«Sul tramonto del mio episcopato vedo sorgere un segno bello di carità, un sogno che ho sempre nutrito e che oggi si realizza: favorire una nuova mensa dei poveri nella nostra città, un luogo accogliente che dia loro il calore di una grande famiglia. Attraverso questa mensa si possa ricostituire il clima vero della famiglia per chi è solo, per chi è povero, per chi non ha affetti». È il commento del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti all’inaugurazione della seconda mensa della Caritas diocesana realizzata a Perugia città, avvenuta all’ora di pranzo di venerdì 29 aprile, presso il “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza”, alla presenza dei rappresentanti delle massime istituzioni civili del capoluogo umbro e del mondo imprenditoriale regionale, dal prefetto al sindaco, dalla direttrice del carcere ai vertici della confindustria. Una presenza che testimonia la proficua collaborazione in ambito sociale, tra Chiesa e Istituzioni, avviata da tempo per contrastare vecchie e nuove povertà.
La solitudine, povertà terribile. La mensa, intitolata “Don Gualtiero”, al cardinale Bassetti per la gratitudine della Chiesa diocesana verso il suo Pastore che ha messo sempre i poveri al centro del suo ministero episcopale, ministero – come lo stesso presule ha ribadito – sta per concludersi per limiti di età, è la seconda dopo la mensa “San Lorenzo” operativa dal 2008 in pieno centro storico, frutto di una collaborazione con il Comune di Perugia. «Ora il “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza” si avvia alla sua completezza – ha aggiunto il cardinale – e ringrazio, innanzitutto, il Signore e i figli di san Francesco, i Frati Minori Cappuccini, i padroni di casa di questo complesso, che dal 2014 l’hanno dato in comodato d’uso gratuito alla Caritas diocesana. Questa della mensa è un’opera segno che si aggiunge alle tante altre della nostra Diocesi che cercano di abbattere la solitudine, soprattutto degli anziani, perché, credetemi, la solitudine è una delle forme di povertà più terribili».
Non mancano le preoccupazioni. Lo ha ricordato ancora una volta il cardinale Bassetti, nel dire che «la pandemia non è finita, non illudiamoci, e poi c’è questa guerra terribile. Abbiamo tante angustie che le vogliamo affidare al Signore. E Lui, proprio in proporzione delle sofferenze e delle angustie che gli affidiamo – ha concluso Bassetti – faccia germogliare nel nostro cuore altrettante speranze».
Una cittadella della carità. Il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, nel dare il benvenuto a quanti hanno voluto condividere l’avvio di questa nuova opera segno, ha sottolineato l’importanza anche sociale della mensa “Don Gualtiero” nel dire: «è un’opera bella nella sua struttura, ma è bella anche per quello che vuole portare alla nostra città nell’essere di aiuto ai poveri economici, ma anche a tutte le persone ed anziani soli che abitano nei palazzi vicini e alle famiglie che vogliono vivere l’esperienza di un pranzo con i poveri per conoscerli e dare loro un volto. Questa mensa è un valore aggiunto che va ad arricchire e a completare il “Villaggio della Carità”. È la prima parte di un progetto finanziato dall’8xMille della Chiesa cattolica, che comprende altri sei appartamenti per famiglie in gravi difficoltà abitative, così da ospitarne 21 per complessive 80 persone e un servizio docce al piano terra. Il “Villaggio della Carità” è anche sede dell’Emporio “Tabgha” dove vengono a fare la “spesa” settimanale 800 famiglie, del Consultorio medico frequentato da 700 persone in un anno, e del Centro di ascolto diocesano con i suoi 70mila interventi nell’ultimo anno».
Le Edizioni Frate Indovino. «È una vera e propria cittadella della carità – ha evidenziato don Briziarelli – in collaborazione con la Provincia Serafica e dell’Immacolata Concezione dei Frati Cappuccini dell’Umbria e con la sua realtà produttiva e culturale delle Edizioni Frate Indovino, con cui stiamo portando avanti tanti progetti. Uno di questi è quello di avere a mensa, nei giorni lavorativi, otto dipendenti delle Edizioni Frate Indovino, che daranno un contributo importante alla sua gestione, oltre a proseguire l’attività di collaborazione frutto di un accordo di volontariato d’impresa già avviato tra le stesse Edizioni e la nostra Caritas diocesana».
Maggio ricco di iniziative. Ad annunciarlo è stato sempre don Marco Briziarelli nel sottolineare che l’imminente mese di maggio «è ricchissimo per tutta Perugia… Il 4 maggio, a Ponte Pattoli (frazione di Perugia), sarà inaugurato in Diocesi il quinto Emporio della Solidarietà, intitolato al parroco don Gustavo Coletti, il primo sacerdote perugino a morire di Covid-19. A seguire il progetto “Fili d’argento” per gli anziani soli e la presentazione dell’annuale rapporto sulle povertà curato dal nostro Osservatorio diocesano. Sarà una presentazione molto importante perché farà conoscere i dati sulla povertà emersa nel 2021, l’anno centrale della pandemia. Nella seconda metà di maggio sarà inaugurata un’altra opera di carità, la struttura di accoglienza realizzata nel complesso dell’antica chiesa di San Giovannino, anch’essa in pieno centro storico, un progetto curato dall’associazione socio-culturale Beata Colomba da Rieti».
Una basilica maggiore. «Queste opere sono belle quando si fanno assieme, perché sono espressione di una comunione, di una famiglia». Lo ha sottolineato padre Matteo Siro, provinciale dei Frati Minori Cappuccini dell’Umbria, intervenendo all’inaugurazione. «Dobbiamo ringraziare il Signore – ha proseguito il religioso – perché quest’opera è frutto di tanto amore donato, di tanto tempo, di tante forze, di tanta sinergia tenuta assieme dall’amore evangelico. Questo luogo parla da solo, non c’è molto da dire, c’è molto da vivere. Qui parole come carità, prossimità, vicinanza si declinano, si coniugano e trovano la loro applicazione nel concreto, non solo nell’ideale, ma nel concreto di chi come i volontari e gli operatori spendano la loro vita tutti i giorni nell’incontro e nelle difficoltà delle persone che sono molteplici. Padre Matteo Siro ha concluso con le parole del vescovo santo don Tonino Bello definendo l’opera della mensa e dell’intero “Villaggio della Carità” una “basilica maggiore”, perché, come disse don Tonino a un gruppo di giovani, le basiliche maggiori della Chiesa sono i poveri, lì il Signore sì manifesta.
Profumo di buono. A profumare di buono non erano solo le pietanze del pranzo inaugurale offerto ai presenti, ma, come ha sottolineato il prefetto Armando Gradone, «c’è un odore di buono, perché c’è la presenza di persone che profumano di buono, che rappresentano il meglio di questa collettività e sono una forza straordinaria di questo territorio. Esse sono una risorsa molto preziosa anche per la Prefettura, anche per lo straordinario lavoro di accoglienza che la Chiesa locale mette in campo per le popolazioni migranti».
Luogo di rinserimento sociale. Tra gli operatori della mensa “Don Gualtiero”, ha segnalato il direttore della Caritas don Briziarelli, ci sono anche tre detenuti del Carcere di Capanne, in regime di semilibertà (art. 21), attraverso tre borse-lavoro finanziate dal Comune di Perugia, un’opportunità non secondaria per il loro percorso di rinserimento sociale.
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Come accedere alla mensa. Nella fase di avvio e nel rispetto delle norme anti Covid-19, la nuova mensa ospiterà, per il momento solo a pranzo (da lunedì a sabato, ore 12-14), fino a 50 persone (più avanti potranno essere 75) e non soltanto in gravi difficoltà economiche (queste accederanno gratuitamente al servizio dopo essersi rivolte al Centro di Ascolto diocesano la cui sede è sempre presso il “Villaggio della Carità”, aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13), ma anche persone sole che intendono consumare un pasto in compagnia (queste, invece, potranno accedere alla mensa versando un contributo volontario). I pasti (primo, secondo, contorno e frutta-dessert) saranno cucinati in loco da cuochi volontari utilizzando materie prime di qualità donate o acquistate. Gli ospiti, soprattutto, troveranno un clima molto familiare grazie all’accoglienza riservata loro da 28 volontari che a turno presteranno servizio in cucina e in sala mensa. I pasti saranno di «gustosi e dal sapore casalingo», come ha ribadito il responsabile della mensa Victor Bertoli, volontario cuoco, di professione ingegnere.