Tradizionale appuntamento in preparazione al Natale per il mondo del lavoro, con la celebrazione prenatalizia per i lavoratori e familiari dell’Acciai speciali Terni, che quest’anno è stata officiata dal vescovo Giuseppe Piemontese nella Cattedrale di Terni, domenica 13 dicembre, concelebrata dal cappellano dell’acciaieria don Marcello Giorgi, alla presenza dell’amministratore delegato dell’Ast Massimiliano Burelli, del sindaco Leonardo Latini della dirigenza aziendale e delle autorità civili e militari della città. La celebrazione è stata animata dalla Corale del Cuore del maestro Quartucci.
Una messa non solo per sperimentare la gioia natalizia, ma anche per trovare ragioni di speranza per il futuro delle aziende e della città, in un anno che ha visto crescere problemi e sofferenze conseguenza della pandemia, la limitazioni della libertà, i disagi economici e povertà strisciante, ansia e preoccupazioni, per le quali la chiesa a nome del vescovo esprime solidarietà e vicinanza. “A questo proposito, nel nostro territorio sono tante le attività e le imprese in crisi – ha detto il vescovo – sono vive, aperte e dolorose le ferite di vertenze sindacali il cui esito sembra avere un epilogo sconfortante. Pensiamo alla situazione della Treofan, alla Sangemini per citare le più emergenti. A tutto il mondo del lavoro intendiamo manifestare la nostra solidarietà e per loro invochiamo la misericordia del Signore ed esprimiamo l’auspicio di soluzioni soddisfacenti. Il Papa San Giovanni Paolo II nella storica visita alle Acciaierie e a Terni, della quale il prossimo 19 marzo ricorrono i 40 anni, ebbe a dire nel discorso rivolto ai lavoratori: “Il cristianesimo e la Chiesa non hanno paura del mondo del lavoro. Non hanno paura del sistema basato sul lavoro. Il Papa non ha paura degli uomini del lavoro. Essi gli sono sempre stati particolarmente vicini…. Ma bisogna dire di più: e cioè che la Chiesa non può essere estranea o lontana da questi difficili problemi; non può staccarsi dal “mondo del lavoro”, perché proprio “il Vangelo del lavoro” è iscritto organicamente nell’insieme della sua missione. E la Chiesa non può non proclamare il Vangelo. E oggi siamo qui per affidarci al Signore e trovare nel mistero del Natale ragioni di conforto, di speranza e di forza per navigare, insieme, sulla stessa barca, verso un porto di salute, benessere e riscatto”.
Un pensiero è stato rivolto dal vescovo al Natale in tempo di coronavirus “giorni e le feste di Natale nel pieno dei guasti umani e morali, provocati dalla pandemia del Coronavirus, la scienza e la politica hanno promesso un messia, che dovrebbe salvare l’umanità: il vaccino anticovid-19. Molti saggi ci dicono che ciò non è sufficiente poiché non si tratta di una malattia isolata, occorre considerare anche le molte altre malattie dell’umanità, che provengono purtroppo da questo nostro mondo malato: per es. lo squilibrio ecologico, le difficili relazioni umane, civili, economiche e sociali tra gli individui e i popoli, per non parlare della confusione nella dimensione etica dell’essere umano. Per queste malattie non basta il vaccino anticovid-19.
Se non cambiano gli stili di vita, le abitudini e l’orgogliosa convinzione di un progresso all’infinito, di una libertà senza limiti, di egoismi temerari, l’umanità resterà sempre a rischio pandemia e in balia di trasformazioni catastrofiche.
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