Con la Domenica delle Palme, o più propriamente Domenica della Passione del Signore, è iniziata la solenne annuale celebrazione della Settimana Santa, nella quale vengono ricordati e celebrati gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù, con i tormenti interiori, le sofferenze fisiche, i processi ingiusti, la salita al Calvario, la crocifissione, morte e sepoltura e infine la sua Risurrezione.
Celebrazione a porte chiuse. Quest’anno le celebrazioni, a causa della Pandemia del Coronavirus, avvengono senza la partecipazione dei fedeli, a porte chiuse. A Spoleto domenica 5 aprile 2020 l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo ha presieduto due momenti di preghiera nel Duomo di Spoleto: la celebrazione dell’Ufficio delle Letture e delle Lodi (alle 9.00) e la Messa delle Palme (alle 11.00). Entrambi sono stati trasmessi in diretta sulla pagina Facebook (SpoletoNorcia) e sul canale YouTube (Archidiocesi Spoleto Norcia) della Diocesi. La diretta streaming, coordinata dall’Ufficio stampa diocesano, è stata realizzata grazie alle professionalità di Matteo Brocanello e Luca Starpi. Alla celebrazione, secondo quanto stabilito dall’autorità governativa, erano presenti, oltre naturalmente all’Arcivescovo e ai preti della Città che hanno concelebrato: il diacono, i lettori, l’organista, un numero esiguo di cantori e gli operatori per la trasmissione video in diretta. Tutti costoro, ha scritto il Ministero dell’Interno, “hanno giustificato motivo per recarsi dalla propria abitazione alla sede ove si svolge la celebrazione e, ove coinvolti in controlli o verifiche da parte delle Forze di polizia, attraverso l’esibizione dell’autocertificazione o con dichiarazione rilasciata in questo senso dagli organi accertatori, non incorreranno nella contestazione e nelle relative sanzioni correlate al mancato rispetto delle disposizioni in materia di contenimento dell’epidemia da Covid-19”.
Omelia dell’Arcivescovo. «In Gesù – ha detto mons. Boccardo – si ritrova tutta la vicenda del dolore umano. In lui crocifisso vediamo oggi tutta l’umanità ferita e dolorante a causa della terribile pandemia che tutti minaccia e continua a mietere vittime. Gesù raccoglie in sé tutte le lacrime e tutte le lacerazioni fisiche ed interiori per portarle a Dio e dar loro un senso che solo Dio può trovare. Nella morte in croce di Gesù, senza fraintendimenti, si svela in pienezza il suo segreto: egli non era un messia politico trionfatore ma è il Figlio di Dio che donandosi salva. Ed è a questa professione di fede che siamo oggi invitati e condotti dalla liturgia attraverso la proclamazione della passione, proprio in un tempo – ha detto il Presidente della Conferenza episcopale umbra – in cui ci sentiamo minacciati da un nemico potente e invisibile e ci riconosciamo più che mai bisognosi di difesa e di salvezza. Solo accettando la “miseria” del Gesù uomo e il paradosso della croce potremo scoprire il Figlio di Dio».