L’inaugurazione dell’Anno Accademico 2023-24 dell’ITA e dell’ISSRA di Assisi con la prolusione del cardinale Mario Grech

Sarà il cardinale Mario Grech, segretario generale della Segreteria del Sinodo, a tenere la prolusione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2023-24 dell’Istituto Teologico (ITA) e dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSRA) di Assisi, venerdì 24 novembre, alle ore 11, nell’aula magna dei due Istituti, presso il Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI” della città serafica. La prolusione, dedicata al tema “Sinodalità e ministeri ecclesiali”, potrà essere seguita in diretta online il cui link è disponibile nelle news del sito: www.ita-issara.it<http://www.ita-issara.it> .
Precederà la cerimonia inaugurale, la celebrazione eucaristica (ore 9), nella chiesa interna al Seminario, presieduta dall’arcivescovo mons. Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) e moderatore delle due Istituzioni accademiche, insieme al preside dell’ITA, prof. padre Giulio Michelini (Ofm), al rettore del Seminario, don Francesco Verzini, e ad altri sacerdoti docenti, alla presenza del direttore dell’ISSRA, prof.ssa suor Roberta Vinerba, di professori, studenti e personale amministrativo. Durante la celebrazione il corpo docente dei due Istituti riceverà ufficialmente dal presule moderatore la “missio canonica”.
«La scelta di affidare al cardinale Mario Grech la prolusione della solenne inaugurazione dell’Anno Accademico dei nostri Istituti – commenta lsuor Roberta Vinerba -, dice la volontà di entrare da parte delle nostre Istituzioni accademiche all’interno e sempre più pienamente dell’evento sinodale che stiamo vivendo. Si tratta di un importante momento ecclesiale che interpella anche noi come teologi, particolarmente lieti di ascoltare il cardinale che ci offrirà, certamente, motivi di riflessione e strumenti per un ulteriore lavoro teologico che trasmettiamo, innanzitutto, ai nostri studenti sempre più numerosi (gli iscritti complessivi sono oltre 250, n.d.r.) e con loro alla Chiesa e alla società».

Città della Pieve: “Lieti nella Speranza” (Rm 12,12), la “Fiaccolata per i giovani che non si arrendono”, per la XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) nelle Chiese particolari

Si terrà a Città della Pieve, sabato sera 25 novembre, con inizio presso il Santuario della Madonna di Fatima, alle ore 19.15, l’incontro diocesano dei giovani per la XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) celebrata nelle Chiese particolari domenica 26 novembre (la prossima edizione internazionale della GMG sarà a Seul, in Corea del Sud, nel 2027, mentre a Roma, nel 2025, si svolgerà il Giubileo dei giovani).

Fiaccolata per non arrendersi. L’incontro, che verterà sul tema “Lieti nella Speranza” (Rm 12,12), sarà una “Fiaccolata per i giovani che non si arrendono”. A invitare tutti i ragazzi e le ragazze della comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve è l’Ufficio di Pastorale Giovanile, insieme agli Uffici di Pastorale Vocazionale ed Universitaria e al Coordinamento Oratori Perugini.

La seconda volta a Città della Pieve. Da quando papa Francesco ha posticipato la GMG da celebrarsi nelle Chiese particolari, dalla Domenica delle Palme alla Domenica della Solennità di Cristo Re, è la seconda volta che i giovani si incontrano a Città della Pieve per vivere insieme quest’appuntamento. «Perché a Città della Pieve? Perché la nostra Diocesi è tutta bella». Lo dicono i promotori della GMG diocesana, perché, spiegano, «i ragazzi si meritano l’opportunità di vivere ogni luogo e ogni ambiente delle nostre Chiese particolari. Perché, come ha sottolineato il vescovo Ivan nella lettera pastorale Il coraggio dei passi, “è avvertito come decisivo anche il decentramento delle iniziative diocesane”, che siamo concretamente chiamati a viverlo anche con i ragazzi e i giovani”».

Non arrendersi alla disperazione. Lo richiama don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale Giovanile, nel dire: «Dare un appuntamento ai ragazzi significa soprattutto esserci per aspettarli lì, per vivere insieme un tratto di strada, per fare in modo che nessuno abdichi alla missione a cui è chiamato, chi di accompagnatore, chi di accompagnato lungo la via della speranza troppo spesso minacciata dalle vite martoriate di giovani, bambini, ragazzi, adulti che, loro malgrado, vivono nel buio e che aspettano la nostra mano, vera, concreta, fraterna. Sabato sera la fiaccola accesa di ogni ragazzo starà a dire che noi non ci arrendiamo alla disperazione, ma seguiamo Cristo Re dell’Universo». Don Luca, senza svelare tutto quello che i giovani vivranno sabato sera a Città della Pieve, ringrazia fin d’ora per la collaborazione il Monastero delle Clarisse di Santa Lucia e il Santuario della Madonna di Fatima, tutti i sacerdoti, i diaconi, i seminaristi e i parroci delle Zone e delle Unità pastorali dell’Archidiocesi, oltre che i responsabili dell’Area pastorale diocesana.

Dalla GMG al Giubileo dei giovani. A parlarne è sempre don Luca nel commentare il messaggio del Papa per la XXXVIII GMG (cfr. La “Fiaccolata per i giovani che non si arrendono” – Diocesi Perugia ), soffermandosi sull’invito del Santo Padre ai giovani, quello, sottolinea il direttore della Pastorale giovanile, «a camminare sulla via della Speranza, facendo tesoro dell’esperienza della GMG di Lisbona con la meta del Giubileo nel 2025, vivendo la propria crescita umana e spirituale di tappa in tappa accompagnati da sacerdoti, animatori, educatori, amici con cui condividere la vita e la strada quotidiana, sia nei tornanti impervi delle difficoltà, nei crocicchi delle scelte, nelle salite dello studio, che nelle valli assolate della gioiosa fatica davanti alla Terra Promessa».

Amelia – festa della patrona Santa Fermina

Venerdì 24 novembre ad Amelia si celebrerà la festa di santa Fermina, patrona della città e copatrona della diocesi di Terni-Narni-Amelia. Una celebrazione che è un evento religioso e civile, un incontro tra Amelia e Civitavecchia per rinsaldare il gemellaggio tra le due città nel nome della comune patrona Fermina, giovane martire del III secolo.
Quest’anno la ricorrenza di Santa Fermina coincide con il centenario dell’ordinazione sacerdotale del servo di Dio mons. Vincenzo Lojali.
“La festa di santa Fermina vuol essere ancor più una occasione di preghiera, per rinnovare con entusiasmo la nostra fede e il nostro impegno coraggioso per vivere un tempo di rinascita materiale e spirituale. L’esempio e la testimonianza nel martirio che santa Fermina ci offre, sia per tutti incoraggiamento a rimanere fedeli al Signore, diventando sempre più testimoni e costruttori di pace e di fraternità”.

Due saranno i principali momenti liturgici del 24 novembre: alle ore 11.00 solenne celebrazione in comunione con la Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia presieduta dal Card. Gualtiero Bassetti, presenti i Vescovi dell’Umbria, mons. Gianrico Ruzza vescovo di Civitavecchia-Tarquinia e Porto Santa Rufina con la partecipazione del clero, delle Autorità Marittime e dei pellegrini di Civitavecchia. Al termine proclamazione degli alunni vincitori del “Concorso Santa Fermina” rivolto agli istituti scolastici di Amelia.
Alle ore 17.00 nella concattedrale di Amelia solenne pontificale presieduto da mons. Francesco Antonio Soddu Vescovo di Terni-Narni-Amelia, preceduta dal corteo storico e dalla cerimonia della Offerta dei Ceri da parte dei Sindaci del comprensorio amerino e di Civitavecchia, secondo gli statuti comunali del 1346, ceri che saranno accesi con la fiaccola portata dalla staffetta podistica giunta da Civitavecchia.
I canti liturgici verranno eseguiti dalla Cappella Musicale del Duomo e dai Cori della Vicaria di Amelia-Valle Teverina.

SANTA FERMINA
Di origini romane, Fermina si convertì giovanissima al Cristianesimo, con impegno ed entusiasmo si consacrò all’apostolato, convertendo tantissime persone, sollecitata da una fede fervida e operosa. Secondo la sua passio, che non è anteriore al sec. VI, Fermina era una vergine romana figlia dello stesso praefectus urbis, Calpurnio. Da Roma la famiglia si trasferì a Civitavecchia e quindi ad Amelia. La giovane Fermina qui visse una vita eremitica, rivolgendo ai fedeli parole di conforto esortandoli coraggiosamente alla fede e all’amore.
Un consularis Olimpiade, che aveva tentato di sedurla, fu da lei convertito e diede poi la vita per la fede. Fermina seppellì il martire in un suo fondo detto Agulianus a circa otto miglia da Amelia il 1° dicembre.
Denunciata come cristiana, Fermina fu arrestata e condotta davanti al giudice Megezio il quale, nemico acerrimo dei cristiani, la sottopose a minacce e tormenti più spietati che non spezzarono però il suo coraggioso rifiuto di rinnegare la fede cristiana. Più tardi anche lei subì il martirio. Era il 24 novembre del 304 d. C quando la giovane Fermina fu martirizzata dal Prefetto romano di Amelia, Magenzio. Dopo numerosi tormenti, appesa con i capelli alla colonna (la tradizione vuole che sia quella posta all’ingresso del Duomo), mentre veniva torturata con le fiamme, Fermina morì pregando il Signore per sé e per i suoi persecutori. Molti vedendola morire in quel modo si convertirono al Vangelo. I resti del prezioso corpo vennero segretamente sepolti con grande venerazione dai Cristiani, fuori le mura di Amelia, e vi restarono occulti per circa sei secoli. Furono ritrovati nell’anno 870 e da allora sono solennemente custoditi nella Cattedrale di Amelia.
Le si attribuiscono numerosi miracoli, uno dei quali avvenne durante la navigazione verso Civitavecchia (allora Centumcellae); una violenta tempesta che infuriava in mare sulle imbarcazioni venne placata dall’intervento miracoloso della vergine Fermina. La santa sostò per un periodo in una grotta del porto, sulla quale è stato successivamente costruito il Forte Michelangelo. Per questo è anche la protettrice dei naviganti. Dopo oltre 17 secoli, Fermina è un esempio di come amare il Signore, anche in mezzo ai sacrifici, ai problemi, alle difficoltà della vita e, le celebrazioni in suo onore, mostrano, ancora oggi, l’intensa devozione che la popolazione locale da secoli destina alla propria patrona. La festa di Santa Fermina a Civitavecchia si celebra il 28 aprile, giorno in cui giunsero nella città le reliquie donate dalla città di Amelia (28 aprile 1647).

Assisi – reliquia del beato Carlo Acutis per la terza volta in Irlanda

È una grande benedizione che la reliquia del Beato Carlo Acutis sia accolta nell’arcidiocesi di Dublino, capitale della Repubblica d’Irlanda! Il primo Beato millennial, che segue le orme di San Francesco d’Assisi, è un invito a tutti, soprattutto ai giovani e alle famiglie, a non sprecare la vita, ma a farne un capolavoro”. Sono le parole del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, in vista del nuovo pellegrinaggio della reliquia del primo Beato millennial, Carlo Acutis. Il frammento del pericardio sarà in Irlanda dal 24 al 27 novembre: arriverà nel convento dei Cappuccini, a Church Street (24-25 novembre), nella chiesa del Santo Redentore, a Bray, con la presenza dell’arcivescovo Dermot Farrell (25-26 novembre), alla Sacra Famiglia, Aughrim Street (26 novembre), e San Kevin e San Kilian, Kilnamanagh-Castleview (27 novembre). Ad accompagnare il frammento della reliquia sarà monsignor Anthony Figueiredo, responsabile delle Relazioni internazionali della diocesi. Il beato Carlo, il ragazzino in “jeans e scarpe da ginnastica”, è morto per leucemia a soli 15 anni nel 2006; nutriva una passione per la santità e basava la sua vita sull’Eucaristia per crescere nel rapporto con Gesù. Come diceva sempre “Essere sempre uniti a Gesù questo è il mio programma di vita”. Carlo, ispirato dalla Madonna e dai Santi, fu trasfigurato dall’amore per Dio e per il prossimo, soprattutto agli ultimi della società, nutrito dalla coerenza nella vita sacramentale e nell’Adorazione. La reliquia del beato Carlo Acutis è già stata due volte in sei diocesi irlandesi: a giugno nell’arcidiocesi di Armagh e nella diocesi di Down e Connor, e in settembre nelle diocesi di Derry, Elphin, Tuam (Knock) e Dromore: in entrambi i casi, attirando migliaia di pellegrini.

La Chiesa perugina ricorda la figura di don Arturo Gabrijelcic a trent’anni dalla morte con l’intitolazione della sala studio dell’Archivio diocesano e la messa in memoria del dies natalis in cattedrale

La Chiesa diocesana di Perugia-Città della Pieve si appresta a celebrare, giovedì 23 novembre, il trentesimo anniversario della morte improvvisa e prematura di don Arturo Gabrijelcic (1936-1993), che lo colse nel pieno della sua attività di responsabile dell’Archivio storico diocesano e di cappellano della Residenza per anziani “Fontenuovo”. Proprio in questa residenza, il 23 novembre 1993, «al termine di un funerale da lui officiato, mentre intonava un canto alla Madonna, il dies natalis lo colse all’improvviso». Lo scrive nel profilo biografico dedicato a don Arturo l’archivista diocesana Isabella Farinelli, il cui testo integrale è consultabile e scaricabile sul sito diocesano, al link: Profilo-biografico-di-don-Arturo-Gabrijelcic-1936-1993-a-cura-di-Isabella-Farinelli-archivista-diocesana-.pdf (diocesi.perugia.it) . «I funerali furono celebrati il 25 novembre 1993 da mons. Ennio Antonelli arcivescovo – scrive la dott.ssa Farinelli, a conclusione del profilo –, alla presenza di una folla commossa, costernata ma forse, più di tutto stupita. C’era nell’aria la consapevolezza, quasi che gran parte di questa figura poliedrica, presente in vari ambiti, ma per molti altri versi nascosta e misteriosa, dovesse ancora rivelarsi».

Una pubblicazione dedicata a don Arturo. Questo profilo biografico, spiega l’autrice, «costituirà parte integrante della piccola pubblicazione che l’Archidiocesi sta realizzando per l’occasione. Nella prima parte del volumetto sarà ripubblicato il saggio Vescovi e cattedrale, relazione pronunciata al convegno che ebbe luogo nella cattedrale perugina nel 1988, summa dei numerosi studi storico-archivistici e dell’appassionato spirito pastorale di don Arturo. Il dotto sacerdote fu inoltre autore di saggi sulle origini del Seminario e su Fontenuovo, e lasciò numerosi studi manoscritti, purtroppo incompiuti, versati all’Archivio da sua madre Emma».

Fondatore dell’Archivio storico diocesano. A don Gabrijelcic si deve la nascita dell’istituzione archivistica diocesana come è strutturata attualmente, aperta al pubblico e alle scolaresche, seppur non più ubicata in Arcivescovado ma, a seguito del sisma del 1997, nella nuova sede di via dell’Aquila, nelle vicinanze della chiesa di San Severo a Porta Sole. Quest’istituzione, citata grazie al suo fondatore nella Guida degli Archivi diocesani d’Italia edita dall’Associazione Archivistica Ecclesiastica, «ospita materiale archivistico disposto secondo criteri scientifici – precisa la dott.ssa Farinelli –, con l’aiuto di studiosi e volontari, tra cui la sua stessa mamma. A lui si deve la raccolta di molti archivi parrocchiali e confraternali, in sedi rimaste vacanti e incustodite, salvandoli in tal mondo dalla dispersione e inventariandoli in schede manoscritte che sono tuttora in uso».

Programma del 30° anniversario della morte. La Chiesa perugina ricorderà questo suo insigne sacerdote giovedì 23 novembre, alle ore 16, presso l’Archivio storico diocesano, intitolandogli la sala studio dell’istituzione arcivistica, dove sono presenti i ritratti di don Arturo e della madre Emma, a firma dell’artista Gustavo Benucci, datati 1988. Interverranno l’arcivescovo mons. Ivan Maffeis e il vicario generale don Simone Sorbaioli.

Seguirà, alle ore 18, la santa messa commemorativa, nella cattedrale di San Lorenzo, alla quale è dedicato il menzionato saggio di don Gabrijelcic Vescovi e cattedrale.

Amelia – l’arcivescovo di Santo Domingo in visita nel cinquecentenario della morte di mons. Geraldini

In occasione delle celebrazioni del Cinquecentenario della morte (1524-2024) di Alessandro Geraldini, primo vescovo residente di Santo Domingo, nato ad Amelia nel 1455, domenica 19 novembre è stato in visita ad Amelia mons. Francisco Ozoria Acosta arcivescovo metropolita di Santo Domingo e primate delle Indie, 50esimo successore di mons. Geraldini. L’arcivescovo è stato accolto in città dal vescovo Francesco Antonio Soddu, dal sindaco di Amelia Laura Pernazza, dalle autorità civili e militari, e dagli sbandieratori città di Amelia, che si sono esibiti in un breve spettacolo. Il vescovo Soddu nelle parole di benvenuto ha ricordato l’importanza di questo centenario che intende ricordare lo spirito missionario del vescovo di Santo Domingo.
Mons. Ozoria Acosta che ha presieduto la solenne conclebrazione nella concattedrale di Amelia, nella festa della Dedicazione della Basilica Concattedrale, ha ringraziato per l’accoglienza ricevuta ed ha elogiato il comitato organizzatore del centenario Geraldiniano per l’impegno nella riscoperta e valorizzazione di un personaggio che ha segnato la storia dell’evangelizzazione del nuovo mondo.
“Nel discorso che proclamò al suo arrivo a Santo Domingo – ha ricordato l’arcivesco Acosta – parlò di corresponsabilità pastorale, anticipando i tempi moderni. Fu un insigne diplomatico ecclesiastico, un’educatore e un pastore attento al suo popolo. Tante furono le sue missioni diplomatiche che lo portarono in 17 paesi tra Europa e Arica per arrivare, infine, a Santo Domingo. Nel suo ministero episcopale portò il Vangelo a tutti coloro che gli erano stati affidati. Oggi la chiesa dominicana sta camminando verso il futuro, ma dipende dalla nostra personale conversione, dal desiderio di camminare insieme e riflettere il vangelo in ogni persona”.
L’arcivescovo di Santo Domingo ha donato dei libri sulla Cattedrale di cui lo stesso Geraldini avviò la costruzione, una biografia del vescovo Geraldini e la storia degli episcopati dominicani.
Un libro sulla storia e tradizioni di Amelia è stato donato all’arcivescovo Azoria Acosta dalla sindaca Pernazza insieme a dei prodotti tipici dell’amerino, mentre il vescovo Soddu ha donato una quadro con la riproduzione dell’antico dipinto della Madonna Assunta custodita nella concattedrale di Amelia.

Perugia – celebrata la Giornata dei poveri. Il direttore don Marco Briziarelli: «Non distogliere il nostro sguardo dai poveri come Chiesa e come società civile»

Anche la comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve ha celebrato, domenica 19 novembre, nelle parrocchie la 7a Giornata mondiale dei poveri voluta da papa Francesco dedicata al tema: “Non distogliere lo sguardo dal povero”. Sono stati organizzati incontri con persone aiutate tutto l’anno a livello diocesano e parrocchiale, anche pranzi come quello servito al Centro Shalom della parrocchia perugina di Santo Spirito, una sorta di anticipazione di quanto avviene da oltre venti anni nel periodo natalizio.

Guardare i poveri dando dignità alle loro sofferenze. L’invito a non distogliere lo sguardo dai poveri è venuto anche dal direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli e dai parroci durante le celebrazioni eucaristiche domenicali, con intenzioni di preghiere per quanti vivo ai margini della comunità. «Papa Francesco ci invita tutti i giorni, con questa Giornata, a continuare ad avere lo sguardo su ogni povero, a non distoglierlo, prendendo lo spunto dal libro di Tobia – ha commentato don Briziarelli –. Non distogliere questo sguardo come Chiesa e come comunità civile, di riconoscere i poveri e di guardarli nel prendersi carico di loro, di accompagnarli e di dare dignità alle loro sofferenze incontrando le loro vite e le loro storie».

Povertà in linea con quella riscontrata a livello nazionale. Il direttore della Caritas ha richiamato l’attenzione anche sui dati presentati dalla Caritas italiana nei giorni scorsi, che confermano il fenomeno povertà riscontrato a livello statistico, nell’ultimo anno, nella comunità perugino-pievese dall’Osservatorio sulla povertà e l’inclusione sociale della Caritas diocesana. Sono più di 3mila le famiglie in difficoltà accompagnate dall’organismo pastorale della Chiesa del capoluogo umbro. Una famiglia su dieci è in povertà assoluta e una persona su quattro è a rischio di scivolare nell’esclusione sociale.

Un’iniziativa per contrastare la dispersione scolastica. In occasione della 7a Giornata è stata annunciata l’iniziativa dell’“Aiuto compiti”, due volte a settimana, promossa dalla Caritas diocesana presso il “Villaggio della Carità” di Perugia; iniziativa che sarà avviata prossimamente grazie alla disponibilità volontaria di un gruppo di insegnanti in pensione. «Si tratta di una risposta – ha precisato don Marco Briziarelli – ad una delle istanze sociali territoriali più impellenti, un aiuto concreto a quelle famiglie che non possono permettersi un doposcuola a pagamento. È anche un sostegno a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica emerso negli ultimi anni nel Rapporto elaborato dall’Osservatorio diocesano sulla povertà».

Foligno – inaugurazione scuola di economia della fraternità Franceco d’Assisi e Giuseppe Toniolo

Venerdì 24 novembre alle ore 17.30 presso il Centro diocesano “Fratelli Tutti”, viale Ancona n° 141 in Foligno, si svolgerà l’inaugurazione della Scuola Francesco d’Assisi e Giuseppe Toniolo per un’economia della fraternità. Un ambiente formativo, voluto dal Vescovo Mons. Domenico Sorrentino, in cui si ragioni attraverso il Magistero sociale della Chiesa su una visione del sistema produttivo che rimuova alla radice lo scandalo della miseria e della disuguaglianza. Un luogo e un’esperienza di incontro in cui il meglio della realtà imprenditoriale, sindacale, sociale, della comunità folignate possa fare un cammino di riflessione e di impegno in vista di un’economia sempre più centrata sulla persona umana e a servizio di ogni persona.

“Economia, lavoro, società” è il titolo del convegno inaugurale promosso dalla Diocesi di Foligno attraverso la sinergia dei settori pastorali che si occupano del servizio integrale della persona come l’Ufficio per la pastorale sociale e per il lavoro, la Caritas diocesana, la Fondazione migrantes, il Servizio diocesano per la pastorale giovanile. Le riflessioni di alcuni giovani lavoratori e studenti universitari apriranno il convegno sul tema “Quale futuro per le nuove generazioni” toccando alcune questioni importanti come il benessere del lavoratore percepito come una mission aziendale insieme al profitto; valorizzare le intelligenze, il “know-how”, per evitare la fuga dalle aziende; rivalutare le figure che lavorano nel sociale.

A seguire gli interventi, moderati da Elisa Manenti consulente d’impresa, del Dott. Marcello Signorelli docente di economia politica presso l’Università degli studi di Perugia, di Corrado Bocci presidente della sezione locale di Confindustria e di Mons. Domenico Sorrentino Vescovo delle Diocesi di Foligno e di Assisi, Nocera Umbra, Gualdo Tadino.

“La scuola di economia della fraternità – sottolinea il Vescovo Sorrentino – vuole diventare nel tempo un luogo d’incontro tra imprenditori, lavoratori, accademici, studenti di economia e giovani economisti, operatori sociali e sindacali, scuole, per innescare, nel territorio un vero processo innovativo della teoria e della prassi economica rifondandola su principi di amore, generosità, gratuità”.

Stroncone – convento San Francesco, inaugurazione della casa “Il leccio di Disma” per l’accogkienza dei detenuti

Nel convento francescano di Stroncone e santuario del Beato Antonio Vici, in un ambiente di semplicità e immerso nella natura, nasce un’opera a servizio dei carcerati. Sabato 18 novembre è stata inaugurata “Il leccio di Disma”, casa di accoglienza per detenuti gestita dall’associazione “Il Leccio di Disma, Organizzazione Di Volontariato” una comunità di volontari che dedica la propria opera per accogliere e facilitare il reinserimento dei detenuti nella società favorendo le condizioni per sviluppare le capacità autonome di ricostruire corrette relazioni sociali, lavorative e familiari. Nella casa di accoglienza vengono offerti servizi di residenzialità temporanea per detenuti, opportunità di formazione e orientamento al lavoro, relazioni di aiuto e che opera in stretto contatto con la comunità religiosa dei frati minori.
Portato avanti da Padre Danilo Cruciani guardiano del Convento di Stroncone e presidente del Leccio di Disma odv e da Padre Massimo Lelli cappellano del carcere di Terni il progetto ha incontrato la disponibilità di tante persone nell’impegnarsi nel volontariato.
La casa di accoglienza il leccio di Disma vuole offrire servizi di residenzialità temporanea per detenuti uniti a opportunità di formazione e orientamento al lavoro e relazioni di aiuto e discende dalla convinzione che una società che dispone di adeguate reti di reinserimento dei detenuti è una società più giusta, più sicura e più vicina a Cristo.
Dopo la visita alla struttura e al bosco sacro del convento francescano, ristrutturati con il contributo anche dei detenuti che già hanno usufruito dell’ospitalità della casa, nel santuario del beato Antonio Vici si è tenuta a presentazione ufficiale dell’opera.
Sono intervenuti all’inaugurazione: mons Francesco Antonio Soddu, Vescovo di Terni-Narni-Amelia, Padre Francesco Piloni Ministro della Provincia dei Frati Minori dell’Umbria e Sardegna, Paola Fuciletti Ministro dell’Ordine Francescano Secolare dell’Umbria, il magistrato Fausto Cardella presidente dell’Associazione Umbria contro l’Usura, il magistrato di sorveglianza di Spoleto Fabio Gianfilippi, il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Perugia Antonio Minchella, la giudice onorario del Tribunale di Perugia Loretta Internò, la direttrice del Carcere di Spoleto Bernardina di Mario, la Direttrice del Carcere di Rieti Chiara Pellegrini, il Comandante della Polizia penitenziaria del Carcere di Terni Fabio Gallo, il Sindaco di Assisi e Presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti, il Sindaco di Stroncone Giuseppe Malvetani e molte altre autorità civili e militari educatori, psicologi, rappresentanti dell’associazione Demetra APS.
L’inaugurazione è stata l’occasione per la comunità locale di rapportarsi con il mondo carcerario scoprendone esigenze e opportunità in vista di un comune impegno civile di solidarietà, sicurezza e convivenza civile nel segno dei valori francescani.

Un’opera di carità che arricchisce l’impegno di solidarietà e vicinanza con i detenuti e più bisognosi, inuagurata proprio alla vigilia della settima giornata mondiale dei Poveri.

Assisi – a cinquant’anni dalla morte si ricorda mons. Nicolini

Un buon pastore, un vescovo lungimirante, attento al prossimo in maniera esemplare, benedettino devoto a San Francesco tanto da farlo proclamare patrono d’Italia (1939) e a Santa Chiara, patrona della televisione (1958). A cinquant’anni dalla sua morte, la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e l’amministrazione comunale ricordano monsignor Giuseppe Placido Nicolini, il vescovo trentino che fu a capo di questa Chiesa particolare per quasi cinquant’anni. Un ricco programma di iniziative è in calendario, infatti, per il fine settimana del 24, 25 e 26 novembre.

Si comincia venerdì prossimo alle ore 16,45 con la visita all’Episcopio e al Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, allestito nelle stanze dove Nicolini nascondeva gli ebrei e i loro oggetti e diventato quartier generale della rete che, durante la persecuzione razziale, salvò circa 300 sfollati. A seguire, nella sala della Spogliazione andrà in scena il reading di Paolo Mirti, interpretato da Stefano Venarucci dal titolo: “Nuvole da Firenze ad Assisi con la verità nascosta nella bicicletta di Gino Bartali”.

Sabato 25 novembre, giorno dell’anniversario della morte, si aprirà alle ore 9,45 con un convegno, nella sala della Conciliazione del palazzo comunale, dal titolo: “Nicolini, un pastore dai tanti doni e carismi”, al quale prenderanno parte: il vescovo diocesano, monsignor Domenico Sorrentino, il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, monsignor Ivan Maffeis, il professor Tiziano Sensi, (PhD) dell’Università degli studi di Perugia e lo storico Dino Nardelli. Porteranno la loro testimonianze alcuni assisani che hanno conosciuto Nicolini e in particolare: Alessandro Cianetti, Massimo Zubboli e padre Gian Maria Polidoro. Il convegno sarà moderato da Pier Maurizio Della Porta, direttore della Biblioteca diocesana. Nel pomeriggio alle ore 16 presso il Museo diocesano e Cripta di San Rufino ci sarà l’inaugurazione della mostra: “Il vescovo mons. Giuseppe Placido Nicolini, da Trento ad Assisi” con l’esposizione di documenti, scritti e foto incluse quelle inviate dai cittadini al contest lanciato da Diocesi e Comune. Alcuni di questi documenti sono concessi dall’archivio diocesano di Trento. In serata alle ore 21 nella cattedrale di San Rufino, è in programma il concerto della Cappella musicale, diretta dal maestro Lucio Sambuco.

Domenica 26 novembre, alle ore 10, messa solenne presieduta dal vescovo emerito di Trento, monsignor Luigi Bressan e a seguire l’omaggio alla tomba di Nicolini nella cappella del Pianto.

Locandina Nicolini (A3)