Parrocchia San Donato in Trestina. Inaugurazione dell’oratorio parrocchiale ristrutturato

Sabato 25 maggio alle ore 15.30 il vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini benedirà gli spazi destinati all’oratorio nella parrocchia di Trestina. Con questo atto viene riconsegnato alla comunità parrocchiale uno spazio che negli ultimi anni ha subito importanti lavori di ristrutturazione resi possibili grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiani che ha erogato 485.200,00 euro dai fondi dell’otto per mille.

Costruire un grande Oratorio a Trestina è un sogno che risale al lontano 2019. È nato così, senza pensarci molto, quasi crescendo dentro i giovani ed i ragazzi che vivevano l’oratorio giorno per giorno.

I giovani avevano bisogno di un luogo dove sentirsi a casa, un luogo dove vivere quotidianamente con una grande famiglia, un luogo più grande di quello esistente che si era fatto troppo piccolo. Due stanze ed un solo bagno erano troppo pochi per i tanti utenti del servizio fornito dalla parrocchia a tutta la frazione tifernate. Anche la struttura parrocchiale necessitava di un restyling, avendo più di 50 anni di vita.

Sono stati realizzati lavori di abbattimento delle barriere architettoniche, è stata ridefinita la divisione interna degli spazi ed adeguato l’impianto igienico e sanitario in quanto non più rispondente alla normativa vigente in materia, sono stati realizzati lavori di consolidamento e risanamento di alcuni locali e di tutte le componenti travi e pilastri in cemento armato a a vista.

I lavori hanno subito numerosi intoppi, primo fra tutti quello causato dalla lunga emergenza sanitaria del Covid. Dopo 5 anni possiamo il sogno è realizzato.

Il gruppo che anima l’oratorio parrocchiale ha predisposto un ricco calendario di iniziative per festeggiare l’inaugurazione dei lavori. Tra i tanti appuntamenti ricordiamo quello di sabato 25 maggio quando si terrà una cena di beneficenza; domenica 26 la santa messa alle ore 11.15 ed il successivo aperitivo; alle 21 la schola cantorum “Giovanni Medici” propone “La buona novella”. Martedì 28 maggio alle ore 21 la compagnia teatrale ora d’oro propone lo spettacolo “Non solo Pinocchio”. Venerdì 31 maggio alle ore 21 la compagnia teatrale di San Leo Bastia mette in scena “Il vecchio muro”.

“Insegnaci a pregare” – il sussidio del Dicastero per l’Evangelizzazione in preparazione al Giubileo 2025

In preparazione al Giubileo 2025 e per vivere l’Anno della Preghiera 2024, il Dicastero per l’Evangelizzazione ha realizzato questo sussidio, ispirato dal magistero di Papa Francesco, intende essere uno strumento per accompagnare i fedeli in questo tempo in vista dell’apertura della Porta Santa: l’invito è quello di intensificare la preghiera come dialogo personale con Dio, un invito che deve condurci a riflettere sulla nostra fede, sul nostro impegno nel mondo di oggi, nei diversi ambiti in cui siamo chiamati a vivere, così che possa essere alimentato un rinnovato ardore per l’Evangelizzazione dell’uomo moderno.

Insegnaci a pregare – anno della preghiera 2024 (download)

Diocesi Terni – La preghiera nell’Antico Testamento (audio)

Domenica 3 marzo 2024 ritiro di Quaresima dei catechisti, operatori Caritas parrocchiali e Azione Cattolica sul tema: “La preghiera nell’Antico Testamento”, guidato dalla riflessione di Emanuela Buccioni, Biblista e Responsabile del Settore dell’apostolato biblico della diocesi di Terni-Narni-Amelia. Nel pomeriggio, dopo un confronto tra i partecipanti, la preghiera, le esperienze e suggestioni, la giornata si concluderà alle 16.30 con la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Francesco Antonio Soddu.

1 – La preghiera nell’Antico Testamento – prima parte

2- La preghiera nell’Antico Testamento – seconda parte

NORME SULLA CONCESSIONE DELL’INDULGENZA DURANTE IL GIUBILEO ORDINARIO DELL’ANNO 2025

“Ora è giunto il tempo di un nuovo Giubileo, nel quale spalancare ancora la Porta Santa per offrire l’esperienza viva dell’amore di Dio” (Spes non confundit, 6). Nella bolla di indizione del Giubileo Ordinario del 2025, il Santo Padre, nel momento storico attuale in cui “immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza” (Spes non confundit, 8), chiama tutti i cristiani a farsi pellegrini di speranza. Questa è una virtù da riscoprire nei segni dei tempi, i
quali, racchiudendo “l’anelito del cuore umano, bisognoso della presenza salvifica di Dio, chiedono di essere trasformati in segni di speranza” (Spes non confundit, 7), che dovrà essere attinta soprattutto nella grazia di Dio e nella pienezza della Sua misericordia.
Già nella bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia del 2015, Papa Francesco sottolineava quanto l’Indulgenza acquistasse in quel contesto “un rilievo particolare” (Misericordiae vultus, 22), poiché la misericordia di Dio “diventa indulgenza del Padre che, attraverso la Sposa di Cristo, raggiunge il peccatore perdonato e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato” (ibid.). Analogamente oggi il Santo Padre dichiara che il dono dell’Indulgenza “permette di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio. Non è un caso che nell’antichità il termine «misericordia» fosse interscambiabile con quello di «indulgenza», proprio perché esso intende esprimere la pienezza del perdono di Dio che non conosce confini” (Spes non confundit, 23). L’Indulgenza, dunque, è una grazia giubilare.

NORME SULLA CONCESSIONE DELL’INDULGENZA DURANTE IL GIUBILEO ORDINARIO DELL’ANNO 2025 (download)

SPES NON CONFUNDIT – Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025

Nel segno della speranza l’apostolo Paolo infonde coraggio alla comunità cristiana di Roma. La speranza è anche il messaggio centrale del prossimo Giubileo, che secondo antica tradizione il Papa indice ogni venticinque anni. Penso a tutti i pellegrini di speranza che giungeranno a Roma per vivere l’Anno Santo e a quanti, non potendo raggiungere la città degli apostoli Pietro e Paolo, lo celebreranno nelle Chiese particolari. Per tutti, possa essere un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, «porta» di salvezza (cfr. Gv 10,7.9); con Lui, che la Chiesa ha la missione di annunciare sempre, ovunque e a tutti quale «nostra speranza» (1Tm 1,1).
Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa
sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con
scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza. La Parola di Dio ci aiuta a trovarne le ragioni. Lasciamoci condurre da quanto l’apostolo Paolo scrive proprio ai cristiani di Roma.

LA BOLLA D’INDIZIONE DEL GIUBILEO 2025 (testo integrale download)

Assisi – Santuario della Spogliazione settimo anniversario in programma dal 17 al 19 maggio: presente il cardinale Sean O’Malley

“#Nulla di proprio. Per un mondo senza guerra” è il titolo della serie di iniziative che si terranno da venerdì 17 a domenica 19 maggio in occasione del settimo anniversario dell’inaugurazione del Santuario della Spogliazione di Assisi, istituito nel 2017 e dove si terranno tutti gli eventi in programma. La tre giorni si aprirà venerdì 17 maggio alle ore 16,30 con la santa messa presieduta da fra Paolo Braghini, missionario OFMCap in Amazzonia (Parroco a Belém do Solimões). A seguire alle ore 17,30 il convegno: “Le sfide dell’Amazzonia e dell’Africa per un’economia della fraternità” al quale intervengono lo stesso fra Paolo Maria e fra Carlo Maria Chistolini, missionari in Brasile, e padre Gerard Kpadhingo, dell’associazione Madre Africa. Alle ore 21,15 “Il Cantico di Frate Sole”, performance musicale a cura di Commedia Harmonica, con la partecipazione straordinaria del maestro Simone Cristicchi (ingresso libero fino ad esaurimento posti). Sabato 18 maggio alle ore 11,00 ci sarà la consegna del “Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità”, a cui prenderanno parte il cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston, Brunello Cucinelli, presidente esecutivo e direttore creativo della Brunello Cucinelli Spa e l’onorevole Emanuele Prisco, sottosegretario di Stato per l’Interno, in rappresentanza del Governo. Alle ore 16,30 la Santa Messa presieduta da monsignor Anthony Figueiredo e alle 17.30 il convegno: “Tra Frate Sole e Sorella Morte, il Cantico da San Damiano al Vescovado, una riscoperta verso il 2025”, con gli interventi di monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno; del poeta Davide Rondoni, presidente del “Comitato nazionale per la celebrazione dell’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi”; e padre Felice Autieri, OFMConv. Alle ore 21 l’adorazione eucaristica animata da NOVA LAUDE (Arca di Nazareth). Domenica 19 maggio, infine, alle 9.30 la santa messa presieduta da padre Marco Gaballo OFMCap, rettore del Santuario della Spogliazione, e alle ore 11 la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale O’Malley. La tre giorni del Santuario della Spogliazione è organizzata dalla Fondazione diocesana Assisi Santuario della Spogliazione, con la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e il patrocinio del Comitato nazionale per la celebrazione dell’ottavo centenario morte di San Francesco d’Assisi.

Info e dirette su www.assisisantuariospogliazione.it • www.diocesiassisi.it e sui social della Diocesi e del Santuario.

Otricoli – festa del patrono San Vittore

Il 14 maggio ad Otricoli si celebra la festa religiosa dei santi patroni Vittore e Corona, con la messa nella collegiata di Santa Maria Assunta che è stata presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu, concelebrata dal parroco don Stefano Monai e da don Roberto Bizzarri, alla presenza del prefetto di Terni Giovanni Bruno, del sindaco di Otricoli Antonio Liberati, dei rappresentanti dei Comuni di Narni, Calvi dell’Umbria e delle sette Confraternite maschili e femminili di Otricoli.
La celebrazione è stata animata dalla corale Marzio Erculei.
San Vittore, giovane di Otricoli, fu arruolato nell’esercito romano, nella milizia equestre di stanza a Damasco in Siria. Durante la persecuzione di Antonino fu accusato dal prefetto dell’Egitto e della Siria e capitano generale dell’esercito imperiale dell’Asia di nome Sebastiano, di essere seguace del cristianesimo. Dopo l’interrogatorio e vari supplizi, fu decapitato il 14 maggio del 168 d.C. Il corpo di San Vittore, riportato in patria e sepolto presso la città antica di Ocriculum non lungi dal Tevere, fu ritrovato dal vescovo Fulgenzio verso la metà del VI sec. Il Vescovo fece costruire sopra la sua tomba un altare, intorno al quale ebbe origine l’Abbazia intitolata al suo nome.
“In questa festa ricordiamo San Vittore che ha offerto la sua vita per Gesù – ha detto il vescovo Soddu –. Il martirio di Vittore germogliò in frutti abbandonanti di salvezza e nella civiltà dell’amore. Oggi dobbiamo testimoniarlo anche noi, depositari di una fede, di un messaggio che è passato attraverso i nostri padre sino ad arrivare a noi. Impariamo da Vittore se vogliamo come lui vincere, se vogliamo rivoluzionare il mondo, non bisogna partire dalle cose esterne o che sono lontane da noi, ma a partire dalla propria vita. Per poter comprendere il segreto della vita cristiana, di una vita donata, dobbiamo incontrare la persona di Cristo, che è presente nella comunità, dobbiamo presidiare lo spirito della comunità, perchè è lì che si presenta Gesù. La fede in Gesù ci tiene uniti. I Santi ci testimoniano l’amore che nasce dal vedere in Gesù il senso della propria vita, pronti a sacrificare la propria vita nel nome di questo amore. Lo Spirito Santo ci può dare la forza della testimonianza, uno Spirito da alimentare, così come lo spirito della comunità deve essere alimentato, altrimenti si spegne e rimane solo qualcosa che ha bruciato e non ha lasciato che cenere. La vita è da spendere, da impegnare, come dono che abbiamo ricevuto perchè possa fruttificare. San Vittore ci indica la strada, in questo tempo di preparazione al Giubileo del 2025 “pellegrini di speranza”, ossia persone che procedendo nella vita sono in grado di dare motivazione e sostanza alla speranza che è Gesù. Un’occasione per incontrare la salvezza che solo Gesù ci può dare, che può dare la vita nuova”.

Al termine della celebrazione è seguita la processione con le reliquie di san Vittore lungo le vie della città, accompagnata dalla banda musicale di Otricoli e Fornole, e che si è conclusa sul sagrato della colleggiata, dove il vescovo Soddu ha impartito la benedizione alla città.

Cascia – presentazione del volume “Il processo di beatificazione di Santa Rita del 1626”. Interverrà il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del dicastero delle Cause dei Santi

Venerdì 17 maggio 2024 alle ore 16.00, presso la Sala Santa Chiara a Cascia, ci sarà la presentazione del volume “Il processo di beatificazione di Santa Rita del 1626”. L’opera è stata voluta dall’archidiocesi di Spoleto-Norcia, è stata stampata grazie al contributo del BIM (Bacino Imbrifero Montano) “Nera e Velino”, il curatore è Leonardo Lolli, è edita da “Il Formichiere” di Foligno e si compone di 286 pagine. Interverranno alla presentazione: l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo; il curatore dell’opera dott. Leonardo Lolli; il Prefetto del dicastero delle Cause dei Santi card. Marcello Semeraro.

Un’opera inedita. «Il processo di beatificazione di Santa Rita del 1626 – afferma il curatore Lolli – è conservato nell’archivio diocesano a Spoleto. Finora era stato studiato, soprattutto dai padri agostiniani, per ricostruire la vita di Santa Rita. Ma non era mai stato tradotto e trascritto integralmente. Quindi possiamo dire che si tratta di un’opera assolutamente inedita. Vi sono contenute una raccolta di testimonianze scritte a Cascia, che raccontano la fama di santità, le virtù e i miracoli di Santa Rita. Quest’opera ha l’obiettivo di far conoscere ancora meglio la biografia della Santa e di aumentarne la devozione». Da ricordare che il processo di beatificazione di Santa Rita fu celebrato dal vescovo di Spoleto Lorenzo Castrucci, su proposta di papa Urbano VIII che di Castrucci era stato predecessore nella cattedra episcopale spoletina. Fu poi lo stesso Urbano VIII ad ascrivere Rita nell’albo dei Beati.

Le parole dell’Arcivescovo. «La lettura delle pagine del libro – afferma l’arcivescovo mons. Renato Boccardo – suscita curiosità e stupore, e nel contempo dice come la testimonianza di una vita vissuta nella santità generi ammirazione, affidamento, gratitudine e anche desiderio di imitazione. Le deposizioni raccolte nel Processo possono suscitare anche in noi non solo il desiderio di meglio conoscere la vita di questa donna e la conferma della sua potente intercessione presso il cuore di Dio ma, soprattutto, la nostalgia di una vita santa, capace di produrre frutti di bene e di testimonianza di vita cristiana in questo mondo disorientato e inquieto».

Calvi dell’Umbria – festa del patrono San Pancrazio

Celebrata domenica 12 maggio, solennità dell’Ascensione, la festa del patrono san Pancrazio con la messa presieduta dal vescovo Francesco Soddu, concelebrata dal parroco di Calvi don Pietro Blaj, e accompagnata dal corteo, nel quale la figura del patrono Pancrazio è impersonata dai “Signorini”, dai musici, tamburini e sbandieratori, alla presenza del sindaco di Calvi Guido Grillini e dei sindaci di Stroncone, Otricoli, Configni. Nel corteo sono stati anche presentati degli “Stendardi”, enormi gonfaloni di cui 2 rossi, rappresentanti il sacrificio del martirio e 2 bianchi denotanti la purezza del giovane cavaliere. Ogni contrada Fiamme, Castello, Croce e Drago, esprime un Signorino che è il fulcro del corteo, perchè impersona il Santo Martire, un giovane cristiano martirizzato all’età di quattordici anni, a Roma sulla via Aurelia, sotto l’impero di Diocleziano.
“In questo giorno dovremmo approfondire il senso cristiano della festa e le sue radici autentiche – ha detto il vescovo Soddu -. Per capire la nostra vita dobbiamo rimanere uniti come comunità nella preghiera e nella fede, di modo che lo Spirito Santo possa scendere sulla nostra comunità e illuminarci. Lo Spirito necessità, come il fuoco, di essere sempre ravvivato e rinnovato. Gesù aveva detto agli apostoli di non allontanarsi, perchè sarebbero stati battezzati nello Spirito Santo, il dono dello Spirito Santo, in forza del quale gli apostoli avrebbero compreso tutto quello che Gesù aveva annunciato. Anche l’esistenza di san Pancrazio, sia pur breve fu, proprio nel fiore della giovinezza, illuminata e fecondata da una luce e da un germe particolari, i quali, piuttosto che indebolirne il vigore e la crescita, diedero al giovane Pancrazio il motivo, la leva, il fulcro su cui poter fondare il senso del proprio essere, e così poter vivere pienamente la vita che gli era stata concessa. Dobbiamo, come il nostro patrono, testimoniare la fede con un’atteggiamento ascensionale e non di caduta, come quando si è oppressi da ciò che può sconfiggerci e si spofonda nella miseria, nel peccato, nella guerra, nel male. O si ascende o si sprofonda. Allora liberiamo il nostro cuore e incontriamo Gesù e come San Pancrazio che ha forgiato la sua vita con esercizi autenticamente religiosa e spirituale”.
E’ seguita la processione verso la montagna di San Pancrazio. Lungo la strada verso il monte le autorità Calvesi e quelle preposte a rappresentare le comunità limitrofe, procedono alla storica revisione dei confini definita per arbitrato nel 1456 da Papa Callisto III, nella quale, veniva riconosciuto ai calvesi il monte e l’eremo di San Pancrazio. La celebrazione sul monete è stata presieduta da don Sergio Vandini.

Assisi – convegno interregionale, Umbria-Marche, di catechesi. Tra le proposte emerse quella di realizzare un forum permanente di aggiornamento e operatività tra le due regioni ecclesiatiche.

Circa 150 catechisti dell’Umbria e delle Marche hanno partecipato al convegno che si è tenuto alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli di Assisi dalla sera di venerdì 8 maggio a domenica 12 maggio. L’incontro sul tema “Celebrate il Signore perché è buono? Una comunità che celebra e testimonia il Kerygma”, ha coinvolto in particolare i direttori degli Uffici catechistici diocesani e le loro équipe, come anche catechisti e sacerdoti. Le riflessioni emerse durante la tre giorni di lavori, poi, verranno consegnate alla Conferenza episcopale italiana che, dopo aver ricevuto tutte le proposte delle altre regioni d’Italia, avvierà una nuova progettazione per la catechesi a livello nazionale.

«Questi giorni di lavoro – afferma don Calogero Di Leo della diocesi di Perugia-Città della Pieve, coordinatore della commissione per la catechesi della Conferenza episcopale umbra (Ceu) – si possono benissimo sintetizzare in tre parole. La prima è bellezza: abbiamo vissuto un’esperienza di gioia, di gaudio, di amicizia, di pace, di condivisione. La seconda è lavoro: abbiamo lavorato molto bene, abbiamo condiviso idee, esperienze, buone pratiche, ma soprattutto la vita. E infine la terza parola è proposta: dai tre grandi settori su cui ci siamo confrontanti – la comunità, la liturgia e l’annuncio – sono emersi suggerimenti su come poter essere Chiesa nuova, con i piedi saldi nella tradizione, in questo cambiamento di tempo».

Mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, delegato Ceu per la catechesi, parla di «un convegno molto ricco sotto il profilo umano, spirituale e catechetico. Abbiamo riflettuto in profondità sulle istanze, i rischi e le sfide della catechesi del nostro tempo; e averlo fatto insieme due regioni ecclesiastiche è stato un elemento di grande ricchezza. Adesso si tratta di non dissipare questo patrimonio che abbiamo messo insieme. Delle tante proposte effettuate, mi piace sottolineare quella di non desistere da questa collaborazione e provare a creare un forum interregionale Umbria-Marche sulla catechesi, che potrebbe essere anche appoggiato da quale laboratorio di rinnovamento pastorale, nel quale fare un costate aggiornamento, un approfondimento e anche una operatività verificata per evitare che i nostri convegni siano solo parole. Il mio augurio è che non ci si fermi qui e quanto abbiamo vissuto possa davvero fiorire».

Le parole di mons. Boccardo, presidente Ceu. Il convegno, al quale hanno preso parte vari Vescovi dell’Umbria e delle Marche, si è concluso con la Messa nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli presieduta da mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra. Il Presule ha sottolineato ai catechisti che il modello da seguire è Gesù. «Gesù – ha detto – non chiede di convincere né di imporre; non dice: “organizzate, occupate i posti chiave, propagandate le vostre idee più belle, proponete la soluzione di ogni problema, mettete in atto una politica o una teologia”; dice soltanto: annunciate il Vangelo. I discepoli non devono fare molte cose o compiere imprese eclatanti; devono solo credere, e la loro vita manifesterà, semplicemente, la presenza del Signore».

VIDEO DELLE RELAZIONI DEL CONVEGNO