«Si è realizzato un sogno, quello di vedere la chiesa del “Centro Sereni – Istituto Don Guanella” di Perugia diventare la sede principale delle comunità parrocchiali dell’Unità pastorale di Montebello». A evidenziarlo, con voce commossa, è stato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, nel pomeriggio del 22 dicembre, in visita al presepe vivente animato dai 70 ospiti del “Don Guanella” e ai laboratori artistico-creativi.
«Le Parrocchie e l’Istituto hanno dato vita insieme ad una “fusione”, perché insieme realizzano un grande progetto dell’Amore di Dio – ha commentato il cardinale all’inizio della celebrazione eucaristica –. Questi ragazzi, che san Luigi Guanella chiamava “buoni figli”, hanno bisogno dell’affetto di tutti e tutti abbiamo bisogno dell’affetto che loro ci comunicano anche attraverso gli oggetti che realizzano con fantasia. La presenza di molte persone, anche giovani, a questa celebrazione è la testimonianza che il “Don Guanella” è sempre più nel cuore dei perugini. E’ incoraggiante per la comunità dei padri Guanelliani vedervi così numerosi a quest’incontro in cui anticipiamo il Natale».
Gli stessi religiosi hanno espresso gioia e soddisfazione nel vedere allargata la loro grande famiglia, che è a Perugia da sessanta anni con il “Centro Sereni – Don Guanella”. Hanno voluto mostrare a quanti sono venuti la bellezza che abita nella loro casa. Il tema del presepe vivente di quest’anno è proprio la bellezza che i Guanelliani vogliono contagiare a tutti coloro che vivono l’esperienza di questa realtà aperta ancor più alla città.
All’inizio della celebrazione eucaristica il cardinale ha acceso la lampada arrivata da Betlemme grazie a una iniziativa degli scout del Masci di Perugia. L’hanno voluta portare al “Don Guanella” per fare sentire la loro vicinanza a questa realtà testimone di quella Luce di salvezza che da più di duemila anni illumina, riscalda i cuori degli uomini di tutta la terra. Nell’omelia il presule si è soffermato sulla Parola di Dio della IV domenica d’Avvento, esortando i fedeli a «contemplare la fede di Maria e di Giuseppe. E’ proprio per la loro fede, il loro “sì” a Dio, che noi in anticipo abbiamo potuto festeggiare il Natale. Il Natale è il mistero più dolce e più bello di tutto l’anno liturgico, anche se la Pasqua è il completamento con la morte e la resurrezione del Figlio di Dio. A Natale godiamo di tutta la tenerezza di un Bambino che ha nelle mani le sorti del mondo e la nostra vita. Di questo Bambino ci possiamo fidare fino in fondo, perché di Lui si sono fidati Maria e Giuseppe. Questo, fratelli, è il nostro Natale».