Celebrata dal vescovo Giuseppe Piemontese nella Cattedrale di Terni la solenne messa di ringraziamento di fine anno con il canto dell’antico inno del “Te Deum”. Alla celebrazione erano presenti i canonici della Cattedrale di Terni, il sindaco di Terni Leonardo Latini, il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Flamini, cavalieri e dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme, i rappresentanti delle autorità militari e il gonfalone del Comune di Terni e della Provincia.
«La celebrazione di fine anno – ha detto il vescovo – è l’occasione per dire il nostro personale e comunitario grazie a Dio per l’anno appena trascorso e per quanto vissuto in ambito religioso, civile e sociale. Un momento nel quale si intrecciano memoria, ringraziamento, invocazione per l’anno nuovo, nel nome di Maria Madre di Dio».
L’ecologica, la ricostruzione post terremoto e la precarietà sociale
Nell’omelia molti sono stati i riferimenti del vescovo a quanto accaduto nell’anno trascorso «che hanno inciso un segno indelebile e che influiranno nel futuro della nostra storia personale, della società e della Chiesa», dalle catastrofi, disgrazie a livello globale causate dagli sconvolgimenti climatici, alluvioni, terremoti, alle guerre, migrazioni forzate, politiche minacciose di potenze e prepotenze a livello mondiale e locale.
«Anche se la sensibilità ecologica sembra accresciuta, pochi sono stati gli interventi concreti per un cambio di direzione a livello globale e nazionale: qualche rattoppo, ma nessuna visione e progettualità. La stessa ricostruzione post terremoto procede con lentezza insostenibile. Sembra che manchi intelligenza, inventiva e capacità ricostruttiva e programmatica di governo e di impresa.
Pur con lo sforzo di due governi, la condizione sociale resta precaria. La mancanza di lavoro con una disoccupazione ancora preoccupante, l’emigrazione giovanile, l’incapacità di affrontare con dignità il problema dell’integrazione dei migranti, la carenza di alloggi, la lentezza della burocrazia ad ogni livello, che a volte sembra accanirsi nel complicare piuttosto che risolvere i problemi della gente… Si sta rischiando di gettare nella rassegnazione inconcludente i residui sussulti di speranza».
Il ringraziamento per l’anno trascorso
«Motivi di riflessione e di gratitudine per la nostra Diocesi sono la visita pastorale, che si è conclusa il giorno 8 dicembre, il Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia, l’Assemblea Ecclesiale Regionale, il rinnovo degli Organismi di partecipazione parrocchiali e diocesani,
l’impegno di evangelizzazione e di carità delle parrocchie, delle associazioni e della Diocesi attraverso le molteplici iniziative di carità, di attenzione ai poveri, alle famiglie, ai migranti e richiedenti asilo; attraverso le iniziative culturali e formative promosse dall’Istess, dall’Istituto Leonino, dall’Azione Cattolica. Ognuno potrebbe richiamare ragioni di gratitudine e di speranza nella propria vita e nella propria famiglia».
La giornata per la pace
Il vescovo ha quindi rivolto un pensiero per la giornata del primo gennaio, in cui la Chiesa cattolica celebra la 53^ giornata per la pace dal tema: “La Pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica” che invita i cristiani a custodire nella mente e nel cuore gli eventi di Dio e gli orrori umani, quale premessa per aprire il cuore alla speranza che viene alimentata dalla memoria degli orrori causati dalle guerre: sofferenze inaudite delle devastazioni, deportazioni, distruzioni delle bombe atomiche, che, dice il Papa, vanno assolutamente bandite dal consesso umano. Alla pacificazione dei rapporti personali, oggi è va aggiunta in maniera improcrastinabile una pacificazione verso l’ambiente, promuovendo una conversione ecologica».
Gli auguri per il nuovo anno
«Questo nuovo tempo vogliamo porre appunto sotto la benedizione di Dio, perché conceda pienezza di vita, abbondanza di figli, fertilità dei beni fisici, materiali, culturali, morali e spirituali. Vogliamo insieme ringraziare il Signore per ogni uomo o donna che, il Signore ha posto accanto a noi. Vogliamo pregare per i governanti, gli Amministratori, per la serena convivenza civile, per la pace nelle nostre famiglie e nelle nostre città. Che il volto del Signore brilli sul volto di ogni persona, che vive sulla terra».