Perugia: La dimensione della Carità non può venire meno nel tempo del “corona virus”. Funzionanti i servizi: Centri di ascolto, Empori, “Villaggio della Carità” e Mensa “San Lorenzo”

«I servizi offerti dalla Caritas diocesana e dalle Caritas parrocchiali nel tempo del “corona virus” non vengono meno, anzi, sempre nel rispetto dei provvedimenti governativi nazionali e locali adottati a seguito dell’emergenza sanitaria, saranno, nei limiti del possibile e secondo le necessità, anche potenziati». A comunicarlo è il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, il diacono Giancarlo Pecetti, nel recepire le indicazioni date nella giornata del 9 marzo dalla Caritas italiana in merito al prosieguo delle attività caritative a livello diocesano e parrocchiale.

«Se la dimensione della Parola, quella dei Sacramenti e quella comunitaria subiscono inevitabili limitazioni – è sottolineato nella nota di Caritas italiana –, non può invece venire meno la dimensione della Carità di cui voi, in prima linea (responsabili e operatori di Caritas diocesane, ndr), siete i testimoni nelle e con le vostre comunità. Pur con tutte le cautele del caso e con la prudenza necessaria, senza esporsi ed esporre altri a inutili rischi, è chiaro che non possono venir meno i servizi essenziali a favore dei poveri».

La Caritas diocesana prosegue nelle sue attività dei Centri di ascolto diocesano e parrocchiali (solo in quello diocesano vengono accolte in media a settimana 70 persone), dei quattro Empori della Solidarietà dove settimanalmente continueranno a recarsi più di 1.200 famiglie in difficoltà, del “Villaggio della Carità” dove attualmente sono ospitate 15 famiglie per un totale di 56 persone di cui 21 minori, delle diverse opere segno dove annualmente sono accolte dalle 150 alle 200 persone disagiate e della Mensa Comune-Caritas “San Lorenzo” in pieno centro storico dove quotidianamente vengono forniti pasti caldi a 50 persone.

«L’operare della Carità non può prescindere dall’essere fondati su Cristo, continuando il servizio agli ultimi – ricorda il diacono Pecetti –, ma nella consapevolezza che in questa Quaresima 2020 c’è un deserto da attraversare, così come hanno fatto il Figlio di Dio e prima ancora il Popolo d’Israele, nella certezza che, con al fianco il Signore Risorto, è possibile attraversare anche questo deserto».

Terni – Riflessioni e indicazioni del vescovo Giuseppe Piemontese per affrontare con spirito adeguato il momento di crisi

Caro fratelli sacerdoti, diaconi, religiosi/ e fedeli tutti, In questi giorni siamo incollati alla televisione per ascoltare i vari comunicati di ministri, politici, funzionari, scienziati sull’andamento del Coronavirus, con i corrispondenti bollettini di contagi, decessi, guariti, quarantene. Ma in fondo siamo animati dalla segreta ansia di ascoltare parole di speranza sulla sconfitta di questo nemico subdolo e persistente. Di fronte ad un nemico comune e letale, che non fa distinzioni di persone, anzi colpisce i più deboli e si accanisce su di loro, vogliamo riscoprire il sentimento di appartenenza ad un’unica categoria: il genere umano, uomini e donne, accomunati da fragilità costituzionale, che per vivere devono seguire la strada obbligata della solidarietà globalizzata, anzi devono volersi bene nella consapevolezza di essere, in Gesù, tutti figli dell’unico Padre Celeste. Alcuni uomini di Dio ci hanno proposto riflessioni e suggerimenti per affrontare con spirito adeguato questo momento di crisi. Un tempo di evidenza della precarietà della condizione umana e di caduta degli idoli del progresso senza condizione, del divertimento senza regole, della folla senza relazione, della vita senza la prospettiva della fine. -Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!”. (2Cor 6, 1) ha annunciato la Chiesa all’inizio della quaresima. E la contingenza che viviamo può aiutarci a cogliere con più facilità che anche questo tempo è tempo di Dio.
“Mettendoci in ascolto della Parola di Dio di ogni giorno, vogliamo leggere questi tempi con i Suoi occhi, aiutando le nostre comunità a tornare a Lui, a riscoprire ciò che è essenziale, a ritrovare il gusto della preghiera. Sono questi i giorni in cui infondere speranza, in cui trasmettere fiducia, in cui metterci in ginocchio per intercedere per il mondo”. (Card. A. De Donatis)
In questo giorni le Autorità ci hanno chiesto di sospendere le funzioni religiose, compresa la celebrazione dell’Eucarestia nei giorni feriali e festivi, e la celebrazione degli altri sacramenti con concorso di popolo fino al 3 di aprile. Una forma di digiuno quaresimale molto più esigente del digiuno corporale, che ognuno vorrà colmare con la preghiera personale, la parola e soprattutto l’esercizio della carità. “Anzitutto vi faccio notare che il provvedimento governativo non esige la chiusura delle chiese. Al contrario, sembra in qualche modo indicare nella preghiera privata una strada per continuare a nutrire la vita spirituale. Invitiamo pertanto la gente a coltivare l’atteggiamento di adorazione di fronte a quella Eucaristia che non possiamo più celebrare insieme. Noi, peraltro, come sacerdoti è bene che continuiamo a celebrare la Santa Messa nella forma prevista dal Messale Romano come “Messa senza popolo”. Assicuriamo la nostra gente che attraverso questa celebrazione “senza popolo” la Chiesa e noi con essa continuiamo il rendimento di grazie al Padre nel memoriale della morte e risurrezione di Cristo, come offerta per il popolo, con particolare intenzione in riferimento alla dolorosa situazione dei nostri giorni”. “La mancata partecipazione alla Santa Messa è un grande sacrificio per noi cristiani, che “Sine dominico non possumus”, cioè: “Non possiamo vivere senza celebrare il giorno del Signore / Pasqua domenicale “, come dissero i martiri di Abitene. Ma la celebrazione dell’Eucaristia ha una dimensione rituale che però ha un complemento essenziale negli effetti che essa genera nella vita: l’Eucaristia è celebrata in verità se genera la carità. Nella presente circostanza noi non rinunciamo al significato ultimo dell’Eucaristia, che è il dono di sé fatto dal Signore, ma, ottemperando alle norme dello Stato, siamo invitati a manifestarlo nel gesto di carità fraterna che è evitare che attraverso il riunirsi di un’assemblea si vadano a costituire situazioni di vita sociale che possono favorire il diffondersi del virus” (Card. Betori).
Cari fratelli e sorelle, non scoraggiamoci, usiamo la fantasia per crescere nell’amore del Signore: Possiamo andare singolarmente in chiesa a pregare e ad adorare Gesù Sacramentato, possiamo seguire la Messa e il rosario tramite la televisione (per es. Sat 2000, Lourdes, Tele Padre Pio e altre), possiamo dialogare con i sacerdoti e tra di noi in teleconferenza, tramite cellulare, tramite mail, ecc., possiamo compiere gesti di carità con prudenza e osservando le norme del caso.
In comunione, affido a Maria Santissima, Madre di Misericordia, tutti voi, i malati e tutti coloro che si adoperano per la salute del prossimo e il benessere di tutti i cittadini.

+ p. Giuseppe Piemontese OFM Conv
vescovo

Assisi – il vescovo scrive ai fedeli: “Momento doloroso, proteggiamo e stiamo vicini ai più fragili”

Cari fedeli,

vi trasmetto, in allegato, le decisioni che, come Conferenza Episcopale Italiana e come vescovi umbri, abbiamo dovuto prendere a seguito dell’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che, tra tante altre cose, vieta in tutte le chiese d’Italia le cerimonie religiose, comprese le messe, e persino i funerali. È un punto del decreto che desta in tutti noi un senso di smarrimento. Ci può sembrare esagerato, nella nostra Regione, soprattutto dopo che ci siamo impegnati a organizzare la partecipazione secondo le regole della distanza di sicurezza e le precauzioni igieniche che dovrebbero tenerci al riparo dai rischi di diffusione del contagio.

Non possiamo tuttavia disobbedire a questa disposizione, tenendo conto della sua motivazione. Il contagio si sta espandendo in Italia e nel mondo, provocando sofferenze e morti. Se non riuscissimo a contenerlo, si avrebbe il collasso delle strutture ospedaliere con inevitabili contraccolpi non soltanto per i contagiati ma anche per tutti gli altri ammalati.

Non possiamo non farci carico dei nostri fratelli in difficoltà, nella stessa misura in cui ci preoccupiamo di noi stessi. Ce lo chiede la stessa Eucaristia, che è per eccellenza il sacramento dell’amore. Gesù, nella celebrazione eucaristica, continua a donare se stesso. Ricevendolo diventiamo una sola cosa con lui e tra di noi. Ne nasce un rapporto di fraternità che si esprime anche nell’attenzione e nella premura vicendevole.

Se in questo periodo, cari fratelli e sorelle, non potremo partecipare direttamente alla Santa Messa, facciamolo unendoci spiritualmente ad essa e chiedendo a Gesù di venire nei nostri cuori con la “comunione spirituale”. Ci potrà aiutare anche la trasmissione televisiva. Essa di norma non sostituisce la partecipazione personale, ma in questo caso di emergenza è d’aiuto. Ogni giorno alle ore 18 e la domenica alle ore 11 “Maria Vision” (in Umbria canale 602, o via internet) trasmetterà la Santa Messa dal Santuario della Spogliazione, dove sarà celebrata senza partecipazione di popolo, con il minimo di presenze necessarie a una decorosa celebrazione.

Cresca, in questo periodo di mancanza della Santa Messa, la “fame” del pane eucaristico. Forse ci siamo troppo abituati a questo grande dono e il Signore ci chiede di riscoprirlo. Dal decreto governativo non è stata intimata la chiusura delle chiese, alle ben note condizioni di sicurezza. Approfittiamone per incrementare l’adorazione eucaristica, organizzata senza celebrazioni di gruppo, prolungando gli orari dell’esposizione del Santissimo in modo che, fatta salva la presenza di qualcuno e la necessaria vigilanza, possa essere offerta ampia possibilità di una visita personale per chi ne ha la possibilità nelle diverse ore del giorno.

Ovviamente i sacerdoti, senza partecipazione pubblica dei fedeli, celebreranno la Santa Messa ogni giorno offrendola per tutti. Facciamo diventare questa prova un momento di grazia. Si levi una grande supplica, perché il Signore abbia misericordia di noi e di tutti, ci aiuti a vincere la sfida di questo contagio e a ridurne al minimo le conseguenze negative sulla salute dei più fragili, sull’economia, sulle famiglie, sulla vita sociale.

È il momento di interrogarci. Non ci dobbiamo guardare solo dal “coronavirus” e da problemi di salute, ma anche da tanti “virus” morali e sociali. La Quaresima ci invita alla conversione. Pur spostandoci il meno possibile, e sempre usando tutte le cautele igieniche, non lasciamoci prendere dal panico e soprattutto non ci chiudiamo nell’egoismo. Se qualcuno ha bisogno di noi, veniamogli incontro. Gli anziani non si sentano abbandonati. Una telefonata, un servizio per la spesa, un soccorso, una attenzione, possono fare tanto bene. Nei fratelli bisognosi incontriamo e serviamo Gesù. Anche questa è “eucaristia” vissuta.

Vi affido tutti all’intercessione di Maria e dei nostri Santi e vi benedico

Gubbio – il vescovo Luciano Paolucci Bedini scrive a sacerdoti e diaconi sulle disposizioni riguardo al Coronavirus

“Carissimi fratelli, la parola di Dio della seconda domenica di Quaresima ci ha aiutati a non scandalizzarci della tribolazione che può colpirci, come in questi giorni, certi della gloria della risurrezione che Cristo ci ha conquistato sulla croce, dobbiamo purtroppo accogliere indicazioni governative ancora più ristrette circa l’esercizio del nostro ministero pastorale, almeno fino al prossimo 3 aprile”.
Il vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini scrive ai sacerdoti e ai diaconi della diocesi di Gubbio dopo la conferma delle disposizioni del Governo sull’emergenza Coronavirus, recepite da un comunicato della Conferenza episcopale italiana e da uno della Conferenza episcopale umbra.
“Da subito – spiega il Vescovo al clero diocesano – sono sospese tutte le messe, feriali e festive, con la partecipazione dei fedeli. Ogni sacerdote può ovviamente celebrare in privato, a porte chiuse. Di conseguenza sono sospesi anche tutti gli altri momenti di preghiera che prevedano la presenza di più persone in luoghi ristretti. Nel caso di funerali si possono celebrare solo le esequie, senza la messa, secondo il rito consueto, al cimitero con la sola partecipazione dei familiari stretti”.
Mons. Paolucci Bedini spiega poi che la Curia diocesana sta valutando la possibilità di mettere in campo spazi di comunicazione che possano consentire alla gente di assistere a celebrazioni liturgiche, momenti preghiera e di riflessione attraverso media tradizionali come radio e tv, o grazie ai nuovi media digitali (web e social).
“Ai fedeli che desiderano, indirettamente, poter vivere il momento della celebrazione eucaristica – aggiunge mons. Paolucci Bedini – cercheremo di consigliare alcune modalità semplici per collegarsi alla celebrazione quotidiana e soprattutto domenicale, attraverso gli strumenti della comunicazione, per invitarli in questo tempo di forzato digiuno eucaristico, ad unirsi spiritualmente, nel silenzio, nella preghiera personale e familiare, e nella meditazione della parola, alla preghiera della Chiesa che in nessun modo viene interrotta”.
Infine, un invito a mettere in campo quotidianamente gesti di carità e di vicinanza nei confronti delle persone che in questo momento possano trovarsi in situazioni di particolare difficoltà.
“Vi chiedo – conclude il vescovo Luciano – di moltiplicare in questi giorni, nelle vostre comunità, la creatività dell’azione caritativa, che è il frutto più bello di una vita alimentata dall’eucaristia. Cercate di individuare le situazioni di bisogno del vostro territorio e soccorretele coinvolgendo i fedeli. Ricordatevi delle persone sole, degli anziani e degli ammalati che avessero necessità anche di piccoli aiuti (la spesa, le medicine…). Aprite gli occhi e il cuore verso le famiglie affaticate dalla sospensione della scuola dei figli, o di quelle con figli disabili che subiscono la chiusura delle iniziative di volontariato e delle strutture socio-assistenziali. Il tempo che questa emergenza libera per noi sia consacrato a Dio e al suo popolo!”.

CORONAVIRUS: SOSPENSIONE DELLE SANTE MESSE FERIALI E FESTIVE CON LA PRESENZA DEI FEDELI

A seguito del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri entrato in vigore quest’oggi 8 marzo per contrastare la diffusione del “coronavirus”, e a completamento della Nota della Conferenza Episcopale Umbra del 5 marzo u.s. i Vescovi della Regione Ecclesiastica stabiliscono la sospensione della celebrazione di tutte le SS. Messe feriali e festive con la presenza dei fedeli in tutte le chiese e santuari della Regione, fino a venerdì 3 aprile p.v. compreso.
Tra le “cerimonie civili e religiose” il Decreto governativo include esplicitamente anche i funerali. Il rito funebre dovrà dunque essere celebrato senza Messa, direttamente al cimitero, alla presenza dei soli stretti familiari, secondo quanto previsto al cap. IV del Rito delle Esequie.
Queste ulteriori restrizioni generano sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. Attraverso il grave sacrificio richiesto ai credenti, la comunità cristiana intende assicurare il proprio significativo contributo alla tutela della salute pubblica, collaborando lealmente con le Istituzioni civili in questo momento di emergenza nazionale. Nell’impossibilità di adempiere al precetto festivo ai sensi del can. 1248§2, i fedeli sono invitati a dedicare un tempo conveniente all’ascolto della Parola di Dio, alla preghiera e alla carità; possono essere d’aiuto le celebrazioni trasmesse tramite radio, televisione e in streaming sui siti internet e sui social. L’accesso ai luoghi di culto sia consentito ai singoli fedeli che vogliano recarvisi per la preghiera individuale, avendo cura che venga osservata la distanza di precauzione igienica.
Assisi, 8 marzo 2020.

Coronavirus – La Cei segue il decreto del Governo sulla sospensione delle cerimonie religiose

A seguito del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020, la Conferenza Episcopale Umbra ha diffuso il seguente comunicato:
“La Chiesa che vive in Italia e, attraverso le Diocesi e le parrocchie si rende prossima a ogni uomo, condivide la comune preoccupazione, di fronte all’emergenza sanitaria che sta interessando il Paese.
Rispetto a tale situazione, la CEI – all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione – in queste settimane ha fatto proprie, rilanciandole, le misure attraverso le quali il Governo è impegnato a contrastare la diffusione del “coronavirus”.
Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, entrato in vigore quest’oggi, sospende a livello preventivo, fino a venerdì 3 aprile, sull’intero territorio nazionale “le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”.
L’interpretazione fornita dal Governo include rigorosamente le Sante Messe e le esequie tra le “cerimonie religiose”. Si tratta di un passaggio fortemente restrittivo, la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza del Decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica”.

Mons. Gualtiero Sigismondi nuovo Vescovo di Orvieto-Todi – l’augurio dei Vescovi umbri a e il ringraziamento a mons. Benedetto Tuzia per la missione svolta anche al servizio delle Chiese dell’Umbria

Il 7 marzo il papa Francesco ha nominato vescovo della diocesi di Orvieto-Todi mons. Gualtiero Sigismondi, già vescovo di Foligno.
“Il Corpo ecclesiale della Diocesi di Orvieto-Todi ha due “polmoni spirituali”: quello ossigenato dallo stupore eucaristico, che ha il suo baricentro nella Cappella del Ss. Corporale, e quello irrorato dall’Amore misericordioso, che ha il suo fulcro presso il Santuario di Collevalenza – scrive il vescovo Sigismondi nel messaggio alla comunità -. Con cuore libero e ardente mi dispongo a lavorare in questo filare della Vigna del Signore, in cui sin dai primi secoli dell’era cristiana scorre la “linfa” della santità, arrivando fino ai nostri giorni, con Madre Speranza di Gesù. Mi accingo a mettermi in cammino portando sulle spalle e nel cuore la “bisaccia” dell’esperienza maturata a Foligno, ove ho scoperto, anche a causa del sisma del 2016, che la cattedra episcopale non è un bene immobile, ma mobile. Strada facendo, mi sono reso conto che nella vita pastorale è necessario passare dal sistema di irrigazione “a pioggia” delle iniziative di mantenimento a quello “a goccia” dei processi di accompagnamento”.

IL MESSAGGIO INTEGRALE DEL VESCOVO SIGISMONDI

I Vescovi della Conferenza Episcopale Umbra si stringono fraternamente attorno a Mons. Gualtiero Sigismondi, finora Vescovo di Foligno, chiamato oggi da Papa Francesco a guidare come padre e maestro la Chiesa di Orvieto-Todi e invocano sul suo ministero la luce e la consolazione dello Spirito Santo e l’assistenza dei Santi Patroni Giuseppe e Fortunato.
Salutano con animo grato Mons. Benedetto Tuzia, con il quale hanno condiviso in questi anni il comune servizio del Vangelo in terra umbra, apprezzando la sapienza e l’umanità con cui ha adempiuto alla missione episcopale e accompagnato la Commissione regionale per la carità.

+ Renato Boccardo
Arcivescovo di Spoleto-Norcia e Presidente della Conferenza Episcopale Umbra

Breve nota biografica di mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo dall’animo giovane e dal carattere mite e determinato
a cura di Riccardo Liguori

Sono trascorsi undici anni e mezzo dall’ordinazione episcopale di monsignor Gualtiero Sigismondi, avvenuta all’età di 47 anni, ma può essere ancora definito uno dei «giovani vescovi di questa tempra che abbiamo bisogno…, liberi dai tanti condizionamenti, capaci di infondere coraggio nei momenti difficili». Così lo presentò l’allora arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Giuseppe Chiaretti, il 3 luglio 2008, nell’annunciare la nomina del suo vicario generale a vescovo eletto di Foligno. Mons. Sigismondi prese possesso della Diocesi folignate il 5 ottobre successivo, dopo l’ordinazione episcopale avvenuta nella cattedrale di Perugia il 12 settembre precedente, giorno della festività perugina della Madonna delle Grazie e cui lo stesso presule è particolarmente devoto.

Il vescovo Sigismondi, nato ad Ospedalicchio di Bastia Umbra il 25 febbraio 1961, prosegue il suo ministero episcopale nella Diocesi di Orvieto-Todi, sostenuto dal Signore e dalla sua esperienza umana e di pastore mite e determinato; esperienza maturata in quasi trentaquattro anni di sacerdozio. Fu ordinato presbitero diocesano il 29 giugno 1986 dall’allora arcivescovo Cesare Pagani, dopo essere stato alunno del Pontificio Seminario Regionale Umbro Pio XI e frequentato il quinquennio istituzionale presso l’Istituto Teologico di Assisi (1979-1984). In seguito, quale alunno del Pontificio Seminario Lombardo in Roma (1984-1988), ha frequentato la Facoltà di Sacra Teologia della Pontificia Università Gregoriana, conseguendo nel 1986 la licenza in teologia sistematica e nel 1993 il dottorato di ricerca.

Nel 1988 è stato nominato vice-rettore del Pontificio Seminario Regionale Umbro, di cui è diventato direttore spirituale nel 1996, incarico ricoperto fino al 2004. Contestualmente al servizio di formatore – svolto ininterrottamente per ben 16 anni – è stato parroco di Santa Maria Assunta e Sant’Emiliano in Ripa (Perugia) dal 1988 al 1993 e docente di teologia sistematica, a partire dall’anno accademico 1988/89, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi, del quale è diventato direttore nel 1994, incarico ricoperto fino al 2002. Dal 2001 al 2008 è stato assistente regionale unitario di Azione Cattolica.

A livello diocesano, oltre a ricoprire l’incarico di parroco di Ripa e di assistente della sezione perugina dei Giuristi e dei Medici cattolici, è stato membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Consultori, vicario generale e segretario generale del Sinodo diocesano indetto dall’arcivescovo Chiaretti.

Da vescovo di Foligno è entrato a far parte della Conferenza episcopale umbra e dal 2009 è succeduto all’attuale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il cardinale Gualtiero Bassetti, al delicato incarico di visitatore dei Seminari d’Italia per conto della Santa Sede. Nel corso dei lavori della 68ª Assemblea Generale della Conferenza episcopale italiana, svoltasi a Roma dal 18 al 21 maggio 2015, è stato designato presidente della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata, entrando a far parte del Consiglio Permanete della Cei. Sempre per la Cei è presidente della Commissione mista vescovi-religiosi-istituti secolari. Il 4 marzo 2017 papa Francesco lo nomina assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana.

Perugia: Lettera quaresimale del cardinale Bassetti alla comunità diocesana nel tempo del Coronavirus. Il presule: «Se ogni giorno non ci convertiamo e la nostra vita si trascina in un continuo grigiore, è perché manca o non è sufficiente la preghiera»

Il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha scritto una lettera alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve «per sottolineare l’importanza di alcuni impegni che ci consentiranno di vivere con maggiore intensità questo tempo di grazia che è la Quaresima. Quest’anno abbiamo anche un motivo particolare per innalzare al Signore le nostre preghiere – sottolinea il cardinale –: il diffondersi del Coronavirus». La lettera – un invito a dedicare più tempo alla riflessione sulla Parola di Dio e alla preghiera soprattutto tra le mura domestiche -, sarà letta dai parroci ai fedeli durante le messe della Seconda Domenica di Quaresima, il prossimo 8 marzo, e inviata a tutte le comunità religiose e monastiche di clausura.

Lettura della Parola di Dio. «È necessario osservare al massimo le precauzioni che via via vengono richieste, ma vorrei soprattutto invitarvi alla preghiera – scrive il presule –. In questi giorni in cui sarà necessario restare di più in famiglia con la presenza a casa dei vostri ragazzi e dei vostri giovani, data la chiusura delle scuole, si dia più spazio alla lettura della Parola di Dio e alla preghiera. La Parola di Dio vi aiuterà a comprendere, come riferimento essenziale per la vostra vita, lo sguardo del Padre “che vede nel segreto”».

Ricostruire la vita. «Sarà davvero un lavoro spirituale coraggioso e impegnativo che vi aiuterà a ricostruire la vostra vita sotto la guida del Padre, pieno di amore, che sta nei cieli e che vi indicherà come modello di vita il Figlio Suo Gesù. Il quale ci dice: “prega il Padre tuo nel segreto, e il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà”».

La preghiera è intimità. «La preghiera schiude il nostro cuore al dialogo col Signore – prosegue Bassetti –. La preghiera è incontro con Colui che ci vuole simili a sé. La preghiera è intimità: “stare cuore a cuore con Gesù”. La preghiera è l’unico modo per rientrare in noi stessi. Nella preghiera, cari fratelli, non siamo soli: ci accompagna, ci illumina e ci guida lo Spirito Santo. È Lui che attira nella cella del nostro cuore il Signore. Tornate a pregare fratelli; col Vangelo, con la corona del Rosario, con quelle invocazioni semplici, che una volta chiamavano “giaculatorie”».

La preghiera di intercessione. «Prima di tutto mi rivolgo ai nostri monasteri, a tutti i consacrati e le consacrate. E a voi sacerdoti: pregate incessantemente per il vostro popolo; la preghiera di intercessione è uno dei primi compiti che ci viene affidato dalla Chiesa.

La piccola chiesa domestica. «Si torni a pregare in quella “piccola chiesa domestica” che è la famiglia. Se la famiglia vuole “essere” chiesa, non potrà mai allontanarsi dalla preghiera. Tutti dobbiamo scendere nel profondo di noi stessi – conclude il cardinale –, perché è nel nostro intimo che il Signore ci raggiunge. Se ogni giorno non ci convertiamo e la nostra vita si trascina in un continuo grigiore, è perché manca o non è sufficiente la preghiera».

Il Presidente Mattarella ha ricevuto delegazione dell’Azione Cattolica Italiana con l’assistente generale Mons. Gualtiero Sigismondi.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale una delegazione dell’Azione Cattolica Italiana, guidata dal Presidente nazionale Matteo Truffelli e dall’Assistente generale, Mons. Gualtiero Sigismondi.

Nel corso dell’udienza, concessa in vista della XVII Assemblea nazionale, il presidente Truffelli ha donato al Capo dello Stato una raccolta di distintivi storici dell’Azione Cattolica Italiana.

Il Presidente nazionale dell’Ac ha assicurato al Capo dello Stato l’impegno della più grande associazione di laici cattolici italiani a stare nei territori accanto a quanti vivono le difficoltà e le speranze del nostro Paese, manifestando l’apprezzamento e la vicinanza di tutta l’Azione Cattolica per l’opera che il Presidente Mattarella svolge in difesa delle istituzioni democratiche e repubblicane, e per il suo autorevole e prezioso invito alla condivisione, alla concordia e all’unità nazionale, specie in un momento cosi delicato per il tutto il Paese, qual è quello causato dalla vicenda Coronavirus.