Spoleto – Sussidio per vivere in famiglia il Triduo Pasquale al tempo del Coronavirus. L’Arcivescovo: «Vivrò il Triduo a porte chiuse, ma vi porterò tutti attorno all’altare del Signore». Le celebrazioni diretta su Facebook e YouTube

Con la Settimana Santa si entra nel cuore del mistero cristiano, che svela il senso della vita, della sofferenza e della morte. Vi si entra sui passi di Gesù, avvolti da un amore donato fino in fondo. Vi si entra consapevoli che, dalla sua morte e risurrezione, fioriscono per tutti – anche in un tempo difficile come l’attuale – la salvezza, la speranza e la pace.

«La situazione eccezionale che stiamo vivendo – scrive l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo – non ci permetterà quest’anno di partecipare alle liturgie del Triduo Pasquale, ma non può farci rinunciare a vivere la Pasqua. L’impossibilità di celebrare e ricevere il sacramento eucaristico e di incontrarci con la comunità parrocchiale non impedisce di pregare insieme e di gustare in profondità la bellezza della liturgia familiare. Immagino che anche voi, care famiglie cristiane, genitori e figli, in questi giorni santi desideriate unirvi con i gesti della fede alla preghiera della Chiesa nella vostra Chiesa domestica. E allora abbiamo predisposto alcune pagine che vogliono essere un piccolo strumento per accompagnare e sostenere questi momenti privilegiati. I sacerdoti e il Vescovo – conclude mons. Boccardo – vivranno il Triduo Pasquale “a porte chiuse” a causa delle ragioni di sicurezza e prudenza che ben conosciamo, ma vi assicuro che vi porteremo tutti con noi attorno all’altare del Signore, dove deporremo a nome vostro gioie e dolori, fatiche e speranze, invocando sulla vostra casa la pace e la consolazione che il Signore risorto dona ai suoi amici».

Le celebrazioni della Settimana Santa che l’Arcivescovo celebrerà in Cattedrale, in assenza di fedeli, verranno trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook (SpoletoNorcia) e sul canale YouTube (Archidiocesi Spoleto Norcia) della Diocesi. Calendario:

5 aprile, Domenica delle Palme: ore 11.00, Messa.

9 aprile, Giovedì Santo: ore 18.00, Messa in coena Domini.

10 aprile, Venerdì Santo: ore 18.00, Celebrazione della Passione del Signore.

11 aprile, Sabato Santo: ore 21.00, Veglia pasquale.

12 aprile, Domenica di Pasqua: ore 11.00, Messa.

 

Spoleto – Sussidio per vivere in famiglia il Triduo Pasquale (download)

Perugia – la Settimana Santa 2020 nel tempo del “Coronavirus”. Le celebrazioni presiedute dal cardinale Gualtiero Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo:

Con la Domenica della Palme (5 aprile), che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, i cristiani entrano nella Settimana Santa: Passione, Morte e Risurrezione del Signore, il cuore dell’Anno liturgico. Quest’anno l’intero tempo di preparazione alla Pasqua, la Quaresima, è stato caratterizzato dalla pandemia da Covid-19 che ha causato in Italia fino ad oggi quasi 15mila morti (il numero dei soli decessi avvenuti nelle strutture ospedaliere), tanta sofferenza nel corpo e nello spirito e non poche limitazioni delle libertà costituzionali per contenere il più possibile il contagio. Una situazione, a memoria d’uomo, che non ha precedenti nel nostro Paese.

Mancheranno, soprattutto ai credenti praticanti, i tradizionali riti della Settimana Santa che si sarebbero dovuti aprire in ogni parrocchia di città, di periferia e di paese con la “processione delle palme”, i ramoscelli d’ulivo che si portano a casa come segno di pace e di benedizione.

La Quaresima 2020 è stata vissuta nella sua pienezza cristiana, con fede, speranza e carità, elevando al Signore incessanti preghiere da casa, divenuta «piccola chiesa domestica», come ha ricordato più volte il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei. A testimoniarlo sono anche i dati di ascolto di milioni di persone nel seguire messe e momenti di preghiere attraverso tv, radio, internet e social media. I credenti sono stati avvicinati ancor più alla sofferenza, alla solitudine e alle privazioni di Gesù nei quaranta giorni trascorsi nel deserto.

Altra sofferenza per i fedeli è quella di essere privati dalla partecipazione diretta ai riti della Settimana Santa. Questi, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, saranno presieduti dal cardinale Bassetti. Il presule invita i fedeli a viverli con particolare raccoglimento tra le mura domestiche per accogliere ciascuno nel proprio cuore Gesù, che «è veramente Risorto», ricordando a tutti che il Triduo pasquale è il «centro della nostra fede e della nostra vita cristiana».

Le celebrazioni della Settimana Santa nella cattedrale di San Lorenzo saranno trasmesse in diretta da Umbria Tv, Umbria Radio InBlu e sui social media ecclesiali: Domenica delle palme, 5 aprile, ore 10, Commemorazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme e Messa della passione del Signore; Giovedì Santo, 9 aprile, ore 17, Messa nella Cena del Signore; Venerdì Santo, 10 aprile, ore 15, Celebrazione della Passione del Signore; Sabato Santo, 11 aprile, ore 21, Veglia pasquale nella notte santa; Domenica di Pasqua, 12 aprile, ore 10, Messa della Risurrezione del Signore.

Frati Assisi – la Pasqua ai tempi del Coronavirus – dirette streaming e numero verde per parlare con i Frati

E’ dedicato al coronavirus e alla ”inedita” Pasqua il numero di aprile della rivista San Francesco. Sul titolo della copertina, disegnata da Antonio Sullo, campeggia la scritta “Ce la faremo” e l’immagine del Santo di Assisi che senza paura porta l’Italia sulle spalle, “assaltata” dal Covid-19. Una miriade di uccelli, con tanto di mascherina protettiva, fanno da scudo attorno al Poverello, aiutandolo a sostenere la Nazione ferita.

Un mondo colpito dalla pandemia e che ha bisogno di vicinanza e sostegno. Proprio per questo i frati del Sacro Convento di Assisi hanno deciso di inviare gratuitamente a chi lo richiede tre numeri del mensile francescano; aumentare il numero delle dirette streaming di messe e preghiere su sito sanfrancesco.org; e infine di attivare un numero verde 800.333.733 per parlare direttamente con i frati.

Quella di quest’anno sarà una Pasqua diversa, amara e tragica, ma sarà comunque Pasqua. L’ottimismo deve vincere sulla paura e il dolore. L’Arcivescovo di Benevento, Monsignor Felice Accrocca, introduce il lettore alle celebrazioni pasquali con una esortazione molto chiara: «quelli attuali sono giorni difficili e in tantissimi non potranno prender parte dal vivo alle celebrazioni, ma Francesco ci insegna ad accogliere con serenità gli eventi, accettando anche il dolore.
Fare Pasqua vuol dire trasformare il dolore in amore, senza masticare rabbia e meditare vendette, perché così ha fatto il Signore; vuol dire saper gioire delle piccole cose, contentarsi di quel che si ha».

La situazione italiana e internazionale ai tempi del Coronavirus sono il fulcro attorno cui ruota questa edizione del mensile francescano. Il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, evidenzia nella sua riflessione, come questa pandemia abbia messo «a nudo tutta l’immaturità di un popolo. Il senso di responsabilità non è sufficientemente diffuso e la nostra leggerezza provoca danni enormi, talora irreversibili. Emergono egoismi e grettezze». Anche in questo caso è il Santo a venire in nostro soccorso, indicando una via da percorrere, una strada che ci condurrà verso un nuovo mo(n)do.

Il direttore della rivista, Padre Enzo Fortunato, nel suo editoriale si, e ci, interroga intorno alla parola opportunità «e se dovesse essere davvero una grande opportunità per l’umanità e per ognuno di noi? Si riscoprono affetti lontani e anche le telefonate terminano con un ti voglio bene. La solidarietà non è più una parola che dà fastidio. Vedere questa pandemia anche come un’opportunità per il futuro».

Per il sociologo Domenico De Masi, intervistato dalla nostra redazione, si tratta di un grande corso di formazione collettivo sia per i lavoratori con lo smart working sia per i fedeli con la telepreghiera perché «ognuno è solo con Dio in qualsiasi momento, alla preghiera corale si può supplire con momenti di raccoglimento individuale e il fedele può agire in nome di Dio con buone azioni rivolte ai più fragili e agli anziani».

Nello speciale dedicato al coronavirus anche le testimonianze del filosofo e psicologo, Umberto Galimberti che evidenzia la differenza tra paura e angoscia, per cui la seconda nasce dal fatto che non si conosce da «dove viene il pericolo e quindi si è sempre in uno stato di fibrillazione perenne»; e del cappellano del penitenziario “Due Palazzi” di Padova, don Marco Pozza, che parla della situazione carceraria italiana e ci ricorda che i detenuti sono ritenuti “lupi”. «A Gubbio il Santo ha compiuto due miracoli: prima ha addomesticato il lupo, poi ha bussato alle porte dei cittadini impauriti e ha detto ‘Credetemi, il lupo non fa più paura’».

Il mensile si conclude con un’intervista esclusiva a Padre Firas Lutfi sulla tragica guerra che sta colpendo la Siria e i tanti indifesi civili. Una guerra che ha raggiunto dimensioni di carattere globale e le vittime sono principalmente bambini come conferma il portavoce nazionale UNICEF, Andrea Iacomini: «soltanto nel 2018 sono stati uccisi 1.100 bambini nei combattimenti, nel 2019 quasi 900 con centinaia di migliaia i feriti».

LE INIZIATIVE DEI FRATI DI ASSISI

In questo periodo particolare per l’Italia e per il mondo intero i frati di Assisi hanno pensato di inviare tre numeri gratuiti della rivista San Francesco: basta inviare una mail a redazione@sanfrancesco.org o collegarsi al sito sanfrancesco.org. E’ possibile inoltre parlare con un frate chiamando il numero verde 800.333.733 dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.

Le messe nella Basilica di San Francesco via streaming sono sul sito sanfrancesco.org e sulla pagina Facebook “San Francesco d’Assisi”: dal lunedì al sabato alle 6.30 e alle 18.30; la domenica alle 7.15 e alle 18.00. Inoltre, sul sito sanfrancesco.org, è possibile collegarsi sempre, a qualsiasi orario, alla webcam della Tomba di San Francesco dove, tutti i giorni alle 12.30, viene recitata la preghiera dell’Angelus e dove è possibile lasciare una preghiera al Santo di Assisi.

Lettera di Mons. Cancian ai religiosi e religiose

Carissime sorelle e carissimi fratelli, vengo a dirvi che purtroppo il nostro incontro di Collevalenza fissato per sabato 9 maggio, come potete ben comprendere, è rinviato a data da concordare, forse in settembre/ottobre 2020.
Con affetto fraterno ci auguriamo una Pasqua tutta speciale, carica di intensa preghiera e di pieno coinvolgimento affettivo ed effettivo per tutto quello che possiamo fare in questo momento tragico del coronavirus. Credo che noi religiosi e religiose possiamo dare un notevole contributo come in passato l’hanno offerto I confratelli e le consorelle in tempi simili al nostro. La carità “ci spinga” come dice San Paolo a fare nostre le sofferenze di tantissime persone e ad alleviarle per quanto è nelle nostre forze. Grazie di cuore a tutte le persone religiose che con grande impegno stanno portando avanti l’accoglienza di anziani, il servizio dei malati e dei poveri, l’aiuto alle famiglie… Diamo esempio e prendiamo esempio da quelli che si stanno totalmente dedicando agli altri, pagando di persona e correndo anche il rischio della vita. Ci incoraggiamo a vicenda con la Parola di Dio di questi ultimi giorni di Quaresima, seguendo la grande testimonianza di papa Francesco (molto bella la sua preghiera di venerdì 27 marzo). Credo che avete letto e apprezzato la lettera molto bella rivolta alle claustrali dal vescovo monsignor Arturo Aiello. Condivido i sentimenti di stima e gratitudine da lui espressi per i religiosi e le religiose che continuano oggi la «evangelica testificatio» richiamando tutti all’essenziale.
Santa Pasqua! Supplichiamo con forza il Signore perché sia Pasqua di liberazione dalla terribile pandemia che sta seminando strage e tutto il mondo si converta all’unico vero Dio e alla fraternità universale.
Vi abbraccio e vi benedico

+ Domenico Cancian
delegato Ceu per la Vita Consacrata

L’arcivescovo presidente della Ceu Renato Boccardo in un video messaggio ai fedeli dell’Unità pastorale di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino di Perugia ricorda san Giovanni Paolo II nel quindicesimo anniversario della morte.

Alle ore 21.37 del 2 aprile 2005, quindici anni fa, tornava alla Casa del Padre papa Giovanni Paolo II. A questo grande pontefice e santo del nostro tempo, la comunità dei fedeli dell’Unità pastorale di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino di Perugia dedica il suo nuovo complesso interparrocchiale, in fase conclusiva di costruzione. Proprio la sera del 2 aprile, a questa comunità di fedeli, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Ceu mons. Renato Boccardo, collaboratore di papa Woytjla quando prestava servizio presso la Santa Sede, ha rivolto un suo video messaggio augurale; comunità che si prepara alla dedicazione della sua nuova chiesa intitolata a san Giovanni Paolo II come anche quella di San Nicolò di Spoleto.

“La giornata del 2 aprile è particolare – evidenzia nel video il presidente della Ceu –: quindici anni fa erano le ultime ore di vita su questa terra del Papa ed è bello ricordare il grande flusso di gente in Piazza San Pietro che veniva semplicemente per stare accanto a lui e per dirgli grazie. Qualcuno mi chiedeva questa mattina: “Se Giovanni Paolo II ci fosse oggi che cosa direbbe?”. Io penso che ripeterebbe le prime parole pronunciate il 22 ottobre del 1978 (il giorno dell’inizio del suo pontificato, ndr): “Non abbiate paura!””.

“Non avere paura non tanto del virus che ci assale – precisa mons. Boccardo –, da cui ci dobbiamo difendere con tutte le misure che ci sono state indicate. Il “non abbiate paura” di Giovanni Paolo II, mi sembra che risuoni oggi come un invito a guardare avanti con fiducia, nonostante la fatica e la trepidazione che sperimentiamo ogni giorno. C’è qualcosa che va al di là di questo virus. Non basta salvare la vita, bisogna salvare il senso della vita”.

“Papa Giovanni Paolo II in ventisette anni di Pontificato – sottolinea il presule – ci ha indicato quale è la direzione per la nostra esistenza quando ci ha detto: “Spalancate le porte a Cristo”, Lui solo sa che cosa c’è nel cuore dell’uomo. Credo che questa frase debba risuonare come consolazione e come conforto questa sera in tutti noi che lo ricordiamo con affetto, con gratitudine e con nostalgia. Vediamo scrivere e sentiamo dire tante volte in questi giorni: “Andrà tutto bene”. Noi cristiani diciamo che andrà tutto bene perché la nostra vita è nelle mani di Dio, è un dono e una responsabilità. Quante volte Giovanni Paolo II ce lo ha ricordato e ci ha detto che la vita deve essere vissuta con pienezza, con generosità e con idealità al di fuori dei piccoli orizzonti, di quella meschinità che tante volte ci accompagna. “Non abbiate paura”, “spalancate le porte a Cristo”, un messaggio, credo, che non ha perso nulla della sua attualità ed è bello per noi riascoltarlo quest’oggi come esortazione e come progetto di vita”.

Il video messaggio dell’arcivescovo Boccardo è visionabile nelle pagine facebook del Complesso Interparrocchiale “Beato Giovanni Paolo II” dell’Unità pastorale di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino di Perugia e dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia “SpoletoNorcia”.

Perugia, cattedrale di San Lorenzo: Il cardinale Gualtiero Bassetti ha guidato la conclusione della “Novena alla Madonna della Grazia per chiedere la fine della pandemia”

“Davanti alla venerata immagine della Madre della Grazia, invocando la sua intercessione materna, presentiamo a Dio tutte le necessità che in questo tempo così grave affliggono il nostro mondo, chiedendo che termini al più presto questa mortale pandemia”. A dirlo è il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nel guidare la conclusione della “Novena alla Madonna della Grazia per chiedere la fine della pandemia”, tenutasi nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, dal 25 marzo al 2 aprile pomeriggio, trasmessa da Umbria Radio InBlu e sui social media diocesani, seguita da diverse migliaia di fedeli. “In quest’ultimo giorno – ha proseguito il cardinale – affidiamo all’intercessione di Maria le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di ogni uomo. E chiediamo a Dio che da questa esperienza possiamo rinascere con un cuore nuovo”.

La “Novena” si è svolta davanti allo splendido dipinto della Madonna delle Grazie attribuito ad un allievo della scuola del Perugino. L’immagine mariana, tanto venerata a Perugia, si trova su una delle colonne della navata centrale della cattedrale.

Alla protezione della Madre celeste si è rivolto il pastore della Chiesa perugino-pievese, chiedendole di assistere con la sua materna sollecitudine “coloro che sono stati colpiti dalla malattia, perché non perdano fiducia e speranza”. Preghiera che prosegue chiedendo alla Beata Vergine di guidare “le scelte dei governanti, dei medici e degli operatori della sanità perché sappiano agire per il bene e nel rispetto della persona umana. Ti affidiamo gli anziani, soprattutto quelli che vivono nella solitudine della loro casa in questo tempo: possano sentire la vicinanza della Chiesa, capace di scorgere i bisogni e le angosce dei fratelli. Ti raccomandiamo il mondo del lavoro: in questo periodo di incertezza dona a tutti la forza di non scoraggiarsi e di riprendere con maggiore entusiasmo la propria occupazione, una volta passata l’emergenza presente. Ti preghiamo per i giovani studenti perché sappiano mettere a frutto questo tempo. Non si stanchino di sognare e progettare una società migliore e capace di affrontare le difficoltà che la storia le riserva. Accogli sotto la tua materna protezione le nostre famiglie, perché sia sempre saldo il vincolo d’amore che lega le diverse generazioni. Sappiano essere più che mai chiesa domestica, unita nella mutua carità e nella preghiera…”.

Assisi – indicazioni sulle celebrazioni dei riti della Settimana Santa

Con una lettera inviata ai sacerdoti il vicario generale della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino don Jean Claude Hazoumé Kossi Anani, ha comunicato alcune indicazioni per le celebrazioni della Settimana Santa, viste le misure che limitano gli assembramenti e i movimenti delle persone per l’emergenza sanitaria covid-19.

Per quanto riguarda “i ramoscelli di ulivo della Domenica delle Palme – è scritto nella lettera – la Conferenza episcopale umbra non ritiene prudente, date le doverose precauzioni igieniche e la difficoltà di distribuzione, che siamo noi a prepararli e inviarli. Essi saranno benedetti a distanza per chi se li procura da sé, unendosi alla messa parrocchiale o alla messa del vescovo attraverso i mezzi di comunicazione disponibili. Analogamente per l’acqua da utilizzare per la benedizione in famiglia nel giorno di Pasqua secondo quanto indicato dal benedizionale nn. 1686 – 1692, se viene preparata in un piccolo recipiente dignitoso. Il giorno di Pasqua il capofamiglia potrà benedire la casa, la mensa e la famiglia in questo modo semplice: la recita comune del Padre nostro, invitando tutti a fare un segno di croce con le parole: ‘Ci benedica Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo’, e aspergendo poi con l’acqua benedetta”.

Per quanto riguarda le celebrazioni nella lettera vengono forniti alcuni dettagli. “Per non veicolare idee ambigue sulla liturgia – è ancora scritto -, è bene ricordare ai fedeli che, attraverso la televisione, non si fa una ‘celebrazione’, ma ci si ‘unisce’ alla celebrazione, in attesa e nel desiderio di poter vivere poi la liturgia appena possibile. Perché questa ‘unione’ sia reale, è ovvio che ci si debba unire alla celebrazione in diretta e non in differita”.

I fedeli potranno seguire in diretta i riti della Settimana Santa presieduti dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino. In particolare il vescovo presiederà la celebrazione eucaristica della domenica delle Palme nella cattedrale di San Rufino alle ore 10, quella del Giovedì Santo nel Santuario della Spogliazione alle ore 17.

Venerdì Santo l’azione liturgica della Passione del Signore sarà presieduta dal vescovo alle ore 16 sempre in Cattedrale.

La celebrazione della veglia Pasquale sarà presieduta da monsignor Sorrentino nella Basilica di San Francesco alle ore 22, mentre il giorno di Pasqua monsignor Sorrentino celebrerà la santa messa nella Basilica di Santa Maria degli Angeli a partire dalle ore 11,30.

Tutte le celebrazioni potranno essere seguite in diretta sulla pagina Facebook Diocesi Assisi-Nocera-Gualdo e su Maria Vision (in Umbria canale 602 – diretta streaming su https://www.mariavision.it/maria-vision-italia – oppure scaricando la App: https://subsplash,com/mariavisin/app). La celebrazione della veglia di Pasqua può essere seguita anche sul sito www.sanfrancesco.org, e sulla pagina Facebook “San Francesco d’Assisi”; quella del giorno di Pasqua potrà essere seguita anche sulla Webtv su www.porziuncola.org, dall’App gratuita “Frati Assisi” e sui canali social Facebook e Youtube “Frati Assisi”.

Vescovi Umbri – alla pandemia del Coronavirus sostituiamo la pandemia della preghiera e della tenerezza

Il diffondersi impressionante dell’epidemia da Coronavirus ha reso necessaria l’assunzione di numerose drastiche misure per la tutela della salute pubblica. Tra queste, anche quella – accolta non senza difficoltà e sofferenza – di celebrare la liturgia, compresa la S. Messa, senza la partecipazione della comunità credente. Nelle stesse condizioni dovremo vivere la Settimana Santa ormai alle porte, con il Triduo Pasquale e la Pasqua di risurrezione, centro dell’anno liturgico. Per ogni fedele questa situazione costituisce una amara esperienza di autentico “digiuno”: egli deve infatti rinunciare ad accostarsi alla mensa eucaristica e a condividere con gli altri fratelli e sorelle questo momento essenziale e costitutivo della vita cristiana.

Le diverse liturgie che – nel rispetto delle norme di sicurezza stabilite dalla competente autorità – si terranno nelle chiese Cattedrali e nelle parrocchie saranno comunque e sempre a nome e a beneficio di tutto il popolo fedele, raccolto idealmente attorno all’altare per il mistero della comunione dei santi. Perciò i Vescovi, attingendo al Magistero e alla Tradizione della Chiesa, hanno ritenuto di qualche utilità fornire in proposito alcuni elementi chiarificatori, che favoriscano una serena comprensione del momento difficile che stiamo vivendo.

1. La riforma del Concilio Vaticano II auspica che «i fedeli prendano parte alla celebrazione consapevolmente, attivamente e fruttuosamente» (SC 11), e raccomanda ai battezzati la comunione al sacrificio eucaristico – alle condizioni richieste – come partecipazione più perfetta al sacrificio stesso (cf SC 55).
Le indicazioni conciliari non significano tuttavia che la validità della celebrazione eucaristica dipenda o sia condizionata dalla presenza del popolo. La “materia” imprescindibile della Messa sono il pane e il vino, così come la “forma” è data dall’atto celebrativo presieduto dal sacerdote. Quando un presbitero celebra l’Eucaristia «con l’intenzione di fare ciò che vuole fare la Chiesa», quella Messa attualizza oggettivamente il mistero pasquale di Cristo. È dottrina di fede infatti che nella memoria eucaristica «è contenuto e immolato in modo incruento lo stesso Cristo che si offerse una volta in modo cruento sull’altare della croce… Si tratta infatti di una sola e identica vittima e lo stesso Gesù la offre ora per il ministero dei sacerdoti, egli che un giorno offrì se stesso sulla croce: diverso è solo il modo di offrirsi» (DS 1743). Oltretutto, se la “materia” fosse l’assemblea si dovrebbe pensare paradossalmente ad una sua trasformazione o addirittura ad una sua “transustanziazione”, concetto del tutto estraneo alla tradizione cattolica e alla teologia dell’Eucaristia.

2. L’assemblea partecipa alla celebrazione ma non è la protagonista costitutiva dell’atto sacramentale, come lo è invece il ministro ordinato, presbitero o vescovo. Egli stesso d’altronde non è ministro di se stesso, ma solo di Cristo e del suo corpo che è la Chiesa. La presidenza eucaristica infatti, come ha sempre insegnato il Magistero, è un agire “nella persona stessa di Cristo” (in persona Christi), tanto è vero che il ministro in quel momento non si esprime in terza persona, bensì in prima: «Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue». È chiaro che da un punto di vista pastorale la presenza del popolo è quanto mai auspicabile, così come è raccomandato «che i fedeli non assistano come estrani o muti spettatori e vi partecipino anzi consapevolmente, piamente e attivamente» (SC 48). Teologicamente, tuttavia, l’attuazione oggettiva della pasqua di Cristo nell’azione eucaristica della Chiesa non dipende dalla loro presenza. Una cosa è la validità oggettiva, altra la fecondità o la fruttuosità soggettiva. Il celebrante e l’assemblea dei fedeli svolgono un ruolo di rappresentanza visibile, ma il ministro originario dell’azione eucaristica è lo stesso Signore Gesù, eternamente glorificato presso il Padre, Lui che «possiede un sacerdozio che non tramonta» (Eb 7, 24; cf 7, 25-26; 8, 1-2; 9, 12. 24). Lo stesso vale per la presenza eucaristica di Cristo nei segni sacramentali del pane e del vino.

3. La presenza del popolo di Dio non è accessoria e il sacerdozio battesimale è inseparabilmente unito a quello ministeriale (cf LG 10). La Messa però non dipende dal sacerdozio battesimale. I fedeli «compiono la propria parte nell’azione liturgica» (LG 11), ma non sono loro che attuano e rendono presente il gesto di Cristo che si offre al Padre ogni volta che, obbedendo al suo comando, il ministro – a nome della Chiesa e in persona Christi – fa memoria della sua pasqua. (A questo proposito, è quanto mai urgente una appropriata catechesi che educhi la comunità alla piena partecipazione all’azione eucaristica; sarà anzi indispensabile operare in questa linea appena si possa tornare alla normalità).

4. La liturgia è un’azione comunitaria, ma quando si parla di comunità e di comunione si deve avere la consapevolezza che essa va al di là dei confini visibili; è una comunione di grazia che unisce sempre realmente tutti i battezzati nell’unico corpo mistico di Cristo. Ciò significa che i fedeli sono inclusi in ogni celebrazione eucaristica, alla quale si possono unire spiritualmente pur non essendo visibilmente presenti. È bello ricordare cosa fece P. Theilhard de Chardin quando, nel deserto di Ordos in Cina nel 1923, nel giorno della Trasfigurazione, trovandosi senza pane e senza vino, celebrò “la Messa sul mondo”, presentando a Dio la storia dell’universo come una grande oblazione che, per mezzo di Cristo nello Spirito, sale al Padre: «Poiché … sono senza pane, senza vino, senza altare, mi eleverò al di sopra dei simboli alla pura maestà del reale, e ti offrirò, io tuo sacerdote, sull’altare della terra totale, il lavoro e la pena del mondo» (“La Messa sul mondo”», in Inno dell’universo, Brescia 1992, p. 9). Il “digiuno eucaristico” a cui i fedeli sono costretti in questo momento diventa un’opportunità per educarsi a fare di tutta la propria esistenza un’offerta vivente a Dio, secondo quel “culto spirituale” tanto raccomandato da San Paolo (cf Rm 12, 1-2), e costituisce un’occasione preziosa per riscoprire la bellezza e la grandezza di potersi comunicare, non appena sarà possibile, al corpo e sangue del Signore Gesù. La Messa che i sacerdoti celebrano ogni giorno da soli, non senza una loro grande sofferenza per l’assenza dei fedeli, rappresenta un segno di comunione soprannaturale di tutta la Chiesa e dice “in atto” come i battezzati siano chiamati a farsi «pietre vive, costituiti come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo» (1Pt 2, 4-5).

5. La decisione assunta non è dunque di sospendere le Messe, ma di celebrarle senza il popolo; una scelta obbligata, che ovviamente non esclude che si debbano incrementare molteplici forme di preghiera e di carità e ricercare i tanti tipi di presenza e dialogo con i fedeli resi possibili dai moderni mezzi di comunicazione, per mantenere viva la fede e la comunione con la Chiesa in un tempo in cui nemmeno è permesso incontrarsi in gruppo per la catechesi e per altri momenti di formazione e condivisione. La mancanza della Messa coram populo chiama tutti i fedeli ad educarsi o ri-educarsi ad un rinnovato clima di ascolto della Parola di Dio, riflessione e preghiera per riscoprire la comunità familiare come “chiesa domestica” o piccola chiesa nella grande Chiesa (cf LG 11; AA 11).

La certezza che ogni giorno numerose azioni eucaristiche sono celebrate vicino alle nostre case rappresenta una grazia e una benedizione per tutti. Ad esse ci uniamo spiritualmente ed offriamo al Signore le nostre sofferenze e lo stesso “digiuno eucaristico”, affinché Dio ci aiuti a superare questo momento doloroso e sia vicino a quanti soffrono nel corpo e nello spirito. E accogliamo fiduciosi il duplice invito del Santo Padre: alla pandemia del coronavirus sostituiamo la pandemia della preghiera e della tenerezza.

Assisi, 31 marzo 2020.

+ Renato Boccardo

Arcivescovo di Spoleto-Norcia

Presidente della Conferenza Episcopale Umbra

Nota dei Vescovi umbri circa la celebrazione di Prime Comunione e Cresime in tempo di Coronavirus

A seguito della diffusione dell’epidemia da Covid-19, al fine di tutelare la salute di persone e comunità e ovviare alle incertezze che gravano su impegni pastorali programmati da tempo, considerato che l’attuale situazione non sta consentendo una adeguata preparazione dei fanciulli e dei ragazzi, i Vescovi dell’Umbria hanno stabilito che le celebrazioni della Messa di Prima Comunione e della Confermazione – programmate dal tempo pasquale fino all’estate – vengano rinviate ad altro momento opportuno, quando lo consentiranno le condizioni generali. Per le stesse ragioni, sono soppresse o rinviate le manifestazioni esterne di pietà popolare solite compiersi durante la Settimana Santa.

Assisi, 28 marzo 2020.

+ Renato Boccardo
Arcivescovo di Spoleto-Norcia
Presidente della Conferenza Episcopale Umbra

Perugia: “Stabat mater”. Quarta “Lettera settimanale di collegamento” del cardinale Bassetti alla comunità diocesana nel tempo del “Coronavirus”

“Stabat mater”. E’ la preghiera alla Vergine Maria dell’Addolorata ed anche il titolo della quarta “Lettera settimanale di collegamento” del cardinale Gualtiero Bassetti alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve nei giorni del “Coronavirus”, pubblicata, come le precedenti, sul sito dell’Archidiocesi (www.diocesi.perugia.it) e inviata a parrocchie, comunità religiose, associazioni e movimenti ecclesiali attraverso la newsletter Nuntium Perusinum (per chi fosse interessato a riceverla: http://diocesi.perugia.it/modulo-iscrizione-nuntium-perusinum/).

Passione e morte. E’ una riflessione sul significato della Passione e Morte di Cristo con cui il cardinale introduce i fedeli al Triduo pasquale. «Nella mia cappella, mentre, pregando il rosario, contemplo il bellissimo crocefisso quattrocentesco sulla parete dietro l’altare – scrive Bassetti – non mi sfugge, al tempo stesso, il volto della stupenda Maestà che sta sul lato sinistro. Stabat mater…». Nel ricordare che Maria era sul Calvario, testimone della Passione e Morte di Cristo, il porporato richiama i cristiani alla misericordia della Madre celeste.

Padre perdonali. «Mi è capitato, come forse a tutti i sacerdoti – prosegue il presule – di seguire il funerale di qualche giovane. Quante persone piangono! Ma c’è un pianto che si distingue da quello di tutti gli altri: è il gemito della madre; lei più che piangere è impietrita, e le sue labbra ripetono senza posa il nome del figlio… Questo mi fa pensare a Maria ai piedi della croce. Quando sentì il Figlio che diceva “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”, Maria comprese subito che cosa il Padre celeste si aspettava da lei: che pronunciasse anche lei, in cuor suo, le stesse parole: “Padre, perdonali…”. Anche lei le disse, anche lei perdonò.

Capaci di misericordia. «Persino di fronte ad offese indicibili o a danni, che con cattiveria possano essere arrecati alla nostra persona – conclude il cardinale Bassetti –, il Padre, per perdonare, conta anche sul nostro perdono. Il Signore ci benedica e la Vergine ci abbracci nel suo manto e ci renda capaci come lei di misericordia».

Il testo integrale della quarta lettera del cardinale Bassetti, nel tempo del “Coronavirus”, è scaricabile al seguente indirizzo: http://diocesi.perugia.it/la-iv-lettera-settimanale-collegamento-del-cardinale-gualtiero-bassetti-alla-comunita-diocesana-nel-tempo-del-coronavirus-martedi-31-marzo-2020/