“Assisi è stata un grande abbraccio per gli ebrei salvati qui nella seconda guerra mondiale e lo vuole essere ancora per i sopravvissuti ai campi di sterminio”. Sono queste le parole del vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, in vista della cerimonia di giovedì 17 giugno alle ore 17 nella sala della Conciliazione del palazzo comunale per il conferimento della cittadinanza onoraria a tutti i sopravvissuti italiani alla Shoah. “Da quando come diocesi, attraverso la nostra fondazione Opera Casa Papa Giovanni che ha realizzato il ‘Museo della Memoria, Assisi 1943-1944’ – spiega monsignor Sorrentino – abbiamo riacceso i riflettori sulla memoria, sulla tragedia dell’olocausto e sulla straordinaria pagina di storia che ha visto protagonista la nostra città, ci siamo davvero resi conto quanto sia importante conoscere e testimoniare”. Prima della cerimonia che vedrà la partecipazione del sindaco Stefania Proietti, del vescovo, della presidente UCEI Noemi Di Segni con la quale è stato organizzato l’evento, del fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi e di alcuni testimoni presenti, è prevista una visita guidata al “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”. “Con grande piacere e onore condurrò i nostri ospiti nelle stanze del nostro museo allestito nei sotterranei del Vescovado dove monsignor Placido Nicolini nascose e salvò circa 300 ebrei; 300 sfollati che, grazie alla rete clandestina guidata dalla Chiesa – spiega l’ideatrice e curatrice del Museo, Marina Rosati – non vissero la tragedia della deportazione. Grande fu l’accoglienza e la complicità di una città intera che seppe mettersi in rete e sconfisse il più naturalistico istinto dell’indifferenza”.
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