“Qui Francesco ha interrotto il suo percorso di vita orizzontale, legato alle realtà terrene, per iniziare quello verticale, proteso alle realtà celesti. Qui si è spogliato di ciò che passa per abbracciare quello che resta”. Lo ha detto l’arcivescovo monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede, durante la santa messa celebrata domenica 24 maggio, solennità dell’Ascensione, nel Santuario della Spogliazione per l’anniversario della sua istituzione, avvenuta nel 2017.
Nella sua omelia l’arcivescovo Peña Parra ha sottolineato che “questo luogo ci ricorda che non si può fare posto pienamente al Signore senza spogliarsi di qualcosa: occorre togliere i nostri abiti interiori vecchi per rivestirci della sua novità. Questo tempo cari fratelli ci ha spogliato di tante certezze, privando molti di beni anche essenziali. E ciò è sicuramente un male. Tuttavia, le situazioni inferte dalla vita possono avere un ruolo nel cammino. Ci ricordano che la vita non va sprecata, inseguendo cose che ora ci sono e domani svaniscono. Ci ricordano che, per quanto ci affannano, la vita, a cui non possiamo aggiungere un solo istante non è nelle nostre mani”.
All’inizio della celebrazione il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, ha affermato che il Santuario della Spogliazione, ultima perla di Assisi è in qualche modo la più originaria. “Qui – ha detto – otto secoli fa Francesco sigillò il suo cammino di conversione. L’icona della spogliazione porta insieme due cardini della sua spiritualità: la radicalità evangelica e l’ecclesialità”. Monsignor Sorrentino ha inoltre ricordato che “questo luogo è oggi impreziosita dalla tomba del venerabile Carlo Acutis, che vedremo presto beatificato, testimone di santità giovanile nell’epoca digitale”. Infine il vescovo ha precisato che “oggi festa dell’Ascensione e festa del Santuario della Spogliazione, noi ripartiamo anche rispetto alla pandemia che sta sconvolgendo il mondo. Riproviamo a camminare. Da qui – ha concluso – un pensiero speciale al Santo Padre nel quinto anniversario della Laudato Si’, l’enciclica sulla custodia del Creato legata fin dal nome al nostro Santo”.