Mons. Sigismondi confermato Assistente Ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana

La Presidenza nazionale dell’Azione cattolica, il Consiglio nazionale e l’Associazione tutta, manifestando gratitudine a papa Francesco e alla Conferenza episcopale italiana, accolgono con gioia la conferma di mons. Gualtiero Sigismondi ad Assistente ecclesiastico generale dell’Ac italiana per il prossimo triennio. Mons. Sigismondi è vescovo della diocesi di Orvieto-Todi, amministratore diocesano di Foligno, presidente della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata e presidente della Commissione mista vescovi – religiosi – istituti secolari. Una conferma che rinnova il legame speciale tra l’Azione cattolica e la Chiesa, e rappresenta un riconoscimento della natura eminentemente ecclesiale dell’associazione, che è per l’Ac motivo ulteriore di impegno e corresponsabilità. La guida spirituale di mons. Sigismondi, fatta di sapienza pastorale, tensione evangelica, umana semplicità, è un dono per tutta l’Azione cattolica, particolarmente prezioso in un momento così difficile e gravido di ansie, ma allo stesso tempo carico di speranza e sete di futuro, per il nostro Paese e non solo.

Il Messaggio di saluto all’Ac di mons. Gualtiero Sigismondi
Nell’arco di pochi giorni il Santo Padre, confermandomi per un ulteriore triennio nel servizio di assistente ecclesiastico generale di Ac, mi ha chiesto di spostare i “paletti” della mia tenda dalla Diocesi di Foligno a quella di Orvieto-Todi. In questo frangente della mia vita, inserito in una congiuntura particolarmente sofferta per il nostro Paese, la trepidazione non ha osato cedere il passo alla gioia, ma non ha esitato a stringere la mano alla serenità. In entrambe le circostanze non ho indugiato a dire il mio Fiat, ma ho avuto bisogno di qualche pausa di silenzio per intonare il Magnificat. Il trasferimento da Foligno a Orvieto-Todi mi fa sperimentare che obbedire significa partire e partire vuol dire un po’ morire; la conferma come assistente generale mi invita a riconoscere che l’obbedienza non restringe ma allarga l’abbraccio. Le lacrime che l’obbedienza chiede, se distillate dalla gratitudine, accreditano il servizio pastorale con il dono di sé. “Servire e dare la propria vita” (cf. Mc 10,45): questa è la “regola d’oro” che il Signore ha consegnato ai suoi discepoli, desiderosi di prenotare i “primi posti” nel Regno dei Cieli.
Con cuore libero e ardente mi dispongo a dirigermi verso Orvieto-Todi e con entusiasmo sincero continuo ad accompagnare la “famiglia grande e bella” dell’Ac, la quale, come ha ricordato papa Francesco a cui assicuro fedele obbedienza a nome di tutta l’Associazione, è “un dono e una risorsa per il cammino della Chiesa in Italia”. Al Presidente, prof. Matteo Truffelli, e al Collegio degli assistenti nazionali esprimo la mia profonda riconoscenza; insieme a loro ho sperimentato che l’Ac è una “scuola di libertà”, una “palestra di sinodalità” e un “laboratorio di laicità”.
In questa Quaresima così austera per il flagello del coronavirus, il mio pensiero va alle associazioni diocesane di Ac che, “all’ombra della Croce”, sono in prima linea: “la presente apprensione si trasformi in gioioso ringraziamento”. Il Signore crea vita dalla morte, trae il bene da tutto: il male non sottrae alle mani di Dio il mondo e la storia. “Io conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo – dice il Signore –, progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza” (Ger 29,11).