“In occasione della riapertura, dopo 800 anni, della porta del Santuario della Spogliazione, dove San Francesco d’Assisi rinunciò ai suoi beni e si spogliò delle sue vesti, assicuro la mia vicinanza spirituale e, invocando la protezione della Vergine Maria, di cuore imparto la mia benedizione a quanti prenderanno parte al sacro rito”. È stata impreziosita anche da una benedizione di Papa Francesco, indirizzata al vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, la cerimonia della riapertura dell’antica porta di accesso del vescovado di Assisi, in cui il Poverello entrò prima di spogliarsi davanti al vescovo Guido, al popolo e al padre pronunciando le parole: “Padre nostro, che sei nei cieli”, e non più “padre mio Pietro di Bernardone”.
Come spiega monsignor Sorrentino, “Abbiamo riscoperto una parte del cuore di quell’antica storia che vide Francesco d’Assisi incontrarsi nella sua conversione con il suo vescovo, dunque con la Chiesa, e partire per la sua missione che fa parte della storia della Chiesa e della storia dell’umanità. Una missione che è stata un impulso notevole di cui oggi ancora godiamo. Abbiamo riscoperto l’antico vescovado, con l’antica porta in cui Francesco è entrato come il giovane più ricco, uno dei più ricchi di Assisi e ne è uscito povero, spogliato di tutto, perché aveva deciso di essere un uomo libero, tutto di Dio e tutto dei fratelli, ricevendo, con l’abbraccio e il mantello del vescovo, il sigillo della Chiesa. Crediamo sia importante che queste pietre tornino a parlare: erano state coperte, le abbiamo dissepolte. E oggi abbiamo inaugurato e benedetto proprio la porta dell’antico vescovado, la soglia che Francesco ha attraversato e calcato. Da questo luogo – ancora Sorrentino – riproponiamo l’esigenza di una conversione radicale al Vangelo e di un modo bello, grande di guardare al mondo e alla società. La benedizione di Papa Francesco è stata una emozione grande, in qualche maniera ho rivissuto quando nel 2013 nella Sala della Spogliazione ha incontrato i poveri e quindi è bello che oggi sia stato presente a questo nostro gesto di riscoperta. Ha voluto mandarci un segno della sua vicinanza spirituale, la sua benedizione”.
Grazie a un finanziamento della Conferenza Episcopale Italiana e del Ministero della Cultura, il vescovado tornerà come era al tempo di San Francesco: il primo step è stato appunto la riapertura dell’antica porta di accesso nell’ambito dell’intervento di recupero del palazzo vescovile. Un momento doppiamente significativo, anche grazie alla presenza delle famiglie francescane che, ottocento anni dopo il loro Padre Serafico, hanno ripercorso i passi e il terreno in cui Francesco, letteralmente, scelse di spogliarsi di tutto fino a rinnegare il genitore terreno, per abbracciare il padre celeste.
Al termine dei lavori di recupero il complesso potrà essere visitato anche dai turisti e pellegrini che giungeranno ad Assisi. Una possibilità e una scoperta avvenute grazie al lavoro dello storico Francesco Santucci, collegato in streaming e autore del libro “Nuove testimonianze storiche sul palazzo vescovile di Assisi”, in cui viene raccontata la scoperta della porta. “Nel 1994 in seguito ai lavoro di sistemazione di alcuni sotterranei del vescovado – si legge tra l’altro nel volume – è tornato una porta monumentale che, al tempo di San Francesco, doveva fungere da accesso al palazzo vescovile”.
Presente alla riapertura, oltre al cardinale Francesco Montenegro arcivescovo emerito di Agrigento, anche Elvira Cajano, Sovrintendente Archeologia, Belle arti e paesaggio dell’Umbria, che ha raccontato la sua “emozione che viene da dentro per la riapertura di questo luogo che ha un grande significato religioso, storico e culturale. Un’importanza sostenuta dal ministro Dario Franceschini che ha dato un finanziamento cospicuo che permetterà di riunire le tante realtà presenti nel palazzo vescovile – come il Museo della Memoria, il Santuario della Spogliazione e il restauro delle mura – permettendo un restauro effettivo. Si tratta di un lavoro di grande importanza per la città, ma anche per l’Italia e per il mondo, una ricchezza per i turisti e per tutti che permetterà di conoscere e ritrovare le proprie radici. Ringrazio tantissimo il vescovo, perché ha veramente voluto e sostenuto fortemente tutto questo, i funzionari della Sovrintendenza” “L’apertura della porta della spogliazione – ha sottolineato invece l’architetto Alfio Barabani – rappresenta un passo molto importante. Il progetto nel suo complesso riguarda sommariamente la realizzazione del Santuario della Spogliazione, il riallestimento del Museo della Memoria, interventi sulla cinta muraria di terrazzamento del III sec. a. C. con la realizzazione del Giardino dei Giusti, la realizzazione di un nuovo ingresso alla Domus di Properzio e ricollocazione dei reperti. L’insieme di questi interventi farà dell’Antico Episcopio, un polo spirituale, architettonico, archeologico, storico di rara importanza abbracciando 2400 anni di storia”.
Nel pomeriggio di sabato 21 maggio, nell’ambito della tre giorni di “#Nulladiproprio. Per un’economia più umana” con cui la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino sta celebrando i cinque anni del Santuario della Spogliazione, ci sarà anche la consegna del “Premio Internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis – Per un’economia della fraternità”, riconoscimento annuale da assegnare a un progetto specifico, avviato “dal basso”, da persone o società che cercano di prendersi cura dei più svantaggiati per dare vita a nuovi modelli di economia solidale. Sabato sera alle 21.15 lo spettacolo teatrale “Terreseminate” a cura della compagnia “Gli Scartati”. Infine, domenica 22 maggio alle ore 11 al Santuario della Spogliazione – chiesa di Santa Maria Maggiore, la santa messa presieduta dal cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento.
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