Perugia – incontro con il cardinale Gianfranco Ravasi promosso dal Sab diocesano, che terrà una lectio su “I Salmi, il libro della fede di Israele e della Chiesa”, tra i fondamenti della cultura europea

Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura, ha accolto un nuovo invito rivoltogli, a distanza di due anni, dal Servizio animazione biblica (Sab) dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, e sarà nel capoluogo umbro venerdì 10 gennaio, alle ore 19, presso la Sala dei Notari del Palazzo comunale dei Priori, per una lectio su “I Salmi, il libro della fede di Israele e della Chiesa”. Ad accogliere ed introdurre il noto e gradito ospite saranno il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti e padre Giulio Michelini (Ofm), preside dell’Istituto Teologico di Assisi (ITA) e coordinatore del Sab perugino-pievese.

            «L’evento culturale diocesano alla Sala dei Notari di venerdì prossimo – spiega padre Michelini – è un prosieguo della lettura del libro dei Salmi da parte del cardinale Ravasi, che è stato nostro ospite altre due volte riscuotendo sempre un enorme successo, grazie alle sue competenze e capacità comunicative».

«Il libro di cui parlerà il presidente del Pontificio Consiglio per la cultura, quello dei Salmi – annuncia padre Michelini –, è tra i fondamenti della cultura europea, e non rappresenta solo il testo della preghiera di Israele o della Chiesa, ma è un condensato di sapienza e teologia. La lettura del libro rientra nel programma offerto ormai da quattro anni dal Servizio animazione Biblica della nostra diocesi, che per il 2020 ha invitato a parlare – oltre a Ravasi – molti altri esperti biblisti».

Gli interessati alle iniziative 2020 del Sab possono consultare il programma completo sul sito: www.lapartebuona.it.

Perugia – la comunità locale sempre più vicina al “Don Guanella”. Molti perugini hanno preso parte alle iniziative natalizie e si spera che questa vicinanza possa proseguire per tutto l’anno

Con la recente presa in carico della guida delle comunità parrocchiali dell’Unità pastorale di Montebello di Perugia da parte dei padri Guanelliani, i religiosi della Congregazione dei Servi della Carità fondata da san Luigi Guanella, che gestiscono da sessanta anni il “Centro Sereni – Istituto don Guanella” del capoluogo umbro, ancor più i perugini si sono avvicinati a quest’opera che dà assistenza quotidiana a 70 persone giovani-adulte con deficit cognitivo. Questa vicinanza è stata testimoniata durante il periodo natalizio con una significativa partecipazione di perugini non solo della zona di Montebello, dove ha sede il “Don Guanella”, alle diverse iniziative socio-culturali, aggregative e religiose promosse dai Guanelliani e dalle famiglie del Gruppo Cooperatori di Perugia.

Una di queste iniziative, la recente “Tombolata in famiglia”, è stata organizzata in collaborazione con i giovani dell’Oratorio “Il chicco di grano” dell’Unità pastorale di Montebello, il Gruppo famiglie dell’Unità pastorale di Olmo-Chiugiana-Fontana e la Protezione Civile di Corciano. Finalità della “Tombolata in famiglia” è stata quella, spiegano i promotori, «di farsi un po’ di bene per e con le persone che abitano al “Don Guanella” e nella città di Perugia, ad iniziare da quanti vivono nell’Unità pastorale di Montebello, auspicando che questa vicinanza reciproca possa proseguire e intensificarsi durante tutto l’anno, non solo in occasione del Natale e della Pasqua».

Anche il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, che ha visitato nel periodo natalizio il “Centro Sereni – Istituto Don Guanella”, è convinto dell’importanza di una maggiore collaborazione pastorale e sociale tra la realtà Guanelliana e la città di Perugia per una reciproca fattiva crescita umana e cristiana, coinvolgendo in tale opera sempre più giovani.

Il padri Guanelliani e l’Associazione Cooperatori di Perugia, che molto si prodiga nell’animazione dell’opera Don Guanella, ringraziano tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito a rendere sempre più bella l’iniziativa della “Tombolata in famiglia”, che «quest’anno ha festeggiato – sottolineano i cooperatori – la sua decima esperienza fatta di festa e di bellezza nello stare insieme in famiglia giocando a tombola e a mercante in fiera con carte speciali, raffiguranti le caratteristiche di san Luigi Guanella e non solo». Un grande Santo apostolo della Carità che chiamava “buoni figli” tutti coloro che accoglieva con particolare amore, perché poveri d’amore e di tenerezza in una società dove queste persone venivano emarginate e scartate per le loro gravi condizioni psicofisiche.

Spoleto – festa di S. Ponziano reliquia del Santo alla Scuola di Polizia e in tre opere di prossimità a quanti vivono nella fragilità; pontificale e processione presieduti dall’arcivescovo Renato Boccardo

Martedì 14 gennaio 2020 la Chiesa di Spoleto-Norcia celebra la festa di S. Ponziano, patrono della Città di Spoleto. Diversi gli appuntamenti di formazione e di preghiera in avvicinamento alla solennità del giovane martire, decapitato il 14 gennaio 175 per non aver rinnegato la fede.

Alla Scuola di Polizia. Venerdì 10 gennaio alle ore 10.30 l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo accompagnerà la reliquia del Santo (la testa, ndr) all’Istituto per Sovrintendenti della Polizia di Stato “R. Lanari” di Spoleto e presiederà un momento di preghiera con i formatori e i ragazzi che frequentano i corsi.

Incontro con l’economista Bruni. La sera di venerdì 10 gennaio, invece, alle 21.00 presso la parrocchia del Sacro Cuore a Spoleto l’economista Luigino Bruni terrà una conferenza su “Capitalismo e cristianesimo”. Bruni è il direttore scientifico dell’evento “Economy of Francesco” che dal 26 al 28 marzo 2020 vedrà riuniti ad Assisi, assieme al Papa, giovani economisti, imprenditori e change-makers di tutto il mondo. Questo appuntamento rientra nei “Convegni di S. Ponziano” pensati dall’allora arcivescovo Ottorino Pietro Alberti con la finalità di offrire un momento di formazione in prossimità della festa del patrono.

S. Ponziano pellegrino di misericordia. La reliquia del Santo sarà poi in tre significative opere di carità e di prossimità a quanti vivono situazioni di fragilità. Sarà l’Arcivescovo ad accompagnarla e a presiedere i vari momenti di preghiera: sabato 11 gennaio alle ore 17.30 a Capro di Bevagna presso la Casa Famiglia della Comunità “Papa Giovanni XXIII”; domenica 12 gennaio alle 10.30 celebrazione eucaristica presso la cappella dell’Ospedale “S. Matteo degli infermi” di Spoleto; lunedì 13 gennaio alle 15.30 tra le persone disabili accolte dalle Suore della Sacra Famiglia a “Villa don Pietro Bonilli” a Montepincio di Spoleto.

Veglia di preghiera presieduta da mons. Fontana. Lunedì 13 gennaio alle ore 21.00, nella Basilica Cattedrale di Spoleto, si terrà una veglia di preghiera presieduta da mons. Riccardo Fontana arcivescovo-vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, a suggellare l’arrivo della reliquia di S. Ponziano in Duomo. Il Presule toscano dal 1996 al 2009 è stato arcivescovo di Spoleto-Norcia, Chiesa nella quale fece solenne ingresso proprio nella festa di S. Ponziano di ventiquattro anni fa.

Pontificale e processione. Martedì 14 gennaio alle ore 11.30 l’arcivescovo Renato Boccardo presiederà il solenne pontificale in Duomo, che verrà trasmessa in diretta sulla pagina facebook della Diocesi: SpoletoNorcia. Nel pomeriggio del 14 gennaio, alle 16.00 mons. Boccardo presiederà in Cattedrale i Secondi Vespri Pontificali e a seguire la processione per le vie del centro di Spoleto che si concluderà nella Basilica di S. Ponziano: come da tradizione il corteo religioso sarà avviato da cavalli e cavalieri, in ricordo del martire definito “felice cavaliere del cielo” e raffigurato quasi sempre a dorso di un cavallo. Dopo la benedizione dell’Arcivescovo ai fedeli con la reliquia del Santo, ci sarà la Messa di ringraziamento presieduta da don Edoardo Rossi parroco dei Santi Pietro e Paolo in Spoleto, pievano della Pievania di Santa Maria e cerimoniere arcivescovile.

Perugia – la sacra rappresentazione dell’arrivo dei Re Magi seguita da alcune migliaia di persone. Il cardinale Bassetti: «Una bellissima manifestazione di famiglie…, segno anche pubblico della nostra fede»

«Mi hanno colpito in questi giorni le parole del profeta Isaia: “I tuoi figli verranno da lontano e le tue figlie saranno portate in braccio”, come è accaduto oggi, festa dell’Epifania del Signore, qui a San Sisto, attraverso questa stupenda processione di popolo per la nascita del Messia». Lo ha sottolineato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, nel pomeriggio del 6 gennaio, al termine della Sacra rappresentazione dell’arrivo dei Re Magi, tenutasi nella parrocchia di San Sisto, che quest’anno celebra 50 anni della sua istituzione, centro della principale zona industriale di Perugia, organizzata dall’Ufficio diocesano per la pastorale familiare con le famiglie del luogo e con il concreto sostegno dell’associazione territoriale “Il carnevale, i rioni”. Presenti anche il sindaco Andrea Romizi e l’assessore Edi Cicchi.

«Quest’anno si è voluto privilegiare le periferie, i crocicchi delle strade, per annunciare la buona novella della venuta tra gli uomini del Figlio di Dio, il Salvatore del mondo – hanno commentato gli organizzatori –, perché siamo sempre più una Chiesa in uscita, come ci esorta ad essere papa Francesco». La Sacra rappresentazione, seguita da alcune migliaia di famiglie (molti i genitori con le loro piccole creature in carrozzina), è iniziata proprio per le vie di San Sisto, coinvolgendo la comunità civile e religiosa locale, con il mettere in scena l’arrivo dei tre Magi da Erode sul piazzale antistante la Biblioteca comunale, per poi terminare con quella dell’adorazione del Bambino Gesù sul sagrato della chiesa parrocchiale della Santa Famiglia di Nazareth. Il tutto in impeccabili costumi d’epoca indossati da una settantina di figuranti con al seguito cammelli, cavalli, pecore e agnellini…, scene da presepe vivente e, nel contempo, itinerante, per le vie e le piazze di San Sisto.

«Quanto mi sono commosso nel contemplare la profezia di Isaia nel vedere tanti bambini, i più piccoli in braccio e gli altri accompagnati per mano – ha proseguito il cardinale Bassetti –. Questa bellissima manifestazione di famiglie onora la Chiesa, onora la nostra società, che è un segno anche pubblico della nostra fede, perché Gesù Cristo si è incarnato ed è venuto nel mondo. Anche noi, come i Magi, siamo qui per adorare Gesù e per offrirgli i nostri doni, il profumo, l’incenso della nostra preghiera. Vogliamo offrirgli anche le nostre sofferenze, perché non c’è nessuna casa, non c’è nessuna famiglia in cui non ci sia una croce da portare. Ma con Gesù si può portare qualsiasi croce e, soprattutto, vogliamo offrirgli l’oro della nostra preghiera. Grazie Signore perché sei nato, grazie perché sei venuto in mezzo a noi, grazie perché sei la Luce, l’unica Luce di questa nostra società e noi ti accogliamo e crediamo in te!»

Gubbio – nella basilica di Sant’Ubaldo, l’Epifania porta i Canonici regolari lateranensi

«Vi consegniamo questa basilica non senza commozione, sapendo che ci aiuterete a custodirla e a tenerla aperta perché ognuno possa sentirsi di casa e possa qui celebrare nella fede il dono grande che ha ricevuto da Dio. Noi preghiamo per voi e continueremo ad aiutarvi, io per primo, a essere buoni custodi di questo luogo santo».
Così il vescovo di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini ha accolto oggi pomeriggio don Giuseppe e don Pietro, i due sacerdoti della congregazione dei Canonici regolari lateranensi che – dopo 233 anni – tornano a prendersi cura di uno dei luoghi più cari agli eugubini.
L’antico istituto religioso maschile di diritto pontificio si occupa a Gubbio già delle comunità parrocchiali di San Secondo e Madonna del Ponte. I due consacrati che si sono trasferiti in basilica sono don Giuseppe Ganassin, 65 anni, e don Pietro Benozzi, classe 1945, già conosciuto in diocesi per aver fatto parte della comunità eugubina dei Canonici regolari lateranensi.
In occasione ricorrenza dell’Epifania, sono stati loro a ricevere dal vescovo Luciano la custodia della basilica di Sant’Ubaldo affidata fino a ora a mons. Fausto Panfili e a don Stefano Bocciolesi.
«Ho compreso – ha detto ancora mons. Paolucci Bedini nell’omelia – che questo santuario fino a sette anni fa era stato custodito da comunità religiose perché fossero a servizio di tutto il popolo. E allora ho immaginato che dovevamo pensare a un avvicendamento. Don Fausto e don Stefano hanno custodito in maniera meravigliosa questa basilica e tutte le occasioni che qui si svolgono durante l’anno. Ho già espresso la mia gratitutine per quello che hanno fatto, insieme alle tantissime persone che con loro hanno custodito questo bene».
Era il 6 gennaio, ma dell’anno 2013, anche la data che aveva segnato il “passaggio di consegne” dall’Ordine dei frati minori ai due sacerdoti diocesani. Allora, mons. Mario Ceccobelli aveva sottolineato come il santuario sarebbe stato abitato da un sacerdote di esperienza come don Fausto Panfili, ancora oggi vicario generale diocesano, e da un giovane prete appena consacrato, don Stefano.
«Quando mi sono messo alla ricerca – ha continuato il Vescovo nell’omelia di oggi – di una comunità che potesse custodire questa chiesa, sono partito proprio dai Canonici regolari lateranensi, perché qui loro hanno cominciato a custodire le spoglie di Sant’Ubaldo. Sono stati i primi custodi. Allora era bello pensare che potessero tornare proprio loro, come amici che sul monte vegliano e pregano per noi davanti al corpo di sant’Ubaldo. E il Signore ha voluto che si compisse questo. Ringrazio in maniera particolare i Canonici per la loro presenza, la loro disponibilità e per la responsabilità con cui assumono questo incarico».
Si apre una nuova pagina nella storia del santuario ubaldiano, considerando il legame tra la congregazione dei Canonici regolari lateranensi e la figura del vescovo Ubaldo Baldassini. Le pagine del libro “Sant’Ubaldo vescovo ed esorcista”, la ricerca di Alessio Bologna edita da Carmignani Editrice, ci raccontano proprio come la diffusione del culto ubaldiano abbia raggiunto vari luoghi in Italia grazie all’opera dei Canonici.
Alla concelebrazione di oggi erano presenti sia don Franco Bergamin, abate generale dei Canonici regolari lateranensi, sia don Sandro Canton, visitatore per la provincia italiana della congregazione.
«Vi consegniamo – ha concluso il vescovo Luciano – un tesoro prezioso: questa è la basilica della città di Gubbio, la basilica di tutti gli eugubini».

Perugia – solennità dell’Epifania del Signore a San Sisto, con la Sacra rappresentazione dell’arrivo dei Re Magi, alla presenza del cardinale Gualtiero Bassetti, con tema “la comunione tra comunità civile e religiosa”

Quest’anno, a Perugia, la solennità dell’Epifania del Signore, 6 gennaio, sarà celebrata a livello diocesano non in cattedrale, ma in una comunità parrocchiale, come segno di crescita cristiana che dalla periferia raggiunge tutta la città. Il cardinale Gualtiero Bassetti, lunedì prossimo, alle ore 16, sarà presso la comunità parrocchiale di San Sisto, centro della principale zona industriale del perugino, dove si svolgerà la Sacra rappresentazione dell’arrivo dei Re Magi. E’ un’iniziativa promossa dall’Ufficio diocesano familiare, con il concreto sostegno dell’associazione territoriale “Il carnevale, i rioni”, insieme all’Unità pastorale di San Sisto-Lacugnano-Sant’Andrea delle Fratte, che celebra il 50° anniversario della nascita della Parrocchia.

Un cammino nel riconoscere Cristo nel volto dell’altro.

Alla Sacra rappresentazione è stato invitato anche il sindaco di Perugia Andrea Romizi; iniziativa che vedrà la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose del capoluogo umbro. Tema della solennità dell’Epifania di San Sisto, come spiega il parroco don Claudio Regni, «è “la comunione tra la comunità civile e religiosa”. Un cammino in comunione, come quello dei Re Magi – precisa don Regni –, iniziato, per la nostra comunità, 50 anni fa con la nascita della Parrocchia. Un cammino che oggi prosegue nel riconoscere Cristo nel volto dell’altro e costruendo una società volta all’accoglienza, alla condivisione, alla solidarietà e che sia, nel contempo, una comunità dedita al lavoro, che crea sviluppo e sostenibilità economica delle famiglie e delle imprese, alla cultura, al sociale e alla politica, in particolare nella crescita e nella formazione delle giovani generazioni che sono la società di domani». Inoltre, ricorda il parroco di San Sisto, «san Francesco diceva ai suoi frati: “Predicate sempre il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole!”. Sì, perché lunedì 6 gennaio non saranno tanto le parole, quanto una bellissima rappresentazione sacra sull’arrivo dei Magi da Gesù Bambino, completa di pastori, angeli, cammelli, pecore…, a risvegliare in noi quel Natale di cui udiamo tanto parlare in tv, alla radio, ma senza forse sentirlo più veramente».

La comunione tra rioni, quartieri, periferie, popoli, nazioni e istituzioni.

In attesa della Sacra rappresentazione dell’arrivo dei Magi, commenta don Claudio Regni, «credo che la parola più importante sia la comunione tra i vari rioni, quartieri e periferie della città, come anche la comunione tra i popoli, le nazioni e le loro istituzioni. A San Sisto riproporremo un viaggio verso la comunione dei Re Magi che vanno ad incontrare il Dio della pace, della gioia e della tenerezza, del rispetto e della stima reciproca a partire dalle piccole comunità come la nostra. E’ un cammino di comunione di speranza, di riconciliazione e di ascolto dell’altro; un cammino di conversione con prospettive e finalità nuove, superando gli ostacoli e le prove della vita».

Il programma della Sacra rappresentazione e la tombolata dei giovani dell’Oratorio.

La Sacra rappresentazione di San Sisto coinvolgerà la comunità civile e religiosa non limitandosi all’area del complesso parrocchiale, ma avrà inizio (alle ore 15.30) con i Re Magi in corteo (in costumi storici e cammelli) per le vie principali della frazione perugina con ritrovo in piazza Martinelli, adiacente alla Biblioteca comunale (alle ore 16), dove ci sarà l’incontro con Erode per poi proseguire fino al sagrato della chiesa “Santa Famiglia di Nazareth” per conoscere e adorare Gesù Bambino, il Salvatore del mondo. La Sacra rappresentazione terminerà con un’agape fraterna e attività ludiche natalizie organizzate dai giovani dell’Oratorio “Sentinelle del Mattino”, in particolare la tradizionale tombolata, i cui premi sono stati offerti dalle aziende del territorio. «Un segno-testimonianza – spiegano gli animatori dell’Oratorio – che, come i Magi provenivano da diverse parti del mondo portando ciascuno un dono, così ognuno di noi può rendere omaggio a quel Bambino di fronte al quale siamo tutti benvoluti».

Perugia – il cardinale Gualtiero Bassetti in visita all’Hospice dell’USL 1 Umbria. Il presule al personale sanitario e ai fedeli presenti: «Lo sguardo di amore dà vita, comunica vita».

Volti e sguardi segnati dalle lacrime, dalla commozione si coglievano tra i fedeli mentre il cardinale Gualtiero Bassetti teneva l’omelia della celebrazione eucaristica presso l’Hospice di Perugia, il Centro residenziale di cure palliative dell’Usl 1 Umbria, visitato dal presule il 4 gennaio. E’ stata la prima visita pastorale del 2020 che il cardinale ha voluto dedicare, come nel 2019, a questa struttura sanitaria dove nell’ultimo anno sono stati accolti 222 malati e 250 assistiti a domicilio.

Accolto dalla responsabile dell’Hospice, la dott.ssa Susanna Perazzini, il cardinale Bassetti ha visitato i degenti e si è intrattenuto con i loro familiari, il personale sanitario e i volontari, celebrando la s. messa alla presenza anche di numerosi fedeli che negli anni hanno avuto dei congiunti ricoverati nella struttura a cui sono rimasti legati e grati per il sostegno ricevuto. Concelebranti sono stati don Domenico Lucchiari, cappellano dell’Hospice perugino, e don Robin Weatherill, cappellano dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.

Il cardinale ha avuto per tutti parole di conforto e d’incoraggiamento, evidenziando quanto sia importante nella vita, soprattutto se è sofferta a causa di una grave malattia, uno «sguardo di amore per l’altro». Nel commentare il brano del Vangelo di sabato 4 gennaio (Gv 1, 35-42), il porporato si è soffermato sulla «pedagogia dello sguardo».

«In questo brano del Vangelo si parla tre volte di sguardi – ha sottolineato Bassetti –. Credo che sia una pedagogia molto importante quello del nostro sguardo, soprattutto quando stiamo con i bambini e con le persone ammalate. Ci rendiamo conto quanto è importante, soprattutto con i più piccoli, comunicare con lo sguardo. Noi comunichiamo troppo con la parola e delle volte ci accorgiamo che la parola fa anche dei guai. Spesso ci si parla più con gli occhi, perché esprimono più il cuore. Basta uno sguardo per arrivare dove non arrivano le parole, perché con uno sguardo puoi comunicare affetto, amicizia, simpatia e tanta tenerezza. Uno sguardo buono può dire all’altro: “io ti voglio bene”, facendogli capire che saresti anche disposto a dare la vita per lui».

«E’ importante lo sguardo nella nostra vita – ha proseguito il cardinale – ed anche un bambino è in grado di comprenderlo. Ho notato spesso che quando un bimbo cade in terra, prima ancora di avvertire dolore, si vuole rendere conto dello sguardo delle persone che lo amano per capire se piangere o alzarsi. Lo sguardo di amore dà vita, comunica vita. Impariamo da Gesù la dolcezza di questo sguardo e cerchiamo di averlo per tutti, in particolare per chi si trova in condizione di fragilità di salute. Come è importante donarsi ai nostri fratelli con uno sguardo benevolo. Non si segue Gesù se non ci si dona agli altri».

“L’omelia, il dialogo di Dio con il suo popolo”. Ciclo di quattro incontri promosso dall’Istituto Teologico di Assisi in collaborazione con la Ceu. Interverranno: il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente Cei, l’arcivescovo Renato Boccardo, presidente Ceu, e mons. Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie

Alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli, dal 3 al 4 gennaio e dal 10 all’11 gennaio 2020, si terrà un ciclo di quattro incontri di omiletica promosso dall’Istituto Teologico di Assisi (ITA) in collaborazione con la Conferenza Episcopale Umbra (CEU), rivolto a tutti gli interessati, in particolare agli studenti e agli ex alunni dell’ITA, dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi (ISSRA) e del Pontificio Seminario “Pio XI” di Assisi, ai sacerdoti e ai diaconi dell’Umbria. Questo ciclo di incontri si ispira all’esortazione apostolica di papa Francesco Evangelii gaudium (numeri 135-159), riguardante l’omelia, dove si legge che nonostante i molti «reclami in relazione a questo importante ministero», «l’omelia può essere realmente un’intensa e felice esperienza dello Spirito, un confortante incontro con la Parola, una fonte costante di rinnovamento e di crescita».

E’ una proficua occasione per riflettere sull’importanza dell’omelia, che va impostata e recepita non tanto come «un momento di meditazione e di catechesi, ma è il dialogo di Dio con il suo popolo, dialogo in cui vengono proclamate le meraviglie della salvezza e continuamente riproposte le esigenze dell’Alleanza», evidenziano gli organizzatori del ciclo di incontri. «Vi è una speciale valorizzazione dell’omelia – aggiungono –, che deriva dal suo contesto eucaristico e fa sì che essa superi qualsiasi catechesi, essendo il momento più alto del dialogo, che è già aperto, tra il Signore e il suo popolo, prima della comunione sacramentale».

Ad aprire questo ciclo di incontri nel pomeriggio di venerdì 3 gennaio (ore 15) saranno il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, presidente della Ceu. Diversi e qualificati sono i relatori delle quattro giornate, tra cui mons. Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, che interverrà nella mattinata di sabato 11 gennaio (ore 10.30) sul tema “Omelia e Evangelii gaudium, l’esortazione di papa Francesco che evidenzia come «chi predica deve riconoscere il cuore della sua comunità per cercare dov’è vivo e ardente il desiderio di Dio, e anche dove tale dialogo, che era amoroso, sia stato soffocato o non abbia potuto dare frutto» (137). Mons. Marini sarà preceduto dal preside dell’ITA, il biblista padre Giulio Michelini (Ofm), che relazionerà sul tema: “Omelia e Sacra scrittura”.

Per informazioni dettagliate sull’iniziativa e sulle attività dell’ITA, consultare il sito: www.istitutoteologicoassisi.it

Il messaggio augurale per il nuovo anno del cardinale Gualtiero Bassetti nella 53a Giornata mondiale della pace. La Chiesa protagonista di due eventi a sostegno della promozione umana

Carissimi,

Papa Francesco, nel suo messaggio per l’odierna giornata mondiale della pace, ci ha ricordato che «il mondo non ha bisogno di parole vuote, ma di testimoni convinti, di artigiani della pace aperti al dialogo senza esclusioni né manipolazioni… La pace è “un edificio da costruirsi continuamente”, un cammino che facciamo insieme cercando sempre il bene comune…». Con queste convinzioni nel cuore e avendo dinanzi agli occhi i drammi di tanti popoli della terra, mi piace presentare due iniziative che nei prossimi mesi di febbraio e marzo impegneranno la Chiesa italiana e molti vescovi e laici di diverse nazioni: l’incontro di Bari, dal titolo “Mediterraneo, frontiera di pace”, avrà luogo dal 19 al 23 febbraio; mentre alla fine di marzo verranno ad Assisi economisti e imprenditori di tutto il mondo per riflettere insieme sui problemi dello sviluppo economico e della dignità umana. Entrambi gli incontri vedranno la partecipazione di Papa Francesco.

Convocando l’incontro di Bari, ho voluto, in qualche modo, riprendere un’iniziativa per molti versi passata alla storia, denominata “Colloqui mediterranei” e promossa negli anni ’50 e ’60 dal sindaco “santo” di Firenze Giorgio La Pira. Tali “Colloqui” ebbero come punto unificante e come finalità il dialogo fra le tre famiglie religiose (ebrei, cristiani, musulmani) visto come essenziale contributo alla pace mondiale; essi allargarono successivamente gli orizzonti all’Africa sub-sahariana, attraendo i paesi che durante gli anni ’60 uscivano dal colonialismo. Al prossimo incontro di Bari parteciperanno i vescovi delegati dei paesi che affacciano sul Mediterraneo, diverse autorità politiche di livello mondiale e studiosi di rapporti internazionali. Sarà l’occasione per un’ampia e condivisa riflessione sulla vita delle Chiese delle sponde del grande “Lago di Tiberiade”, come La Pira chiamava il Mediterraneo, e sui rapporti tra i popoli che vivono in questo grande bacino. Con l’aiuto di Dio, speriamo di favorire in tal modo il dialogo e la convivenza pacifica in questo luogo del mondo, da cui trae origine la nostra civiltà e la nostra fede.

Con l’incontro internazionale di Assisi, a fine marzo, si cercherà invece di riflettere sulle nuove prospettive dell’economia mondiale e di trovare nuove strade affinché la crescita economica e sociale non sia contraria al rispetto della dignità umana e alla salvaguardia del creato. La Chiesa, da almeno un secolo, ha promosso una grande riflessione sullo sviluppo economico e i suoi riflessi sulla vita e la dignità del persone. Ricordiamo quanta diffusione e impressione fece in tutto il mondo l’enciclica di Papa Leone XIII Rerum novarum, con la quale si affrontava la drammatica situazione della classe operaia e dei mezzi di produzione industriale di fine ’800. Oggi, come allora, siamo chiamati ad offrire al mondo globalizzato una rinnovata riflessione per un’economia solidale. Pertanto il Papa incoraggia gli imprenditori a perseverare lungo il cammino della generosa solidarietà e a lavorare per il ritorno dell’economia e della finanza a un approccio etico che favorisca il rispetto di tutti.

Guardiamo a questi due prossimi eventi mondiali con tanta fiducia e speranza, sicuri che il Signore ci aiuterà in questo servizio di riflessione e di promozione umana.

Gualtiero card. Bassetti

Arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve

Spoleto – Te Deum di ringraziamento. Mons. Boccardo: «Nella società in cui vivo posso contribuire – non fosse altro che con il mio voto – a far prevalere una ideologia di pace e di comprensione tra i popoli, anziché le ideologie basate sull’odio, sulla violenza, o sul sovranismo e nazionalismo esasperato»

Il pomeriggio del 31 dicembre la Chiesa ha celebrato il Te Deum, inno di lode e di ringraziamento e supplica al Signore al termine dell’anno civile. A Spoleto l’arcivescovo mons. Renato Boccardo ha celebrato questa Messa nella Basilica Cattedrale, alla presenza dei parroci della Città e di diversi fedeli. Il Presule nell’omelia ha detto che se «ripercorriamo con onestà il tempo dell’anno che finisce, se siamo sinceri, dobbiamo riconoscere che anche noi, come i bambini, vogliamo tutto. O meglio: c’è in noi l’aspirazione bramosa a entrare nel tutto, perché percepiamo che solo il tutto dà senso compiuto all’esistenza. E lo ricerchiamo con affanno in mille modi questo tutto, talvolta anche facendoci del male. E dimentichiamo che le cose di sempre sono quelle che costituiscono la nostra vita. Noi vorremmo tutto, e invece dobbiamo scegliere e vivere ciò che è parziale. Sono figlio dei miei genitori, non della regina d’Inghilterra; vivo in questa parrocchia e non a New York; lavoro in questa fabbrica, e non in un’azienda d’informatica a Silicon Valley. Ho queste capacità, questa sensibilità; posso migliorarmi e migliorare le condizioni di vita, ma solo a patto che mi accolga per quello che sono, con le mie ferite e i miei doni». «La nostra conclusione – ha detto mons. Boccardo – è il mio quotidiano, fatto di routine, di eventi piccoli e grandi, di gioie e sofferenze, di imprevisti piacevoli e spiacevoli, di incontri con gente dal cuore buono e con profittatori, di giorni in cui mi pare di spaccare il mondo e di altri in cui mi sento uno straccio; il mio essere giovane pieno di speranze e di illusioni, o adulto ormai navigato, o anziano che vede la vita fuggire… Il mio quotidiano è il luogo da amare di un amore operoso, è il tempo della Grazia, dove Dio mi raggiunge e si fa a me dono, perché io diventi dono per gli altri. È il presente quello che conta per noi». E poi, ha concluso l’Arcivescovo, «affinché l’anno che inizia sia davvero “buono”, occorre dunque imparare a fare memoria di tutto il bene che ci è stato dato nell’arco dell’esistenza: madre e padre, famiglia, amici, insegnanti, lavoro, malattie e guarigioni, sconfitte e rinascite, e via via tutti i volti e le circostanze che ci hanno accompagnato, anche nel dolore. Ripercorrendo la nostra storia possiamo ricostruire la trama di un disegno che ci conduce. Riconoscendo quel percorso come in filigrana comprendiamo che possiamo fidarci, e affidarci. Comprendiamo che l’anno che viene, sconosciuto, non è un tuffo nel buio. Così la memoria diventa realmente motore di speranza. Autentica, però, e fortemente radicata; non attesa superstiziosa che si culla nel frastuono dei fuochi d’artificio».

La mattina del 1° gennaio, solennità di Maria Madre di Dio, mons. Boccardo ha presieduto il solenne pontificale nel Duomo di Spoleto. In questa giorno, da 53 anni, la Chiesa la Giornata Mondiale della Pace, una giornata destinata a suscitare una coscienza, una mentalità, una psicologia di pace. E ogni anno il Papa offre all’attenzione e alla riflessione delle persone di buona volontà un messaggio nel quale invita a farsi operatoti di pace. «A questo livello – ha detto mons. Boccardo nell’omelia – possiamo affermare allora che la pace dipende anche da me, in quanto io posso contribuire a stabilire la pace in quella prima fondamentale cerchia che è la famiglia; in quanto posso, con la mia azione e l’impegno sociale, rafforzare il fondamento stesso della pace che è la giustizia; in quanto, nella società in cui vivo posso contribuire – non fosse altro che con il mio voto – a far prevalere una ideologia di pace e di comprensione tra i popoli, anziché le ideologie basate sull’odio, sulla violenza, o sul sovranismo e nazionalismo esasperato. Ogni uomo può essere, nel suo piccolo, un “figlio della pace” e portare il suo contributo alla pace universale, perché non c’è pace universale se non vi sono uomini di pace. Miliardi di uomini senza pace non possono formare un’umanità in pace, come miliardi di gocce di acqua torbida non possono formare un mare pulito». Poi, mons. Boccardo si è soffermato sulla pace evangelica che è la riconciliazione con Dio ottenuta in Gesù Cristo, la pace che ricostruisce l’uomo in unità e gli restituisce quella sicurezza interiore per cui può esclamare: “Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? La guerra, la fame? Niente potrà mai separarci dall’amore di Dio” (Rm 8, 31.39). «È una certezza del cuore – ha detto l’Arcivescovo – che vince ogni paura e ogni cattiveria e che neppure la guerra più selvaggia è in grado di distruggere. Un uomo così è automaticamente anche un uomo che diffonde pace; è “un operatore di pace”. Questa pace non si ferma nel cuore del singolo cristiano; da essa nasce una comunità di pace: Gesù ha abbattuto il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia… per riconciliare tutti con Dio in un solo corpo (cf Ef 2, 14.16). Ogni apartheid, ogni barcone che affonda nel Mediterraneo, ogni muro che viene eretto in Europa è così escluso alla radice. In questo inizio del 2020 – ha concluso il Presidente della Conferenza episcopale umbra – siamo qui per metterci di fronte al volto di Cristo bambino perché, ascoltandolo, possiamo raggiungere la conoscenza del vero e del bene. Non c’è modo migliore per formarsi una coscienza di pace che ascoltare, pregare, meditare, contemplare la parola di Dio fatta carne in Gesù, parola che ci raggiunge attraverso le sacre Scritture, attraverso la tradizione e la Chiesa, mediante l’ispirazione interiore dello Spirito Santo. Questo è il compito della pace per ciascuno di noi. Così, di fronte ai grandi problemi della guerra e della pace nel mondo, non ci sentiremo soltanto sgomenti, impotenti, intimoriti, bensì partecipi di un impegno che fin da questo momento deve segnare le ore, i minuti, i secondi di questo 2020, perché sia un anno della pace e della giustizia».