La reliquia del Beato Carlo Acutis di nuovo in Irlanda

“Per la quinta volta una reliquia del Beato Carlo Acutis andrà da Assisi all’Irlanda. Questo primo Beato del millennio, che segue le orme di San Francesco d’Assisi, ci invita ‘a stare sempre uniti a Gesù: questo è il mio programma di vita’”. Sono le parole del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, in vista del nuovo pellegrinaggio della reliquia del Beato Carlo Acutis, nell’arcidiocesi di Armagh e nelle diocesi di Down e Conor dall’11 al 14 maggio. Nello specifico, la reliquia verrà portata al Priorato di Benburb, fondato dai Servi di Maria, che conferì al Beato Carlo il sacramento del Battesimo. Lunedì 13 maggio, memoria della Madonna di Fatima, per cui Carlo aveva una particolare devozione, la reliquia verrà trasferita nelle parrocchie di San Nicola (Ardglass) e Saint Mary’s (Dunsford) con la messa celebrata dal neo insediato vescovo Alan McGuckian. Ad accompagnare la reliquia, un frammento del pericardio, la membrana che proteggeva il suo cuore, sarà monsignor Anthony Figueiredo, responsabile delle Relazioni Internazionali della diocesi di Assisi. La reliquia ha già viaggiato per otto diocesi irlandesi: l’arcidiocesi di Armagh, Dublino e Tuam, e le diocesi di Clogher, Derry, Down e Connor, Dromore ed Elphin, attirando ogni volta migliaia di pellegrini. Il beato Carlo, il ragazzo in “jeans e scarpe da ginnastica”, è morto per leucemia a soli 15 anni nel 2006; nutriva una passione per la santità e basava la sua vita sull’Eucaristia per crescere nel rapporto con Gesù. Come diceva sempre “Essere sempre uniti a Gesù questo è il mio programma di vita”. Oggi, la sua salma riposa nel Santuario della Spogliazione di Assisi, dove San Francesco compì il gesto profetico di spogliarsi davanti al Vescovo per affidarsi solo alla provvidenza di Dio.

Ad Assisi il convegno catechistico regionale Umbria-Marche. È il primo a livello nazionale che coinvolge due Regioni ecclesiastiche.

Dal 10 al 12 maggio 2024, alla Domus Pacis di Assisi, si terrà il convegno Catechistico Regionale Umbria-Marche, sul tema “Celebrate il Signore perché è buono? Una comunità che celebra e testimonia il Kerygma”. L’assise coinvolge 21 diocesi, 8 dell’Umbria e 13 delle Marche, ed è rivolta principalmente ai direttori degli uffici catechistici diocesani e alle loro équipe. Possono, però, partecipare anche i catechisti e i presbiteri che fossero interessati. «È il primo convegno catechistico interregionale che viene fatto in Italia», afferma don Calogero Di Leo dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve e coordinatore della commissione per la catechesi della Conferenza episcopale umbra. «Siamo all’interno del cammino sinodale della Chiesa italiana e, con il mio confratello delle Marche don Emanuele Pizzai (diocesi Senigallia), abbiamo pensato di organizzare questo convegno tra due regioni ecclesiastiche che condividono un territorio omogeneo, con una modalità di trasmissione della fede alle giovani generazioni simile. Questa proposta, che è un’apripista a livello nazionale, – continua don Calogero – è vista con occhio interessato dall’Ufficio Catechistico della Conferenza episcopale italiana ed ha trovato pieno sostegno dai nostri Vescovi umbri e marchigiani». Nel convegno si tratteranno alcune tematiche delineate da Papa Francesco in occasione del 60° anniversario della nascita dell’Ufficio Catechistico Nazionale: la nuova evangelizzazione, l’importanza della liturgia quale luogo naturale per la catechesi e l’importanza della comunità. «Il convegno – dice ancora don Calogero Di Leo – non si fermerà solo alle analisi, cercheremo di far emergere una catechesi nuova, convincente, coinvolgente, in grado di affrontare le sfide del cambiamento del mondo. Le nostre riflessioni, poi, le consegneremo alla Conferenza episcopale italiana che, una volta ricevuto tutte le proposte delle altre regioni d’Italia, avvierà una nuova progettazione della catechesi a livello nazionale».

Al convegno interverranno vari Vescovi delle due Regioni e si concluderà con la celebrazione eucaristica di domenica 12 maggio nella Basilica di Santa Maria degli Angeli presieduta da mons. Renato Boccardo arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra.

Programma Convegno Interregionale

Terni – Progetto Policoro corso di formazione “Tools To Work: Trasforma la tua Passione in Professione”

In risposta alle persistenti sfide del mercato del lavoro, che colpiscono in modo particolare le giovani generazioni, il Progetto Policoro unisce fede, speranza e impegno concreto, affrontando la disoccupazione giovanile con un approccio che armonizza le dimensioni spirituali e lavorative.

Caratterizzato da una tessitura economica e sociale complessa e da dinamiche demografiche preoccupanti, il territorio di Terni e la sua provincia ha trovato nel Progetto Policoro una risorsa importante per affrontare le sfide emergenti.

La creazione di spazi di dialogo tra i giovani e le imprese locali, la promozione di stage e tirocini, e la collaborazione con le istituzioni educative sono solo alcune delle attività che l’equipe diocesana del Progetto Policoro di Terni-Narni-Amelia, ha programmato per quest’anno.

In particolare dal 22 maggio all’11 giugno si terrà il corso “Tools To Work: Trasforma la tua Passione in Professione” una proposta ed occasione di grande valore per tutti i giovani del territorio. Esperti di comprovata fama e successo locale nei rispettivi settori di riferimento guideranno i corsisti, fornendo loro non solo istruzioni, ma anche visioni approfondite e strategie applicabili nel loro futuro professionale.

Strutturato in 8 moduli, il corso offrirà ai partecipanti l’opportunità di formarsi gratuitamente su tematiche attuali e richieste dal mercato del lavoro: l’orientamento al lavoro, la preparazione di un curriculum e tecniche per colloqui; l’etica del lavoro: fondamenti dei principi etici nel contesto lavorativo; la cultura delle Startup: fondamenti su come avviare e gestire imprese emergenti nel contesto economico attuale; diritto del lavoro: conoscenze essenziali sulle normative che regolano i rapporti di lavoro; gli strumenti di ricerca attiva del lavoro.

Oltre alla formazione teorica, gli iscritti più meritevoli avranno l’opportunità di vivere un’esperienza pratica di tirocinio retribuito presso aziende locali. Questa possibilità sarà riservata a coloro che dimostreranno interesse durante il corso e che frequenteranno più dell’’80% delle lezioni. In questo modo, il percorso formativo non solo arricchisce il bagaglio di conoscenze, ma diventa un vero trampolino di lancio per il futuro lavorativo dei partecipanti.
I destinatari diretti di questo percorso sono i giovani dai 19 ai 35 anni d’età, con una buona padronanza della lingua Italiana, in cerca di un’occupazione e che coltivano il desiderio di crescita personale e professionale.

Il corso sarà completamente gratuito ed avrà luogo presso i locali di Casa Sant’Alò a Terni. Per informazioni: Valerio Nevi centro servizi Progetto Policoro, casa Sant’Alò Terni (aperto il venerdì dalle 15.30 alle 18.30) email: diocesi.terni@progettopolicoro.it

Link per iscrizione: https://forms.gle/xQ1b6aRWHyyMSKPs7

 

La situazione locale, segnata da una significativa diminuzione della popolazione giovane e da un tasso di inattività giovanile allarmante, oltre a una migrazione crescente verso aree più prospere, evidenzia la necessità di interventi mirati e di politiche innovative.

Le statistiche delineano una contrazione del 24,8% della popolazione tra i 25 e i 40 anni, con una esacerbata fuga di talenti e un aumento della disoccupazione giovanile. Questo contesto è aggravato da una disoccupazione femminile in aumento e da una crisi industriale che ha messo a dura prova il tessuto economico della regione.
In risposta a questa situazione, il Progetto Policoro ha implementato una serie di strategie per stimolare l’impiego giovanile e promuovere una cultura del lavoro costruttiva.

A Solomeo presentazione libro Economia Umana Vescovo Sorrentino: “Senza etica le regole economiche non reggono”.

“Abbiamo bisogno di una marea di umanità, perché il capitalismo deve essere direttamente proporzionale all’umanità. Le regole del capitalismo non possono essere quelle di 100, 200, 1000 anni fa, ci vuole un capitalismo contemporaneo”. Lo ha detto nel pomeriggio di giovedì 2 maggio Brunello Cucinelli, presidente esecutivo e direttore creativo della Brunello Cucinelli Spa, nel corso della presentazione, all’interno del teatro Cucinelli a Solomeo, del libro scritto dal vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, intitolato “Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica” (Ed. Vita e Pensiero, pagg. 364), alla quale hanno preso parte oltre al vescovo e all’imprenditore, il rettore dell’Università degli studi di Perugia, Maurizio Oliviero e la giornalista della redazione economica dell’Ansa, Monica Paternesi. “Credo che siamo in un momento di grandissimo cambiamento dell’umanità e questo fa parte della sostenibilità umana perché c’è una sostenibilità del clima, c’è una sostenibilità economica (Quanto guadagni, dove lavori, in che condizioni lavori), c’è una sostenibilità spirituale (‘Se mi tratti meglio il mio spirito sta meglio ed è anche più creativo’), c’è una sostenibilità culturale, una tecnologica e poi c’è la sostenibilità morale. Io vorrei essere il classico italiano – ha sottolineato Cucinelli – che contribuisce con la mia impresa alla crescita della mia Italia. Dobbiamo tornare a far sì che dall’impresa tutti possano avere i giusti profitti”. Nel suo intervento il vescovo ha messo in evidenza l’attualità del pensiero del Toniolo, che già nel 1873 parlava di etica “come fattore intrinseco delle leggi economiche. Cosa che detta così a quel tempo – ha aggiunto – era una specie di bestemmia scientifica, era blasfemo dal punto di vista dell’economia mainstream sia teorica che pratica prevalente. Invece Toniolo passò una vita a dimostrare questo e oggi noi ci troviamo di fronte ad una economia mondiale – perché di questo ormai parliamo – che va alla ricerca spasmodica di uno scenario condiviso di valori, perché senza alcune regole etiche che stiano dentro anche al discorso economico si rischia molto”.

Il rettore Oliviero, ringraziando l’autore per il volume, ha rilevato che “Toniolo era un economista, ma per molti agli inizi era considerato un sociologo proprio per la difficoltà di comprenderne il pensiero secondo cui l’economia non era esclusivamente una computazione ragionieristica, statistica e matematica. L’economia – ha detto il Magnifico – è il tentativo di provare a costruire delle regole per far funzionare bene la casa, per prendersi cura della casa. Questo presuppone che le origini del pensiero economico risiedono in qualcosa che mira a prendersi cura, a dei valori, a dei bisogni. L’autore prova a ritirare fuori un elemento di riflessione di Toniolo che è l’elemento civile, inteso come comunità”.

Narni – festa del patrono San Giovenale. Mons. Soddu: «Davanti agli innumerevoli mali del mondo, della nostra società, delle nostre famiglie, abbiamo l’invito di Gesù ad orientare la nostra vita a lui».

La festa del santo patrono Giovenale è per la comunità narnese un forte momento d’incontro, nel rinnovare la tradizione religiosa e culturale. La festa liturgica, il 3 maggio, è stata celebrata con il solenne pontificale presieduto dal vescovo Francesco Antonio Soddu e la processione per le vie della città con il busto del Santo. Il tutto accompagnato dallo scenario della città antica e dalla coreografia della sfilata del corteo storico in ricchi abiti medievali.
Una presenza viva quella di San Giovenale, che con la sua predicazione divenne l’anima dell’intera città nei secoli difficili delle persecuzioni contro i cristiani. Alla celebrazione nella concattedrale di Narni erano presenti il sindaco Lorenzo Lucarelli, che ha donato l’olio e acceso la lampada davanti al busto di San Giovenale e recitato la preghiera di affidamento al santo patrono, il vice presidente della provincia di Terni Gianni Daniele, la consigliera regionale Eleonora Pace, i sindaci dei Comuni di Calvi dell’Umbria, di Otricoli, di Osilo in provincia di Sassari, autorità civili e militari, i rappresentanti delle parrocchie del narnese che hanno offerto i ceri, i rappresentanti dei Terziari Fraporta, Mezule e Santa Maria e del corteo storico della Corsa all’anello, i cavalieri e dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme, l’Unitalsi e tanti fedeli narnesi. Hanno concelebrato il parroco della Concattedrale di Narni don Sergio Rossini, il vicario generale della diocesi mons. Salvatore Ferdinandi, il vicario foraneo di Narni don Jean Pierre Kalongisa, i canonici del capitolo della Concattedrale di Narni, i sacerdoti della diocesi di Terni-Narni-Amelia.
Ricordando la figura del santo patrono e primo vescovo di Narni, mons. Soddu ha sottolineato come San Giovenale sia un testimone attuale della fede «che ha saputo incarnare nella propria vita il vangelo delSignore; con la sua esperienza di vita, tutta donata al Signore, è per noiespressione viva ed eloquente di quanto in Dio e solo in lui si trovi larealizzazione piena della vita».
«L’ideale alto, supremo dell’essere cristiano – ha aggiunto il vescovo -, appartenente a Gesù Cristo, a colui che è la vita bella e buona e che vivifica e nutre come acqua viva e pura tutto ciò a cui arriva, ha orientato e sostenuto san Giovenale; ma non di meno coinvolge ogni cristiano; coinvolge ed interpella ciascuno di noi, dandoci la preziosissima opportunità di essere non solo seguaci o imitatori di questo messaggio, quanto piuttosto depositari di un grande tesoro, anche se questo è contenuto nella nostra fragile vita. Ciò che per noi sarà necessario fare, è accoglierlo ed impastarlo all’interno delle nostre esperienze; facendolo quindi ben agire, questo significa che ciascuno di noi in questo tempo, ai nostri giorni, è chiamato a dare il personale contributo sia per la propria realizzazione e sia per il progresso della società».
Il vescovo ha fatto anche riferimento alla pace e al cammino sinodale della chiesa cattolica: «Davanti agli innumerevoli mali del mondo, della nostra società, delle nostre famiglie, dei nostri mali personali, abbiamo l’invito di Gesù a dirigere l’attenzione su di lui; ma ancor di più: ad orientare la nostra vita a lui. Il Signore ci dice “Venite a me”, ossia orientate la vostra esistenza, il vostro cammino, il vostro progetto di vita verso di me. Tutto il resto verrà di conseguenza. Anche dinanzi ai mali della storia, pensiamo alle guerre e alle continue violenze e ingiustizie, abbiamo questo invito, questa proposta del Signore: “Venite a me”. La preghiera per la pace e sui mali ed ingiustizie non sia perciò ridotta all’invocazione affinché Dio possa fare il suo dovere, quasi di risolutore dei nostri problemi e per di più a prescindere dalla nostra volontà. Il criterio invece è un altro: quello che tiene insieme le due realtà, ossia il volere di Dio e le intenzioni degli uomini. Soltanto orientando e dirigendo decisamente la vita in questa direzione si può ottenere la pace; l’inverso non fa altro che fomentare ulteriore oppressione e stanchezza, illudendosi che prima o poi si potrà ottenere una vittoria, che sarà comunque falsa per tutti, vincitori e vinti. Si pensi alle piccole dispute colme di rancore, alle dinamiche del gioco d’azzardo, a quelle delle più svariate dipendenze, fino ad arrivare ai conflitti tra le nazioni e le guerre, che alla fine lasciano sul campo solo distruzione e morte. Per questo la pace si costruisce anche nella sana politica, valore che va recuperato, perché è il sale del saper vivere e saper convivere.
In questo tempo di percorso sinodale della Chiesa, in questo tempo di preparazione al Giubileo, dal titolo “Pellegrini disperanza”, quanto ci viene oggi offerto è per noi il punto di riferimento essenziale; tutto il resto acquista senso e significato soltanto in rapporto a Gesù, ossia egli è il tutto; e la nostra vita potrà essere bella e colma di senso solo in riferimento a lui».
Al termine della celebrazione il corteo storico, musici, tamburini, bambini e ragazzi del catechismo, i sacerdoti e le autorità sono usciti in processione con il busto di san Giovenale fino a piazza dei Priori, dove il vescovo Soddu ha salutato la cittadinanza e pregato per la città. La cerimonia si è conclusa con il rientro in cattedrale e la benedizione finale del vescovo alla comunità narnese e alla città.

OMELIA DEL VESCOVO

“Stand By Me 2024”, tanta giovane energia per la Chiesa e la società

Oltre mille giovani animatori degli oratori delle Diocesi di Perugia e di Assisi si sono ritrovati per la loro due-giorni di formazione “Stand By Me 2024, per lasciare la tua impronta”, dal 30 aprile al 1°maggio, al Teatro Lyrick di Assisi. Promosso dal Coordinamento Oratori Perugini e dal Comitato Anspi Perugia con il coinvolgimento delle Pastorali giovanile, universitaria e vocazionale delle due Diocesi, in questa due-giorni si sono tenuti momenti di preghiera e di adorazione eucaristica, di formazione-animazione, di laboratori e di divertimento in preparazione alle attività estive dei “Gr.Est.”. Non è mancato neppure il concerto-testimonianza dei “Reale” (www.realemusica.it), preceduto dall’esibizione canora di Matteo Ricci, giovane molto promettente dell’oratorio “Sentinelle del Mattino” di San Sisto. Tanto entusiasmo si è colto nei diversi gruppi di animatori, come in quello dell’oratorio “GP2” dell’Unità pastorale “San Giovanni Paolo II”, che ha mandato in scena lo spettacolo conclusivo, una divertente “moderna Odissea”.
Cristo è l’essenziale. «È stato bello ascoltare testimonianze di vita e di servizio, oltre ad aver vissuto momenti di canti, balli e giochi condivisi con gli altri gruppi di animatori scambiandoci esperienze», hanno commentato Gioele Vinti, Teresa Milletti e Martina Ciaccio, del “GP2”. Quest’ultima, educatrice del gruppo, ha precisato: «L’adorazione eucaristica è stata molto sentita nei miei ragazzi, seppur stanchi ma con un bello spirito. Questo ci deve ricordare che Cristo è il centro ed è Lui motore di tutto, è l’essenziale».
Fare della vita un dono. L’arcivescovo Ivan Maffeis, nel conferire il “mandato di animatore” ai giovani, insieme al confratello Domenico Sorrentino, e commentando alcuni loro pensieri, ha detto: «Nel parteciparci paure, chiusure, tentazioni di stare con pochi, si coglie un messaggio, una volontà che è la bellezza di stare in mezzo, di stare vicini ai ragazzi, di ascoltare quello che hanno a cuore, quello che sono contenti di confidarci. Di fatto, dando loro fiducia, sanno che l’autorevolezza di ogni animatore cresce nella misura in cui diamo fiducia alle persone che si sono affidate. Ma con questo servizio, a volte, si prova una grande impotenza e come ultima risorsa è aprire la porta della chiesa.
Come vescovi vi diciamo: “ragazzi, aprite quella porta”, perché noi abbiamo bisogno di voi, della vostra sensibilità. Il desiderio che avete non è tanto di riti, ma di gesti, di parole autentiche, vere. Portateci i vostri bisogni di relazioni, di affetti, portateci le domande della vita. Camminate con chi sa porvi le domande e condividere le domande del cuore a partire dalla domanda di felicità, di una vita buona, di una vita riuscita. Sono le domande che ci fanno camminare». Facendo da eco alle parole di don Daniele Malatacca, giovane sacerdote e coordinatore del progetto “Stand By Me 2024”, nell’indicare il Crocifisso posizionato sul palco del Lyrick, mons. Maffeis ha esortato i giovani a non mollare Gesù Crocifisso, perché «Lui non ti chiede la vita, Lui te la dona e quando tu incontri qualcuno fai della tua vita un dono giocandola d’attacco, con coraggio».
Il volto della fede e di Dio. Alessandro Gallo con la moglie Francesca Cadorin dei “Reale” ha così commentato lo “Stand By Me 2024”: «Questa due-giorni vi riempie il cuore di cose belle che io e mia moglie non abbiamo vissuto nella nostra adolescenza. Siamo cresciuti nella “Comunità Cenacolo” di madre Elvira… La nostra è una storia di resurrezione, passando dalla tossicodipendenza e solitudine alla vita. Questa sera stiamo creando un antidoto alla solitudine e questo è il motivo bello perché voi siete qui… Nella vita si sente il bisogno di felicità stando con gli altri, trovando degli amici e la nostra esperienza ci ha portato a trovare la felicità attraverso il cammino di fede, che non è diverso da quello che state vivendo voi come giovani animatori d’oratorio… Questo è uno di quei posti giusti dove coltivare i sogni della vita di ciascuno… Abbiamo bisogno di sperare che in mezzo a voi ci siano san Francesco, don Bosco… e abbiamo bisogno di sperare che voi vi prendiate cura della vostra vita per prendervi cura della vita dei nostri figli. Se siete qui è perché ce lo state dicendo, perché il volto della fede e di Dio siete voi”.
Formarsi per formare. Nel tracciare un “bilancio” del “Stand By Me 2024”, don Riccardo Pascolini, responsabile del Coordinamento Oratori Perugini, ha commentato: «Abbiamo vissuto un evento molto bello, al di sopra delle aspettative sia qualitative sia quantitative che per la presenza dei sacerdoti che hanno accompagnato i diversi gruppi di animatori. Soprattutto vorrei sottolineare la bellezza del processo che ha portato all’evento, il gruppo dei ragazzi che da un anno, settimana dopo settimana, sta elaborando, pensando e pregando insieme, vivendo momenti di formazione, per poi a sua volta formare i più piccoli. Questo coinvolgimento dei giovani per i giovani è un coinvolgimento positivo e di successo che può essere di esempio per altre realtà oratoriali».

 

Città di Castello e Gubbio – Cammino sinodale: è iniziato il lavoro della Commissione interdiocesana

Entrando nel chiostro del convento francescano di Santa Maria della Pietà, a due passi dal centro storico di Umbertide, si percepisce subito che si sono dei “lavori in corso”. Non si tratta di un recupero edile o di un restauro artistico: le voci che si affiancano e di sovrappongono fanno capire che si è nel vivo di un lavoro pastorale, intenso e vivace. Per la prima volta, le due Chiese locali di Città di Castello e Gubbio sperimentano insieme un tratto del Cammino sinodale, attraverso la Commissione interdiocesana pensata dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e lanciata con un documento dal titolo “Nella Chiesa e nel mondo siate testimoni del dono della vita e dell’amore – Per una pastorale formato famiglia”.

Paolucci Bedini: una partecipazione straordinaria
“Il lavoro è iniziato – spiega proprio don Luciano, che da quasi due anni guida le due diocesi unite in persona episcopi – e insieme affrontiamo la questione della pastorale con attenzione alla famiglia e alle famiglie in generale, con una partecipazione straordinaria di tante persone, soprattutto coppie e alcuni consacrati, sacerdoti, laici e diaconi che vengono sia dalla diocesi di Gubbio che da quella di Città di Castello”.

La ‘comunione’ tra tutti i quasi 110 componenti della Commissione sinodale inizia sui canali digitali, con i materiali preparatori di ogni incontro anticipati via email e nella chat creata per raggiungere i telefonini di ciascuno.

Chiesa: una ‘famiglia di famiglie’
“Abbiamo cominciato – aggiunge il vescovo Paolucci Bedini – approfondendo il tema della Chiesa pensata proprio come una ‘famiglia di famiglie’, a partire da quello che già viviamo nelle nostre comunità, ma anche alla ricerca di ciò che ci può aiutare a crescere su questo cammino. Si tratta del primo di quattro incontri che vivremo fino alla fine di giugno, alternando in luoghi differenti, soprattutto quattro oratori: due della diocesi di Gubbio e due della diocesi di Città di Castello”.

Nell’incontro di domenica scorsa a Umbertide, mentre i gruppi di lavoro si confrontavano sui temi pastorali riuniti nelle sale o nel chiostro di Santa Maria della Pietà, dalle finestre si scorgevano i più piccoli giocare nel giardino dei frati francescani.

Pacchioni: ripensare la pastorale con le famiglie
“È stata sicuramente un’esperienza molto importante – commenta a fine incontro Alessandro Pacchioni, referente diocesano per Castello e regionale per l’Umbria del Cammino sinodale della Chiesa italiana -, con una grande risposta perché abbiamo più di 108 iscritti al percorso che ci ha proposto il nostro Vescovo. Oggi eravamo presenti in più di una settantina. Un percorso che interessa la nostra Chiesa, soprattutto perché ci farà riflettere su quello che è il senso e il ruolo della famiglia, quindi ripensare tutta la pastorale mettendo al centro la famiglia. Sono incontri che iniziano con un momento di fraternità, perché ci si trova tutti per pranzo, con chi vuole, ed è un momento anche per conoscerci tra ‘Chiese sorelle’, che ormai da due anni camminano insieme, conoscere anche i visi, le persone, quello che facciamo e soprattutto anche confrontare le nostre esperienze, quelle che sono le nostre ricchezze, ma anche le nostre debolezze. Al momento del pranzo segue un momento di introduzione ai lavori che viene fatto dal nostro Vescovo. Poi ci dividiamo in gruppi di lavoro e utilizziamo lo stile sinodale. Cioè, ci mettiamo uno in ascolto dell’altro e cerchiamo di capire quello che lo Spirito ci suggerisce e suggerisce al percorso che le nostre Chiese dovranno fare”.

La prossime tappe del cammino
Prossimo appuntamento, domenica 19 maggio, nell’oratorio della Madonna del Latte a Città di Castello, per parlare de “La missione delle famiglie cristiane”. Domenica 9 giugno, nell’oratorio “Don Bosco” di Gubbio, incontro su “L’alleanza pastorale ordine-matrimonio”. Domenica 30 giugno, infine, l’incontro su “L’evangelizzazione in stile familiare” nell’oratorio “Ore d’oro” di Trestina.

“Stand By Me, per lasciare la tua impronta”, Assisi, 30 aprile e 1° maggio. In più di mille alla due-giorni di formazione, animazione e preghiera per giovani animatori delle attività oratoriali estive

Da martedì 30 aprile (dalle 16.30) a mercoledì 1° maggio (fino alle 18.30), al Teatro Lyrick di Assisi, saranno oltre mille i giovani di “Stand By Me, per lasciare la tua impronta”, la due-giorni di formazione tra preghiera, animazione, divertimento e laboratori per gli animatori di 29 Oratori delle Diocesi di Perugia-Città della Pieve e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino impegnati nelle attività oratoriali estive. La finalità dell’atteso evento, sottolineano gli organizzatori, è quella di «far emergere e orientare le passioni dei ragazzi affinché possano trovare la loro identità, vocazione e missione».

L’incontro è promosso dal Coordinamento Oratori Perugini ed il Comitato Zonale Anspi Perugia-Città della Pieve, con il sostegno di alcuni sponsor (Umbra Acque, Massinelli SRL, Grifoflex srl, Sovvenire, Mr Print) ed il coinvolgimento delle altre componenti dell’Area Giovani della Diocesi di Perugia-Città della Pieve (Pastorale Giovanile, Pastorale Universitaria e Pastorale Vocazionale) e della Pastorale giovanile di Assisi.

«Il grazie più grande – dicono gli organizzatori – va all’equipe del Coordinamento Oratori Perugini “Stand By Me”: venti giovani che hanno deciso di dedicare il loro tempo, tra lo studio, il lavoro e gli impegni nei propri oratori, per organizzare quest’evento con cura, dedizione e tanto amore per gli altri e per la loro Chiesa diocesana!».

«Il programma della due-giorni di “Stand By Me” è molto nutrito – concludono –: oltre venti stand di formazione su vari ambiti, il mandato del vescovo Ivan a tutti partecipanti in vista dei prossimi “Gr.Est” e lo spettacolo conclusivo che propone lo spettacolo “Odissea + o –“ sul tema del Gr.Est 2024 “A Gonfie Vele” realizzato dal Laboratorio Teatrale Cielo insieme a Kalè490».

Grande è l’attesa fra i giovani per la band rock cristiana “Reale”, che sul palco del Lyrick, martedì sera, terrà un concerto di evangelizzazione intonando ventuno canzoni con cui i sei giovani artisti si spendono per il Vangelo, annunciando testimonianze di vita intervallate da preghiere, al cui centro c’è l’adorazione eucaristica.

«È dalla droga, dalla strada, dalla notte, dalla ricerca forsennata di senso e di felicità che nascono i “Reale”. Quando la corsa di Alessandro Gallo e Francesca Cadorin, negli anni ’90 tossicodipendenti, impatta nell’abbraccio di Madre Elvira nella Comunità Cenacolo, la rabbia si trasforma in curiosità, l’odio in stima, il giudizio in conoscenza e il bisogno di felicità in cammino di Fede». Questo ed altro ancora è presentato nel loro sito web (www.realemusica.it) per contribuire, con la propria vita e la loro musica, «a far festa testimoniando la bellezza di scegliere Gesù trovando in Lui la propria identità, vocazione e missione».

La “campagna” comunicativa social di “Stand By Me 2024” continua su Instagram e YouTube:

https://www.instagram.com/standbymeperugia?igsh=OGd4eDA2M2FkcnBo

https://youtube.com/@StandByMe-Perugia?si=v3j6_HgY4Qe0jxm8)

Assisi – A Solomeo una nuova presentazione del libro “Ecomia umana”

Nuova presentazione per il libro del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, intitolato “Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica” (Ed. Vita e Pensiero, pagg. 364). L’incontro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 18 al Teatro Cucinelli in via Giovine Italia a Solomeo.
Interverranno Brunello Cucinelli, presidente esecutivo e direttore creativo della Brunello Cucinelli Spa; il vescovo Sorrentino; Maurizio Oliviero, rettore dell’Università degli Studi di Perugia; modera la giornalista della redazione economica dell’Ansa Monica Paternesi.

“Ringrazio l’imprenditore umbro e il rettore dell’Università di Perugia che si sono resi disponibili a dialogare su una figura, come quella di Giuseppe Toniolo spesso citato ma poco conosciuto – sottolinea il vescovo – . Un economista “emarginato” perché “anticipatore”, come dice l’economista Stefano Zamagni. Questo saggio “Economia umana” colma una lacuna, portando lo sguardo in modo sistematico e attualizzante sul suo “Trattato di economia sociale” e gli altri suoi scritti. Il pensiero del Toniolo, insomma, dall’A alla Z. La chiave della visione tonioliana è il rapporto tra etica ed economia. Proprio questa prospettiva – aggiunge l’autore – torna oggi di attualità, di fronte a un’economia globale alle prese con questioni drammatiche come la disuguaglianza, la povertà e il dissesto ecologico. Urge un nuovo paradigma che superi la polarizzazione Stato-mercato, recuperando il ruolo, anche economico, della società civile. C’è bisogno di un’economia ridisegnata sulla base di un’antropologia integrale. L’iniziativa Economy of Francesco, con la quale il Papa ha chiamato i giovani economisti di tutto il mondo a fare un patto per un’economia più fraterna e solidale, cerca ispiratori e veri maestri. Toniolo è uno di essi, ed è importante riportarlo alla ribalta”.

Presentata l’opera in due tomi Storia del Cristianesimo in Umbria, che racconta anche la dimensione sociale, politica e culturale. Andrea Riccardi: «Non si capisce l’Umbria senza il Cristianesimo».

«L’Umbria è traversata da una storia di entusiasmo e il Cristianesimo è anche storia di entusiasmo e quando l’entusiasmo si espelle dall’istituzione ecclesiale prende altre vie. Io credo che questo libro se lo leggiamo, lo sfogliamo, ci meditiamo…, ci fa capire questo carattere particolare, spirituale del Cristianesimo umbro, che è come un’isola vicina e lontana da Roma. Questa grande storia cristiana di venti secoli è un’eredità per la Chiesa e per i cristiani, ma anche per tutti gli umbri. Senza il Cristianesimo non si comprende una parte dell’Umbria». Lo ha precisato il prof. Andrea Riccardi, ordinario di Storia contemporanea, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e già ministro della Repubblica, nel rilasciarci una breve intervista a margine della presentazione dell’opera in due tomi della Storia del Cristianesimo in Umbria per i tipi della Libreria Editrice Vaticana (LEV), tenutasi a Perugia, il 23 aprile, in una gremita sala dei Notari del palazzo comunale dei Priori, promossa dalla Conferenza Episcopale Umbra (CEU).
Riccardi, parafrasando il filosofo liberale per eccellenza, Benedetto Croce, “perché non possiamo non dirci cristiani”, ha commentato: «perché davanti a una storia così grande, così importante, noi non possiamo non sottovalutare quanto non si capisce l’Umbria senza il Cristianesimo e quanto questo Cristianesimo, per credenti e non credenti, ha influito profondamente e ha segnato tutta la regione ed anche, come ha detto il cardinale Giuseppe Betori, “l’Umbria fuori dall’Umbria”. L’Umbria non è un cristianesimo provinciale, è la metà di pellegrinaggi, è attrattiva, da Carlo Carretto ad Aldo Capitini, all’Eremo di Maria di Campello a tanti uomini e donne di fede, dì santità, che sono venuti in questa regione e si sono installati fino ai nostri giorni, come il giovane Carlo Acutis. C’è un’attrazione spirituale dell’Umbria che ha radici stratificate e molto profonde, che hanno avuto la massima espressione e testimonianza, influenzando non poco l’intera storia della Chiesa e non solo, in Benedetto da Norcia e in Francesco d’Assisi».
Riccardi, soffermandosi sulla storia del cattolicesimo dopo il Concilio Vaticano II, ha precisato: «ha una sua forza tutta particolare e io questo lo credo e mi sembra molto importante il tema post-conciliare dell’Umbria. La vicenda post-conciliare è stata una vicenda di entusiasmo se penso a figure di preti intellettuali, modernisti in gioventù, che disserro e scrissero: “con il Concilio i nostri sogni sono realizzati”. Non è vero che il Concilio è una continuazione del Modernismo, ma è una primavera e l’Umbria ha vissuto pienamente questa primavera».
Oltre all’ex ministro Riccardi sono intervenuti alla presentazione il cardinale Giuseppe Betori, originario di Foligno, culture della materia, la presidente della Regione Donatella Tesei, mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della CEU, e padre Marek Inglot (SJ), presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, l’organismo vaticano che ha accolto la pubblicazione di quest’opera in una sua prestigiosa collana.
Il cardinale Betori, in sintesi, ha rilevato quanto l’Umbria, pur piccola regione, «è sorgente di spiritualità che ha saputo influenzare la storia dell’umanità intera ad iniziare dal principio di interiorità». Per l’arcivescovo presidente della CEU mons. Renato Boccardo, come ha sottolineato nella presentazione di quest’opera, «non si tratta di procedere alla semplice riscoperta di tempi passati, né tanto meno di rivisitare una cultura datata, ma di ritrovare la continuità di un messaggio che mantiene fresca la sua attualità». Anche la presidente della Regione Donatella Tesei, soffermandosi sui numerosi contributi di studiosi e ricercatori raccolti nei due tomi, ha evidenziato quanto essi «pagina dopo pagina, ci fanno scoprire e riscoprire il messaggio cristiano e il lungo filo di continuità che quel messaggio ha mantenuto nella cultura umbra, attraversando con forza i secoli della storia della nostra regione».
Prima di menzionare ciascun autore (oltre trenta), inclusi i tre curatori della pubblicazione, non si può non sottolineare la prestigiosa collana “Atti e Documenti” del Pontificio Comitato di Scienze Storiche della Santa Sede presieduto padre Marek Inglot. Collana che ha avviato la sua attività nel 1980 nell’ospitare studi su tutti gli ambiti della Storia della Chiesa, dall’Antichità al Medioevo, sino all’Età Moderna e Contemporanea. E la Storia del Cristianesimo in Umbria rientra totalmente in questa attività. Nell’intervenire alla presentazione, il presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche ha richiamato l’’importanza “scientifica” di quest’opera nel suo insieme, tassello significativo dell’intera Storia del Cristianesimo, contribuendo a colmare lacune dovute alla narrazione frammentata e incompleta, in tempi passati, della Storia.
Sono gli stessi curatori dei due tomi, gli storici Andrea Maiarelli, Pierantonio Piatti e Andrea Possieri, a scrivere che «l’amplissimo argomento godeva già di larga trattazione, affrontato in vario modo e in stagioni storiografiche diverse da specialisti di molteplici ambiti disciplinari», ma a tutt’oggi «esso risultava carente di uno strumento di sintesi che permettesse la ricostruzione organica di quasi due millenni di storia». Un periodo amplissimo e complesso anche per l’Umbria, nel corso del quale, evidenziano i tre curatori, «il mutevole intreccio tra società civile e Cristianesimo ha delineato i caratteri propri di questa terra».
Chi sono gli autori di oltre 1.100 pagine complessive dei due tomi che compongono questa monumentale Storia del Cristianesimo in Umbria? Menzionati in sommario: Fabio Fatichenti, Andrea Maiarelli e Daniele Sini per il capitolo dell’“Introduzione generale”; Francesco Marcattili, Giorgio Bonamente, Donatella Scortecci, Pierantonio Piatti, Alessio Pascolini e Giovanni Riganelli per il capitolo “Antichità ed alto Medioevo”; Nicolangelo D’Acunto, Stefania Zucchini, Andrea Czortek, Luigi Pellegrini, Enrico Menestò, Stefano Brufani, Giovanna Casagrande, Emore Paoli, Valeria Danesi e Mirko Santanicchia per il capitolo “Basso Medioevo”; Mario Tosti, Chiara Coletti, Alessandro Serra, Mauro Papalini, Rita Chiacchella e Laura Teza per il capitolo dell’“Età moderna”; Maria Lupi, Giancarlo Pellegrini, Andrea Possieri, Alessandro Ronci, Valerio De Cesaris, Luciano Tosi, Andrea Riccardi, Mauro Papalini e Alessandra Migliorati per il capitolo dell’“Età contemporanea.
Tutti gli autori hanno contribuito a redigere una “Storia di popolo, non solo di Chiesa”, titola il settimanale cattolico umbro La Voce, nel numero in edicola venerdì 26 aprile, nell’intervistare uno dei tre curatori, il prof. Andrea Possieri, che ha sottolineato: «Non raccontiamo solo la dimensione ecclesiale ma anche sociale, politica e culturale». Un’opera, questa, come ricorda lo stesso docente di Storia contemporanea, «intuizione felicissima dell’arcivescovo Giuseppe Chiaretti (1933-2021) non dimenticata, anzi sviluppata dai suoi successori, in particolare dall’attuale presidente della CEU l’arcivescovo Boccardo, che ha creduto sin da subito nell’opera e l’ha portata a termine con successo».
Un ruolo non secondario nella realizzazione e pubblicazione della Storia del Cristianesimo in Umbria, come ha sottolineato lo stesso mons. Boccardo, a conclusione della presentazione, è stato ricoperto dal cardinale Gualtiero Bassetti e dal dott. Amilcare Conti, segretario organizzativo della CEU.
Significativa anche la partecipazione dell’Episcopato umbro all’evento di presentazione con l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Ivan Maffeis, dal vescovo di Terni-Narni-Amelia Francesco Antonio Soddu e i vescovi emeriti Mario Ceccobelli e Riccardo Fontana. Quest’ultimo vice presidente della CEU quando si iniziò a pensare al progetto che ha poi portato alla realizzazione di quest’opera.
Riccardo Liguori