Terni – celebrazioni della Settimana Santa presiedute dal vescovo Soddu

Una Pasqua di comunione ecclesiale, nel condividere la passione e morte di Cristo, seguendo quel cammino di testimonianza di amore e di carità che è il cuore della chiesa e che invita a intraprendere un più vigoroso cammino nel vivere le celebrazioni della settimana santa, lasciandosi coinvolgere dalla misericordia di Dio, dal Cristo risorto e ancora ferito che chiede di credere e sperare ancora.
«La celebrazione della Resurrezione di Cristo – ricorda il vescovo Soddu – deve essere anche la nostra Resurrezione, cioè il passaggio dalla morte alla vita, il passaggio dalle tenebre alla luce. Ciascuno di noi conosce bene quali siano le proprie tenebre e difficoltà, ma il Signore ci dà la forza, aggrappati a Lui, di percorrere la via della luce, per vivere la nostra Pasqua, la nostra Resurrezione, per essere germi viventi di quella luce nuova, che da noi si riverbera in tutto il mondo a cominciare dalle persone che abbiamo vicino. Il sepolcro del Signore sia il luogo da cui il nostro pensiero ed impegno nei confronti dei fratelli e sorelle sofferenti non si fermi mai e diventi anche per noi il luogo di incontro per un mondo rinnovato, di pace per tutte le vittime della violenza».

Con la celebrazione della Domenica delle Palme, che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, hanno inizio le liturgie pasquali della Settimana Santa, durante la quale si fa il memoriale della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù. Il vescovo Francesco Antonio Soddu presiederà la liturgia di domenica 24 marzo che avrà inizio alle ore 10.00 sul sagrato della chiesa di Santa Croce per il rito della benedizione dei rami d’ulivo e la processione fino in Cattedrale dove, alle 10.30, la liturgia proseguirà con la lettura della Passione di Gesù e la celebrazione eucaristica.
Mercoledì 27 marzo alle ore 17 nella Cattedrale di Terni si terrà la solenne celebrazione della Messa Crismale, nella quale i presbiteri rinnovano le promesse sacerdotali e vengono benedetti gli oli sacri: il sacro crisma, l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi,
La celebrazione crismale rappresenta l’unione e la comunione di tutti i presbiteri nel ministero del sacerdozio e della missione evangelizzatrice a cui sono stati chiamati, ma anche di unione con l’intera comunità ecclesiale e che proprio in questo spirito di comunione, vedrà la presenza dei sacerdoti della diocesi, dei diaconi, religiose e religiosi, dei ragazzi che riceveranno il sacramento della Cresima nelle varie parrocchie della diocesi.

Il Triduo pasquale
Alle celebrazioni del triduo pasquale, secondo le disposizioni della “Paschalis solemnitatis” che invita le piccole comunità religiose a prendere parte alle celebrazioni del Triduo pasquale nelle chiese maggiori, nella Cattedrale di Terni, si uniranno i fedeli e sacerdoti della comunità pastorale Terni centro.
Giovedì, venerdì e sabato ci sarà la celebrazione comunitaria in Cattedrale delle letture e delle Lodi alle ore 8.30.
– giovedì 28 marzo alle ore 10 il vescovo Francesco Soddu presiederà la celebrazione in “Coena Domini” nella Casa Circondariale di Terni dove sarà ripetuto il gesto della lavanda dei piedi ai detenuti e operatori in carcere. 
Nella Cattedrale di Terni alle ore 17.30 il vicario generale mons. Salvatore Ferdinandi presiederà la celebrazione della messa in “Coena Domini” in cui si ricorderà l’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù nell’ultima cena. Alle ore 21 si terrà l’adorazione del Santissimo Sacramento.
Venerdì 29 marzo alle ore 17.30 il vescovo presiederà la celebrazione della Passione del Signore e l’atto di adorazione della Croce. Alle ore 21 la processione del Cristo morto lungo le vie del centro cittadino dalla chiesa di san Francesco alla Cattedrale che, con preghiere, meditazioni e canti ripercorre le sofferenze di Cristo in croce, che sono anche quelle di ogni persona bisognosa d’aiuto, le croci di chi soffre per i tanti mali che affliggono il mondo contemporaneo.
Sabato 30 marzo alle ore 22.30 il vescovo presiederà la celebrazione della Veglia Pasquale nel corso della quale sarà benedetto il fuoco nuovo e l’acqua del fonte battesimale con la quale sarà impartito il sacramento del battesimo a 4 adulti che hanno concluso il cammino del catecumenato. Sarà inoltre impartito il sacramento della Confermazione a 17 adulti.
Domenica 31 marzo, Pasqua di Resurrezione, il vescovo presiederà la celebrazione alle ore 11 nella concattedrale di Narni e alle ore 17.30 nella Concattedrale di Amelia

Pasqua in Assisi – le celebrazioni della Settimana Santa

“Ci prepariamo a vivere la settimana più importante dell’anno con il cuore pieno di speranza perché la passione, morte e resurrezione di Cristo ci aprano gli occhi sulla nostra vita, fatta di gioie ma anche di sofferenze; le stesse sofferenze che ha patito Gesù sulla croce ma che poi lo hanno portato alla salvezza eterna. Impariamo da lui a prendere sulle spalle le nostre croci e sosteniamo i fratelli più fragili, perché solo attraverso le difficoltà si può assaporare la gioia della felicità”. È questo l’auspicio del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno in vista dei riti della settimana Santa che prenderanno il via domenica 24 marzo alle 9,30 con il ritrovo in piazza del Comune, davanti alla Chiesa di Santa Maria sopra Minerva, per la benedizione delle palme e l’avvio della processione verso la cattedrale di San Rufino dove il vescovo presiederà la celebrazione eucaristica. Nel pomeriggio alle 15,30 è prevista la tradizionale Via Crucis nella Basilica di Santa Chiara, cantata a cura di Commedia Harmonica, anche in ricordo del maestro Umberto Rinaldi. “Spero che in tanti possano partecipare ai riti della settimana Santa che porta ad interrogarsi, a riflettere sul proprio presente e sulla grandezza di quel Dio che, fatto uomo, ultimo tra gli ultimi, ha deciso di morire nel peggiore dei modi per dimostrare che dopo la fine di questa vita c’è la vera bellezza e salvezza”. Gli appuntamenti della prossima settimana ad Assisi continuano il 27 marzo, mercoledì Santo alle 16 nella cattedrale di San Rufino dove verrà celebrata la santa messa crismale, con la benedizione degli oli santi e animazione liturgica a cura della cappella musicale di San Rufino. Il 28 marzo, giovedì Santo alle 17,30, monsignor Sorrentino presiederà in cattedrale la santa messa “Nella Cena del Signore”; la lavanda dei piedi, seguirà la reposizione del Santissimo Sacramento e il rito della Scavigliazione. Il 29 marzo, venerdì Santo alle 6,45 ci sarà l’Ufficio di letture e a seguire la processione mattutina del Cristo Morto. Quest’anno il percorso visiterà i monasteri della parte superiore della città, passando per via San Paolo, via San Giacomo e arrivo nella Basilica di San Francesco attraverso via Mery Del Val. Alle 17 la celebrazione della Passione del Signore, presieduta dal vescovo con la liturgia della Parola, adorazione della croce e comunione all’assemblea. È prevista anche la colletta per la Terra Santa. Alle 20,30 la processione del Cristo Morto, animata dalle Confraternite alla luce delle fiaccole per i vicoli del centro storico. Il 30 marzo, Sabato Santo, dalle 22 si terrà la Veglia pasquale nella cattedrale di San Rufino. Le celebrazioni in cattedrale saranno trasmesse su Maria Vision (canale 602 del digitale terrestre) e sulla pagina Facebook Diocesi Assisi – Nocera – Gualdo.

Terminata la “Visita ad limina” dei Vescovi umbri. Il video racconto di mons. Sigismondi e di mons. Maffeis

La quarta ed ultima giornata, venerdì 22 marzo 2024, della “Visita ad limina apostolorum” dei vescovi umbri è iniziata con la Messa presieduta da mons. Ivan Maffeis arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. «Nella nostra vita – ha detto – qualche volta possiamo essere “vittime” di pretesti che ci allontanano dalla verità. Affidiamoci sempre della provvidenza di Dio, troviamo in lui la pace che ci consente di affrontare i momenti difficili della vita, senza smarrire la fiducia». Il primo appuntamento è stato l’incontro con il card. Mario Grech Segretario Generale del Sinodo. Poi, visita al Dicastero per il Clero ed incontro con il cardinale prefetto Lazzaro You Heung Sik e con l’arcivescovo segretario Andrés Gabriel Ferrada Moreira. L’ultimo Dicastero visitato è stato quello per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, dove hanno dialogato col cardinal prefetto João Braz de Aviz e col segretario suor Simona Brambilla.

Video racconto dell’ultima giornata con mons. Sigismondi e mons. Maffeis

 

Visita ad limina dei vescovi umbri – video racconti dei vescovi Boccardo, Sorrentino, Soddu, Paolucci Bedini, Sigismondi e Maffeis

Norcia – Solennità del Transito di San Benedetto abate,

Nella solennità del Transito di San Benedetto abate, patrono d’Europa e dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, è stata celebrata la messa il 21 marzo 2024 presieduta dal mons. Domenico Cancian vescovo emerito di Città di Castello, mentre l’arcivescovo Renato Boccardo è in Vaticano con i vescovi Umbri per la Visita ad limina apostolorum.
L’omelia di mons. Cancian:
“San Benedetto ci offre un triplice messaggio:
1. “Figlio mio tendi il tuo orecchio alla sapienza” (Prov 2,1).
L’uomo, ogni uomo che voglia vivere bene, ha bisogno di mettersi in ricerca della vera sapienza (homo sapiens), anzi dovrebbe semplicemente lasciarsi trovare dalla Sapienza, da ciò che è vero, nobile, giusto (cf prima e seconda lettura).
Benedetto dopo la sua esperienza mondana a Roma capisce che quel tipo di vita era superficiale, banale, non soddisfacente. Per questo decide di ritirarsi nella solitudine per riflettere e pregare. E nel Vangelo trova La Sapienza di Gesù che dava non solo un senso più profondo alla sua vita (conversione), ma anche una nuova visione del cruciale momento storico.
Siamo nel tempo della decadenza e della fine dell’impero romano che aveva accolto il Vangelo e poi praticamente dimenticato. Arrivano nel frattempo i nuovi popoli pagani (ariani, franchi, Angli, Goti) che distruggevano tutto. Pian piano, proprio con l’opera di San Benedetto, inizia una nuova epoca storica di integrazione religiosa e culturale che durerà per secoli. Nel suo percorso umano e spirituale attraverso varie esperienze di solitudine e di vita monastica, Benedetto mette a punto i fondamenti di questa nuova era illuminata dalla sua sapienza che nella Regola benedettina contiene il meglio della tradizione monastica orientale interpretata con la saggezza romana.
2. Nulla anteporre all’amore di Dio!
Benedetto nel suo ritiro spirituale fa importanti scoperte.
Anzitutto il primato di Dio. “Nulla anteporre all’amore di Cristo per correre con cuore libero e ardente nella via dei suoi precetti” (preghiera). “Abbandonata la casa e i beni, desiderando piacere solo a Dio, ricercò la comunione con Lui; ricercò l’unità e la pace” (antifona di ingresso e preghiera dell’offertorio).
Dice Gesù: “Chiunque avrà lasciato case, fratelli, sorelle, padre, madre, figli, campi per il mio nome, riceverà 100 volte tanto e avrà in eredità la vita eterna”. San Benedetto ha sperimentato questo centuplo evangelico promesso dopo aver rinunciato alla gloria umana; in mezzo alle gioie e alle tribolazioni ha testimoniato al mondo una inimmaginabile fecondità: innumerevoli persone e comunità si sono ispirate e continuano a ispirarsi a lui.
Papa Benedetto nella sua vita si è fatto molto guidare dall’esperienza di San Benedetto, tanto che appena eletto Papa non ha esitato a prendere il suo nome e ha vissuto gli ultimi quasi 10 anni in un monastero, facendo prevalentemente il monaco (forse era una sua profonda aspirazione). Rinunciando al ministero petrino era convinto che con la sua preghiera avrebbe aiutato la Chiesa non meno di quanto l’aveva aiutata con il suo illuminato pensiero teologico e con l’azione pastorale più impegnativa. Tanto che nella cosiddetta sua profezia del 1969 scriveva: “Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dall’inizio. Sarà una Chiesa più spirituale, più povera e semplificata e gli uomini scopriranno di abitare un mondo di indescrivibile solitudine perché avendo perso di vista Dio avvertiranno l’orrore della loro povertà. Allora e solo allora vedranno quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto”.
3. Una nuova Chiesa e un nuovo mondo
Ritrovando il primato di Dio nel mondo decadente del suo tempo Benedetto ha fatto rifiorire una Chiesa nuova e un mondo nuovo. Possa accadere qualcosa di simile anche per l’umanità di oggi tanto violenta e disorientata. Sul suo esempio possa rinascere quella Speranza di cui vi è immenso bisogno perché senza Lui si è ancora più tentati dalla rassegnazione e dalla disperazione, come si legge nel volto di non pochi fratelli e sorelle dinanzi alle molteplici tragedie in atto con le guerre tra i popoli e con le relazioni quotidiane nelle famiglie e dintorni. In ogni caso è evidente il clima di decadenza culturale, politica, civile e morale del nostro mondo. Davvero ispirato Papa Francesco nell’intitolare il prossimo grande evento 2025: “Giubileo della Speranza”. Benedetto è descritto dal Prefazio come: “Fulgida guida di popoli alla luce del Vangelo”.

Insieme al primato di Dio, Benedetto scopre una nuova antropologia che costituirà per secoli la base culturale dell’Europa. San Paolo VI dichiara San Benedetto “patrono principale dell’Europa” perché “pacis nuntius” (messaggero di pace) ed “effector unitatis” (costruttore di unità). L’uomo diventa così artigiano di unità e di pace, nella verità e nell’amore, in armonia con se stesso, con gli altri, con il creato e attraverso “la cultura del dialogo” (Papa Francesco) e del rispetto edifica un mondo più giusto e umano. Benedetto chiede di “onorare tutti gli uomini” perché in ogni essere umano vi è Cristo che col suo comandamento dell’amore porta all’inclusione, cioè all’accoglienza di tutti, a cominciare dai più bisognosi: l’ospite, il forestiero, l’ultimo, il malato, il pellegrino… e con ciò si costruisce la fraternità universale.

Nasce così un nuovo modo di stare insieme, una nuova comunità, come quella dei monaci che vivono relazioni di fraternità e di reciproca accoglienza, in cui l’ultimo va ascoltato come il dotto e vige il criterio dell’umile ricerca della verità da parte di tutti con l’aiuto della guida paterna dell’abate (così si chiama perché non è un superiore, ma padre, appunto “abba” che segue ognuno con discrezione).
Questo nuovo modo di stare insieme ha lo stile specifico descritto dalla seconda lettura di San Paolo ai Filippesi: sempre lieti nel Signore che è vicino, anzi in mezzo a noi; non angustiarsi per nulla, ma in ogni circostanza far presente al Signore le preghiere, le suppliche, i ringraziamenti e così la pace di Dio che supera ogni intelligenza abita i nostri cuori; accogliere tutto quello che è nobile, giusto, puro, amabile, ciò che è virtù e merita lode.

Questa nuova comunità valorizza la vita quotidiana, le piccole mansioni quotidiane di ognuno: è il luogo dell’ordinaria presenza di Dio e dei fratelli, luogo dell’umano e del divino, del personale e del comunitario, della “santità quotidiana” (Papa Francesco), luogo dell’ora et labora, dimensione verticale ed orizzontale, ambedue importanti e arricchenti se s’incontrano armoniosamente. Tanto che la Regola benedettina chiede “di maneggiare con cura la zappa, il mestolo e lo stilo” perché sono strumenti per incontrare Dio e l’uomo e hanno in un certo senso il valore dei vasi sacri perché anche il lavoro ha la nobiltà della preghiera.

Anche la stabilità dei monaci che Benedetto sottolineava può essere un buon antidoto all’eccessiva mobilità, alle comunicazioni selvagge, alla fretta, all’ansia, al tutto e subito, all’impazienza che destabilizzano l’uomo moderno. Occorre stare nella roccia che è Cristo, cui nulla anteporre, pregare – pensare – riflettere, stare sull’umano vero, sulle priorità che contano di più. Anche l’intelligenza artificiale non dovrebbe complicarci ulteriormente, qualora ci portasse a sottovalutare la sapienza del cuore che sa stabilire relazioni umane significative.
Insomma l’umanesimo benedettino che ha segnato profondamente l’ethos europeo ha qualcosa da dire al post-umanesimo attuale che rischia l’involuzione, senza i riferimenti essenziali scoperti da Benedetto.
“I benedettini, scrive B. Sorge, sono considerati a pieno titolo i promotori della nuova cultura europea. Nasceva anche una nuova lingua: il latino cristiano medievale. Fede e cultura basata su una nuova antropologia al cui vertice è posto il primato di Dio che fonda la dignità della persona umana”.
Quasi come naturale conseguenza nacquero vere e proprie imprese di agronomia, bonifica del territorio, vivai, apicoltura, produzione vinaria, olearia e casearia.
Così oltre che curare la preghiera e l’evangelizzazione i monaci propagano la cultura e l’economia in un clima di fraternità e nuovo umanesimo.

L’augurio
La nostra Chiesa sinodale che si propone oggi lo stile della prossimità, della partecipazione e delle relazioni aperte e autentiche può attingere alla Regola benedettina e favorire il sorgere di quella minoranza creativa e profetica che vive il Vangelo e mette Dio al centro, portando ad una nuova evangelizzazione. Comunità cristiane che superano l’individualismo e il narcisismo, l’accontentarsi di pratiche religiose e tradizioni, la riduzione del Vangelo al facile compromesso e al ribasso, alla ripetizione di riti o alla privatizzazione della fede.

In questa bellissima solennità di San Benedetto, ormai alla vigilia della Pasqua 2024, ci auguriamo che la ricostruzione della città devastata dal terremoto arrivi velocemente alla conclusione. Possa risorgere più luminosa nella sua bellezza artistica, ma anche culturale ed ecclesiale sulle orme indelebili dello spirito benedettino che ha segnato Norcia. Possa essere questa città un faro di speranza per il sorgere di un nuovo umanesimo evangelico ispirato a San Benedetto, patrono d’Europa e dell’Archidiocesi!”

Terza giornata della “Visita ad limina” dei Vescovi umbri. Incontro con il Segretario di Stato Card. Parolin. Il video racconto di mons. Soddu e di mons. Paolucci Bedini

«Il Signore ci conceda, nel nostro ministero, di esultare nella speranza – di essere i suoi “prigionieri” e non i suoi “carcerieri” – e di mettere al bando l’ansia». Con questa riflessione di mons. Gualtiero Sigismondi vescovo di Orvieto-Todi, condivisa nell’omelia della Messa mattutina, si è aperta la terza giornata (giovedì 21 marzo 2024) della “Visita ad limina apostolorum” dei Vescovi umbri. La prima tappa è stata al Dicastero per l’Educazione e la Cultura, dove i Presuli hanno incontrato il prefetto Cardinal José Tolentino de Mendonça e il segretario per la sezione educazione l’arcivescovo Cesare Giovanni Pagazzi. Poi, incontro al Dicastero per l’Evangelizzazione – Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo – con il Pro Prefetto l’Arcivescovo Salvatore Fisichella e il Sotto-segretario mons. Graziano Borgonovo. La mattinata si è conclusa con l’incontro presso la Segreteria di Stato e Sez. Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali dove i Presuli hanno dialogato con il Segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin.
Nel pomeriggio incontro al dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita col cardinal Prefetto Kevin Farrel e i suoi collaboratori.
L’ultimo appuntamento della giornata è stato al Dicastero per il servizio dello Sviluppo umano integrale, dove i sei Vescovi hanno incontrato il cardinale Prefetto Michael Czerny e il segretario suor Alessandra Smerilli.
Il video racconto della giornata da parte di mons. Francesco Antonio Soddu, vescovo di Terni-Narni-Amelia, e di mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio e di Città di Castello.

 

 

 

Seconda giornata della “Visita ad limina” dei Vescovi umbri. Il video racconto di mons. Sorrentino

La seconda giornata, mercoledì 20 marzo 2024, della “Visita ad limina apostolorum” dei Vescovi umbri è iniziata con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Domenico Sorrentino arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di vescovo Foligno nella cappella della casa generalizia delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, dove alloggiano i Presuli. Mons. Sorrentino ha ricordato i 23 anni della sua ordinazione episcopale e, all’inizio della Messa, ha ringraziato i confratelli per la gentilezza fraterna della presidenza eucaristica.
La prima tappa è stata al Dicastero per i Vescovi per l’incontro con il cardinal prefetto Robert Francis Prevost e con il segretario l’arcivescovo Ilson de Jesus Montanari. Poi, visita al Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e incontro con il cardinale prefetto Arthur Roche e con il sotto segretario Mons. Krzysztof Marcjanowicz. Prima del pranzo, visita al Dicastero della Dottrina della Fede: incontro con il cardinale prefetto Víctor Manuel Fernández e i suoi collaboratori. Nel pomeriggio visita al Dicastero della Comunicazione e incontro con il Prefetto dott. Paolo Ruffini e i suoi collaboratori.
Ci racconta questa giornata l’arcivescovo Domenico Sorrentino.

 

Perugia – la Peregrinatio Mariae della statua della Madonna di Lourdes in parrocchie, luoghi di culto e di cura

Sarà “pellegrina” anche tra i fedeli della comunità diocesana di Perugi-Città della Pieve, dal 22 al 24 marzo, la venerata statua della Madonna di Lourdes, in Italia da settembre per i 120 anni dell’UNITALSI nazionale. È una delle due statue che viene portata in processione “aux flambeaux” ogni giorno, al tramonto, nel complesso del Santuario mariano di Lourdes, la località dove l’Immacolata Concezione apparve per la prima volta a santa Bernardette l’11 febbraio 1858. Da quel giorno la cittadina francese ai piedi dei Pirenei è diventata una delle mete di pellegrinaggio mariano più frequentate al mondo con milioni di pellegrini ogni anno, molti dei quali malati nel corpo e nello spirito che vanno a chiedere la grazia della guarigione. Si raccolgono in preghiera, o solo in silenzio dinanzi alla Grotta delle apparizioni.

Programma della “Peregrinatio Mariae” a Perugia-Città della Pieve.

Organizzata dalla Sezione Umbria dell’UNITALSI insieme alle Sottosezioni diocesane in collaborazione con le Chiese particolari, la “Peregrinatio Mariae”, proveniente da Todi dopo aver sostato in altre località umbre, è attesa dai fedeli venerdì mattina 22 marzo nella chiesa parrocchiale S. Giovanni Battista a Marsciano (ore 9.30), a seguire nella concattedrale di Città della Pieve (ore 14), nella chiesa parrocchiale di Castiglione del Lago (16.20) e presso l’Istituto “Don Guanella” a Perugia (ore 19). Sabato 23 marzo sosterà nella chiesa dell’Ospedale “S. Maria della Misericordia” (ore10), poi nella chiesa di Santa Maria Nuova a Perugia (ore 15) e nella chiesa di S. Maria Assunta a Castel del Piano (ore 19). Domenica 24 marzo, sempre a Castel del Piano, si svolgerà la processione fino alla chiesa di San Pio (ore 9.30) e a seguire la santa messa al cui termine la “consegna” della statua all’UNITALSI di Gubbio (ore 13).

Maria tra quanti non possono andare da Lei in pellegrinaggio.

«È Maria, attraverso la sua venerata effige, che viene a trovare quanti non possono andare da Lei, a Lourdes, in pellegrinaggio. E questo è un evento di fede alquanto significativo, perché permette a molti di fare esperienza di “un angolo di Lourdes tra noi”». A sottolinearlo è Ernestina Caparelli, presidente della sottosezione di Perugia dell’UNITALSI, nell’annunciare che la Peregrinatio Mariae sarà nella nostra comunità diocesana dal 22 al 24 marzo, facendo sosta soprattutto nei luoghi di cura come l’Istituto “Don Guanella” e l’Ospedale “S. Maria della Misericordia” di Perugia e la casa per anziani “Maria Immacolata” di Marsciano. Il “Don Guanella”, spiega la presidente Ernestina, «è una tappa che non può mancare nel programma di questa Peregrinatio Mariae, perché san Luigi Guanella è compatrono dell’UNITALSI. Maria va da quanti vivono gravi situazioni di sofferenza, riprendendo un tema particolare del pellegrinaggio, quello del camminare insieme con Lei e verso di Lei, perché è Lei che ci conduce al figlio Gesù».

Com. stampa a cura di Riccardo Liguori

Terni – una folla di fedeli in cattedrale per l’accoglienza della statua pellegrina della Madonna di Lourdes

In un clima di grande devozione e preghiera è stata accolta nella Cattedrale di Terni la statua pellegrina della Madonna di Lourdes da centinaia di fedeli che hanno gremito la chiesa in ogni sua zona e anche all’esterno. La celebrazione eucaristica in occasione della peregrinatio Mariae per commemorare i 120 anni dell’Unitalsi è stata presieduta dal vescovo Francesco Soddu e concelebrata dal parroco don Alessandro Rossini e dall’assistente diocesano Unitalsi padre Gianpaolo Fabaro, alla presenza del Prefetto Giovanni Bruno, del Questore Bruno Failla, della presidente del Consiglio Comunale Sara Francescangeli e ufficiali dell’Arma dei Carabinieri.
Un pellegrinaggio commosso e sentito di giovani e anziani, bambini e famiglie, per affidare a Maria le gioie e le sofferenze della vita. A tutti mons. Soddu ha portato il saluto di Papa Francesco, incontrato la mattina in udienza privata con i Vescovi umbri per la Visita ad limina apostolorum.
“In questa nostra circostanza – ha detto il vescovo -, nella quale siamo onorati di avere tra noi l’immagine della Madonna di Lourdes abbiamo pure l’opportunità di ricevere la ricchezza del messaggio che la Madonna ha affidato a Bernadetta che resta sempre e comunque irrorato dalla luce salvifica della Rivelazione, della Buona Notizia del Vangelo. Il messaggio che parte da Lourdes e arriva fino a noi è contenuto certamente nelle apparizioni a s. Bernardetta, e che si condensa nella risposta alla domanda rivolta alla Signora da Bernadetta: “chi siete?” “Io sono l’Immacolata Concezione”. Possiamo raccogliere il dono immenso che Dio fa al mondo attraverso Maria, ossia suo Figlio, unico salvatore del mondo. Dall’accoglienza del dono, così come lo fu per s. Bernadetta, possiamo cogliere la gioia della preghiera; una preghiera fatta non tanto di parole, ma soprattutto di vita, ossia di atteggiamenti, di condotte buone; di condotte e atteggiamenti secondo il Vangelo di Gesù.
Il messaggio di Lourdes pertanto non si riduce a una sorta di slogan quanto piuttosto contiene la persona medesima del Signore Gesù, che è e rimane sempre il centro della storia, del mondo e della vita di ciascuno. Fare a meno di questa centralità equivale a perdere l’orientamento, la bussola della vita e andare conseguentemente alla deriva. Maria, insieme a s. Giuseppe ci insegnano il modo con il quale si deve accogliere Gesù: ascoltare la voce del Padre; essere disponibili all’azione dello Spirito; non avere paura. Mettendo in atto queste tre azioni fondamentali, siamo in grado di avvicinarci a Dio, ma mentre facciamo questo, ci accorgeremo che Lui è già entrato nella nostra vita. E così facendo potremmo anche rivolgere a Dio, mediante Maria SS.ma, le nostre preghiere fatte di vita vissuta, per gli ammalati, i sofferenti, per la pace, per le famiglie.
Carissimi fratelli e sorelle, specialmente in questo periodo della Storia mondiale, in cui viviamo l’incertezza continua circa la sopravvivenza del genere umano e dello stesso pianeta, a causa delle guerre e della possibilità dell’utilizzo delle armi di distruzione di massa, siamo invitati a rivolgere il nostro sguardo orante e metterci nelle mani della Regina della Pace”.

La statua è arrivata a Terni la sera del 18 marzo ed è stata accolta nella chiesa di Sant’Antonio di Padova dal parroco padre Gianpaolo Fabaro assistente spirituale dell’Unitalsi sottesezione di Terni dove si è tenuta una veglia di preghiera molto partecipata. La mattina del 19 marzo statua della Vergine è stata portata nella Casa Circondariale di Terni dove si è tenuto un momento di riflessione con alcuni detenuti guidato dal cappellano padre Massimo Lelli, quindi la tappa alla residenza per anziani di Collerolletta. Altra tappa è stata presso l’ospedale di Terni, dove il cappellano padre Angelo Gatto ha guidato un momento di preghiera nella cappella interna e impartendo la benedizione a malati e parenti ad ogni piano del nosocomio ternano. Dopo il passaggio nella parrocchia di San Massimiliano Kolbe ad Amelia, nel primo pomeriggio, l’arrivo nella Cattedrale di Terni dove è stata accolta dal vescovo Francesco Soddu e da centinaia di fedeli che hanno riempito piazza Duomo.

 

In serata si è tenuta la processione aux flambeaux per le vie del centro di Terni con sosta e preghiera davanti al Municipio cittadino guidata dal vicario generale della diocesi mons. Salvatore Ferdinandi