“Il cristianesimo è un programma di felicità. Si tratta della gioia che Gesù condivide con il Padre e lo Spirito Santo nella sua vita divina. Venendo nella storia, la vuole regalare a ciascuno di noi. Ma pone la condizione che facciamo nostra la sua vita e il suo programma di vita. Non possiamo accontentarci di gioie effimere. Fu qui la grandezza di Francesco d’Assisi, il cantore della letizia, il tessitore della fraternità, il costruttore della pace”. È uno dei passaggi dell’omelia pronunciata durante la santa messa della notte di Natale nella cattedrale di San Rufino di Assisi dal vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino. “Il Natale – ha detto ancora monsignor Sorrentino – ci pone davanti a un bivio: occorre scegliere tra il modo di pensare, di sentire, di vivere di Gesù, e il suo contrario, che ha in Satana il suo prototipo. Satana è lo spirito che ha ricevuto l’intelligenza e la libertà come noi, anzi, con una perfezione ancora più grande, ma se ne è servito per dire un “no” a Dio, radicale e definitivo, diventando il “tentatore”, colui che in tutti i modi ci spinge sulla sua strada di insubordinazione e di orgoglio. Il male che sperimentiamo non va certo ricondotto tutto a Satana. Noi ci mettiamo la nostra parte, e talvolta facciamo concorrenza al diavolo nell’essere cattivi. Quanta tristezza nelle nostre case, non solo quando ci sono problemi economici o di salute, ma anche quando manca l’armonia, quando ci si divide tra coniugi a danno dei bambini, quando permettiamo che i nostri ambienti di vita siano abitati, attraverso i mass media, da un enorme flusso di messaggi che raramente hanno a che fare con Cristo e i suoi valori. La tristezza avanza. Ma la soluzione c’è – dice il vescovo delle due diocesi – . In questa Assisi che ha nella letizia del Cantico di Frate Sole il suo emblema, ci è venuto in mente, certo su ispirazione dall’alto, di scegliere per noi, e di proporre alle migliaia di pellegrini che visitano la nostra città, un progetto, che abbiamo denominato ‘casa felice’, sintetizzandolo in quattro parole: fuori Satana, dentro Gesù. Il progetto è incardinato sulla preghiera diocesana, che vi è stata consegnata, da recitare ogni giorno nelle case, facendola seguire da un impegno di conoscenza del Vangelo e di fraternità coltivata anche tra famiglie diverse, in modo che, tra casa e casa, si possa gettare una rete di amicizia, di fiducia reciproca, di amore vissuto. Un percorso nato da tempo, con il nome di ‘famiglie del Vangelo’, ma che oggi viene rilanciato come progetto di felicità per le case, per le persone, per la nostra vita quotidiana”.
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