Perugia: Dal primo “Open Day” del “Villaggio della Carità” la necessità di una maggiore corresponsabilità sociale nell’aiutare i più fragili e in difficoltà contribuendo al bene della comunità

«Siamo molto soddisfatti per la risposta che c’è stata dal territorio al nostro primo “Open Day”, un’occasione per far conoscere maggiormente attività e servizi della nostra Caritas e per rilanciare una rete di relazioni e di incontri fondamentali per poter continuare a dare risposte ai più fragili e in difficoltà che chiedono quotidianamente aiuto». Così il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, don Marco Briziarelli, nel dare il benvenuto ai numerosi partecipanti all’incontro sul tema “La corresponsabilità nella Carità”, appuntamento centrale della prima giornata di “Open Day” del “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza” di Perugia svoltasi giovedì 26 ottobre.

All’evento era presente anche una rappresentanza dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini insieme alle loro “Edizioni Frate Indovino”, ordine religioso proprietario dell’immobile dove sorge il “Villaggio della Carità” concesso quasi dieci anni fa all’Archidiocesi «per poter vivere un’esperienza di carità molto importante a livello diocesano», ha sottolineato don Marco Briziarelli ricordando la proficua collaborazione con i Cappuccini nel realizzare diversi progetti socio-caritativi ospitati nel “Villaggio”.

Non hanno fatto mancare la loro presenza le Istituzioni civili del capoluogo umbro, le realtà imprenditoriali impegnate nel volontariato d’impresa, come anche il mondo bancario, quello scolastico e il Terzo settore, testimoniando ognuno l’importanza di avviare insieme un cammino di corresponsabilità e di connessione l’uno con l’altro per affrontare a livello strutturale e con più efficacia le diverse povertà presenti nel territorio. Ed è quanto è emerso ed auspicato dall’apprezzata relazione dell’economista Pierluigi Maria Grasselli, coordinatore dell’Osservatorio diocesano sulle povertà e l’inclusione sociale.

Relazione che ha toccato diversi temi di attualità stimolando al termine non pochi spunti di riflessione e domande, dalle criticità del piano sociale regionale alle risorse destinate agli Enti locali spesso limitate e vincolate dal Welfare State (es. nell’affrontare l’emergenza abitativa dovuta soprattutto agli sfratti), alla necessità di una maggiore corresponsabilità per affrontare queste ed altre criticità. Non basta la corresponsabilità dei singoli, ha evidenziato, in sintesi, il prof. Grasselli, «ma il coinvolgimento dell’intera comunità a partire dalle Istituzioni che devono essere più inclusive nell’aiutare l’inclusione di tutti». Questo per favorire, ha aggiunto, «una vita buona in comune». Prima ancora ha parlato del “rapporto carità ed amore” nell’accennare all’«ampio ventaglio di interventi Caritas», non solo limitato alla realtà locale e nazionale, vedendo «stazioni di assistenza Caritas» anche in occasione degli attuali conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, stazioni di assistenza Caritas, ha sostenuto Grasselli, che «mi appaiono come un presidio di umanità e di speranza…, pensandoli nell’ottica dell’amore che li ispira».

La Caritas anche a Perugia e in Umbria svolge un ruolo non secondario in ambito educativo-pedagogico per tanti giovani nell’offrire loro sia attività di Servizio Civile sia esperienze di volontariato, ad essere sempre più un “presidio” per fronteggiare piccole e grandi emergenze che sono ormai strutturali, supplendo non poco alle carenze dello Stato sociale. Basti pensare che a tutt’oggi, presso il “Villaggio della Carità”, sono accolti 24 nuclei familiari a seguito di sfratti, altri 10 in altre strutture gestite sempre dalla Caritas ed altri 12 sono in lista d’attesa di avere un alloggio dignitoso. E sul fronte delle risorse a disposizione, iniziano a scarseggiare quelle impegnate per la gestione dei cinque “Empori della Solidarietà” e di tutte le famiglie che afferiscono a Caritas, passate dalle 1.800 del periodo pre-pandemia alle attuali 3.000. «Siamo certi che arriveranno nuove risorse, perché crediamo nella Divina Provvidenza – ha commentato don Marco Briziarelli –, ma se dovessero mancare non è sicuro che queste famiglie potranno essere aiutate anche nel 2024».

Perugia – celebrazione eucaristica per invocare la pace, presieduta dall’arcivescovo Maffeis ed animata dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro in Gerusalemme

La comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve non fa mancare la sua vicinanza spirituale e materiale alle popolazioni della martoriata Terra Santa, raccogliendosi in preghiera insieme al suo Pastore, l’arcivescovo Ivan Maffeis, martedì 24 ottobre (ore 18), nella cattedrale di San Lorenzo dove si terrà la celebrazione eucaristica animata dai membri della Sezione Umbria dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro in Gerusalemme.

La Chiesa diocesana è da sempre attenta e solidale con i fratelli e le sorelle che vivono i luoghi in cui ha origine il Cristianesimo, sostenendo nel corso degli anni progetti umanitari volti all’integrazione tra popolazioni di culture e fedi diverse e per lo sviluppo di realtà socio-caritative impegnate anche nell’accoglienza dei pellegrini. A queste realtà saranno devolute le offerte raccolte durante la celebrazione in cattedrale del 24 ottobre, accogliendo anche l’invito della Custodia di Terra Santa a “pregare e digiunare per la pace”.

Omelia dell’arcivescovo Ivan Maffeis pronunciata alla celebrazione eucaristica per la pace in Terra Santa
“Ancora una volta il mio pensiero va a quanto sta accadendo in Israele e in Palestina. Sono molto preoccupato, addolorato, prego e sono vicino a tutti coloro che soffrono, agli ostaggi, ai feriti, alle vittime e ai loro familiari. Penso alla grave situazione umanitaria a Gaza e mi addolora che anche l’ospedale anglicano e la parrocchia greco-ortodossa siano stati colpiti nei giorni scorsi. Rinnovo il mio appello affinché si aprano degli spazi, si continuino a far arrivare gli aiuti umanitari e si liberino gli ostaggi.
La guerra, ogni guerra che c’è nel mondo – penso anche alla martoriata Ucraina – è una sconfitta. La guerra sempre è una sconfitta, è una distruzione della fraternità umana. Fratelli, fermatevi! Fermatevi!”
Così il Papa, domenica scorsa, a conclusione della preghiera dell’Angelus.

Davanti agli occhi e nel cuore di ciascuno di noi scorrono le immagini di una violenza cinica e disumana, che non esita a infierire su bambini, donne e anziani. Scontri e massacri. Stragi di innocenti. Ostaggi. Civili in gabbia. Razzi su ospedali, bombe su chiese, quartieri devastati e privati di luce, acqua, pane, medicine. Cedere a questa logica di morte significa ritrovarsi tutti quanti in trappola, senza via d’uscita, senza un varco, come migliaia di sfollati davanti a una frontiera sigillata.

Il veleno, iniettato nelle vene di questa nostra storia, divide dal di dentro le nostre stesse società. Ma non può trovare alcun consenso e non giova nemmeno alla causa del popolo palestinese l’antisemitismo che in questi giorni ha manifestato in diverse piazze europee, anche del nostro Paese. Nel contempo, il diritto di difesa che la comunità internazionale ha riconosciuto a Israele non può risolversi in ritorsione e vendetta: significherebbe rispondere all’orrore con altro dolore innocente, una recrudescenza utile solamente ad aggiungere altri anelli alla già pesante catena della violenza. Così, schierarsi da una parte o dall’altra non aiuta a ristabilire vie della giustizia e della convivenza, né contribuisce ad assicurare ad alcuno stabilità e sicurezza.

“Non dobbiamo abituarci alla guerra, a nessuna guerra” – sono ancora parole di Papa Francesco, pronunciate solo ieri, che continuano così: – “Non dobbiamo permettere che il nostro cuore e la nostra mente si anestetizzino davanti al ripetersi di questi gravissimi orrori contro Dio e contro l’uomo”.

Gli errori e le guerre del passato sono memoria e monito, testimonianza che non esiste alternativa alla pace. Pace che è frutto di un processo ostinato, di un percorso di cooperazione e di integrazione, costruito sulla “giustizia, il dialogo e il coraggio della fraternità” (Papa Francesco).

Questa prospettiva non è un’utopia; attinge, piuttosto, la sua forza dal Vangelo, dalla fede nel Signore Gesù. È lui l’uomo delle beatitudini, colui che le ha incarnate nei comportamenti e nelle scelte di vita, nel suo modo di relazionarsi al Padre e ai fratelli. È lui il povero, il mite, il misericordioso, il costruttore di pace, colui che ha fame e sete della giustizia, a causa della quale è perseguitato. Seguirlo, partecipare alla sua vita, porta a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà e alle ingiustizie sociali; in sua compagnia si diventa umili, puri di cuore, trasparenti e accoglienti, incapaci non solo di dominare, ma anche di essere felici senza gli altri.

Non stanchiamoci di lasciarci interpellare dalla Parola del Signore; non stanchiamoci di pregare e digiunare per la pace (il Papa ha indetto una seconda giornata per venerdì prossimo, 27 ottobre). Su questa strada torneremo a disarmare gli animi, a riconciliarci con la nostra storia, a sanare le ferite, a essere misericordiosi e operatori di pace, a riconoscerci fratelli tutti.

Don Ivan Maffeis, vescovo

Al termine della celebrazione eucaristica per la pace tenutasi nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, il 24 ottobre 2023, è intervenuto in video da Gerusalemme il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton. Di seguito la trascrizione del video-messaggio rivolto alla comunità diocesana perugino-pievese.

Terni – veglia missionaria a conclusione dell’ottobre missionario

Ottobre è il mese che la chiesa universale dedica alla missione universale. Settimane in cui le comunità cristiane sono chiamate a riflettere sul senso della missione e operare perché l’accoglienza, la fratellanza e la solidarietà amplino sempre più i loro confini e accrescano il loro impegno.
In diocesi, momento centrale dell’ottobre missionario sarà la veglia diocesana di preghiera missionaria “Cuori ardenti, piedi in cammino” che si terrà sabato 21 ottobre alle ore 21 nella cattedrale Santa Maria Assunta di Terni, guidata dal vescovo Francesco Antonio Soddu, insieme al direttore del Centro missionario diocesano don Leopold Sandor.
La veglia sarà scandita da canti, ascolto della Parola di Dio e dalle testimonianza di religiosi, laici e giovani che hanno preso parte alla Gmg di Lisbona e che hanno sentito “ardere il cuore” per l’annuncio e per un cambiamento della loro vita e quella delle realtà dove si sono inseriti.
Al termine sarà rinnovato il “mandato” per tutti i credenti, segno che invita ad annunciare e a mettere in pratica, ovunque, il Vangelo.
La Giornata missionaria mondiale che sarà celebrata il 22 ottobre invita a creare tra tutti i cristiani del mondo uno spirito di fraternità universale nella preghiera e nella solidarietà, specialmente verso le Chiese più giovani e bisognose di sostegno. Il tema della Giornata missionaria mondiale “Cuori ardenti e piedi in cammino” esprime il desiderio di condividere con gli altri la gioia dell’incontro con il Signore, nella pienezza del cuore e della vita, nel non rimanere indifferenti verso i bisogni del mondo di oggi e nel camminare insieme sulla via della fratellanza, della solidarietà, della pace e della giustizia.
L’immagine dei “piedi in cammino” ricorda la perenne validità della missio ad gentes, la missione data alla Chiesa dal Signore risorto di evangelizzare ogni persona e ogni popolo sino ai confini della terra.
A tal fine le offerte raccolte domenica 22 ottobre saranno destinate a favore dell’attività missionaria della Chiesa universale, a sostegno di tutte le giovani Chiese e i progetti per l’evangelizzazione e umanitari nei paesi più poveri e dimenticati.

Spirito di Assisi, il 27 ottobre in preghiera con il Santo Padre

Il 27 ottobre ricorre il 37esimo anniversario dello Spirito di Assisi che ricorda lo storico incontro interreligioso di preghiera per la pace del 1986, voluto da San Giovanni Paolo II. Una ricorrenza che cade nella giornata di preghiera e digiuno, aperta anche ad esponenti delle altre confessioni cristiane e di altre fedi, annunciata da Papa Francesco. “In un clima drammatico di odio, inimicizie e di violenze – sottolinea don Tonio Dell’Olio, presidente della commissione Spirito di Assisi – solo il filo tenue della spiritualità e della preghiera può tentare di tenere a galla la fraternità. Per questo restiamo ancora più fedeli allo spirito di Assisi il cui processo è stato iniziato 37 anni fa. A noi la consegna di proseguire in piena sintonia con Papa Francesco e con i capi religiosi di ogni parte del mondo”. Ricco il programma di quest’anno, che si caratterizza per diversi momenti al via da giovedì 26 ottobre alle ore 10 al Santuario della Spogliazione di Assisi dove si svolgerà un incontro di approfondimento per le scuole per far conoscere ai più giovani lo Spirito di Assisi e cosa accadde qui in Assisi 37 anni fa. Nel pomeriggio del 27 ottobre alle ore 16,30 appuntamento nel Refettorietto della Porziuncola a Santa Maria degli Angeli con la preghiera interreligiosa per la pace con le rappresentanti di diverse religioni e il collegamento con piazza San Pietro per la preghiera del Santo Padre. Sabato 28 ottobre a partire dalle ore 16,30 nella sala della Conciliazione del Comune di Assisi si svolgerà un seminario dal titolo: “Possono le religioni fermare la guerra?” al quale prenderanno parte il vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, don Tonio Dell’Olio, Piero Damosso, giornalista Tg1 e autore del libro “Può la Chiesa fermare la guerra?”, il francescano padre Enzo Fortunato e Rita Moussalem, responsabile per il Dialogo interreligioso Movimento dei focolari. Sarà in collegamento Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio e verrà trasmessa la testimonianza di Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma. Domenica 29 ottobre alle ore 12, nella Basilica superiore di San Francesco, si terrà la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Sorrentino.
“Vi aspetto tutti, fedeli e cittadini di tutte e due le diocesi, amici esponenti di altre religioni, per pregare insieme per la pace. Ce lo chiede Papa Francesco. Lo faremo giovedì, 27 ottobre, in occasione del 37esimo anniversario dello Spirito di Assisi che ricorda lo storico incontro interreligioso del 1986, voluto da San Giovanni Paolo II”. Oggi come allora il mondo ha bisogno di pace, la Terra Santa è dilaniata e qui dalla città di San Francesco invochiamo Dio perché prevalga sulle armi la via del dialogo, quale unico strumento per porre fine alle tante guerre che si combattono nel mondo”. A lanciare l’appello il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino. “Ci ritroveremo nel Refettorietto della Porziuncola per la comune preghiera, collegandoci all’iniziativa del Santo Padre in San Pietro. Sarei davvero felice se insieme a me, ai membri della Commissione Spirito di Assisi e ai religiosi e religiose che tradizionalmente partecipano all’incontro, ci fossero amministratori, persone della società civile, giovani, famiglie con bambini che sentono il desiderio di pregare, ciascuno secondo la propria fede e la propria coscienza, per la pace. Sarebbe un bel segno di speranza per l’umanità da una terra che ha fatto dell’accoglienza, della fraternità e della pace, una stile conosciuto nel mondo come “spirito di Assisi”.

Giornata di fraternità del Clero umbro, “L’abuso di potere nell’esercizio del ministero presbiterale”. Il vescovo delegato per il Clero mons. Gualtiero Sigismondi: «Una forma di abuso è la paura di perdere consenso e non prendere decisioni»

«Ritrovarsi al Seminario regionale per i preti umbri è come un tornare a casa, perché qui ognuno di loro ha vissuto gli anni belli e impegnativi della formazione. Oggi ci siamo ritrovati e abbiamo sentito che nell’esercizio del ministero l’abuso di potere non è un pericolo lontano anni luce, ma si nasconde dentro le pieghe dell’esercizio del ministero stesso quando non lo si esercita, quando non si prendono le decisioni che devono essere adottate, perché si ha paura di perdere consenso». Lo ha evidenziato mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Orvieto-Todi e delegato Ceu per l’Area pastorale Clero e vita consacrata, alla Giornata di fraternità del Clero umbro tenutasi il 19 ottobre, presso il Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” di Assisi, promossa dalla stessa Ceu.

No alla tattica delle pacche sulle spalle. «La paura di perdere consenso – ha commentato mons. Sigismondi – è una forma di abuso di potere, perché si offende il servizio che si è ricevuto per grazia e allo stesso tempo, con la tattica delle pacche sulle spalle, si tira avanti. Non si guida così la Chiesa, ma lo si fa guardando negli occhi e parlando a viso aperto».

Partecipanti e relatore. Alla Giornata regionale del Clero hanno partecipato più di 200 sacerdoti e diaconi permanenti insieme ai vescovi delle otto diocesi della regione, che hanno salutato con un caloroso lungo applauso il neo rettore del Seminario Umbro, don Francesco Verzini, del Clero di Perugia-Città della Pieve. L’occasione è stata anche quella di dare il benvenuto, nella comunità del Seminario regionale, a mons. Domenico Cancian, vescovo emerito di Città di Castello, quale nuovo padre spirituale. Relatore dell’incontro, caratterizzato anche da un interessante e proficuo dibattito tra i convenuti e dalla adorazione eucaristica, è stato don Giuseppe Forlai, della Diocesi di Roma, attuale direttore spirituale del Pontificio Seminario Romano Maggiore.

L’unica autorità è aiutare le persone a fare esperienza di Cristo. «L’abuso di potere – ha sottolineato don Forlai – ci dà l’illusione di non morire mai e in noi presbiteri nasce quando non riconosciamo più nella nostra vita la signoria di Dio, ossia, quando ci occupiamo delle cose di Dio ignorando Dio. Il germe dell’abuso di potere si alimenta quando non riusciamo a dominare la nostra interiorità e cerchiamo di mettere delle toppe esteriori, quando non riceviamo dai superiori la giusta gratitudine, quando qualcuno viene premiato anche se la comunità è consapevole che non ne è degno. O ancora, quando si è coscienti di situazioni gravi, che per quieto vivere non vengono affrontate, cioè quando per non scontentare nessuno non prendiamo decisioni impopolari e usiamo la bontà per non assumerci le nostre responsabilità. La nostra unica autorità è quella di aiutare le persone ad avere un rapporto autentico con Gesù Cristo, compiendo gesti evangelici che dimostrino la necessità di rinunciare per cambiare, di favorire l’unità pastorale e non polarizzarla come spesso invece avviene dando importanza o solo alla carità, o solo alla liturgia, o solo alla catechesi».

Un tempo per… Iniziative del Seminario per giovani e preti. Ai partecipanti alla Giornata di fraternità del Clero, è stato consegnato un pieghevole da diffondere nelle parrocchie sui prossimi appuntamenti in programma in Seminario, «un’occasione – scrive il neo rettore don Verzini – per contribuire alla vita ecclesiale umbra e, al contempo, per crescere nella carità pastorale».

Per i giovani: Esercizi spirituali, dal 2 al 5 gennaio 2024, predicati da mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello e di Gubbio; la Settimana di fraternità con la comunità del Seminario, dal 15 al 19 aprile 2024. Per i sacerdoti: Conversazioni pastorali sui temi “La spiritualità diocesana del prete”, 13-14 novembre 2023, e “Parrocchia e accompagnamento vocazionale”, 16-16 gennaio 2024.

Per info e iscrizioni: rettore@seminarioumbro.it<mailto:rettore@seminarioumbro.it> ; www.seminarioumbro.it<http://www.seminarioumbro.it> ; tel. 075.813604.

Perugia – al centro della Giornata Missionaria la Veglia di preghiera preceduta dalla Cena di solidarietà

Come annunciato dall’arcivescovo Ivan Maffeis alla recente Assemblea diocesana, la Giornata Missionaria Mondiale culminerà nella comunità di Perugia-Città della Pieve con la Veglia di preghiera preceduta dalla Cena di solidarietà (a base di riso e patate) per le opere missionarie, venerdì 20 ottobre, a partire dalle ore 20, nel refettorio dell’antico convento francescano di Monteripido. Alla Veglia si ascolteranno la Parola di Dio e alcune testimonianze di religiosi, laici e famiglie che hanno sentito “ardere il cuore” per l’annuncio come motore di cambiamento non solo della loro vita, ma anche per quella delle realtà dove si sono inseriti: Palestina, Perù e Kosovo.

Il mandato di annunciare il Vangelo. La preghiera sarà guidata da mons. Maffeis insieme al direttore del Centro missionario diocesano, don Orlando Sbicca, durante la quale sarà rinnovato il “mandato” a quanti andranno in terra di missione nel corso dell’anno, un “mandato” che è per tutti i credenti e ricorda Cristo che invita ad annunciare e a mettere in pratica, ovunque, il Vangelo.

Cuori ardenti, piedi in cammino. «La Giornata, inserita nell’“Ottobre Missionario”, ci invita ancora una volta a vivere un cammino di animazione e di sensibilizzazione delle comunità cristiane nel farsi carico della missione della Chiesa attraverso la preghiera, l’impegno di riscoprire la propria vocazione e non ultima la solidarietà». A ricordarlo è l’animatrice missionaria perugina Anna Maria Federico, coordinatrice della Commissione regionale Ceu per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese, nel presentare il tema di quest’anno. Un tema, “Cuori ardenti e piedi in cammino”, «molto bello e significativo – commenta l’animatrice – e come ci ricorda papa Francesco l’andare in fretta, per condividere con gli altri la gioia dell’incontro con il Signore, manifesta che “la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Non si può incontrare davvero Gesù risorto senza essere infiammati dal desiderio di dirlo a tutti…”».

Al servizio della giustizia e della pace. «Occorre camminare insieme ed essere capaci di scegliere la pace anche in quei momenti difficili in cui sarebbe più facile usare la violenza, come purtroppo sta accadendo in Medio Oriente. A mostrarcelo – prosegue Anna Maria Federico – è il manifesto della Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno in cui il vescovo di Rumbek, Christian Carlassare, nonostante abbia subito un attentato nel 2021, continua il suo servizio alla Chiesa del Sud Sudan e, in comunione con alcuni giovani cristiani e protestanti, ha fatto nove giorni di pellegrinaggio per raggiungere papa Francesco a Juba, durante il suo viaggio in Sud Sudan dello scorso febbraio».

Acogliere il Vangelo. Alla Veglia missionaria del 20 ottobre, conclude l’animatrice Federico, «partiremo da questo tema per ribadire che la Chiesa deve essere sempre più al servizio della giustizia e della pace con coraggio e profezia, con attenzione alle persone vittime di tante situazioni ingiuste. Ci dobbiamo scuotere dalla nostra indifferenza ed alzarci in piedi molto più in questo tempo in cui la violenza sembra non aver fine, perché solo accogliendo il Vangelo saremo capaci di vivere nella pace interiore e di trasmettere germi di pace e speranza intorno a noi».

Perugia – assemblea diocesana: l’intervento dell’arcivescovo Maffeis. “Ritroveremo il coraggio della missione, l’ardore con cui tornare nella città degli uomini e condividere loro un annuncio di vita”

«Vi ringrazio per la partecipazione: in voi abbraccio idealmente tutte le comunità della nostra Diocesi e, in particolare, i tanti – laici, diaconi e presbiteri – che vi si spendono con dedizione e gratuità. Viviamo questa giornata come tappa di un cammino sinodale che ci vede coinvolti con tutta la Chiesa nella ricerca delle vie con cui riappropriarci del messaggio liberante del Vangelo e, quindi, annunciarlo all’uomo del nostro tempo». Cosi l’arcivescovo Ivan Maffeis intervenendo all’Assemblea diocesana della Chiesa di Perugia-Città della Pieve tenutasi, domenica 15 ottobre, nel complesso parrocchiale “San Giovanni Paolo II” in Ponte della Pietra di Perugia. Dedicata al tema “Unità pastorali, scelta missionaria. Un cambiamento di passo in stile sinodale”, all’Assemblea hanno partecipato più di 300 persone in gran parte fedeli laici (70 i sacerdoti diocesani, religiosi e diaconi presenti) in rappresentanza delle 32 Unità pastorali e di oltre 100 parrocchie.

Un sogno di Chiesa e i passi per realizzarlo. Mons. Maffeis, all’inizio del suo intervento (il testo integrale è consultabile è scaricabile al link: Assemblea diocesana (15 ottobre 2023), l’intervento dell’arcivescovo Ivan Maffeis – Diocesi Perugia), ha fatto comprendere che l’Assemblea è un punto non di arrivo, ma di partenza dell’impegno della Chiesa diocesana nella scelta missionaria, auspicando, nel contempo, un cambiamento di passo in stile sinodale. Non è stato un caso che l’arcivescovo si sia subito soffermato sul Cammino sinodale la cui «fase sapienziale, che caratterizza quest’anno – ha precisato –, punta a mettere a fuoco un sogno di Chiesa e a individuare i passi da compiere per realizzarlo. È in questa prospettiva che si inserisce il percorso di confronto e di discernimento comunitario che ha caratterizzato l’Assemblea dello scorso maggio, proseguito nell’ascolto di quanto le unità pastorali hanno voluto condividermi nei mesi di giugno e luglio e che a settembre ha trovato restituzione nella Lettera pastorale. L’appuntamento odierno costituisce un ulteriore tassello, che avrà la sua continuazione nei Consigli diocesani, nelle Zone e nelle Unità pastorali. Con serena pazienza, vogliamo giungere a formulare alcune proposte operative sulle quali impegnarci, come chiederà l’ultima fase del Sinodo – la fase profetica – a partire dall’autunno 2024».

Vicinanza alle vittime inermi della guerra. Mons. Maffeis ha richiamato i partecipanti anche a quanto sta accadendo in Terra Santa: «I nostri lavori non possono prescindere dal dramma che insanguina il Medio Oriente e che porta con sé una deriva disumana di cui sono vittima civili inermi, famiglie e popolazioni già provate. Il primo contributo che possiamo offrire rimane quello della preghiera: invito tutte le comunità a intensificarla, raccogliendo l’appello del Patriarca di Gerusalemme e rilanciato dalla Chiesa italiana per martedì 17 ottobre. Una celebrazione eucaristica per la pace in Terra Santa la vivremo in Cattedrale martedì 24 ottobre alle 18».

Non distorgliersi dall’emarginazione e povertà di casa. «La condivisione della sete di pace, giustizia e riconciliazione che sale dall’umanità – ha aggiunto l’arcivescovo –, non può farci distogliere gli occhi da quelli di casa (cfr. Is 58,7): quanti in mezzo a noi vivono ai margini, esposti alla povertà economica, alla solitudine e alla fatica educativa, alla malattia e al lutto, alla fragilità e all’incertezza, che diventano paura di non farcela. In particolare, penso ai ragazzi privi di relazioni significative, di motivazioni allo studio o di aspettative professionali, a quanti soffrono il disagio e la difficoltà di inserirsi nei modelli culturali correnti».

Comunità cristiana anticorpo all’isolamento. «Come ho sottolineato nella Lettera pastorale, “la comunità cristiana rimane un anticorpo all’isolamento, un presidio inestimabile che plasma e chiama in gioco la responsabilità individuale, una proposta di percorsi di incontro, di formazione e di spiritualità, aperta anche a quanti non conoscono gli ambienti parrocchiali o che se ne sono allontanati; una rete di relazioni che accoglie, custodisce e accompagna”».

Un desiderio-bisogno di essere coinvolti, giovani e adulti. Nell’intervento mons. Maffeis ha ricordato anche l’esperienza dei giovani alla recente Giornata Mondiale della Gioventù, incontrandoli un mese fa, restando colpito dalla «loro freschezza…, ma a un certo punto mi è sembrato – ha raccontato – che sui colori delle loro voci prevalesse il silenzio della maggioranza dei loro coetanei, ai quali i contenuti della fede rimangono sconosciuti e la Chiesa una sorta di realtà invisibile. È una cifra che non riguarda soltanto i giovani: a livello generale si è ampiamente affermata un’autonomia nelle credenze e una libertà negli stili di vita, dove il riferimento ultimo è all’unicità dell’esperienza personale». L’arcivescovo ha proseguito la riflessione soffermandosi su alcuni dati riguardanti il calo della partecipazione alle celebrazioni, in particolare tra gli adolescenti (14-17 anni), passati dal 37% del 2001 al 12% del 2022, «in un Paesi in cui i praticanti alla messa domenicale non superano il 18-19% e un 70% che ancora si dichiara cattolico – ha evidenziato mons. Maffeis –. Il persistere di una simile maggioranza smentisce quella che era stata prospettata come una totale secolarizzazione della società. Questa stagione ci consegna, piuttosto, anche da parte di quanti sbrigativamente sono liquidati come “lontani”, una domanda diffusa di celebrare con la Chiesa – o almeno in chiesa… – particolari momenti della vita: la nascita di un figlio, la prima Comunione, la Cresima, il matrimonio o la morte di una persona cara. Allo stesso modo, siamo consapevoli di quanto sia attesa e gradita la benedizione delle famiglie o la visita a un malato… C’è un desiderio, un bisogno di sentirsi coinvolti, di dare ordine e significato a quello che accade; in certi passaggi dell’esistenza si riaffaccia il richiamo a una religione storica e a un’identità comune, a un rito collettivo in cui riconoscersi e di cui sentirsi parte»

Capaci di un dialogo con gli altri, senza svendere la propria identità. «Punto di partenza – ha sottolineato l’arcivescovo – rimane la nostra relazione con Gesù Cristo, nutrita dalla frequentazione personale e comunitaria della Parola di Dio e da una partecipazione più consapevole alla liturgia… Ripartire da Dio, dall’incontro con il Signore, dalla fede è ciò che crea un’umanità diversa, piena, viva; un’umanità che vive l’umiltà, la gratuità e la gioia, come Papa Francesco ricordava alla Chiesa italiana riunita a Firenze nel 2015… Anche per esperienza personale ci accorgiamo che, quando la nostra vita conosce l’umiltà, la gratuità e la gioia che nascono dal Vangelo, non fatica a trovare punti di incontro e aperture anche per l’annuncio. Ci si scopre capaci di un dialogo costruttivo con gli altri; dialogo che non svende la propria identità e le sue esigenze, ma che – proprio in forza di questa fede – pone altrettanta attenzione a offrire ascolto, comprensione e proposta».

Cuori ardenti, piedi in cammino. «L’icona di Emmaus accompagna questa fase del cammino sinodale – ha commentato mons. Maffeis concludendo l’intervento –. Come quei due viandanti che avevano perso la speranza, lasciamo che il Signore si faccia nostro compagno e cammini – lui che è la Via – sulla nostra strada. Lasciamo che sciolga le nostre amarezze e ci educhi con il fuoco della sua Parola, fino a riscaldarci il cuore; fino a giungere a riconoscerlo nella frazione del pane. Ritroveremo il coraggio della missione, l’ardore con cui tornare nella città degli uomini e condividere con loro un annuncio di vita. “Cuori ardenti, piedi in cammino”, secondo il respiro della Giornata missionaria mondiale, che celebreremo domenica prossima».

L’intervento dell’arcivescovo è stato preceduto dalla meditazione sul Vangelo dei Discepoli di Emmaus, a cura di don Alessio Fifi, docente di Sacra Scrittura, e l’Assemblea è proseguita con i lavori di gruppo (ben 35) impegnati nei seguenti ambiti pastorali: “evangelizzazione e catechesi”, “corresponsabilità e formazione” e “organismi di partecipazione”, presentati dal vicario generale don Simone Sorbaioli. Al termine le “conclusioni” dell’arcivescovo mons. Maffeis con l’annuncio dell’avvio del discernimento post-assembleare nelle 32 Unità pastorali dell’Archidiocesi.

Perugia – oltre 300 gli iscritti all’Assemblea diocesana di domenica 15 ottobre dedicata al tema “Unità pastorali, scelta missionaria. Un cambiamento di passo in stile sinodale”

«La risposta significativa di tante parrocchie e di tante adesioni, più di 300, all’Assemblea diocesana, ci fa comprendere che il cammino di discernimento e di rinnovamento che sta vivendo la nostra Chiesa diocesana è sentito e partecipato da tutto il Popolo di Dio. Il Cammino sinodale delle Chiese in Italia, l’Assemblea diocesana di maggio e la Lettera pastorale “Il coraggio dei passi”, sono tutti tasselli di un cammino che la nostra comunità sta facendo per rinnovare in chiave missionaria il volto della nostra Chiesa». A sottolinearlo è il vicario episcopale per la Pastorale di Perugia-Città della Pieve, don Simone Pascarosa, nell’apprestarsi a coordinare gli ultimi preparativi dell’Assemblea diocesana dedicata al tema “Unità pastorali, scelta missionaria. Un cambiamento di passo in stile sinodale”, in calendario domenica 15 ottobre, presso il complesso parrocchiale “San Giovanni Paolo II” di Ponte della Pietra di Perugia (finalità e programma nei dettagli al link: Assemblea diocesana “Unità pastorali, una scelta missionaria” – 15 ottobre 2023 – Diocesi Perugia.
Chiesa in comunione e missione con il concorso di tutti
«Si tratta di risvegliare il desiderio di diventare custodi del fuoco del rinnovamento per tante nostre comunità – precisa don Simone Pascarosa –. Le Unità pastorali, che da più di un decennio sono una realtà del nostro territorio, hanno bisogno oggi di essere scelte nuovamente, con il concorso di tutti, come strumento di comunione e di missione, soprattutto per le parrocchie più piccole e periferiche. Faccio notare che proprio le parrocchie più distanti dalla Cattedra del Vescovo, a Perugia, non hanno fatto mancare la loro presenza, infatti il gruppo più numeroso viene dalla Unità pastorale 31 di Città della Pieve!».
Chiesa giovane e vivace per l’evangelizzazione
Un terzo degli oltre 300 iscritti (in rappresentanza delle 32 Unità pastorali e di più di 100 parrocchie) ha un’età inferiore a 50 anni, questo a conferma di una Chiesa diocesana giovane e vivace. E «dei tre ambiti assembleari che saranno affrontati in 35 gruppi di lavoro – sottolinea don Simone Pascarosa –, più del 50% degli iscritti ha scelto quello dell’“evangelizzazione e catechesi”, poi a seguire quelli della “corresponsabilità e formazione” e degli “organismi di partecipazione”: questo ci dice che la chiamata alla missione evangelizzatrice della Chiesa è viva e partecipata».

L’INTERVENTO DELL’ARCIVESCOVO IVAN MAFFEIS

Perugia – l’arcivescovo Maffeis alla comunità diocesana raccogliendo l’appello del card. Pizzaballa: «Preghiamo affinché in Terra Santa rifioriscano l’amore, la concordia e la pace»

«In un momento così tragico per la Terra Santa, il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha chiesto alle comunità cristiane di incontrarsi “nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione”. Raccogliendo questo appello chiedo a tutte le nostre parrocchie e unità pastorali, come alle comunità religiose, di intensificare la preghiera quotidiana, inserendo nelle celebrazioni eucaristiche una specifica intenzione». È quanto scrive l’arcivescovo Ivan Maffeis alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve, ricordando, a quanti potranno partecipare, la celebrazione eucaristica «“Pro Terra Santa” in Cattedrale, martedì 24 ottobre, alle ore 18, animata dai membri della Sezione Umbria dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro. Le offerte raccolte saranno devolute alla Custodia di Gerusalemme». Mons. Maffeis ricorda anche che «la Chiesa italiana ha deciso di promuovere per martedì 17 ottobre una Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione» e conclude citando la “preghiera dei fedeli” suggerita dalla Cei: “Padre misericordioso e forte, tu non sei un Dio di disordine, ma di pace. Spegni nella Terra Santa l’odio, la violenza e la guerra perché rifioriscano l’amore, la concordia e la pace”.

Guerra in Terra Santa: fiaccolata di riflessione e preghiera guidata dall’arcivescovo Boccardo a Montefalco

Ancora una volta la Terra Santa, la terra di Gesù, è scenario di barbarie e di inaudita violenza, e in Israele e Palestina tanti innocenti sono vittime dell’odio che insanguina e divide la società, le famiglie e il vivere civile, generando distruzione e disperazione. «Il terrorismo e gli estremismi non aiutano a raggiungere una soluzione al conflitto tra Israeliani e Palestinesi, ma alimentano l’odio, la violenza, la vendetta, e fanno solo soffrire gli uni e gli altri. Il Medio Oriente non ha bisogno di guerra, ma di pace, di una pace costruita sulla giustizia, sul dialogo e sul coraggio della fraternità» (Papa Francesco, Udienza Generale, 11 ottobre). Come cristiani, non possiamo non prendere su di noi e condividere il dolore di tanti fratelli e sorelle in umanità e dobbiamo fare ricorso all’unica forza su cui possiamo contare: la preghiera corale e intensa che implora da Dio, Padre di tutti, il dono della riconciliazione e della pace.

In sintonia con quanto si farà a livello nazionale, invito tutte le comunità della diocesi e le persone di buona volontà ad una fiaccolata di riflessione e preghiera martedì 17 ottobre alle ore 21 a Montefalco con partenza da piazza del Comune verso il Convento di San Fortunato, dove vive una comunità dei Frati Francescani della Custodia di Terra Santa. A chi lo desidera e può, suggerisco anche un gesto penitenziale: astenersi dalla cena di quella sera e offrire il digiuno come sacrificio di intercessione.

Nel nostro camminare non dimenticheremo la tragedia dell’Ucraina e i tanti altri focolai di guerra che punteggiano il pianeta, mentre deporremo nel cuore di Dio Onnipotente il nostro desiderio di pace, di giustizia e di riconciliazione.

Spoleto, 12 ottobre 2023

+ Renato Boccardo, Arcivescovo