La Chiesa eugubina ha un nuovo diacono, un giovane “figlio” della comunità in cammino verso la consacrazione sacerdotale. Si tratta di Mirko Nardelli, 32 anni, perugino di nascita ma con le radici paterne a Gubbio.
Nella chiesa di San Francesco è ordinato diacono dal vescovo, mons. Luciano Paolucci Bedini, che ha presieduto una solenne liturgia concelebrata dal clero diocesano, da altri giovani sacerdoti umbri e dai formatori del Pontificio Seminario regionale di Assisi. Proprio nella struttura regionale assisana Mirko continuerà la sua attività formativa per tre giorni alla settimana e i servizi pastorali presso l’ospedale e il carcere di Perugia, in vista della consacrazione sacerdotale prevista per il prossimo anno.
«Nel tuo ministero – ha detto il vescovo Luciano Paolucci Bedini, rivolgendosi a Mirko durante l’omelia – non sarai solo, e non puoi neanche essere “per conto tuo”. Servi la Chiesa, Mirko. Questa nostra Chiesa e la Chiesa intera. Amala nel suo capo, che è Gesù, e nelle sue membra. Amala sempre, e quando sarai scandalizzato dalle sue ferite e tentato di giudicarla per le sue miserie, servila per amore nelle sue povertà».
Mirko Nardelli si è diplomato al “Capitini” come ragioniere, perito commerciale e programmatore. Nella parrocchia eugubina della Madonna del Prato ha mosso i primi passi come chierichetto e come catechista. Poi il volontariato come animatore all’oratorio “Don Bosco”, il gruppo teatrale “Carlo Nardelli” e le esperienze con la Pastorale giovanile e vocazionale diocesana, fino all’ingresso in seminario nel 2013.
«Il mio legame con Gubbio – ci racconta Nardelli – è stato sempre molto forte, grazie alla presenza qui dei nonni paterni e alle amicizie che riempivano le mie giornate durante le vacanze estive da bambino e ragazzo. Fin da piccolo ho sempre sentito il desiderio di mettermi al servizio degli altri e consacrare al Signore la mia vita. Ho iniziato nella comunità parrocchiale di Madonna del Prato, con un servizio che nel tempo è maturato come legame con la Chiesa eugubina».
Oltre alla Madonna del Prato, Mirko ha prestato il suo servizio da seminarista anche nelle parrocchie di San Pietro e San Giovanni, a San Domenico, e ora si divide tra le comunità di Santa Maria Ausiliatrice a Padule, Santa Maria in Torre dei Calzolari e Sant’Anna di Spada, aiutando i parroci soprattutto nella catechesi e nelle attività giovanili.
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Omelia del vescovo
L’omelia del vescovo Luciano
Al cospetto della Trinità santissima, in questo santo giorno, noi riuniti in festa, come famiglia dei figli di Dio, con gioia celebriamo la vittoria dell’amore di Cristo che istaura il suo regno di vita nuova. Questa nostra assemblea è convocata oggi per fare memoria della salvezza e accogliere con stupore ancora un dono della sua grazia nella consacrazione di questo nostro figlio e fratello Mirko che viene ordinato diacono. Per questo siamo tanti, siamo tutti come Chiesa, nella differenza dei cammini e dei ministeri: il Vescovo Mario, i sacerdoti, i diaconi, le sorelle e i fratelli consacrati, tanti giovani, famiglie, tutti figli di un Padre buono e di un Re di pace, potente nell’amore e nella misericordia.
Nella seconda lettura l’apostolo Paolo ci ricorda che siamo chiamati a ringraziare con gioia il Padre perché ci ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. Ciò che mai saremmo stati capaci di fare da soli, ciò che impossibile ci appare di fronte alla nostre pochezze, l’essere figli santi di un Dio santo per godere con tanti nostri fratelli della sua luce, questo ci è donato per grazia e di questo insieme possiamo essere grati e felici.
“È lui – continua Paolo – che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore”. E se oggi ti è possibile, Mirko, donare tutta la tua vita affinché venga consacrata a servizio di Dio è perché anche tu, come tutti noi, sei stato prima di tutto liberato dal potere delle tenebre, salvato dal rischio di vivacchiare, di sopravvivere senza meta e non vivere in pienezza, di soccombere all’inganno del male o al peso del dolore.
Invece, quell’amore che hai incontrato e conosciuto, che è l’amore del Padre, e che ci è stato manifestato nel Figlio Gesù, quell’amore ti ha trasferito nel suo regno di salvezza e di pace. E ora, di quel regno tu diventi servo per amore. Servo di quell’amore che libera e rigenera, che difende e custodisce, che cura e guarisce. Cristo, il re della storia e della tua storia, ti chiama a offrire tutta la tua vita perché altri possano incontrare e fidarsi di questa signoria, di questa potenza di misericordia.
“Egli è immagine del Dio invisibile” – dice ancora san Paolo. Ciò che di Dio ancora non vediamo si manifesta nel servizio. La missione di Gesù, il suo annuncio del regno di Dio, il suo chinarsi sulle ferite degli uomini, il suo operare la misericordia del Padre verso i peccatori, tutto il suo ministero di salvezza è stato un servire l’uomo.
Dal suo farsi uomo, per entrare nella storia e assumere tutto il cammino dell’umanità, e fino al dono totale della sua vita, Cristo si è messo al servizio dei suoi fratelli. E solo questo ha messo in luce il vero volto di Dio, che troppo spesso l’uomo non conosce in verità, o ha smarrito, o confuso con i tanti idoli del mondo. La tua vita di diacono Mirko, nei gesti e nelle opere, anche senza troppe parole, può essere immagine autentica di quel volto divino che ogni cuore anela. Nell’umiltà, nella mitezza e nella generosità della tua vita messa a servizio degli altri puoi aiutarli ad aprire nuovi sentieri per incontrare il Signore, per riconoscerlo e per imparare ad amarlo, e puoi farti compagno di strada e sostegno per chi fatica di più.
“Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa”. L’inno della lettera ai Colossesi approda qui. Cristo Gesù, con il suo sacrificio pasquale, ha riconciliato il cielo e la terra, ha riaperto la relazione tra Dio e gli uomini, con una pace nuova e piena, firmata con il sangue della sua croce. Così nasce la Chiesa, sua sposa e suo corpo, di cui tutti siamo porzione viva. Tutti servi e solo Cristo capo e pastore. Il tuo diaconato nasce da questa Chiesa, nella Chiesa, ed è per il servizio della Chiesa e della sua missione. Nel tuo ministero non sarai solo, e non puoi neanche essere “per conto tuo”. Servi la Chiesa Mirko. Questa nostra Chiesa e la Chiesa intera. Amala nel suo capo, che è Gesù, e nelle sue membra. Amala sempre, e quando sarai scandalizzato dalle sue ferite e tentato di giudicarla per le sue miserie, servila per amore nelle sue povertà.
“Dopo che ebbero crocifisso Gesù, il popolo stava a vedere; i capi e i soldati invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto»”.
Il vangelo ci racconta che sulla sua croce Gesù è salito come un re. Coronato del male che attraversa l’esistenza del mondo e inchiodato dalle miserie degli uomini suoi fratelli, eppure libero per la fiducia in Dio suo Padre e vincente per la potenza del perdono. Da quel trono regale, che è la croce, Cristo attira a se tutti coloro che desiderano essere liberati dalla morte ed entrare per sempre nel suo regno di vita vera.
Gesù crocifisso, il Signore, il Figlio di Dio, non ha ceduto alla tentazione di salvare se stesso, di mostrare una potenza schiacciante che distruggesse i suoi nemici e salvasse solo umanamente i suoi amici. Resta con Gesù Mirko, come Maria non temere di restare sotto quella croce. Fidati del suo amore paziente, affidati alla sua croce, non cedere alla tentazione di salvare te stesso, o di salvare solo qualcuno escludendo altri. Lascia che il Signore usi il dono della tua vita per ascoltare il grido o il sussurro di chi, vicino o lontano, teme di essere dimenticato da Dio.
Non temere di condividere la tribolazione di chi cammina con te, o di chi per grazia incontrerai nel tuo cammino. Sii servo dei tuoi fratelli perché essi beneficiando del tuo servizio comprendano la bellezza di essere figli di un re così grande ed eredi del suo regno di gioia eterna.
“Andremo con gioia alla casa del Signore… per lodare il nome del Signore” abbiamo pregato insieme nel salmo responsoriale.
Carissimi fratelli e sorelle, questa sera davvero siamo qui solo per rendere lode al Signore e lasciarci attrarre da lui nostro re. Gesù di nessuno è dimentico, si è ricordato di tutti noi quando è entrato nel suo regno, e ci chiama a regnare con lui nella giustizia e nell’amore, camminando sulle sue orme e facendo della nostra vita un dono per amore dei fratelli, con la lieta certezza che così condivideremo la sua gloria in paradiso. Amen.