Assisi – edizione del Cortile di Francesco dal 14 al 16 settembre

Torna ad Assisi il Cortile di Francesco. “Essere in regola” è il titolo della nona edizione dell’evento culturale che si svolgerà dal 14 al 16 settembre e che vedrà intervenire e dialogare personalità della società civile e delle istituzioni, artisti, persone di scienza e giornalisti, persone comuni, rappresentanti ecclesiali e imprenditori. Saranno presenti, tra gli altri: la storica ed esperta di francescanesimo Maria Pia Alberzoni, il giornalista Paolo Borrometi, la professoressa Maria Falcone, il biologo Stefano Mancuso, il teologo e giornalista Antonio Spadaro e l’economista Stefano Zamagni. L’evento culturale, promosso dai frati minori conventuali del Sacro Convento di San Francesco, quest’anno si inserisce appieno nel cammino del grande centenario francescano articolato in cinque anniversari su quattro anni (2023-2026).

Il primo di questi anniversari – l’ottavo centenario dell’approvazione della Regola di san Francesco, custodita nell’omonima Basilica, da parte di papa Onorio III – ha offerto l’ispirazione per il tema di questa edizione del Cortile di Francesco: le regole per la vita bella e buona a cui tutti aneliamo a livello individuale e comunitario. Al contempo, questa sarà l’occasione per riflettere insieme agli ospiti di questa edizione dell’evento, e vivere un’esperienza di arricchimento reciproco a partire dai vari significati che questo tema può assumere dal punto di vista politico e scientifico, religioso e filosofico, psicologico e sociale.

Il Cortile di Francesco – nato come versione “francescana” del Cortile dei Gentili promosso dall’allora Pontificio Consiglio della Cultura – si è configurato negli anni sempre più come uno spazio in cui il dialogo e l’accoglienza reciproca diventano non solo l’atteggiamento ma anche l’obiettivo dell’incontro tra persone di provenienza e formazione tra le più disparate, in un arricchimento reciproco che avviene non malgrado le diversità ma attraverso di esse.

Accanto ai tradizionali incontri, conferenze e tavole rotonde, non mancheranno attività integrative come visite guidate tematiche alla Basilica, alla biblioteca e all’archivio storico del Sacro Convento, il “Cortile dei bambini”, con attività tematiche per i più piccoli, e spettacoli serali nella straordinaria cornice della piazza inferiore della Basilica di San Francesco.

«Noi frati speriamo che anche quest’anno il Cortile di Francesco continui a essere un’esperienza di fraternità nell’arricchimento reciproco – ha dichiarato fra Giulio Cesareo, OFMConv, direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro Convento. Crediamo che la fraternità, che è l’eredità per eccellenza di san Francesco d’Assisi, sia non solo un sentimento ma un’autentica espressione culturale che può entrare in dialogo fecondo con ogni sapere e competenza, con ogni cultura e sensibilità. Parlare di regole oggi è davvero una sfida, perché esse possono essere percepite o possono porsi come ostacolo alla libertà personale; di per sé, esse dovrebbero essere, al contrario, la misura di ciò che ci fa bene. In questo senso le regole possono essere intese come una condizione dello sviluppo autentico della socialità dal punto di vista del bene comune, della pace e della solidarietà, una sorta di “letto del fiume della libertà individuale”, che le permette di raggiungere i suoi obiettivi, senza che la persona si ritrovi schiava di desideri e progetti autodistruttivi».

L’elaborato grafico del Cortile è stato concepito attraverso una riflessione sul significato della parola “regola”, associando a questa alcuni segni grafici. La “regola” è riconoscibile graficamente nella presenza di alcune forme geometriche e nell’essenzialità e l’uniformità delle scelte cromatiche. Inoltre, sono presenti rimandi all’universo francescano, ovvero il pattern sullo sfondo contenente la versione originale della Regola bollata (1223) scritta a mano e la sostituzione della lettera “O” con il rosone, simbolo chiave della Basilica.

Perugia – la celebrazione di inizio pellegrinaggio di 400 giovani in partenza per la GMG di Lisbona presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis.

Sono più di 400 i giovani dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve che, con altrettanti coetanei delle altre Diocesi umbre, partiranno per la GMG di Lisbona lunedì sera 24 luglio. I perugino-pievesi si ritroveranno, alle ore 21, nella chiesa parrocchiale Santa Famiglia di Nazareth di San Sisto, dove, insieme ai loro accompagnatori, animatori, parroci, viceparroci, seminaristi e religiose parteciperanno alla celebrazione eucaristica d’inizio pellegrinaggio presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis. Vivranno 15 giorni all’insegna della condivisione fraterna, della conoscenza e dell’accoglienza delle famiglie e delle Diocesi portoghesi che li attendono con grande entusiasmo, del cammino scandito da preghiera e catechesi verso una meta preziosa, l’incontro con il Papa, e avranno come ultima tappa del pellegrinaggio il Santuario di Lourdes (7-8 agosto), altra significativa esperienza di fede.

Tutto questo e molto di più attende i 405 ragazzi in partenza da Perugia. Sono 350 quelli che fisicamente partiranno lunedì sera in 7 pullman, altri 35 li raggiungeranno ad Ericeira il 31 luglio, partendo con un pullman co-organizzato dalle Diocesi umbre per gli studenti universitari impegnati negli esami di fine luglio. A questi si aggiungono altri 3 giovani di cui 2 all’estero per motivi di studio e che si uniranno al gruppo in corsa e una giovane del gruppo FSE Perugia 1, che è partita già da tempo come volontaria per la GMG con la Federazione UIGSE-FSE. Altri 17 ragazzi della parrocchia di Magione entreranno nel gruppo a Lisbona arrivando con l’aereo. Tra gli accompagnatori ci sono 16 sacerdoti, 4 seminaristi, 2 suore e la segretaria del Comitato zonale ANSPI Perugia, insieme a referenti e responsabili degli Oratori e dei gruppi di Pastorale giovanile e Azione Cattolica delle Unità e delle Zone pastorali del territorio diocesano e ai giovani della Pastorale universitaria, AGESCI, FSE e Comunità Magnificat.

Nessuno è stato lasciato a casa. Dei 388 in partenza con i pullman 223 sono maggiorenni e 165 minorenni, dai 16 anni in su. «Lo sforzo organizzativo della segreteria regionale e diocesana nella persona di Simona è stato enorme per l’altissimo e inaspettato dato di partecipazione – commenta don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile – e la ringraziamo sentitamente e ringraziamo anche l’articolazione regionale per la cura con cui si sono tenute le fila dei rapporti tra il Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile, da un lato, e il COP (Comitato Organizzativo Portoghese), dall’altro. Grazie anche alle parrocchie che hanno contribuito economicamente, sostenendo personalmente tanti ragazzi. La scelta condivisa a livello regionale del viaggio in pullman è stata fatta nella volontà di far partecipare quanti più ragazzi possibile lasciando le porte aperte fino all’ultimo e tentando di abbattere i costi che si sono dimostrati nell’ultimo anno quasi raddoppiati su tutti i fronti tra l’esperienza della scorsa estate a Santiago e questa. Arrivati alla partenza possiamo dire di non aver lasciato a casa assolutamente nessuno».

L’esperienza in sacco a pelo. E sempre don Luca Delunghi rivolge, a nome degli organizzatori, «il grazie più importante alle famiglie che ci hanno dato fiducia e hanno sostenuto i ragazzi nella scelta del pellegrinaggio. Saranno giorni sicuramente intensi, per alcuni di loro sarà la prima esperienza in sacco a pelo, per altri la prima in contesto di grandissimi numeri, con poche (a volte pochissime) comodità, ma il loro “si” a mettersi in gioco, a scegliere la GMG come loro vacanza estiva, a scegliere, innanzitutto e in generale, ci richiama come adulti al nostro essere chiamati a farci carico dell’altro, ai “si” che noi siamo chiamati a dire, all’“eccomi sia fatta la tua volontà” che aprirebbe a una nuova grazia la nostra vita».

Il bagaglio di ricchezze da riportare. «Il centuplo che aspetta i ragazzi già dal primo giorno di viaggio sarà misurabile in amicizia, fraternità, esperienza di accoglienza, preghiera, condivisione – sottolinea don Riccardo Pascolini, responsabile Coordinamento Oratori Perugia e regionale Umbria –. Ognuno di loro avrà l’opportunità di scoprire di sé capacità insperate, doti di pazienza, accoglienza, partecipazione e servizio all’altro, magari mai sperimentate. Il bagaglio di ricchezze che riporteranno con sé sarà una caparra preziosa per la vita, talenti da investire nel concreto delle scelte e dei percorsi di crescita di ciascuno. Partiamo con il cuore colmo di gratitudine per ognuno di questi 405 ragazzi che hanno accolto l’invito, nella speranza che ciascuno di loro e di noi adulti che li accompagniamo, torni cantando il MAGNIFICAT».

Lo “sportello” perugino, presso la Caritas diocesana, dell’associazione “Avvocato di strada” odv compie due anni di attività

“Avvocato di strada”, l‘associazione-organismo di volontariato (odv) operante sul territorio nazionale da oltre un ventennio, è da due anni operativa anche a Perugia, con sede presso il “Villaggio della Carità – Sorella Provvidenza” della Caritas diocesana con cui ha avviato una proficua collaborazione. Quest’associazione è nata a Bologna, dall’intuizione dell’avvocato Antonio Mummolo nell’avvertire l’esigenza di aiutare le persone che non potevano accedere alla Giustizia, perché “invisibili” nel vivere per strada.

Attenzione legale agli “ultimi”. Il 5 luglio 2021, in piena pandemia, “Avvocato di strada” apriva il suo “sportello” a Perugia, presente già in circa cinquanta città della Penisola al punto di essere definito lo «studio legale più grande d’Italia». Nel capoluogo umbro mette a disposizione gratuitamente la professionalità dei soci (una quindicina tra avvocati, studenti in giurisprudenza e volontari Caritas) a persone che non hanno diritto a nessun beneficio, non solo a quello della Giustizia, ma anche a quello della Salute e ad altri fondamentali per vivere dignitosamente. Si tratta perlopiù di persone senza fissa dimora e senza una residenza, gli “ultimi”, gli “scarti” della società come ricorda spesso papa Francesco nel richiamare cristiani e uomini di buona volontà a non fare mancare il proprio sostegno a questa gente provata dalla vita per tante circostanze. Una delle categorie di persone più vulnerabili, che si rivolge allo “sportello” perugino dell’“Avvocato di strada”, è rappresentata dagli ex detenuti, spesso totalmente privi di qualsiasi tutela una volta usciti dal carcere.

La “residenza fittizia”. Lo sportello dell’“Avvocato di strada” di Perugia, aperto il martedì pomeriggio (dalle ore 17.30 alle 19.30, in estate, e dalle ore 16 alle 18, in inverno), contribuisce a contrastare il preoccupante fenomeno della povertà in aumento, come evidenzia l’ultimo Rapporto della stessa Caritas diocesana. In questi primi due anni si sono rivolte molte persone, anche segnalate dal Centro di ascolto diocesano Caritas, e a più di 40 di loro è stata avviata attività legale. Nella gran parte dei casi sono senza fissa dimora e richiedono principalmente la “residenza fittizia”, perché la prima necessità di queste persone è quella di ottenere una residenza per poter accedere a una serie di servizi socio-previdenziali e sanitari a cui non avrebbero diritto.

Conoscenza delle attività. Lo “sportello” perugino dell’associazione “Avvocato di strada” svolge, oltre ad attività di ascolto e di consulenza legale gratuita per singoli e famiglie in gravi difficoltà, anche attività di formazione per giovani avvocati e di promozione di convegni per far conoscere le sue iniziative a livello territoriale e di sensibilizzazione al diritto alla salute, in primis all’accesso alle cure. Un’attività che non può non essere fatta conoscere anche attraverso i mass media. Gli “avvocati di strada” Emma Contarini, coordinatrice dello “sportello” perugino, Marco Geremia e Nunzia Parra, entrambi soci volontari, sono stati ospiti della trasmissione “XL News” di Umbria Radio InBlu condotta dal direttore di testata Daniele Morini, che può essere ascoltata al seguente link: https://www.umbriaradio.it/podcast/xlnews-avvocati-di-strada-in-umbria/.

Decessi non solo dal freddo. La coordinatrice avv. Contarini, nel ribadire che l’associazione aiuta chi ha necessità di consulenza legale di vario tipo, ma non ha le risorse economiche sufficienti per la propria tutela, ha snocciolato alcuni dati significativi che danno una dimensione di questo fenomeno. «Quando parliamo di decessi dei senza fissa dimora – ha spiegato Emma Contarini – spesso siamo portati a pensare ai clochard che muoiono dal freddo, ma in realtà questi rappresentano meno di un quarto delle morti complessive che portano con loro i tratti di una grave emarginazione sociale, di grande sofferenza e di degrado personale che va ben oltre le stagioni dell’anno. Ad esempio, nel 2022, in Italia, sono deceduti 393 senza fissa dimora, il 91% uomini, con in media 47 anni d’età, il 33% italiani, di cui solo 86 in inverno, la gran parte in estate (109), in autunno (101) e in primavera (97)».

Camminare insieme. Il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, in occasione del “bilancio” dei primi due anni di attività di questo “sportello”, ha commentato: «Da subito abbiamo accolto la possibilità di avere all’interno del “Villaggio della Carità” uno spazio dedicato agli “avvocati di strada”. È importantissima ogni forma di lotta alla marginalità, abbiamo bisogno di camminare insieme per poter servire al meglio questi nostri fratelli e sorelle in estrema fragilità, in estrema povertà». È il commento «Credo che la possibilità di un’assistenza legale gratuita – prosegue il direttore – sia un’opportunità reale per una ripartenza, per riuscire a rimettere in fila i pezzi di quella vita tante volte ferita e che porta con sé degli strascichi che necessitano di essere sanati e superati. Quindi – conclude don Marco Briziarelli – un grazie profondo e grande lo rivolgiamo a tutti gli “avvocati di strada”».

Verso la GMG di Lisbona “l’Umbria cammina insieme”. Il saluto dei Vescovi ai giovani delle diocesi umbre partecipanti alla GMG

“L’Umbria cammina insieme” è il ‘motto’ impresso sulle magliette che indosseranno gli 837 giovani delle diocesi umbre nel loro «grande pellegrinaggio» alla GMG, la Giornata Mondiale della Gioventù voluta da san Giovanni Paolo II, a partire dal 1985, che li vedrà con papa Francesco, insieme a centinaia di migliaia di coetanei provenienti da tutto il mondo (gli italiani saranno oltre 60mila), a Lisbona (1-6 agosto). Nella capitale portoghese, l’Umbria sarà rappresentata, oltre che dai giovani delle diocesi accompagnati dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e da diversi sacerdoti, seminaristi, animatori e catechisti, anche da 441 giovani delle comunità del Cammino Neocatecumenale.
«Questo grande pellegrinaggio di giovani» – così definisce la GMG don Marcello Cruciani, delegato regionale per la Pastorale giovanile della Ceu, “decano” dei sacerdoti umbri alla GMG (ha partecipato a tutte le edizioni eccetto a quella di Manila) – inizierà per questi 837 ragazzi e ragazze la sera del 24 luglio e si concluderà l’8 agosto dopo aver fatto tappa al Santuario di Lourdes. Dall’Umbria, con quattordici autobus, dopo una sosta in Francia, i giovani arriveranno il 26 luglio nella diocesi portoghese di Aveiro, sull’Atlantico, dove soggiorneranno fino al 31 successivo, dando vita ad un “gemellaggio” in preparazione alle giornate di Lisbona.
Programma e finalità. «Siamo pronti, ripartiamo per la GMG, un’“antica tradizione” che si rinnova di generazione in generazione, dal lontano 1985, per tanti giovani delle diocesi umbre con un unico coordinamento regionale». A precisarlo è don Marcello Cruciani nel presentare programma e finalità di questa nuova GMG, «un’esperienza intensa di fede, di condivisione, di aggregazione che aiuterà i giovani a crescere e a maturare umanamente e cristianamente. Ad Aveiro gli umbri vivranno giornate molto interessanti con le persone delle parrocchie che li ospiteranno fino al 31 luglio, visitando alcune attività di volontariato, partecipando ad un festival culturale, vivendo momenti di preghiera e condivisione, celebrazioni eucaristiche con i giovani di Aveiro ed animando una giornata dedicata alla famiglia come segno di ringraziamento per l’accoglienza ricevuta. A Lisbona (1-6 agosto) gli umbri vivranno gli appuntamenti comuni a tutti i giovani, dalla celebrazione eucaristica di avvio GMG, presso la “Collina dell’Incontro”, alle catechesi mattutine nelle strutture dove alloggeranno, in attesa dell’incontro con papa Francesco che avverrà, sempre alla “Collina dell’Incontro”, il 3 agosto. Il giorno successivo ci sarà la Via Crucis con il Santo Padre e il 5 agosto inizierà il pellegrinaggio al luogo della Veglia di preghiera, presso il “Campo della Grazia”, nelle vicinanze di Lisbona, presieduta sempre dal Papa, a partire dalle ore 20.45, dove pernotteremo all’aperto, come è tradizione di ogni GMG, e il 6 agosto, alle ore 9, ci sarà la celebrazione conclusiva. Al termine riprenderemo la via di casa con tappa a Lourdes, il 7 agosto, per poi rimetterci in viaggio il mattino seguente in modo da rientrare in Umbria nella tarda serata dell’8 agosto. Saranno giornate molto intense, belle con tanti spazi di incontro, di preghiera, di approfondimento culturale, di festival della gioventù. Sarà, soprattutto – sottolinea don Marcello Cruciani –, un memento di grande grazia per la Chiesa universale e per le nostre Chiese dell’Umbria, caratterizzato dal clima di gioia e di condivisione che non può non arricchire la nostra fede e dare un senso alla nostra vita. Con l’aiuto di Dio e della Beata Vergine Maria, partiamo di nuovo con gioia ed entusiasmo!».

Il saluto dei Vescovi ai giovani delle diocesi umbre partecipanti alla GMG di Lisbona

I Vescovi dell’Umbria non fanno mancare la loro vicinanza ai giovani che si apprestano a vivere l’esperienza della GMG di Lisbona ai quali, nei giorni che precedono la partenza per il Portogallo, lunedì 24 luglio, stanno conferendo il “mandato del pellegrino” durante celebrazioni eucaristiche ed incontri di preghiera in ciascuna delle diocesi umbre.
I presuli offrono ai giovani e non solo, delle meditazioni sul tema di questa Giornata mondiale, “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39), nei messaggi di saluto rivolti agli 837 ragazzi e ragazze che si apprestano a intraprendere un viaggio di oltre 2.200 chilometri, dall’Umbria alla Diocesi di Aveiro (Portogallo) prima di arrivare a Lisbona. Le Chiese dell’Umbria sono ben rappresentate da questi giovani provenienti 30 da Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, 63 da Città di Castello, 35 da Foligno, 85 da Gubbio, 94 da Orvieto-Todi, 408 da Perugia-Città della Pieve, 61 da Spoleto-Norcia ed altri 61 da Terni-Narni-Amelia.
Assisi e Foligno, mons. Domenico Sorrentino. «La GMG è una grande occasione di incontro, di gioia, di fraternità, di speranza. È un incontro intorno a Gesù, è Lui la nostra giovinezza perenne, è Lui la nostra gioia. Da Assisi questo lo ricordiamo pensando alla gioia di Francesco, quando spogliandosi di tutto espresse che la libertà viene da Gesù e che solo Lui è capace di renderci veramente belli e pieni di senso della vita. E da Assisi la esprimiamo anche con la giovane santità di Carlo Acutis il quale diceva “dobbiamo essere originali e non fotocopie” e comprendeva l’originalità come qualcosa che solo Gesù ci sa dare. Io mi auguro che nei vostri giorni di Lisbona, insieme con tanti amici, possiate fare la stessa esperienza di gioia di Francesco e di Carlo Acutis. Mi auguro che possiate riportare nelle nostre Diocesi il fervore che in quei giorni maturerete. Portate a Lisbona il senso della nostra tradizione di fede di Diocesi stupende e tornatevene portando la grandezza della universalità della Chiesa della quale farete esperienza. Sarà innanzitutto lo Spirito Santo a spirare dentro di voi, come respiro e come vento, per accompagnarvi verso orizzonti di speranza».
Città di Castello e Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini. «Finalmente ci siamo, sta per comincia la GMG. Stiamo preparando gli zaini e tutte le cose che non dobbiamo dimenticare per vivere quest’avventura meravigliosa. Prima di tutto perché siamo tanti e questo è molto bello e poi faremo un viaggio importante che ci porterà in una terra nuova, ma soprattutto per l’incontro che avremo con i giovani di tutto il mondo, con il Papa. Sicuramente tra le pieghe di tutto quello che vivremo, in primis l’incontro con il Signore Gesù. Nella semplicità e con situazioni che ci scomoderanno, ma senza gravi problemi, vivremo un’occasione straordinaria e vi dico di preparare, oltre lo zaino, anche il cuore pronto ad accogliere, a stupirsi, a condividere anche con un po’ di pazienza. Spero che da questo viaggio i giovani delle Diocesi di Città di Castello e di Gubbio si possano conoscere di più per essere più amici, più fratelli per camminare sempre più insieme come papa Francesco ci ha chiesto da oltre un anno».
Orvieto-Todi, mons. Gualtiero Sigismondi. «Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa. Così si apre il racconto della visitazione di Maria a sant’Elisabetta. Queste parole esprimono molto bene il clima di gioia che i giovani della Diocesi di Orvieto-Todi stanno vivendo mentre si accingono a mettersi in viaggio verso Lisbona. Resta sempre valida la sottolineatura compiuta da san Giovanni Paolo II, l’inventore delle GMG, nella lettera apostolica Dilecti amici del 31 marzo 1985. La Chiesa in modo speciale guarda sé stessa nei giovani. Ho avuto la grazia, da diacono, di stare all’altare accanto a Giovanni Paolo II in occasione della prima GMG. Questo disco nel cuore, l’eco delle parole da lui pronunciate nella veglia di preghiera della GMG dell’anno 2000, le richiamo, invitando i giovani a metterle nello zaino. “In realtà – diceva san Giovanni Paolo II – è Gesù che voi cercate quando sognate la felicità, è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate, è Lui la bellezza che tanto vi attrae, è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso, è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita, è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare, è Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita quotidiana qualcosa di grande, la volontà di seguire un’ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società rendendola più umana e fraterna”. Carissimi giovani, la Vergine Maria faccia bello e buono il vostro cammino e vi aiuti ad esplorare il vasto orizzonte del dono di sé con il Magnificat nel cuore».
Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis. «Per partire occorre decidersi, alzarsi, uscire… Non per nulla papa Francesco mette davanti ai giovani l’immagine evangelica di Maria che si alzò e andò in fretta verso la montagna per mettersi al servizio dell’anziana cugina Elisabetta. In questa luce il viaggio dei nostri giovani a Lisbona diventa una provocazione per ciascuno di noi, a fare la nostra parte. Maria si alzò e andò in fretta… Certo, c’è un’offerta non buona, quella che porta a vivere con superficialità, a prendere tutto alla leggera, senza metterci la testa e tanto meno il cuore. Il nostro camminare, quando è abitato da Dio, ricorda il Papa, ci porta dritti al cuore di ogni nostro fratello».
Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo. «Iniziate un pellegrinaggio che vi conduce a Lisbona, ma, in realtà, vi conduce ad andare incontro al Signore nelle parole che ascolterete, negli incontri della Giornata Mondiale. Sappiate mantenere uno sguardo attento e vigilante per cogliere la presenza misteriosa di Colui che vi viene a cercare; avrà una parola su misura per ciascuno di voi. Tornerete a casa arricchiti se avrete saputo ascoltare. Vi auguro di conservare questo atteggiamento del cuore, perché anche questo momento diventi per la storia personale di ciascuno un momento di grazia».
Terni-Narni-Amelia, mons. Francesco Soddu. «Già domenica 16 luglio abbiamo avuto modo di incontrarci per riflettere insieme sulla bellezza del messaggio evangelico, ma soprattutto sulla bellezza dell’incontro con il Signore Gesù nel riflettere sul brano del Vangelo. La prima parte racconta una tragedia, cioè dove il seme va a finire male e così siamo anche noi quando consideriamo le cose che non vanno bene. Mentre la seconda racconta dove il seme dà frutti, cioè nel terreno buono. Quel terreno, ragazzi, potete essere voi ad immagine di Maria Santissima che si è messa in fretta, in viaggio verso la casa della cugina Elisabetta, tema della GMG. Il Signore vi conceda la grazia di essere terreno buono accogliendo la Parola di Dio che viene seminata nei vostri cuori, che viene anche irrorata dell’esperienza di fraternità che farete insieme ai vostri coetanei, insieme al Santo Padre e vogliate farla fruttificare il 60, il 100, secondo le vostre capacità di accoglienza».
A cura di Riccardo Liguori

Gmg 2023 a Lisbona: come seguire in giovani umbri su «La Voce» e «Umbria Radio InBlu»

La Giornata mondiale della gioventù di Lisbona – alla quale parteciperanno anche centinaia di umbri – sarà raccontata in modalità crossmediale e multicanale dal settimanale «La Voce» e dall’emittente «Umbria Radio InBlu». Grazie ai racconti e alle testimonianze degli stessi giovani, dei loro animatori e accompagnatori, sarà possibile seguire una sorta di “diario di viaggio” dalla partenza del 24 luglio fino al ritorno in Umbria, dopo la conclusione della Gmg il 6 agosto.
Sulle pagine del settimanale (in edizione cartacea e digitale) da qualche numero sono già iniziate le cronache e gli approfondimenti dedicati alla preparazione e al viaggio dei giovani umbri verso Lisbona. Racconti che continueranno anche nei prossimi numeri, mentre sul sito web del giornale – all’indirizzo www.lavoce.it – ci sarà una sezione apposita per le storie che arrivano giorno per giorno dalla Gmg.
Sulle frequenze della radio sarà in onda una “striscia” quotidiana dal 24 luglio al 6 agosto, subito dopo le principali edizioni del Giornale radio, alle ore 12.30 e alle 18.30, disponibile anche in podcast sul sito www.umbriaradio.it.
Testimonianze e racconti, gallerie fotografiche, podcast audio e clip video saranno rilanciati quotidianamente sui social media: in particolare, le pagine Facebook de «La Voce» e «Umbria Radio», il canale Youtube de «La Voce», i profili Instagram e Twitter di «Umbria Radio». Tutto confezionato con i materiali multimediali inviati dai giovani, privilegiando i loro linguaggi e modi di comunicare.

Assisi – Una delle bici di Gino Bartali al Museo della Memoria

Il “Museo della Memoria, Assisi 1943 -1944” si arricchisce di un nuovo importante e prezioso oggetto. Per qualche mese l’esposizione allestita nei locali del Vescovado-Santuario della Spogliazione ospiterà la bicicletta con cui Gino Bartali, nel 1949, arrivò secondo al Tour de France. La due ruote, concessa temporaneamente dal collezionista Gianfranco Trevisan di Padova, sarà svelata durante la cerimonia di consegna in programma martedì 18 luglio alle ore 18 nei locali del Museo (In piazza Vescovado n. 3 ad Assisi). Per l’occasione saranno presenti il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, Gioia Bartali, nipote del grande campione, Faustino Coppi, figlio di Fausto che vinse il Tour del 1949 e che con Bartali ha dato vita a grandissimi duelli che appassionarono gli italiani nel dopoguerra, il sindaco della Città di Assisi, Stefania Proietti, e Marina Rosati, ideatrice e curatrice del Museo della Memoria.

Le sale dell’esposizione già ospitano la cappellina di Gino Bartali, grande campione e uomo di fede, e ora arriva anche una bicicletta che è di poco successiva a quelle usate per le staffette della salvezza che videro il campione trasportare, all’interno della canna della bici su cui si allenava, i documenti falsi stampati in Assisi e destinati agli ebrei di Firenze.

“Con piacere – dice Gioia Bartali – abbiamo accolto l’invito del Museo della Memoria di valorizzare una delle bici del nonno: ringrazio il collezionista che l’ha messa a disposizione, noi familiari infatti non abbiamo bici perché il nonno, con il suo animo gentile, le ha donate tutte ed ora sono in mano a collezionisti e ciclisti. Sono felice che ora questo cimelio possa essere esposto al Museo”.

“Il Museo – aggiunge Marina Rosati – sta crescendo nell’apprezzamento dei visitatori, nelle iniziative nelle scuole, nella promozione di accoglienza di Assisi. Ci mancava la bicicletta di Bartali ed ora grazie a questo collezionista e all’intercessione della nipote Gioia sarà un piacere ospitare un pezzo così importante di storia. Tante persone vengono e chiedono di conoscere la storia di Bartali che in queste sale raccontiamo insieme alla sua grande fede, al suo talento come ciclista e soprattutto al suo grande cuore, racchiuso in una sua frase storica: ‘Il bene si fa e non si dice e certe medaglie si appendono all’anima e non alla giacca’, che è un grande insegnamento per tutti noi”.

Festa del Perdono di Assisi nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli

“800 anni fa San Francesco da Fontecolombo dava ai suoi frati la Regola definitiva per la loro vita, un’alleanza stabile, e a Greccio celebra il Natale per vedere con i suoi occhi i disagi e la povertà nei quali Gesù è voluto nascere; l’Eucaristia celebrata sopra il fieno, il bue e l’asino ci ricorda che sempre il Signore viene a noi, umile, in poca apparenza di pane, quello eucaristico. Quest’anno allora varchiamo la soglia della piccola cappella della Porziuncola, contenuta nella grande basilica di Santa Maria degli Angeli, con sentimenti particolari. In questo luogo san Francesco ha dato inizio alla sua vita evangelica con i primi compagni e con Santa Chiara; qui ha sempre radunato i suoi fratelli anche due volte l’anno; qui ha voluto che la porta spalancata aprisse le braccia della Misericordia e del Perdono di Dio a tutti.
Questa “piccola porzione di mondo” ci ricorda allora l’alleanza che Dio ha voluto stabilire per sempre con l’umanità in Cristo e ci invita ad aprirci a questo dono. Il perdono, infatti, non si può dare se prima non lo si riceve: Francesco ha proclamato quel giorno di agosto: “Fratelli, io vi voglio mandare tutti in Paradiso!”. È l’indulgenza della Porziuncola, il Perdono di Assisi”.
Con queste parole P. Massimo Fusarelli OFM, Ministro Generale dei Frati Minori, invita a questa grande festa.

Il 29 luglio alle ore 21.15 inizierà il Triduo in preparazione al Perdono: le meditazioni di Mons. Pierbattista Pizzaballa Patriarca Latino di Gerusalemme ci introdurranno alla celebrazione della misericordia lucrata da san Francesco nella chiesetta di Santa Maria degli Angeli. Il Triduo proseguirà sabato sera e si concluderà domenica 31.
Sabato 29 luglio, alle ore 16.30 si terrà in Basilica una catechesi penitenziale per tutti, una “guida all’esame di coscienza” in preparazione al sacramento della Riconcilizione tenuta da p. Stefano Nava OFM.

Martedì 1° agosto sarà il giorno dell’apertura della Solennità del Perdono.
Alle ore 11, come di consueto, P. Massimo Fusarelli OFM, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, presiederà la Solenne Celebrazione Eucaristica che terminerà con la Processione di “Apertura del Perdono” così detta perché da quel momento – cioè dalle 12 del 1° agosto, fino alle ore 24 di giorno 2 – l’Indulgenza plenaria concessa alla Porziuncola quotidianamente si estende a tutte le chiese parrocchiali sparse nel mondo e tutte le chiese francescane.
Alle ore 19.00, i Primi Vespri saranno presieduti da Mons. Domenico Sorrentino Vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo T. e Foligno. Seguirà l’offerta dell’incenso da parte del Sindaco di Assisi dott.ssa Stefania Proietti.
La tradizionale Veglia di preghiera serale alle 21.15 sarà guidata da P. Sergio Lorenzini OFMCapp, Ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia Picena.
Il 2 agosto solenne celebrazione alle 11.30 presieduta da Mons. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme.
A partire dalle ore 14.30 i giovani e le famiglie della 41a Marcia Francescana “Oggi con me in Paradiso”, provenienti da tutte le regioni d’Italia e da alcune nazioni estere, dopo una settimana di cammino varcheranno la porta della Porziuncola.
Il Ministro Provinciale dei Frati Minori di Umbria e Sardegna, p. Francesco Piloni OFM, presiederà alle ore 19 i Vespri Solenni del Perdono.

Durante i due giorni di festa la Basilica rimarrà aperta l’intera giornata per permettere ai pellegrini di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione (dalle ore 07.00 alle ore 19.00). La Piazza della Basilica, invece, ospiterà due eventi/spettacoli che faranno da cornice alle Celebrazioni liturgiche della Basilica.
Tutte le Celebrazioni ed eventi principali saranno trasmessi in DIRETTA Web Canali social “Frati Minori Assisi” | WebTV di porziuncola.org | App gratuita “Frati Assisi”

Brochure Perdono 2023

Caritas di Spoleto-Norcia: missione in Costa d’Avorio del direttore don Edoardo Rossi per conoscere la realtà e avviare progetti a sostegno del servizio delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto in terra ivoriana

Don Edoardo Rossi, direttore della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, è in missione ad Odienné, città della Costa d’Avorio (Africa), nel “Centro Sanitario Pietro Bonilli” delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto a favore delle donne incinte, degli ammalati, dei bambini abbandonati, orfani e malnutriti. Il sacerdote è partito dall’Italia il 1° luglio scorso e farà rientro il 10. È accompagnato da: Silvia Antonelli, collaboratrice della Caritas diocesana; Marta Cesari, spoletina, laureata in medicina che si sta specializzando in pediatria all’ospedale di Bologna; Benedetta Pinto, insegnante di religione nei Licei spoletini; Rita Roscani e la figlia Chiara, spoletine, volontarie della Caritas; Paolo Massi, seminarista della Diocesi. Prima di giungere ad Odienné, la delegazione ha fatto tappa nella scuola materna ed elementare “Le petit baobab” che le suore hanno ad Abidjan. È dal 1990 che le “figlie” del beato Pietro Bonilli sono presenti in Costa d’Avorio: all’inizio con una comunità ad Abidjan, oggi sede del noviziato; nel 1996 con il “Centro Sanitario Pietro Bonilli” a Odienné; nel 2013, infine, è stata avviata la scuola “Le petit baobab” ad Abidjan. Oggi le suore che vivono nelle tre comunità sono 17, provenienti da cinque Paesi: Italia, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Togo e Burkina Faso. La delegata è suor Monica Auccello.

La Caritas di Spoleto-Norcia già da qualche anno ha avviato una collaborazione con le Suore della Sacra Famiglia nella Repubblica Democratica del Congo con il progetto delle adozioni a distanza che ha dato ottimi frutti: con la generosità della gente di Spoleto-Norcia, infatti, è stata da poco avviata la costruzione di una nuova scuola e molto altro è in cantiere. Ed ora don Edoardo e i suoi collaboratori hanno volto lo sguardo anche alla popolazione della Costa d’Avorio. «Quando in Caritas parliamo di progetti missionari in zone povere del mondo – afferma il sacerdote – ci viene spontaneo di pensarli insieme alle “nostre” suore della Sacra Famiglia di Spoleto che, oltre in Italia, svolgono la loro missione in Africa (Repubblica Democratica del Congo e Costa d’Avorio), in Cile, in India, in Brasile, in Guatemala e in El Salvador. Qui in Costa d’Avorio – prosegue don Rossi – siamo stati accolti con tanto calore e amore. Finalmente, ci hanno detto le tre religiose – suor Mwamini, suor Gwladys e suor Clemence – qualcuno da Spoleto è venuto a farci visita. Ed è impressionante costatare come il nome della nostra Città e del paese di Cannaiola di Trevi siano per gli ivoriani oramai familiari». «Siamo qui in Costa d’Avorio – prosegue il direttore della Caritas – per conoscere la realtà e avviare nuove iniziative a sostegno della missione delle suore. In questi giorni ci rendiamo disponibili con il nostro servizio nel centro medico per le donne incinte, nel centro nutrizionale per bambini sottopeso e nell’orfanotrofio. Qui le suore, in accordo con i servizi sociali, accolgono i bambini fino a due anni di vita che hanno perso la mamma o che vengono abbandonati e che sono in attesa che il padre o un familiare li riprenda; se ciò non accade, viene avviato l’iter per l’adozione nazionale. Con le religiose, inoltre, – afferma ancora don Edoardo – abbiamo abbozzato delle ipotesi di collaborazione: dalle esperienze estive per i giovani nell’orfanotrofio alla possibile presenza di medici e infermieri del nostro territorio per un periodo di tempo, dal sostegno a distanza per lo stipendio di un medico a tempo pieno nel centro alla spedizione di vestiti e cibo in scatola per i bambini accolti dalle suore».

Nella giornata di mercoledì 5 luglio don Edoardo e la delegazione sono stati ricevuti dal vescovo di Odienné mons. Alain-Clément Amiezi. Nel corso dell’udienza è stata effettuata una video chiamata con mons. Renato Boccardo: i due Presuli hanno così avuto modo di parlare della presenza delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto ad Odienné e di quanto la Chiesa di Spoleto-Norcia potrà fare per quella popolazione.

Francesco Carlini

Dal “Gr.Est.”, l’Oratorio d’estate, alla GMG di Lisbona. Se ne è parlato “A sua immagine” dello scorso 2 luglio

All’“Estate degli Oratori” è stata dedicata la puntata di “A sua immagine” di Rai Uno di domenica 2 luglio, una realtà, quella oratoriale, da sempre vissuta come momento di svago e, al tempo stesso, di preghiera per contribuire alla formazione umana e cristiana da tanti bambini e adolescenti. Basti pensare che in Italia si contano a tutt’oggi circa 8.000 Oratori (quasi il 97% legato alle parrocchie), attivi tutto l’anno (nell’88% dei casi), dal lunedì al venerdì, non solo nel periodo estivo con le attività del “Gr.Est.” (gruppo estivo). Il 40% degli oratori è presente nella sola Lombardia, in continuità con l’esperienza messa in piedi, fin dal ‘500, da San Carlo Borromeo, patrono degli oratori e degli animatori, contemporaneo del fondatore per eccellenza degli oratori, San Filippo Neri, come risposta alle urgenze educative e di rinnovamento spirituale della società del suo tempo. Nell’800, grazie a Don Bosco e ad altri santi “sociali”, gli oratori divennero un punto di riferimento fondamentale per numerosi adolescenti, specialmente per coloro che si trovavano in condizioni di povertà. Frequentando gli oratori non pochi di questi ragazzi poterono emanciparsi dalla miseria e prepararsi all’ingresso del mondo del lavoro. Infatti, non a caso, gli ospiti di “A sua immagine”, tra cui il sacerdote perugino don Riccardo Pascolini, responsabile del Coordinamento Oratori Umbri (COU) della Conferenza Episcopale Umbra (CEU), hanno parlato dell’Oratorio come di «un luogo per prevenire i disagi adolescenziali e le difficoltà familiari del nostro tempo».

La “santità della porta accanto”. Nascono come possibilità di riscatto sociale per i meno abbienti, oggi sono di sostegno anche alle famiglie nelle attività del doposcuola e in estate, con le attività dei “Gr.Est.”, sono un aiuto non indifferente ai genitori che,lavorando al mattino, non possono seguire i figli una volta terminato l’anno scolastico. Riguardo ai “Gr.Est.”, don Riccardo Pascolini non ha esitato a definirli «la “santità della porta accanto”, come la chiama papa Francesco, perché c’è tutta la comunità parrocchiale che si impegna, si preoccupa a far sì che l’estate sia eccezionale per tanti bambini e adolescenti che altrimenti trascorrerebbero intere mattinate in solitudine e nell’ozio».

Oratori, tutt’altro che in crisi. Ne è convinto lo stesso responsabile del COU, che in Umbria, negli ultimi venti anni, ne sono stati attivati più di 100 nelle otto Diocesi della regione (di cui 34 a Perugia-Città della Pieve). «Gli oratori – sostiene don Riccardo Pascolini – sono una forza, un’esplosione di vita che in estate raggiunge gli apici di partecipazione alle attività dei “Gr.Est”. Nella nostra piccola Umbria, nei giorni scorsi, si sono tenute le Giornate diocesane degli Oratori d’estate… Tra Perugia, Foligno e Terni abbiamo sfiorato i 9.000 partecipanti. La bellezza è quella che gli adolescenti, da un “problema” tutto l’anno, diventano una risorsa impagabile e bellissima d’estate, perché nell’essere animatori dei più piccoli li responsabilizza e li aiuta molto a crescere e a formarsi nella vita per essere gli adulti di domani. E questa è una delle finalità degli stessi oratori. Il “Gr.Est.” è un modo per riconsegnare a tanti giovani adolescenti il protagonismo e la forza educativa, investendoli di qualcosa di bello, loro rispondendo alla grande».

Una positiva esperienza. In diversi “Gr.Est.” umbri si sta vivendo una positiva esperienza da prendere d’esempio, quella deiragazzi animatori ucraini. A raccontarla è stato sempre don Riccardo Pascolini: «Dallo scorso anno, dopo l’arrivo dall’Ucraina e superate le difficoltà di adattamento a nuove situazioni di vita, diversi ragazzi ucraini frequentano i nostri oratori integrandosi con i loro coetanei al punto da diventare loro stessi animatori dei nostri bambini oltre che dei bambini ucraini. L’oratorio non ha confini ed è anche un luogo di integrazione tra culture, nazionalità e fedi diverse».

In attesa della GMG. Dall’Umbria si stanno preparando all’imminente GMG (la Giornata Mondiale della Gioventù) con papa Francesco, che si terrà a Lisbona (1-6 agosto 2023), ben 830 giovani di cui diversi animatori dei “Gr.Est.”, che vivranno un’esperienza indimenticabile di crescita umana e cristiana fin dal 24 luglio, quando raggiungeranno il Portogallo dove saranno accolti dai loro coetanei della Diocesi di Aveiro in un “gemellaggio” in preparazione all’incontro con il Papa. «La GMG – ha commentato don Riccardo Pascolini – ci aspetta sempre con grande gioia».

Riccardo Liguori

Foligno – festa degli oratori

Giovedì 29 giugno si é svolta una bellissima festa piena di gioia, allegria, amicizia, che ha coinvolto circa 700 ragazzi e ragazze degli oratori parrocchiali della Diocesi di Foligno accompagnati dai loro sacerdoti, educatori, animatori. “L’oratorio la casa di tutti” é stato il titolo della giornata, dove i ragazzi divisi per fasce d’età, attraverso attività ludiche e laboratoriali, si sono cimentati con la loro fantasia e creatività a tradurre il significato del prendersi cura di sè, del creato e del mondo. L’allegria ha contagiato anche il Vescovo Mons. Sorrentino sfoggiando le sue doti musicali nella preghiera mattutina presso la Chiesa del Sacro Cuore. L’obiettivo nella conclusione finale, ritrovandosi tutti insieme nel parco della Casa di riposo Bartolomei-Castori, é stato quello di costruire una grande tenda. Struttura, come dovrebbe essere la nostra Chiesa e le nostre case, che non deve essere chiusa ma aperta e accogliente in cui sperimentare con gli altri, in particolar modo con le persone più fragili, la fraternità, la comunione, la condivisione. UN GRANDE GRAZIE a tutti coloro che ci hanno aiutato a realizzare questa coloratissima festa: lo staff dell’Opera pia Bartomomei-Castori che ci ha accolto, il Comune di Foligno con la presenza dell’Assessore per le politiche sociali Agostino Cetorelli, il Comando dei Vigili Urbani, il Centro pastorale Fratelli tutti , la parrocchia del Sacro Cuore.

Mons. Ivan Maffeis alla benedizione dei Palli nella Basilica Vaticana di San Pietro destinati ai nuovi arcivescovi metropoliti, che riceverà a Perugia, in autunno, dal rappresentante del Papa

«Questa mattina il Papa ci ha esortato ad essere apostoli come Pietro e Paolo, ad essere discepoli nel seguire il Signore e nell’annunciarlo con il compito di portare, insieme con tutto il popolo di Dio, la bellezza del Vangelo ovunque». È il commento dell’arcivescovo Ivan Maffeis al termine della celebrazione eucaristica nella Basilica Vaticana di San Pietro, il 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo, seguita al rito della benedizione dei Palli da parte di Papa Francesco destinati agli arcivescovi metropoliti nominati nel corso dell’anno. Il Pallio (paramento liturgico in lana e seta), segno di particolare comunione degli arcivescovi con il Santo Padre, verrà poi imposto a ciascun metropolita dal rappresentante pontificio nella rispettiva Sede Metropolitana.

Mons. Maffeis, nominato dal Papa arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve lo scorso 16 luglio, per poi ricevere l’ordinazione episcopale e fare ingresso in diocesi l’11 settembre successivo, riceverà il Pallio, come annunciato, presso la sua Sede Metropolitana, nella cattedrale di Perugia, il prossimo autunno, dal nunzio apostolico in Italia mons. Emil Paul Tscherrig.

Il Pallio «è un segno di una profonda comunione con il Santo Padre; da una parte, è un richiamo a vivere questa comunione e, dall’altra, è anche un dono che accolgo come segno di Chiesa, quindi con un respiro di riconoscenza e di responsabilità». Lo sottolinea lo stesso mons. Maffeis nel rilasciare un’intervista all’organo di stampa online «vaticannews.va»

Alla domanda «come vivono i suoi fedeli questa comunione», l’arcivescovo risponde: «Nelle comunità io trovo una grande attenzione per la figura del Papa, trovo affetto, trovo stima, e trovo anche attesa che le riforme che sta portando avanti possano concretizzarsi, a partire da una riforma che ci riporti alla freschezza e alla gioia del Vangelo». E nel tracciare quasi un “bilancio” dei suoi primi nove mesi d’arcivescovo metropolita, si sofferma sulla realtà sociale perugino-pievese e i suoi bisogni, rilevando anche da parte delle Istituzioni civili «una grande attenzione per il servizio della Chiesa e una buona disponibilità alla collaborazione. Nel concreto – ha precisato –, questo si traduce in un impegno fattivo della nostra Caritas diocesana a lavorare sui temi dell’accoglienza, quindi del far posto, del far spazio a chi arriva da altri mondi in cerca di una speranza di vita, e una grande attenzione, anche, alle tante povertà, materiali e non solo, che sono presenti sul territorio. Trovo un po’ ovunque dei centri d’ascolto, le parrocchie sono vive. I centri di ascolto vivono in stretto rapporto con gli empori della Caritas, con i servizi della Caritas e quindi con una Chiesa che cerca, per quanto possibile, di essere all’altezza delle tante domande che attraversano la società, con un’alleanza sempre più forte, nel rispetto dei ruoli, con le istituzioni civili».