Roccaporena di Cascia, celebrata la festa della Rosa e delle Rite. L’arcivescovo Renato Boccardo: «Santa Rita, specchio che riflette la bontà e la misericordia di Dio».

Domenica 27 giugno 2021 a Roccaporena di Cascia è stata celebrata la festa della Rosa e delle Rite a ricordo di un episodio legato all’ultima parte della vita di Santa Rita: quest’ultima era gravemente malata e chiese alla cugina, che era andata a farle visita, di portarle una rosa e due fichi dal suo orto di Roccaporena. Nonostante si fosse nel mese di gennaio, la cugina trovò veramente quanto Rita chiedeva. L’Opera di Roccaporena ogni anno, l’ultima domenica di giugno, ricorda con una solenne concelebrazione eucaristica e con altri momenti di preghiere questa tappa della vita della Santa. La Messa è stata presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo e concelebrata da diversi sacerdoti, tra cui il pro-rettore del santuario don Canzio Scarabottini.

Nell’omelia mons. Boccardo ha riflettuto con i fedeli presenti a Roccaporena e con quelli collegati grazie ai mezzi della comunicazione il particolare momento che l’umanità vive a causa del Covid-19: «Dio – ha detto – non ha creato la morte, ma la vita. Tutto ciò che nella vita sa di morte – violenza, odio, malattia, menzogna, invidia, cattiveria – non viene da Dio ma dallo spirito del male, invidioso del bene delle sue creature. Da mesi e mesi affrontiamo una situazione faticosa a causa della pandemia che ci ha fatto cambiare completamente le abitudini della nostra vita quotidiana, che ci ha fatto sperimentare la nostra impotenza e fragilità di fronte a qualcosa di misterioso e inatteso. Abbiamo pregato tanto in questi mesi dicendo: liberaci Signore da questo male. E la preghiera certamente raggiuge il cuore di Dio e invoca la sua provvidenza e protezione. Ma forse dobbiamo imparare a chiedere non soltanto la liberazione da questo nemico potente, ma anche la sapienza che ci aiuta a cogliere che cosa questa situazione ci insegna. Come ci ricorda il Papa: usciremo o peggiori o migliori da questa pandemia. Dipende da noi. La superficialità, l’attesa di poter ricominciare tutto quello che facevamo prima rischia di essere un male ancora più grave. Siamo allora chiamati a vivere in maniera seria il tempo che si apre davanti a noi».

Santa Rita, specchio che riflette la bontà e la misericordia di Dio. Commentando poi il Vangelo della domenica, mons. Boccardo ha detto che «c’è un’umanità ferita che ha bisogno di toccare il mantello di Gesù e di guarire. Anche noi come l’emorroissa abbiamo bisogno della mano di Gesù che ci rimette in piedi. Il mantello di Gesù – ha proseguito il Presule – ci fa pensare a quello di Santa Rita che si conserva qui a Roccaporena, nella casa natale. Anche Rita ha toccato idealmente il mantello del Signore e la sua vita è stata trasformata. Ella è diventata lo strumento che Gesù ha dato ai credenti affinché riescano a toccare il suo mantello. Allora guardiamo a Rita come a uno specchio che riflette la bontà e la misericordia di Dio. La sua grandezza – ha detto ancora mons. Boccardo – non sta nel numero di grazie che riesce ad ottenere, ma nell’aver toccato il mantello di Gesù: lei, infatti, non trattiene su di sé i devoti ma li rimanda a Lui, fa da traghetto per fargli toccare il suo mantello. Così Rita aiuta a guarire le ferite che ognuno di noi porta dentro. E anche noi siamo chiamati a diventare il mantello di Gesù, ripetendo i suoi gesti, avendo come condimento delle nostre giornate quegli atteggiamenti che lui ha avuto e che il Vangelo ci testimonia. Le opere di carità sorte all’ombra dei santuari di Cascia e Roccaporena a favore di giovani fragili, sostenuti dalla generosità dei devoti, non sono altro che il prolungamento del mantello di Gesù. Tutti noi – ha concluso il Presule – ci riconosciamo ammalati e mendicanti: Rita ci conduce a toccare questo mantello e far sì che ognuno di noi ne diventi una frangia».

Al termine della Messa c’è stato il passaggio della reliquia di Santa Rita – un frammento del corpo incastonato in una pietra della casa natale – dalla parrocchia della Beata Vergine del Carmine in Baragiano Scalo (PZ) a quella di S. Giovanni Evangelista in Campofranco, diocesi di Caltanissetta, che la custodirà fino al prossimo mese di dicembre.