La pandemia ha ritardato di un anno la solenne celebrazione della dedicazione della nuova chiesa intitolata a san Giovanni Paolo II dell’Unità pastorale delle comunità parrocchiali di Prepo, Ponte della Pietra e San Faustino di Perugia, una delle zone della periferia sud del capoluogo umbro ad alta intensità demografica in costante crescita, tra le più significative aree aziendale-commerciali del perugino, ma con non pochi problemi sociali e di integrazione, che conta una popolazione di 13mila abitanti. La chiesa sarà consacrata domenica 15 maggio, alle ore 15, dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, il cui altare custodirà, da domenica prossima, una reliquia del grande Papa polacco.
Comunità mariana. La cerimonia della posa della prima pietra del complesso interparrocchiale si è tenuta il giorno dell’Immacolata Concezione del 2016, in omaggio alla grande devozione di Giovanni Paolo II per la Beata Vergine Maria e per essere in comunione con tutta la comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve che da secoli affida la sua protezione alla Madonna. E non è un caso che il cardinale Bassetti abbia voluto donare a questa chiesa una statua lignea della Vergine ispirata a Santa Maria della Grazia raffigurata nell’affresco della cattedrale di San Lorenzo (opera di un allievo del Perugino).
Villaggio di relazioni. Era da lustri che la comunità cristiana del consistente insediamento urbano che si sviluppa da San Faustino fino a Ponte della Pietra passando per Prepo, lungo la direttrice della nota via Settevalli, attendeva questo importante complesso interparrocchiale, un vero e proprio “villaggio di relazioni” che va oltre le attività liturgiche e pastorali. Un complesso che si apre all’intera città nei cui locali ospita fin d’ora progetti come il “Gruppo educativo territoriale” e il “Punto d’incontro dedicato ai genitori” facenti capo ai Servizi sociali del Comune di Perugia, oltre a dare ospitalità nelle canoniche a quattro gruppi familiari in gravi difficoltà e a contribuire al progetto della Caritas diocesana “Adotta una famiglia” facendosi carico dell’accoglienza di altri due nuclei familiari.
Un complesso molto frequentato. Struttura portante della comunità cristiana che qui si riunisce sono i due cammini di fede presenti nell’Unità pastorale con centinaia di fedeli: il Cammino Neocatecumenale, iniziato a Prepo nel 1978, grazie al parroco, mons. Giuseppe Gioia, e a San Faustino, nel 1990, grazie all’altro parroco, mons. Ennio Gaggia; il Rinnovamento nello Spirito Santo voluto sempre da mons. Gioia, nel 1981. Non solo, quindi, le centinaia di fedeli che vengono una o più volte alla settimana per le celebrazioni eucaristiche e gli incontri di preghiera e i 500 tra fanciulli e adolescenti che frequentano l’Oratorio “GPII” (Giovanni Paolo II) a cui è stato riservato uno degli ambienti più ampi del complesso. Ci sono anche 130 catechisti ed educatori-animatori e le 140 famiglie assistite settimanalmente dalla Caritas interparrocchiale operativa anche nelle sedi “storiche” delle primordiali tre parrocchie. Non manca l’area sportiva ben attrezzata con il campo di calcio a cui accedono anche gruppi da fuori zona e non solo i frequentatori dell’Oratorio “GPII”. «Per questo è un “villaggio di relazioni” dove si incontrano settimanalmente centinaia di giovani, di famiglie, di anziani sia per l’attività di culto che quelle educative, caritative e catechetiche».
I punti cardinali più uno. A parlarne sono i quattro sacerdoti di questa grande comunità interparrocchiale, dal decano, che tanto ha voluto il nuovo complesso, mons. Giuseppe Gioia, per i fedeli semplicemente “don Peppe”, ai più giovani: don Oscar Walter Huaman Bustamante, di origini peruviane, don Fabrizio Crocioni, parroco e rettore del Santuario mariano di Ponte della Pietra, e all’ultimo consacrato ed anche il più giovane, don Antonio Paoletti, nipote dell’indimenticabile arcivescovo Giuseppe Chiaretti a cui stava particolarmente a cuore anche la costruzione di «belle chiese moderne, non fredde cattedrali nel deserto», come spesso si raccomandava. E la chiesa San Giovanni Paolo II di Perugia è la testimonianza visiva di questa raccomandazione raccolta pienamente. Ne vanno orgogliosi i suoi sacerdoti, i quattro punti di riferimento di questa comunità, come i quattro punti cardinali, più uno, suor Roberta Vinerba, francescana diocesana, nota teologa, catechista e animatrice di generazioni di adolescenti, portavoce del “villaggio di relazioni” che tanto si è prodigata per l’edificazione del complesso parrocchiale insieme ai quattro sacerdoti.
Dal prefabbricato al grande complesso. Per decenni, pur condividendo tante iniziative, le comunità di Prepo, Ponte della Pietra e San Faustino non potevano ritrovarsi insieme per celebrare l’Eucaristia, come un’unica comunità, per motivi di spazio, basti solo pensare che quella di Prepo si riuniva in un prefabbricato. «Oggi possiamo vedere la comunità cristiana riunita e viva, in continuo bisogno di conversione – commentano i sacerdoti –. Ci mancava un luogo “centrale e unitario” nel quale vivere la Fede e andare ad annunciarla “fino agli estremi confini della terra”».
Non prigionieri della paura. «Oggi questo luogo c’è e c’è grazie al lavoro di tanti – evidenziano don Peppe, don Fabrizio, don Antonio e don Oscar –: si tratta di un’opera che richiede un imponente investimento in termini di energie e di risorse economiche. Il complesso interparrocchiale è un’opera umana e divina insieme, realizzata con il cuore generoso di tante persone. Sappiamo che non c’è un tempo migliore o peggiore per vivere se non quello che ci è dato. A noi sono toccati questi anni. E vogliamo abitarli con speranza. Alle generazioni future dovremo dire che non siamo restati prigionieri della paura e che abbiamo fatto la nostra parte, pensando a chi sarebbe venuto».
Il nuovo complesso San Giovanni Paolo II non è una “cattedrale nel deserto”
Ad illustrare il complesso interparrocchiale San Giovanni Paolo II dell’Unità pastorale di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino di Perugia, i cui lavori sono iniziati nel 2016 e terminati nel 2021, è la sua portavoce, suor Roberta Vinerba, anche se, come sottolinea la stessa religiosa, «basta scorrere la fotogallery realizzata dall’Ufficio stampa diocesano per ammirare la bellezza di questo moderno luogo di culto e di incontro che si apre ai distanti, interfacciandosi anche a livello edilizio-architettonico con il contesto urbano circostante senza voler essere una “cattedrale nel deserto”, ma ben si armonizza con gli edifici preesistenti».
Tre i corpi principali di fabbrica «con il cuore del complesso la chiesa – sottolinea suor Vinerba –, con una superficie di 625 mq e con 450 posti a sedere. I tre corpi, di complessivi 1.500 mq, trovano connessione nel sagrato, pensato come un ideale chiostro che si apre da un lato, sull’accesso del parcheggio e sul campo sportivo, dall’altro sull’area verde, un piccolo parco con al centro due campi multifunzionali. Dalla chiesa si accede al locale Oratorio, la sede del “GP2”, di mq 110, che si offre come prima accoglienza venendo dal parcheggio. Il corpo della casa canonica (tre piani di mq 94 lordi) si allunga nelle sale parrocchiali (mq 350, con 9 sale). Infine vi è il corpo del salone interparrocchiale di mq 210».
Gli arredi liturgici, spiega sempre suor Vinerba, «sono stati realizzati dall’artista Edoardo Ferrari con marmo Botticino. Al centro dell’aula liturgica si trova l’altare (200×200 cm), che esprime l’unità misterica della passione, morte e risurrezione del Signore, attraverso i segni della passione scolpiti nei quattro lati verticali. Nella piaga del costato, sul lato frontale, domenica verrà apposta la reliquia di san Giovanni Paolo II, costituita dal suo sangue. L’ambone è scolpito come fosse il sepolcro aperto e l’angelo della risurrezione, dal volto sfumato che indica l’altare, richiama l’attenzione non su sé stesso, ma sul mistero celebrato sull’altare. La grande vasca del fonte battesimale, ricavato con il marmo estratto dal vuoto dell’altare, (140 cm di diametro) si trova a destra del portale d’ingresso. L’effige lignea della Vergine, donata personalmente dal cardinale Gualtiero Bassetti, è ispirata all’affresco di S. Maria della Grazia che si trova in cattedrale, è posta in una nicchia laterale all’altare. In una cappella laterale vi è la custodia del Santissimo Sacramento, in un tabernacolo marmoreo raffigurante il sole con la sfera che richiama la cupola della chiesa rivestita in legno dalle volte geometriche. Sulla cupola si apre un lucernaio simboleggiante la piaga del costato di Cristo, realizzato dall’artista Simone Filosi».
Il costo complessivo del complesso interparrocchiale San Giovanni Paolo II è di euro 6.295.279,30 (Iva inclusa), finanziato grazie ai fondi per l’edilizia di culto dell’8xmille della Chiesa cattolica che hanno coperto il 75% delle spese, mentre il restante 25% è a carico dell’Unità pastorale di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino che ha contratto un mutuo. Un sentito ringraziamento va a quanti si sono prodigati per la realizzazione dell’intero complesso, dal progettista, l’architetto Paolo Marciani di Roma, al direttore dei lavori, l’ingegnere Paolo Anderlini di Perugia, all’impresa edile “Restaura” di Castiglione del Lago, che con professionalità hanno portato a termine l’opera, oltre a tanti privati benefattori che continuano a contribuire ai costi di costruzione. Gratitudine è espressa anche all’Amministrazione comunale perugina per le opere di urbanizzazione e della piazza intitolata a San Giovanni Paolo II.