All’annuncio della nomina del nuovo arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve, avvenuto il 16 luglio nella cattedrale di San Lorenzo, sono intervenuti il vescovo ed amministratore diocesano mons. Marco Salvi e l’arcivescovo emerito, il cardinale Gualtiero Bassetti, rivolgendo il loro saluto a don Ivan Maffeis, chiamato da papa Francesco alla guida pastorale della Chiesa perugino-pievese, e a tutte le componenti del popolo di Dio di questa Chiesa particolare.
Il vescovo Salvi. «Ho sentito al telefono don Ivan, al quale mi legano sentimenti di amicizia e di stima e gli ho espresso le mie e le nostre congratulazioni. Presto il vescovo Ivan mi comunicherà tempi e luoghi della sua ordinazione episcopale e la data di inizio del suo ministero di pastore nella nostra amata chiesa perugino-pievese». Poi, quasi a tracciare un “bilancio” dei suoi tre anni di vescovo ausiliare e dallo scorso 30 maggio di amministratore diocesano, mons. Salvi ha detto di essere «grato al Signore per questi anni intensi passati qui a Perugia: sin dal mio arrivo, nel 2019, ho avuto modo di incontrare una bella realtà ecclesiale, ricca di carismi e con grandi potenzialità; una realtà che ho conosciuto giorno dopo giorno svolgendo il mio ruolo di vescovo ausiliare. È stata per me una bella occasione di crescita umana e spirituale, anche se all’inizio, quando mi è stato proposto l’episcopato, ho fatto molta, ma molta fatica ad accogliere questo invito. Dopo tre anni, mi accorgo che ne è valsa la pena e ho ascoltato e cercato di ascoltare, cercando sempre di costruire insieme, sinodalmente, confrontandomi continuamente. Spesso non è stato facile, anche per il carattere un po’ duro che ho, ma guidati dall’aiuto del Signore siamo sempre stati in grado, insieme, di cercare e di trovare soluzioni. La nostra Chiesa in questo periodo ha vissuto momenti importanti ed ora che è impegnata nel Cammino Sinodale, ha bisogno di trovare vie nuove di evangelizzazione per attuare quella Chiesa in uscita di cui papa Francesco ci parla sempre. Non è stato facile questo momento di transizione vissuto da quando è stata accettata la quiescenza del cardinale Bassetti anche perché non abituati, ma mi sto accorgendo adesso che è anche un momento importante, perché ha fatto emergere in una maniera più chiara la realtà di questa Chiesa che è fatta di ricchezza, di impegno, di responsabilità e qualche volta anche di fragilità, di ipocrisie dove la struttura umana è venuta fuori più chiaramente».
Commentando la Parola di Dio proclamata prima dell’annuncio della nomina del nuovo arcivescovo, tratta dalla Lettera di San Apostolo agli Efesini, mons. Salvi si è soffermato su «i diversi carismi dello Spirito che dobbiamo ascoltare per fare comunione. Nessuno può dire di non avere doni, poiché a ciascuno è data una manifestazione dello Spirito, perché il Signore effonde sempre la sua grazia su tutte le creature. Mi piace pensare ad una bella metafora, tratta dal mondo dell’arte a cui ho sempre attinto nel fare catechesi: una tessera da sola non potrà mai essere un mosaico, ma un insieme di tessere possono costituire un prezioso mosaico risplendente di luce».
«La designazione del nuovo arcivescovo metropolita – ha evidenziato l’amministratore diocesano – ha un grande valore ecclesiale poiché, come ci ricorda l’Apostolorum Successorum,” I Vescovi, in quanto inseriti nel Collegio episcopale, che succede al Collegio apostolico, sono intimamente uniti a Cristo Gesù, che continua a scegliere e a mandare i suoi apostoli. Il Vescovo, come successore degli Apostoli, in forza della consacrazione episcopale e mediante la comunione gerarchica, è il principio visibile e il garante dell’unità della sua Chiesa particolare”».
«In questo giorno in cui viene rinnovata la successione apostolica nella nostra Chiesa – ha concluso mons. Salvi –, rivolgo un pensiero grato al nostro pastore Gualtiero che l’ha guidata per tredici anni ed auguro a don Ivan un buono e fruttuoso cammino insieme al popolo di Dio che è in Perugia-Città della Pieve e affido il suo ministero ai nostri patroni Costanzo, Ercolano, Lorenzo e alla celeste protezione di Maria Santissima delle Grazie, da secoli venerata in questa cattedrale, assicurandogli la nostra preghiera come Chiesa diocesana. A tutti voi, con sentimenti di profondo affetto e gratitudine, giunga la mia paterna benedizione».
Il cardinale Bassetti. «Nella nomina di don Ivan Maffeis a mio successore, avvenuta quest’oggi, si sono delle circostanze e delle cadenze che mi hanno colpito in modo particolare». Lo ha evidenziato il cardinale Bassetti ricordando che proprio oggi (il 16 luglio) «la Chiesa fa memoria della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, una data significativa per l’annuncio che ci è stato fatto, perché vogliamo affidare il nuovo vescovo alla tutela della Madre Celeste. Vedo in tutto questo una carezza della Santa Madre di Dio anche nei miei confronti e voglio brevemente spiegarvi i perché. I ventotto anni del mio episcopato sono trascorsi sotto la tutela della Madonna. L’8 settembre è la natività di Maria ed io, in questo giorno del 1994, fui consacrato vescovo di Massa Marittima-Piombino; il 21 novembre del 1998, festa della Presentazione al tempio di Maria, fui nominato vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro dove feci ingresso il 6 febbraio 1999, un’altra data mariana, l’inizio della novena della Madonna del Conforto e, infine, il 16 luglio 2009 fui nominato arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve. E ancora una volta, per una data importante per la mia vita, ma soprattutto per la vita di questa nostra Chiesa, in una data mariana non richiesta, quella del 16 luglio, festa della Madonna del Carmine, ci ritroviamo qui tutti riuniti. Io non credo al caso, credo alla provvidenza di Dio che si muove passo dopo passo nelle persone e nella Chiesa».
Invocando la “Sub tutela Matris”, il cardinale Bassetti ha inteso «affidare ancora una volta alla protezione di Maria questa amata diocesi e tutti coloro che ne sono figli. Al vescovo mons. Marco Salvi, amministratore diocesano, esprimo la mia gratitudine per i tre anni di vita e di ministero episcopale che ha speso per noi con generosità e intelligenza. A mons. Ivan Maffeis, nuovo Pastore di questa nostra Chiesa, che per quasi tre anni è stato mio prezioso collaboratore alla Cei, auguro di poter donare tutto se stesso, come ha sempre fatto nei delicati impegni pastorali che è stato chiamato a svolgere. Questa Chiesa, come ci raccomanda papa Francesco, ha bisogno di un Pastore “con il profumo delle pecore” e mi auguro che tale sia don Ivan».