Sabato 22 e domenica 23 giugno 2024 a Roccaporena di Cascia è stata celebrata la Festa della Rosa e delle Rite: due giornate per fare memoria del miracolo della rosa sbocciata in pieno inverno nel giardino di Rita a Roccaporena. Le cronache e la tradizione, infatti, ricordano come la Santa gravemente malata nel monastero di Cascia chiede alla cugina un ultimo desiderio: “Portami una rosa e due fichi dal mio orticello di Roccaporena”! La parente sorrise a simile richiesta: nel mese di gennaio, infatti, non è possibile trovare a Roccaporena una rosa fiorita e dei fichi. Ma, recatasi nell’Orto, la cugina trovò veramente quanto Rita desiderava. E il Santuario di Roccaporena, da 71 anni, ricorda questo avvenimento con la Festa delle Rosa e delle Rite.
Tanti i devoti giunto al paese natale della Santa, tutti accolti con affetto dal rettore don Nolberto Cardenas Rosas. La sera del 23 si è tenuta una veglia itinerante avviata in località “Il Molinaccio”, luogo simbolo del sentiero di Santa Rita Cascia-Roccaporena. Poi, si è sostati nei luoghi ritiani per ascoltare dei brani di Vangelo, delle meditazioni e dei canti proposti dalla Corale “Santa Rita” di Cascia. La fiaccolata è terminata con l’adorazione eucaristica dinanzi alla chiesa di S. Montano. Quest’anno, per la prima volta, lungo il percorso c’erano dei figuranti del Corteo storico che hanno rappresentato le fasi salienti della vita di Santa Rita.
La celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo. La mattina di domenica 23, sotto il portico del Santuario, c’è stata l’accoglienza dei pellegrini con la consegna della rosa e, alle donne di nome Rita, di una pergamena ricordo della giornata. Alle 10.00 è partita la processione dal Santuario fino al centro congressi dove è stata celebrata la Messa: questo momento ha suggellato il ritorno della reliquia (una pietra della casa natale dove è incastonata una teca contenente la reliquia della Santa) dalla parrocchia di Santa Caterina d’Alessandria in Mistretta (MS). Don Nolberto Cardenas Rosas lo scorso mese di febbraio aveva consegnato la reliquia alla comunità siciliana. E il parroco don Giovanni Lapin, presente con una piccola delegazione di amastratini, ha raccontato che sono stati mesi di grazia e di preghiera molto intensi e partecipati. Alle 11.00, poi, c’è stata la Messa solenne presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo e concelebrata da: don Nolberto Cardenas Rosas, rettore del santuario di Roccaporena; don Sem Fioretti, vicario generale dell’Archidiocesi; padre Mario de Santis, osa, rettore del Santuario di Cascia; don Giovanni Lapin, parroco di Santa Caterina d’Alessandria in Mistretta; don Renzo Persiani, parroco emerito di Cascia. Oltre a numerosi devoti, erano presenti anche le autorità civili e militari, tra cui: Mario De Carolis sindaco di Cascia; Enrico Melasecche, assessore della Regione Umbria alle infrastrutture, trasporti e mobilità urbana; Giuseppe Lacava, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria. La liturgia è stata animata dalla Corale “Santa Rita” di Cascia. Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato la grandezza di Santa Rita: «Lei è potente perché la sua vita è stata potente al cuore di Dio. Siamo qui pellegrini da varie parti d’Italia per chiederle di farsi interprete presso il Padre dei nostri sentimenti. Rita ci ricorda l’importanza di fidarsi di Gesù e ci ripete: lui è con noi ogni giorno, fino alla fine del mondo».
La reliquia di Santa Rita in Ucraina. La reliquia di Santa Rita, riconsegnata dalla comunità di Mistretta, rimarrà per un periodo a Roccaporena: il reliquiario che la contiene, infatti, necessita di essere ripulito e consolidato. Dopo, presumibilmente in autunno, verrà portata in una parrocchia di Kiev, in Ucraina. Il Santuario di Roccaporena già da tempo, grazie ad un sacerdote polacco che si reca spesso in Ucraina a portare aiuti umanitari, sta lavorando a questo progetto. «Ci recheremo nella martoriata Ucraina – afferma il rettore don Nolberto Cardenas Rosas – per affidare quella popolazione a Santa Rita, grande paciera, e per dire con forza che le nostre “armi” per fermare il male e la violenza sono la preghiera e la solidarietà. E, infatti, oltre alla reliquia il nostro Santuario porterà anche aiuti concreti per la gente ucraina».