Nella Cattedrale Santa Maria Assunta di Terni molti fedeli dei vari movimenti ecclesiali, associazioni, parrocchie, hanno partecipato alla veglia di Pentecoste presieduta dal vescovo Francesco Soddu, in segno di unione e di preghiera comune, d’invocazione del dono dello Spirito santo sulla Diocesi, sulla Città e sul mondo, per i cresimati e cresimandi che ricevono il dono dello Spirito Santo in questo anno.
La veglia è stata scandita dall’ascolto della parola di Dio, da canti e invocazioni allo Spirito Santo, nella memoria del battesimo, nei gesti simbolici che ricordano i doni dello Spirito Santo, l’accensione delle candele dal cero pasquale segno di luce e di speranza, la benedizione dell’acqua, memoria del Battesimo, l’aspersione dell’assemblea, la professione di fede, le preghiere per la pace in ogni luogo dove aleggia la violenza e il conflitto, per i malati e i sofferenti, per i cristiani perchè siano generosi testimoni della pace, per le comunità cristiane chiamate a percorrere nuove strade per poter annunciare sempre e a tutti lo stesso Vangelo in un mondo che cambia.
«E’ lo Spirito che rende attraente e preziosa ogni realtà che è in noi e attorno a noi – ha ricordato il vescovo Soddu -. I segni dello Spirito richiamano l’amore di Dio che dalla creazione fino alla nuova creazione si fa dono personale mediante l’opera Pasquale di Gesù. Noi questa sera siamo in preghiera facendo memoria di quanto Gesù disse ai discepoli in occasione dell’Ascensione “Non allontanatevi da Gerusalemme” ossia state insieme, il Signore manda lo Spirito in questo contesto: insieme, in preghiera, con Maria. Abbiamo davanti a noi il tempo sinodale e il tempo di preghiera in attesa del Giubileo, facciamo che non sia un’attesa sterile, ma all’insegna della Pentecoste per noi e per i cosiddetti lontani. Da questa Veglia parta dunque quanto abbiamo sentito pronunciato da Gesù nel Vangelo: “Chi ha sete venga a me e beva”. Abbiamo veramente sete di lui, oppure siamo desiderosi, assetati del personale autocompiacimento? Tutto questo, dalla vicenda della Torre dí Babele fino alle guerre attuali, e alle diverse tendenze laceranti intra ed extra ecclesiali sí oppongono e fanno morire lo Spirito dí Dio. Se ci abbeveriamo dell’unico Spirito non potremo mai essere divisi, ma essere tutti sotto l’unico nome”.
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