Cari fedeli,
vi trasmetto, in allegato, le decisioni che, come Conferenza Episcopale Italiana e come vescovi umbri, abbiamo dovuto prendere a seguito dell’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che, tra tante altre cose, vieta in tutte le chiese d’Italia le cerimonie religiose, comprese le messe, e persino i funerali. È un punto del decreto che desta in tutti noi un senso di smarrimento. Ci può sembrare esagerato, nella nostra Regione, soprattutto dopo che ci siamo impegnati a organizzare la partecipazione secondo le regole della distanza di sicurezza e le precauzioni igieniche che dovrebbero tenerci al riparo dai rischi di diffusione del contagio.
Non possiamo tuttavia disobbedire a questa disposizione, tenendo conto della sua motivazione. Il contagio si sta espandendo in Italia e nel mondo, provocando sofferenze e morti. Se non riuscissimo a contenerlo, si avrebbe il collasso delle strutture ospedaliere con inevitabili contraccolpi non soltanto per i contagiati ma anche per tutti gli altri ammalati.
Non possiamo non farci carico dei nostri fratelli in difficoltà, nella stessa misura in cui ci preoccupiamo di noi stessi. Ce lo chiede la stessa Eucaristia, che è per eccellenza il sacramento dell’amore. Gesù, nella celebrazione eucaristica, continua a donare se stesso. Ricevendolo diventiamo una sola cosa con lui e tra di noi. Ne nasce un rapporto di fraternità che si esprime anche nell’attenzione e nella premura vicendevole.
Se in questo periodo, cari fratelli e sorelle, non potremo partecipare direttamente alla Santa Messa, facciamolo unendoci spiritualmente ad essa e chiedendo a Gesù di venire nei nostri cuori con la “comunione spirituale”. Ci potrà aiutare anche la trasmissione televisiva. Essa di norma non sostituisce la partecipazione personale, ma in questo caso di emergenza è d’aiuto. Ogni giorno alle ore 18 e la domenica alle ore 11 “Maria Vision” (in Umbria canale 602, o via internet) trasmetterà la Santa Messa dal Santuario della Spogliazione, dove sarà celebrata senza partecipazione di popolo, con il minimo di presenze necessarie a una decorosa celebrazione.
Cresca, in questo periodo di mancanza della Santa Messa, la “fame” del pane eucaristico. Forse ci siamo troppo abituati a questo grande dono e il Signore ci chiede di riscoprirlo. Dal decreto governativo non è stata intimata la chiusura delle chiese, alle ben note condizioni di sicurezza. Approfittiamone per incrementare l’adorazione eucaristica, organizzata senza celebrazioni di gruppo, prolungando gli orari dell’esposizione del Santissimo in modo che, fatta salva la presenza di qualcuno e la necessaria vigilanza, possa essere offerta ampia possibilità di una visita personale per chi ne ha la possibilità nelle diverse ore del giorno.
Ovviamente i sacerdoti, senza partecipazione pubblica dei fedeli, celebreranno la Santa Messa ogni giorno offrendola per tutti. Facciamo diventare questa prova un momento di grazia. Si levi una grande supplica, perché il Signore abbia misericordia di noi e di tutti, ci aiuti a vincere la sfida di questo contagio e a ridurne al minimo le conseguenze negative sulla salute dei più fragili, sull’economia, sulle famiglie, sulla vita sociale.
È il momento di interrogarci. Non ci dobbiamo guardare solo dal “coronavirus” e da problemi di salute, ma anche da tanti “virus” morali e sociali. La Quaresima ci invita alla conversione. Pur spostandoci il meno possibile, e sempre usando tutte le cautele igieniche, non lasciamoci prendere dal panico e soprattutto non ci chiudiamo nell’egoismo. Se qualcuno ha bisogno di noi, veniamogli incontro. Gli anziani non si sentano abbandonati. Una telefonata, un servizio per la spesa, un soccorso, una attenzione, possono fare tanto bene. Nei fratelli bisognosi incontriamo e serviamo Gesù. Anche questa è “eucaristia” vissuta.
Vi affido tutti all’intercessione di Maria e dei nostri Santi e vi benedico