«Gesù risorto è perfino in mezzo alle situazioni di peccato come misericordia, pronta ad attendere fino alla fine». È questo uno dei passaggi dell’omelia che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra ha tenuto il giorno di Pasqua, domenica 12 aprile 2020, in una Cattedrale di Spoleto vuota di fedeli a causa del Coronavirus, ma piena di spirito di compartecipazione. «Ciò che noi chiamiamo la risurrezione di Gesù – ha proseguito mons. Boccardo – attesta che tutto è cambiato. Nell’intimo di ogni realtà sono sconfitti la caducità, il peccato e la morte e in ogni nostra azione quotidiana è presente il seme dell’eternità. Il Risorto è nella nostra storia personale, è in tutte le lacrime e in ogni morte come la forza segreta di una vita che vince anche quando sembra morire; è nell’uomo che soffre, al quale ci facciamo prossimo; è nella nostra impotenza come la potenza che può permettersi di apparire debole perché è invincibile».
Poi il passaggio sulla pandemia del Coronavirus: «Veniamo da una Quaresima – ha detto il Presidente dei Vescovi umbri – segnata profondamente dal digiuno: digiuno dalle abituali sicurezze, digiuno dalle relazioni e dai contatti che danno calore alla vita, digiuno anche dai sacramenti e dall’azione pastorale. Nella pedagogia della Chiesa, il digiuno è da sempre proposto come occasione propizia per riscoprire ciò che è essenziale, distinguendolo da ciò che è soltanto importante o ritenuto tale. Guai a noi se sprecassimo nell’impazienza di far tornare tutto come prima la lezione di vita nascosta negli eventi di queste settimane. Saremmo davvero dei poveri uomini, immersi nella superficialità, votati alla delusione e perciò infelici. Dobbiamo imparare piuttosto a leggere dentro le giornate che stiamo vivendo e – senza nasconderci la tragica situazione di tante famiglie ferite dalla morte di qualche congiunto, dalla perdita del lavoro, dall’incertezza per il futuro – guardare avanti con fiducia sicuri che anche il nostro oggi abitato da tanti segnali di morte racchiude in sé dei germi di vita».
L’Arcivescovo ha esortato i fedeli che seguivano la celebrazione sui canali social della Diocesi (Facebook e YouTube) a far emergere il grido della Risurrezione in questa società a volte triste e contraddittoria. «Mi piace riconoscere questo grido nascosto – ha detto mons. Boccardo – nella dedizione di tanti operatori sanitari e volontari che donano tempo e professionalità – e qualcuno anche materialmente la vita – a servizio dei malati di Coronavirus e delle loro famiglie. Lo sento questo grido nei tanti gesti dalla origine più svariata, che offrono tempo, competenza e aiuto materiale affinché il nostro progetto di solidarietà denominato “Su questa barca ci siamo tutti” possa farsi prossimo a chi è nel bisogno a causa della grave crisi che stiamo attraversando. Da questo altare desidero far giungere a tutti il mio vivissimo grazie».
E nel pomeriggio del Sabato Santo, 11 aprile, l’Arcivescovo è andato in visita al Centro Caritas per l’emergenza Covid-19 allestito al Centro diocesano di pastorale giovanile a Spoleto e coordinato da don Edoardo Rossi. Ha salutato i volontari presenti, ringraziandoli a nome dell’intera Diocesi e da quel luogo significativo ha annunciato un nuovo servizio: uno dei quattro numeri attivati (328 7253937) sarà dedicato prevalentemente per l’ascolto di persone anziane e sole. «So di tante persone – afferma l’Arcivescovo – in là con gli anni che stanno vivendo questa quarantena in piena solitudine, con i figli magari che vivono altrove. Ho pensato allora che un altro sostegno che la Caritas può assicurare nel mezzo di questa pandemia è quello del semplice ma importantissimo ascolto. Al numero dedicato risponderà una ragazza, Lucia, che volentieri e con entusiasmo ha accettato».