Dall’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”: Appello ad incrementare in Europa i “corridoi umanitari”. Le Chiese dell’Umbria aderiscono da tempo al progetto. Gli arcivescovi Bassetti e Boccardo: «un segno di civiltà e carità, di fraternità e solidarietà»

di Francesco Carlini e Riccardo Liguori

Tra i temi trattati al briefing con la stampa della terza giornata di lavori dell’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”, in svolgimento a Bari fino a domenica 23 febbraio, quello dei “corridoi umanitari”. Ne ha parlato il cardinale arcivescovo di Lussemburgo Jean-Claude Hollerich, presidente delle Conferenze episcopali dell’Ue (Comece), rivolgendo un appello ad aprire corridoi umanitari un po’ in tutta l’Europa nel chiedere a comunità religiose, monasteri e santuari di «accogliere almeno una famiglia di rifugiati». Si tratta di progetti che permettono di far giungere in sicurezza in Europa quanti fuggono dai Paesi d’origine a causa di persecuzioni, guerre e violenze. Le Chiese dell’Umbria, fin dall’avvio dei primi “corridoi umanitari” promossi dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Caritas, con la collaborazione del Governo italiano e della Cei, hanno aderito ed ospitano attualmente una decina di famiglie siriane e del Corno d’Africa, alcune già integrate con un lavoro stabile. Un impegno che prosegue. Ad esempio la Caritas diocesana di Perugia dedicherà l’imminente “Quaresima di Carità 2020” alla maggiore conoscenza del progetto “corridoi umanitari”, invitando le famiglie proprietarie di immobili non utilizzati a metterli a disposizione per questo tipo di accoglienza, oltre a promuovere, nella Terza Domenica di Quaresima, la raccolta di offerte per sostenere questo progetto.

Su questo tema i presuli umbri presenti a Bari, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e l’arcivescovo Renato Boccardo, hanno apprezzato le parole del loro confratello lussemburghese ed hanno ribadito quanto più volte espresso in merito ai corridoi umanitari incontrando le famiglie siriane accolte a Perugia-Città della Pieve e a Spoleto-Norcia. «I corridoi umanitari – ha ricordato Bassetti – sono un segno di civiltà e di carità. Si deve fare di tutto per favorirli, in quanto salvaguardano l’aspetto umano e allontanano speculazioni di denaro e mafie internazionali. Come Chiesa sosteniamo con convinzione e concretezza i corridoi umanitari, contribuendo così al processo di risoluzione del fenomeno della migrazione». L’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Ceu ha sottolineato che «i corridoi umanitari sono una concreta realizzazione della fraternità e della solidarietà, “comandamenti” irrinunciabili per ogni discepolo di Gesù. Questi progetti continuano a mantenere viva l’attenzione nei confronti di una tragedia drammatica come quella delle migrazioni, che non può non interpellare la coscienza di ogni essere umano».

Dall’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”. Il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti: «Dove la carità non fa da nave si è costretti ad affondare». Tra i “segni di pace” il “gemellaggio” delle Chiese umbre in Kosovo

di Riccardo Liguori
«In questo nostro nobile convenire prendono voce tutte le Chiese rivierasche: siamo qui per riscoprire il significato di una comune appartenenza al Mediterraneo, quindi per attingere alla bellezza e alla forza della comunione fraterna, e per mettere a fuoco una profezia di unità». Con queste parole il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha introdotto, nel pomeriggio del 19 febbraio, la sua prolusione di avvio lavori dell’incontro di riflessione e spiritualità dal titolo: “Mediterraneo, frontiera di pace”, in svolgimento a Bari fino al 23 febbraio, che vede la partecipazione di sessanta vescovi dei Paesi del Mediterraneo. «Il Mediterraneo – ha proseguito il cardinale Bassetti – non è solo bellezza generata dall’incontro delle diversità, ma anche violenza che esplode a causa dell’incapacità di comporre i giochi di potere, gli interessi contrapposti e le paure che queste stesse diversità possono alimentare» (il testo integrale della prolusione dell’arcivescovo di Perugia è consultabile sul sito: www.chiesainumbria.it).

«Il muro che divide i popoli – ha evidenziato Bassetti – è soprattutto un muro economico e di interessi. C’è una frontiera invisibile nel Mediterraneo che separa i popoli della miseria da quelli del benessere, e non conta se al di qua e al di là di questa frontiera ci sono minoranze ricchissime e crescenti impoverimenti. È stata tradita la promessa di sviluppo dei popoli usciti dagli iniqui sistemi coloniali del secolo scorso, mentre sono ridotte le capacità degli Stati più ricchi di condurre politiche sociali inclusive. C’è un nesso inscindibile fra la povertà e l’instabilità».

Alla giornata conclusiva (domenica 23 febbraio) saranno a Bari papa Francesco e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella; mentre nelle giornate precedenti i partecipanti saranno impegnati in sei “tavoli di conversazione” e in due assemblee plenarie dedicate ai temi: “Consegnare la fede alle generazioni future” e ”Rapporto tra Chiesa e Società: mobilità, cittadinanza, libertà religiosa, iniquità”. Il cardinale Bassetti, durante l’omelia della messa che ha aperto la seconda giornata dell’incontro di Bari (20 febbraio), ha detto: «dove la carità non fa da nave si è costretti ad affondare». E la carità non può non essere al centro delle riflessioni che caratterizzeranno le giornate baresi delle Chiese del Mediterraneo, perché dove c’è carità c’è pace.

Alcuni argomenti trattati nei “tavoli di conversazione”, di cui un moderato dal ricercatore universitario umbro Andrea Possieri, membro del Comitato scientifico ed organizzatore dell’incontro, evidenziati nel corso del briefing giornaliero con la stampa, sono particolarmente attuali per la realtà ecclesiale perugina ed umbra, come ad esempio quelli della “formazione professionale” e dei “gemellaggi”. Questi ultimi spesso strettamente legati all’attività missionaria. Le otto Diocesi dell’Umbria hanno da numerosi anni non pochi gemellaggi e rapporti solidali con le Chiese di Paesi dei tre continenti bagnati dal Mediterraneo, contribuendo ai processi di pace in atto. Uno di questi gemellaggi, che vede impegnate insieme tutte le Diocesi umbre, è quello avviato da oltre 20 anni in Kosovo, attraverso la Delegazione regionale Caritas Umbria, a cui oggi (giovedì 20 febbraio) il quotidiano «Avvenire» ha dedicato un articolo, “Dall’Umbria al Kosovo oltre la guerra e l’odio”, nell’ampio reportage dal titolo: “La solidarietà unisce le sponde”, redatto in occasione dell’incontro di Bari. Obiettivo di questo gemellaggio è quello di aiutare una terra martoriata a ricostruire il tessuto sociale multireligioso messo a dura prova dalla guerra tra kosovari albanesi e le enclave serbe. Con segni concreti rivolti al benessere della popolazione locale, senza distinzione di etnia e religione (la ricostruzione di circa 500 case distrutte, l’avvio di una cooperativa agricola, di un piccolo caseificio, di una macelleria, di una panetteria-pasticceria e l’assistenza diretta a famiglie e minori in difficoltà), si è dimostrato che cattolici, ortodossi e mussulmani possono vivere in pace e perdonarsi a vicenda.

A far conoscere questi “segni di pace”, che gettano “ponti di dialogo tra le genti”, è anche l’obiettivo dell’incontro di Bari, che non può non avvalersi del «servizio dei media», come hanno evidenziato lo stesso cardinale Bassetti, nel corso della prolusione, e il professor Andrea Possieri, nel rilasciare un’intervista audio-video a «Umbria Radio In Blu» e al quotidiano online «Chiesainumbria.it», al termine della prima giornata di “Mediterraneo, frontiera di pace”.

IL TESTO DELLA PROLUSIONE DEL CARDINALE BASSETTI

“Mediterraneo, frontiera di pace” incontro dei vescovi dell’area del Mediterraneo. Il cardinale Bassetti: “Ci sono Chiese perseguitate, quelle piccole, quelle che rischiano di scomparire come la Chiesa Caldea, Chiese che hanno vissuto le guerre dei Balcani e le Chiese come l’Italia e la Francia con i problemi di secolarizzazione». L’intervista al prof. Possieri

«Abbattere i muri della diffidenza tra i popoli e costruire i ponti di dialogo tra le genti» – alla base dei “Colloqui mediterranei” di Firenze del sindaco “santo” Giorgio La Pira – hanno ispirato il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei Gualtiero Bassetti a promuovere a Bari, dal 19 al 23 febbraio 2020, l’incontro di riflessione e spiritualità “Mediterraneo, frontiera di pace”. Per la giornata conclusiva (domenica prossima) arriveranno nel capoluogo pugliese papa Francesco e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A quest’incontro prendono parte 60 presuli dei venti Paesi dell’area del “Mediterraneo, ai quali si aggiungeranno nelle due giornate conclusive (22-23 febbraio) anche diversi dei 220 vescovi italiani. A rappresentare i pastori delle Chiese dell’Umbria ci sarà il presidente della Ceu monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia.
Si tratta di un evento storico, perché vede riuniti per la prima volta i rappresentanti delle Chiese cattoliche delle nazioni mediterranee per riflettere sulla pace come antidoto al dilagare dell’odio e della violenza. Il cardinale Bassetti ha spiegato in diverse occasioni, nel presentare l’incontro di Bari, che non si tratta né di un convegno scientifico, né di un evento ecumenico e interreligioso. Il presidente della Cei, intervistato alla vigilia dell’incontro da Tv2000, ha ricordato che «il Mediterraneo con tutte le sue Chiese è uno spaccato di Chiesa cattolica. Ci sono Chiese perseguitate, quelle piccole, quelle che rischiano di scomparire come la Chiesa Caldea. Sarà molto importante sentire anche la voce di tutte le Chiese che hanno vissuto le guerre dei Balcani e le Chiese come l’Italia e la Francia con i problemi di secolarizzazione».
Il cardinale Bassetti omaggerà i partecipanti all’incontro di Bari con la sua ultima pubblicazione dal titolo: “Una profezia di pace”, edita dalla Libreria editrice vaticana. Nelle 150 pagine di questo libro, il porporato illustra i principi ispiratori di “Mediterraneo, frontiera di pace”, attraverso una racconta di scritti ed interventi inerenti ai temi che saranno affrontati nei sei gruppi di lavoro che impegneranno i 60 presuli nelle giornate del 20 e del 21 febbraio. Uno di questi gruppi sarà moderato dal pievese Andrea Possieri, membro del Comitato organizzatore dell’incontro e ricercatore di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Perugia.
Tra gli scritti e gli interventi del cardinale Bassetti, due quelli concepiti a Perugia, segnala Andrea Possieri: “I cristiani in Medio Oriente”, in occasione della conferenza dedicata alla vita delle comunità in Siria e Iraq promossa dall’associazione culturale Charles Péguy e dal Comitato Nazarat con il patrocinio dell’archidiocesi e del comune di Perugia (16 maggio 20216); l’editoriale del settimanale cattolico umbro La Voce (22 dicembre 2016) dal titolo: “Norcia e Aleppo due simboli viventi dei tempi odierni…”.
Anche Perugia e l’Umbria hanno contribuito all’idea di questo incontro di riflessione e spiritualità, che, come ha evidenziato lo stesso Bassetti, dovrà mettere insieme le difficoltà delle Chiese del Mediterraneo «non per fare delle lamentele, perché il Papa ha già detto che “le lamentele non servono a nulla… Desidero da voi delle proposte”».
Nel “piccolo” Perugia e l’Umbria hanno contribuito ad «abbattere i muri della diffidenza tra i popoli e costruire i ponti di dialogo tra le genti», a partire dagli ultimi due decenni. Lo hanno fatto realizzando progetti concreti volti a “stabilizzare” aree prima in guerra, come in Kosovo (dal 1999 a tutt’oggi). In questo Stato dei Balcani le Caritas diocesane dell’Umbria hanno dato vita, dopo la fine delle ostilità tra popolazione kosovara di etnia albanese e quella delle enclave serbe, ad un “campo-missione” aiutando le persone in difficoltà, senza distinzione di nazionalità e religione, nel ricostruire le case distrutte (circa 500) e nell’avviare attività imprenditoriali (una cooperativa agricola, un caseificio, una panetteria-pasticceria…), oltre ad accogliere nella “missione”, gestita da giovani operatori e volontari Caritas italiani e del luogo, diversi minori abbandonati o orfani di guerra. Un esempio concreto di educazione alla pace e alla convivenza tra etnie e fedi diverse. Come anche i progetti dei “corridoi umanitari” promossi dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Caritas italiana a cui hanno aderito le Caritas dell’Umbria accogliendo alcune famiglie siriane cristiane in fuga a causa del conflitto e riparate nei campi profughi del Libano. A riguardo si stanno sensibilizzando comunità parrocchiali e famiglie ad accoglierne delle altre, così da contribuire al processo di integrazione di questi migranti in Umbria.
I lavori dell’incontro di Bari saranno seguiti giornalisticamente da inviati del nostro sito e quotidiano online chiesainumbria.it e di Umbria Radio In Blu.

Riccardo Liguori

IL TESTO DELLA PROLUSIONE DEL CARDINALE BASSETTI (DOWNLOAD)

 

Terni – festa della promessa dei fidanzati a San Valentino

Si rinnova la promessa d’amore dei fidanzati, provenienti da tutta Italia, nella basilica di San Valentino, uno dei momenti più significativi delle celebrazioni religiose in onore di san Valentino patrono di Terni e degli innamorati.
Una promessa d’amore pronunciata da circa 110 coppie di fidanzati domenica 16 febbraio nella basilica di San Valentino, nella solenne celebrazione presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese.
Una cerimonia che suggella ancora di più il legame tra san Valentino e i fidanzati che diranno il loro “sì” entro l’anno, con la testimonianza di un Santo che parla di amore fedele e paziente, un amore attento, generoso e rispettoso, che è patrono dell’amore sponsale e della famiglia cristiana, fondata sul sacramento del matrimonio.
“La promessa di matrimonio, che vi scambiate oggi, in una condivisione di sentimenti e di propositi, insieme ad altre coppie di giovani, sulla tomba di san Valentino, patrono degli innamorati, non vuole essere solo un momento romantico nella storia del vostro amore, ma un punto fermo, una sorgente da cui dovete far scaturire l’orientamento del vostro amore e la pienezza della vostra felicità. Nessuno vi ha obbligati ad essere qui, oggi: voi stessi avete pianificato il viaggio, anzi il pellegrinaggio alla tomba del santo patrono degli innamorati per pronunziare una promessa scambievole, chiamando a testimone, oltre che San Valentino, questa comunità cristiana e lo stesso vescovo, successore di san Valentino. Noi siamo felici di accogliervi, ammirati del vostro incedere, curiosi di ascoltare le vostre parole e decisi a sostenervi nei vostri propositi.La festa della promessa prospetta un orizzonte ampio: promessa di fidanzamento, promessa di sostenervi nei vostri propositi di amore, promessa di aiutarvi ad imparare il vero amore, promessa ad avviare un progetto di vita in comune, promessa di camminare insieme, costi quel che costi, per avere successo nella vostra esistenza personale e di coppia. Noi prendiamo sul serio la vostra richiesta di pronunziare la promessa di amore e di matrimonio e insieme a voi ci poniamo alla scuola di Gesù perché solo Lui può indicare il segreto del successo e la strada per raggiungere tale traguardo”.
Oltre ai tanti ternani, ha partecipato alla celebrazione una coppia americana proveniente dalla Pennsylvania, una nutrita rappresentanza di coppie provenienti da ogni parte d’Italia: Reggio Calabria, Foggia, L’Aquila, Napoli, Pescara, Torino, Roma e provincia, Viterbo, Perugia, dalla Puglia, Campania, Toscana, e alcune coppie miste di italiani e stranieri
Belle e particolari sono le storie delle tantissime coppie, più o meno giovani, che sentono di legare la loro promessa di amore a san Valentino, e particolare il fatto che molti uomini abbiano preso l’iniziativa di partecipare per fare una sorpresa e un regalo alla propria compagna e coppie che hanno fatto la promessa portando i loro figli in tenera età.

Foligno – convegno “Umanizzare l’economia”

Convegno “Umanizzare l’economia. Giovani ed imprese in dialogo per creare ambienti di lavoro che valorizzino il potenziale umano”, in programma per giovedì 20 febbraio 2020.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la Fondazione Valter Baldaccini e il Progetto Cittadini del Mondo della Diocesi di Foligno. Ha ricevuto il Patrocinio della Città di Assisi, della Diocesi di Foligno e della Diocesi di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino.
Il convegno, che vedrà protagonisti quasi 400 giovani delle scuole secondarie superiori del territorio, fa parte delle iniziative preparatorie a The Economy of Francesco, l’importante evento voluto da Papa Francesco, in programma ad Assisi dal 26 al 28 marzo.
Saluti istituzionali: Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino, Mons. Luigi Filippucci Diocesi di Foligno, Stefania Proietti Sindaco di Assisi, Stefano Zuccarini Sindaco di Foligno.
Interventi: Giuseppe Argiolas, Professore di Management e Direttore della Scuola di dottorato dell’Istituto Universitario Sophia
Livio Bertela, Presidente di AIPEC
Gianni Cicogna, Presidente di SMARTPEG e Referente AIPEC Umbria
Carlo Odoardi, Director Human Resources Management for Innovation di UMBRAGROUP
Antonio Baldaccini, CEO & President UMBRAGROUP
Laboratorio a cura di Pietro Isolan e Elenia Penna di Associazione Veraterra
Modera Eugenia Scotti, autrice e conduttrice Tv2000

“Le vostre imprese sono cantieri di speranza per costruire altri modi di intendere l’economia e il progresso”. Partendo da questa riflessione di Papa Francesco UMBRAGROUP, Smartpeg e AIPEC hanno organizzato, giovedì 20 febbraio a Foligno, il Convegno “Umanizzare l’economia. Giovani ed imprese in dialogo per creare ambienti di lavoro che valorizzino il potenziale umano”. Questo incontro si inserisce tra le iniziative preparatorie a The Economy of Francesco, l’importante evento voluto dal Santo Padre, in programma dal 26 al 28 marzo ad Assisi. L’iniziativa si è tenuta in collaborazione con la Fondazione Valter Baldaccini e il Progetto Cittadini del Mondo della Diocesi di Foligno ed ha ricevuto il Patrocinio della Città di Assisi e della Diocesi di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino.

“Umanizzare l’economia – ha raccontato Livio Bertola, Presidente di AIPEC – per noi significa mettere la persona “al centro”. È la mission della nostra associazione, ed è quanto io ed altri imprenditori cerchiamo di vivere in azienda ogni giorno. Non siamo solo imprenditori, ma anche professionisti, studenti, lavoratori, casalinghe, pensionati; desideriamo sostenere una cultura del lavoro “civili” e di “comunione”, che si orientano allo sviluppo integrale della persona attraverso la “cultura del dare””.

“Sono fiero di aver promosso questo convegno – dichiara Antonio Baldaccini, CEO & President UMBRAGROUP – che tocca una corda molto cara ad UMBRAGROUP: il concetto di umanità. La nostra azienda si ispira a valori etici e cristiani, partendo dall’idea che l’impresa è un bene comune, di tutte le persone che vi lavorano e, più in generale, della comunità in cui è inserita. UMBRAGROUP si ispira ai principi di un’economia di comunione per generare profitto e, quindi, ridistribuire ricchezza nel territorio e tra i più bisognosi.
Quello che vogliamo promuovere a questi giovani, imprenditori del futuro, è un’economia del noi, in cui l’altruismo, la passione, la motivazione delle persone sono ingredienti importanti, unitamente al dialogo, strumento di confronto e superamento di tutte le barriere, anche culturali”.

Quasi 400 giovani e studenti hanno avuto modo di riflettere e confrontarsi sui cambiamenti sociali ed economici che stanno trasformando il modo e la rappresentazione del lavoro, in cui nuove professionalità sostituiscono o integrano vecchi mestieri. Oggi sono richieste nuove competenze digitali e nuove capacità di ripensarsi e rinnovarsi (employability).

“Possiamo affermare che l’evento UMANIZZARE L’ECONOMIA finalizzato al dialogo tra giovani e imprese per valorizzare le potenzialità delle persone esprime perfettamente il DNA di SMARTPEG. Gli effetti dello strapotere dell’economia e della finanza sulle dinamiche sociali ed umane – commenta Gianni Cicogna, Presidente di Smartpeg – sono sotto gli occhi di tutti. Anche la natura, con i suoi cicli millenari, si ribella alla prepotenza del profitto a tutti i costi.
Questo scenario critico offre sorprendentemente grandi opportunità, una sorta di rinascimento contemporaneo che apre le porte ai giovani ed alla loro possibilità di vivere e condividere l’oggi e il domani con chi li ha preceduti”.

Un’intensa mattinata, moderata dall’autrice e conduttrice Tv2000 Eugenia Scotti, in cui, partendo dai valori di San Francesco, gli studenti hanno avuto modo di dialogare con imprenditori illuminati e docenti universitari che, con i loro input, hanno potuto fornire punti di vista e consigli preziosi per il loro futuro. Non sono mancati i momenti più interattivi e pragmatici, come quello curato da Pietro Isolan e Elenia Penna di Associazione Veraterra, che hanno reso dinamico questo incontro.

Perugia e l’Umbria all’atteso incontro di riflessione e spiritualità “Mediterraneo, frontiera di pace”

Mancano pochi giorni all’incontro promosso dalla Conferenza episcopale italiana dal titolo: “Mediterraneo, frontiera di pace”, in programma a Bari dal 19 al 23 febbraio, che si concluderà con la celebrazione eucaristica presieduta da papa Francesco, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Quest’incontro di riflessione e spiritualità, che vedrà riuniti sessanta vescovi dei Paesi dell’area del Mediterraneo, è stata una intuizione del cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, pensata non come «un convegno scientifico-culturale – precisa lo stesso Bassetti –, e non è neanche una conferenza in cui si sperimentano nuove forme di dialogo interreligioso. Si tratta, invece, di qualcosa di diverso e speciale, per molti aspetti unico, che rimanda soprattutto al nostro modo più autentico di vivere e di essere Chiesa che dà voce alle difficoltà e alle attese dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo».

Del “Mediterraneo, frontiera di pace” ne parlano anche i media umbri, come il settimanale cattolico «La Voce», che ospita nel numero in edicola questo fine settimana un interessante articolo a firma di Andrea Possieri, membro del Comitato scientifico organizzatore dell’Incontro e ricercatore di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Perugia, dal titolo: “E’ più del ‘mare nostrum’. E’ il nostro mondo”, consultabile anche sulla pagina web: https://www.lavoce.it/mare-nostrum-nostro-mondo/.

Anche l’emittente «Umbria Radio In Blu», con i suoi inviati a Bari, seguirà quest’evento ecclesiale dedicato al Mediterraneo, «un crocevia antichissimo», scriveva lo storico francese Fernand Braudel, in cui da «millenni tutto confluisce, complicandone e arricchendone la storia». Si tratta, sottolinea su «La Voce» Possieri, di «un crocevia di umanità talmente complesso che non si può sintetizzare solamente con l’espressione mare nostrum, ma occorre far riferimento, come sottolineava Braudel, all’esistenza di un “mondo mediterraneo”… Mai come oggi, per merito soprattutto della Chiesa italiana, che ha promosso l’incontro di riflessione e di spiritualità di Bari, questo “mondo mediterraneo” sembra aver riacquistato quella centralità perduta dopo decenni di marginalità».

Secondo il ricercatore dell’Ateneo perugino l’incontro di Bari è «un evento di portata storica eccezionale», che «già nelle sue premesse ha raggiunto un obiettivo storico: riunire e raccogliere i vescovi cattolici che si affacciano sul Mediterraneo e che provengono da tre diversi continenti, Africa, Europa e Asia…, che merita di essere seguito con attenzione e fiducia». Un evento, sostiene in sintesi Possieri, che «proietta la Chiesa italiana, grazie all’intuizione del suo presidente, il cardinale Bassetti, al di fuori del territorio nazionale». Una Chiesa «concretamente in “uscita”» e che «sviluppa un “metodo sinodale”».

«Nessuno può prevedere come si svilupperà il dibattito tra vescovi – conclude il ricercatore perugino –. Senza dubbio la cornice simbolica dell’incontro sarà quella della conoscenza e del dialogo. Una cornice che permetterà di riscoprire finalmente l’appartenenza a un unico “mondo mediterraneo”». Un mondo del quale è protagonista anche la Chiesa e la comunità civile perugina ed umbra.

Tra i vescovi italiani ospiti delle due giornate conclusive del ““Mediterraneo, frontiera di pace” ci saranno anche alcuni presuli umbri. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale umbra, rappresenterà le Chiese della terra di Benedetto da Norcia e di Francesco d’Assisi. A queste due grandi figure di santità molto si ispira lo stesso “mondo mediterraneo”.

Perugia: Centocinquanta coppie hanno festeggiato in loro “San Valentino” con il cardinale Bassetti. Il presule: «Voi siete motivo del nostro giubilo e della nostra grandezza»

Centocinquanta coppie di sposi di tutte le età hanno festeggiato il loro “San Valentino” (la sera del 14 febbraio) con il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti e i sacerdoti dell’Unita pastorale di San Sisto di Perugia, comunità parrocchiale che quest’anno celebra il 50mo anniversario della sua istituzione (1970-2020).

“Oggi sposi a San Sisto” – questo il titolo dell’incontro inserito tra gli eventi religiosi e sociali del 50mo della Parrocchia – «è stato occasione per raccoglierci attorno al nostro pastore e rinnovare la promessa di matrimonio, scambiandoci nuovamente le fedi, e avere da lui la benedizione, che è stata, per alcune coppie, particolare come i loro anniversari di matrimonio: decimo, ventesimo, venticinquesimo, trentesimo… fino al traguardo del cinquantesimo, come quello della nostra comunità parrocchiale. Una comunità che si è fatta “stella cometa” nella vita di tante nostre famiglie, sentendola vicina nei momenti di gioia e di sofferenza». E’ il commento di Sarah e Vincenzo Aquino, una delle coppie promotrici dell’incontro valentiniano perugino, referenti dell’Associazione famiglie numerose dell’Umbria (hanno undici figli) e attivi membri dell’equipe della Pastorale diocesana familiare di Perugia-Città della Pieve.

Le centocinquanta coppie di sposi si sono date appuntamento nella chiesa della Santa Famiglia di Nazareth di San Sisto, accolte dal parroco don Claudio Regni e dai suoi vice. Al termine della celebrazione eucaristica c’è stata la “cena di gala” nei locali parrocchiali, a completamento del loro “Oggi sposi a San Sisto”.

Il cardinale Bassetti, sorpreso dalla presenza di tante coppie anche in età avanzata, durante l’omelia, ha detto a tutte loro: «Siete belli questa sera anche se sulla fronte di qualcuno di voi c’è qualche capello bianco che non dipende dalla salute ma dall’età, perché l’amore è bellezza e sarà proprio l’amore, che scaturisce dalla famiglia, a salvare il mondo. E se lo mettiamo in pratica ci accorgiamo quanto è vero. Questa non è una profezia, ma una constatazione».

«Siete belli e luminosi – ha proseguito il presule –, perché l’amore è luce, l’amore è trasparenza che si può specchiare nella vostra vita, nei vostri figli, nella vostra famiglia. E non dimenticatelo mai che la famiglia è la cellula fondamentale della società».

«Vorrei dirvi anche un’altra parola – ha aggiunto Bassetti –, che forse vi rallegrerà: siete grandi, non per virtù propria, ma perché avete ricevuto un sacramento che l’Apostolo Paolo chiama “grande” in relazione a Cristo e alla Chiesa. Il Signore ha elevato la famiglia, basata sul sacramento del matrimonio, alla dignità di “piccola chiesa domestica”. E i compiti della Chiesa sono: annunciare il Vangelo, educare e santificare. Sono gli stessi compiti che voi avete nei confronti dei vostri figli».

Il cardinale Bassetti, avviandosi alla conclusione, ha ricordato quanto ha detto papa Francesco riguardo alla «gioia dell’amore che si vive fin dal fidanzamento e poi nella famiglia, che è anche “il giubilo della Chiesa”. E voi siete motivo del nostro giubilo e della nostra grandezza».

Terni – memoria del patrono San Valentino. L’omelia del vescovo Piemontese

Domenica scorsa, durante la Messa del Pontificale per la festa di san Valentino, celebrata in Cattedrale, partendo dalla Parola di Dio proclamata, ho trasmesso il messaggio alla Diocesi e alla città: mi auguro che ognuno voglia ritornarci per coglierlo, meditarlo e svilupparlo.

Oggi richiamo e approfondisco qualche punto più specifico, che arricchisce e integra il messaggio di san Valentino per la comunità cristiana e in particolare per questa comunità, che custodisce le Spoglie e le memorie de nostro Santo.

Prolungare la presenza di Gesù Buon pastore
L’aspetto che abbiamo sottolineato è quello di Valentino vescovo e martire, pastore di questa Chiesa, successore degli apostoli e guida attenta e amorosa del popolo a lui affidato da Gesù. La fedeltà quotidiana al mandato: predicare il Vangelo, custodire e proteggere il gregge, testimoniare la fede e l’amore per Gesù e il suo popolo, gli è costato il martirio.
Domenica abbiamo ribadito che l’ufficio pastorale riguarda chiunque abbia responsabilità nella chiesa e nella società. Riguarda ogni cristiano, al quale sono affidati i fratelli da custodire e amare.
Un ufficio da svolgere come ha fatto Gesù: fino a donare la vita. Lungi da noi cadere nella tentazione del mercenario: approfittatore, opportunista, prezzolato e distaccato.
Come viviamo tale ufficio pastorale nella famiglia, nella parrocchia e nel santuario? Domanda seria la cui risposta manifesta il valore e la verità della nostra adesione a Gesù.
La seconda lettura proclamata, riferita a san Valentino, completa la descrizione del suo ufficio pastorale e della sua testimonianza, come pure evidenzia la natura della nostra testimonianza e un aspetto del nostro essere comunità.

Ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.

Paolo indica dunque come vadano considerati i predicatori del Vangelo. Essi sono servi di Cristo.
Valentino ha svolto l’ufficio episcopale non come titolo di onore, ma con l’animo del servitore, di chi presta aiuto a chi ha bisogno, ai sofferenti, ammalati, ai giovani, agli innamorati. Ma la finalità principale del suo servizio mirava ad annunciare il vangelo, la lieta notizia di Gesù morto e risorto. Ha amministrato i misteri di Dio. A quel tempo l’amministratore non era semplicemente il ragioniere, quello che tiene la contabilità, ma il fiduciario, colui che si dedicava a tutto pur di rendere partecipi i destinatari dei beni del proprietario: i beni della Parola, dell’Eucarestia, della Grazia, del perdono, dell’amore.

Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.

Poiché gli viene affidato un patrimonio, è necessario che l’amministratore sia fedele e onesto. Egli non attira su di sé l’attenzione, né pensa al proprio interesse, ma cerca di realizzare al meglio il suo incarico, accrescendo il valore dei beni che maneggia e distribuendone i frutti a tempo opportuno.
Valentino ha amministrato con disinteresse e distacco, con fedeltà e rettitudine il suo servizio, ministero.
Nella lettura l’apostolo Paolo invita i cristiani di Corinto ad astenersi dal giudizio di qualunque genere, poiché questo è riservato al Signore alla fine dei tempi. Non giudicare l’apostolo stesso, i fratelli della fede, coloro tra i quali viviamo. Il giudizio ci pone sopra gli altri, rompe la carità, divide la comunità, il Corpo di Cristo.
Valentino ha saputo tenere unito il suo gregge, il corpo di Cristo col dono della sua vita: nella fede, nell’amore, nel martirio.

La nostra Diocesi e la vostra comunità in particolare deve accogliere questa consegna di Valentino: il messaggio della sua vita, che ha tradotto la Parola di Dio.
Assumere e svolgere l’ufficio pastorale sull’esempio di Gesù, buon pastore ciascuno nella propria condizione; Vivere la vita cristiana non come padrone e con arroganza, ma come “servitore” di Cristo e “amministratore” dei misteri di Dio; porsi nei confronti dei fratelli non come colui che giudica, che spacca la comunità, uccide con i giudizi e le parole i fratelli e divide il corpo di Cristo.

A tale proposito Papa Francesco così si espresse (4 marzo 2019):
“L’abitudine di parlare male degli altri porta alle guerre: nel quartiere, nel posto di lavoro, nella scuola. Se pensi che qualcuno faccia qualcosa di cattivo, diglielo apertamente, non dietro alla schiena. Il chiacchiericcio non risolve nulla e ti porta alla guerra”.
“Prima di sparlare degli altri prendi uno specchio e guardati, ti vergognerai dei tuoi difetti e penserai meno a quelli degli altri”… “Sparlare è un’abitudine che il diavolo mette in noi, contro la quale però abbiamo due medicine. La prima è la preghiera. Se ti viene di spellare un altro allora prega per lui. La seconda è ugualmente pratica: se ti senti di dire contro qualcuno morditi la lingua. Così si gonfia e non potrai parlare”.

Questa vostra comunità, orgogliosa di essere custode delle memorie di san Valentino, patrono della Diocesi e della città di Terni, oggi è chiamata e ringraziare per il dono che custodisce, ma anche interrogarsi sulla fedeltà alla propria vocazione e missione. Religiosi, presbiteri e laici si stringono in un aiuto vicendevole per essere all’altezza della “Missione Valentiniana”.

Già in passato ho esortato e oggi mi piace richiamare il mio sogno:
Il cammino di questa comunità parrocchiale e santuariale, come dicevo al termine della visita pastorale, deve prendere il passo di una condivisione maggiore con tutta la realtà diocesana: nella evangelizzazione, nella carità, nella liturgia, nella spiritualità e nella promozione dell’amore vero.
La comunità religiosa dei carmelitani, il Terz’Ordine Carmelitano con la comunità parrocchiale devono unire la testimonianza del carisma carmelitano, il messaggio di amore di Valentino, l’attenzione ai giovani, ai fidanzati, alla famiglia. Senza una decisa attenzione a queste scelte si resta nell’autoreferenzialità, nell’abitudinario, nell’immobilismo e ogni riproposizione di tradizioni legate al passato rischia di avere il sapore di folklorismo e non del dono del messaggio di Valentino a concittadini, pellegrini e devoti del Santo, sparsi in tutto il mondo.

La collocazione di una nuova vetrata, dono dei Lions e progetto e disegno degli studenti del dell’istituto Classico Artistico “Metelli” di Terni, si pone come volontà della società civile di affidare all’arte, alla tradizione e alla storia, attraverso i simboli valentiniani rappresentati, la vita, le opere, la testimonianza e l’influsso esercitato del vescovo Valentino al progresso e al bene della società, della nostra città, della Chiesa e dell’umanità intera. Questa comunità religiosa e parrocchiale viene investita della custodia anche di questi beni e della storia e dal messaggio da essi raffigurata e narrata. Una narrazione che diventa annuncio di Gesù Cristo, del suo amore per gli uomini e le donne e della consegna della speranza a giovani, innamorati, famiglie, poveri, malati, cercatori di Dio e credenti.

L’augurio
San Valentino torni in città a distribuire rose, benedizioni, moniti amorevoli e a guarire le ferite di cittadini, Istituzioni, partiti, associazioni civili ed ecclesiali, a sostenere i sogni e le speranze dei giovani e l’impegno di tutti al dialogo, alla pacifica convivenza civile e sociale, al gusto dell’amore e del volersi bene.

Istituto Teologico Assisi – Corso intensivo di alta specializzazione postuniversitario Guida turistica – Architettura e Arti per la Liturgia

Il Pontificio ateneo S. Anselmo con l’Istituto teologico di Assisi (Ita) e l’Istituto superiore di scienze religiose di Assisi (Issra) organizzano un Corso intensivo di alta specializzazione postuniversitario “Guida turistica – Architettura e Arti per la Liturgia”.

L’attenzione del programma è rivolta a comprendere il “cos’è” una chiesa, ovvero come si struttura simbolicamente e funzionalmente un edificio cultuale. L’obiettivo è quello di fornire alle guide turistiche una puntuale qualificazione in ambito liturgico, al servizio del quale l’architettura e le arti pongono la loro strumentazione.

Il corso inizierà lunedì 17 febbraio alle ore 10.00 presso il Sacro Convento di Assisi, sede Ita/Issra e l’iscrizione può essere fatta lunedì stesso e si concluderà il 20 febbraio.

Ad aprire le lezioni la prolusione di Stefania Proietti, sindaco di Assisi, su “Assisi e l’acquedotto del ‘Sanguinone’”. A seguire gli interventi di J. Pereira su “Elementi di liturgia del XIII secolo” e di G. Guidarelli su “La chiesa francescana”. Sempre il 17 si parlerà anche di Liturgia conventuale francescana e di Convento e città. Martedì 18 febbraio e nei giorni seguenti del corso, le lezioni si svolgeranno dalle 9.15 alle 17.15. Il primo intervento del 18 sarà quello di G. Guidarelli su “Il chiostro”. Seguirà P. Maranesi con “La figura di Francesco” e A. Dall’Asta con “Origini di un ‘nuovo’ spazio liturgico”.

Giovedì 20 febbraio conclusione con le lezioni degli esperti umbri M. Soranzo su “Programmi iconografici, spazi celebrativi e devozionali”, e E. Lunghi su “Le trasformazioni tridentine nelle Basiliche di Assisi”.

SEDE: ITA-ISSRA e Sacro Convento di Assisi

Lunedì 17 febbraio

10.00-10.30 S. Proietti Prolusione: Assisi e l’acquedotto del “Sanguinone”

10.30-11.30 J. Pereira Elementi di liturgia del XIII secolo

11.45-12.45 Liturgia conventuale francescana

15.00-16.00 G. Guidarelli La chiesa francescana

16.15-17.15 Convento e città

Martedì 18 febbraio

9.15-10.00 G. Guidarelli Il chiostro

10.30-11.30 P. Maranesi La figura di Francesco

11.45-12.45 Fondamenti della Regola

15.00-17.15 A. Dall’Asta Origini di un “nuovo” spazio liturgico

Mercoledì 19 febbraio

9.15-10.00 R. Monteiro Teologia dell’edificio Chiesa

10.30-11.30 Teologia delle porte basilicali

11.45-12.45 Teologia dell’edificio basilicale

15.00-17.15 A. Scattolini Il vangelo della Passione (transetto “Lorenzetti”)

Giovedì 20 febbraio

9.15-12.45 M. Soranzo Programmi iconografici, spazi celebrativi e devozionali

15.00-17.15 E. Lunghi Le trasformazioni tridentine nelle Basiliche di Assisi

Foligno – comunicazioni sociali le linee guida editoriali della Gazzetta di Foligno e Radio Gente Umbra

Mercoledì 12 febbraio Mons. Luigi Filippucci, Presidente della Fondazione San Domenico ente proprietario dei mezzi di comunicazione Gazzetta di Foligno e Radio Gente Umbra nonché Direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di Foligno, ha consegnato ai direttori della radio, del settimanale diocesano e ai collaboratori dell’Ufficio pastorale, le linee editoriali triennali della fondazione che servono “per realizzare quel processo di cammino d’insieme per costruire una certa unità nella nostra diocesi a servizio della persona e del territorio“. Così ha voluto sottolineare Mons. Filippucci la consegna perché “la Chiesa esiste per narrare e annunciare affidandosi ad una comunicazione che è fedele al Vangelo, all’antropologia, all’etica e alla Costituzione italiana“. Infatti continua Mons. Filippucci citando l’articolo 1 dello statuto, la Fondazione San Domenico si propone ” […] di sostenere la pastorale religiosa e contribuire alla formazione culturale, civile e religiosa della persona, del territorio, della Regione Umbria” e per questo “siamo tutti chiamati a mettersi in gioco sul comunicare nel territorio per essere una prossimità inclusiva frutto di relazioni. Noi tutti siamo al servizio del territorio, dei territori, pensando e progettando qualcosa di bello, di buono e di vero, per costruire una comunicazione libera e autorevole. Una comunicazione che accompagna l’uomo alla libertà e questa dovrà contribuire, sempre di più, a costruire comunità“. Come viene sottolineato nelle Linee editoriali gli strumenti della comunicazione dovranno configurarsi come quegli organi d’informazione del territorio caratterizzati da una sana laicità che s’interessa dell’intera realtà sociale, politica ed ecclesiale, leggendola dal punto di vista cristiano e “[…] offrendo un linguaggio efficace, non condizionato da visioni ideologiche e non distorto da partigianerie” attraverso ascolto, prossimità, creatività, dialogo.