Festa in diocesi per la professione perpetua di suor Raissa Mazalo Perezi, originaria del Togo e appartenente all’Istituto delle suore di Nostra Signora dell’Incarnazione della Costa d’Avorio, congregazione che da 15 anni è presente a Terni con una comunità di suore nella parrocchia della SS. Trinità e Santa Maria della Pace, che prestano il loro servizio nella Caritas diocesana e nella casa di accoglienza per donne sole e con bambini “Santa Maria della Pace”.
Sabato 11 giugno nella chiesa di Santa Maria della Pace a Valenza il vescovo Francesco Antonio Soddu, vescovo di Terni-Narni-Amelia, ha presieduto la solenne celebrazione concelebrata dal vicario generale della diocesi mons. Salvatore Ferdinandi, dal parroco mons. Marcello Giorgi e da numerosi sacerdoti diocesani e altri provenienti dal Togo e Costa d’Avorio. Presente la reverenda Madre Adeline Léontine Brou Yera, superiora generale dell’Istituto delle suore di Nostra Signora dell’Incarnazione.
La suggestiva liturgia, ricca di colori, canti e simboli africani, è stata animata dalla Corale del Cuore e dai ragazzi del gruppo giovanile della parrocchia.
Una vocazione a testimoniare il vangelo nella presenza, nell’offerta e nell’azione, percepita da suor Raissa dall’infanzia e maturata negli anni di formazione al postulato e noviziato, verificata nei sei anni come professa temporanea nella Congregazione Nostra Signora dell’Incarnazione.
Dopo la presentazione della professa all’assemblea, suor Raissa dal fondo della chiesa ha raggiunto l’altare cantando “eccomi Signore”, portando due segni propri della tradizione africana: un grande cucchiaio in legno e il testo autografo della professione letto davanti alla Madre superiora generale. Il rito della professione è proseguito con le interrogazioni del vescovo e la preghiera litanica, quindi suor Raissa con le sue mani nelle mani della Madre superiora suor Adeline Léontine Brou Yera ha emesso i voti perpetui ed ha ricevuto l’anello segno del suo sposalizio con Cristo.
“Hai espresso il tuo desiderio che da oggi si fa offerta piena di vita – ha detto il vescovo -. Eccomi Signore è la risposta di fede di chiunque si sente chiamato da Dio. La voce di Dio non è la nostra voce, ma molto di più, si fa voce degli uomini e nel mistero dell’incarnazione diventa il miracolo più grande che Dio ha voluto donare all’umanità. Nulla è impossibile a Dio. Il sigillo di Dio nel tuo cuore è il Signore Gesù, che ti ha amato e ha dato la sua vita, oggi diventa anche amore sponsale. Offrire la tua vita come sacrifico vivente gradito a Dio. Sacrificio ai nostri giorni può essere un po’ stridente, ma è la parola più bella per esprimere la nostra donazione a Dio. L’augurio che possiamo fare è quello che la tua vita possa sempre essere espressione del mistero grande dell’incarnazione di Dio attraverso Maria, che con il suo sì ha accolto l’umanità intera”.
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