Perugia – celebrata la memoria del dies natalis di sant’Ercolano, vescovo e martire, Patrono della città e dell’Università.

«Sant’Ercolano è stato grande come vescovo sia per il coraggio con cui si è opposto ai barbari di Totila, nel cercare di salvare la città dall’invasione, sia nel servirla con attenzione, compassione e carità per il bene del suo popolo, in particolare dei più poveri. Ed è in questa luce che credo che vada colta l’immagine del Buon Pastore che oggi ci consegna la Parola del Signore sia per decifrare la figura del nostro Santo Patrono sia per indicare a noi una strada di vita». Così l’arcivescovo Ivan Maffeis nell’omelia della celebrazione eucaristica in memoria del dies natalis di sant’Ercolano, vescovo e martire, Patrono della città e dell’Università di Perugia, celebrazione tenutasi domenica 12 novembre, nella suggestiva chiesa trecentesca a pianta ottagonale intitolata al Santo, a cui hanno partecipato numerosi fedeli e diversi rappresentanti delle Istituzioni civili, del mondo accademico, del Sodalizio di San Martino, istituzione cinquecentesca laica di carità proprietaria del luogo di culto, e dei cinque Rioni medioevali della città, le Porte San Pietro, Eburnea, Santa Susanna, Sant’Angelo e Sole.

Dare la vita per gli altri. L’arcivescovo si è soffermato su tre caratteristiche che emergono dalla figura di sant’Ercolano. Innanzitutto quella di «dare la vita per gli altri… L’immagine del Pastore che diventa ancora più chiara nel contrasto con quella del mercenario. Il mercenario, nella storia di ieri e storia di oggi, è uno pagato per fare il suo lavoro, ma proprio perché gli altri non gli appartengono non si espone per loro e davanti al pericolo mette in salvo fondamentalmente sé stesso. Il Buon Pastore non abbandona gli altri, perché li ritiene più preziosi della sua stessa vita».

Conoscenza intima dell’altro. La seconda caratteristica messa in risalto da mons. Maffeis, è quella della «conoscenza intima del Pastore che ha del suo Gregge e sappiamo quanto è difficile conoscere l’altro ed anche se stessi. Conoscere l’altro significa sentirsi partecipe di quello che l’altro vive, intuirne le sue preoccupazioni, sofferenze, attese, gioie… Siamo un mistero abitato dalla luce e dall’amore di Dio che ci porta a riconoscere la dignità di ogni persona e di cercare di vivere i nostri rapporti nella fraternità, nella riconciliazione, nel rispetto e nella pace».

Avere l’orizzonte aperto. La terza e ultima caratteristica, ha sottolineato l’arcivescovo, è quella del Buon Pastore che «non conosce confini, ha l’orizzonte aperto, sa vedere la persona e questo diventa un richiamo e un criterio che ci impedisce a costruire muri che indeboliscono ciascuno».

La via indispensabile della cultura. «Di questo Buon Pastore – ha detto mons. Maffeis – sant’Ercolano è stato segno e strumento con il suo coraggio e con la sua capacità di farsi prossimo e diventa la misura a cui noi oggi guardiamo, il criterio su cui impostare la nostra esistenza. Patrono della città di tutti gli uomini e Patrono dell’Università…, è significativo che fin dalla metà del ‘300 l’Istituzione comunale si sia spesa per dare all’Università un ruolo così decisivo per lo sviluppo e la crescita di Perugia facendo memoria anche di Ercolano. Ringraziamo quanti oggi con il loro servizio professionale qualificano la formazione a tutti i livelli, non ultimo quello del nostro Ospedale cittadino di “Santa Maria della Misericordia”. Passa dalla strada della cultura la possibilità per la comunità tutta di darsi opportunità di sviluppo, una cultura che rimane la via indispensabile della convivenza, della stima reciproca e della pace».

L’omaggio del sindaco. La celebrazione in memoria del dies natalis di sant’Ercolano, che ha visto concelebrante il rettore della chiesa, don Francesco Benussi, ed animata dal coro dei “Madrigalisti di Perugia”, si è conclusa con l’omaggio tradizionale del cero votivo da parte del sindaco Andrea Romizi, acceso accanto al reliquiario del Santo Patrono.

Perugia – Inaugurata la “Libreria delle Volte”. L’arcivescovo Maffeis: «Crediamo che le parole ci siano ancora, parole contenute nei cinquemila titoli che trovate nella libreria»

«Sono passati tanti anni, ma conservo un ricordo molto nitido del direttore di un quotidiano nazionale che si dimetteva dalla direzione titolando l’editoriale: “Non ho più parole”. Noi siamo qui perché crediamo che le parole ci siano ancora, parole contenute nei cinquemila titoli che trovate nella libreria e nelle parole dei tanti titoli che potete ordinare in tempo reale, parole soprattutto rappresentate dalla presenza di ciascuno di noi. La vera parola siamo noi e crediamo che siano parole che dicono di una vita interiore, di una presenza di cui ciascuno è portatore, è custode ed è interprete. Parole che crescono solo nel confronto, nel dialogo e nell’essere insieme, in quell’incontro fecondo fra la Parola della Storia e del Vangelo e della spiritualità di ciascuno». Con un forte richiamo al profondo significato della “Parola”, l’arcivescovo Ivan Maffeis ha salutato le diverse centinaia di persone che hanno raccolto l’invito all’inaugurazione della nuova “Libreria delle Volte”, che si affaccia sulla splendida e centralissima Piazza IV Novembre di Perugia, parte integrante del complesso monumentale della Cattedrale “Isola di San Lorenzo” la cui cura e valorizzazione sono affidate alla “Genesi” società benefit s.r.l. Un progetto che ha mosso i primi passi grazie all’opera di recupero e valorizzazione di quest’intero complesso, opera coordinata dall’allora vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, oggi vescovo di Civita Castellana, presente all’inaugurazione insieme a numerose autorità civili, religiose e del mondo accademico perugino e non solo.

Questa libreria si trova negli stessi locali, dopo un accurato intervento di restauro diretto dall’architetto Alessandro Polidori, direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali, dove per oltre mezzo secolo è stata ospitata la “Libreria Paoline”. È una nuova libreria pensata come un luogo vivo dove incontrarsi, interrogarsi, dialogare, costruire e sviluppare insieme un progetto culturale per la città e «in questa luce va un pensiero riconoscente ai Canonici della Cattedrale – ha commentato l’arcivescovo Maffeis –, che, rendendo disponibili questi locali, hanno, di fatto, aperto la strada a questo progetto. Un grazie di cuore agli amici della società benefit “Genesi”, che con coraggio hanno dato cuore e gambe a questo progetto affrontando anche un’impresa rischiosa nell’aprire, oggi, una libreria».

Parole di sentito ringraziamento sono state espresse dallo stesso mons. Maffeis alle autorità intervenute, invitandole a portare la loro “parola” dai propri ambiti istituzionali, mentre ha affidato a Flavia Marcacci, docente presso la Pontificia Università Lateranense, l’illustrazione del progetto culturale della “Libreria delle Volte”, interventi consultabili e scaricabili insieme alla fotogallery dell’inaugurazione al link: Inaugurata la “Libreria delle Volte” alla presenza di molti perugini ed autorità – Diocesi Perugia .

Hanno portato la loro “parola”: il sindaco Andrea Romizi, il prefetto Armando Gradone, il pro-rettore dell’Università degli Studi Fausto Elisei, il rettore dell’Università per Stranieri Valerio De Cesaris, il dirigente scolastico dell’ItetCapitini Silvio Improta, il direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile don Luca Delunghi, la dottoressa Alessandra Rigoli, che ha portato la “parola” di mamma, e il responsabile delle Edizioni Frate Indovino Paolo Friso.

San Martino in Trignano di Spoleto – l’arcivescovo Renato Boccardo dedicherà la chiesa e consacrerà l’altare

Sabato 11 novembre 2023 alle ore 18.00 l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo presiederà la Messa per la dedicazione della chiesa e dell’altare a San Martino in Trignano di Spoleto. Col Presule concelebreranno: don Edoardo Rossi, Pievano, don Salvatore Ficarra, il diacono Claudio Vandini. La sera prima, venerdì 10 novembre alle 21.00, mons. Boccardo presiederà, sempre a S. Martino, la veglia di Taizè in preparazione alla dedicazione.

Sarà un momento di giubilo non solo per la frazione di S. Martino, ma anche per tutte le comunità della neonata Pievania: Baiano, Firenzuola, Montemartano e S. Angelo in Mercole. «La dedicazione di una chiesa – afferma il Pievano don Edoardo Rossi – è un evento importante per l’intera Diocesi. Lo è in modo particolare per la nostra Pievania. Questa celebrazione, dopo quella di ingresso – mio, di don Salvatore e del diacono Claudio – è la prima che accomuna tutte le zone di questa vasta realtà. Dedichiamo la chiesa proprio il giorno del suo titolare, S. Martino di Tours. La sua specificità è stata l’attenzione ai poveri. E le varie comunità della Pievania saranno coinvolte con dei segni di attenzione a chi è in difficoltà. E poi i cori si sono riuniti per questa celebrazione. Tutto ciò è molto bello».

I lavori, fortemente voluti dal compianto parroco don Gianfranco Formenton. La zona dell’aula liturgica è rimasta invariata, mentre è stata rifatta completamente, ampliandola con un progetto architettonico sobrio e che ben lega con la parte vecchia, l’area presbiterale, ricavando anche una cappella feriale. Tutto ciò per rispondere ad una duplice esigenza: l’aumento della popolazione nella zona dell’Alta Marroggia del Comune di Spoleto e la necessità di adeguare la chiesa alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II. I lavori sono stati coordinati dall’architetto Alessandro Bruni. Importo complessivo 2.010.000,00 euro, di cui: 1.500.000,00 fondi CEI 8×1000; 150.000,00 fondi dell’Archidiocesi; 60.000,00 euro fondi della parrocchia; 100.000,00 euro tra offerte popolazione e ricavo della rivendita del ponteggio; 200.000,00 euro del Fondo PSR Regione Umbria. Chi ha voluto fortemente tutto ciò, profondendo un grande impegno, è stato il compianto parroco di S. Martino don Gianfranco Formenton, tornato alla Casa del Padre lo scorso gennaio a causa di un arresto cardiaco. «Dal cielo – dice don Edoardo – farà festa insieme a noi». I lavori, oltre all’ampliamento della chiesa, hanno consentito anche di realizzare dei locali idonei per le attività pastorali, oltre alla sistemazione della canonica. L’altare, l’ambone, la sede e il vaso del cero pasquale sono stati realizzati col marmo bianco di Carrara. La statua di S. Martino di Tours e quella della Vergine Maria sono state realizzate in bronzo. L’artista è Armando Moriconi di Foligno.

Un po’ di storia della chiesa: la prima pietra è stata posta il 7 aprile 1952 dall’arcivescovo Mario Raffaele Radossi, essendo parroco don Pietro Gasperini; la chiesa, poi, è stata solennemente consacrata il 26 maggio 1984 dall’arcivescovo Ottorino Pietro Alberti, essendo parroco don Luigi Runci; i lavori di ampliamento sono stati eseguiti negli ultimi anni, essendo parroco don Gianfranco Formenton; la nuova dedicazione avviene l’11 novembre 2023 da parte dell’arcivescovo Renato Boccardo, essendo Pievano don Edoardo Rossi.

Foligno – progetto cittadini del mondo “Diritti e responsabilità contingente”

Venerdì 17 novembre dalle ore 16.00 alle 19.00, presso l’aula magna dell’Istituto professionale E. Orfini, Via Guglielmo Marconi n° 12 in Foligno, prenderà il via un ciclo d’incontri, quattro conferenze, promosso dalla Diocesi di Foligno aperto a tutta la cittadinanza in particolar modo ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, educatori, genitori, operatori del sociale. Le conferenze di formazione, sottolinea don Luigi Filippucci responsabile del Progetto Cittadini del Mondo, vogliono essere un ulteriore contributo dialogico e formativo affinché le varie agenzie educative, famiglia, scuola, chiesa, istituzioni, associazioni, si impegnino insieme con speranza per un nuovo cammino educativo e per una armoniosa crescita dei giovani del nostro territorio.
La prospettiva metodologica assunta consiste nel dare un impianto narrativo al percorso educativo, concependo l’educazione non solo come trasmissione del conoscere, ma anche come ascolto reciproco tra soggetti narranti la cui identità è anzitutto un’identità narrativa. Educare inteso come processo di costruzione di senso, senso che ha bisogno di essere trasformato in parola per poter essere riconosciuto e narrato. Il processo educativo viene così a configurarsi in una costruzione della conoscenza come costante processo interattivo, situato in un contesto storico-culturale dato in cui mediante la comunicazione conversazionale, si impara a negoziare i significati delle situazioni e i compiti incontrati nel rapporto con gli altri.

Il programma delle conferenze prevede una prima parte una relazione di un esperto e a seguire un laboratorio didattico/pedagogico curato da un’equipe di esperti.

– Venerdì 17 novembre 2023: Tema immigrazione “Dov’è tuo fratello?” con Carlo Felice formatore e pedagogista

– Venerdì 15 dicembre 2023: Tema sugli adolescenti e il digitale: opportunità e rischi con Lucia Coco psicologa clinica, psicoterapeuta con formazione analitico/transazionale

– Venerdì 19 gennaio 2024: Tema della legalità con Fausto Cardella Presidente Fondazione Umbria Antiusura e già Procuratore della repubblica

– Venerdì 9 febbraio 2024: Tema creato con Andrea Stocchiero policy officer di FOCSIV e ricercatore del Centro studi di politica internazionale (CESPI)

Per informazioni o per segnalare la propria partecipazione contattare la Segreteria del Progetto Cittadini del Mondo, Piazza Faloci Pulignani, 3 – 06034 Foligno, Tel. 0742.350473 oppure scrivere all’email: sociale@diocesidifoligno.it

Perugia – festa di sant’Ercolano patrono della città e dell’Università, domenica 12 novembre, presieduta dall’arcivescovo Maffeis.

A Perugia, domenica 12 novembre (ore 10.30), nella suggestiva chiesa trecentesca a pianta ottagonale intitolata a Sant’Ercolano, vescovo e martire, patrono della città e dell’Università degli Studi, l’arcivescovo mons. Ivan Maffeis, insieme al rettore don Francesco Benussi, presiederà la celebrazione eucaristica del dies natalis del Santo Patrono martirizzato per mano dei goti di Totila il 7 novembre dell’anno 547 (come annoverano antichi martiriologi).

Defensor civitatis. Ercolano, definito dalla storiografia il vescovo defensor civitatis, si oppose, fino a sacrificare la vita, all’assedio dei barbari durato due anni, risparmiando ai perugini atrocità e devastazioni. Gesto che fu visto dai suoi concittadini, sottolinea il rettore don Benussi citando i Dialoghi di san Gregorio Magno, «come una manifestazione ulteriore della magistratura di defensor civitatis che il Santo vescovo esercitava».

Il cero votivo. Alla celebrazione di domenica in Sant’Ercolano, animata dal coro dei “Madrigalisti di Perugia”, parteciperanno i rappresentanti dell’Istituzioni civili ed accademiche del capoluogo umbro e del Sodalizio di San Martino, la benemerita istituzione laica di carità risalente al secolo XVI proprietaria della chiesa del Santo Patrono. Sarà rinnovato da parte del sindaco di Perugia l’omaggio del cero votivo posto accanto al reliquiario di Sant’Ercolano, come segno di devozione al defensor civitatis affinché la sua testimonianza umana e cristiana illumini sempre il cammino del popolo perugino.

Amore e dedizione. «La memoria di Sant’Ercolano – commenta il rettore don Benussi – trasmette il suo messaggio di amore e dedizione per la città e la rende attuale nel contesto storico del nostro tempo, anche per la presenza all’interno della chiesa omonima di un sacrario militare. Quest’ultimo, in quanto simbolo del sacrificio dei caduti in guerra, ci invita a considerare l’assurdità di avvenimenti simili, di cui è costellata la storia. Il culto del santo defensor civitatis è quindi riferimento per la comunità, sia religiosa sia civile, che a lui chiede di allontanare le minacce di violenza del tempo presente».

Associazione Santo Sepolcro – Concerto di beneficenza “Mogol racconta Mogol”. Consegnata a Giulio Rapetti la Croce di Gerusalemme.

Il Presidente dell’associazione Santo Sepolcro Foligno ets, Padre Giuseppe Battistelli, ofm, ha organizzato il concerto spettacolo sabato 4 novembre, presso Auditorium San Domenico di Foligno, al fine di raccogliere offerte per sostenere la scuola di Gerico “Terra Santa School” (con oltre 900 studenti) che in questo momento vive una situazione molto difficile sia per gli studenti, che per i professori e per le difficoltà economiche che si devono affrontare. Molte persone sono disoccupate. Si hanno difficoltà negli spostamenti e negli approvvigionamenti. Non ci sono più turisti. La scuola è chiusa e si devono pagare gli stipendi ai professori.
Il maestro Giulio Rapetti, in arte Mogol, il più grande e importante autore italiano di testi di canzoni ha voluto condividere ,con la sua presenza, l’intento dell’Associazione.
L’evento Mogol racconta Mogol ha visto la presenza di un vasto pubblico che ha riempito la sala. Il concerto è stato introdotto da Arianna Pasqualoni con una autentica interpretazione poetica, è stato un tuffo nel passato.
Sul palco la talentuosa band “ Progetto Mogol “ ha fatto vivere al pubblico molte emozioni, uno spettacolo che ha regalato momenti di rara intensità, attraverso canzoni che hanno segnato la storia di più generazioni. Un bel momento di serenità e di pace all’ insegna del dono e al sostegno alla Terra Santa School, specialmente in questo tormentato tempo di violenza e dolore.
Durante il concerto, l’ assessore alla cultura Decio Barili ha consegnato al maestro Mogol il Gonfalone del Comune di Foligno, realizzato dall’ artista di ricamo Sig.ra Anna Maria Rodante. Successivamente P. Giuseppe Battistelli, ofm, ha consegnato al maestro Giulio Rapetti Mogol e alla moglie Daniela Gimmelli la Croce di Gerusalemme ( La Croce di Gerusalemme interpreta le cinque piaghe di Gesù Cristo, simbolo della Terra Santa )e due attestati di soci onorari dell’ Associazione Santo Sepolcro Foligno ets. , per il sostegno condiviso a favore dei cristiani di Terra Santa. P. Giuseppe Battistelli ha commentato ” Uno spettacolo di altissimo livello. Oltre all’alta professionalità dei musicisti, il maestro Mogol ha testimoniato e dichiarato, nei suoi interventi, la sua fede cristiana davanti a oltre 500 persone, ciò ha fatto la differenza rispetto ad altre manifestazione di altre associazioni”. Dall’ Inner Wheel International, la più grande associazione internazionale femminile di service al mondo, Club di Foligno, che ha dato un grande contributo per il successo dell’ evento, riceviamo “ Mogol con grande generosità, con la sua arte ineguagliabile, ha emozionato la platea con i suoi racconti e le sue canzoni, autentiche poesie piene d’ amore!”

FOTO – Alessio Vissani

Assisi – Democrazia e partecipazione i temi della Scuola socio-politica “Giuseppe Toniolo”

Democrazia e partecipazione sono i temi del ciclo di lezioni dell’edizione 2023-2024 della Scuola Socio-politica diocesana “Giuseppe Toniolo”, la cui inaugurazione è fissata per giovedì 16 novembre alle ore 18,30 presso l’Istituto Serafico con la relazione di monsignor Luigi Renna, arcivescovo metropolita di Catania.

“Il beato Toniolo, al cui pensiero la nostra Scuola diocesana si ispira – spiega il direttore Francesca Di Maolo – nel lontano 1897 scriveva: ‘La democrazia nel suo concetto essenziale può definirsi: quell’ordinamento civile nel quale tutte le forze sociali, giuridiche ed economiche, nella pienezza del loro sviluppo gerarchico, cooperano proporzionalmente al bene comune, rifluendo nell’ultimo risultato a prevalente vantaggio delle classi inferiori’. La democrazia non va confusa con il mero esercizio del diritto di voto: è molto di più. La democrazia – aggiunge Di Maolo – presuppone che sia riconosciuta ad ogni persona la stessa dignità fondamentale e richiede l’accesso di ognuno ai diritti sociali: all’educazione, all’assistenza sanitaria e al lavoro. La democrazia ha bisogno della partecipazione di tutti e nessuno può chiamarsi fuori dalla realizzazione del bene comune. Una partecipazione che non attiene solo al campo del fare e delle buone pratiche, ma che ha bisogno di capacità di pensiero e di visioni. Per questa ragione, in cammino verso la 50esima Settimana Sociale, che si svolgerà a Trieste dal 3 al 7 luglio, abbiamo pensato a lezioni frontali con momenti di ascolto e di scoperta delle buone pratiche, quelle esperienze innovative presenti sui territori che rappresentano le espressioni migliori della nostra società e che possono davvero cambiare il corso della storia”. Il calendario della Scuola prevede altri 11 incontri, oltre a quello inaugurale con docenti, esperti e accademici di livello nazionale. Il secondo incontro, in programma il 29 novembre, vedrà come relatore il vescovo diocesano, monsignor Domenico Sorrentino, profondo conoscitore del Toniolo e postulatore della causa di Beatificazione. Il 12 dicembre sarà la volta di Luca Ferrucci che affronterà il tema: “Guerra e democrazia”, mentre il 10 gennaio, Giorgio Mion, si occuperà di “Terzo settore e partecipazione democratica”. Mauro Volpi, il 31 gennaio, parlerà di “Democrazia e partecipazione nella Costituzione italiana”. Seguiranno le lezioni del 5 febbraio con un focus sulle “Buone pratiche” e la figura di Valter Baldaccini e quella del 28 febbraio di Mauro Magatti su “Dialogare tra diversi per preservare la democrazia”. Il 6 marzo si parlerà ancora di buone pratiche con la storia e l’impegno di Franco Chianelli, fondatore del Comitato per la vita “Daniele Chianelli” e il 3 aprile con l’attività dell’associazione Vi.Va. Di cittadinanza attiva e consapevole parlerà il 21 marzo Giuseppe Notarstefano. Prevista una lezione con l’intervento del segretario nazionale della Cisl, Luigi Sbarra. Mentre la chiusura della Scuola che si terrà il 19 aprile, a cura della Pastorale sociale della diocesi di Perugia, sarà un convegno dal titolo: “La visione profetica di Alcide De Gasperi”.

Per partecipare alla Scuola è necessario compilare la scheda di iscrizione, disponibile sul sito internet della Diocesi di Assisi al seguente link https://www.diocesiassisi.it/scuola-socio-politica/.

Per informazioni e invio del modulo, compilato e sottoscritto, far riferimento alla email della segreteria: scuolasp@assisi.chiesacattolica.it. Al termine del corso sarà rilasciato un attestato di frequenza a quanti si saranno iscritti con l’apposito modulo di partecipazione.

Assisi – presentato il libro di padre Felice Autieri con il noto saggista e medievalista Cardini: “Francesco e i suoi vescovi, coglie la bellezza della spogliazione”

Un libro che coglie “la bellezza della spogliazione”, permettendoci di vedere “sfaccettature non evidenziate prima”, grazie a un continuo lavoro di ricerca che viene condotta anche “con gli occhi di oggi, in base ai cambiamenti e alla ricerca che non deve fermarsi”. Sono le parole del professor Franco Cardini, saggista medievalista e scrittore di fama internazionale, sul libro di padre Felice Autieri “Francesco e i vescovi di Assisi, storia di un rapporto” disponibile in tutte le librerie (pagine 364, Edizioni Francescane Italiane). Cardini ha dialogato con l’autore e con suor Roberta Vinerba, direttore dell’ISSRA, nel corso di un incontro, svoltosi nella mattinata del 7 novembre, con un centinaio di studenti degli Istituti Teologico (ITA) e Superiore di Scienze Religiose (ISSRA) e del liceo Sesto Properzio di Assisi. Dopo i saluti del preside dell’istituto Teologico, padre Giulio Michelini, nel suo intervento, Cardini ha messo in evidenza il rapporto profondo tra Francesco e il clero diocesano culminato nel momento della spogliazione avvenuta proprio nei locali del Vescovado: “Francesco ama la nudità – ha spiegato Cardini – ed è il primo esempio di modernità che riesce a dare un senso diverso anche al denaro: Francesco capisce che il denaro non deve renderci schiavi e, con la sua spogliazione, rinuncia non tanto a vestiti e ricchezze, ma al potere, facendosi più misero dei miseri”. Alla relazione di Cardini è seguita la conclusione del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, che ha ripercorso i suoi sedici anni da pastore e ricordato che la spogliazione è “una delle icone della storia francescana dimenticata”. Nascono anche da qui i lavori di riscoperta dell’antico episcopio: “Ho visto un film che scorreva e l’ho guardato; e ora i lavori mostreranno a tutti questo film”, ha concluso il presule, esprimendo un suo desiderio: “Sarei felice che i cardinali attraversino la porta prima del conclave, vivendo un’esperienza che cambia la vita”.

Perugia – l’arcivescovo Maffeis in visita alle famiglie del Luna Park in festa per i primi cento anni di questo spettacolo viaggiante (1923-2023).

Anche quest’anno si è tenuto il tradizionale incontro del Pastore della Chiesa di Perugia-Città della Pieve con le famiglie dei lavoratori dello spettacolo viaggiante (più di 300 con oltre 114 attrazioni, banchi gastronomici inclusi, allestite su una superficie di circa 2 ettari), che giungono in autunno nel capoluogo umbro con il loro Luna Park a Pian di Massiano, fruibile fino al prossimo 19 novembre.

Portatori di felicità. L’edizione 2023 è molto speciale, si festeggia il primo secolo di vita dei “Baracconi” (1923-2023), così è chiamato a Perugia lo spettacolo viaggiante. Lo ha evidenziato il “portavoce” delle famiglie del Luna Park, Enzo La Scala, nel sottolineare il loro essere «portatori di felicità da cento anni», dando il benvenuto all’arcivescovo Ivan Maffeis, al parroco di San Giovanni Battista in Ferro di Cavallo, don Francesco Medori, nonché responsabile della Pastorale diocesana per i circensi, fierati e dello spettacolo viaggiante, e al direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, l’organismo pastorale che molto si è prodigato durante la pandemia con operatori e volontari ad aiutare i lavoratori dello spettacolo viaggiante costretti a restare in città per diversi mesi.

No agli egoismi. Non poteva mancare la celebrazione eucaristica sulla pista di un autoscontro dedicata a queste famiglie e ai tanti amici perugini conosciuti in un secolo. Mons. Maffeis ha introdotto la celebrazione rivolgendo a tutti loro un caloroso ringraziamento, che, ha detto, «vuole essere un abbraccio a tutte le persone di questo mondo viaggiante che con non poche fatiche e preoccupazioni permette con il proprio lavoro a tanta gente di incontrarsi, divertirsi e fare festa insieme. Preghiamo in particolare per quelle famiglie che più di altre sono in sofferenza, chiedendo al Signore di sostenerci nel mettere da parte i nostri egoismi per fare posto nel nostro cuore a quanti si trovano in gravi difficoltà».

No alla vita aridità. L’arcivescovo, commentando la Parola di Dio, ha ricordato «l’idea che Gesù ha della vita di ciascuno di noi», che «dovrebbe essere come un invito a cena in cui c’è posto per tutti…», perché «tutti sono invitati a sedersi al banchetto della vita, che oggi ci vede attorno all’Eucaristia». E «il sogno di Dio è quello di una famiglia e di una umanità che si voglia davvero bene e che condivida non solo il pane, ma quello che abbiamo nel cuore, dalle nostre preoccupazioni alle nostre gioie…, ci raccontiamo e ci ritroviamo uniti, più fratelli, più comunità». E quello che colpisce nell’ascoltare la parabola, ha commentato mons. Maffeis, «tante volte le cose non vanno così, perché ciascuno ha le sue scuse per non partecipare alla cena, ha i suoi impegni e peggio ancora ciascuno rischia di avere le sue chiusure, i suoi pregiudizi per non sedersi a tavola con l’altro, per non accogliere l’invito. Forse uno dei segni più pesanti del nostro tempo è l’incapacità di partecipare alle sofferenze dell’altro e perfino facciamo fatica a condividere una gioia. Questo ci dice come stiamo diventando poveri, perché quando non siamo più disposti a condividere con gli altri, la vita è davvero un segno di grande aridità».

Terni – il vescovo Soddu e il nuovo direttore della Caritas diocesana don Giuseppe Zen sulla giornata sulle prosettive caritative diocesane

«A Terni aumentano le situazioni di disagio con la fragilizzazione sistemica della comunità e la crescita delle richieste di aiuto non solo materiale, quanto di sostegno e vicinanza». È lo scenario evidenziato dal direttore della Caritas diocesana di Terni-Narni-Amelia don Giuseppe Zen, che insieme al vescovo Francesco Soddu, ha incontrato i giornalisti all’avvio del mandato come nuovo direttore e in prossimità della settima Giornata mondiale dei Poveri, che sarà celebrata domenica 19 novembre.
Il vescovo Soddu, facendo riferimento al messaggio di papa Francesco per la giornata dei poveri, ha sottolineato come «Tutti i cristiani debbano avere al centro dell’azione e della preghiera il fulcro di ciò che è proprio della chiesa: la carità. Sarebbe bello che seguendo l’invito di papa Francesco, si ospitasse qualcuno a pranzo in quel giorno».
«Il metodo della Caritas è essere animativa nella comunità – ha aggiunto il vescovo – non inventare servizi o risolvere problemi, quanto più essere vicini, presenti e prossimi a fianco delle persone. Non si può vivere delegando la carità, ma impegnarsi in prima persona. Le povertà aumentano in maniera vertiginosa. Usando la metafora dell’esondazione dei fiumi, oggi estremamente attuale, possiamo dire che, come un fiume in piena che spesso esonda e fa danni a tutto l’ambiente circostante, così la povertà è come un fiume in piena che, esondando, fa male a tutti. Ma poi esistono anche gli “angeli del fango” che si rendono disponibili, avvicinano le persone in difficoltà con un tatto particolare, è questo che deve avere la nostra azione caritativa».
Il vescovo ha ringraziato padre Stefano Tondelli per il lavoro svolto e ha ricordato anche le tante associazioni caritative e fraternità di famiglie religiose che hanno particolare attenzione alla persona e svolgono vari servizi che concorrono a sensibilizzare la comunità verso le problematiche delle persone bisognose.
È stato quindi presentato il nuovo direttore don Giuseppe Zen, 44 anni, da due anni ordinato sacerdote, e attualmente viceparroco di Santa Maria Regina a Terni.
«La testimonianza della carità nella comunità ecclesiale è l’azione principale in cui sarò impegnato – ha esordito don Giuseppe – in forma consona ai tempi. Oggi ci sono tanti bisogni diversi ed è richiesta maggiore creatività in vista dello sviluppo integrale dell’uomo. Non ci sono solo povertà materiali, ma tante povertà a tutti livelli, soprattutto legate alla solitudine delle persone, alla fragilità psicologica, alla salute e all’anzianità. I poveri sono persone con un volto e un’anima». Nel programma del nuovo direttore la sensibilizzazione e animazione delle comunità parrocchiali, già intrapreso con la visita ai centri di ascolto di alcune parrocchie cittadine.
In occasione della giornata dei poveri, la Caritas diocesana distribuirà 350 pacchi di pannolini – forniti da Caritas italiana – attraverso le realtà caritative del territorio che si occupano di bambini e mamme.

I dati – A fronte di una crescente fragilità sociale e della conseguente crescita delle problematiche economiche, i dati della Caritas diocesana-San Martino, rilevati ad agosto 2023, evidenziano una povertà in aumento: al Centro di ascolto diocesano di via Vollusiano sono stati effettuati 500 colloqui da gennaio ad agosto, con un aumento del 20% delle richieste e una maggiore diversificazione delle problematiche, che per uno stesso nucleo familiare rispondono a più fattori: dalle bollette, affitti, alle spese economiche sanitarie e per i figli.
Alla Mensa San Valentino si è riscontrato un più 20% di presenze rispetto al 2022 con un notevole aumento di stranieri, che ricevono accoglienza e un pasto caldo nella struttura di via Ciaurro.
All’Emporio della solidarietà di via Vollusiano si registra il maggiore incremento tra i vari servizi offerti. In crescente aumento gli ingressi all’emporio da gennaio ad agosto, con una media di 150 famiglie al mese, con punte di 240 famiglie in alcuni mesi, che ricevono beni alimentari e prodotti per l’igiene, per un totale a fine agosto di 54.490 prodotti. Di queste famiglie l’86% sono stranieri.
Il centro antiviolenza gestito dall’impresa sociale San Martino rileva un aumento delle richieste di aiuto. Per consulenze, informazioni e ascolto sono stati effettuati 128 contatti telefonici e 106 prese in carico per consulenze psicologiche e legali. Alcune persone usufruiscono dell’accoglienza residenziale.
Per quanto riguarda i senza fissa dimora nel progetto “Prins” gestito dall’associazione San Martino sono state aiutate otto persone in prevalenza italiane con accoglienza e servizi.