Si è tenuta venerdì 25 marzo nel Santuario della Madonna delle Grazie la celebrazione eucaristica durante la quale la comunità diocesana di Città di Castello ha pregato, unendosi a Papa Francesco, per consacrare Russia ed Ucraina al Cuore Immacolato di Maria e per chiedere il dono della pace. Don Andrea Czortek ha presieduto la santa messa durante la quale è stata letta l’omelia del vescovo mons. Domenico Cancian, costretto in vescovado a causa delle restrizioni sanitarie legate al covid.
Omelia del Vescovo
Fratelli e sorelle, in vescovado, dove mi trovo a motivo del covid, celebro con voi (che vi trovate nell’amato santuario della Madonna delle grazie) e con tutte le comunità della nostra Chiesa Tifernate la solenne celebrazione dell’annunciazione del Signore.
Nove mesi prima del Natale del Signore, la Chiesa celebra il misterioso incontro tra Dio e l’uomo nel grembo di una donna, Maria, nostra sorella e madre. Il Si di Gesù al Padre che lo inviava nel mondo incontra il Si di Maria che volentieri lo accoglie nel suo seno e nel suo cuore.
In quel momento, nella oscura e periferica cittadina di Nazaret, in modo estremamente umile e misterioso, senza che nessuno si accorgesse, Dio si calava nella vicenda umana facendosi come noi. In modo altrettanto umile e misterioso Maria dava alla luce Gesù a Betlemme.
Da allora Dio “si fece carne …” (carne, dice il testo sacro) “e venne ad abitare in mezzo a noi”. Dio con noi, come noi, in mezzo a noi. Grazie a Maria, l’umanità, anche quella nostra, ha come Compagno di viaggio Gesù, il Figlio di Dio che si fa figlio dell’uomo prendendo su di se le nostre miserie, indicando la via per la verità e la vita, la via della Pace che tutti desiderano e non raramente sbagliamo.
È qui la nostra gioia e la nostra speranza, anche e soprattutto nel tempo che stiamo vivendo.
Fratelli e sorelle ieri era un mese dall’inizio della guerra in Ucraina. Le perdite umane e le sofferenze di ogni genere, le distruzioni e le devastazioni, i milioni di profughi e i bombardamenti che continuano anche sui civili, tutto questo tiene ancora nell’angoscia le nazioni direttamente coinvolte e il mondo intero, temendo conseguenze ancora peggiori.
Come trovare la via della pace vedendo che ogni giorno la situazione sembra ulteriormente complicarsi e la violenza crescere?
Giustamente il Papa ha chiamato tutti alla preghiera. Per questo noi siamo qui.
Le immagini di bambini, donne, anziani e morti abbandonati, chiamano in causa anche noi. Eravamo qui l’anno scorso a chiedere alla Madonna la fine della tragedia della pandemia che purtroppo è ancora in atto; ma la guerra è ancora peggio, molto peggio.
Lo sappiamo per esperienza: quando si indurisce il cuore non sentiamo ragioni, non dialoghiamo più, facciamo saltare anche le relazioni più profonde, quelle del sangue e degli affetti.
Condividiamo la denuncia decisa del Papa che definisce la guerra “insensatezza diabolica, barbarie disumana e sacrilega, follia“. Quando anche le comunità cristiane fanno fatica a dire no alla guerrae a ritenere la pace bene fondamentale e prioritario, allora ci rendiamo proprio conto di doverci mettere in ginocchio e invocarla come dono di Dio, in una preghiera accorata, penitente e coinvolgente. Davanti al “Principe della Pace e dell’Amore”, al Dio benevolo e misericordioso “che fa sorgere il sole su tutti”, che vuole abbracciare tutti come figli (anche quelli che noi giudichiamo cattivi) e vuole che noi viviamo nella gioiosa comunione familiare di fratelli e sorelle.
Siamo davanti alla sacra immagine della nostra patrona. Nei secoli passati innumerevoli Tifernati sono passati qui a invocare guarigione, liberazione e pace. Oggi siamo noi a portare la tragedia delle guerre in atto. Ce ne sono varie decinecon migliaia di morti e milioni di profughi che hanno perso tutto. Portiamo in particolare la drammatica situazione dell’Ucraina.
L’immagine della Madonna addolorata, la Pietà, qui davanti a noi con le spade che le trafiggono il cuore, dice bene la sofferenza nella sua massima espressione umana. Ci richiama per esempio la foto della giovane mamma riuscita a salvare il suo figlio coprendolo con il suo corpo e ricevendone tante ferite.
Gesù sulla croce prima di morire ha chiesto a Maria di accogliere gli uomini come suoi figli e a noi di accoglerla come madre. Ci ha fatto un regalo. Di una Madre come Lei ne hanno bisogno tutti gli uomini che dicono come prima e ultima parola “mamma”. Questa dolce parola ci sale dal cuore in modo coinvolgente in questo momento che ci richiama il venerdì santo di cui Maria è l’esperta straordinaria.
Mi piace riportare qui un dialogo tra Gesù e Maria, scritto da un autore ignoto e che facciamo nostro con forza questa sera.
“Che chiedi, o madre” le dice Gesù.
“La salvezza dei viventi”.
“Ma mi provocano a sdegno”.
“Compatiscili, figlio mio”.
“Ma non si convertono “
“e tu salvali per grazia”.
La Madonna delle Grazie sostenga la nostra domanda di pace e c’è la ottenga come grazia. E come a Cana, Gesù gliela concederà.
Ma insieme alla preghiera questa sera vogliamo tutti prenderci due conseguenti impegni.
Anzitutto di fare pace con qualche persona con cui abbiamo interrotto il rapporto. La pace nel mondo parte dalla pace del cuore di ognuno. La pace proviene dall’amore, dal perdono, dal mettere da parte ogni forma di violenza, arroganza, vendetta, anche piccola. Con San Francesco diciamo: “Signore, fammi strumento della tua pace” e il nostro saluto sia: “Il Signore ti dia pace!.
Inoltre impegniamoci, come già stiamo facendo (e vi ringrazio), a fare tutto il possibile per accogliere qualcuno, magari in casa nostra, e ad aiutare in modo significativo nellemodalità a tutti possibile chi adesso ha bisogno urgente di cibo, vestito, casa…La nostra Caritas è a vostra disposizione.
Fratelli e sorelle sia questa un’occasionedi conversione per prepararci alla S Pasqua 2022!
Abbiamo già celebrato la Pasqua della pandemia. La vicina Pasqua sia quella della definitiva vittoria sul male dell’odio, della violenza e della guerra. La passione, morte e risurrezione di Gesù porti alla luce un mondo fraterno senza più guerra e violenza!
Vi abbraccio e vi benedico
+ Domenico Cancian