L’esperienza del 42° Convegno nazionale Caritas. «La prima profezia resta sempre e comunque il guardare la nostra storia e chi ci ha condotto al cammino di servizio agli ultimi. Questo sguardo ha il volto e il nome di don Giacomo Rossi, un sacerdote forte e tenace, un sacerdote innamorato di Gesù e dei poveri che nel 1976, con il suo SI, ha permesso la nascita della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve guidandola per 25 anni, fino al 2001, ricoprendo anche il ruolo di delegato regionale della Caritas Umbria e di membro della Presidenza della Caritas italiana». Lo scrive don Marco Briziarelli, suo successore alla guida di quest’organismo pastorale, nel tracciare un “bilancio” dell’esperienza della delegazione perugino-pievese al 42° Convegno nazionale delle Caritas diocesane (Milano, 20-23 giugno) dedicato al “Camminare insieme sulla via degli ultimi”, fornendo «tanti strumenti per leggere le povertà di oggi con uno sguardo di profezia».
L’intitolazione di “Casa Emmaus” a don Rossi. Occasione per tracciare questo breve ma significativo “bilancio” è stato un evento «unico e speciale, di comunione di preghiera per tutta la Caritas e per tutta la comunità diocesana: la intitolazione di “Casa Emmaus” a don Giacomo», sottolinea don Briziarelli. Evento che si è tenuto nel pomeriggio del 25 giugno, a Lidarno di Perugia dove è situata “Casa Emmaus”, alla presenza del cardinale Gualtiero Bassetti, del parroco don Antonio Sorci, dell’assistente sociale Stella Cerasa, che di mons. Rossi è stata per lunghi anni parrocchiana e collaboratrice in Caritas come responsabile del Centro di ascolto diocesano, e di numerosi amici e testimoni delle opere di carità e non solo, di questo sacerdote che ha scritto una bella pagina della storia della Chiesa perugina ritornato alla Casa del Padre cinque anni fa, il 23 giugno 2017.
Un’opera per accogliere le disabilità. Anche l’Amministrazione comunale di Perugia ha voluto rendere omaggio alla memoria di mons. Rossi intervenendo a “Casa Emmaus” con l’assessore Otello Numerini, che ha evidenziato l’importanza anche sociale di quest’opera nata per accogliere famiglie con disabili e che per anni è stata gestita in collaborazione con il Centro volontari della sofferenza (Cvs). Attualmente ad animare e gestire quest’opera è una realtà associativa riconosciuta dalla Caritas diocesana, iscritta nel Registro regionale del volontariato. «Oggi, intitolando “Casa Emmaus” a don Giacomo – conclude don Briziarelli – riconsegniamo proprio a lui quest’opera di inclusività che tanto ha voluto unitamente all’allora arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, inaugurata nel 1999 come opere segno del IV Congresso eucaristico diocesano; un’opera che accoglie e accompagna con grande dignità ogni forma di disabilità restando un cuore pulsante della nostra carità».