Assisi – pellegrinaggio in Terra Santa, scuola di Bibbia e vita cristiana – Dal 29 febbraio al 2 marzo 2020

Anche quest’anno, la diocesi organizza un viaggio, nei luoghi della vita, morte e resurrezione di Gesù, all’insegna del tema della Scuola di Bibbia e Vita Cristiana: “Signore, insegnaci a pregare! Con san Luca, alla ricerca orante del Maestro”.
Il pellegrinaggio, che si terrà dal 29 febbraio al 7 marzo 2020, prevede un itinerario molto bello volto a conoscere alcuni luoghi legati alla vita di Gesù, interessanti dal punto di vista storico, imprescindibili – per una più profonda comprensione del mistero di Dio fattosi carne -, per una immersione ricchezza della spiritualità ed esistenza cristiana. Si visiterà il Carmelo, Nazareth, il monte del Precipizio, Cana, con la celebrazione delle nozze, Tabor, Betsaida, il monte delle Beatitudini, Tabga, Cafarnao, il monte delle Tentazioni, Betlemme con la grotta della Natività e quella del Latte; quindi la chiesa di san Giovannino e quella della Visitazione ad Ain Karem. Nella santa Gerusalemme: Monte degli ulivi, chiesa del Padre nostro, Dominus flevit, grotta dell’arresto, tomba della Madonna, il Cenacolo, San Pietro in Gallicanto, Getsemani con la chiesa delle nazioni, Santa Anna, Piscina probatica, la via dolorosa e il Calvario.

“Essere personalmente presenti sul luogo dell’annunciazione e all’anastasi – spiega il responsabile del pellegrinaggio, padre Giovanni Raia – offre sensazioni uniche. Lo stesso tran tran, a volte anche con toni non propriamente evangelici, offre uno spaccato esistenziale per cogliere la bellezza dell’umiltà dell’incarnazione e, insieme, è richiamo alla gratitudine per un amore che non conosce limitazioni; e desiderio di un abbraccio invocato dallo stesso Maestro. Ed è oltre questo orizzonte che ci rimandano fratelli della stessa fede che convivono nello stesso luogo, oltre ogni possibile differenza e diffidenza, in Colui che andiamo a cercare”. Le iscrizioni sono aperte fino al 15 novembre. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi a don Giovanni Raia al numero 075/812483 oppure inviare una mail ai seguenti indirizzi: raia10@libero.it; scuoladibibbiaassisi@gmail.com.

Città di Castello – festa dei patroni Florido e Amanzio, l’omelia del vescovo Cancian

La comunità diocesana celebra la solennità dei santi patroni Florido, vescovo, ed Amanzio Sacerdote. Martedì 12 novembre in Cattedrale alle 18 la celebrazione dei primi vespri solenni cui seguirà la Santa Messa alle ore 18.30. Dopo cena, alle ore 21 la veglia dei giovani organizzata dalla Pastorale Giovanile.
Mercoledì 13 novembre, il giorno della festa, le messe saranno celebrate nel Duomo inferiore dalle 8 alle 12. Alle ore 18 il pontificale presieduto da mons. Domenico Cancian.

L’OMELIA DEL VESCOVO
Saluto cordialmente il carissimo Don Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata e figlio della nostra diocesi, il clero (sacerdoti e diaconi), religiosi/e, le sorelle claustrali, i fedeli laici e tutte le persone che abitano questo nostro territorio dell’alta valle del Tevere evangelizzato da San Crescenziano e compagni martiri. Siamo qui a celebrare la solennità dei nostri Patroni, i santi Florido vescovo, Amanzio sacerdote e il laico-eremita Donnino che nel VI secolo, dopo la distruzione inflitta da Totila, ricostruirono dalle rovine una città ancora più bella e fecero rifiorire di fede viva la comunità cristiana. Per questo li riconosciamo come i padri fondatori della nostra città e della nostra Chiesa (la nostra Cattedrale li richiama in tante artistiche modalità).

Un saluto tutto particolare alla nuova presidente della Giunta regionale Donatella Tesei, insediatasi l’altro ieri a Palazzo Donini, al Signor Prefetto di Perugia Claudio Sgaraglia, al Questore di Perugia Mario Finocchiaro, al sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta,e tramite lui ai sindaci ed ai rappresentanti degli altri sei comuni della diocesi. Ringrazio il sindaco di Pietralunga, Mirko Ceci, che fra poco offrirà l’olio per la lampada che arderà in onore dei nostri Patroni. Saluto Andrea Lignani Marchesani in rappresentanza della Provincia di Perugia e tutte le altre autorità civili, politiche e militari qui presenti che avrò il piacere di ringraziare dopo la celebrazione.

In questa solenne celebrazione che vede tanta partecipazione di popolo, chiediamo per l’intercessione della Madonna e dei nostri santi Patroni, la grazia di ravvivare la nostra fede cristiana, invocando il perdono per i nostri peccati

Omelia

Cari fratelli e sorelle,
la festa di San Florido quest’anno capita in un momento delicato e complesso, a livello ecclesiale, sociale e politico. È in atto un grande cambiamento nella nostra regione, nel nostro Paese ed anche nel mondo. Un cambiamento che con ogni probabilità continuerà in maniera sempre più vertiginosa e imprevedibile. Sono in atto processi accelerati di trasformazioni che dovremmo saper governare con sapiente responsabilità per volgerli verso una migliore umanizzazione, a partire dall’ecologia e dall’ambiente.
“Il Paese che non va“ titolava recentemente l’editoriale di un grande quotidiano. E spiegava che l’Italia è la cenerentola dell’Europa circa la crescita, il debito, il crollo demografico, la crisi delle aziende, il gap fra Nord e Sud, e tutto questo accompagnato da momenti di delusione, tensione e a volte anche di scoramento.
Nel mondo vediamo situazioni analoghe: ci arrivano segnali di speranza ma anche di grande preoccupazione. Basti citare la recente celebrazione dei trent’anni della caduta del muro di Berlino: due mondi, divisi per decenni, si sono rincontrati dopo una straordinaria rivoluzione pacifica. Davvero un grande evento, ma ahimè oggi i muri si sono moltiplicati. Muri che dividono ricchi e poveri, quell’1% dell’umanità che si è impossessata del 99% della ricchezza del pianeta e miliardi di persone che cercano un futuro (e tra questi molti adolescenti e giovani). Tensioni sociali riscontriamo in tanti paesi del mondo.

La nostra regione innegabilmente vive un momento di grande cambiamento sociale, culturale, oltre che politico. Alla Presidente Donatella Tesei, appena insediatasi, e che ringrazio molto per aver accettato l’invito nonostante i pressanti impegni di inizio mandato,auguriamo di realizzare il proposito, da lei stessa formulato, “di lavorare nell’interesse generale, con umiltà e grande impegno, cercando la collaborazione di tutti”.

Ho richiamato volutamente il contesto in cui viviamo perché i nostri Patroni nella loro situazione ancor più critica hanno dato una testimonianza tutt’altro che devozionale e datata. Il fatto di essere qui in tanti non può essere solamente celebrativo. Vedendo con i loro occhi le rovine della città,i nostri santi non si sono limitati al lamento, alla rassegnazione e nemmeno hanno pensato a loro stessi. Loro si sono rimboccati le maniche e hanno chiamato a raccolta la gente, realizzando tutti insieme una ricostruzione materiale e spirituale che ha fatto rifiorire la comunità civile e quella cristiana. Una reazione forte e positiva, un sussulto corale di intelligente coraggio che ha portato ad un cambiamento storico e culturale altamente positivo.

Da dove hanno attinto ispirazione e forza? Certamente dalla Parola di Dio che abbiamo ora ora ascoltato. Da questa stessa Parola, che è davvero Parola di vita eterna, possiamo trarre anche noi le motivazioni per la ricostruzione umana e cristiana del nostro territorio. Tutti insieme possiamo diventare costruttori di un umanesimo cristiano propulsore, come lo è stato nel passato, di profondo rinnovamento.

Ecco i suggerimenti della Parola di Dio e dei nostri santi.

Il Signore è l’unico vero buon pastore dell’umanità.
Su di lui anche noi possiamo contare, viste anche le nostre debole forze. Ascoltiamo il Buon Pastore che continua a chiamarci per nome, a cercarci con amore quando ci perdiamo, ad accompagnarci sulla strada giusta e a darci speranza. Lui, morto e risorto per noi, è presente e operante nella storia personale e in quella del mondo, soprattutto quando ci appare confusa. Lo possiamo incontrare nella preghiera di ogni giorno, nel suo Vangelo, nell’eucaristia domenicale. Con lui possiamo vincere il male che è dentro e fuori di noi. I nostri Patroni ci invitano a riprendere in mano la fede e a riscoprire la gioia del Vangelo perché da qui proviene la luce e la forza per una vita nuova.

Occorre lavorare insieme come fratelli e sorelle.
Sia la lettura del profeta Ezechiele che il passo evangelico ci propongono parallelamente all’immagine del buon pastore quella del suo gregge, composto da coloro che lo ascoltano e lo seguono. I nostri Patroni hanno saputo collaborare tra loro, in équipe diremmo noi, si sono sostenuti a vicenda con stima e amicizia. È la forza della comunità.
Florido vescovo, Amanzio sacerdote e il laico, poi eremita, Donnino, con diversi ministeri e modalità, hanno portato avanti l’opera del rinnovamento della Chiesa e della società. Il Signore chiama anche noi a stare con lui e a vivere la fraternità nella comunità cristiana che abita questa stupenda alta valle del Tevere, questa nostra madre Chiesa Tifernate qui raccolta a festa.
Il Vangelo ci aiuti a dare nuova forma all’uomo e al cristiano, a immaginare un nuovo umanesimo, un nuovo modo di vivere questo tempo. Possiamo così allargare lo sguardo, sentire la gioia di vivere e di generare vita, di procreare, di aprire nuovi orizzonti.

Le nostre responsabilità personali, sociali, ecclesiali.
Fratelli, noi possiamo aiutarci oppure anche farci del male, cercare il bene comune o quello di parte, dialogare con attenzione e rispetto oppure alzare i toni, essere arroganti e far violenza. Sta alla responsabilità di ciascuno di noi cambiare le cose.
Dice la seconda lettura rivolgendosi ai responsabili delle comunità:“Vivete le relazioni come servizio e non come padroni delle persone a voi affidate, non per forza ma volentieri, non per interesse ma con animo generoso e gratuito, imitando il buon Pastore che ha dato la vita per tutti noi”.
È questa la dimensione politica ispirata dalla fede cristiana. È ciò che più occorre oggi. Il Signore e la gente vogliono leaders, maestri, educatori, genitori, formatori e preti così come ci hanno testimoniato i Patroni, che veneriamo per la loro dedizione al vero bene della gente. Nel rispetto dell’autonomia delle varie realtà e del ruolo di ciascuno, con onestà e trasparenza, con umiltà e spirito di corresponsabilità. Amanti e servitori del popolo alla maniera di Cristo che ha offerto gratuitamente il pane, la guarigione dal male, il perdono dei peccati, la grazia di passare dall’egoismo all’amore. Così possiamo affrontare le nostre sfide creando un positivo cambiamento storico.
E su questo, fratelli cristiani, richiamo quello che ci siamo detti in Assembleaa Foligno il mese scorso, quando le otto chiese dell’Umbria hanno riflettuto sul tema: “L’annuncio di Gesù Cristo in Umbria”. Abbiamo ribadito la responsabilità dei cristiani sia di testimoniare Gesù come fonte di gioia (il tesoro nascosto) e di comunione fraterna, sia come impegno sociale, culturale e politico, capace di rispondere ai veri bisogni della gente. Il Vangelo è luce e sale, offre l’ispirazione e dà forza per vivere con lo stile di Gesù: mite, cordiale, sincero, coraggioso.
Questo crea relazioni quotidiane vere, buone e belle; crea alleanze e amicizie che nella ricerca sincera della verità e del bene di tutti, a cominciare dagli ultimi, sviluppano processi virtuosi innovativi a tutti i livelli.
Giustamente il cardinale Bassetti l’altro ieri ha rivolto ai cattolici un accorato appello. Diceva: “È l’ora di una nuova presenza in politica dei cristiani laici che perseguano il maggior bene possibile in dialogo con tutti, mettendo al centro il bene della persona, specie quella più fragile ed emarginata, la pace, il lavoro, la famiglia, i giovani, i poveri e l’ambiente”. La fede non può non affrontare queste sfide decisive,in dialogo col mondo di oggi. Il Signore continua ad amarlo e ci chiede di esserci dentro con lo stesso suo amore, senza condividerne la mondanità antievangelica che in realtà non fa il bene di nessuno. Proprio per crescere in questa fede dai risvolti sociali e culturali, la nostra Scuola Diocesana di Formazione Teologica sta offrendo percorsi utili e attuali. Prendeteli in considerazione.

Concludo facendo presente due felici ricorrenze che ci incoraggiano.

Anzitutto latestimonianza della beata Margherita di cui il prossimo anno celebreremo, insieme alla diocesi di Urbino, il settimo centenario della morte. Questa cattedrale, che la vede ritratta con i santi tifernati sopra il presbiterio, testimonia la venerazione della nostra chiesa. Nata cieca e storpia, abbandonata dai genitori, divenne esempio di accoglienza verso i più poveri, i disabili come lei. Era cieca e viveva nella luce.

Seconda ricorrenza. Proprio oggi il CEIS celebra i 30 anni di attività nei confronti dei tossicodipendenti. Grazie ai vari direttori (in questi ultimi anni Don Paolino Trani) e ai tanti collaboratori, diverse centinaia di ragazzi vittime della droga (ahimè ancora oggi tanto diffusa), hanno ricevuto notevole aiuto attraverso impegnativi percorsi.Non pochi di loro stanno testimoniando la gioia di una vita nuova ritrovata.
Il 7 dicembre al Teatro Comunale con la presenza del Card. Bassetti verrà raccontata questa encomiabile attività.

Fratelli e sorelle, il Signore, per intercessione dei nostri Patroni, benedica Città di Castello e la Chiesa Tifernate!

Messaggio – invito del vescovo mons. Domenico Cancian

Florido e Amanzio sono riconosciuti come i Padri fondatori della Città e della Chiesa, distrutte da Totila. Vissero in un periodo storico di grande cambiamento: la decadenza alla fine dell’impero romano, le invasioni dei nuovi popoli, la distruzione e soprattutto la ricostruzione che segna l’inizio di una nuova epoca sociale, culturale, ecclesiale. Loro, i nostri Patroni, ne sono stati protagonisti e come tali hanno qualcosa di interessante da suggerire anche a noi che stiamo vivendo un grande “cambiamento d’epoca”.

Proprio in quel periodo così turbolento (VI secolo) si incontrarono con grandi santi: con sant’Ercolano vescovo di Perugia del cui martirio furono testimoni, con a san Fortunato vescovo di Todi e perfino col papa san Gregorio Magno che li cita nei suoi Dialoghi. Ricordiamo infine che i nostri santi erano nel pieno della loro giovinezza quando moriva san Benedetto, di cui avranno sentito la fama.

La festa dei patroni quest’anno capita in un momento delicato e complesso, a livello ecclesiale, sociale e politico. È in atto un grande cambiamento nella nostra regione, nel nostro Paese ed anche nel mondo. Un cambiamento che con ogni probabilità continuerà in maniera sempre più vertiginosa e imprevedibile. Sono in atto processi accelerati di trasformazioni che dovremmo saper governare con sapiente responsabilità per volgerli verso una migliore umanizzazione, a partire dall’ecologia e dall’ambiente.

Dinanzi a questa situazione quello che hanno fatto i nostri Patroni potrebbe rappresentare un suggerimento tutt’altro che devozionale e datato. Vedendo con i loro occhi le rovine della città, i nostri santi non si sono limitati al lamento, alla rassegnazione e nemmeno hanno pensato a loro stessi, a ricostruire la propria abitazione. Loro si sono rimboccati le maniche e hanno chiamato a raccolta la gente, realizzando tutti insieme una ricostruzione che ha fatto rifiorire la comunità civile e quella cristiana. Una reazione forte e positiva, un sussulto corale di intelligente coraggio che ha portato ad un cambiamento storico e culturale altamente positivo.

Richiamo infine quello che il cardinal Bassetti ha ricordato l’altro ieri: “È l’ora di una nuova presenza in politica dei cristiani laici che perseguano il maggior bene possibile in dialogo con tutti, mettendo al centro il bene della persona, specie quella più fragile ed emarginata, della pace, della famiglia, dei giovani, dei poveri e dell’ambiente”. La fede non può non affrontare queste sfide decisive.

Assisi – al Museo della Memoria visite e laboratori per gli studenti in otto diversi progetti

Visite guidate, laboratori, lavori individuali e di gruppi e circle time al “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”. Sono infatti iniziati i percorsi per le scuole di ogni ordine e grado che vogliono approfondire i temi della Shoah, della storia di Assisi quando vennero nascosti e salvati circa 300 ebrei, dei diritti umani e delle attuali situazioni di intolleranza e cancellazione di diritti umani. “Otto i percorsi proposti per far conoscere agli studenti – spiega la ideatrice del Museo Marina Rosati – la storia ma soprattutto portarli a riflettere, affinché non siano indifferenti rispetto a ciò che accadde allora e a ciò che succede ora. Purtroppo venti di intolleranza soffiano anche oggi e quindi è necessario diffondere una cultura del bene, partendo dai più giovani. Come Museo della Memoria abbiamo espresso solidarietà e vicinanza alla senatrice Liliana Segre, informandola delle attività che si fanno qui in Assisi proprio per contrastare la rinascita di sentimenti di odio e intolleranza. Ogni laboratorio è calibrato sull’età dei ragazzi, così da poter scegliere quello più adatto rispetto al programma che si sta facendo. Diversi gli studenti della scuola secondaria che l’anno scorso, avendo visitato il Museo, hanno poi realizzato la tesina per il diploma proprio sulla storia di Assisi”. Per avere informazioni o partecipare ai progetti basta mandare una email a: assisimuseodellamemoria@gmail.com; oppure telefonare ai numeri: 075-812483; 075/812467, o consultare la pagina Facebook dove si può trovare la brochure con tutte le informazioni sul Museo e gli otto percorsi.

Gubbio – ciclo di incontri per famiglie e coppie di fidanzati – convegno Caritas sulle povertà

Nuovo ciclo di incontri per famiglie e coppie di fidanzati della diocesi eugubina. Dopo la positiva esperienza a cavallo tra 2018 e 2019, il vescovo Luciano e l’Ufficio diocesano per la pastorale familiare tornano a proporre un cammino per invitare le coppie a essere strumento di rinnovamento missionario della Chiesa locale.
Fin dal suo arrivo nella comunità eugubina, mons. Paolucci Bedini ha sempre considerato la famiglia come uno degli snodi più importanti per il rilancio dell’azione pastorale diocesana.
«L’esperienza e il vissuto delle famiglie cristiane – spiega il Vescovo – richiedono oggi una grande premura: diventa sempre più urgente creare occasioni di incontro e di reciproco sostegno tra le famiglie delle nostre comunità».
Ecco allora che da domenica 17 novembre inizia un nuovo percorso diocesano di formazione per sposi e fidanzati. Sarà il Centro di vita associata di Mocaiana a ospitare l’incontro sul tema “Vita di coppia: l’affettività come dono”, dalle ore 16 alle 18,30. Al Cva di via Fiume Esino sarà disponibile anche un servizio di animazione per bambini, per consentire ai genitori di partecipare liberamente all’appuntamento.
Il ciclo 2019-2020 sarà caratterizzato da tre incontri diocesani, per introdurre i temi oggetto di riflessione e di dialogo, e da altri tre momenti nelle parrocchie e nelle zone pastorali.

Un “convegno-laboratorio” per mettere insieme intorno a un tavolo responsabili e operatori dei servizi sociali territoriali, realtà associative che si occupano di accoglienza, operatori Caritas delle parrocchie e delle zone pastorali diocesane.
In occasione della terza Giornata mondiale dei poveri, indetta da papa Francesco, l’ufficio Caritas della diocesi di Gubbio ha organizzato un convegno dal titolo “Chi ascolta, chi ascolta?”. L’incontro si terrà sabato 16 novembre, alle ore 9,30, nella sede dell’Aratorio Familiare in località Coppiolo, alla periferia di Gubbio.
L’idea è quella di riflettere sullo stato di salute dell’ascolto nel territorio eugubino con l’intenzione di riunire tutte quelle persone che direttamente, per professione o per fede, hanno l’opportunità di incontrare i poveri. Coloro che, per dirla con le parole di papa Francesco, hanno “l’odore delle pecore”.
«Il nostro – spiega Giuseppe Carbone della Caritas diocesana di Gubbio – non vuol essere un convegno nel senso tradizionale del termine, ma un laboratorio aperto, dove ogni invitato possa esprimere liberamente il suo punto di vista e la sua esperienza sul campo».
In particolare, si cercherà di capire che tipo di povertà ognuna delle realtà è chiamata ad ascoltare, come sono configurati i luoghi di ascolto, in che modo sono cambiate nel tempo le richieste di aiuto, come e con chi ampliare le reti di risposta ai bisogni, quali interazioni si sviluppano con l’amministrazione pubblica o con i mezzi di comunicazione.

Foligno – catechesi di Avvento e scuola della Pace della Caritas diocesana

Venerdì 22 novembre alle ore 21 presso la Pro-Cattedrale di Sant’Agostino (p.zza Garibaldi – Foligno) catechesi in preparazione al tempo liturgico dell’Avvento a cura del Vescovo Mons. Gualtiero Sigismondi.
Info: www.diocesidifoligno.it

Sabato 16 novembre dalle ore 10 alle ore 17 presso la sede Arca del Mediterraneo in via San Giovanni dell’acqua (Foligno), avrà inizio il primo appuntamento della Scuola di Pace promosso dalla Caritas della Diocesi di Foligno. Il titolo del primo incontro sarà “La pace cammina con i diritti umani”, un focus sul concetto dei diritti e su un percorso di dialogo per condividere. Formatore Oliviero Bettinelli di Caritas Roma- Resp. area pace e mondialità.
La Scuola di Pale vuole essere prima di tutto un’esperienza di incontro con esperienze e progetti del nostro territorio che hanno la pace come protagonista e le persone come soggetti attori capaci di ragionare e di orientare il loro lavoro.
Il pranzo sarà gentilmente offerto dall’Arca del Mediterraneo.
E’ gradita conferma al 392 7648096 – Sito: www.caritasfoligno.it

Istituto Teologico di Assisi – Inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020

Solenne inaugurazione dell’Anno Accademico 2019-2020 dell’Istituto Teologico di Assisi e dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi.
Venerdì 15 novembre 2019 alle ore 9.00 Santa Messa nella Chiesa Inferiore della Basilica Papale di San Francesco d’Assisi – Presiede Mons. Renato Boccardo, Moderatore ITA – ISSRA, concelebra il corpo docente.
Alle ore 10.30 nella Sala Papale del Sacro Convento di Assisi, prolusione del Prof. Luigino Bruni, economista, direttore scientifico del progetto Economy of Francesco: “Il Cantico dell’Economia: Francesco, ricchezza e povertà”.

«È nuova la circostanza che la prolusione – spiegano i promotori dell’evento –, anziché tematizzare un assunto teologico già acquisito o ricercare una convenzionale lectio magistralis, si presenti in una forma così singolare sbilanciandosi in avanti per parlare di un progetto ancora in via di realizzazione, che in un certo senso sta tutto davanti ed appartiene più al futuro che al presente. In questo slittamento in avanti che la scelta sostanzia si colgono i segni di uno atteggiamento per così dire “profetico” che in qualche modo esprime la vocazione che i due Istituti accademici di Assisi portano nel proprio seno e stanno sempre più chiaramente definendo: si tratta della vocazione ad essere un cuore pulsante per la cultura teologica in Umbria e a diventare sempre più evidentemente ed energicamente una fucina di pensiero e luogo di proposizione di progetti molto qualificanti per la vita della Chiesa regionale. Anche in questo frangente – con la sensibilità tanto cara a papa Francesco, ma anche prossima al carisma del Santo che la città venera – i centri accademici della città serafica, anziché stare nel solco dell’abituale, non esitano a fuoriuscire, a farsi porta bandiera, ad abitare la frontiera e a cogliere coraggiosamente la sfida così importante che oggi l’economia rappresenta per la realizzazione di un nuovo umanesimo. È importante che si cominci a discutere di questo tema cruciale. È importante soprattutto che si creino occasioni in cui far risuonare la voce del Vangelo per penetrare in modo vivo e concreto la realtà e toccare dal di dentro quell’umano che la Chiesa, senza arroganza, ma con spirito di servizio e in umiltà, è in dovere di servire in forza del mandato ricevuto da Gesù Salvatore».

«L’occasione – concludono i promotori – è utile per stimolare l’interesse e l’invito – che si estende volentieri a tutti gli interessati che vorranno partecipare – diventa l’occasione per avviare un cantiere dentro il quale la riflessione può cominciare a prendere forma e ad essere progressivamente alimentata».

Al termine della prolusione il preside dell’ITA, padre Giulio Michelini (Ofm), consegnerà allo studente che nel precedente Anno Accademico ha terminato il biennio filosofico con la media dei voti migliore, il premio del “Titolo al Merito Giampiero Morettini”, istituito dall’Istituto in memoria del giovane seminarista perugino morto cinque anni fa la cui memoria continua ad essere molto viva nella comunità ecclesiale umbra.

Presentazione del Rapporto sulle povertà delle otto Caritas in Umbria. 4599 persone accolte nei Centri di ascolto delle Caritas diocesane umbre nel 2018, ma è crisi di volontari e di educazione alla carità come hanno sottolineato i vescovi Renato Boccardo e Benedetto Tuzia

E’ stato presentato a Perugia, l’11 novembre, il Primo Rapporto sulle povertà redatto dalle otto Caritas diocesane dell’Umbria. Sono intervenuti il presidente della Conferenza episcopale umbra e arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, il delegato Ceu per il Servizio alla Carità e vescovo di Orvieto-Todi mons. Benedetto Tuzia, il delegato regionale della Caritas Umbria e direttore della Caritas diocesana di Orvieto-Todi prof. Marcello Rinaldi, Velia Sartoretti volontaria, Caritas che ha raccolto ed elaborato i dati.

Nel saluto iniziale l’arcivescovo Boccardo ha sottolineato come nelle Caritas umbre ci sia una povertà di generosità, ossia sta calando notevolmente il numero dei volontari e sta mutando lo stile del servizio della carità: «Non vorrei – ha detto – che il virus mortifero del prima noi e poi gli altri, del prima gli italiani, abbia intaccato anche le comunità cristiane che, dimenticando la dimensione costitutiva della carità in tutte le sue manifestazioni, diventano sterili e insignificanti. Come discepoli di Gesù, non possiamo trascurare la sua esortazione: “Quello che avete fatto al più piccolo dei fratelli, lo avete fatto a me”. E’ una sfida che ci attende, non piangerci addosso: non possiamo chiudere il nostro cuore alle ferite dell’uomo».

Dello stesso tenore l’intervento del vescovo di Orvieto-Todi mons. Tuzia, che ha sottolineato come la comunità cristiana faccia fatica a calarsi nella realtà concreta dove la gente vive. «Come Caritas, spesso, diamo priorità alle opere, non siamo in grado di guardare in alto, facciamo fatica a dare speranza al nostro prossimo – ha detto –. Forse è giunto il momento di avere uno sguardo veritiero e intelligente sulla società, come emerso anche dalla recente Assemblea ecclesiale regionale, per pensare a delle forme nuove di educazione alla carità. Così riusciremo, poi, a realizzare anche delle opere significative per la cura dei poveri».

Alla presentazione sono intervenuti i direttori delle otto Caritas dell’Umbria che, al termine, si sono recati presso la mensa Caritas “San Lorenzo” di Perugia per condividere il pranzo con i fruitori di questa opera segno della Chiesa perugina, e tenuto la loro mensile riunione della Delegazione. Si è deciso di promuovere annualmente un incontro su temi sociali di attualità nell’imminenza della Giornata mondiale dei poveri voluta da papa Francesco, invitando a questo incontro anche gli operatori dei media. Ospiti e volontari della Mensa “San Lorenzo” hanno ben accolto questo momento di fraternità, ha commentato l’assistente sociale Stella Cerasa, responsabile di questa struttura di accoglienza, «perché la povertà la vivono ogni giorno anche se non amano essere definiti poveri. Sono stati molto colpiti – ha proseguito la responsabile – dell’interesse che ha avuto per tutti loro, nel colloquiare nel corso del pranzo, il vescovo Tuzia, che ha apprezzato molto l’operato dei volontari della Mensa che condividono, ogni giorno, la vita delle persone accolte».

Il rapporto in formato multimediale e non cartaceo, è una story map che garantisce l’accesso alle informazioni sulle povertà in Umbria da numerosi dispositivi elettronici, è disponibile su web:
www.caritasinumbria.it/poverta2019

Nel 2018, in Umbria, la quota di famiglie in povertà relativa è pari al 14,3%, in crescita rispetto al 12,6% dell’anno precedente. In termini assoluti il fenomeno interessa oltre 50 mila famiglie (dato Istat).
Rispetto alle famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà l’Umbria si colloca leggermente sopra la media nazionale dell’11,8%.
Nel 2018 i Centri di ascolto delle 8 Caritas diocesani hanno censito 4.599 beneficiari. Di cui: 2141 maschi e 2456 femmine. Ancora: 2101 erano disoccupati, 563 occupati, 270 casalinghe, 250 pensionati. Ancora: 283 senza fissa dimora, 2630 con figli, 45 con figli disabili. Provenienza beneficiari: 1540 da Italia; 1368 da Africa; 890 da Europa; 329 da America; 112 da Asia.

Beneficiari per singole Diocesi (2018)
Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino: 711
Città di Castello: 262
Foligno: 360
Gubbio: 398
Orvieto-Todi: 421
Perugia-Città della Pieve: 1488
Spoleto-Norcia: 219
Terni-Narni-Amelia: 740

Tra i molteplici interventi realizzati da Caritas, si segnala l’espansione delle attività di ascolto e dei servizi di alloggio, attraverso varie strutture di accoglienza. Si espande fortemente anche la consulenza professionale (soprattutto di tipo medico, ed anche legale). Quanto all’offerta di beni e servizi materiali, essa si concreta in misura crescente attraverso l’attività degli Empori solidali, accresciuti di numero, con un forte aumento del numero di assistiti, dei volontari impiegati (alcune centinaia), e del valore economico dell’impatto sociale stimato (centinaia di migliaia di euro). Inoltre, negli Empori non solo si distribuiscono generi alimentari, ma si costruiscono relazioni e senso di appartenenza alla comunità, e possono compiersi percorsi formativi e culturali.

Perugia, solennità di Sant’Ercolano 2019, il cardinale Gualtiero Bassetti: «Imitiamo i nostri grandi giganti di santità, come Ercolano, testimoniando fino in fondo la nostra fede»

«Davanti a grandi giganti della santità vissuti nei primi secoli del cristianesimo, come il vescovo e martire Ercolano, noi cristiani ci sentiamo dei nani, ma cosa questi Santi avevano di diverso da noi? Avevano lo stesso Vangelo, lo stesso Gesù Cristo, ma a questo Vangelo e a Cristo hanno creduto e l’hanno testimoniato fino in fondo. Sant’Ercolano, defensor civitatis, ci protegga e ci aiuti a imitare i suoi esempi». Con queste parole il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha introdotto la celebrazione eucaristica della solennità di sant’Ercolano, patrono della città e dell’Università degli Studi di Perugia, di domenica 10 novembre nella splendida chiesa trecentesca a forma ottagonale intitolata a questo santo martirizzato dai Goti di Totila il 7 novembre dell’anno 547, come narrano i più antichi martirologi.

Le Istituzioni presenti e l’accensione del cero votivo.
Il cardinale Bassetti ha presieduto la celebrazione insieme a don Francesco Benussi, rettore della chiesa di Sant’Ercolano e a don Mauro Pesce, canonico della cattedrale di San Lorenzo, rivolgendo il suo saluto alle autorità civili presenti, in particolare al sindaco Andrea Romizi, che al termine della liturgia ha acceso il cero votivo dell’Amministrazione comunale posto accanto al reliquiario del Santo patrono, ai rappresentanti del Sodalizio di San Martino, antica benemerita istituzione laica di carità della città proprietaria della chiesa di Sant’Ercolano, ai membri degli Ordini cavallereschi di Malta e del Santo Sepolcro e dei cinque Rioni storici di Perugia.

Limiti, peccati e ritardi della Chiesa.
Nell’omelia, ripercorrendo brevemente la storia del martirio del Santo patrono, il cardinale ha definito Ercolano «padre dei poveri durante il lungo assedio dei Goti a Perugia, che difese questa nostra Chiesa con la Parola di Dio, annunciandola con forza, con coraggio e con l’esempio e ad immagine di Cristo buon pastore con il dono stesso della sua vita. Anche noi come Chiesa, rinvigorita dal suo sangue e dalla sua testimonianza, perché, come dice Tertugliano, il sangue dei martiri è il seme dei cristiani, vogliamo metterci con onestà dinanzi alla stessa Parola di Dio, volgiamo riconoscere quelli che sono i nostri limiti, i nostri peccati e i nostri ritardi. Parlo come Chiesa, essendo io il primo responsabile come suo pastore. Parlo della situazione religiosa e non solo della nostra città, ma anche dell’Umbria. Recentemente (18-19 ottobre, ndr) c’è stata un’interessante Assemblea ecclesiale regionale, a Foligno, nella quale ci siamo apertamente confrontati con quelli che sono i nostri limiti e che cosa dobbiamo fare per poter evangelizzare di più e meglio le otto comunità diocesane dell’Umbria».

Una Chiesa più luminosa nella sua vocazione e chiamata.
«Rivolgendo il discorso alla nostra Chiesa perugino-pievese – ha proseguito il cardinale –, pur ricca di fermenti, di carismi, di presenze significative, di memorie di santità antiche e recenti, tra queste ultime quella del dottor Vittorio Trancanelli che cammina velocemente verso la gloria degli altari, deve rendere più luminosa la sua vocazione, la sua chiamata. Pur essendo vivo da noi il desiderio e l’impegno di ascoltare la Parola di Dio, la nostra Chiesa non evangelizza sufficientemente se stessa, manca in parte di un cammino generalizzato di approfondimento delle verità della fede con l’allontanamento di tanti adulti, per non dire dei giovani. La nostra Chiesa dovrebbe avere quel dinamismo missionario che la fa uscire dal tempio per comunicare la buona notizia della salvezza e condividere il dono di grazia secondo il progetto di Dio. In una parola ripetuta spesso da papa Francesco, dovremmo essere molto di più una “Chiesa in uscita”, che va incontro agli uomini di oggi, che hanno tanto bisogno di essere evangelizzati».

«Pur celebrando l’Eucaristia (di messe se ne dicono tante soprattutto la domenica) e gli altri sacramenti – ha evidenziato il presule – , la nostra Chiesa dovrebbe brillare di più dinanzi al mondo come segno e strumento dell’unità in Cristo di tutto il genere umano, nella concretezza della vita quotidiana, dei rapporti fra tutti i suoi membri, invece c’è un clima che è troppo litigioso e spesso di divisione, mentre deve apparire di più come Epifania e manifestazione del Signore e del suo Spirito. Questo lo deve fare per primo il vescovo e poi i sacerdoti, ma anche tutti i battezzati perché la vocazione che abbiamo è unica. Non abbiamo vocazioni diverse, abbiamo scelte e carismi diversi nella vita, ma la vocazione fondamentale è quella della santità in cui siamo tutti chiamati a viverla e a testimoniarla».

Coraggiosi nel testimoniare la fede.
«Pur mostrandosi le nostre Chiese dell’Umbria in molte circostanze con varie iniziative – ha ricordato il cardinale – attente al grido del povero, del malato, dello straniero, del carcerato, esse hanno bisogno di quella creatività e generosità che hanno caratterizzato molti momenti della nostra storia, soprattutto abbiamo bisogno di abituarci di più a quanto domandano il Vangelo e i sacramenti che celebriamo nella fede. La nostra Chiesa deve ricevere quello stile di vita sobrio ed essenziale che oggi alimenta e sostiene la solidarietà a livello planetario. La nostra Chiesa ancora non è del tutto consapevole del suo dovere di trasmettere il messaggio universale della bellezza che sgorga da un umanesimo che porta ancora visibili le impronte della fede cristiana. Pensiamo a quello che ci hanno tramandato i nostri anziani, pur in una povertà molto più grande della nostra, pur forse anche in tempi per certi aspetti più difficili: la fede, il rispetto e la promozione di ogni uomo. Dinanzi a queste ed altre sfide c’è la forza dei nostri santi, dei nostri protettori, questi grandi testimoni che dobbiamo sempre imitare. Penso ai grandi Santi dell’Umbria, Benedetto, Francesco, Chiara… Vi auguro che voi siate dei fedeli devoti dei nostri Santi, ma non basta saperli imitare e chiedere loro delle grazie. Essi sono delle pietre miliari, dei vangeli viventi, perché chiunque di noi potrebbe dire e pensare: il Vangelo è bellissimo, ma è una utopia perché solo Gesù Cristo l’ha messo in pratica e non può essere alla nostra portata. Noi in questo ragionamento siamo smentiti dai Santi, che erano creature fragili e deboli, con il peccato originale come noi, eppure sono stati testimoni del Vangelo fino in fondo. Soprattutto noi, stamani, a sant’Ercolano vogliamo chiedere il coraggio di questa testimonianza di fede».

Il Primo Rapporto sulle povertà redatto dalle otto Caritas diocesane dell’Umbria. Presentazione in conferenza stampa, a Perugia, lunedì 11 novembre

In vista della III Giornata Mondiale dei Poveri indetta dal Papa, che la Chiesa celebra il 17 novembre, lunedì prossimo 11 novembre, alle ore 12, presso la “Sala S. Francesco” del Palazzo arcivescovile di Perugia, si terrà una conferenza stampa per la presentazione del Primo Rapporto sulle povertà redatto dalle otto Caritas diocesane dell’Umbria. Si riferisce ai dati del 2018, sarà multimediale e non cartaceo, una story map che garantisce l’accesso alle informazioni sulle povertà in Umbria da numerosi dispositivi elettronici e che, soprattutto, si può implementare di anno in anno.

Questo strumento, che fotografa esclusivamente l’azione della Caritas, va ad arricchire il prezioso Rapporto che l’Osservatorio sulle Povertà dell’Umbria redige dal 1995 grazie ad un protocollo tra Regione Umbria e Conferenza Episcopale Umbra, con il fine di qualificare le azioni delle istituzioni, delle associazioni e dei singoli individui.

«Con questo Rapporto multimediale – afferma il prof. Marcello Rinaldi delegato regionale della Caritas e direttore di quella diocesana di Orvieto-Todi – vogliamo raccontare come si è evoluta la povertà, come si colloca l’Umbria nel quadro nazionale e quali sono i bisogni attuali. Ma soprattutto – prosegue – vogliamo raccontare l’impegno delle Caritas diocesane sul territorio per far fronte alle tante richieste e disagi». Rinaldi anticipa un solo dato che emerge dal Rapporto, che però è già eloquente: «Nel 2018 in Umbria la quota di famiglie in povertà relativa è pari al 14,3%, in crescita rispetto al 12,6% dell’anno precedente. In termini assoluti il fenomeno interessa oltre 50 mila famiglie della nostra regione».

Perugia: più volontari Caritas motivati e formati sulle orme del vescovo “santo” don Tonino Bello, al centro dell’imminente incontro di formazione. L’esperienza del “Villaggio della Carità” che prosegue da cinque anni grazie ad operatori e volontari

Sono due gli appuntamenti annuali formativi che la Caritas di Perugia-Città della Pieve offre a coloro che svolgono attività di volontariato nelle opere di carità diocesane e parrocchiali, programmati uno in autunno (9 novembre), l’altro in primavera (16 maggio). Sabato 9 (ore 9-13), presso il Centro Mater Gratiae di Montemorcino, si terrà un incontro rivolto anche a diaconi permanenti e aspiranti diaconi, dedicato alla figura del vescovo “santo” don Tonino Bello. Il teologo padre Giulio Michelin (Ofm), preside dell’Istituto Teologico di Assisi (ITA), aprirà l’incontro con una riflessione su “La Parola di Dio, fondamento del servizio ai poveri”, a cui seguirà una significativa testimonianza del dottor Domenico Cives, medico e amico del servo di Dio don Tonino Bello. Il dott. Cives è stato colui che ha seguito e accompagnato il vescovo pugliese nel calvario della malattia fino alla morte avvenuta il 20 aprile del 1993 all’età di 58 anni.

Figure di santità fondate nella carità.

La Caritas diocesana, come ha ricordato il suo direttore, il diacono Giancarlo Pecetti, durante la recente “Festa dei Volontari”, è da anni impegnata a promuovere incontri di formazione con testimonianze su figure di uomini e donne la cui santità trova fondamento nella carità. Basti pensare all’insegnamento del venerabile servo di Dio Vittorio Trancanelli, il noto medico chirurgo perugino che accolse prima in casa e poi in un’opera da lui voluta (“Alle Querce di Mamre”) minori in difficoltà e anche gravemente malati.

Necessari più volontari, soprattutto giovani.

«Anche se negli ultimi anni diversi giovani si sono avvicinati al volontariato – evidenzia il direttore Pecetti –, oggi c’è maggiore bisogno di volontari per un naturale ricambio generazionale nel prosieguo delle attività socio-caritative della Chiesa. Proprio ai giovani rivolgiamo l’invito a partecipare a questi incontri formativi dove possono trovare anche più motivazioni per il loro servizio donato al prossimo, in un’epoca sempre più individualista e indifferente alle situazioni di disagio dell’altro».

L’esperienza di volontariato al “Villaggio della Carità”.

Questi incontri di formazione, spiega il diacono Pecetti, «sono sulla Parola di Dio e sulla sua messa in pratica attraverso esperienze di vita cristiana, affinché il nostro cammino di vita trovi il suo senso ed il suo fine nella donazione di sé, soprattutto verso i più deboli». Gli incontri sono rivolti anche agli operatori e a quanti svolgono attività di volontariato nei servizi del “Villaggio della Carità – Sorella Provvidenza” di Perugia, operativo da cinque anni, dove è situato uno dei quattro Empori Caritas presenti sul territorio diocesano, che complessivamente forniscono generi alimentari di prima necessità, prodotti per l’igiene e materiale scolastico a 1.200 famiglie accolte da 160 volontari. Gli Empori, grazie a questi volontari, sono anche dei veri e propri centri di ascolto dove i fruitori trovano un clima familiare con momenti di incontro-dialogo e scambi di conoscenze. Il “Villaggio della Carità” è soprattutto luogo di accoglienza per 15 famiglie ospitate per periodi medio-lunghi nel corso dell’anno. Si tratta di persone rimaste senza lavoro e senza abitazione, con figli anche minori, in grave difficoltà, che per loro vengono messi a disposizione 50 posti letto. Questi ospiti sono seguiti da operatori e volontari motivati che li aiutano a ricostruirsi un futuro dignitoso.

Sostegno a chi cerca un lavoro dignitoso.

La Caritas è costantemente impegnata nelle attività di contrasto alla povertà fin dall’origine, cercando di promuovere quelle buone pratiche nel mondo del lavoro che sostengono la dignità del lavoratore e lo sviluppo etico dell’impresa. Questo grazie all’istituzione dell’Osservatorio “Etica del Lavoro e Impresa”, nato lo scorso aprile a seguito del progetto “SoSteniamo in lavoro”, seguito anch’esso da alcuni volontari, che ha dato la possibilità a circa 30 giovani adulti, negli ultimi due anni, di trovare un’occupazione dignitosa dopo un periodo di stage retribuito (grazie ai Fondi 8xMille della Chiesa cattolica), presso alcune aziende del territorio aderenti a questo progetto di rilevanza sociale.