Assisi – Economy of Francesco rinviata al 21 novembre 2020

Il comitato organizzatore di Economy of Francesco informa che si daranno a breve notizie circostanziate riguardanti la preparazione dell’Evento, che sta procedendo con grande impegno ed entusiasmo e ha suscitato tanto interesse in tutto il mondo, prevedendo la partecipazione di circa 2000 giovani da 115 Paesi.

Per favorire il migliore svolgimento dell’iniziativa, vista la difficoltà oggettiva che in questo momento tanti giovani stanno avendo negli spostamenti a livello internazionale e nazionale, il Santo Padre, di intesa con il comitato, ha fissato al 21 novembre 2020 la nuova data del Suo incontro con i giovani ad Assisi, preceduto dai già previsti giorni di approfondimento.

Il 28 marzo ci si ritroverà nel Salone Papale del Sacro Convento di Assisi per un collegamento Webinar con i giovani dei Paesi partecipanti per proseguire nel cammino con entusiasmo ancora maggiore.

Terni – Luca Diotallevi confermato presidente dell’Azione Cattolica per il triennio 2020-2023

Il vescovo Giuseppe Piemontese ha nominato presidente diocesano di Azione Cattolica della Diocesi di Terni-Narni-Amelia per il triennio 2020-2023 il prof. Luca Diotallevi, riconfermando il mandato per il secondo triennio.

La nomina è arrivata dopo la riunione del nuovo consiglio di Azione Cattolica diocesana eletto nell’assemblea di domenica 23 febbraio, con il quale, a norma dello statuto e dell’atto normativo diocesano, è stato presentato all’ordinario diocesano il risultato delle elezioni per il rinnovo del consiglio stesso e la terna per la designazione del nuovo presidente.

Il neoeletto presidente diocesano Luca Diotallevi, nato a Terni, ha sessanta anni fa, è professore ordinario in sociologia presso la Università di Roma3. Si è laureato in filosofia presso la Università di Roma “La Sapienza” e ha ricevuto il dottorato in sociologia presso la Università degli Studi di Parma. Ha trascorso periodi di studio anche presso le università di Bielefeld, Oxford, Harvard e Cambridge.

Fin da giovane ha fatto parte dell’Azione Cattolica diocesana ricoprendo anche ruoli direttivi. Molto conosciuto e stimato in diocesi è membro del consiglio pastorale diocesano da quattro mandati. È vicepresidente del Comitato scientifico-organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani ed è stato direttore scientifico dell’Osservatorio SocioReligioso presso la Conferenza Episcopale Italiana. Giornalista pubblicista ha collaborato con La Voce, Avvenire, Corriere della Sera e altre testate nazionali.

“Il Signore Benedica tutti gli appartenenti all’Associazione – scrive il vescovo Piemontese al nuovo presidente – e renda fecondo il vostro impegno e la vostra testimonianza”.
“Durante l’assemblea – prosegue il vescovo – sono emerse delle sottolineature sugli impegni, obiettivi e stile dell’associazione, in particolare l’apertura all’aspetto caritativo, alle persone con disabilità di ogni tipo, nel costruire ponti associativi sia nell’Azione cattolica che a livello diocesano e parrocchiale con gruppi, associazioni e movimenti, ma anche nello sviluppare la dimensione popolare dell’Associazione, prestando maggiore attenzione a persone semplici nelle relazioni, nel linguaggio e nel coinvolgimento, nel farsi protagonisti nell’attuazione delle conclusioni della visita pastorale nelle parrocchie e nella diocesi ed un’attenzione particolare ai giovani, che vi invito a perseguire con sollecitudine”.

Spoleto – Messa nel Mercoledì delle Ceneri. Mons. Boccardo: «La cenere è un a invito a misurare la precarietà e la vanità; è anche un invito a leggere in maniera sapienziale gli eventi di questi giorni, che inducono a riflettere sulla precarietà della condizione umana, sempre fragile ed incerta nonostante i notevoli progressi della scienza e della medicina».

Mercoledì 26 febbraio 2020 nella Basilica Cattedrale di Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto la Messa nel Mercoledì delle Ceneri, celebrazione che avvia la Quaresima, tempo forte che prepara alla Pasqua, culmine dell’anno liturgico e della vita di ogni cristiano. Col Presule hanno concelebrato i sacerdoti della Città di Spoleto ed erano presenti diversi fedeli.

Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato le tre pratiche che caratterizzano la Quaresima: l’elemosina, la preghiera e il digiuno. «Sono prescritte nella tradizione religiosa ebraica (poi

cristiana) – ha detto il Presule – come “opere di penitenza” o “atti di conversione”. Ma Gesù non si accontenta di invitarci a compierle. Ce la caveremmo in tal caso a buon mercato poiché, in fin dei conti, possiamo ben fare lo sforzo di ridurre la nostra alimentazione, fare un po’ di elemosina e dedicare qualche tempo alla preghiera. Non sarebbero imprese sovrumane… Quello che Gesù ci insegna è assai più impegnativo: mette in crisi l’equilibrio della nostra personalità, chiama in causa il suo punto d’appoggio. Cristo ci chiede al contrario di prendere come unico riferimento lo sguardo del Padre invisibile che vede nel segreto. E ciò implica un lavoro interiore inconcepibile psicologicamente, pressoché impossibile, di distacco, di perdita di un certo numero di riferimenti. Non di perdita per dimenticanza, ma di perdita per amore. E, al tempo stesso, ci viene richiesto un lavoro di ricostruzione nello sguardo del Padre».

Nella celebrazione il capo dei presenti è stato segnato con la cenere. Il Vicario Generale mons. Luigi Piccioli ha segnato quello dell’Arcivescovo e mons. Boccardo lo ha fatto ai sacerdoti e ai fedeli. «Ricevendo la cenere sulla fronte – ha detto il Presidente della Conferenza episcopale umbra – possiamo comprendere la parola del racconto della creazione e del peccato: “Ricordati, o uomo, che sei polvere e in polvere tornerai!”. È un invito a misurare la precarietà, la vanità dell’esistenza quando è vissuta solo per la gloria che viene dagli uomini. È anche un invito a leggere in maniera sapienziale gli eventi di questi giorni, che inducono a riflettere sulla precarietà della condizione umana, sempre fragile ed incerta nonostante i notevoli progressi della scienza e della medicina; sempre sfuggente alle pretese di dominio e controllo da parte dell’uomo».

Quaresima di carità. Il digiuno, l’elemosina e la preghiera, come detto, sono i segni, o meglio le pratiche, della Quaresima. E la Chiesa diocesana di Spoleto-Norcia, quest’anno, propone ai cristiani una particolare attenzione alla missione delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto nella Repubblica Democratica del Congo. In particolare, le offerte raccolte la terza Domenica di Quaresima (15 marzo) saranno destinate al progetto di costruzione di nuove aule per la scuola dei bambini di Butembo gestita proprio dalle “figlie” del beato Pietro Bonilli.

Perugia: Celebrato il Mercoledì delle Ceneri. Il cardinale Bassetti: «La Quaresima tempo propizio per ripensare la nostra vita, mettersi in un cammino di conversione…. Com’è importante tornare alla preghiera nel silenzio! Specie in questo periodo di forte confusione e preoccupazione per il propagarsi dell’epidemia»

Con il Mercoledì delle Ceneri i cristiani entrano nel “tempo forte” di Quaresima, tempo di preparazione alla Pasqua del Signore. A Perugia, come è ormai tradizione, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha presieduto le celebrazioni eucaristiche pomeridiane in cattedrale e nella chiesa dell’Università degli Studi. Quest’ultima animata dai giovani della Pastorale universitaria.

Il cardinale, nelle omelie, ha ricordato il significato di questo “tempo forte” dell’Anno liturgico in cui il credente è chiamato maggiormente a riflettere sul peccato verso il Signore e, nel contempo, sull’importanza di chiedere il perdono a Dio. «C’è, come si vede, una chiara consapevolezza del nostro personale peccato – ha detto il presule ai fedeli in cattedrale –, che esiste per nostra libera scelta, e quindi ne siamo consapevoli, e non dobbiamo sottrarci alle nostre responsabilità. Il tempo di Quaresima è tempo propizio per prendere coscienza della nostra situazione di figli ribelli, e per “ritornare con tutto il cuore” al Signore, come dice il profeta Gioele, per chiedere perdono e riconciliazione. Dio ci risponderà con la sua misericordia, perché Egli fa giustizia perdonando. Chi lo capisce non può che piangere di commozione, spezzando anche con il digiuno la scorza dura dell’egoismo per aprirsi alla giustizia e alla solidarietà. Un solidarietà senza calcoli, come insegna Gesù nel Vangelo di Matteo: “Mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”».

«La Quaresima perciò – ha proseguito Bassetti – è il tempo propizio per ripensare la nostra vita, mettersi in un cammino di conversione, detestare il male e aprirsi ad una vita virtuosa, seriamente evangelica. Perché tutto ciò possa realizzarsi abbiamo assolutamente bisogno di fare silenzio e ritrovarci in noi stessi, nell’intimo, senza indulgere neppure ad una pubblicità sterile, come insegna ancora il Vangelo di Matteo: “Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. Così pure la mortificazione deve essere discreta, vissuta in un rapporto intimo con il Signore, che conosce i segreti dei cuore e sa giudicare con verità».

Il cardinale ha poi esortato i fedeli a «un rientrare in noi stessi pensoso, che ascolta e che prega, magari rifugiandosi in chiesa per godere d’una presenza ineffabile, ma vera, o raccogliendosi semplicemente nella cella del proprio cuore: un “guazzabuglio” il cuore quando è agitato dalla passione, un “giardino” quando è abitato da una Presenza, quella di Gesù. Com’è importante tornare alla preghiera nel silenzio! Specie in questo periodo di forte confusione e preoccupazione per il propagarsi dell’epidemia, che ci incute tanta ansia e inquietudine. Come cristiani e pastori della Chiesa assicuriamo, come abbiamo scritto nel comunicato della CEI, la nostra “preghiera di vicinanza a quanti sono colpiti dal virus e ai loro familiari; preghiera per medici e infermieri delle strutture sanitarie, chiamati ad affrontare in frontiera questa fase emergenziale; preghiera per chi ha la responsabilità di adottare misure precauzionali e restrittive”».

Al mondo universitario il cardinale Bassetti ha ricordato «l’urgenza della conversione» a cui richiama papa Francesco nel periodo quaresimale. «Una conversione – ha commentato il presule – che passa dall’“esperienza della misericordia” e soprattutto dalla pratica preziosa della preghiera. Una preghiera umile e assidua che ci faccia abbandonare quella “presuntuosa illusione di essere noi i padroni dei tempi e dei modi della nostra conversione a Lui”. Il mercoledì delle Ceneri viene a ricordarci proprio questo: è un invito fortissimo ad abbandonare quella presunzione così diffusa tra gli uomini di ogni generazione di essere i padroni del mondo e i Signori della Storia. Ma gli uomini e le donne non sono né i padroni e né i Signori della Storia. Non siamo noi a condurre i tempi e i modi dell’esistenza. C’è un disegno e una strada che ci sovrasta e ci precede. E il rito della cenere sparsa sulla nostra testa ci ricorda anche questo».

Al riguardo Bassetti ha ricordato la figura di don Primo Mazzolari, «uno dei grandi profeti del secolo scorso», che diceva: «“ogni uomo” non è solo cenere ma è addirittura un “portacenere”». Ha anche ricordato la figura di uno dei «moderni “ambasciatori di Cristo”, Giorgio La Pira, il sindaco santo di Firenze», a cui si è ispirata la recente «grande esperienza di Chiesa, a Bari, che ha visto riunire 60 vescovi del Mediterraneo provenienti da 20 Paesi diversi. Questi vescovi, incontrandosi – ha evidenziato il cardinale –, hanno dato forma ad un’antica profezia di pace che ha attraversato tutto il XX secolo: che il Mediterraneo possa diventare un luogo di pace, un mare che unisce e non divide, e che non sia più la tomba di tanti nostri fratelli e sorelle. La Pira è stato un uomo che è vissuto ogni giorno alla luce della Parola di Dio ed è riuscito a leggere in profondità il mondo che gli sta attorno. Ed oggi, a più di 40 anni dalla sua morte, possiamo dire che egli è stato, indubbiamente, un profeta del dialogo, della speranza e della pace».

«Come si può essere oggi portatori di pace, speranza e dialogo nei luoghi di lavoro come l’Università?», si è chiesto Bassetti, che, avviandosi alla conclusione, ha detto: «Seguendo le parole di Gesù riportate da Matteo nel Vangelo di oggi. Parlando ai suoi discepoli, Gesù ad un certo punto dice: “state attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che sta nei cieli”. Ovvero, per essere veramente servi di Cristo, siamo tutti chiamati a stare nella verità! Senza finzioni, senza maschere, senza sovrastrutture, senza apparenze! Per questo motivo, cari professori, cari amministrativi e cari studenti vi esorto ad essere persone autentiche, che il vostro parlare sia sempre Si, Si, No, No, perché solo così potrete rispondere alla vostra missione e alla vostra vocazione. Non perdetela di vista. Non dimenticatela. Non traditela. Agli studenti vorrei dire di scoprire la bellezza di essere “figli”: ovvero di essere bramosi di apprendere, di studiare e di crescere. Ai docenti vorrei raccomandare di essere veramente “padri” di questi giovani; abbiate cura di loro: necessitano di una parola di sapienza ma anche di umanità. Sappiate sperimentare, nella vostra missione educativa, la paternità di Dio: una paternità che non li tradisce, ma che li fa sviluppare, amandoli come fossero dei figli».

Terni – celebrazione delle Ceneri. Mons. Piemontese: “Anche in riferimento agli eventi di questi giorni non possiamo non riflettere sulla precarietà della condizione umana, e sulla necessità di impostare stili di vita più ordinati, rispettosi di norme mediche, civili e morali, di igiene esistenziale”

Mercoledì 26 febbraio, inizio del tempo di Quaresima, periodo penitenziale verso la celebrazione della Pasqua, il vescovo mons. Giuseppe Piemontese ha presieduto la celebrazione con il rito della benedizione e imposizione delle Ceneri nella Cattedrale di Terni con i sacerdoti e i fedeli della Comunità pastorale della Cattedrale.
Nella liturgia che caratterizza il primo giorno di Quaresima, il vescovo sparge un pizzico di cenere benedetta sul capo dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena e per spronare il fedele all’impegno penitenziale della Quaresima.
“La Chiesa, in questo “tempo favorevole” ci propone e aiuta ad iniziare da capo – ha detto il vescovo -, dal Battesimo, il giorno della nostra rinascita, immersione nella Pasqua di Gesù: passione-morte e risurrezione. La cenere è la memoria della nostra condizione di essere finiti, destinati appunto a diventare cenere. Ricorda lo scorrere del tempo e lo spreco che noi ne facciamo. Il Signore ci invita a rilanciare il nostro cammino: la cenere, nel suo significato simbolico, è come concime che feconda la nostra anima e, la cenere, nel suo rimando alla penitenza, è anche la traccia che segna il tragitto della conversione, la direzione giusta che conduce a Dio. La quaresima come periodo che ci permette di intraprendere un cammino di penitenza, cioè di riportare la nostra realtà nell’ordine autentico delle cose”.
“Quest’anno in Quaresima siamo alle prese con i disagi del Coronavirus, una malattia seria che costringe tantissime persone ad attenzioni, disagi, privazioni e timori. Sarà bene convincerci che non ci troviamo di fronte al castigo di Dio, né all’apocalisse né al giudizio universale. E tuttavia non possiamo non riflettere sulla precarietà della condizione umana, e sulla necessità di impostare stili di vita più ordinati, rispettosi di norme mediche, civili e morali, di igiene esistenziale”.

Perugia – Mercoledì delle Ceneri. Le celebrazioni eucaristiche presiedute dal cardinale Bassetti e la “Quaresima di Carità 2020” dedicata all’accoglienza di famiglie profughe dei “corridoi umanitari”

Con il rito dell’imposizione delle Ceneri, mercoledì 26 febbraio, i cristiani entrano nel “tempo forte” di Quaresima. A Perugia il cardinale Gualtiero Bassetti, come è tradizione, presiederà le celebrazioni eucaristiche in cattedrale, delle ore 18, e nella chiesa dell’Università degli Studi, delle ore 19,15, animata dagli studenti della Pastorale universitaria.

Rigenerare la propria fede.

La Chiesa esorta i fedeli a vivere la Quaresima come tempo per rigenerare la propria fede e ritrovare (per chi è alla ricerca) un senso alla propria vita nel viverla sulle orme di Colui che per la salvezza dell’umanità si fece crocifiggere. La Quaresima prepara i credenti alla Pasqua, il grande mistero della fede cristiana, chiamati a vivere questo “tempo forte” dell’Anno liturgico con maggiore raccoglimento spirituale e sobrietà nella vita personale, familiare, lavorativa e sociale. I credenti sono particolarmente chiamati a compiere opere di carità per i fratelli in difficoltà, rinunciando a parte dei propri averi.

I “corridoi umanitari” per i profughi.

La Caritas diocesana dedicherà l’imminente “Quaresima di Carità 2020” alla maggiore conoscenza del progetto “corridoi umanitari”, invitando le famiglie proprietarie di immobili non utilizzati a metterli a disposizione per questo tipo di accoglienza, oltre a promuovere, nella Terza Domenica di Quaresima (15 marzo), la raccolta di offerte per sostenere questo progetto.

Si tratta di un progetto fatto proprio anche dalla Cei, attraverso la Caritas italiana, in collaborazione con il Governo, rivolto, come ha ribadito il cardinale Gualtiero Bassetti al recente incontro di Bari “Mediterraneo, frontiera di pace”, a «persone costrette a lasciare la loro nazione per guerre, persecuzioni e ideologie contrarie. Sono profughi, non migranti – ha evidenziato il presule –, per i quali è necessario favorire nelle nostre comunità locali quell’accoglienza, quell’integrazione e quell’accompagnamento di cui parla il Papa con il coinvolgimento anche delle nostre famiglie e dei nostri giovani. Questo è avvenuto in Libano dove tutt’ora sono accolte migliaia di famiglie cristiane provenienti dalla Siria e dall’Iraq».

Le famiglie siriane accolte.

Nell’Archidiocesi perugino-pievese, negli ultimi tre anni, sono giunte due famiglie siriane di cui una vive in un appartamento messo a disposizione da un’anziana perugina in comodato d’uso gratuito. Questa famiglia (papà, mamma e due figli) è arrivata a Perugia tre anni fa ed è integrata con il marito che lavora in una cooperativa del settore alimentare e la moglie sta svolgendo un master in comunicazione internazionale presso l’Università per stranieri. La seconda famiglia, giunta un anno e mezzo fa, anch’essa composta da due adulti e due minori, è attualmente sostenuta economicamente dalla Caritas, con entrambi i genitori in cerca di occupazione, ospitata in un appartamento in affitto.

Mettere a disposizione un appartamento.

«Ci auguriamo di poter accogliere nella nostra comunità diocesana una terza famiglia di profughi che raggiungono periodicamente l’Italia con i “corridoi umanitari” – auspica il direttore della Caritas diocesana, il diacono Giancarlo Pecetti –. Dall’inizio della guerra in Siria sono 6 milioni i profughi fuggiti nei Paesi confinanti, di cui molti cristiani. Anche la nostra comunità diocesana, da sempre accogliente e solidale, non farà cadere nel vuoto l’appello rivolto a quanti possono mettere a disposizione del progetto un appartamento arredato per quattro/cinque persone, per uno/due anni, sotto la tutela della Caritas diocesana». Le famiglie che vogliono rispondere a questo appello, possono farlo telefonando alla Caritas di Perugia (075.5733666).

SPIRITO DI ASSISI, PREGHIERA PER LA CINA, LE VITTIME E I FAMIGLIARI DEL CORONAVIRUS

“L’epidemia del Coronavirus in corso ci chiede di esprimere con la preghiera la nostra vicinanza alle vittime e ai loro familiari”.
È questo uno dei passaggi dell’invito del vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, lanciato in occasione dell’appuntamento di preghiera per la pace che si ripete il 27 di ogni mese, dedicato alla Cina. La preghiera del 27 ricorda lo storico incontro interreligioso del 1986 voluto da San Giovanni Paolo II. L’appuntamento voluto dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino e portato avanti dalla Commissione diocesana per lo “Spirito di Assisi” si ripete con cadenza mensile.

“Ancora una volta – prosegue il vescovo – facciamo esperienza di quanto sia fragile la nostra umanità e come proprio la fragilità ci fa sentire più “simili” e ci aiuta a vincere la tentazione di sperimentare le nostre appartenenze in termini distanti, diffidenti ed ostili. Per questa ragione, nel consueto appuntamento del 27 di ogni mese in cui chiediamo alle espressioni religiose più diverse di unirsi spiritualmente con noi discepoli di Cristo nella preghiera per la pace, vogliamo volgere l’attenzione verso la Cina e i numerosi popoli, etnie e culture che la abitano. In particolare chiediamo di pregare per quanti in quel Paese vivono una situazione di povertà che forse maggiormente li espone al contagio e alle sue conseguenze più gravi. Al tempo stesso vogliamo volgere il pensiero a coloro che lì soffrono anche nel vedere i propri diritti violati. Ci auguriamo che anche le ultime fasi del dialogo tra la Santa Sede e la Cina in tema di libertà religiosa siano il segno di una crescita per tutti, in quell’immenso Paese, di un clima di maggiore tolleranza e comprensione delle differenze etniche e culturali. Auspichiamo che a ciò spinga anche lo sviluppo del dialogo sul piano internazionale al di là degli interessi economici e geo-politici. Il 27 di febbraio – conclude il vescovo – , ciascuno con le proprie comunità di appartenenza, secondo la propria tradizione di culto o nel silenzio della propria casa, rivolga al Dio unico la preghiera per questo grande Paese e per tutti i suoi figli sparsi nel mondo”.

Gubbio – Don Pirro Scavizzi: il Papa ne riconosce le virtù eroiche di servo di Dio

Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per la Causa dei Santi a promulgare i decreti riguardanti l’eroicità delle virtù di alcuni servi di Dio tra cui quello che ufficializza l’eroicità delle virtù del servo di Dio Pirro Scavizzi, sacerdote della diocesi eugubina. Don Pirro nacque a Gubbio il 31 marzo 1884. Trasferitosi a Roma insieme alla famiglia, nel 1900 entrò nel Collegio Capranica, studiando alla Pontificia Università Gregoriana. Con alcuni suoi compagni, emise il voto di rinunciare agli onori per dedicarsi al servizio dei più umili.
Il 7 luglio 1907 fu ordinato sacerdote e venne nominato vicario parrocchiale della parrocchia di San Vitale a Roma. In contemporanea, collaborò con i Sacerdoti missionari imperiali che avevano assunto il compito, come sacerdoti romani, di predicare gratuitamente le missioni al popolo dell’ex territorio pontificio. Durante il servizio in parrocchia, il servo di Dio divulgò la spiritualità mariana, si dedicò ai giovani, alle vocazioni e agli ammalati. Nel 1915 prestò il servizio di cappellano militare. Con l’Ordine di Malta accompagnò un treno-ospedale, sperimentando direttamente il dramma della guerra.
Nel 1919, Scavizzi ricevette l’incarico di parroco di Sant’Eustachio in Roma. Anche qui, valorizzò le attività dei laici e si dimostrò instancabile nella predicazione e nelle confessioni. Con le sue doti di musicista creò canti e poemi per diverse occasioni liturgiche. Insieme a mons. Ermenegildo Florit, futuro arcivescovo di Firenze, ed Eugenio Zolli fondò l’associazione “Nostra Signora di Sion” per sostenere l’amicizia ebraico-cristiana. Accompagnò anche diversi “Treni bianchi” (Unitalsi) come cappellano, per portare gli ammalati – tra loro anche molti sacerdoti – da Roma a Lourdes.
Visse momenti di profonda prova quando, nel 1929, fu accusato di aver violentato e ucciso una ragazza. Il Sant’Uffizio si occupò del caso, il vicario di Roma prese provvedimenti, ma fu provata la sua totale innocenza.
Nel 1932 don Pirro presentò al vicario le dimissioni da parroco e si dedicò completamente alla predicazione con i Missionari imperiali. Con la Seconda Guerra mondiale, il servo di Dio riprese il ruolo di cappellano militare dell’Ordine di Malta, affrontò viaggi in Russia e in Polonia per volontà del Santo Padre, al fine di prendere contatto con i vescovi dei paesi occupati. A Roma si adoperò a favore degli ebrei durante l’occupazione tedesca.
Dopo la guerra, continuò la sua missione di predicatore, spesso nella modalità delle missioni popolari. Nel 1947 fu nominato da Pio XII suo prelato domestico. Nel 1960 fu chiamato da San Giovanni XXIII a predicare gli esercizi al Papa e alla Curia romana.
Nel 1964 gli fu diagnosticato un tumore all’intestino. Morì il 9 settembre 1964 a Roma.
Secondo il decreto della Congregazione delle Cause dei Santi, il servo di Dio don Pirro Scavizzi visse eroicamente la virtù della fede, che si manifestava soprattutto nel fervore con cui celebrava la santa messa. Inoltre trascorreva lunghe ore in adorazione, era devoto della beata Vergine Maria e si dedicava alla cura delle anime con la celebrazione del sacramento della Riconciliazione. Don Pirro si fidava completamente della Divina provvidenza, così da essere animato da un’incrollabile virtù della speranza. La sua carità era evidente nell’annuncio della Parola di Dio, soprattutto ai poveri. Soffriva per i peccati, ma era comprensivo con i peccatori. Visitava spesso gli infermi. Ebbe una carità particolare verso gli ebrei. Visse poveramente per aiutare il prossimo bisognoso.
Il grado eroico delle virtù, lo manifestò nella resistenza alla fatica, nelle tante ore trascorse al confessionale, nella sopportazione paziente dei dolori fisici nel periodo della malattia. Fu un sacerdote tutto dedito alle anime, dalla fede forte, nutrita dalla preghiera e dall’amore del prossimo donato senza risparmio.

ECONOMY OF FRANCESCO, AD ASSISI 2000 GIOVANI: DALLA MARTINICA AL VIETNAM, DALLO ZAMBIA ALL’AUSTRALIA

Saranno più di 2000 i giovani under 35, provenienti da ogni parte del mondo, che parteciperanno a “Economy of Francesco”. Sono per il 56% uomini e il 44 donne. Imprenditori, economisti, studenti, promotori di attività al servizio del bene comune e di una economia sostenibile raggiungeranno Assisi dal 24 al 28 marzo. Dalla Martinica al Vietnam, dallo Zambia all’Australia, dalla Germania al Cile, mossi dall’obiettivo comune di costruire un mondo più equo e sostenibile, come indicato da Papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’.

I giovani prenderanno parte ai tavoli tematici, allestiti in 12 villaggi, dove si confronteranno su idee, sfide e proposte per una nuova economia: management e dono, finanza e umanità, lavoro e cura, energia e povertà, agricoltura e giustizia, business e pace, women for economy, CO2 delle disuguaglianze, profitto e vocazione, imprese in transizione, vita e stili di vita, policies e felicità. Le nazioni più rappresentate sono Italia, Brasile, Stati Uniti, Argentina, Spagna, Portogallo, Francia, Messico, Germania, Gran Bretagna.
L’evento è organizzato dalla Diocesi di Assisi, dall’Istituto Serafico, dal Comune di Assisi e da Economia di Comunione, in collaborazione con le Famiglie Francescane e il Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale

I GIOVANI
Lilly, 12 anni, conosciuta come la “Greta della Thailandia”. Da tempo porta avanti battaglie contro la plastica nel suo Paese, promuovendo la raccolta di rifiuti nei canali di Bangkok. «Non vedo l’ora di incontrare gli altri ragazzi, confrontarmi con loro sulle sfide che riguardano il nostro futuro – dice la giovanissima thailandese – e imparare da loro. Sono molto emozionata all’idea di conoscere Papa Francesco. Credo che lui sia capace di fare la differenza, condividiamo lo stesso amore per la natura e l’idea che tutto sia connesso».

Alfredo, 35 anni portoghese, operatore sociale che con un gruppo di amici ha dato vita alla cooperativa sociale “WelcomeHOME” dove i senzatetto fanno da guide turistiche, mostrano Porto ‘con i loro occhi’. «Quello degli uomini e delle donne che non hanno una casa e un lavoro è solo uno dei tantissimi problemi del mondo. Per affrontare le questioni dobbiamo pensare globalmente e agire localmente attraverso esperienze condivise e buone pratiche. Questo è il motivo che mi ha spinto a voler partecipare a ‘Economy of Francesco’, la speranza di creare una comunità. Più che di parole abbiamo bisogno di lavorare insieme a soluzioni concrete, e credo che questo evento sia una grande opportunità per farlo».

Ignacio, 32 anni argentino. A 18 anni ha lavorato in una delle banche più importanti del Paese. Ricorda la sofferenza nel dover rigettare la richiesta di prestito di una vedova: «Non potevo sopportare che i clienti fossero solo numeri. Poi ho scoperto il libro di Yunus. Da quel momento mi sono dedicato all’approfondimento dei limiti dei sistemi finanziari tradizionali e alle cause dell’esclusione all’Università di Buenos Aires, con l’intenzione di contribuire allo sviluppo economico e alla riduzione della povertà. Provo a dare il mio contributo, per quanto piccolo possa essere, contro le disuguaglianze. Non ho dubbi che ‘Economy of Francesco’ sarà un’occasione unica di crescita collettiva per cambiare le vite dei più vulnerabili, i più bisognosi».

Assisi – Carlo Acutis sarà presto beato. Una gioia grande soprattutto per i giovani, che trovano in lui un modello di vita.

Carlo Acutis prossimamente beato! La diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino esulta. La notizia tanto attesa è arrivata. Il Papa ha approvato il miracolo che farà salire a breve – in primavera, in data da definire – il venerabile Carlo, sepolto al Santuario della Spogliazione di Assisi, agli onori degli altari.
Una gioia grande per questa Chiesa particolare, che lo ha visto camminare sulle orme di San Francesco verso la santità. Una gioia grande per la Chiesa ambrosiana, che gli ha dato i natali e lo ha accompagnato nel suo incontro con Gesù. Una gioia grande per gli ormai tanti devoti di Carlo in tutto il mondo. Una gioia grande soprattutto per i giovani, che trovano in lui un modello di vita.
Ormai i suoi “slogan” corrono di bocca in bocca. Sono affermazioni che danno il senso della vita. Il più radicale: “Non io ma Dio”. Solo la vita in Dio può assicurare gioia. Il più entusiasmante, specie per i giovani: “Tutti nasciamo originali, molti moriamo fotocopie”. Abbiamo bisogno della vera originalità. Proprio con l’esempio di Carlo il Papa ha proposto questo ideale nella Lettera ai giovani di tutto il mondo “Christus vivit”. E infine: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”. Proprio così: se vogliamo avere in noi la gioia del cielo, non c’è strada più veloce di quella che Gesù ha scelto venendo in mezzo a noi fino a farsi “pane di vita” per noi.
Al Santuario della Spogliazione, in tandem con Francesco di Assisi che qui si spogliò di tutto per Cristo, Carlo sta già attirando migliaia di giovani e devoti da tutto il mondo. Mi auguro che la sua beatificazione possa farne ancor più un punto di riferimento e un incoraggiamento alla santità. Essa è vocazione per tutti. Anche per i giovani.