fatima, S. Giuseppe Lavoratore, S. Maria del Carmelo, S. Maria Assunta nella Cattedrale, S. Maria Regina, S. Maria della Misericordia, S. Antonio di Padova. Una bella opportunità per condividere giochi in squadra con i compagni di altri oratori, di conoscere la ricchezza di ogni oratorio, di sostenersi reciprocamente, a vivere nella gioia e nella pace ad iniziare dal proprio gruppo di amici. Un’esperienza coinvolgente e arricchente per i bambini e per gli educatori che offre l’opportunità di fare amicizia, imparare ad affrontare e risolvere piccoli e grandi problemi, a crescere insieme.
A conclusione delle attività c’è stata l’incontro in chiesa con il vescovo Francesco Antonio Soddu che ha simpaticamente dialogato con i bambini e ragazzi, ricordando l’importanza di essere amici, di dare senso alla propria vita, a partire dagli ideali e dai valori di generosità, rispetto, di avere desideri buoni ad iniziare da se stessi e da condividere in ogni ambito della vita, avere un progetto che viene da Dio attraverso Gesù. Sulla grande croce posta ai piedi dell’altare sono stati affissi i vessilli dei “cavalieri e dame” di ogni parrocchia, quale segno di fraternità e appartenenza ad un’unica chiesa diocesana. A tutte le parrocchie è stata quindi consegnata dal Vescovo la pergamena dei Cavalieri erranti.

Perugia – rinnovati gli organi sociali dell’associazione “Amici del Malawi” (ODV). Confermato presidente don Marco Briziarelli

L’associazione di espressione ecclesiale “Amici del Malawi” (ODV), che collabora anche con la Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, ha rinnovato di recente i suoi organi sociali. Essendo Organizzazione di Volontariato (ODV), iscritta nel precedente Registro Regionale e quindi sottoposta alla trasmigrazione al Runts, il cui relativo procedimento è andato a buon fine, risultando iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, sono stati ricomposti tutti gli organi previsti dal nuovo Statuto.

Il Consiglio direttivo è costituto da sette consiglieri, che svolgono le loro mansioni a titolo gratuito e di volontariato, di cui cinque eletti nell’ultima Assemblea degli associati: Marta Castellani, Orietta Elleborini, Cristiano Roscini, Ivo Scargetta e Vittoria Tomassoni, uno designato dall’arcivescovo, don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, e uno designato dal parroco della Parrocchia di Ponte Felcino, promotrice sin dal 1981 dell’associazione “Amici del Malawi”, Claudio Vicarelli. Presidente è stato confermato don Marco Briziarelli, vicepresidente Vittoria Tomassoni, tesoriere Marta Castellani e segretario Orietta Elleborini.

Il Consiglio direttivo si fa carico dell’importante mission volta a sostegno dei tanti bisognosi del Malawi, uno dei dieci Paesi più poveri al mondo. Una sfida difficile ed impegnativa sotto tutti i punti di vista. “Gli Amici del Malawi”, nata a seguito del gemellaggio-rapporto solidale tra la Diocesi di Perugia-Città della Pieve e quella di Zomba, è impegnata da oltre 40 anni nel prosieguo e nella crescita del gemellaggio stesso, nel sostegno ai progetti attivi (due ospedali, un politecnico, sei asili-orfanotrofi) e nella risposta alle emergenze che continuamente il Malawi si trova ad affrontare, non ultima quella del devastante ciclone Freddy. Situazione che, insieme alla recente pandemia, impedisce a tanti giovani perugino-pievesi di fare esperienza tra la popolazione della Diocesi di Zomba. Esperienza vissuta, soprattutto in estate, negli anni passati, da diversi loro coetanei nell’animare dei veri e propri “campi missione e carità” della durata di circa tre settimane, che, auspica il presidente don Marco Briziarelli, «possano essere riproposti in futuro perché importanti sia per i nostri fratelli del Malawi sia per la crescita umana e cristiana di tanti nostri ragazzi e ragazze alla ricerca di dare un senso alla propria vita».

Di seguito le info per sostenere l’associazione e dare la disponibilità come associato e volontario: http://www.amicidelmalawiperugia.it/ pagina Fb: Amici del Malawi di Perugia

Perugia – in migliaia alla Giornata diocesana dei “Gr.Est.”, esperienza educativa per giovani e adulti. Intervenuti l’arcivescovo Maffeis, la presidente della Regione Tesei e il sindaco Romizi

«Il primo pensiero che viene nello stare in mezzo a questi ragazzi è un pensiero di profonda gratitudine e riconoscenza alle nostre comunità parrocchiali, ai nostri preti, specialmente ai tanti giovani animatori d’oratorio che dedicano ai più piccoli tempo, energia, fantasia, passione, cuore ed anche la loro esperienza di fede e di Chiesa. Loro, insieme alle realtà degli Oratori, sono un grande investimento per le nostre comunità perché aiutano a costruire una società sana in cui fin da bambini e adolescenti si viene educati a sostenersi reciprocamente, a combattere le ingiustizie, a fare delle diversità una ricchezza, a vivere il mondo nella gioia e nella pace ad iniziare dal proprio gruppo di amici. Siamo convinti che i nostri giovani lasceranno un segno enorme non solo nei più piccoli, affidati alle loro cure di animatori di “Gr.Est.”, ma anche in loro stessi, perché stanno vivendo un’esperienza forte di amicizia, di condivisione e di fede». Lo ha sottolineato l’arcivescovo Ivan Maffeis durante l’annuale Giornata diocesana dei “Gr.Est.” (gruppi estivi), promossa dal Coordinamento Oratori Perugini (COP) e della Pastorale diocesana giovanile, il 28 giugno, al Percorso Verde “Leonardo Cenci” di Pian di Massiano di Perugia. Davanti a migliaia di bambini e ragazzi sono intervenuti anche la presidente della Regione Donatella Tesei e il sindaco Andrea Romizi, che hanno espresso vivo compiacimento e grande soddisfazione per l’opera svolta dagli Oratori (nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve sono attivi 34, non solo nel periodo estivo, mentre in Umbria sono attualmente 120), trovando molto attuale, educativo il tema di quest’anno proposto ai “Gr.Est.” dall’ANSPI, quello dei “Cavalieri erranti” incentrato sulla figura di “Don Chisciotte della Mancia” di Miguel de Cervantes.

Al “Gr.Est.” tantissime abilità e il “problem solving”. Gli stessi giovani animatori, avvicinati da alcuni operatori dei media, hanno parlato di «un’esperienza molto educativa», perché, commenta Matteo Germini, al suo terzo “Gr.Est.” d’animatore, «soprattutto si impara a stare con gli altri, con i bambini e con i coetanei. Si formano amicizie vere ed uniche nella fede nel Signore e nel quotidiano. La fatica che si trova al “Gr.Est.” unisce tanto con le altre persone e con i più piccoli. Si impara, con questo “problem solving” (termine che si sente citare sempre più spesso anche tra i ragazzi, n.d.r.), ad affrontare e risolvere piccoli e grandi problemi, soprattutto di arrangiarsi al momento, saper ballare, recitare, cantare, suonare… Al “Gr.Est.” servono tantissime abilità ed ognuno di noi trova il suo posto».

Una giornata che ne vale la pena. Ne è convinto don Simone Pascarosa, vicario episcopale per la Pastorale, «perché oggi facciamo sinodalità camminando e giocando insieme… Ne vale la pena perché gli animatori incontrano altri animatori che vanno a scuola insieme, perché i ragazzi trovano tanti adulti e un popolo che si muove attorno a loro per divertirsi, pregare e stare insieme sotto la luce del Signore». Il sacerdote, anche lui un giovane con alle spalle l’esperienza dell’oratorio, ha auspicato, commentando il tema del “Gr.Est.”: «Speriamo che Don Chisciotte accompagni i ragazzi a scoprire che nella loro vita e in ogni vita si può trovare qualcosa in cui vale la pena…, soprattutto combattere perché vale la pena vivere. Anche nelle difficoltà e nelle sfide più grandi c’è sempre qualcosa che ci fa lanciare il cuore oltre e riconoscere un progetto più grande del nostro dietro del quale camminare».

Uno slancio verso la GMG di Lisbona. «La giornata di oggi, che è la festa dei nostri oratori, ormai storica e consolidata – ha ricordato don Riccardo Pascolini, responsabile del COP –, che ci richiama alla bellezza di questo tempo intenso degli Oratori d’estate, il “Gr.Est.” in modo particolare, ci dà già uno slancio verso la GMG di Lisbona, la Giornata Mondiale della Gioventù con papa Francesco, dove i preparativi per la nostra accoglienza sono in fase avanzata, ma noi già ci siamo con il cuore e con lo spirito». Don Luca Delunghi, direttore della Pastorale diocesana giovanile, ha aggiunto: «Soprattutto i ragazzi animatori, che anche l’arcivescovo ha oggi ringraziato, sono quelli che vivranno l’esperienza della GMG. E vivere il servizio nei confronti dei più piccoli all’interno delle nostre parrocchie, unità pastorali e oratori è sicuramente un buon inizio per sperimentare quella Parola che papa Francesco ci invita a vivere con la GMG di Lisbona: “l’alzarsi in piedi di Maria e l’andare in fretta verso…”».

Terni – Gruppi estivi nelle parrocchie della diocesi. Il 28 giugno la giornata diocesana dei Grest alla parrocchia Immacolata Concezione di Terni

Un’estate intensa di attività per le parrocchie e gli oratori che ospitano i Gr.est. per i ragazzi dai 6 ai 14 anni animati dai giovani del Servizio di pastorale giovanile e animatori parrocchiali.
I Gruppi Estivi della diocesi coinvolgono centinaia di bambini grazie al prezioso servizio dei tantissimi animatori, che ravvivano con i giochi, canti e preghiera i quotidiani incontri dei bambini e ragazzi, e quello delle parrocchie che hanno messo a disposizione strutture, organizzato l’accoglienza offendo in molti casi anche i pasti ai partecipanti, con gioia e disponibilità per dare l’opportunità ai ragazzi di vivere un’esperienza di amicizia e comunione.
Cavalieri Erranti è la proposta estiva 2023 di Anspi e scelta come percorso diocesano per tutti gli oratori nei quali in questo periodo si svolgono i Gr.est, a Terni nelle parrocchie: Immacolata Concezione, S. Giovanni Bosco, Nostra Signora di Fatima, S. Maria del Rivo, S. Giuseppe Lavoratore, S. Maria del Carmelo, S. Maria Assunta nella Cattedrale, S. Maria Regina, S. Maria della Misericordia, S. Antonio di Padova, Sacro Cuore Eucaristico, Rocca San Zenone, San Francesco, a Narni nella parrocchia di Ponte San Lorenzo e ad Amelia le parrocchie di S. Francesco e S. Massimiliano Kolbe.
Cavalieri erranti è una sfida che trae spunto dal romanzo “Don Chisciotte della Mancia” di Miguel de Cervantes e rappresenta il simbolo concreto di chi è in ricerca e prova a dare senso alla sua vita, a partire dagli ideali in cui crede, e dai valori di gentilezza, generosità, rispetto che persegue. Don Chisciotte insegna che è possibile fare cose grandi e intraprendere avventure eroiche, trasformando i momenti di noia e monotonia in incredibili sogni avventurosi: basta volerlo! Questa proposta estiva porterà ad incontrare un altro cavaliere errante, araldo della fede: San Paolo. Sarà proprio lui, convinto testimone e discepolo, che prenderà per mano, in un viaggio che aiuterà ragazzi e animatori a scoprire il senso dell’impegno umano e della carità cristiana, la riscoperta della speranza, che aiuterà a diventare talentuose creature, immaginate da Dio.
PlayGrest
Come ogni anno, gli oratori della Diocesi festeggiano insieme con una giornata di animazione e giochi, con oltre 400 ragazzi partecipanti, che si svolgerà mercoledì 28 giugno presso la Parrocchia Immacolata Concezione. La giornata manterrà lo stesso tema cavalleresco che contraddistingue il percorso di quest’anno e dopo un primo momento di accoglienza, proseguirà con vari giochi a stand. I bambini avranno l’opportunità di giocare in squadra con i compagni di altri oratori vivendo quindi una giornata di socializzazione e allegria. La festa proseguirà fino al pomeriggio, quando alle 16.30 il Vescovo Francesco Antonio Soddu incontrerà tutti i bambini e gli animatori.

Perugia – giornata diocesana dei “Gr.Est.” di 34 “Oratori estivi” all’insegna di “Don Chisciotte”, il cavaliere che voleva rendere migliore la terra.

«Con i vostri parroci e i vostri animatori – che ringrazio per la passione e le energie con cui si spendono tra voi – vi auguro di non restare mai pigri o tiepidi, ma di lasciarvi coinvolgere nell’avventura della vita, dono prezioso di cui non finiremo mai di ringraziare i nostri genitori e il Signore stesso. Il vostro entusiasmo vi aiuti ad affrontare con cuore buono e generoso le giornate, le amicizie, gli impegni; lanciatevi al galoppo, non verso stravaganti fantasie, ma verso la libertà vera, che non stanca di ricordarvi che amare è servire e che in questo troviamo la vera gioia». Lo scrive l’arcivescovo Ivan Maffeis nella lettera rivolta agli educatori che da metà giugno a tutto luglio vivono i “Gr.Est.” (gruppi estivi) attivati in 34 Oratori parrocchiali dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve insieme ai parroci, ai bambini, volontari e famiglie. Alcune migliaia di loro si ritroveranno mercoledì 28 giugno, dalle ore 9, al Percorso Verde “Leonardo Cenci” di Pian di Massiano, per la loro annuale Giornata diocesana dei “Gr.Est.”, insieme a mons. Maffeis e alle autorità civili cittadine e regionali.

Contro le ingiustizie. Mons. Maffeis ha preso lo spunto dal sussidio “Cavalieri erranti” (a cura dell’Anspi) per i “Gr.Est. 2023”, riflettendo sulla figura di “Don Chisciotte”, lo stravagante cavaliere di Cervantes, per augurare alle nuove generazioni di essere cavalieri che si lanciano non contro i “mulini a vento”, scambiati per “giganti”, ma contro le ingiustizie della vita che voleva combattere lo stesso Don Chisciotte, soprattutto «nella possibilità di cambiare le cose, di rendere migliore la terra», scrive l’arcivescovo citando anche il “fedele scudiero Sancho Panza”.

Funzione sociale. È quello che educano a compiere a migliaia di fanciulli e fanciulle gli Oratori non solo in estate, ma tutto l’anno svolgendo, ricorda don Riccardo Pascolini, responsabile del Coordinamento Oratori Perugini (COP), «una funzione sociale che si realizza, un servizio di prossimità che si fa concretezza. Ogni anno questo produce frutti di amicizia e fratellanza nella capacità di condividere e alleggerire il carico dell’altro, sia esso una famiglia che ha bisogno di un luogo di cura per i figli o sia esso un ragazzo che nella comunità educante scopre la vocazione a essere vivo, a essere protagonista, a essere un giovane uomo che cammina verso l’età adulta con coraggio, autostima e fiducia. Per questo la giornata diocesana dei “Gr.Est.” è un appuntamento tanto atteso, perché allarga, moltiplica e riproduce a servizio dei bambini che si fanno giovani e dei ragazzi che si fanno adulti».

Alleanza educativa. «La Giornata dei “Gr.Est.” – commenta don Riccardo Pascolini nell’annunciarla – è parte del calendario “cittadino” di Perugia», perché «estate dopo estate è il rinnovarsi di questa alleanza educativa che lega bambini ed animatori, adulti e giovani, parroci e laici in una relazione generativa che dà vita, è una profezia che si incarna, è misura di città quello che noi quotidianamente vediamo realizzato ciascuno nei propri oratori».

Compagno di viaggio. La presenza dei rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose, sottolinea la segreteria del COP, «è il segno di una città che nelle giovani generazioni ripone la profezia e la speranza di una cittadinanza attiva e partecipata che vive di corresponsabilità e condivisione generativa. E questa Giornata è l’occasione in cui migliaia di magliette colorate, indossate da bambini e bambine, si incontrano per condividere l’allegra e gioiosa vitalità di giovani volontari che svestono i panni degli studenti e si riconoscono in un servizio che li fa crescere nella consapevolezza e nella responsabilità. Sono ragazzi che si fanno pian piano uomini, giorno dopo giorno, sveglia dopo sveglia, gioco dopo gioco, in un susseguirsi di attenzioni ricevute e date dentro una relazione educativa costruttiva e generativa. Questo è il “Gr.Est.”, un tempo e uno spazio di crescita condivisa in cui i piccoli sono attratti dalla bellezza educativa riflessa negli occhi di chi, più grande, apre loro la strada e si fa compagno di viaggio».

I 34 Oratori dove è attivo il “Gr.Est.” da metà giugno a tutto luglio
Case Bruciate, Elce, Sant’Agostino; Castel del Piano, Pila, Bagnaia, Pilonico; Castiglione del Lago; Cenerente; Colombella, Piccione, Fratticiola Selvatica, Ramazzano; Corciano; Ferro di Cavallo; Girasole, San Mariano; Macchie, Panicarola, Sant’Arcangelo, San Fatucchio; Madonna Alta; Magione; Mantignana, Migiana; Marsciano; Montebello; Monteluce, Casaglia, Santa Petronilla; Olmo; Papiano, Cerqueto; Passignano, Tuoro, Vernazzano, Borghetto; Ponte d’Oddi; Ponte San Giovanni; Ponte Felcino, Villa Pitignano; Ponte Valleceppi; Prepo, San Faustino, Ponte della Pietra; San Barnaba; San Martino in Campo; San Nicolò e Sant’Angelo di Celle; San Sisto, Lacugnano, Sant’Andrea delle Fratte; Santi Biagio e Savino, Santo Spirito, San Costanzo; Santa Lucia; Spina, San Biagio della Valle, Castiglione della Valle, Mercatello; Tavernelle; Torgiano, Pontenuovo; San Valentino in Villantria.

Foligno – Giornata diocesana degli oratori parrocchiali

Giovedì 29 giugno si svolgeŕà la XVIIIesima edizione della Festa degli oratori parrocchiali della Diocesi di Foligno dal titolo “L’oratorio la casa di tutti. Partecipazione, comunione, missione” con il patrocinio del Comune di Foligno. Un momento d’insieme, dove si ritroveranno circa 700 ragazzi tra i 6 e i 12 anni accompagnati dai loro animatori e sacerdoti, per allargare la propria esperienza di vita simbolicamente paragonata ad una “tenda-casa” che può essere arricchita nell’incontro con l’altro da valori importanti come l’amicizia, la gioia, il prendersi cura, la condivisione, la fraternità.

Il programma prevede alle ore 09.00 l’accoglienza di tutti i partecipanti presso la Chiesa del Sacro Cuore quartiere di Sportella Marini in Foligno. A seguire introduzione al tema a cura del Coordinamento diocesano degli oratori, preghiera e suddivisione in gruppi per fasce d’età. Alle ore 10.00, dopo un breve tragitto a piedi, i ragazzi e le ragazze si recheranno in alcuni luoghi per riflettere attraverso attività e giochi sui temi: partecipazione con i ragazzi della 1ª e 3ª elementare presso l’Opera pia Bartolomei – Castori; comunione con i ragazzi della 4ª e 5ª elementare presso il parco pubblico in via Tiziano; missione presso il Centro pastorale diocesano “Fratelli tutti” con i ragazzi della 1ª e 2ª media.

L’obiettivo in ogni gruppo è quello di decorare con fantasia e creatività una parete che esprime la propria idea di “tenda-casa” declinata in alcuni concetti come casa – fragilità, casa – mondialità, casa – creato, che saranno successivamente esposte nel momento del ritrovo comune alle ore 12.00 presso l’Opera pia Bartolomei – Castori. Qui, dopo bans e balli di gruppo, si svolgerà il momento più “istituzionale” con l’abbraccio e il saluto a tutti i partecipanti da parte del Vescovo della Diocesi di Foligno Mons. Domenico Sorrentino e il Sindaco del Comune di Foligno Avv. Stefano Zuccarini.

Perugia – molto sentita e vissuta la Solennità della Natività di San Giovanni Battista. Il 25° anniversario della morte del Venerabile servo di Dio Vittorio Trancanelli. La festa a “San Giovannino” e alla “Casa della Carità Fraterna”

Il venerabile servo di Dio Vittorio Trancanelli (1944-1998) è già “santo” per la moltitudine di fedeli che ha gremito la grande chiesa parrocchiale “Santa Famiglia” in San Sisto di Perugia, il 24 giugno pomeriggio, 25° anniversario della sua morte, giorno in cui la Chiesa celebra la Solennità della Natività di San Giovanni Battista.

San Giovannino in Porta Pesa. Una giornata per la comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve molto sentita e vissuta, iniziata con la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis, insieme al direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli, nell’antica chiesa dell’oratorio di “San Giovannino”, nel quartiere medioevale di Porta Pesa di Perugia. A “San Giovannino”, così denominato per la statua che ritrae il Battista da bambino, collocata sulla sommità dell’altare, numerosi fedeli si sono ritrovati per questa celebrazione dopo la pandemia. Oggi, questo complesso multifunzionale di proprietà della Confraternita di San Giovanni Battista, gestito ed animato socialmente e culturalmente insieme all’Associazione “Beata Colomba”, è anche “Casa della Carità Fraterna” dove possono trovare accoglienza 25 persone in gravi difficoltà.

Il 25° anniversario del venerabile. L’appuntamento più atteso della Solennità perugina di San Giovanni è stato quello del primo “giubileo” del ritorno alla Casa del Padre del noto medico chirurgo Vittorio Trancanelli, dichiarato Venerabile dalla Santa Sede, nel 2017, dopo il compimento dell’iter canonico diocesano previsto per l’avvio della sua causa di beatificazione e canonizzazione. A presiedere la celebrazione a San Sisto è stato l’arcivescovo Ivan Maffeis, insieme al vescovo emerito di Città di Castello Domenico Cancian, amico del venerabile Trancanelli, e a diversi sacerdoti giunti anche da fuori diocesi. Celebrazione aperta dal saluto introduttivo del postulatore della causa, il dott. Enrico Solinas, che ha aggiornato i fedeli sullo stato della causa di beatificazione, sottolineando le numerose “Grazie” ricevute per l’intercessione del Venerabile, nell’attesa del “segno miracoloso” che lo porterà ad essere proclamato Beato. Al termine della celebrazione l’orchestra da camera “San Barnaba” ha tenuto un concerto in onore del Venerabile, un “inno-esortazione” alla “santità” per tutti gli uomini sull’esempio di Vittorio Trancanelli. In vita, il venerabile rinunciò al proprio “io”, alla carriera, alla ricchezza e al benessere individuale facendo largo nel suo cuore all’amore cristiano per il prossimo. Un “amore-carità” condiviso da subito con la moglie Rosalia Sabatini, adottando figli senza più genitori, tra cui una ragazza down, e dando vita all’associazione “Alle Querce di Mamre” per accogliere a livello comunitario donne, madri e figli minori in gravi difficoltà.

L’omelia dell’arcivescovo. Nell’omelia, mons. Maffeis ha avvicinato la figura del venerabile Trancanelli a quella del grande filosofo francese Pascal di cui quest’anno ricorre il quarto centenario della nascita, citando, al riguardo, la recente Lettera Apostolica di Papa Francesco dedicata proprio all’illustre filosofo che diceva: “L’unico oggetto della scrittura è la carità”. «Pascal – ha commentato l’arcivescovo – non separò mai la fede in Dio dalle opere in favore dei fratelli. Come Pascal anche Vittorio. Noi siamo qui a farne memoria. Una memoria che non è un semplice ricordo, magari venato dalla nostalgia dell’assenza: la nostra è memoria viva, visto che la sua persona vive in Dio e rimane con noi, grazie a quella misteriosa realtà che chiamiamo comunione dei Santi. Di tale santità parla la vita spirituale di Vittorio, vita nutrita di preghiera, meditazione della Parola e devozione mariana. Parla la competenza e la disponibilità con cui ha svolto la sua professione medica nel nostro Ospedale di Santa Maria della Misericordia, attento a porre al centro la persona malata, a partire dai più poveri e soli. Parla la sua vita familiare, che ha trovato nella moglie Lia il suo perno essenziale: un’unione, la loro, fiorita nell’esperienza dell’accoglienza, della condivisione, dell’affido. Alla base di tutto questo mi pare di poter riconoscere in Vittorio lo stesso atteggiamento di fondo che Papa Francesco evidenzia in Pascal: una “stupita apertura alla realtà. Apertura alle altre dimensioni del sapere e dell’esistenza, apertura agli altri, apertura alla società.”

Testimone esemplare di santità. «E non vale forse per Vittorio anche il pensiero dello stesso Pascal – ha ricordato mons. Maffeis –, citato ancora dal Papa: “Se Dio permette che mi rialzi da questa malattia, sono deciso a non avere alcun altro impiego né altra occupazione per tutto il resto della mia vita che il servizio ai poveri”? La santità è un filo che unisce e accomuna, al di là di ogni distanza di tempo… Di tale fiducia la vita di Vittorio ne è stata una testimonianza esemplare. Ci affidiamo anche alla sua intercessione, perché sappiamo portare le nostre difficoltà senza mai dubitare della fedeltà di Dio. In questo giorno di festa diverse persone mi hanno chiesto di pregare per la guarigione dei loro cari, alcuni anche giovani gravemente malati. Come vescovo chiedo a Vittorio di intercedere presso il Signore affinché doni loro la guarigione, affidandogli anche la vita di un nostro giovane sacerdote, provato da un tumore giunto al quarto stadio».

L’omelia dell’arcivescovo Maffeis a “San Giovannino”, nel complesso della “Casa della Carità fraterna”.
«La festa di oggi ci dice che ogni uomo è Giovanni, ciascuno di noi è dono di Dio». Così ha esordito nell’omelia l’arcivescovo Ivan Maffeis nella chiesa di “San Giovannino”, nel complesso dove sorge la “Casa della Carità Fraterna” della Chiesa diocesana, nel rione di Porta Pesa in Perugia, il 24 giugno, solennità della Natività di San Giovanni Battista. «La nostra vita cambia se incontrandoci consideriamo l’altro come dono di Dio e questo non è scontato. L’altro, spesso, è un fastidio, un ostacolo, un richiamo ad un servizio… Perché la vita fiorisca, sappiamo per esperienza, che ha bisogno di sentirsi accolta in famiglia, in comunità e nella società».

Luogo in cui accogliere persone prive di calore. «Credo che questo sguardo – ha proseguito l’arcivescovo Maffeis – sia stato quello che nel freddo gennaio di sei anni fa ha portato il cardinale Gualtiero Bassetti ad aprire la sera le porte dell’episcopio per accogliere chi non sapeva dove andare a dormire. E questo, prima di essere un problema sociale, è una vicenda al cui centro ci sono delle persone bisognose di calore, soprattutto umano, oltre di un luogo riscaldato dove trascorrere le notti dell’inverno. Da quest’esempio di accoglienza in emergenza è nato il progetto della ristrutturazione di questo antico complesso di “San Giovannino”, affinché potesse diventare un luogo in cui accogliere persone bisognose. Penso a quanti si sono prodigati in questi anni affinché questo luogo diventasse un luogo di servizio per l’altro, testimoni di come la vita sia vissuta nel renderci disponibili all’incontro e al servizio dei fratelli».

Responsabilità a costruire Comunità, Rione, Chiesa, Città. Mons. Maffeis ha concluso con questa considerazione: «Ristrutturare questo immobile ha voluto dire anche mettersi all’interno del processo di valorizzazione del rione di Porta Pesa, uno dei più belli e vissuti della nostra città, perché, accanto all’oratorio di “San Giovannino”, c’è il centro di accoglienza e il centro culturale, due realtà diverse ma che testimoniano la ricchezza della carità cristiana che nasce dall’incontro dove ciascuno è un riflesso di quelle radici profonde che hanno fatto grande Perugia e la sua cultura. In questa Solennità della Natività di San Giovanni Battista chiediamo la grazia di sentire che l’altro è un “io”, che siamo un dono reciproco. Allora scopriremo ogni giorno un motivo in più per rinnovare il nostro impegno, la nostra responsabilità a costruire Comunità, Rione, Chiesa, Città”.

Perugia – È tornato alla Casa del Padre don Angelo Marchesi, parroco emerito di San Donato all’Elce

Il 23 giugno, assistito in famiglia nella lunga malattia, è tornato alla Casa del Padre, all’età di 92 anni, don Angelo Marchesi, parroco emerito di San Donato all’Elce e canonico onorario della cattedrale di San Lorenzo di Perugia. Le esequie saranno presiedute dall’arcivescovo Ivan Maffeis, insieme ai sacerdoti perugini, sabato 24 giugno, alle ore 10, presso la chiesa parrocchiale di San Donato all’Elce. Il giorno precedente aveva ricevuto la visita di mons. Maffeis. L’arcivescovo, appresa la notizia della morte di don Angelo, si è raccolto in preghiera ed ha espresso alla famiglia Marchesi il suo profondo cordoglio e del Presbiterio diocesano.

Breve tratto biografico. Don Angelo era nato il 24 maggio 1931, in località San Bartolomeo dei Fossi, nel comune di Umbertide, dove fu parroco per quasi un decennio (1977-1986) per poi diventare parroco di San Donato di Perugia nel 1989 (dove era già vice parroco). Guidò questa comunità parrocchiale fino al 2008, quando venne nominato canonico di San Lorenzo. Fu ordinato sacerdote a 24 anni, il 29 giugno 1955. Negli anni vissuti a San Donato all’Elce, don Angelo fu anche cappellano del Convitto maschile ONAOSI (Opera Nazionale per gli Orfani dei Sanitari Italiani) con sede nel quartiere Elce di Perugia. Fu assistente spirituale e catechista di generazioni di collegiali provenienti da diverse parti d’Italia, non facendogli mancare la sua attenzione, vicinanza e confortandoli nella difficile fase di adattamento alla vita del collegio a centinaia di chilometri di distanza da casa. Fu anche docente di religione per un lungo periodo presso l’Istituto Tecnico Statale per Geometri di Perugia.

Terni – centenario del vescovo Franco Gualdrini, messa presieduta da mons. Renato Boccardo: “Siamo convenuti per non disperdere lungo la via la speranza e la forza che ci ha trasmesso, per non rallentare il ritmo vigoroso che egli ha impresso al nostro passo di pellegrini.”

Nel centenario della nascita, la diocesi e l’intera comunità cittadina hanno ricordato l’amato vescovo mons. Franco Gualdrini, che è stato il pastore della chiesa di Terni, Narni e Amelia dal 1983 al 2000
La solenne celebrazione domenica 25 giugno alle ore 18 nella Cattedrale di Terni è stata presieduta da mons. Renato Boccardo arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza Episcopale Umbra, concelebrata dal vescovo Francesco Soddu e dal vescovo emerito della diocesi padre Giuseppe Piemontese. Presenti numerosi sacerdoti della diocesi, i vescovi Michele Pennisi e Pierluigi Celata, mons. Ermenegildo Manicardi,  don Andrea La Regina e don Alessandro Ravaglioli ex alunni dell’Almo Collegio Capranica, dove mons. Guadrini è stato rettore dal 1964 al 1983, l’attuale rettore mons. Riccardo Battocchio, ed anche le tante persone che hanno condiviso con il vescovo Franco la vita ecclesiale e cittadina nella fraternità ed amicizia. La celebrazione si è conclusa con la preghiera sulla tomba di mons. Gualdrini nella cripta della cattedrale di Terni.
In occasione del centenario sarà allestita una mostra fotografica per ricordare la vita e la testimonianza di mons. Gualdrini, pastore, padre, missionario, formatore, cultore delle arti e della spiritualità mariana, sempre vicino ai lavoratori e ai bisognosi.
“Noi siamo convenuti oggi in questa Cattedrale, che è stata sua – ha detto mons. Boccardo nell’omelia – per rendere grazie a Dio per la vita e il servizio ecclesiale di don Franco come educatore e come Vescovo, per raccogliere il suo messaggio, per non disperdere lungo la via la speranza e la forza che ci ha trasmesso,per non rallentare il ritmo vigoroso  che egli ha impresso, con ammirevole costanza, al nostro passo di pellegrini. Tocca a noi serbarne la memoria e seguirne l’esempio: nella fede gioiosa, nella instancabile operosità, nell’amore discreto, silenzioso e fedele, che ha segnato come una costante tutta la sua lunga vita. Ed egli continuerà ad essere per molti di noi pastore e padre; e per questa Chiesa di Terni-Narni-Amelia segno non effimero né illusorio della presenza misteriosa del suo Signore.

Allora: Dio ti ricompensi, Vescovo Franco, per i tuoi sogni e per l’impegno profuso nella loro realizzazione: quante volte ci hai descritto la tua visione di una Chiesa tutta ministeriale, nella quale laici, presbiteri e persone consacrate, giovani e adulti, si facciano carico dell’annuncio sempre nuovo che può dare la vita al mondo. Mi hai scritto verso la fine del tuo episcopato: «Con la deformazione mentale dell’efficacia si rischia di soffrire, perché grandi risultati non ci sono. Mi sono convinto tuttavia che il mio compito è seminare in maniera pazza o ottimista (come dice don Mazzolari), che è poi il metodo evangelico».
Dio ti ricompensi, Vescovo Franco, per la fatica e l’entusiasmo della tua semina, per la dolcezza della tua paternità che ci rivelava la dolcezza della paternità di Dio, per l’attenzione che hai riservato a ciascuno di noi facendoci sentire unici davanti te, per la tua capacità di ascolto e di consiglio, per esserci stato compagno di cammino non come chi insegna dall’alto ma come uno che innaffia la pianta e la fa crescere.
Dio ti ricompensi, Vescovo Franco, per la vita donata per noi «con pazienza con chi sbaglia, con tolleranza per chi non condivide, con la fiducia e l’ottimismo di chi butta il seme nella certezza che per la verità c’è sempre un domani». Con te e sotto la tua guida, ne siamo certi, abbiamo potuto portare avanti per un piccolo tratto, non inerte, non inglorioso, non infecondo, l’annuncio e l’edificazione del Regno di Dio.
Ed ora che sei per sempre con il Signore Gesù e godi nella misericordia la ricompensa promessa al servo fedele, continua a volerci bene, caro Vescovo Franco, e con la tua intercessione accompagna questa Chiesa diocesana che hai amato e servito e sostieni il nostro ministero di preti sulle strade del mondo. Così sia!”

Mons. Gualdrini è stato un vescovo di ampie vedute, con una signorilità di spirito, magnanimità verso gli altri, desiderio di vedere le cose con oggettività e senza paure.
Consacrato vescovo sulla piazza della Cattedrale di Terni il 22 ottobre 1983, ha guidato con energia e intelligenza la chiesa locale fino al 4 marzo del 2000. Non ha voluto avere uno stemma personale e, come a voler dire che i vescovi passano ma la Chiesa resta, ha in seguito dato uno stemma alla Diocesi inglobando le immagini dei Santi Patroni delle tre Diocesi unite.
La sua vita sacerdotale è stata caratterizzata dall’impegno di educatore come rettore del seminario di Faenza per 11 anni e dell’Almo collegio Capranica di Roma per 19 anni.
Per ventisette anni ha vissuto, con grande consapevolezza e impegno la consacrazione episcopale, nei primi diciassette anni vescovo di Terni-Narni-Amelia dedito a un ministero concreto, intelligente, intraprendente e poi a Santa Maria Maggiore come canonico della basilica romana.
Ha recepito le grandi istanze del Vaticano II: l’amore a Cristo, la centralità della Chiesa, la valorizzazione della Parola di Dio, il rapporto della Chiesa col mondo di oggi, l’ecumenismo, lo spirito missionario, l’amore preferenziale per i poveri. Amava i giovani, i grandi eventi e l’approccio propositivo e missionario.
In diocesi ha vissuto intensamente il suo ministero sempre a contatto con la gente, nelle due visite pastorali con cui ha voluto conoscere da vicino e sistematicamente tutte le Parrocchie e tutte le più svariate realtà presenti in Diocesi. E poi il progetto e la realizzazione della nuova Curia, con l’istituzione di Uffici, Centri di Pastorale e Commissioni che coprono tutti gli aspetti della condizione dell’uomo. Il vescovo Gualdrini ha elaborato documenti e promosso Assemblee Diocesane sul cambiamento, sulla missione, sui giovani, sulla religiosità popolare, sulla pastorale vocazionale e sulla famiglia. Ha voluto che la statua policroma del XV secolo della Madonna fosse collocata in un’edicola in piazza della Repubblica che divenne la Madonna del Popolo, patrona e simbolo della nuova diocesi. L’edicola successivamente venne arricchita, su progetto dell’architetto Portoghesi, con la nicchia rivestita in acciaio e alcantara. Cultore dell’arte ha valorizzato gli artisti locali facendo organizzare incontri e mostre alle quali era sempre presente. Artisti che hanno realizzato le guide dipinte su alcantara, poste lungo il percorso della processione del Corpus Domini.
Nel 1988 viene fondata la missione diocesana di Ntambwe, nella Repubblica Democratica del Congo, fortemente voluta da Monsignor Gualdrini e seguita da vari sacerdoti e religiose diocesane fino al 2010. Il primo sacerdote missionario di Terni fu don Fernando Benigni.
Nel maggio del 1995 si svolse la prima edizione di Inedito per Maria, un festival nazionale della canzone d’autore ideato da Monsignor Gualdrini con lo scopo di far emergere nuovi talenti musicali.