Assisi – religioni a confronto sulla conversione delle armi nucleari

A due anni dall’inizio della guerra in Ucraina, il Comitato per una Civiltà dell’Amore e la Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino promuovono il convegno “Religioni e conversione delle armi nucleari in progetti di pace e sviluppo”. L’iniziativa si svolgerà sabato 24 febbraio dalle ore 10 alle 17 circa nella sala della Spogliazione del palazzo vescovile, ad Assisi.
La giornata si aprirà alle ore 10 con i saluti di Stefania Proietti, sindaco di Assisi, di padre Marco Moroni, custode del Sacro Convento e di Giuseppe Rotunno, presidente del Comitato per una Civiltà dell’Amore. Seguirà una relazione introduttiva di monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno. Seguirà il panel “Le Religioni e la conversione nell’era globale”, con gli interventi del cardinale Giorgio Marengo, prefetto apostolico in Mongolia, della Commissione Spirito di Assisi e dei rappresentanti delle religioni. A seguire il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme e Andrea Bartoli della Sant’Egidio Foundation for peace and dialogue.

Dopo una pausa dalle 14 alle 15 si riprenderà con “La conversione delle armi nucleari e la pace nel mondo”, panel moderato da Stefano Monti, presidente AIN (Associazione italiana nucleare) con l’ambasciatore Carlo Trezza – Scientific Advisor, Istituto Affari internazionali: Massimo Sepielli, esperto nucleare e membro del Comitato per una Civiltà dell’Amore; Roberto Adinolfi, presidente Ansaldo-Nucleare; e Mrs. Mary T. Stronach, vice ministro generale OFS. Dopo il dibattito, la giornata si chiuderà con le riflessioni finali di monsignor Sorrentino e del presidente Rotunno. Il link di collegamento zoom per assistere alla conferenza è il seguente: https://us02web.zoom.us/j/83361522649?pwd=QUlmSUxLSlJ3YlVMOXJOMGVVYVF6QT09; Passcode: 686347

Programma finale Assisi 24 02 2024 (2)

Perugia: Due appuntamenti da non perdere, per giovani e adulti, con inizio lunedì 19 febbraio

A partire da lunedì 19 febbraio e per i due successivi (26 febbraio e il 4 marzo), alle ore 21.00, presso il salone dell’Oratorio parrocchiale in Ponte San Giovanni di Perugia, si terranno tre serate per gli studenti del quarto e quinto anno delle superiori, nel tempo delle scelte importanti, dal titolo: “Non so che fare! L’esame, l’università, il lavoro: l’orientamento e il discernimento”. A guidarli in questo “orientamento” e “discernimento”, fornendo loro delle “linee guida”, saranno Roberto Contu, docente di scuola superiore, e Flavia Marcacci, docente universitaria.
Questa iniziativa, avviata lo scorso anno in una delle Unità pastorali dell’Archidiocesi con più abitanti (circa 18mila) e con non poche giovani famiglie, è riproposta dagli Uffici diocesani per le pastorali Universitaria e Giovanile e dall’Unità pastorale n° 14 con l’intento di fornire un sostegno agli studenti alle prese con le scelte di vita universitaria e/o lavorativa che andranno ad incidere sul loro futuro di cittadini e sulla stessa società.

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“Burattino senza fili”. Un commento teologico a Le avventure di Pinocchio proposto dal CFP diocesano
Dal 19 febbraio al 25 marzo, dalle ore 18.30 alle 19.45, presso il “Villaggio della Carità”, in via Montemalbe 1 di Perugia, si svolgerà un ciclo di incontri proposto dal Centro di Formazione Pastorale (CFP) diocesano dall’originale titolo: “Burattino senza fili”. Si tratta, spiega don Luca Bartoccini, direttore del CFP, di «un commento teologico all’opera di Collodi, Le avventure di Pinocchio, il terzo libro più letto al mondo dopo La Bibbia e Il Piccolo Principe, che vuole contribuire anche a comprendere il perché del successo straordinario che accompagna ancora oggi questa fiaba, a più di 150 anni dalla sua pubblicazione. Ad aiutarci a svelare questo perché, sarà la lettura che il cardinale Giacomo Biffi ha fatto di quest’opera quasi 50 anni fa (1977) nel suo libro dal titolo: Contro Maestro Ciliegia, commento teologico a Le avventure di Pinocchio, un libro, tra l’altro ancora in libreria, una lettura attualissima della “Storia della Salvezza”».
«La tesi del cardinale sulla figura di Pinocchio, molto umana, ci interroga non poco su un burattino senza fili che vuole diventare uomo. Il corso – conclude don Bartoccini – ripropone questa insolita e pittoresca rilettura in chiave cristiana della fiaba di Collodi. Capitolo per capitolo, seguiremo le avventure di Pinocchio con una vivace meditazione teologica accessibile a tutti…, perché, in fondo, la differenza tra burattino e figlio resta la sintesi del dramma dell’uomo contemporaneo».

Perugia – L’arcivescovo Ivan Maffeis è stato nominato membro del Dicastero delle Cause dei Santi.

L’arcivescovo Ivan Maffeis è stato nominato da papa Francesco membro del Dicastero delle Cause dei Santi. L’annuncio è stato dato dalla Sala Stampa della Santa Sede, il 17 febbraio, a cui ha fatto seguito il sentimento di gratitudine del vicario generale, don Simone Sorbaioli, a nome della Chiesa di Perugia-Città della Pieve, unito all’augurio di buon lavoro a mons. Maffeis nell’apprestarsi a svolgere il delicato e impegnativo incarico.
«Apprendiamo con soddisfazione e sentimento di gratitudine al Santo Padre Francesco, che il nostro Arcivescovo è stato nominato membro del Dicastero per le Cause dei Santi – commenta il vicario generale don Simone Sorbaioli –. I sacerdoti e tutti i fedeli dell’Arcidiocesi perugino-pievese augurano a mons. Maffeis un buon lavoro a servizio della Chiesa universale e confermano stima ed affetto».

Città di Castello – convegno “L’atto sublime dell’educare. La testimonianza di don Lorenzo Milani 100 anni dopo”

La scuola diocesana di formazione teologica “Cesare Pagani” propone l’evento pubblico organizzato nell’ambito dell’itinerario formativo 2023-2024.

Martedì 20 febbraio a Città di Castello nel salone della parrocchia Madonna del Latte (in via Alcide De Gasperi, 1), alle ore 21,00, il prof. Lauro Seriapochi, Vicepresidente della Fondazione Don Lorenzo Milani, tratterà dell’atto sublime dell’educare. La testimonianza di don Lorenzo Milani, 100 anni dopo.

Com’è evidente, la questione educativa preoccupa, oggi, sia la Chiesa che la società. Considerata la complessità della sfida non è pensabile che la responsabilità ricada su una sola istituzione, ma è indispensabile la costruzione di un tessuto di correlazione dialogica e di un’alleanza di corresponsabilità.

L’incontro è aperto a tutti gli interessati. Ingresso libero

Approfondimento 2 – 2023-1

Basilica di San Francesco Assisi – svelato il vero volto di San Francesco, lavori di restauro a cinquant’anni dall’ultimo intervento

La Maestà di Assisi torna al suo splendore. Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa di presentazione e lo svelamento dell’affresco della “Madonna in trono col bambino, angeli e san Francesco” di Cimabue, noto anche come “Maestà di Assisi”, a conclusione dei lavori di restauro realizzato da un’équipe della Tecnireco diretta dal capo restauratore della Basilica di San Francesco prof. Sergio Fusetti, grazie al contributo della casa automobilistica Ferrari. Il progetto conservativo è iniziato a gennaio 2023, a cinquant’anni dall’ultimo intervento, e ha impiegato un anno di lavoro.

Databile tra il 1285 e il 1290 – la prima realizzata da Cimabue all’interno della Basilica –, l’opera è situata nella parte destra del transetto settentrionale della chiesa inferiore della Basilica di San Francesco. L’affresco è celebre non solo per la raffigurazione della Vergine in trono, ma anche per quello che si ritiene essere uno dei ritratti più antichi e affidabili di san Francesco stesso, realizzato, secondo la tradizione, sulla base delle indicazioni di chi lo aveva conosciuto personalmente.

«Sono estremamente grato al professor Fusetti e all’équipe della Tecnireco, e ovviamente a Ferrari – ha dichiarato fra Marco Moroni, OFMConv, Custode del Sacro Convento -, per la sinergia che ha permesso di portare a nuovo splendore un’immagine che non è solo un’opera d’arte, ma è – anzitutto per noi francescani e per tutti i devoti del Santo – un richiamo dall’alto valore simbolico alla figura e ai valori di san Francesco stesso. Tutto ciò è particolarmente significativo mentre ci prepariamo al grande centenario francescano del 2026 in cui celebreremo gli 800 anni della pasqua del Santo di Assisi. Il ritratto di san Francesco, rappresentato in questo capolavoro di Cimabue, ci riporta necessariamente alla sua figura storica che manifesta ancora oggi una straordinaria attualità e continua ad essere fonte di provocazioni profonde per ciascuno di noi, per la Chiesa, per il mondo intero».

Realizzato con una tecnica a secco, per questo meno resistente nel tempo, dal Cinquecento l’affresco ha subito numerosi interventi di restauro, a seguito dei quali ha ricevuto modifiche rilevanti, come nel caso del volto di san Francesco. Nel 1973 è avvenuto l’ultimo intervento a cura dell’Istituto Centrale del Restauro. Nel progetto appena ultimato sono state effettuate numerose indagini con diverse tecniche e strumentazioni non invasive per analizzare lo stato di conservazione dell’opera e i materiali utilizzati nei restauri precedenti. Si è scelto, quindi, di compiere un lavoro conservativo dell’affresco, rimuovendo tutti i restauri precedenti. L’intervento ha seguito il modello dell’Istituto Centrale del Restauro del 1973 con un approccio meno invasivo, che ha cercato di esaltare il contributo dell’artista e si è concentrato anche sul consolidamento dell’intonaco della struttura muraria.

Quello del restauro della Maestà di Cimabue rientra nel più ampio progetto di interventi di manutenzione e conservazione del patrimonio presente all’interno della Basilica di San Francesco, reso ancora più necessario a seguito degli eventi sismici degli ultimi decenni e per il rischio di eventuali nuovi terremoti. A seguire quest’ultimo lavoro appena presentato, in questi giorni sta iniziando il restauro della Cappella di Santo Stefano, affrescata da Dono Doni e Giacomo Giorgetti.

Dall’incontro della Delegazione regionale Caritas umbra con la Caritas italiana. Il vescovo delegato Ceu Francesco Antonio Soddu: «Siamo da sempre in Cammino sinodale raccogliendo insieme le sfide che anche la società ci presenta»

Si è svolto a Foligno, presso la casa regionale della carità “Il Germoglio meraviglioso”, l’annuale incontro della Delegazione Caritas Umbria (composta dai direttori delle otto Caritas diocesane) con la rappresentanza di Caritas italiana guidata dal direttore don Marco Pagniello. Un appuntamento in cui sono stati trattati temi di interesse non solo pastorale, ma di carattere sociale direttamente connessi alla vita e all’opera delle Chiese diocesane attraverso l’attività delle loro Caritas a livello territoriale.
Costruire comunità dalle periferie. Il direttore di Caritas italiana ha richiamato l’importanza, come non mai in questo momento di crisi internazionale, di prodigarsi a «costruire comunità» per prevenire anche possibili conflitti sociali nel contesto locale. «La prima opera segno», ha ricordato, «è l'”Animazione di comunità”». Anche per questo è necessario «partire dalle periferie esistenziali e non solo geografiche», con uno sguardo attento «non solo ai poveri materiali». In questo i Centri di Ascolto Caritas rivestono un ruolo fondamentale nella presa in carico della richiesta di aiuto, cercando di «non restare schiacciati sull’assistenza materiale».
Già luogo di Cammino sinodale. Occorre mettere al centro dell’impegno Caritas la «spiritualità cristiana che sta emergendo dal Cammino sinodale della Chiesa italiana». E in merito a questo Cammino, iniziato nell’autunno 2021, don Marco Pagniello ha ricordato che «la Delegazione regionale Caritas è già luogo di Cammino sinodale» nell’affrontare in comunione le diverse situazioni di povertà emergenti nei territori.
No agli ammassi umani. In merito ad una delle emergenze più pressanti, quella del fenomeno migratorio, il direttore di Caritas italiana ha detto: «Siamo per l’accoglienza diffusa delle persone migranti, non per i grandi centri di accoglienza, no agli ammassi umani».
Educare alla mondialità. Altro tema toccato è stato quello dell’«educare alla mondialità» partendo dal basso, dalle comunità parrocchiali, affrontando temi come i cambiamenti climatici, le emigrazioni, le cause di sofferenza nel mondo che creano ingiustizie, povertà, violenze, conflitti…, temi che destano non poco l’interesse delle giovani generazioni.
È stato poi presentato il 44° Convegno nazionale delle 200 Caritas diocesane italiane indetto dalla stessa Caritas italiana, in programma dall’8 all’11 aprile 2024, a Grado (Gorizia), sul tema: “Confini, zone di contatto non di separazione” ispirato al passo della Genesi “Non passare oltre senza fermarti”.
Piena comunione tra le Caritas. A spiegare l’importanza dell’incontro è stato il vescovo delegato per la Carità della Conferenza episcopale umbra (Ceu), mons. Francesco Soddu, già direttore di Caritas italiana, nel dire: «rappresenta la piena comunione tra le Caritas presenti in Italia. Non esiste una Caritas centrale e delle Caritas periferiche, esiste un ambito ecclesiale molto importante, quello della Carità, da cui si dirama uno degli aspetti fondamentali del messaggio cristiano che è l’Amore attraverso la prossimità, la vicinanza, le opere segno».
Opere non sportelli, ma centri propulsori. «La visita del direttore di Caritas italiana – ha aggiunto mons. Soddu – mira sempre a creare la comunione tra le Chiese e quindi tra le Caritas, perché la Caritas è un’espressione della Chiesa. Il fatto che vi sia un vescovo delegato che guida, anima e sostiene le Caritas diocesane, non fa altro che mettere in evidenza tutto questo». Inoltre, ha sottolineato, mons. Soddu, «la Caritas, da quando è stata fondata, nel 1971, è molto facilitata nel recepire ciò che è il processo che si sta vivendo all’interno della Chiesa, cioè il Cammino sinodale. Già dal suo sorgere, la Caritas ha portato avanti questo cammino accogliendo le difficoltà che poi si sono trasformate in opportunità per crescere e per animare la comunità al senso pieno della Carità. Oggi raccogliamo le sfide che anche la società ci presenta, condividendole in questa piccola e significativa regione, l’Umbria, all’interno delle nostre Chiese, chiamati ad essere “Chiesa in cammino”. Siamo chiamati ad animare attraverso le opere che non siano semplicemente degli sportelli, ma siano dei centri propulsori affinché la persona, la comunità possa rianimare sé stessa secondo quello che papa Francesco aveva propugnato già dalla Evangelii gaudium».

Perugia – inizio Quaresima. L’arcivescovo Ivan Maffeis: “Si apre davanti a noi un tempo di grazia…”

Con il Mercoledì delle Ceneri (14 febbraio) i cristiani entrano nella Quaresima, cammino di fede in preparazione alla Pasqua di Risurrezione vissuto con particolare raccoglimento spirituale, sobrietà, penitenza, digiuno e sostegno alle opere di carita’. Nelle chiese viene celebrata l’Eucaristia con il rito della benedizione e imposizione delle Ceneri, l’atto penitenziale con cui i fedeli iniziano il cammino di conversione quaresimale.

«Si apre davanti a noi un tempo di grazia in cui – come sottolinea il Messaggio del Papa – “Dio educa il suo popolo, perché esca dalle sue schiavitù” e faccia propria quella “chiamata vigorosa alla libertà”, che “matura in un cammino”». A evidenziarlo è l’arcivescovo mons. Ivan Maffeis nella sua lettera rivolta alla comunità cristiana di Perugia-Città della Pieve in vista della Quaresima, con un richiamo alle «schiavitù che fanno sì che siamo ancora sotto il dominio del Faraone”, un dominio che “non è solo esteriore, ma tocca l’interiorità: “Possiamo attaccarci al denaro, a certi progetti, idee, obiettivi, alla nostra posizione, a una tradizione, persino ad alcune persone. Invece di farci incontrare, ci contrapporranno” (dal Messaggio del Papa, n.d.r.)».

«La Quaresima – prosegue l’arcivescovo – ci provoca a uscire da questi orizzonti chiusi, che portano a “vagare nella vita come in una landa desolata, senza una terra promessa”. Per stare alla presenza di Dio e del fratello, ci propone di saperci fermare in preghiera, in una frequentazione più assidua della Parola del Signore, che porti a recuperare la dimensione contemplativa della vita».

Mons. Maffeis propone anche due segni di «condivisione concreta» da promuovere nelle comunità parrocchiali: «domenica 10 marzo le offerte saranno destinate alla Caritas diocesana, impegnata a restituire dignità e ad accompagnare diverse migliaia di persone». Venerdì Santo (29 marzo) si terrà «una seconda colletta di questo tempo che ci accompagna a Pasqua – scrive l’arcivescovo –, quella per la Terra Santa… Nella drammatica situazione odierna, tale vicinanza è indispensabile per permettere alla Custodia di sostenere la presenza dei cristiani a Gaza, a Betlemme e a Gerusalemme, il mantenimento dei Luoghi Santi come delle attività pastorali e delle opere sociali – scuole, case per anziani, ospedale – che vanno a beneficio di tutti, in particolare dei più bisognosi».

Terni – pontificale di San Valentino. Mons. Soddu: ““solo l’amore mette in atto delle buone relazioni tra le persone, quelle che mirano alla comunione e non alla divisione o disgregazione, che cercano di costruire ponti e non di innalzare muri”

In una cattedrale gremita di fedeli è stata celebrata domenica 11 febbraio la festa diocesana di San Valentino, con il solenne pontificale presieduto dal vescovo Francesco Antonio Soddu, nella giornata mondiale del Malato, concelebrata da mons. Salvatore Ferdinandi, vicario generale della Diocesi, Padre Angelo Gatto direttore dell’ufficio pastorale della salute, padre Johnson Perumittath parroco di San Valentino, i vicari foranei ed episcopali, il clero diocesano. Alla celebrazione hanno partecipato il prefetto di Terni Giovanni Bruno, il presidente delle Regione Umbria Donatella Tesei, il vice sindaco di Terni Riccardo Corridore, il vice presidente della Provincia di Terni Gianni Daniele, il questore Bruno Failla, la consigliera regionale Eleonora Pace, le autorità militari regionali e provinciali, i sindaci dei Comuni del comprensorio diocesano, i cavalieri e dame dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, i rappresentanti delle associazioni e movimenti della Diocesi, alcuni malati accompagnati dai volontari dell’Unitalsi, i rappresentanti del mondo del lavoro, della scuola.

La parte musicale della celebrazione è stata curata dal Coro Diocesano diretto da don Sergio Rossini e da un gruppo strumentale del liceo musicale ‘F.Angeloni’ di Terni. Durante il pontificale vice sindaco Corridore ha acceso la lampada votiva e pronunciato l’atto di affidamento della città al Santo Patrono, segno di devozione e della disponibilità degli amministratori pubblici ad essere attenti ai bisogni della comunità e a promuovere con onestà e saggezza ciò che giova al bene comune.

La festa del patrono della città di Terni, san Valentino è per la comunità cittadina un’occasione per riflettere sull’identità della città alla luce della testimonianza di san Valentino che ha plasmato cristianamente la città di Terni durante il suo lungo ministero episcopale, come maestro, padre dei poveri e dei giovani innamorati, di custode dell’amore.

Terminato il pontificale, la processione cittadina ha accompagnato l’urna del santo per il rientro nella basilica di San Valentino, lungo le vie della città, passando davanti al palazzo Comunale, la chiesa del Sacro Cuore a città Giardino e quella di Santa Maria del Carmelo, fino al colle dove si trova la chiesa che custodisce le reliquie e la memoria del Santo.
La processione è stata accompagnata dai gonfaloni del Comune, Regione e Provincia e da quelli delle confraternite, insieme ai rappresentanti di movimenti e associazioni diocesane, dalle istituzioni civili e militari presenti alla celebrazione del pontificale, dai figuranti in abiti storici. Sul sagrato c’è stato la preghiera del presidente dell’Azione Cattolica diocesana Rita Pileri: « E tu, Valentino, intercedi per noi, e per tutta l’umanità. Per tutte le volte in cui ci siamo voltati dall’altra parte, per tutte le volte in cui non abbiamo saputo difendere i più deboli, per tutte le volte in cui non abbiamo saputo amare anche se credevamo di saperlo fare. Per tutte le volte in cui abbiamo offeso, ferito, tradito, violato, ucciso. Spinti dal tuo esempio sappiamo essere capaci di usare parole garbate nello spazio privato e soprattutto nello spazio pubblico, parole di misericordia e di giustizia, che non offendono o denigrano. Con il tuo aiuto vorremmo che la nostra città sia luogo di dialogo sereno e costruttivo, del rispetto delle persone, delle regole e delle istituzioni, una città capace di discernere il presente per progettare un futuro in cui tutti si sentano accolti».
La benedizione del vescovo Soddu ha concluso la liturgia che ha solennemente celebrato in città il patrono di Terni San valentino. L’urna è stata quindi riposta all’interno della basilica alla venerazione dei fedeli.

L’OMELIA DEL VESCOVO SODDU
Carissimi fratelli e sorelle,
mentre celebriamo con la Chiesa universale la VI domenica del tempo Ordinario ed anche la 32 giornata mondiale del malato, la nostra chiesa diocesana unisce a queste circostanze i festeggiamenti in onore del proprio Patrono, san Valentino.
In questa felice convergenza di eventi, la Parola di Dio è tutta concentrata sulla malattia e in particolare sulla lebbra.
Nella storia del popolo di Israele, lo abbiamo sentito nella prima lettura, chi contraeva tale malattia, per legge doveva essere bandito dalla comunità, tenuto lontano, molto distante e vivere in solitudine una vera e propria situazione di emarginazione, di scarto. L’unica possibilità di vicinanza con le persone che poteva essergli consentita era quella con i propri simili, ossia con gli altri lebbrosi.

In questa domenica abbiamo davanti a noi la figura di san Valentino, il quale ha saputo cogliere nella propria esperienza di vita la parola di Dio fatta carne e nella propria carne, nella sua persona, l’ha resa evidente in ogni tratto: dall’essere vescovo, pastore premuroso del gregge di questa chiesa di Terni, alla delicata vicinanza verso i malati nel corpo e nello spirito, compiendo e rendendo vivi e veri quei gesti che Gesù aveva consegnato agli apostoli con le parole: “Guarite i malati, mondate i lebbrosi…”.

In questa occasione celebrando pure la 32 giornata mondiale del malato, Papa Francesco ha consegnato al mondo un messaggio dal titolo, tratto dalle parole del libro della Genesi: “Non è bene che l’uomo sia solo”, esortando tutti a curare il malato avendo cura delle relazioni. mette in risalto un aspetto che in filigrana ci riguarda tutti, infermi o sani che siamo, ed è dato dalla malattia che affligge la società attuale e dunque anche la nostra città e il nostro territorio, ossia la povertà delle relazioni. Anche le relazioni non sane, malate, che minano la nostra salute a qualsiasi livello di rapporto, dall’interpersonale al familiare al sociale.

Il nostro san Valentino, così attento a ogni tipo di buona relazione è per noi esempio affinché sentiamo vibrante e vero quanto solo l’amore mette in atto a favore delle buone relazioni tra le persone, ossia quelle che mirano alla comunione e non alla divisione o disgregazione; quelle che mirano alla edificazione e non alla distruzione; quelle che cercano di costruire ponti e non di innalzare muri.
Quest’anno, collegato e ispirato al cammino sinodale e al programma pastorale diocesano, per le manifestazioni valentiniane abbiamo scelto lo slogan “Camminiamo insieme” dando così ulteriore risalto a quanto ancora papa Francesco scrive nel messaggio per questa giornata: “In questo cambiamento d’epoca che viviamo, specialmente noi cristiani siamo chiamati ad adottare lo sguardo compassionevole di Gesù…. E così cooperiamo a contrastare la cultura dell’individualismo, dell’indifferenza, dello scarto e a far crescere la cultura della tenerezza e della compassione”.

San Valentino illumini col suo esempio la nostra città, il nostro territorio, la nostra Diocesi, a partire dalla famiglia, spesso anche disastrata, malata o corrosa dalla lebbra delle molteplici criticità, ad avvicinarsi a colui che solo può col suo tocco compassionevole e pieno di amore guarire ogni tipo di male e di malattia. Se questo non avviene sarà segno evidente che la guarigione non si desidera affatto.

Carissimo san Valentino, nostro Patrono, concedi alle nostre menti, ai nostri cuori la luce necessaria e alle nostre volontà la forza per avvicinarci a Gesù medico delle anime e dei corpi.
Qualora ti dovessi accorgere che questo è ancora troppo lontano dai nostri desideri, conduci e guida gli eventi; tessi tu le trame delle diverse vicende, affinché i nostri sentieri possano imbattersi e convergere verso l’unica strada della vita, nel Signore Gesù, via verità e vita.

Amato san Valentino, guida e illumina con il tuo sguardo di pastore mite e forte coloro che sono preposti alla guida della società, affinché antepongano sempre il bene comune a ogni visione di parte. Mostrati esempio di vita
. a tutti coloro che con fatica sognano la costruzione di una famiglia,
. a tutti coloro che ricercano la felicità attraverso la giusta realizzazione personale,
. agli adolescenti e giovani perché sappiano usare sapientemente il tempo e le buone occasioni della vita.
. a quanti soffrono nel corpo e nello spirito e faticano nel condurre una vita dignitosa, affinché attraverso la cura delle nostre relazioni possano sentire il calore della mano del Signore che salva.

Amato patrono san Valentino, facendomi interprete dei sentimenti del gregge a me affidato, così come lo fu per te, affido all’intercessione di Maria santissima questi desideri, perché dalle sue mani possano ritornare a noi colmi della benedizione della Santissima Trinità”.

Assisi – Giornata mondiale del malato. Convegno a Foligno il 10 febbraio, santa messa a Santa Maria degli Angeli domenica 11

Il prossimo 11 febbraio, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, si celebra la Giornata mondiale del malato, istituita nel 1992 da San Giovanni Paolo II. Anche gli Uffici di Pastorale della salute delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno si apprestano a viverla congiuntamente, orientando l’attenzione sulla tematica che il Santo Padre Papa Francesco ha proposto: «Non è bene che l’uomo sia solo». Curare il malato curando le relazioni. Due gli appuntamenti previsti.

Sabato 10 febbraio alle ore 16 nella parrocchia del Santissimo Nome di Gesù (Via Monte Gargano, n. 6 a Foligno) si terrà il convegno dal titolo: “La Pastorale della Salute non ha passaporto”. “L’intento – spiega Marina Menna, direttrice dell’Ufficio per la Pastorale della salute della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino – è quello di riflettere sull’universalità del dolore, della sofferenza e della solitudine che lo stato di malattia comporta e su quanto vicinanza amorevole, relazione empatica e cura vadano estese a tutti senza preclusioni dettate da barriere sociali, culturali o religiose”. Dopo i saluti della stessa Menna e del collega di Foligno, Piergiorgio Selvi e l’introduzione del vescovo monsignor Domenico Sorrentino, interverranno al convegno don Giovanni Zampa, vicario per la Pastorale della diocesi di Foligno, il neurologo Pierluigi Brustenghi e il pneumologo Piero Tili. Modererà l’incontro Sergio Menghini, medico di medicina generale.

Domenica 11 febbraio, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli, monsignor Sorrentino presiederà alle ore 16 la celebrazione eucaristica interdiocesana, che sarà preceduta alle ore 15.30 dal santo rosario meditato. Durante la celebrazione sarà possibile ricevere il sacramento dell’unzione degli infermi.

Nella Giornata mondiale del malato, la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino ricorda anche l’anniversario dell’ingresso del vescovo avvenuto 18 anni fa.

Terni – San Valentino – solenne pontificicale domenica 11 febbraio e processione per le vie della città

Entrano nel vivo, il 10 e 11 febbraio, le celebrazioni religiose in onore di San Valentino, primo vescovo di Terni e patrono principale della Città e della Diocesi. Valentino fu un vescovo esemplare che spese la sua vita per aiutare gli altri: guariva i malati, soccorreva i poveri, era attento ai bambini ed ebbe un’attenzione particolare ai giovani, ed ha plasmato cristianamente con la sua testimonianza la città di Terni durante il suo lungo ministero episcopale.
Il vescovo Francesco Antonio Soddu invita la comunità a vivere pienamente la festa del santo patrono nel segno dell’amore cristiano: «Camminiamo insieme, sentendoci coinvolti nella corresponsabilità ognuno per la propria parte in questo cammino della nostra Chiesa locale, nell’amore che San Valentino ci testimonia ancora oggi. Un buon approccio all’amore, che viene da Dio, ci fa comprendere il senso vero della vita e quindi della pace. Auguro alla città e alla diocesi di poter fare tesoro di questa festa perché sia per la comunità un motore propulsore per vivere sempre meglio la fede cristiana in comunione sulla via della pace».

La fiaccolata pellegrinaggio per il trasferimento dell’urna di San Valentino in Cattedrale
Sabato 10 febbraio alle ore 21 si terrà la processione – fiaccolata per il trasferimento dell’urna di san Valentino dalla basilica alla cattedrale, che sarà animata dai giovani, sportivi, associazioni e movimenti ecclesiali della città. La processione dalla basilica di San Valentino proseguirà lungo via papa Zaccaria, via San Valentino, via Menotti Serrati, via Turati, corso del Popolo, rotonda obelisco Lancia di Luce, via dell’Annunziata, via del Vescovado, con arrivo in Cattedrale dove ci sarà un momento di preghiera e riflessione del vescovo Francesco Antonio Soddu. Le chiese e le strade lungo le quali transiterà la processione saranno addobbate con il drappo raffigurante San Valentino.
Una processione che è per la comunità ternana un importante espressione della devozione al Santo patrono protettore della città e dell’amore, e che rappresenta un ulteriore segno della vicinanza di Valentino alle famiglie e alla città.

Il solenne pontificale
Domenica 11 febbraio alle ore 10 nella Cattedrale di Terni sarà celebrata la festa diocesana di San Valentino, con il solenne pontificale presieduto dal vescovo Francesco Antonio Soddu, nella giornata mondiale del malato. La celebrazione vedrà la presenza di ospiti delle case per anziani e malati accompagnati dai volontari dell’Unitalsi. Concelebreranno mons. Salvatore Ferdinandi, vicario generale della Diocesi, Padre Angelo Gatto direttore dell’ufficio pastorale della salute, padre Johnson Perumittath parroco di San Valentino, i vicari foranei ed episcopali, il clero diocesano, alla presenza del prefetto di Terni Giovanni Bruno, del questore Bruno Failla, della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, degli assessori del Comune di Terni, assessori e consiglieri regionali dell’Umbria, dei sindaci dei Comuni del comprensorio diocesano, delle autorità militari, dei rappresentanti del mondo del lavoro, della scuola, delle associazioni e movimenti della Diocesi.
Durante il pontificale verrà accesa la lampada votiva e pronunciato l’atto di affidamento della città al Santo Patrono.
La parte musicale della celebrazione sarà curata dal Coro Diocesano diretto da don Sergio Rossini.
Terminato il pontificale, si terrà la processione cittadina per il rientro dell’urna del santo nella basilica di San Valentino, accompagnata dal coro diocesano e dal corteo storico. La processione transiterà lungo le vie della città, seguendo il percorso: piazza Duomo, via Aminale, corso del Popolo, piazza Ridolfi, piazza Europa, via Garibaldi, rotonda Filipponi, via Piave, rotonda M.L.King, strada delle Grazie, via fratelli Cervi, via G.M. Serrati, via San Valentino, via papa Zaccaria, basilica di San Valentino. Sul sagrato della chiesa ci sarà la benedizione conclusiva del Vescovo e la lettura della preghiera da parte del presidente dell’Azione Cattolica diocesana Rita Pileri.

La celebrazione sarà trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, sul canale Youtube e sul sito della diocesi, e sulle frequenze FM radio di Mep Radio organizzazione.