Perugia – gli eventi religiosi e socio-culturali di Natale in Diocesi e il “Pranzo di Natale” della Caritas diocesana alla Mensa “Don Gualtiero”

L’imminente rievocazione del mistero della venuta del Figlio di Dio fra gli uomini per la salvezza del mondo, è quest’anno, nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, all’insegna del prepararsi ad accogliere la «Luce che ci arriva a Natale per portarla a credenti e non», come ha esortato l’arcivescovo Ivan Maffeis nel videomessaggio augurale.
Diversi sono gli eventi religiosi e socio-culturali a Perugia da vivere nel periodo natalizio. In tutte le chiese parrocchiali, di santuari e comunità religiose si vivranno con particolare raccoglimento e partecipazione le celebrazioni di Natale, come quelle eucaristiche della Notte del 24 dicembre, del giorno di Natale, della Festa della Santa Famiglia di Nazareth del 30 dicembre, del canto del Te Deum di ringraziamento del 31 dicembre, della Giornata mondiale della Pace del 1° gennaio con il canto Veni Creator e della Solennità dell’Epifania del Signore del 6 gennaio.

In Cattedrale. Domenica 24 dicembre, alle ore 23.15, si terrà la celebrazione dell’Ufficio delle Letture, e alle ore 24 la celebrazione della Notte di Natale presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis.
Lunedì 25 dicembre, Natale del Signore, le celebrazioni eucaristiche si terranno secondo l’orario festivo (ore 8, 11 e 18) e quella delle ore 11 sarà presieduta dall’arcivescovo.
Martedì 26 dicembre, Santo Stefano, le celebrazioni eucaristiche si terranno secondo l’orario festivo.
Il “Pranzo di Natale” offerto dalla Caritas diocesana a cui prende parte anche l’arcivescovo Ivan Maffeis, quest’anno sarà servito a cento persone in difficoltà, assistite tutto l’anno, presso la Mensa “Don Gualtiero” del “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza” di Perugia. Vuole essere anche un’occasione di aggregazione e socializzazione tra ospiti e volontari per una loro maggiore conoscenza reciproca. Sono persone in difficoltà, anche sole, oltre interi nuclei familiari che non riescono a sbarcare il lunario.

Il direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli, che fin d’ora ringrazia quanti si stanno prodigando per la riuscita di questo pranzo, ad iniziare dalle realtà produttive che hanno fornito alcuni generi alimentari per preparare il pranzo, come la Coldiretti e “Le Radici-Società Agricola” (che ha donato i panettoni), coglie con immensa gioia quanti si sono lasciati coinvolgere nell’iniziativa, vissuta anche come un’ulteriore occasione di conoscenza della Caritas e dei suoi servizi rivolti ai più fragili e a quanti vivono ai margini della società.

«Anche piccoli gesti e segni – commenta don Marco Briziarelli –, come i centro tavola e i segnaposto, donati da ragazzi e ragazze del dopocresima della parrocchia dei Ss. Andrea e Lucia in Cattedrale, e dai fanciulli della scuola d’infanzia “Donati Ticchioni” di Perugia, sono molto significativi e lasciano ben sperare per un futuro più solidale e meno individualista».

In cattedrale, venerdì 29 dicembre (ore 16), a completamento del Festival Internazionale Laurenziano d’Organo 2023 dedicato al compositore Max Reger, si terrà il concerto del maestro Ugo Spanu, di Sassari. Il concerto, la cui direzione artistica è affidata al maestro Adriano Falcioni, organista titolare della Cattedrale di Perugia, è stato organizzato in collaborazione con l’Associazione culturale Arte in Musica.

Mentre sabato 30 dicembre (ore 16), sempre in cattedrale, si terrà il “Concerto pro-Malawi” della Corale di Santo Spirito di Perugia. Un’iniziativa per sensibilizzare e promuovere raccolte di offerte a sostegno dei progetti dell’Associazione Amici del Malawi a favore della popolazione di uno dei Paesi più poveri del mondo, con cui la comunità diocesana perugino-pievese ha avviato da oltre 40 anni un proficuo gemellaggio-rapporto solidale.

Sabato 30 dicembre (a partire dalle ore 17.30), presso la chiesa parrocchiale di San Sisto, si svolgerà la Festa della Santa Famiglia di Nazareth a cui è dedicato il luogo di culto. La festa culminerà con la celebrazione eucaristica (ore 18) presieduta dal vicario generale don Simone Sorbaioli, preceduta dal presepe vivente allietato dal suono delle zampogne. Al termine don Simone Sorbaioli impartirà la “benedizione degli anniversari particolari e di tutte le famiglie”.

Domenica 31 dicembre (ore 18), in cattedrale, l’arcivescovo Maffeis presiederà la celebrazione eucaristica con il canto del Te Deum.

Lunedì 1° gennaio 2024, Maria S.S. Madre di Dio, Giornata per la Pace, sarà il vicario generale a presiedere la celebrazione eucaristica in cattedrale (ore 18), che si concluderà con il canto del Veni Creator.

Sabato 6 gennaio, Epifania del Signore, in cattedrale, le celebrazioni eucaristiche si terranno secondo l’orario festivo, tranne quella del pomeriggio anticipata alle ore 17, presieduta dall’arcivescovo Maffeis, preceduta, alle ore 15.30, dall’“Arrivo dei Magi”, con il corteo di figuranti in abiti d’epoca che sfilerà lungo corso Vannucci. La Sacra rappresentazione sarà animata dalla parrocchia di Marsciano e promossa dall’Ufficio diocesano per la pastorale familiare.

Spoleto – Celebrazioni di Natale 2023, iniziate con la Cena alla Locanda della Misericordia e la Messa in Carcere. La mattina di Natale mons. Boccardo celebrerà Messa all’Hospice di Spoleto e poi in Duomo.

«Voi non siete un errore, buon Natale a tutti». Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha salutato i detenuti del Carcere di Spoleto al termine della Messa che ha celebrato nella mattina di venerdì 22 dicembre. Col Presule hanno concelebrato il cappellano mons. Eugenio Bartoli e il collaboratore pastorale padre Marco Antonio Maria Uras, frate minore della Custodia di Terra Santa che vive nel convento di S. Fortunato a Montefalco. Oltre ai detenuti e agli agenti della Polizia Penitenziaria erano presenti: il direttore del Carcere Bernardina Di Mario; il comandante degli Agenti di Polizia Penitenziaria Marco Piersigilli; il magistrato di sorveglianza Nicla Flavia Restivo. Prima delle celebrazione eucaristica mons. Boccardo è stato accompagnato dinanzi al Presepe allestito nel Carcere: tutta la scena della natività ha come sfondo le immagini dell’attuale guerra in Terra Santa. La visita dell’Arcivescovo nella Casa di reclusione è stata preceduta nella giornata di giovedì 21 dicembre da quella di una delegazione della Caritas diocesana guidata dal direttore don Edoardo Rossi: a nome della Chiesa di Spoleto-Norcia è stato consegnato personalmente ad ogni detenuto, nei vari reparti, un piccolo dono di Natale. Ma soprattutto è stata donata una carezza di speranza agli abitanti di questa speciale casa. Nell’omelia mons. Boccardo ha sottolineato come «la potenza degli uomini distrugge, come la sopraffazione e la guerra hanno la meglio. Viviamo in un mondo ferito dall’illusione della potenza. Ma è proprio qui che Dio torna continuamente in semplicità e povertà e ci dice: imparate a non farvi abbagliare da ciò che appare, vedete veramente cosa dà dignità alle persone, siate consapevoli che le illusioni creano solo tragedie». Poi, rivolto direttamente ai detenuti: «È sempre possibile ricominciare e misurare eventi e persone usando un altro metro. L’uomo è capace di distruggere, ma Dio tende la mano: se vuoi, puoi ricominciare. Il bene è ancora possibile, nonostante le nostre azioni hanno provocato il male. So la tristezza che c’è in voi soprattutto nel periodo del Natale. Ma l’affetto e i buoni sentimenti che provate per i vostri familiari ed essi per voi vanno al di là dei muri e delle sbarre. Questo almeno riscalda un po’ il vostro cuore. Il voler bene l’essere voluti bene è una ricchezza che nessuna limitazione o struttura ci può togliere».

Cena alla Locanda della Misericordia. La sera del 21 dicembre mons. Boccardo ha cenato nella Locanda della Misericordia “Ponziano Benedetti” insieme alle persone che ogni giorni vi consumano un pasto caldo e ai volontari. È stato un bel momento di fraternità e anche di festa. «Un serata – afferma don Edoardo Rossi, direttore della Caritas – per scambiarsi gli auguri di Natale e per dirsi una parola scontata ma sempre più difficile da pronunciare: grazie. E il mio sincero grazie va all’Arcivescovo per aver voluto condividere con le persone in difficoltà il giorno del suo compleanno».

Le celebrazioni di Natale presiedute dall’Arcivescovo. La notte di Natale, a mezzanotte, Messa in Duomo; il 25 dicembre: alle 9.00 Messa all’Hospice di Spoleto e alle 11.30 solenne pontificale in Duomo.

Perugia: L’augurio natalizio dell’arcivescovo Ivan Maffeis alla comunità diocesana: «Accogliamo il messaggio di Luce che ci arriva dal Natale per portarlo nel mondo, a credenti e non credenti»

«In cattedrale i nostri scout hanno portato una lampada che brilla giorno e notte davanti alla Grotta della Natività. È un segno molto semplice, ma che parla al cuore di tutti. È un tempo in cui le Tenebre non mancano, non manca la Notte, non mancano i momenti e i motivi di Buio. Ci sentiamo uniti a quella terra di Gesù che sta diventando il luogo-simbolo di tanti conflitti, di tante guerre, di tante violenze. Siamo consapevoli di non poter dare chissà quale contributo alla pace. Allo stesso tempo, siamo altrettanto consapevoli che, a volte, è la nostra vita, i nostri no, le nostre relazioni giocate male ad aumentare il Buio». Così l’arcivescovo Ivan Maffeis nel videomessaggio augurale natalizio alla comunità cristiana di Perugia-Città della Pieve, registrato dai media diocesani, in Arcivescovado, il 21 dicembre, a margine del tradizionale incontro dello scambio degli auguri con sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, seminaristi, direttori e collaboratori di Uffici e Servizi di Curia, a cui ha partecipato anche l’arcivescovo emerito, il cardinale Gualtiero Bassetti.

«Dal Natale ci arriva un messaggio di Luce – ha proseguito mons. Maffeis –, che può essere come una fiammella, come un bambino… Accoglierlo, lasciare che cresca, dare la nostra disponibilità, contribuisce davvero a far crescere la Luce. Noi cristiani celebriamo in Gesù, in questo bambino, la Luce che illumina ogni uomo. Con questa speranza guardiamo tutti coloro, credenti e non credenti, che con la loro vita, con i loro gesti, con la loro parola, con la loro disponibilità, con la loro capacità di portare il peso dell’esistenza senza disperare, contribuiscono a portare Luce, contribuiscono a far si che questo non sia semplicemente un tempo di desolazione o di disperazione, ma possa essere ancora aperto a quella speranza che ci permette di continuare a credere e ad amare».

L’incontro in Arcivescovado è stato allietato da alcuni elementi della Corale Laurenziana della Cattedrale di San Lorenzo ed introdotto dal vicario generale, don Simone Sorbaioli, che ha tracciato un breve bilancio delle attività pastorali svolte nell’anno che sta per concludersi. «Tutto ciò – ha sottolineato – ha trovato sintesi nell’Assemblea ecclesiale (di maggio e ottobre, n.d.r.) e nella lettera pastorale Il coraggio dei passi, che l’arcivescovo ha voluto indirizzare alla diocesi il 12 settembre scorso il cui messaggio continua ancora a far parlare, far interrogare, far camminare».

Nel ringraziare tutti i presenti per il lavoro compiuto nel 2023 e nell’augurare buon prosieguo nel nuovo anno alle porte, il vicario generale ha rivolto queste parole di gratitudine all’arcivescovo Maffeis: «Eccellenza, la ringrazio perché è arrivato in mezzo a noi, poco più di un anno fa rivestito del coraggio e della premura pastorale di cui abbiamo bisogno. Da parte nostra le assicuriamo quell’adesione e comunione di intenti necessari alla crescita della nostra Chiesa diocesana e non di meno all’edificazione del Regno di Dio»

Assisi – Il vescovo Sorrentino: “Sia un Natale di braccia che si aprono e di cuori che si distendono”

“Sia un Natale di braccia che si aprono e di cuori che si distendono e che imparano a sorridere e ricominciare. Sia il Natale di Betlemme, sia il Natale di Gesù che vuole il nostro bene”. È uno dei passaggi del video di auguri del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino.
“Buon Natale cari fratelli e sorelle – continua il vescovo – vengo volentieri nelle vostre case a portarvi il sorriso di Dio, un sorriso di cui abbiamo bisogno in questi giorni e in questo tempo di tanta tristezza. È un Natale di guerre che strappano il cuore: c’era e c’è la guerra in Ucraina, si è acuita la guerra in Terra Santa con un attacco terroristico che ha mietuto vittime e ancora ci dà l’immagine dolorosa di tanti ostaggi, c’è stata una reazione disastrosa e rischia di essere crudele e fin troppo prolungata. E nel mondo ci sono tante altre guerre dimenticate che portano macerie, sangue, dolore e lacrime. Come è possibile dirsi buon Natale in questa situazione? È possibile – continua il vescovo – perché sulle nostre fatiche splende il sorriso di Dio che non si stanca di volere la nostra gioia. E ce la mette tutta e ci chiede di aprire il cuore alla gioia, accogliendo il segreto che ce la può dare, il segreto di un amore riscoperto e vissuto nei suoi confronti e nei nostri rapporti.
Dio viene nel suo Figlio fatto carne a dirci che ci sta vicino, prende la nostra sofferenza sulle sue spalle, la porta con noi e ci dice: ‘Cari figli, che aspettate ad aprire il cuore all’amore?’. Non si va da nessuna parte facendoci la guerra e la guerra non è solo quella di bombe e macerie, ma anche quella dentro di noi e delle case che non trovano la capacità di vivere in fraternità e in unione, ma vivono con tante tensioni e separazioni che portano dolore ai bambini e a coloro che hanno bisogno di essere accuditi dalla premura dell’amore”. Monsignor Sorrentino conclude il suo messaggio facendo gli auguri, in sei lingue, ai tanti pellegrini di diverse nazionalità, arriveranno in Assisi per le festività natalizie.

“Buon Natale a voi fratelli e sorelle che mi ascoltate nelle vicinanze, ma vorrei augurare buon Natale ai pellegrini che ci raggiungeranno nelle feste da tutte le parti del mondo; a loro parleremo nella nostra lingua o nella loro lingua (seguono auguri in inglese, tedesco, francese, spagnolo e portoghese). Buon Natale a tutti in tutte le latitudini del mondo, il Bambino di Betlemme ci porti un regalo grande, il regalo della pace”. Per quanto riguarda le celebrazioni, quello di quest’anno sarà un Natale speciale, all’insegna degli 800 anni del primo presepe della storia, realizzato da San Francesco a Greccio nel 1223.

Tanti gli appuntamenti di fine anno e le sante messe che verranno celebrate per il Tempo di Natale. Nella cattedrale di San Rufino la sera del 24 dicembre, vigilia di Natale, alle ore 23.30 si terrà il Pontificale del vescovo, mentre il giorno di Natale oltre alle sante messe delle ore 8 e delle ore 18, alle ore 10 verrà celebrata la santa messa solenne animata dalla Cappella musicale San Rufino. Come di consueto domenica 31 dicembre durante la santa messa delle ore 17 verrà cantato il “Te Deum” di ringraziamento. Lunedì 1 gennaio le sante messe verranno celebrate alle ore 10 e ore alle ore 18 mentre il 6 gennaio oltre alle sante messe delle ore 8 e delle 18 verrà celebrata una santa messa solenne alle ore 10. Nella chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione la santa messa “nella Vigilia di Natale” verrà celebrata alle ore 22.30, nel giorno del Natale del Signore la celebrazione eucaristica si terrà alle ore 9.30 e alle ore 11. Domenica 31 dicembre dalle ore 23 alle ore 24 ci sarà l’adorazione eucaristica. Il 1 gennaio la santa messa verrà celebrata alle ore 9.30 e alle ore 11, mentre sabato 6 gennaio, Epifania del Signore santa messa alle ore 9,30 e alle ore 11. La santa messa del giorno di Natale a Nocera Umbra si terrà alle ore 11,15 nella concattedrale di Santa Maria assunta a Nocera Umbra e sarà presieduta dal vescovo Sorrentino. Sabato 24 dicembre la veglia nella concattedrale di San Benedetto a Gualdo Tadino sarà celebrata alle ore 23,30. Il vescovo Sorrentino il giorno di Natale alle ore 18 presiederà la santa messa nella concattedrale di Sant’Agostino a Foligno.

Terni – le celebrazioni Natalizie presiedute dal vescovo Soddu e il pranzo di solidarietà

Un Natale che porti speranza, che faccia partecipi tutti, in modo particolare le persone sole, sofferenti, malate e bisognose, i giovani e le famiglie della gioia e dell’amore di Dio.
È il Natale che la chiesa diocesana si appresta a vivere nella fraternità e solidarietà, con diversi e significativi eventi religiosi, dalle celebrazioni prenatalizie, alla visita del vescovo Soddu ai detenuti della Casa Circondariale di Terni, alle case di accoglienza, all’incontro con associazioni e movimenti ecclesiali per condividere un momento di preparazione al Natale e per uno scambio augurale.

«La luce del Natale che vince le tenebre dei cuori – ricorda il vescovo Francesco Antonio Soddu nel messaggio augurale – ci guidi all’incontro con Gesù, che si fa carne nella vita dei più piccoli. La Buona Notizia possa tradursi in presenza reale nella quotidianità, nelle nostre città, nella nostra Diocesi, promuovendo il bene e il benessere di tutti».

Le celebrazioni:
Mercoledì 20 dicembre alle ore 10 messa prenatalizia per studenti, docenti e operatori dell’Istituto Leonino presso la chiesa di Sant’Antonio.
Alle 18.00 nel salone della Curia, il vescovo incontrerà i responsabili e delegati delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti ecclesiali per condividere un momento di preparazione al Natale e per uno scambio augurale.
Giovedì 21 dicembre alle ore 11 il vescovo presiederà in Cattedrale la celebrazione prenatalizia per i dipendenti della Cosp Tecno Service.

Domenica 24 dicembre alle ore 23.30 nella Cattedrale di Terni il vescovo Francesco Soddu presiederà la celebrazione della Notte di Natale, lunedì 25 dicembre la solenne concelebrazione del Natale del Signore alle ore 11 la nella Concattedrale di Narni, e alle ore 17.30 la concelebrazione della solennità del Natale nella Concattedrale di Amelia.

Il pranzo di Natale in fraternità
Segno di solidarietà con i più poveri e le persone sole è il tradizionale appuntamento natalizio del pranzo di Natale in fraternità del 25 dicembre alle ore 13, offerto alle persone in situazioni di disagio, difficoltà e solitudine, che si terrà presso la parrocchia San Matteo apostolo a Campitelli.
Con il vescovo Francesco Soddu siederanno a tavola un centinaio di invitati, assistiti dalle associazioni caritative della diocesi, ma anche intere famiglie che hanno deciso di trascorrere la festa non a casa propria, ma insieme ai più bisognosi della città. I volontari si occuperanno della buona riuscita della giornata, dall’allestimento all’accoglienza, al servizio ai tavoli del cibo, che è offerto da Matteo Barbarossa chef e cooperativa sociale Actl.
Il Lions Club San Valentino ha contribuito per i regali ai bambini, l’Acciai Speciali Terni per i panettoni alle famiglie e la comunità filippina per i centrotavola.

Fine anno
Nel periodo delle festività dopo Natale, la Chiesa diocesana celebra la conclusione dell’anno domenica 31 dicembre alle ore 17.30 nella cattedrale Santa Maria Assunta di Terni con il tradizionale Te Deum di ringraziamento presieduto dal vescovo Francesco Soddu alla presenza delle autorità cittadine.

Celebrazione inizio 2024
Il 1 gennaio, solennità di Maria Santissima Madre di Dio, la celebrazione con il canto del Veni Creator e la consacrazione della diocesi al Sacro Cuore di Gesù, sarà presieduta dal vescovo Soddu nella Cattedrale di Terni alle ore 17.30

Perugia – il dipinto della chiesa terremotata di Pierantonio la “Madonna con il Bambino…” esposto nel Museo della Cattedrale. L’arcivescovo Maffeis: «ancora una volta, l’annuncio della nascita del Salvatore ci giunge dalla periferia…»

«Il Natale di Gesù accade in periferia: non a Gerusalemme, la città santa, ma a Betlemme, in una grotta di pastori. In questa prospettiva, sono grato al Museo diocesano per aver voluto porre l’attenzione, in questo Natale, a quella nostra periferia che è stata segnata dal terremoto dello scorso 9 marzo: Pierantonio e i paesi vicini, sono la nostra “Betlemme”, dove nelle case danneggiate dal sisma oggi non c’è posto per centinaia di persone, costrette a riparare altrove… Ma proprio la chiesa parrocchiale di Pierantonio ci consegna un’opera come la Madonna con il Bambino, esposta al Museo fino all’Epifania: ancora una volta, l’annuncio della nascita del Salvatore ci giunge dalla periferia, invitandoci a metterci in cammino verso la Luce e verso i fratelli, come hanno fatto i pastori». Così l’arcivescovo Ivan Maffeis in occasione dell’esposizione, dal 15 dicembre al 7 gennaio, nel Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, del dipinto della chiesa di San Paterniano in Pierantonio (Umbertide) momentaneamente inagibile a seguito del sisma, una pala d’altare attribuita a Sinibaldo Ibi, allievo del Perugino, raffigurante la “Madonna in trono con il Bambino tra i santi Giacomo, Paterniano Vescovo, Francesco d’Assisi e Giovanni Battista”.

Obiettivo e segno di rinascita. La sua esposizione assume un duplice rilevante significato culturale e sociale nel tenersi sia nell’anno del V centenario della morte del Perugino (1523-2023) sia nel periodo natalizio quando tendono ad accentuarsi le sofferenze in quanti (oltre 200 famiglie) ancora vivono nell’incertezza e alle prese con la ricostruzione post-sisma. Non a caso, spiega il direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali, l’architetto Alessandro Polidori, «il progetto espositivo di questo dipinto nasce con l’obiettivo di fare un dono a tutto il nostro territorio ed in particolare a Pierantonio, epicentro del sisma, cercando di portare un segno di speranza e rinascita proprio in occasione del Natale».

Messa in sicurezza delle opere. «Abbandono, perdita, dolore, dimenticanza, vuoto, macerie, disagio, sisma, ferita, buio, chiusura, allontanamento – prosegue il direttore Polidori – sono alcune parole chiave che abbiamo scelto per raccontare il dramma vissuto dai territori colpiti dal sisma. All’angoscia di dover, per alcuni, lasciare le proprie abitazioni si è aggiunta poi la chiusura dei luoghi di aggregazione e in particolare dei luoghi di culto. Da questi si è resa oltretutto necessaria un’“operazione di sottrazione” per la messa in sicurezza delle opere d’arte; custode temporaneo è divenuto il Museo del Capitolo della Cattedrale presso il complesso monumentale “Isola di San Lorenzo”».

Parole chiave di speranza. Nel soffermarsi sull’esposizione temporanea “Qui c’è la mia vita”, che rientra nelle iniziative che abbiamo chiamato “Tesori all’Isola” – spiega l’architetto Polidori –, prende il nome dalle parole commosse pronunciate da Luca, barista di Pierantonio, al momento della riapertura della sua attività. All’interno del Museo del Capitolo trova quindi spazio la tela attribuita a Sinibaldo Ibi. A dialogare con l’opera cinquecentesca ci sono inoltre i lavori di due artisti contemporanei, Riccardo Secchi e Paolo Bellegrandi, che hanno accolto la nostra sfida di proporsi come mediatori del messaggio di rinascita. Alle parole chiave negative si aggiungono quindi quelle positive e portatrici di speranza: custodia, accoglienza, cura, memoria, vita, dialogo, dono, pace, nascita. Esse ci guidano alla scoperta di questa esposizione, legandosi in maniera perfettamente armoniosa al significato veicolato dall’opera di Pierantonio».

Portatori di un messaggio vero. Significativo è anche il dato in crescita dell’affluenza di visitatori al Museo con l’esposizione del dipinto della chiesa di Pierantonio. Non solo famiglie e persone adulte, anche una classe della Scuola elementare di Pierantonio in visita lo scorso 19 dicembre. «I bambini – racconta il direttore Polidori – hanno potuto rivedere l’opera proveniente dalla propria chiesa parrocchiale ed hanno partecipato all’attività educativa “L’arte di riparare la vita”. Un laboratorio che parte dall’osservazione delle opere e la cui riflessione verte sul concetto di “ferita” e di come queste possono divenire un valore aggiunto nelle nostre vite. Una delle missioni che infatti affidiamo al nostro Museo, alle opere in esso conservate e alle iniziative che proponiamo, è proprio quella di essere portatori di un messaggio vero e significativo per le nostre vite e la nostra quotidianità».

Gli interventi del vice sindaco e del parroco. Alla cerimonia inaugurale dell’esposizione sono intervenuti anche il vice sindaco di Umbertide, Annalisa Mierla, e il parroco di Pierantonio, don Raffaele Zampella.

L’esponente politico ha espresso «un ringraziamento alla sensibilità di mons. Maffeis e di tutta la Chiesa perugino-pievese per darci la possibilità di poter ancora vedere quest’opera, che è il simbolo della frazione di Pierantonio. Questo quadro ci protegge ed era stato riportato alla luce con un restauro privato da uno dei primi mecenati del nostro territorio. Infatti, la famiglia Montanucci, a metà degli anni ’80 decise di sistemarlo e di riposizionarlo nella chiesa di San Paterniano. L’opera di Sinibaldo Ibi riveste dal punto di vista artistico-culturale una grande importanza. Proprio in questi giorni sono state a visitarlo anche le scuole del territorio».

Il parroco ha parlato di un «bel segno di attenzione alle periferie e non solo geografiche. Per la comunità di Pierantonio è importante che questa preziosa opera sia valorizzata nel periodo natalizio, rendendola fruibile anche a tutti i turisti che giungono a Perugia. È un’occasione per richiamare l’attenzione delle Istituzioni civili e religiose, che ringrazio per questo progetto, a rivalorizzare un territorio messo a dura prova dal sisma ma non solo, nell’attesa di poter ripartire a livello sociale e spirituale. È necessario avviare quanto prima la ricostruzione anche della chiesa parrocchiale inagibile dallo scorso marzo. Le funzioni religiose continuiamo a tenerle nel locale CVA».

Terni – celebrazione in carcere del vescovo Soddu e dono dei panettoni ai detenuti

In preparazione al Natale, il 18 dicembre presso la Casa Circondariale di Terni, il vescovo Francesco Antonio Soddu ha presieduto la celebrazione prenatalizia con detenuti e operatori del carcere, alla presenza del direttore Luca Sardella, del comandante della Polizia Penitenziaria Fabio Gallo, dell’assessore alle politiche sociali del Comune di Terni Viviana Altamura, del direttore della Caritas diocesana don Giuseppe Zen, del cappellano del carcere padre Massimo Lelli, di padre Danilo Cruciani, padre Luca Atzeni, del diacono Ideale Piantoni, di Martina Tessicini presidente dell’associazione di volontariato San Martino, della responsabile del settore carcere della Caritas Nadia Agostini, di altri volontari e operatori.
“Sono contento di essere qui e di poter augurare a voi un felice Natale – ha detto il vescovo -. Il Natale ci ricorda la nascita di Gesù che si è fatto uomo, segno di speranza, che scaccia tutte le tenebre che affliggono le persone. Lui si dona a noi perchè possiamo essere liberi. Ciascuno di noi è chiamato ad entrare nel profondo di se stesso, nel luogo più intimo di ciascuno, che è il luogo dell’incontro con Dio. Ciò che manda un fascio di luce a questa celebrazione è il vaticinio del profeta Isaia, come una nuova creazione, che dà a tutti la possibilità di cogliere la salvezza del Signore, una Parola di benedizione che libera, quella libertà interiore, che nessuno potrà mai togliere: non può esserci un detenuto che non vive la libertà dei figli di Dio, come molti in libertà vivono in schiavitù, perchè sono incatenati dal proprio egoismo. Gesù si fa piccolo ed entra nella storia del mondo e di ciascuno di noi, è un incontro con una persona viva da cui imparare il senso autentico della vita”
Al termine sono stati donati al vescovo, da parte dell’amministrazione penitenziaria, una bottiglia di essenza di lavanda prodotta in carcere e dei biscotti realizzati dalla panetteria all’interno della Casa Circondariale.
Il vescovo si è soffermato ad ammirare il grande presepe realizzato da un detenuto Alta Sicurezza 3 (O.A.), in collaborazione con altri detenuti dello stesso circuito, con la caratteristica ambientazione nella Roma antica rappresentata dal Colosseo, e della cristianità rappresentata dalla basilica di San Pietro, con la natività sospesa su una nuvola che domina dall’alto l’ambientazione sottostante. E’ interamente artigianale ed è il frutto di un lavoro iniziato da mesi, con i vari pezzi realizzati all’interno delle camere detentive.
Il vescovo ha concluso la mattinata con la visita ai detenuti in regime speciale del 41bis.
Vicini e attenti al mondo del carcere, la Caritas diocesana e l’associazione di volontariato San Martino, in occasione del Natale, hanno donato 250 panettoni per i detenuti per il pranzo di Natale.
Nel periodo di Natale il cappellano padre Massimo Lelli, celebrerà le messe all’interno dei vari padiglioni, mentre i volontari della Caritas organizzano momenti di festa insieme con le tombolate nei giorni del 21 e 27 dicembre e 3 gennaio.

Perugia – celebrata in cattedrale la Veglia diocesana di Avvento dei giovani. L’esortazione augurale dell’arcivescovo Maffeis: «Non siate sonnambuli, ma siate come i pastori nella Notte di Betlemme!»

«Non siate sonnambuli, ma siate come i pastori nella Notte di Betlemme!». È l’esortazione augurale dell’arcivescovo mons. Ivan Maffeis rivolta alle centinaia di ragazzi e ragazze che hanno gremito, nella serata del 14 dicembre, la cattedrale di San Lorenzo di Perugia, durante la loro tradizionale Veglia diocesana di Avvento in preparazione al Natale, dedicata al tema tratto dal Vangelo di Giovanni “Dalla sua pienezza…” (Gv1,16), organizzata dalla Pastorale giovanile insieme alla Pastorale vocazionale, al Coordinamento oratori perugini e alla Pastorale universitaria, in sinergia con il Pontificio Seminario regionale “Pio XI” di Assisi.

Veglia che quest’anno è culminata con l’ammissione agli Ordini sacri e il conferimento dell’Accolitato a tre seminaristi: Samuele Betti, al V anno di formazione, della parrocchia di Santa Maria in Prepo di Perugia, ha ricevuto l’accolitato; mentre Giuseppe Mordivoglia, della parrocchia di San Biagio in San Biagio della Valle (Marsciano), e Pietropaolo Fioretti, della parrocchia dei SS. Pietro e Paolo in Pozzuolo Umbro (Castiglione del Lago), entrambi al III anno di formazione, sono stati ammessi tra i candidati agli Ordini sacri.
Le parole dell’arcivescovo Maffeis, hanno commentato gli organizzatori della Veglia, hanno raccolto e dato senso al grande impegno profuso da tutti i parroci, gli animatori, gli educatori e i formatori per accompagnare i giovani nella Chiesa, in un cammino che sia quanto più possibile di crescita integrale, motivando e incoraggiando giovani e adulti. «Ringrazio ciascuno di voi, a partire da chi viene da più lontano – ha esordito mons. Maffeis –. Voi siete la geografia viva della nostra Chiesa. A me piacerebbe davvero poter restituire a ciascuno la gioia di quest’incontro venendovi a trovare. Oggi siamo qui un po’ come quei pastori nella Notte di Betlemme che sono stati raggiunti sui loro sentieri e chissà quante cose avevano per la testa…, quanti problemi, quante preoccupazioni…, e vengono raggiunti da un annuncio di Luce: “Oggi per voi è nato il Salvatore, il Cristo Signore”. Ma c’è ancora spazio dentro di noi per questo annuncio?».

Annuncio di Luce. L’arcivescovo si è poi chiesto: È un annuncio di Luce, o è semplicemente un augurio che ci scambiamo in mezzo a tanti altri? La risposta non è scontata per nessuno, ma neanche per me. L’ultimo rapporto del CENSIS ci fotografa come sonnambuli, gente che neanche dorme ma peggio, che si muove senza consapevolezza. Questo clima, che emerge dal rapporto del CENSIS, è diffusissimo e caratterizza la società italiana, e non fa altro che generare emotività».

Tante paure della società. «Nelle emotività scoppiano le paure – ha commentato l’arcivescovo, elencando le più diffuse e sentite –. La paura per l’accentuarsi delle crisi climatiche, la paura che finisca l’acqua, la paura che non ci sia energia per tutti, la paura della guerra e delle conseguenze che può portare anche in casa nostra in termini di povertà, di violenza, di assuefazione alla violenza. La paura che arrivi una stagione ancor più difficile. Altro che auguri per il nuovo anno! La paura degli immigrati e la paura che non ci sia sufficiente manodopera per pagare le pensioni e per assicurare a tutti l’accesso alle cure. Di paure ne abbiamo nel cuore anche noi e ne potremmo aggiungerne delle altre a questo elenco».

Non solo sonnambuli. «E allora che spazio c’è per l’annuncio del Natale? Io credo, guardandovi, che voi testimoniate che oggi non siamo solo sonnambuli, oggi io ho davanti una comunità, una Chiesa viva, giovane, una Chiesa diversa da quella in cui sono cresciuto, senz’altro. Una Chiesa altrettanto e forse ancora più bella, perché era più facile essere Pastore nella Notte di Betlemme quando io avevo la vostra età. Oggi, in un mondo più confuso, più attraversato da tanti pensieri, essere cristiani è cosa di grande ed io vi dico grazie di questo. L’augurio per questo Natale sia quello di lasciarci incontrare e sorprenderci ancora una volta dall’annuncio della Notte di Betlemme, perché nessuno pensi mai che la propria vita è inutile, non è degna di essere vissuta e nessuno si senta abbandonato. Chi si lascia raggiungere dal Signore Gesù, dalla sua amicizia, testimoniata dalla Chiesa, dai rapporti fraterni, si trova in cammino e non vive più da sonnambulo, ma da ragazzo, ragazza, da uomo, da donna in piedi. Questo mondo così distratto è ancora disposto a lasciarsi sedurre, a lasciarsi prendere per mano e a condividere la gioia del Natale». E’ fiducioso l’arcivescovo Maffeis nel dialogare soprattutto con le future generazioni.

Non solo affare di preti, ma condivisione di fede. Della Veglia di Avvento dei giovani condivisa con i loro coetanei seminaristi, ne ha parlato il rettore del Pontificio Seminario “Pio XI” don Francesco Verzini. «L’ammissione tra i candidati al diaconato e al presbiterato di due alunni del nostro seminario, come il conferimento dell’accolitato ad un altro seminarista – spiega don Verzini –, è motivo di gioia condivisa almeno per tre ragioni: la prima è dovuta al fatto che le ammissioni e i conferimenti dei ministeri sono segnale del positivo progredire del cammino di formazione dei tre giovani perugini verso il ministero ordinato; la seconda è data dalla testimonianza che danno questi ragazzi, infatti la loro disponibilità ad assumersi degli impegni nella Chiesa può essere stimolo per altri giovani affinché sia presa ancora in considerazione la possibilità di mettersi al servizio della Chiesa e dei fratelli e delle sorelle attraverso il sacerdozio ministeriale; infine, la terza ragione è che il conferimento dei ministeri ci ricorda che la Chiesa è ministeriale, è coinvolgimento di tutti i battezzati, è comunione e servizio, è sinodale, perché i ministeri, se non l’ordine sacro, non sono solo affare da preti».

Riapertura della chiesa di San Michele arcangelo a Bastia Umbra

Grande festa a Bastia Umbra per la riapertura della chiesa di San Michele Arcangelo, rimasta chiusa 11 mesi per alcuni lavori di riqualificazione realizzati con i fondi dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica. La cerimonia, dal titolo “RiapriAmo”, è in programma all’interno delle festività natalizie bastiole e si svolgerà sabato 23 dicembre alle ore 10.30 con una celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno.

L’intervento ha riguardato il ripristino del rivestimento del colonnato e della navata laterale. Il rivestimento esistente lapideo, che si è licenziato dal proprio supporto, è stato completamente rimosso insieme alle malte sottostanti inefficaci ed è stato sostituito da pareti in cartongesso finito con tinteggio che rispetta le colorazioni esistenti, con evidente alleggerimento dei carichi gravanti sulle strutture portanti.
“Finalmente riapriamo la nostra chiesa – spiega il parroco don Marco Armillei – e ci riappropriamo di questo luogo identitario per la comunità bastiola che, grazie a parte dell’8×1000, è stato messo in sicurezza e rinnovato. Questo restauro, così come altri, sono realizzabili grazie alla firma che mettiamo nella nostra denuncia dei redditi. La chiesa di San Michele è l’esempio di quello che la Conferenza episcopale italiana riesce a fare in ambito artistico, architettonico e caritativo con i fondi del Sovvenire. Ora – conclude don Marco – mi auguro che la chiesa rinnovata porti al rinnovamento delle persone e della nostra fede”.

Perugia – La bellezza è cura alle macerie e all’inagibilità degli edifici terremotati

Anche la Cultura, attraverso la salvaguardia e la valorizzazione delle opere d’arte, trasmette speranza a comunità colpite da calamità naturali. È il caso di Pierantonio, frazione di Umbertide, epicentro del terremoto dello scorso 9 marzo, la cui chiesa di San Paterniano è stata dichiarata inagibile. Al suo interno si trova il prezioso dipinto raffigurante la “Madonna in trono con il Bambino tra i santi Giacomo, Paterniano Vescovo, Francesco d’Assisi e Giovanni Battista”, opera di Sinibaldo Ibi, allievo del grande Pietro il Perugino del quale quest’anno ricorre il V centenario della morte (1523-2023).

Questo dipinto, in occasione del Natale, sarà esposto temporaneamente nel Museo del Capitolo della Cattedrale di Perugia del complesso monumentale “Isola di San Lorenzo”, nell’ambito dell’evento “Qui c’è la mia vita”.

L’esposizione, che rientra tra le iniziative di “Tesori all’Isola”, ha la finalità di valorizzare il patrimonio storico-artistico, ma soprattutto quello di approfondire tematiche, storie che possano generare un dialogo vero e un incontro vivo per tutti i visitatori. Inoltre vuole richiamare l’attenzione su eventi di carattere sociale che hanno come protagonisti gli abitanti di territori alle prese con problematiche difficili causate da un sisma vedendoli impegnati nella ricostruzione non solo materiale ma anche sociale e culturale dei propri luoghi.

L’esposizione, fruibile ai visitatori dell’“isola di San Lorenzo” fino al prossimo 7 gennaio, sarà inaugurata venerdì 15 dicembre, alle ore 17.30, dall’arcivescovo mons. Ivan Maffeis insieme al parroco di Pierantonio don Raffaele Zampella e ai rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Umbertide.

«Al dipinto dell’allievo del Perugino della chiesa di San Paterniano di Pierantonio – spiega l’architetto Alessandro Polidori, direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali e curatore dell’esposizione –, saranno affiancate alcune opere di due artisti suoi contemporanei, Paolo Bellegrandi e Riccardo Secchi, le cui tele diventano degli essenziali mediatori per comprendere le ferite provocate dal sisma e suggerire una visione, una prospettiva e un’ispirazione, affinché la bellezza possa essere la cura e l’antidoto per non lasciare che le macerie e l’inagibilità degli edifici facciano calare il buio e la vita si spenga anche in questi paesi del nostro territorio. L’iniziativa – conclude l’architetto Polidori – è quindi un dono natalizio, l’auspicio di una nuova nascita, rivolto alle comunità colpite e a tutti i visitatori».