«È bello ed è doveroso pregare per la pace». Così l’arcivescovo mons. Ivan Maffeis ha salutato i numerosi fedeli che ieri sera, 5 ottobre, si sono ritrovati nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, accogliendo l’invito del Charis, il Rinnovamento carismatico cattolico, a partecipare alla Veglia di preghiera per la pace in Ucraina e in tutte le aree del mondo in guerra, promossa in molte altre comunità diocesane italiane. Una veglia che a Perugia è iniziata con la celebrazione della messa, seguita dall’adorazione eucaristica meditata e conclusa con la supplica davanti all’icona della venerata Madonna delle Grazie.
Conseguenze anche a Perugia. «Oltre che sulle popolazioni stremate dalla violenza e dalla morte – ha ricordato mons. Maffeis all’omelia – , la mancanza di pace sta portando le sue conseguenze su tutti, anche sulla nostra comunità diocesana, in termini di preoccupazione, di tensioni sociali, di impoverimento, di crisi alimentare con prezzi e logiche speculative che a tanti rendono difficile se non impossibile l’accesso a beni primari».
La forza non costruisce la pace. «Questa sera, in comunione con tante altre Comunità che hanno aderito all’iniziativa promossa dal Rinnovamento carismatico cattolico – ha proseguito l’arcivescovo – , ci ritroviamo in preghiera. Con San Francesco siamo animati dalla speranza che – come diceva ieri (il 4 ottobre, n.d.r.) il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI – “il lupo terribile della guerra possa essere addomesticato”. La via per farlo non passa dalla violenza, che non risolve mai i conflitti: anche quando un atto di forza può essere necessario come forma di difesa, non è con la forza che si costruisce la pace. La pace vive di rispetto dei diritti dei popoli, della giustizia e della dignità umana. Vive di stima e accoglienza reciproca, di rapporti fraterni e solidali. Vive di fiducia in Dio, che in Cristo ci ha perdonati e riconciliati».
Alla sorgente della preghiera. «Questa fiducia – ha commentato mons. Maffeis, avviandosi alla conclusione dell’omelia – è alimentata alla sorgente della preghiera. Una preghiera che, con le parole di Gesù, nasce dalla scoperta della paternità di Dio e invoca l’avvento del suo Regno, ossia del suo disegno sul mondo, sull’umanità. Questo Regno è già presente: in ogni atto di amore, di servizio, di gratuità di cui si nutre la vita di ciascuno».
Il testo integrale dell’omelia è consultabile e scaricabile sul sito: www.diocesi.perugia.it (sezione “arcivescovo”).