Terni – Caritas diocesana: un anno di accoglienza e integrazione delle persone più disagiate, in cui 5.014 persone si sono rivolte alla Caritas

In un contesto sociale locale che evidenzia il perdurare di una crisi profonda, aggravata dal conflitti in atto e dalle conseguenti crisi sociali ed economiche, la Caritas di Terni-Narni-Amelia e l’associazione di volontariato San Martino impresa sociale, operano per sostenere in maniera efficace persone e famiglie, in un percorso che mira ad evitare la cronicizzazione del disagio e conseguentemente situazioni di emarginazione sociale.
Grazie alla capillare presenza sul territorio di parrocchie e centri di ascolto, si cerca di mettersi in ascolto del territorio e di “leggere” alcuni problemi per prevenire future emergenze, l’emergere di povertà nascoste che vengono spesso taciute alla comunità, specie nei quartieri della città che sono più a rischio di degrado, con una forte presenza di disagio sociale e giovanile.
Nel 2023 le persone che si sono rivolte alla Caritas – associazione di volontariato San Martino impresa sociale, sono state 5.014, ossia 875 in più rispetto al 2022 (+ 20%)

«Non c’è persona che non sia amata dal Signore e che non debba avere attenzione da parte dei credenti e delle altre persone, nella vicinanza e nel mettersi al servizio degli altri. La Caritas è l’espressione educativa della chiesa, che anima e sensibilizza alla dimensione della carità che è l’amore di Dio, facendo in modo che tutte le persone non trascurino questo aspetto della carità e che non può essere delegato agli altri. La Caritas non è chiamata a gestire dei servizi, ma a mettersi accanto ai fratelli bisognosi, sostenendoli e considerandoli come ricchezza per costruire rapporti interpersonali di amicizia e solidarietà, questo è il valore aggiunto della carità.Poi ci sono dei segni che si traducono in opere che danno testimonianza della carità. Se questo è colto dalla nostra comunità e città allora la stessa comunità cresce umanamente e ciò deve riguardare tutti perché nessuno può delegare l’amore ad altri».

«Nel nostro territorio la povertà e i bisogni crescono in maniera considerevole in tutti i vari aspetti – sottolinea il neo direttore della Caritas di Terni-Narni-Amelia don Giuseppe Zen (nominato direttore nel settembre di questo anno) -. La fragilizzazione sistemica della società fa sì che anche a Terni cresca il disagio e di conseguenza i numeri della povertà. In particolare la condizione professionale che racconta molto delle fragilità di questo tempo. A chiedere aiuto sono per lo più persone che fanno fatica a trovare lavoro, disoccupati o inoccupati ma anche tanti “working poor”, a dimostrazione che la povertà è sempre più multidimensionale. Le persone presentano sempre più marcatamente vari ambiti di disagio con prevalenza di bisogni occupazionali e abitativi; problemi famigliari; problemi di salute, soprattutto fragilità e disagio psicologico. Mi preme rimarcare però che, al di là dei numeri e delle problematicità, i poveri sono persone con un volto e un’anima, e per chi crede questa persona, chiunque essa sia, è preziosa agli occhi di Dio».  (INTERVENTO DEL DIRETTORE D0WNLOAD)

I DATI DELLE ATTIVITA’ 2023 
Mensa San Valentino: sono stati 30.000 i pasti consumati alla mensa e 7.000 consegnati da asporto. In occasione delle feste natalizie sono stati distribuiti 80 cesti natalizi, 25 confezioni per l’igiene, 60 confezioni di dolciumi. Alla mensa sono stati accolte 5 persone in attività riparatorie e misura alternativa. Inoltre dal mese di ottobre sono stati ospitati alcuni studenti dell’Ipsia e dell’Istituto Casagrande Cesi con un accordo di collaborazione culturale e didattico educativo. Hanno prestato servizio di volontariato 40 persone.
La mensa è aperta tutti i giorni, compresa la domenica e il pasto in presenza oggi viene servito il pomeriggio dalle 16:30 alle 17:30; la mattina è aperta alle 8:30 per la colazione anche da asporto, alle 12 si può ritirare un sacchetto viveri con un pasto completo.
L’aspetto più rilevante è che la mensa, in questi anni per molti è divenuta una famiglia, proprio perché non è solo un luogo dove consumare un pasto, ma dove famigliarizzare: ci si siede vicino, si dà un sorriso e si dialoga.

L’Emporio della Solidarietà:
Nel 2023 sono stati distribuiti 82.486 pezzi di prodotti alimentari (circa 44mila in più rispetto al 2022, raddoppiati rispetto al 2022) presso l’emporio della Solidarietà in Via Vollusiano,18 a Terni e in quello di Amelia, gestito dalla parrocchia San Francesco.
I beni sono stati reperiti con i contributi della Fondazione Carit, della Caritas Italiana, del Comune di Terni fondo di solidarietà, dell’8 per mille della diocesi di Terni-Narni-Amelia, di raccolte presso supermercati effettuate durante l’anno, e l’iniziativa “Dona la spesa” e “Regalo sospeso”.
È aumentata la qualità dei prodotti con il fresco, olio d’oliva, affettati e formaggi che prima non venivano distribuiti dando prevalenza a cibi a lunga conservazione.
Le persone per accedere devono essere segnalate dal Parroco o presbitero e/o coordinatore parrocchiale o Associazione che in parrocchia gestisce la carità. I nuclei o i singoli segnalati sono chiamati dagli operatori dell’Emporio, possono accedere uno alla volta e solo su appuntamento.
Sono stati distribuiti 35.000 capi di vestiario presso l’emporio della Solidarietà a Terni
91 persone hanno usufruito del Servizio doccia aperto al centro Caritas di via Vollusiano a Terni
Il Centro di Ascolto nel carcere di Terni dove sono stati effettuati 20 nuovi colloqui, con la consegna a 250 detenuti di 3.265 beni di prima necessità.
Sono stati accolti 240 immigrati, di cui 219 richiedenti asilo

«Tutte le persone che abbiamo incontrato – ha detto il presidente dell’associazione San Martino impresa sociale, Martina Tessicini – sono persone che soffrono di un disagio sia psicologico o dovuto a dipendenze da sostanze e da alcol, e che necessitano di una presa in carico strutturata. Per questo sono stati inserite nelle nostre attività delle figure professionali come assistenti sociali, educatori e psicologi. Non è facile fare questo tipo di servizio perché la persona deve aderire al percorso di riabilitazione e di cura. Continua l’accoglienza e il sostegno delle persone in difficoltà, gli invisibili, le vittime di violenza e della violenza di genere. Altro tema importante è quello della formazione di coloro che si avvicinano ai servizi per cui puntiamo molto su questo aspetto con corsi e tirocini che abbiamo avviato».

Sono seguite 40 persone vittime di tratta, in accoglienza 13 donne con 7 minori, per sfruttamento sessuale e 20 uomini per sfruttamento lavorativo, nell’ambito del progetto Free Life: Fuori dal Rischio Emarginazione ed Esclusione.
Sono 153 le donne maltrattate prese in carico dal Centro Anti Violenza “Libere Tutte” affidato in gestione alla San Martino. Di queste 145 donne, 7 sono in accoglienze residenziali con i loro 6 figli minori; inoltre 4 donne singole e altre 10 donne con 12 minori in pronta emergenza.
Sono state 159 le persone che hanno usufruito del contributo 8×1000 della carità (gestito direttamente dalla Caritas) con 99 contributi per il pagamento delle utenze, 17 contributi per il pagamento degli affitti, 43 contributi per interventi vari.
A Casa Parrabbi sono stati accolti 29 uomini, di cui 5 italiani e 24 stranieri
Sono state 13 persone accolte nel progetto Emergenza Freddo gestito per conto del Comune di Terni.
196 (460 accessi) persone si sono rivolte al Centro Servizi di Contrasto alla povertà – Via Vollusiano il Centro Servizi di Contrasto alla povertà a Terni (V.C.S.) con n. 446 per l’espletamento di pratiche burocratiche, per i buoni libro degli studenti, per il corso interno di lingua italiana, sportello legale, sportello di Orientamento al Lavoro, sportello di supporto psicologico, mediazione linguistico-culturale. Principalmente per le lingue: Ucraino, Arabo, Inglese, Urdu e Pahto.
Sono stati effettuati corsi di educazione finanziaria, di supporto alla genitorialità, di alfabetizzazione digitale, di sicurezza specifica e generale, di educazione alla salute
E 40 persone hanno aderito alla formazione per operatrici e volontarie “Scarpe Rosse: formazione per fare la differenza”.
57 volontari del servizio civile universale sono stati seguiti in attività di tutoraggio e orientamento lavorativo.

LA RELAZIONE INTEGRALE  San Martino impresa sociale Relazione sintetica attività 2023

Associazione Santo Sepolcro Foligno ETS – concerto di fine anno pro Terra Santa

Presso la basilica di S. Pietro in Perugia, venerdì 29 dicembre, alle ore 21,00 si terrà il concerto di fine anno per la Terra Santa “Il viaggio di Maria” che vedrà la partecipazione del Coro Canticum Novum di Solomeo, il Coro voci bianche Mousikè (Klara Luznik, maestro del coro) Fulvio Pepe, voce recitante e l’ orchestra OTC Ensemble, diretti dal maestro Fabio Ciofini. Le musiche originali e le elaborazioni per coro e strumenti concertanti sono stati realizzati da Luca Garbini.
Il ricavato dal concerto sarà destinato ai bambini di Gerico della scuola “Terra Santa School”.
Al termine del concerto verranno consegnati alcuni riconoscimenti a coloro che da alcuni anni condividono e sostengono l’ Associazione.

Il viaggio di Maria passa attraverso letture, musiche originali e canti natalizi della tradizione italiana.
Si inizia con un estratto della celebre Lauda “Amor de caritate” del mistico umbro Jacopone da Todi, in cui l’autore identifica le parole Amore e Carità come due elementi essenziali di quel Dio che, per amore verso l’uomo, si incarna a immagine della sua creatura. Al centro della rappresentazione il racconto del primo presepe della storia: esattamente ottocento anni fa, San Francesco sceglieva il piccolo borgo di Greggio per realizzare la prima rievocazione della Notte Santa, minuziosamente raccontata da Tommaso da Celano e in seguito dipinta da Giotto negli affreschi della Basilica superiore di Assisi.
Tutto questo è stato reso possibile grazie alla incondizionata fiducia di una ragazza di nome Maria che, promessa sposa di un giovane più grande di lei, accetta di rompere tutti gli schemi e le convinzioni dell’ epoca per assumersi la responsabilità di portare a compimento un progetto affidabile da uno sconosciuto messaggero entrato, senza avvisare, in casa sua.
Il racconto di Erri De Luca esalta l’umanità della protagonista e del povero fidanzato che, dopo una fase di frastornato sconcerto, intuisce la grandiosità dell’esperienza vissuta dalla sua amata e decide di restarle a suo fianco.
I due ragazzi, novelli sposi, sono completamente ignari di tutto, ma si fidano.
Il povero Giuseppe, consapevole del proprio ruolo, cerca di aiutarla come può, ma capisce che lei ha una energia interiore che la conduce dritta per la sua strada e non accetta compromessi. Lui si affida al succedersi degli eventi.
Il viaggio di Maria è una straordinaria testimonianza di fiducia nella vita, intesa come esperienza di momenti in cui l’abbandono resta la scelta migliore da compiere per poter vivere nel modo più intenso possibile ogni attimo dell’esistenza, anche e soprattutto quando le sicurezze e gli standard vengono spazzati via da eventi imprevedibili e più grandi.
La musica descrive la meraviglia e lo stupore di un’Umanità che osserva il mistero di quell’ atto di amore ricco di emozioni, nobili, tenere e pure.
Il concerto è organizzato dalla Fondazione Brunello e Federica Cucinelli e dall’associazione Santo Sepolcro Foligno ETS. Il sostegno è stato offerto dalla stessa Fondazione.

Per informazioni e Prenotazioni
Email: associazionesantosepolcrofolignoets.it
Tel. 393.9715743
Sito: www.santosepolcrofolignoets

Città di Castello – Al veder la stella: nascere in terre di conflitto ieri e oggi, attività per famiglie al museo diocesano

Un pomeriggio per stare insieme in famiglia, riflettere, giocare e scoprire cose nuove. Questo è quello che propone l’Ufficio pastorale della Cultura della diocesi di Città di Castello che, per la giornata di sabato 30 dicembre, realizza un’iniziativa dedicata al tema della Natività dal titolo “Al veder la stella: nascere in terre di conflitto ieri e oggi”. Il Museo diocesano apre le porte a tutti e invita a partecipare agli incontri tematici per adulti, letture animate, laboratori creativi per bambini e ragazzi.

Appuntamento alle ore 15.30 negli spazi del museo. Le attività inizieranno con la lettura iconografica delle immagini del Paliotto, a cura di Sara Borsi e Mauro Silvestrini. Alle ore 16 Beatrice Novelli, insegnante di storia e filosofia e volontaria in terre ‘di confine’, condividerà la sua esperienza in un incontro per conoscere e comprendere luoghi e persone lontani da noi.

In contemporanea, in alcune sale del museo, sarà attivo il book& creative corner : laboratori creativi per bambini (3/6 anni) con Claudia Ripi e l’Oratorio Don Bosco, letture ad alta voce con Federica Galvani, Annalisa Pierini, in collaborazione con la Libreria Sacro Cuore. Inoltre sarà presente uno spazio per la consultazione, aperto a tutti, a cura della Biblioteca comunale “Carducci”. Per i ragazzi dai 7 ai 14 anni, Camilla Burgassi organizzerà un laboratorio di sbalzo su rame, per interpretare e conoscere le tecniche di realizzazione di una delle opere più importanti del museo: il paliotto.

Coloro che sceglieranno di accettare l’invito a partecipare alle attività – adulti, giovani e bambini – avranno diritto, fino a giugno 2024, a un ingresso gratuito al campanile cilindrico. Per la partecipazione ai laboratori è necessaria la prenotazione: via mail a beniculturali@diocesidicastello. it oppure 3471155236 (Whatsapp).

L’iniziativa è sostenuta dai fondi 8Xmille alla Chiesa cattolica: chi ha firmato e firmerà scegliendo questa forma di sostegno, ha contribuito in modo determinante alla realizzazione di questo piccolo progetto.

Terni – il pranzo di Natale in fraternità con le persone sole e bisognose

Il Natale di solidarietà vuole portare la gioia della festa e la speranza alle persone sole e bisognose, soprattutto in un questo difficile periodo di crisi sociale ed economica.
Segno di solidarietà con i più poveri è il tradizionale appuntamento natalizio del pranzo di Natale in fraternità del 25 dicembre, che si è tenuto nell’oratorio della parrocchia San Matteo apostolo a Campitelli di Terni, offerto alle persone in particolari situazioni di disagio, difficoltà e solitudine, dalla cooperativa sociale Act e da Matteo Barbarossa chef, che ha preparato il pranzo dall’antipasto, primo, secondo e contorni, dolce e allestito i tavoli come in un ristorante per accogliere al meglio gli ospiti. A servire gli ospiti circa trenta volontari, alcuni dei quali sono da venti anni presenti a questo momento di festa insieme per la comunità diocesana.
A fare gli onori di casa il vescovo Francesco Antonio Soddu, che ha accolto i 120 ospiti di varie nazionalità, giovani e anziani, insieme all’assessore ai servizi sociali e welfare del Comune di Terni Viviana Altamura, al presidente della cooperativa Actl Sandro Corsi, al parroco di San Matteo don Francesco De Santis, la coordinatrice dell’iniziativa Antonella Catanzani, che hanno salutato i presenti e formulato gli auguri di buone feste.
«Il Natale è un momento di familiarità – ha detto il vescovo – come stiamo vivendo oggi qui tutti insieme nella pace e amore. Un saluto di benvenuto a tutti in questo giorno così bello in cui, come veri amici condividiamo la gioia del Natale e soprattutto dello stare insieme, condividiamo il pasto in fraternità come in una grande famiglia».
A sedersi ai tavoli, preparati con cura in ogni dettaglio, tante famiglie con bambini, assistite dalle associazioni caritative della diocesi, altre della parrocchia di Santa Maria del Rivo e delle case di accoglienza, famiglie seguite dall’Emporio Bimbi della San Vincenzo de’ Paoli che vivono particolari situazioni di bisogno, immigrati e anziani, persone sole ed anche coloro per i quali è divenuta ormai una tradizione essendo presenti dal 2000 anno in cui in diocesi ha avuto inizio la tradizione del pranzo di Natale, e alcune famiglie che hanno deciso di trascorrere la festa non a casa propria, ma insieme ai più bisognosi della città. Ad animare la giornata con canti, musica e balli per i bambini don Luca Andreani con alcuni volontari.
Alla realizzazione del pranzo hanno contribuito anche la comunità filippina di Terni che ha preparato e donato i centrotavola, mentre i volontari della parrocchia di Campitello hanno rallegrato la sala con festoni e un bell’albero di Natale e con i segnaposto fatti dai ragazzi del catechismo. La cioccolateria Calvani ha donato un grande panettone che è stato servito agli ospiti, il Lions Club San Valentino ha contribuito con i regali ai bambini che sono stati consegnati da simpatici Babbo Natale al termine del pranzo, l’Acciai Speciali Terni con i panettoni che sono stati donati agli adulti e famiglie presenti al pranzo.

Perugia: Più di cento al “Pranzo di Natale” offerto dalla Caritas diocesana. Don Marco Briziarelli, direttore Caritas: «Il nostro obiettivo sarebbe di non organizzare più questi pranzi… Forse questo è utopico, ma lavoriamo perché ci sia sempre di più nel cuore delle persone un cuore di carità capace di aprire le porte»

«Il Natale ci consegna un criterio ben preciso di grandezza, un Bambino. Noi sappiamo cosa susciti nel nostro cuore un fanciullo, tenerezza, accoglienza, un messaggio che dovrebbe davvero contagiare la nostra vita nell’accogliere il fratello a partire dal più bisognoso. Ci guadagniamo noi per primi!». L’ha detto l’arcivescovo Ivan Maffeis a margine del “Pranzo di Natale” offerto dalla Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve a più di cento ospiti della Mensa “Don Gualtiero” attiva da oltre un anno e mezzo presso il “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza” del capoluogo umbro.

Essere portatori di Luce. Riguardo a quanto sta accadendo nel mondo anche in questo Natale, l’arcivescovo è tornato a parlare delle «tenebre» che «ci sono e il rischio più grande che corriamo – ha sottolineato – è quello di abituarci, di diventare indifferenti, o addirittura cinici. Il messaggio del Natale è un messaggio che, mentre ci fa indignare per ogni disumanità, per ogni dignità tradita e calpestata nella persona, ci deve portare ad essere portatori di Luce che cantiamo nelle nostre liturgie».

Un cuore di Carità che apra le porte. Anche della bellezza della Luce che irradia in ciascun uomo, cristiano e non, credente e non, il Bambino della grotta di Betlemme, e non solo a Natale, ha parlato il direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli, precisando che questo avviene tutto l’anno in ciascuna delle opere segno e strutture di ascolto ed accoglienza per i più bisognosi. Lo ha fatto nell’augurare ai commensali «buon pranzo», perché, ha detto il direttore della Caritas, «è il modo per vivere insieme il Natale come famiglia. Siamo felicissimi di vivere questo giorno, ma il nostro obiettivo sarebbe quello di non organizzare più questi pranzi, perché sarebbe bello che tutte queste persone fossero invitate da qualche famiglia a vivere l’esperienza del Natale in famiglia. Forse questo è utopico, ma lavoriamo perché ci sia sempre di più nel cuore delle persone un cuore di carità capace di aprire le porte. Finché questo non sarà possibile, passeremo il Natale insieme come una famiglia, come fratelli e sorelle, come facciamo tutti i giorni».

Il mondo divide in poveri e ricchi. «Grazie dal nostro profondo del cuore per essere qui oggi e grazie al nostro arcivescovo Ivan che è venuto a trovarci e a condividere con noi questo pranzo. Questo è per noi una grande gioia, come anche la grande schiera di volontari (venticinque n.d.r.) che oggi hanno desiderato di essere qui a servire i nostri ospiti. Questa è per tutti l’occasione per regalarci tra noi quella stessa Luce che Gesù viene a darci, la Luce della vita, della pace, dell’accoglienza, in primis, tra di noi. Siamo tutti poveri, lo sappiamo, è il mondo che divide in poveri e ricchi. Nelle nostre povertà abbiamo bisogno di accoglierci e di saperci accompagnare e che il 2024 sia un anno bello di accompagnamento l’uno con l’altro».

Volontari a Natale, cambiamento di vita. «Ogni giorno stiamo insieme alle persone nelle diverse opere segno di carità e il “pranzo di Natale” – ha raccontato l’assistente sociale Stella Cerasa, operatrice e volontaria Caritas – è l’occasione per esserlo ancora di più con tutte le realtà che compongono la stessa Caritas diocesana nella festività più attesa dell’anno. Questo pranzo attira sempre nuovi volontari, alcuni si sono presentati addirittura questa mattina (25 dicembre, n.d.r.), e nei nuovi arrivi abbiamo potuto scoprire la felicità più grande nello spiegare loro come siamo organizzati ogni giorno. Con tutti i volontari abbiamo mangiato al termine del pranzo e dai loro racconti abbiamo sperimentato come il Natale possa cambiare la vita delle persone. Ognuno di loro si è proposto di continuare questa esperienza di volontariato nelle diverse realtà Caritas. È stato anche bello vedere il loro condividere l’esperienza di un Natale diverso e più importante, attraverso i social, con amici e parenti».

Generosi benefattori. Il pranzo, preparato nel rispetto della tradizione natalizia umbra dall’Hotel Sacro Cuore di Perugia, è stato possibile realizzarlo grazie anche ad alcuni generosi benefattori che hanno fornito prodotti alimentari, come la Coldiretti Umbria e Campagna Amica. Significativo anche il dono dei centro tavola e dei segnaposto realizzati dai ragazzi e ragazze del dopo cresima della parrocchia dei Ss. Andrea e Lucia in Cattedrale, e dai fanciulli della scuola d’infanzia “Donati Ticchioni” di Perugia, contribuendo a rendere ancor più natalizia l’atmosfera della sala da pranzo della Mensa “Don Gualtiero”.

Spoleto – Natale 2023. L’arcivescovo Renato Boccardo: «Gesù bussa alla nostra porta e chiede un posto nella nostra esistenza. Bussa con il suo amore, bussa attraverso il nostro anelito di essere più buoni».

«Gesù nasce in una povera stalla sporca e maleodorante. È una scena che da troppo tempo vediamo in televisione a proposito di bambini coinvolti nei drammi dell’immigrazione, della miseria e della guerra. E il nostro pensiero raggiunge in particolare i bambini ucraini sottratti alle loro famiglie e deportati in Russia, i bambini palestinesi di Gaza mutilati dalle bombe o ammassati nei campi profughi, i bambini ebrei massacrati da una furia belluina. E in ciascuno di loro riconosciamo il volto dolce e innocente del Figlio di Dio». Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo ha avviato l’omelia del giorno di Natale nella Basilica Cattedrale di Spoleto.

Col Presule hanno concelebrato i presbiteri della Città. Le liturgie sono state animate dalla corale della Pievania di S. Ponziano. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi della Diocesi e dai ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. Molti i fedeli che hanno partecipato alle due celebrazioni. A quella del giorno era presente anche il vice presidente del Consiglio comunale di Spoleto Sergio Grifoni e il Comandante della Compagnia Carabinieri di Spoleto capitano Teresa Messore.

La gioia dei figli di Dio. «Ciò che celebriamo – ha proseguito mons. Boccardo – oggi non è allora un evento chiuso in se stesso, bensì l’inizio di un cammino. Ciascuno di noi è venuto in Duomo come per accogliere un invito, quello che nasce dalla capanna di Betlemme e ci spinge a contemplare e a fare nostri i giudizi di valore e gli atteggiamenti di vita che Gesù ha inaugurato sulla terra. È il modo di vivere dei figli di Dio, di coloro che con Gesù invocano Dio con il nome di Padre. Celebrare con frutto il Natale, come evento del nostro cuore, significa irradiare e diffondere l’amore del Padre, testimoniare la sua paternità vivendo nella carità con  tutti i fratelli, condividendo le loro situazioni, provvedendo alle necessità materiali dei più bisognosi, mettendoci al servizio della pace e della riconciliazione. L’augurio che desidero formulare per tutti voi, per le vostre famiglie e per le nostre comunità è quello della gioia dei figli di Dio: di una gioia interiore che dia gusto a tutte le giornate che verranno; una gioia e una speranza che nessuna difficoltà, nessuna preoccupazione potranno toglierci perché affondano le radici nel mistero di colui che è il Dio-con-noi».

Messa all’Hospice. Ad inizio giornata il Presule ha celebrato la Messa nell’Hospice la “Torre sul Colle” di Spoleto, portando l’annuncio del Natale in questa casa di sofferenza corporale, dove momenti difficili legati alla malattia e al fine vita sono all’ordine del giorno.

La Notte di Natale, invece, mons. Boccardo ha celebrato la Messa sempre nel Duomo della Città del Festival. Il Presule ha fatto ingresso in chiesa con l’immagine del bambino Gesù tra le mani e lo ha deposto in una culla allestita sul presbiterio, ricordo della mangiatoia del presepio.

«Questa notte – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia – Gesù bussa alla porta e chiede un posto nella nostra esistenza. Bussa con il suo amore, ma bussa anche annunciandosi con il disgusto che talora proviamo per una esistenza vuota, superficiale o contraddittoria; bussa con il rimorso delle colpe da noi commesse, con la nostalgia che sentiamo dei Natali della nostra infanzia; bussa attraverso il desiderio che abbiamo di ottenere perdono, trasparenza, onestà; bussa attraverso il nostro anelito di essere più buoni, di pregare di più, di aprirci e di amare tutti i nostri fratelli e sorelle in umanità. Se gli apriremo la porta, diventeremo uomini e donne autentici, capaci di amore e di perdono, capaci di trasmettere a nostra volta l’annuncio della salvezza».

Perugia – celebrazione della Notte di Natale nella cattedrale di San Lorenzo. L’arcivescovo Maffeis ai numerosi fedeli: «Questo Bambino, adagiato in una mangiatoia, è il pane che sfama la nostra domanda di senso e di vita»

«Il Bambino nato a Betlemme è il solstizio, che interrompe l’allungarsi delle notti; è la luce, destinata a giungere ai confini della terra e, più lontano ancora, fino alle profondità misteriose del cuore umano; è il sole, che – nel suo sorgere – argina e asciuga l’angoscia delle tenebre». Così l’arcivescovo Ivan Maffeis all’omelia della celebrazione eucaristica della Notte di Natale nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, il cui testo integrale è consultabile e scaricabile al link: «Questo Bambino, adagiato in una mangiatoia, è il pane che sfama la nostra domanda di senso e di vita» – Diocesi Perugia.

Principe della pace. «Se davanti a un mondo, che non conosce né diritto né umanità – ha proseguito l’arcivescovo –, possiamo rischiare di ritrovarci insensibili, indifferenti e cinici, posiamo lo sguardo su questo Bambino: è il Principe della pace, il sigillo che assicura che l’ultima parola sulla nostra storia spetta a Dio».

Farsi compagno di viaggio. Mons. Maffeis ha poi parlato di «questo Bambino, adagiato in una mangiatoia», che «è pane che sfama la domanda di senso e di vita che ciascuno porta in sé. Chi vi si accosta, chi si inginocchia davanti a Lui, camminerà dritto nei sentieri del tempo, pellegrino verso la meta, disponibile a lasciarsi incontrare dagli altri e a farsi loro compagno di viaggio».

Cattedrale gremita di fedeli. Preceduta dall’”Ufficio delle Letture”, la celebrazione della Notte di Natale in cattedrale ha richiamato numerosi fedeli, molti anche turisti che hanno scelto come meta delle loro vacanze natalizie Perugia. A tutti loro l’arcivescovo ha rivolto un cordiale saluto augurale e impartito la benedizione estesa alle loro famiglie.

Concelebranti. Hanno concelebrato l’Eucaristia della Notte di Natale il vicario generale, don Simone Sorbaioli, l’arciprete e presidente del Capitolo dei Canonici di San Lorenzo, mons. Fausto Sciurpa, e il parroco della cattedrale, don Marco Briziarelli. Il servizio liturgico è stato curato dal direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Francesco Verzini, insieme a diaconi e seminaristi. La celebrazione è stata animata dalla Corale Laurenziana diretta dal maestro Franco Radicchia e all’organo il maestro Adriano Falcioni.

La “grotta” dell’Arco Etrusco. Al termine, l’arcivescovo ha deposto la statuetta del Bambinello nel presepe della cattedrale, raccogliendosi in preghiera. Realizzato dalla “Carletti Diorami & Presepi” di Deruta, il presepe è ambientato in un borgo ispirato allo stile architettonico umbro con punto centrale la riproduzione dell’Arco Etrusco, uno dei simboli della città, dove ha trovato “ospitalità” la Santa Famiglia di Nazareth, come nella grotta di Betlemme.

Terni – celebrazione della Notte di Natale. Mons. Soddu: “Nonostante il fumo nefasto delle bombe e la coltre delle macerie, oltre ogni tipo di odio e rancore di vendetta, sia il Natale del Signore, un Natale di giustizia, di pace e quindi di vera speranza”.

Celebrata nella cattedrale di Terni la santa messa della Notte di Natale presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu che ha rivolto il suo augurio alla comunità diocesana e alle tante persone presenti in chiesa, che ha salutato singolarmente al termine della celebrazione. Hanno concelebrato il parroco della cattedrale don Alessandro Rossini e don Marcello Giorgi. La celebrazione è stata animata dalla corale del Duomo diretta dal maestro Simone Maccaglia.
Un Natale illuminato dalla luce di Gesù, che dona gioia e speranza, nonostante i tanti conflitti, guerre e violenze dei nostri giorni, ha ricordato mons. Soddu: «Il Natale del Signore ancora una volta illumina il nostro tempo della luce di Dio e ne irradia abbondante il seme di speranza, nonostante i giorni colmi di incertezze e dolore, causati come sempre, dall’egoismo e brutalità umana, dai numerosi conflitti in corso nel mondo e dalle violenze che si registrano ogni giorno anche nelle nostre città. Proprio per tale motivo, la bellezza del Natale non può essere confusa e perciò scambiata né tantomeno barattata, come si trattasse di una festa, sia pur intrisa di sentimento, ma che in fin dei conti, ha niente o poco a che fare con l’autenticità che da essa promana. Il Natale è la nascita di Gesù, ossia il suo ingresso nella storia dell’umanità, che realizza le attese di ogni persona di ogni tempo, le attese di pace per le persone di buona volontà e perciò infonde speranza anche a questi nostri giorni, vissuti nella continua angoscia per noi e per tanti nostri fratelli e sorelle che sono nella sofferenza, nel lutto, nelle lacrime; sommersi dal fango della violenza della natura, ma anche oppressi dalle ingiustizie umane, dalle sopraffazioni, dalle torture, dalle angherie, dal rifiuto o dall’indifferenza generale. Sarà perciò fondamentale che ciascun cristiano tenga bene a mente e nel cuore la verità pura e autentica del Natale; altrimenti condotti dal vortice delle varie cose accessorie saremo portati lontano dal senso profondo di quanto celebriamo e proiettati in un mondo irreale; tanto più e soprattutto in questo periodo, ripeto, in cui in molte parti del mondo e in particolare la terra che lo vide nascere e crescere, la Terra Santa, soffre a causa della guerra».
L’esortazione quindi a fare proprio il messaggio del Natale e della sua forza rinnovatrice nell’oggi di ogni credente: «Siamo chiamati a contemplare tale avvenimento non come spettatori di una scena pur toccante; oppure come figuranti di una scena che non ci penetra nell’intimo. Al contrario, siamo chiamati ad entrare in essa, a viverla affinché, illuminando la nostra storia, possa darle un senso alla vita. In ogni tempo tanti usurpatori si sono avvicendati nella storia dell’umanità fino al presente; basta sfogliare i libri, interrogare internet. Nemici del genere umano i quali, paradossalmente si sono arrogati e che ancora si arrogano, il titolo di salvatori o benefattori dell’umanità, divenendone invece coloro che, opprimendola nei più svariati modi e con i più diversi strumenti, la soggiogano, la strumentalizzano votandola alla disgregazione e quindi alla più totale distruzione».
Infine, l’augurio per un Natale di pace e speranza per il mondo intero: «Nonostante il fumo nefasto delle bombe e la coltre delle macerie; oltre ogni tipo di odio e rancore di vendetta; oltre ogni buio di disperazione, sia il Natale del Signore, ad iniziare dal nostro cuore, un Natale di giustizia, di pace e quindi di vera speranza, per il mondo intero e per le nostre famiglie».

L’OMELIA DEL VESCOVO

Assisi – messa della notte di Natale nella cattedrale di San Rufino. Mons. Sorrentino: “Non accontentiamoci di gioie effimere, è solo Dio che dà la vera gioia”

“Il cristianesimo è un programma di felicità. Si tratta della gioia che Gesù condivide con il Padre e lo Spirito Santo nella sua vita divina. Venendo nella storia, la vuole regalare a ciascuno di noi. Ma pone la condizione che facciamo nostra la sua vita e il suo programma di vita. Non possiamo accontentarci di gioie effimere. Fu qui la grandezza di Francesco d’Assisi, il cantore della letizia, il tessitore della fraternità, il costruttore della pace”. È uno dei passaggi dell’omelia pronunciata durante la santa messa della notte di Natale nella cattedrale di San Rufino di Assisi dal vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino. “Il Natale – ha detto ancora monsignor Sorrentino – ci pone davanti a un bivio: occorre scegliere tra il modo di pensare, di sentire, di vivere di Gesù, e il suo contrario, che ha in Satana il suo prototipo. Satana è lo spirito che ha ricevuto l’intelligenza e la libertà come noi, anzi, con una perfezione ancora più grande, ma se ne è servito per dire un “no” a Dio, radicale e definitivo, diventando il “tentatore”, colui che in tutti i modi ci spinge sulla sua strada di insubordinazione e di orgoglio. Il male che sperimentiamo non va certo ricondotto tutto a Satana. Noi ci mettiamo la nostra parte, e talvolta facciamo concorrenza al diavolo nell’essere cattivi. Quanta tristezza nelle nostre case, non solo quando ci sono problemi economici o di salute, ma anche quando manca l’armonia, quando ci si divide tra coniugi a danno dei bambini, quando permettiamo che i nostri ambienti di vita siano abitati, attraverso i mass media, da un enorme flusso di messaggi che raramente hanno a che fare con Cristo e i suoi valori. La tristezza avanza. Ma la soluzione c’è – dice il vescovo delle due diocesi – . In questa Assisi che ha nella letizia del Cantico di Frate Sole il suo emblema, ci è venuto in mente, certo su ispirazione dall’alto, di scegliere per noi, e di proporre alle migliaia di pellegrini che visitano la nostra città, un progetto, che abbiamo denominato ‘casa felice’, sintetizzandolo in quattro parole: fuori Satana, dentro Gesù. Il progetto è incardinato sulla preghiera diocesana, che vi è stata consegnata, da recitare ogni giorno nelle case, facendola seguire da un impegno di conoscenza del Vangelo e di fraternità coltivata anche tra famiglie diverse, in modo che, tra casa e casa, si possa gettare una rete di amicizia, di fiducia reciproca, di amore vissuto. Un percorso nato da tempo, con il nome di ‘famiglie del Vangelo’, ma che oggi viene rilanciato come progetto di felicità per le case, per le persone, per la nostra vita quotidiana”.

Delegazione Caritas Umbria – il delegato Mauro Masciotti: «Come Caritas abbiamo il dovere di dare alla società umbra una testimonianza di unità».

In occasione del Santo Natale la rinnovata Delegazione Caritas Umbria si presenta alla comunità regionale, il cui delegato, il diacono permanente Mauro Masciotti, direttore della Caritas diocesana di Foligno, è stato nominato dalla Conferenza episcopale umbra a inizio anno pastorale 2023-24. La suddetta Delegazione è così composta: il vescovo referente è mons. Francesco Antonio Soddu, di Terni-Narni-Amelia, il delegato è, appunto, Mauro Masciotti, e gli altri membri sono i direttori delle Diocesi umbre: Rossana Galiandro, di Assisi-Nocera Umbria, Gaetano Zucchini, di Città di Castello, Luca Uccellani, di Gubbio, don Marco Gasparri, di Orvieto-Todi, don Marco Briziarelli, di Perugia-Città della Pieve, don Edoardo Rossi, di Spoleto-Norcia, don Giuseppe Zen, di Terni-Narni-Amelia. Tra questi sono stati individuati i tre referenti di area: don Edoardo Rossi, per la promozione mondialità e pace; don Marco Briziarelli, per la promozione Caritas; Gaetano Zucchini, per la promozione umana.
Masciotti delinea le modalità di servizio delle Delegazione per i prossimi anni: «Ci impegneremo nel camminare sempre di più insieme. In una regione piccola come l’Umbria, infatti, è fondamentale la sinergia nel servizio della carità e quindi abbiamo il dovere di dare alla società una testimonianza di unità. Come Delegazione ci incontriamo in genere ogni due mesi e stiamo già lavorando per ridare slancio e supporto alle nostre attività più importanti, che sono il cuore di ogni Caritas: i Centri di Ascolto diocesani e parrocchiali e gli Osservatori delle Povertà».
Gli auguri ai volontari. Il delegato Masciotti, in vista delle imminenti festività, oltre a ringraziare i volontari delle Caritas umbre per il loro generoso servizio nella consapevolezza che «la Caritas non è solo un ufficio pastorale, ma è soprattutto il frutto di amore della comunità cristiana», formula loro gli auguri di un sereno Santo Natale e di buon lavoro perché in molti saranno impegnati in diverse iniziative natalizie come i “pranzi” per le persone in difficoltà.
Un magazzino regionale a Foligno e il “gemellaggio” con il Perù. In occasione del Natale il delegato Caritas Umbria illustra due progetti concreti: «L’apertura a Foligno di un magazzino regionale dove raccogliamo tutta la provvidenza (alimenti, vestiario e altro) che arriva dai privati cittadini, dalle aziende, dalle associazioni e che poi viene ridistribuita alle singole Diocesi in base alle esigenze. Inoltre, abbiamo avviato con Caritas Italiana un gemellaggio con il Perù. Ogni Regione ecclesiastica d’Italia si è “gemellata” con una Chiesa del mondo. Noi abbiamo scelto il Perù, perché nel passato varie componenti della nostra Chiesa regionale hanno avuto, e ancora hanno, legami col Paese sudamericano. Una prima visita dei peruviani in Umbria è già avvenuta, così come un nostro primo passaggio in Perù c’è stato nei mesi scorsi. Nel prossimo anno, dunque, avvieremo dei processi di vicinanza con questa popolazione e con questa Chiesa sorella, dei percorsi di condivisione umana e culturale».
Un gemellaggio di Comunità. «Questo “gemellaggio” – precisa il diacono Masciotti – si fonda sul cambiamento di metodo operativo di confronto e partecipazione, per instaurare come ci ricorda Caritas Italiana “un nuovo rapporto tra due comunità che decidono di camminare insieme a seguito di un’azione di solidarietà che nel tempo si trasforma in relazione di scambio, incontro e conoscenza reciproca, costruita con una progettualità articolata e condivisa per un tempo medio-lungo”. Benché questo progetto è chiamato “gemellaggio”, da questo si differenzia per due motivi. Il primo attiene alla modalità di intervento, non a seguito di un’emergenza; il secondo si caratterizza per un cambio culturale e di paradigma che prevede un cammino sinodale di accompagnamento in tempo ordinario, superando il limite del ricorso al solo sostegno economico. Inoltre, il gemellaggio si trasformerà in gemellaggio di Comunità, che farà nascere rapporti di amicizia arricchenti per le parti».