“Abbiamo bisogno di una marea di umanità, perché il capitalismo deve essere direttamente proporzionale all’umanità. Le regole del capitalismo non possono essere quelle di 100, 200, 1000 anni fa, ci vuole un capitalismo contemporaneo”. Lo ha detto nel pomeriggio di giovedì 2 maggio Brunello Cucinelli, presidente esecutivo e direttore creativo della Brunello Cucinelli Spa, nel corso della presentazione, all’interno del teatro Cucinelli a Solomeo, del libro scritto dal vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, intitolato “Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica” (Ed. Vita e Pensiero, pagg. 364), alla quale hanno preso parte oltre al vescovo e all’imprenditore, il rettore dell’Università degli studi di Perugia, Maurizio Oliviero e la giornalista della redazione economica dell’Ansa, Monica Paternesi. “Credo che siamo in un momento di grandissimo cambiamento dell’umanità e questo fa parte della sostenibilità umana perché c’è una sostenibilità del clima, c’è una sostenibilità economica (Quanto guadagni, dove lavori, in che condizioni lavori), c’è una sostenibilità spirituale (‘Se mi tratti meglio il mio spirito sta meglio ed è anche più creativo’), c’è una sostenibilità culturale, una tecnologica e poi c’è la sostenibilità morale. Io vorrei essere il classico italiano – ha sottolineato Cucinelli – che contribuisce con la mia impresa alla crescita della mia Italia. Dobbiamo tornare a far sì che dall’impresa tutti possano avere i giusti profitti”. Nel suo intervento il vescovo ha messo in evidenza l’attualità del pensiero del Toniolo, che già nel 1873 parlava di etica “come fattore intrinseco delle leggi economiche. Cosa che detta così a quel tempo – ha aggiunto – era una specie di bestemmia scientifica, era blasfemo dal punto di vista dell’economia mainstream sia teorica che pratica prevalente. Invece Toniolo passò una vita a dimostrare questo e oggi noi ci troviamo di fronte ad una economia mondiale – perché di questo ormai parliamo – che va alla ricerca spasmodica di uno scenario condiviso di valori, perché senza alcune regole etiche che stiano dentro anche al discorso economico si rischia molto”.
Il rettore Oliviero, ringraziando l’autore per il volume, ha rilevato che “Toniolo era un economista, ma per molti agli inizi era considerato un sociologo proprio per la difficoltà di comprenderne il pensiero secondo cui l’economia non era esclusivamente una computazione ragionieristica, statistica e matematica. L’economia – ha detto il Magnifico – è il tentativo di provare a costruire delle regole per far funzionare bene la casa, per prendersi cura della casa. Questo presuppone che le origini del pensiero economico risiedono in qualcosa che mira a prendersi cura, a dei valori, a dei bisogni. L’autore prova a ritirare fuori un elemento di riflessione di Toniolo che è l’elemento civile, inteso come comunità”.