Con una certa emozione presiedo questa prima Messa insieme al parroco don Alberto, al diacono Sergio e alle persone che hanno voluto essere qui nella nostra basilica cattedrale dopo circa 70 giorni senza celebrazioni pubbliche a causa delle restrizioni dovute al corona virus.
Saluto con piacere e con gratitudine il sindaco Luciano e l’amministrazione comunale. Insieme abbiamo collaborato nella fase uno della pandemia per affrontare difficoltà e sofferenze, ottenendo anche qualche buon risultato, grazie alla buona volontà di tutti e all’aiuto fondamentale del Signore.
Saluto e ringrazio tutti coloro che hanno lavorato e continuano a lavorare nell’ambito della sanità, ospedale, farmacie, forze dell’ordine, vigili, protezione civile; tutti coloro che hanno garantito i generi di prima necessità, le varie associazioni, la Caritas, il volontariato. Davvero notevole è stato l’apporto professionale e umano di tantissime persone, anche a rischio della propria salute. Di fatto non poche ne hanno portato le conseguenze. A queste diciamo un grazie tutto particolare.
Sono contento di condividere con tutti voi la gioia della riapertura prevista dalla Fase due per il nostro Paese. Di iniziare qui dove veneriamo le reliquie dei nostri santi: Crescenziano, Florido, Amanzio, Donnino e tanti altri che hanno dato significativi contributi alla storia della nostra città e della nostra Chiesa.
Si riparte con fiducia, incoraggiati dai dati positivi emersi, e anche con grande prudenza consapevoli che le sofferenze e i rischi ancora ci sono. Affrontiamo questo momento con la voglia di continuare ad affrontare e contenere nel giusto modo il virus che ha fatto nel mondo grandissimi danni.
Momento dunque significativo e anche simbolico di una ripartenza carica di fiducia e di speranza, nel rispetto delle disposizioni che sono state date, invocando ancora l’aiuto e la benedizione del Signore.
Momento anche per ricordare ancora i fratelli e le sorelle che purtroppo ci hanno lasciato in questo dolorosa situazione senza il conforto dei familiari e le adeguate celebrazioni. Li ricordiamo tutti. Ricordiamo in maniera particolare le famiglie che portano nel cuore ferite ancora aperte.
La gioia di poter celebrare l’eucarestia con il popolo dopo tanti giorni è davvero straordinaria. Il cristiano è ben consapevole che senza l’eucaristia non può vivere la fede. In questo tempo tanti fedeli l’hanno ripetuto. L’uomo ha bisogno, in quanto limitato e peccatore, dell’aiuto del Signore, senza cui la nostra vicenda è incerta come ne abbiamo avuto dolorosa conferma.
“ Lo Spirito Santo che io vi manderò vi guiderà alla verità, vi ricorderete delle mie parole, le comprenderete e avrete la forza di metterle in pratica. Potrete amarvi come vi ho amato io, potrete vivere secondo il mio Vangelo e sarete beati”.
Questo Gesù ci ha promesso prima di lasciarci. I santi, uomini fragili e peccatori come noi, hanno creduto e hanno toccato con mano la forza dello Spirito di Gesù che li ha letteralmente trasformati.
La prima lettura ci testimonia infatti come gli Apostoli, poveri uomini illetterati e perfino violenti come Paolo, guidati dallo Spirito, hanno potuto portare il Vangelo nel mondo.
Dopo avere evangelizzato l’Asia minore, Paolo si sente spinto a mettere piede in Europa. Arriva a Neapoli e a Filippi, colonia romana in Macedonia. Qui Paolo comincia la sua prima predicazione ad un gruppo di donne. Dice il testo che mentre Paolo parlava il Signore apriva il cuore di una certa Lidia per aderire alle parole dell’apostolo. Lidia crede e chiede di essere battezzata insieme alla sua famiglia. È questo il primo nucleo della comunità cristiana in Europa. Lidia è così felice che invita nella sua casa Paolo e i suoi compagni. Così inizia l’evangelizzazione dell’Europa che ha portato la fede fino a noi attraversando 2000 anni di storia.
Proviamo a immaginare un’Europa senza la fede, senza le radici cristiane, che oggi purtroppo (chissà perché) facciamo fatica a riconoscere e ad apprezzare, nonostante la storia documenti in modo evidente il contributo positivo anche socialmente e culturalmente.
In questo momento dinanzi alla prova del coronavirus abbiamo un’altra opportunità di inculturare la fede in modo nuovo. Il Vangelo ha sempre ispirato novità di vita soprattutto in tempo critico. San Benedetto, San Francesco, Santa Rita, beata madre Speranza e tanti altri hanno dimostrato ampiamente, nella nostra regione, come la fede possa generare cultura nuova e vita nuova.
Oggi ricordiamo la testimonianza forte e incisiva di San Giovanni Paolo II. Nasceva esattamente 100 anni fa a Wadowice in Polonia. Tutti abbiamo in mente il suo appello ad aprire le porte a Cristo, a non aver paura e a liberarci dalle ideologie. Ebbe una parte importante nella caduta del muro di Berlino e nell’aiutare il mondo e vivere il passaggio al III millennio nella luce della misericordia. Questo messaggio rimane ancora vivo.
Anche Papa Francesco sta aiutando non poco il nostro mondo. In questo tempo della pandemia molto lo stanno seguendo e lui offre indicazioni che aiutano a fortificare la fede ma anche a cercare il bene vero del mondo intero, il rispetto del creato, la fraternità universale. Tanti si spirano al Suo illuminato insegnamento diretto, concreto, coraggioso.
Infine vorrei invitare ad accogliere una proposta che insieme al sindaco, come lui stesso fra poco dirà. Invitiamo, sempre nel pieno rispetto delle disposizioni, ad una celebrazione alla Madonna delle Grazie sabato 23 ore 18:00. Insieme al sindaco avevamo fatto una preghiera, davanti alla Patrona della nostra Chiesa e della nostra Città, il 28 marzo chiedendo il suo materno aiuto in questa pandemia. Pensiamo che questo aiuto c’è stato, pur con tante sofferenze. Ci sembra giusto ritrovarci a ringraziarla, pregare per i defunti e chiedere che continui a proteggerci.
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Saluto del Sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta
“La città riparte con fiducia e speranza, all’insegna della cautela, sicurezza e rispetto delle prescrizioni dai luoghi simbolo della vita quotidiana come la cattedrale dove oggi il vescovo monsignor Cancian assieme a Don Alberto Gildoni ha celebrato la prima messa dopo la lunga fase di lock down. Un momento significativo per tutta la città che le istituzioni, il comune in testa, intendono celebrare quale segnale di preghiera, gratitudine e infinita riconoscenza a tutti coloro, medici, sanitari, forze dell’ordine, Protezione Civile, addetti alle attività ed esercizi pubblici essenziali, associazioni e cittadini che si sono spesi senza sosta per superare questa prima delicata fase di emergenza Covid-19. Grazie a tutti e grazie al vescovo monsignor Domenico Cancian, alla chiesa tifernate in tutte le sue componenti, alla Cartitas Diocesana e alle altre comunità religiose cittadine di ogni etnia e provenienza che hanno manifestato sempre la priorità fattiva collaborazione per superare insieme questo momento. Accogliamo infine in maniera positiva la proposta del vescovo Cancian di celebrare una Santa Messa sabato 23 maggio al santuario della Madonna delle Grazie, a suffragio e ricordo in particolare delle vittime del Covid 19, come annunciato dallo stesso vescovo nel corso della visita al cimitero monumentale qualche settimana fa. Il comune con il Gonfalone ci sarà per manifestare vicinanza e solidarietà alle famiglie e alla comunità tifernate. Insieme ce la faremo. Ora é il momento di tornare alla normalità senza abbasarse però la guardia”. E’ quanto dichiarato dal sindaco Luciano Bacchetta al termine della prima funzione religiosa dopo emergenza Covid-19. Alla Santa messa hanno preso parte anche alcuni assessori comunali fra cui il vice sindaco Luca Secondi e assessore al welfare Luciana Bassini.