Perugia – “Con san Costanzo riscopriamo il coraggio dei passi”. Il triduo di preparazione e programma della festa del santo patrono, vescovo e martire.

In preparazione alla festa di san Costanzo, vescovo e martire, patrono di Perugia e dell’Archidiocesi, fondatore della comunità cristiana del II secolo, in calendario il 28 e il 29 gennaio, come è tradizione, nei tre giorni precedenti (25, 26 e 27), presso la basilica intitolata al santo (ore 17-18), si terrà il triduo di preghiera con l’adorazione eucaristica meditata dedicata al tema “Con san Costanzo riscopriamo il coraggio dei passi”. Un richiamo alla Lettera pastorale dell’arcivescovo Ivan Maffeis, una esortazione-proposta di cammino che attende la Chiesa particolare per essere sempre più evangelizzatrice, missionaria e profetica al suo interno e all’esterno, con uno sguardo privilegiato al mondo giovanile. Il triduo sarà guidato da don Claudio Faina, ordinato presbitero un anno fa, il 29 gennaio 2023.

Legame civile e religioso. Nel presentare il programma della festa, mons. Pietro Ortica, parroco di San Costanzo, sottolinea quanto questa ricorrenza sia vissuta intensamente dalla comunità locale: «La ricorrenza di san Costanzo rinsalda il legame tra le Istituzioni civili e religiose. Basti pensare alla processione della “luminaria”, menzionata negli Statuti trecenteschi della città, a cui partecipano il sindaco, l’arcivescovo e diversi rappresentanti delle due Istituzioni, con la lettura, di fronte al palazzo comunale dei Priori, dell’antica ordinanza istitutiva della “luminaria” (risalente al dicembre 1310, n.d.r.), e la benedizione del fuoco e dei partecipanti da parte dell’arcivescovo al suono della campana della torre campanaria comunale».

La “luminaria” della vigilia. È la processione della “luminaria” ad aprire le celebrazioni della vigilia della festa di san Costanzo, domenica 28 gennaio, alle ore 17, che percorrerà le vie e le piazze del centro storico, la “Via Sacra” dalla cattedrale di San Lorenzo alla basilica di San Costanzo, passando davanti alle chiese e basiliche di Sant’Ercolano, San Domenico e San Pietro. A renderla ancor più suggestiva sarà il corteo storico dei figuranti dei cinque rioni medioevali della città (“Perugia 1416”), processione animata dalla Confraternita del Santissimo Sacramento, di San Giuseppe e del Sant’Anello della Cattedrale.

I “Primi Vespri” e il rito degli omaggi votivi. A San Costanzo, terminata la “luminaria”, saranno celebrati i “Primi Vespri” (ore 18) presieduti dall’arcivescovo Maffeis, con il rito degli omaggi votivi al patrono: il cero da parte del sindaco di Perugia, la corona d’alloro da parte della Polizia locale (presente anche con il suo Coro) e gli altri doni simbolo della fede, della cultura e della tradizione perugina: il torcolo, dolce tipico della festa a ricordo del martirio di Costanzo, offerto dagli artigiani, il vin santo da parte di due sposi e l’incenso da parte del Consiglio pastorale parrocchiale di San Costanzo.

Le celebrazioni del giorno della festa. Lunedì 29 gennaio la festa entra nel vivo con le tre messe del mattino nella basilica di San Costanzo (ore 8, 10 e 11.30), celebrate da don Agostino Graziani, dal vicario generale don Simone Sorbaioli e dal giovane sacerdote don Claudio Faina. Nel pomeriggio, sempre a San Costanzo, ci sarà la celebrazione dei “Secondi Vespri” (ore 17) con la conclusione della tradizionale “pesca di beneficienza” che inizia al termine della “luminaria”. La festa del santo patrono culminerà con la solenne celebrazione eucaristica del 29 gennaio (ore 18), nella cattedrale di San Lorenzo, presieduta dall’arcivescovo Maffeis insieme ai parroci della città.

Assisi – Iniziative per la Giornata della Memoria

“Non possiamo dimenticare la Shoah, e dobbiamo ricordare il valore dei Giusti e di coloro che hanno salvato. Solo l’esempio di chi ha fatto, di chi si è messo in gioco, di chi non è stato indifferente può essere d’aiuto ai nostri giovani per renderli consapevoli, sicuri e determinati a rigettare le vie del male, dell’intolleranza, della discriminazione che si affacciano sulle loro vite”. Con queste parole Marina Rosati, ideatrice e responsabile del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”, realizzato dalla fondazione diocesana Opera Casa Papa Giovanni, presenta la serie di eventi promossi in occasione del Giorno della Memoria, insieme al Comune di Assisi. “Nella nostra città la memoria del bene è forte, è straordinaria – sottolinea ancora Rosati – e proprio in questi giorni, come Museo, siamo stati invitati a parlare di una delle figure più interessanti, ma meno conosciute, come quella del conventuale padre Michele Todde, originario del comune di Tonara dove si è tenuta una conferenza sul ruolo del francescano, collaboratore del vescovo Nicolini e di don Aldo Brunacci nel trovare altri luoghi, oltre alla Basilica di San Francesco, dove nascondere gli ebrei. Nel corso di due tavole rotonde, alla presenza del vescovo di Oristano, monsignor Roberto Carboni e di importanti accademici sardi ho avuto modo di mettere in luce alcune situazioni e testimonianze dell’opera di nascondimento degli ebrei e mostrare un documento importante che lo conferma. Come è stato importante il ruolo di Gino Bartali ed è stato bello accogliere nelle nostre sale espositive Roberto Giacobbo e tutta la troupe di Freedom che ha incontrato qui Gioia Bartali, nipote del grande campione, protagonista ieri della prima serata di Italia Uno. Ed ora ci prepariamo a vivere il Giorno della Memoria – ha concluso Rosati – con la cerimonia ufficiale della Prefettura di Perugia, oltre alla messa in onda dopo tanto tempo del film Assisi Underground che ha fatto conoscere questa storia e coinvolto tanti luoghi significativi della città e tanti assisani nei giorni delle riprese”.

Gli appuntamenti
La serie di appuntamenti si aprirà giovedì 25 gennaio alle ore 17 con “Birkenau: là dove cessarono i diritti”, iniziativa in programma all’auditorium della scuola Alessi di Santa Maria degli Angeli in cui sarà presentato il cortometraggio e le riflessioni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado a seguito del loro viaggio nei luoghi della memoria della Shoah. Venerdì 26 gennaio alle ore 15 Museo della Memoria a porte aperte con visita guidata gratuita e inaugurazione della mostra con i lavori realizzati dagli studenti sulla Shoah e la storia di Assisi; alle ore 17 nella biblioteca comunale in via San Francesco, la presentazione del libro “Tre Papi del ‘900 davanti all’orrore di Auschwitz” di Stefano Nicosia, docente di religione presso la Diocesi di Trento. Modera Gianluca Galli della Casa Editrice Morlacchi U.P., a parlarne l’autore con il professor Alessandro Cesareo. Sabato 27 gennaio alle ore 11 nella sala della Spogliazione del Palazzo vescovile si terrà la consegna delle medaglie d’onore da parte del prefetto di Perugia Armando Gradone e con i saluti del sindaco di Assisi, Stefania Proietti, della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei e del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino. Alle ore 18 all’auditorium Santa Chiarella in via Borgo Aretino ad Assisi la messa in scena di “Nuvole – Da Firenze ad Assisi con la libertà nascosta nella bicicletta di Gino Bartali”, iniziativa a cura del Rotary Club di Assisi con Stefano Venarucci, voce recitante, e Fabio Berellini al pianoforte. Domenica 28 gennaio alle ore 17 nella sala della Conciliazione verrà proiettato il film “Assisi Underground”, di Alexander Ramati. Lunedì 29 gennaio alle ore 16.30 nella biblioteca di Assisi in via San Francesco la presentazione del libro “Il volo del canarino”, di Franco Casadidio.

Foligno – festa del patrono San Feliano

Il 24 gennaio del 249 muore il Vescovo e Martire Feliciano, Patrono della Città e della Diocesi di Foligno. La città celebra il santo patrono con varie iniziative religiose ed ecumeniche. Il 24 gennaio alle ore 11.00 Solenne Concelebrazione Eucaristica presiede S.E.R. il Signor Cardinale Peter Ebere OKPALEKE, Vescovo di Ekwulobia (Nigeria). Presenti le Autorità Civili e Militari
ore 15.30 Processione – Itinerario: Via Garibaldi, Largo Carducci, Via Gramsci, P.zza San Domenico, Via Mazzini, Via Cairoli, P.zza S. Francesco, Corso Cavour, via Oberdan, Via Umberto I, Via Garibaldi.

In preparazione alla festa:
Giovedì 18 gennaio 2024
ore 21.00 Veglia ecumenica di preghiera per l’Unità dei cristiani. Presiede il Vescovo Domenico Sorrentino

Venerdì 19 gennaio 2024
ore 21.00 Incontro dei Cresimandi con il Vescovo

Sabato 20 gennaio 2024
ore 16.30 Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E.R. il Signor Cardinale Peter Ebere OKPALEKE, Vescovo di Ekwulobia (Nigeria), per celebrare il 30° anno di presenza in Diocesi delle Suore del Divino Amore, presenti i Religiosi e le religiose della Diocesi

Domenica 21 gennaio 2024
Celebrazioni secondo l’orario festivo

Lunedì 22 gennaio 2024
ore 21.00 Omaggio degli Sportivi a S. Feliciano. Presiede il Vescovo Domenico Sorrentino

Martedì 23 gennaio 2024
ore 18.00 Primi Vespri presiede S.E.R. Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Foligno
ore 21.00 Veglia dei Giovani, testimonianza di S.E.R. Rev.ma Lauro Tisi, Arcivescovo di Trento

Mercoledì 24 gennaio 2024 – Solennità di San Feliciano
ore 7.30 Celebrazione Eucaristica, presiede Mons. Cristiano Antonietti
ore 8.30 Celebrazione Eucaristica, presiede Mons. Giovanni Nizzi
ore 9.30 Celebrazione Eucaristica, presiede D. Giovanni Zampa
ore 11.00 Solenne Concelebrazione Eucaristica presiede S.E.R. il Signor Cardinale Peter Ebere OKPALEKE, Vescovo di Ekwulobia (Nigeria). Presenti le Autorità Civili e Militari
ore 15.30 Processione – Itinerario: Via Garibaldi, Largo Carducci, Via Gramsci, P.zza San Domenico, Via Mazzini, Via Cairoli, P.zza S. Francesco, Corso Cavour, via Oberdan, Via Umberto I, Via Garibaldi.
ore 17.00 Solenni Secondi Vespri presiede S.E.R. il Signor Cardinale Peter Ebere OKPALEKE
ore 18.00 Celebrazione Eucaristica

Le celebrazioni liturgiche saranno accompagnate dalla Schola Cantorum “S. Cecilia” diretta dal M° Antonio Barbi, organista M° Luca Agneletti.

Domenica 28 Gennaio 2024
ore 15.30 Chiesa di S. Agostino Assegnazione del “59° Premio della Bontà” con interventi musicali dei cori delle Scuole Medie Gentile, Carducci e Piermarini e della Scuola Comunale di Musica “A. Biagini”.

DALLA PASSIO SANCTI FELICIANI

San Feliciano fu il primo Vescovo di Forum Flaminii, l’odierna San Giovanni Profiamma, una cittadina poco distante da Fulginia. Nato da famiglia cristiana, si sarebbe trasferito a Roma, al tempo di Papa Eleuterio (174-189), per perfezionare la sua educazione. Diventato esemplare nella pratica cristiana, egli ritornò in patria con il vivo desiderio di portare la buona novella ai suoi concittadini che lo elessero Vescovo. Venne ordinato a Roma da Papa Vittore (189-199). Annunciò il messaggio cristiano alle città di Fulginia, Spello, Bevagna, Plestia e Trevi, spingendosi fino a Norcia. È tradizione che avesse predicato il Vangelo anche a Narni e a Terni e che avesse ordinato vescovo San Valentino. Da tante antichissime tradizioni e dalla diffusione dei suoi culto, si può dire che sia stato l’evangelizzatore non solo di Forum Flamini e di Fulginia, ma dell’Umbria. San Feliciano subì il martirio il 24 gennaio tra il 249 e il 251, nei pressi di Foligno, mentre veniva condotto a Roma prigioniero. Fu sepolto presso il Ponte di Cesare sul Topino. Attorno al suo sepolcro si costituì la Nova Civitas Fulminei, cioè l’attuale Foligno, che sempre lungo i secoli l’ha riconosciuto Padre della Patria e Difensore della Città.

Perugia – “Domenica della Parola” con il concerto del Coro ebraico di Roma “Ha-Kol” e la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis

Sarà celebrata anche a Perugia, il 21 gennaio, la “Domenica della Parola” voluta da papa Francesco nel 2019 per aiutare i fedeli a riscoprire la centralità e il primato della Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, il cui motto di quest’anno è ripreso dal Vangelo di Giovanni: “Rimanete nella mia Parola” (Gv 8,31).

Due gli appuntamenti in calendario: il concerto del Coro ebraico di Roma “Ha-Kol”, presso la Sala dei Notari del Palazzo comunale dei Priori (ore 16); la celebrazione eucaristica, nella cattedrale di San Lorenzo (ore 18), presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis.

La “Domenica della Parola”, nel capoluogo umbro, è promossa nell’ambito del ciclo di incontri di approfondimento biblico del “Libro dell’Esodo” denominato “Dalla schiavitù alla libertà” organizzato dal Sab, il Servizio animazione biblica, insieme all’Ucd, l’Ufficio catechistico diocesano.

Il Coro “Ha-Kol” eseguirà canti centrati sul libro dell’Esodo e sulla tradizione ebraica. Ad aprire il concerto sarà il brano intitolato “Allèl”, un’antologia di versi tratti dai salmi 117-118 che si recitano durante Shahrìt (la preghiera mattutina) dei giorni di festa solenne, di capo mese ed Hanukkà (festa delle luci). Musica tradizionale e un arrangiamento a cura di Angelo Spizzichino. In chiusura invece il Coro “Ha-Kol” si esibirà nell’Hallelujàh di Leonard Cohen del 1984.

Il Coro “Ha-Kol” – in ebraico “La Voce” – è un coro ebraico-italiano fondato nel dicembre del 1993 per iniziativa di alcuni cantori del Tempio maggiore di Roma e di altri amanti della tradizione musicale ebraica. Ha al suo attivo trent’anni di attività concertistica e di spettacoli in Italia e all’estero, con recenti tournée in Austria, Germania, Regno Unito, Israele. Il coro è formato da cantori non professionisti suddivisi tra soprani, contralti, tenori e bassi. Alla direzione il maestro Ercole Cortone, al pianoforte il maestro Francesco Capogreco.

Assisi – Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, gli appuntamenti I responsabili per l’Ecumenismo: “Operiamo per arrivare alla pace e riconciliazioni più ampie”

Ama il Signore Dio tuo… e ama il prossimo tuo come te stesso»: è il versetto del vangelo di Luca (10,27) a far da filo conduttore alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2024 che, come di consueto, organizzano dal 18 al 25 gennaio nelle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e Foligno. Il tema e i testi proposti nel sussidio sono stati scelti da un Gruppo ecumenico del Burkina Faso, composto da rappresentanti delle varie tradizioni cristiane presenti nel Paese e coadiuvato dalla comunità locale di Chemin Neuf, i cui membri condividono un impegno peculiare per l’unità dei cristiani. “Gli uffici per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso delle diocesi sorelle – si legge in una nota congiunta di Marina Zola, Liliana Brunelli e Massimo Busi per Foligno – hanno condiviso il percorso proposto dalle comunità del Burkina Faso che, pur pervase da violenze di ogni genere, sono di stimolo, con la loro proposta, per trasmetterci speranza e per creare percorsi di dialogo al loro interno e con le altre religioni. Questa ricerca di unità è spesso minata dalla perdita di valori e di un senso condiviso di umanità, da una sempre minore cura del bene comune, dell’integrità e del senso civico. Per questo – concludono – è urgente per noi cristiani essere testimoni dell’amore di Dio e operare affinché l’unità dei cristiani sia a servizio di una pace e di una riconciliazione più ampie”.

Gli appuntamenti delle due diocesi. A Foligno, nella pro-cattedrale di Sant’Agostino, giovedì 18 alle ore 21:00 la veglia di preghiera sarà presieduta da monsignor Domenico Sorrentino, con la presenza di padre Sebastian Lungu della parrocchia ortodossa rumena e di don Tonio Dell’Olio, presidente della commissione spirito di Assisi promossa dalla diocesi assisana. Ad Assisi il percorso dell’ottavario inizierà dal santuario della Spogliazione giovedì 18 alle ore 20:30; venerdì 19 saranno celebrati i vespri alla basilica di San Francesco con la presenza di padre Petru Heisu della parrocchia ortodossa romena di Perugia; sabato 20 alle ore 21:15 il Rosario aux flambeaux nella Basilica di S. Maria degli Angeli e domenica 21 alle ore 17:45 i vespri presso la Basilica di Santa Chiara; lunedì 22 alle ore 20:30, veglia nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva presieduta da br Samuel SSF della chiesa anglicana; martedì 23 alle ore 18:30, vespri celebrati dalla Fraternità del Monastero di Bose nella chiesa di San Masseo; mercoledì 24 alle ore 20:30, veglia presso il santuario della Chiesa Nuova. Per la chiusura della “Settimana” giovedì 25 alle ore 20:30 nella cattedrale di San Rufino, la veglia sarà presieduta dal cardinale Peter Ebere Okpaleke, vescovo di Ekwulobia (Nigeria) con la presenza del vescovo Sorrentino, di p. Petru Heisu e del sig. Marco Agricola, rappresentante della chiesa valdese.

Terni – Festa dei Protomartiri Francescani e gemellaggio cammini di Sant’Antonio e dei Protomartiri Francescani

Nella chiesa di Sant’Antonio a Terni e santuario dei Protomartiri Francescani il vescovo Francesco Soddu ha presieduto la solenne celebrazione nella festa dei Santi Protomartiri, concelebrata dal ministro provinciale della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova fra Roberto Brandinelli e dal ministro provinciale della Provincia Serafica dei Frati Minori di Umbria e Sardegna fra Francesco Piloni, alla presenza dei rappresentanti della municipalità di Terni, Narni, Stroncone, Sangemini e del sindaco di Calvi, di numerosi fedeli e sacerdoti della diocesi.
La testimonianza dei primi seguaci di Francesco di Assisi, giovani originari della bassa Umbria, partiti da Calvi, Narni, San Gemini e Stroncone, per i quali l’incontro con il “poverello” è stato la scintilla che ha moltiplicato l’amore per Gesù, portandoli a vivere con entusiasmo secondo il Vangelo fino al martirio in Marocco nel 1220. La vita dei martiri ricorda la forma di vita del cristiano e fondamentalmente di ogni persona che è chiamata a vivere nella gratitudine che si esprime successivamente nella con gratuità donarsi ai fratelli.
Al termine presso l’altare dedicato ai Santi Protomartiri francescani è stata recitata la preghiera e firmato il patto di gemellaggio del Cammino di Sant’Antonio e quello dei Protomartiri Francescani, sottoscritto da mons. Francesco Soddu, dal ministro provinciale della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova fra Roberto Brandinelli e dal ministro provinciale della Provincia Serafica dei Frati Minori di Umbria e Sardegna fra Francesco Piloni e dal priore della Compagnia dei Romei di San Michele arcangelo Alessandro Corsi.
Due cammini quello dei Protomartiri che si snoda tra Terni, Stroncone, Calvi, Narni, Sangemini, e quello di Sant’Antonio che da Cassino passando per Rieti, Spoleto, Assisi, La Verna, Rimini, Monte Paolo, Bologna, Padova si conclude a Gemona. Cammini di fede e di speranza che segnano vie di spiritualità, di bellezze artistiche e naturalistiche, percorsi di avvicinamento per e verso il Giubileo 2025 per essere tutti “pellegrini di speranza”.

Perugia – Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani dedicata al tema evangelico “Amerai il Signore tuo Dio e il tuo prossimo come te stesso”

Dal 18 al 25 gennaio si svolge l’annuale Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, attorno al tema “Amerai il Signore tuo Dio e il tuo prossimo come te stesso” (Luca 10,27). A Perugia questa settimana ecumenica è da sempre sentita, promossa dal Consiglio delle Chiese cristiane del capoluogo umbro in collaborazione con il Centro ecumenico ed universitario “San Martino”.

«Sullo sfondo della violenza che schiaccia popolazioni inermi, le parole del passo del Vangelo di Luca – commenta l’arcivescovo Ivan Maffeis – suonano paradossali, se non fosse che il fondamento dell’amore fraterno è Dio stesso. La fraternità resta dono da custodire e compito da realizzare, anche mediante la preghiera delle nostre Comunità: “Fa’ o Signore, che ognuno di noi sia costruttore di unità. Effondi il dono del tuo Spirito perché la tunica lacerata dalle nostre divisioni possa ritrovare lo splendore della sua bellezza e così la nostra testimonianza sia vera e credibile”».

Nel respiro del Consiglio delle Chiese cristiane di Perugia sono promosse alcune celebrazioni ecumeniche: giovedì 18 gennaio, alle 18, in Cattedrale; sabato 20, alle 18, nella chiesa della Comunità Ortodossa Romena (via della Viola, 1); domenica 21, alle 11, presso la chiesa Valdese (Via Machiavelli, 10); venerdì 26, alle 18, presso la chiesa Avventista (Via Cilea 11, San Sisto-Pg).

La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è preceduta, il 17 gennaio, dalla Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei: «un richiamo reso ancora più attuale dalla recrudescenza dell’antisemitismo», sottolinea l’arcivescovo Maffeis nell’annunciare questi eventi di Chiese.

Perugia – documento di “Sintesi del discernimento dell’Assemblea ecclesiale 2023”.

Curato dalla Segreteria del Cammino sinodale diocesano di Perugia-Città della Pieve, il documento di “Sintesi del discernimento dell’Assemblea ecclesiale” (tenutasi lo scorso 15 ottobre) è consultabile-scaricabile al link: Sintesi Assemblea ecclesiale ottobre 2023 – Diocesi Perugia .

Questo testo nasce dallo stesso Cammino sinodale come frutto della suddetta Assemblea, documento che, insieme alla Lettera pastorale “Il coraggio dei passi” dell’arcivescovo Ivan Maffeis, è pensato come strumento per tutte le comunità per proseguire il discernimento e dare sostanza concreta alle scelte che lo Spirito Santo ispirerà la comunità diocesana attraverso l’ascolto di ben 33 gruppi di lavoro assembleari moderati da Marta Boldrini, diac. Francesco Germini, Stefano Marcucci, Silvia Bagnarelli, Alessandro Moretti, suor Serenella Vescovi, Silvana Lentini, suor Ombretta Pettigiani, Andrea Morante, diac. Giovanni Lolli, Maddalena Mazzeschi, Daniele Tonazzolli, Cristiana Cecchini, Vito Simone Foresi, Roberto Esposito, Lorena Urbani, Alessia Biagiotti, diac. Vincenzo Genovese, Michela Smacchia, Anselmo De Toni, Emanuele Chiucchiù, Samuele Betti, Iacopo Caraglio, diac. Luigi Germini, Rosita Garzi, diac. Sergio Lucaroni, Alessandro Magistrato, Tamara Di Girolamo, Roberta Ricci, Emanuela Stoico, diac. Stefano Bucarini, Giuseppe Mordivoglia e diac. Massimo Pio Gallì. A tutti loro va il grazie dell’arcivescovo Maffeis, personale e a nome dell’intera Chiesa particolare, e del vicario episcopale per la Pastorale don Simone Pascarosa, coordinatore dei gruppi di lavoro.

Anticorpo all’isolamento. Nella nota introduttiva del documento si fa riferimento, non a caso, al passo evangelico dei due discepoli di Emmaus: «11 erano i km che i discepoli dovevano compiere a piedi. Un percorso che potremmo definire normale per il tempo. Gesù arriva in quel tratto di strada. 11 km per essere ascoltati, per comprendere di non essere soli, per riconoscerlo, per cambiare la nostra vita, per tornare a sperare (la parola spezzata accende il cuore). E noi siamo pronti a partire? Abbiamo davvero il coraggio dei passi? Gli 11 km rappresentano davvero la distanza che abbiamo messo tra noi e Dio? Andiamo dove Dio ci chiama senza paura e scopriremo la Verità… essere vivi nella vita del Risorto. Infine la comunità cristiana (e quindi Gesù stesso), sono anticorpo all’isolamento essendo allo stesso tempo accoglienza, custodia e compagna di viaggio. Abbiamo vissuto un momento di grande fraternità. Riscoprirsi famiglia usando la Parola e la preghiera come mezzo, lo Spirito Santo che utilizza la parola dell’altro e in quell’ascolto vederne il frutto è stato bellissimo. La condivisione e il rispetto reciproco, l’ascolto come metodo e la preghiera hanno esaltato la presenza di ognuno rendendola tesoro vivo per tutti».

Il coraggio dei passi insieme. Don Simone Pascarosa, al riguardo, evidenzia con soddisfazione che «i momenti assembleari e il cammino sinodale ci permettono di vivere in maniera piena questa Chiesa pulsante, di ricaricarci ogni tanto e di trovare insieme il coraggio dei passi perché infondo 11 km per arrivare ad Emmaus siamo tutti in grado di farli…, tutti i giorni…».

Tre tematiche centrali. Dai gruppi di lavoro sono emerse tre tematiche centrali così intitolate: “Evangelizzazione e Catechesi”, “Corresponsabilità e ministeri”, “Organismi ecclesiali”, dove è chiesto di valorizzare di più sia i diaconi permanenti (attualmente sono oltre 40) sia la «presenza femminile con mandati chiari e riconoscibili», puntando ad una maggiore «formazione allo stile sinodale e alla ecclesiologia di comunione. L’offerta diocesana è molto ricca e ampia, ma scarsamente comunicata e rilanciata dai sacerdoti».

Riguardo l’invito a rinnovare i «linguaggi della comunità cristiana», dall’Assemblea è giunta l’esortazione ad «abitare il mondo dei social e delle comunicazioni sociali», perché «i siti delle parrocchie sono poco chiari e poco attraenti. L’informazione veloce dei tweet dovrebbe essere usata anche dalle nostre comunità come spunto per aprire i cuori».

Necessità e importanza dell’ascolto. Altro tema emerso è quello di «ripartire dalla necessità e dall’importanza dell’“ascolto” come dimensione fondamentale della nostra fede e del nostro essere Chiesa».

Creare occasioni di prossimità. Per quanto riguarda l’Evangelizzazione e la Catechesi, dai gruppi di lavoro è giunta la sollecitazione a valorizzare di più le loro esperienze «“non strutturate”, perché il termine “catechismo” o “dottrina” sia come terminologia che come modalità spaventa e non comunica più all’uomo di oggi. In particolare è finito il tempo di intendere il “catechismo” come percorso finalizzato solo al “conseguimento” dei sacramenti, ma bisogna ripensare il percorso come proposta integrale e continua nel percorso di vita e di fede». In primis puntare sulle famiglie, o comunque su piccole comunità o fraternità, creando occasioni di prossimità, valorizzando le esperienze e il patrimonio di carismi delle aggregazioni laicali presenti».

La pastorale dei campanelli. Dall’arcivescovo Maffeis sono giunti alcuni auspici tra cui quelli per una «“pastorale del campanelli”…, occasione di tornare testimoni luminosi del Vangelo nelle nostre comunità» e le Unità pastorali (formate da due o più parrocchie) vissute come «una chiamata a rinunciare al campanile a favore dell’unità». Questo è più facile che avvenga dove «catechesi e carità emergono come ambiti dove subito si può mettere in comune le risorse e le competenze e progettare insieme un cammino di U.P.». In conclusione del documento: «Tutto ciò con serena pazienza, perché tra la semina e il raccolto ne passa sempre di tempo».

Indicazioni sul prosieguo del discernimento. Infine vengono fornite indicazioni su come proseguire il discernimento a livello locale: «Tutti i suggerimenti, le domande e qualunque contributo a questo processo potrà essere inviato all’indirizzo camminosinodale@diocesi.perugia.it. Si invita a rimanere aggiornati sulle prossime Assemblee diocesane e i prossimi appuntamenti del Cammino sinodale attraverso il sito https://diocesi.perugia.it.».

San Ponziano 2024: celebrazione dei Secondi Vespri e processione. L’Arcivescovo: «È facile lamentarsi di quello che non funziona, della cose che mancano, di quanto non ci è stato dato, di quello che non abbiamo, di quello che vorremmo avere. È sempre necessario porsi una domanda. Io cosa possa fare?»

Alle ore 16.00 di domenica 14 gennaio nella Basilica Cattedrale di Spoleto si è tenuta la celebrazione dei Secondi Vespri di S. Ponziano presieduti dall’Arcivescovo. Col Presule c’erano diverse sacerdoti della Diocesi. Presente il vice sindaco di Spoleto Stefano Lisci e il Gonfalone della Città. Anche a questo momento di preghiera hanno preso parte tanti fedeli.

La preghiera a S. Ponziano per la vita e le attività delle Pievanie. L’Arcivescovo all’inizio dei Vespri ha affidato alla protezione del Patrono le Pievanie della Diocesi con la seguente preghiera: «Glorioso San Ponziano, mentre la nostra Chiesa locale intraprende un cammino nuovo di presenza pastorale sul territorio per un rinnovato annuncio del Vangelo in un mondo che cambia, ti affidiamo la vita e l’attività delle Pievanie. Aiutale ad essere comunità vive, capaci di condividere le gioie e i dolori degli uomini e delle donne del nostro tempo e di custodire una cura particolare per quanti affrontano con fatica il peso della vita quotidiana. Con la tua intercessione, ottieni ad ogni Pievania di essere un luogo di grazia nel quale tutti possano scoprire ed esperimentare l’amore di Dio e la bellezza della vita cristiana. Chiedi per noi il dono della sapienza del cuore, perché impariamo a coltivare uno sguardo contemplativo ed accogliente sulle persone, sulle vicende e sul mondo; a trovare libertà nella attenzione all’essenziale; a riscoprire la bellezza della sobrietà che fa posto alle gioie dell’interiorità, quelle che purificano lo spirito e restituiscono lucentezza allo sguardo; a mettere in risalto il molto che ci unisce e non il poco che ci divide, per assaporare la grazia della fraternità e dello stare insieme; a coltivare relazioni gratuite, forti e durature, cementate dalla mutua accettazione e dal reciproco perdono; a scorgere il volto di Dio in ogni persona che avviciniamo e in ogni croce che incontriamo. Ispiraci sempre nuova fiducia e slancio perché non ci scoraggiamo di fronte ai fallimenti, alle debolezze e alle ingratitudini. Fa’ che ogni Pievania sia una vera comunità dove ognuno si sforzi di comprendere, perdonare, aiutare e condividere; dove l’unica legge che ci fa essere tuoi veri discepoli sia l’amore vicendevole; dove la luce e la gioia del Vangelo rendano feconde le relazioni e la testimonianza. Amen».

Nell’omelia mons. Boccardo ha sottolineato come la «testimonianza di S. Paolo che, giunto ormai alle soglie della morte, traccia il bilancio della sua vita e sottolinea che cosa in essa ha costituito un vero tesoro, ci viene riproposta oggi dalla memoria di S Ponziano. Anche il nostro Patrono si è trovato nella possibilità di considerare tesoro prezioso altri “beni” e di preferirli alla sua identità di discepolo del Signore. Con la forza dello Spirito Santo, invece, è rimasto fedele, e questa sua fedeltà ci interpella. Anche noi siamo posti continuamente di fronte ad una scelta fondamentale: seguire il Signore o seguire altri dei. Non sottraendosi al carnefice, S. Ponziano ha voluto “guadagnare Cristo”. Il guadagno di solito c’è quando aumenta qualcosa nella vita. Guadagnare Cristo per lui ha significato aprire l’animo ad uno stile di vita nuovo: quello dell’amore che non teme di essere fedele fino in fondo, senza indietreggiare di fronte alle lusinghe o alle minacce. Su questo “stile” lui ha avuto il coraggio di giocare tutta l’esistenza ed è diventato luminoso testimone del Vangelo. Vivere con coerenza e verità il nostro essere cristiani. È l’invito che accogliamo questa sera dal nostro Patrono: essere fedeli nella vita quotidiana, complessa, frenetica e, in tanti aspetti, seducente e tentatrice nella direzione opposta al Vangelo; fedeli alla nostra Chiesa diocesana e alle sue Pievanie, vivendone gioiosamente, anche quando costa fatica, la vocazione e la missione nella comunione, nel dialogo e nella corresponsabilità; fedeli nella famiglia, chiamata ad essere luogo di accoglienza, donazione, crescita e condivisione; fedeli nella vita sociale e politica, nell’onestà, nella ricerca del bene comune, superando gli interessi personali o di gruppo; fedeli al futuro di Dio dentro questo tempo che esige da tutti di fare la propria parte per costruire uno stile di vita più sobrio e più umano e per garantire un futuro più sicuro e più nobile alle nuove generazioni; in una parola: siamo chiamati alla fedeltà al bene e al rifiuto del male».

La processione. Al termine dei Vespri si è snodata la processione per riportare la reliquia di S. Ponziano nella Basilica a lui dedicata. Come da tradizione, il corteo è stato avviato da quasi cento cavalli e cavalieri, tra cui tanti bambini, di alcune società equestri del territorio e di privati cittadini. Lungo le strade si è invocata la protezione del Santo Patrono sulle case e sulla Città, chiedendogli di ottenere da Dio il dono della fedeltà e la grazia e la sapienza necessarie per testimoniare nella vita quotidiana la gioia di essere cristiani: «Alla tua supplice città fedel propizio chinati, Ponzian, dal Ciel». Giunti sul piazzale della Basilica di S. Ponziano l’Arcivescovo ha ringraziato e benedetto i cavalieri e i cavalli, così come i membri di tante associazioni di volontariato che hanno sfilato in processione. Poi, mons. Boccardo ha preso in mano la reliquia ed è entrato in chiesa e si è rivolto così ai tanti fedeli presenti: «C’è stata una scena che mi ha particolarmente colpito durante la processione: ai lati della strada, ad un certo punto, un papà ha preso il suo bambino e se lo è messo sulle spalle perché potesse vedere. Possiamo raccogliere questo messaggio: aiutiamo gli altri, piccoli e grandi, a poter vedere. Proviamo a prenderci sulle spalle: ciò vuol dire fare in modo che chi ci sta vicino possa vedere. Non tratteniamo soltanto per noi quello che riusciamo a vedere, ma mettiamoci insieme e guardiamo insieme verso la stessa direzione. È facile lamentarsi di quello che non funziona, della cose che mancano, di quanto non ci è stato dato, di quello che non abbiamo, di quello che vorremmo avere. È sempre necessario porsi una domanda. Io cosa possa fare? Non aspettiamo che gli altri facciano qualcosa. Proviamo a prenderci sulle spalle e così avere uno sguardo dall’alto che non si ferma dinanzi agli ostacoli e che sa cogliere quel patrimonio di bene, di generosità, di impegno, di dedizione e di sacrificio che costituisce l’unica vera ricchezza che non patisce le scosse del terremoto, gli assalti del Covid, le crisi della finanza. Che S. Ponziano ci aiuti a guardare avanti». La serata si è conclusa con la Messa nella Basilica di S. Ponziano presieduta da don Claudio Vergini pievano della Pievania di S. Giovanni Paolo II.

Gualdo Tadino – festa del patrono; il vescovo Sorrentino apre la Porta Santa: “Attraversarla ha un grande significato, non fatelo con banalità”

Anche quest’anno la solennità del Beato Angelo da Gualdo Tadino, compatrono della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, ha visto una forte partecipazione di fedeli che si sono ritrovati sia alla celebrazione di domenica 14 gennaio, del vescovo, monsignor Domenico Sorrentino, preceduta dall’apertura della Porta Santa in occasione del settimo centenario della morte del patrono di Gualdo e del compatrono della diocesi, con la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria per tutto l’anno, sia alla messa nella Basilica concattedrale di San Benedetto, presieduta lunedì 15 gennaio dal cardinale Mauro Piacenza, penitenziere maggiore; al termine della quale è stata impartita la benedizione papale con l’indulgenza plenaria.

“Con grande gioia e profonda gratitudine – le parole del cardinale durante l’omelia – ho accolto l’invito del vescovo: avete dato inizio al centenario compiendo un gesto molto fisico, l’apertura della Porta Santa che poi avete attraversato entrando in questo tempo di speciale grazia che ci accompagnerà fino alla soglia del Giubileo. Varcando la Porta siete entrati in un tempo di grazia, ma che significa? Non è un altro tempo fuori da questo nostro, non è una dimensione al di sopra della nostra, puramente spirituale, ma è la verità di questo nostro tempo, la profondità di ciò che ci è dato di vivere, la consistenza ultima della nostra vita”. Il penitenziere maggiore ha poi invitato i gualdesi a non stancarsi “di guardare e imitare il Beato Angelo, nella cui vita santa si è degnato di vivere Cristo stesso: non stancatevi di invocarlo, perché Dio ve lo ha donato come patrono: rivolgetevi a lui domandando la sua intercessione ed egli pregherà per voi invocando la carità divina. E non stancatevi di imitarlo, perché non vi è altra porta di Cristo per giungere a vita eterna e per giungere alla santità. La santità è il sì detto a Cristo con tutta la propria persona e Cristo desidera questa comunione, desidera entrare in noi e nei nostri cuori per poterci accogliere in sé: non c’è altro luogo in cui Cristo desidera abitare più che nei nostri cuori come, in questa amata terra gualdese 700 anni fa, voleva abitare nel cuore del Beato Angelo che imparò a fargli spazio con penitenza e amore incondizionato”. Al termine della celebrazione al cardinale è stata consegnata una pergamena a triplice firma (del sindaco di Gualdo, Massimiliano Presciutti, del vescovo Sorrentino e del presidente del comitato organizzatore Carlo Catanossi) per comunicare a Papa Francesco che quest’anno il Premio Beato Angelo 2024 non verrà assegnato a una persona o a un’associazione, come sempre fatto sin dalla sua istituzione, ma sarà la comunità nel suo insieme associativo che darà un sostegno concreto, attraverso iniziative e raccolte fondi, a due strutture, a Betlemme e a Gaza.

In occasione della cerimonia di apertura della Porta Santa, che dà la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria per tutto il 2024, il vescovo Sorrentino aveva sottolineato che “il Beato Angelo riassume in questo momento il meglio di questa città e si fa davanti al nostro sguardo il vero maestro che riflette Gesù e ci porta a lui. Questa porta – le parole del vescovo – è il simbolo di Cristo. Chi la viene ad attraversare non lo faccia, per favore, con un atteggiamento un po’ banale. Passare questa porta è un grande gesto di responsabilità. Significa dire ‘Voglio passare la porta di Cristo perché voglio diventare familiare di Cristo, voglio entrare nella sua casa, nel suo cuore, voglio fare di lui il mio tutto’. Passare questa porta significa fare i conti con la propria vita davanti a Gesù, davanti alla sua Parola per interrogarci e chiederci come è la nostra vita rispetto alla Parola di Gesù. La parola credere significa: affidarsi, confidarsi, consacrarsi. Oggi il beato Angelo ci dice ‘Cari fratelli gualdesi voglio che la vostra vita sia un Paradiso, che le vostre case siano piene di gioia e il vostro cuore sia sereno”. Per l’occasione il vescovo ha consegnato e illustrato il progetto Gualdo felice Casa felice “Fuori Satana, dentro Gesù”. Si tratta di un semplice percorso in tre passi: recita quotidiana nelle case della preghiera diocesana; lettura del Vangelo della domenica seguente e l’incontro fraterno. “In questo foglietto – ha detto il vescovo – ho voluto cominciare con il dirvi una Parola di Gesù. Il cristianesimo è un’esperienza di gioia e la chiesa è una riserva di gioia per il mondo”. Durante la santa messa c’è stata l’offerta dell’olio per la lampada votiva da parte dell’amministrazione comunale e al termine delle celebrazioni la benedizione dell’icona raffigurante il Beato Angelo, realizzata da suor Francesca Alunni delle Suore francescane missionarie di Assisi e la recita della preghiera diocesana. In serata, ci sono state la fiaccolata dall’eremo del Beato Angelo alla Concattedrale con soste a Casale, San Lazzaro e al Biancospino, la benedizione di monsignor Sorrentino e infine l’ingresso attraverso la Porta Santa.