Terni – Celebrazione della Messa Crismale nella Cattedrale. Mons. Soddu: “Siamo mandati a portare il Vangelo: ad essere il segno concreto di speranza, di gioia e di vita rinnovata”.

In una gremita cattedrale di Terni è stata celebrata la Messa Crismale del mercoledì santo, presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu, alla presenza di tutti i sacerdoti diocesani e religiosi, diaconi, religiose, laici e di 350 ragazzi e ragazze di tutte le parrocchie della diocesi che riceveranno la cresima nei prossimi mesi, insieme ai catechisti e genitori.
Una significativa espressione di unione e comunione di tutti i presbiteri nel ministero del sacerdozio e della missione evangelizzatrice a cui sono stati chiamati, ma anche di unione con l’intera comunità ecclesiale.
Il vescovo ha benedetto gli oli sacri che saranno usati nell’amministrare i sacramenti: l’olio dei catecumeni col quale sono unti coloro che vengono battezzati; del crisma, una mistura di olio e essenze profumate usata nel battesimo, nella cresima, nella ordinazione di sacerdoti e vescovi, nella dedicazione delle chiese; l’olio degli infermi, che viene utilizzato per dare conforto ai malati e per accompagnare all’incontro col Padre, i moribondi. L’olio è stato donato in parte dalla parrocchia di San Lorenzo Martire in Narni nella quale sarà consacrato l’altare il 7 aprile, e parte dalla Polizia di Stato, ricavato dalla molitura delle olive prodotte nel Giardino della Memoria sorto a Capaci, luogo della strage in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone insieme a tutta la sua scorta, mentre l’essenza del bergamotto, con cui vengono profumati gli oli, è stata donata dalla Diocesi di Locri-Gerace in segno di comunione con tutte le Diocesi italiane.
«La bellezza della Messa Crismale ci porta a considerare l’incommensurabile grandezza dell’amore di Dio – ha detto il vescovo – il quale si fa presente nei doni che oggi riceviamo.
Dio, interessandosi della storia, delle vicende delle persone agisce attraverso lo Spirito infondendo, suggerendo e dando il suo pensiero, la forza vivificante del suo alito di vita e la potenza straordinaria del suo amore verso tutti, specialmente i più bisognosi. Presupposto essenziale per ogni nostra azione è la presenza, anzi l’immanenza dello Spirito Santo nella nostra vita. Ogni nostra azione non potrà che essere il riflesso dei doni che lo stesso Spirito effonde su di noi. Lo Spirito guida e spinge la Chiesa, e in essa ciascun cristiano. Spinge ma senza obbligare, senza costringere, al contrario incoraggia con tutti i modi a percorrere le vie del bene, le vie di Dio.».

«Il Signore Gesù entra nella storia, non come una sorta di arbitro che si limita ad osservare il gioco oppure a dirigere ed ammonire. Egli entra nella storia come vero e proprio protagonista, non ha paura di giocarsi il suo essere Dio e uomo; in definitiva non evita di sporcarsi le mani. Egli prende l’unzione dello Spirito e spiega il motivo per cui è unto: è consacrato e quindi inviato. Questo significa che la nostra consacrazione non è alla stregua di un attestato onorifico o di merito. Non siamo costituiti cavalieri della chiesa o commendatori della parrocchia. Molto di più: con il Battesimo, siamo diventati Figli di Dio e come il Figlio siamo consacrati e inviati per un compito, ossia per una missione».
«Nella misura in cui siamo in grado di accogliere l’amore di Cristo – ha poi aggiunto -, nella misura in cui siamo pervasi dalla Carità, saremo anche capaci di camminare e progredire nella via del bene. L’inverso equivale a rimanere fermi, ingessati, cristallizzati, prigionieri del proprio io, in definitiva del peccato e magari della ricerca dell’apprezzamento di tutti e del successo umano».  Rivolgendosi ai sacerdoti ha ricordato l’essenzialità di vivere in comunione: «Non ci capiti di opporre resistenza allo Spirito che ci spinge verso l’inestimabile tesoro della comunione e non della ricerca di interessi personali o di parte. Curiamo perciò la comunione tra noi, a tutti i costi, ben sapendo che il contrario significa dare spazio al maligno. Lo Spirito ci guida e sorregge lungo i sentieri – certamente intricati e faticosi – della tessitura di legami di fraternità ed accoglienza di tutti coloro – nessuno escluso – che ci sono stati affidati, attraverso la costruzione di tasselli di misericordia e non di scarto o di giudizio».

In conclusione il riferimento a quanto anche oggi sia necessario essere autentici testimoni nella chiesa e nella società: «Siamo mandati a portare il Vangelo: ad essere il segno concreto di speranza, di gioia e di vita rinnovata; nella nostra vita, con le nostre azioni, con il nostro modo di essere e di rapportarci. Lo Spirito è sempre presente nella vita di Gesù e in quello che è il suo prolungamento nella storia, ossia nella Chiesa e quindi in ogni cristiano, in ognuno di noi, in forza dell’unzione battesimale che abbiamo ricevuto e per noi sacerdoti anche nella consacrazione sacerdotale.
In ogni tempo, ma in modo speciale oggi, ai nostri giorni e nella nostra vita, abbiamo urgente necessità dell’annuncio di salvezza, abbiamo bisogno della buona notizia, abbiamo bisogno del Vangelo, abbiamo bisogno di Gesù.
Davanti a tanto bisogno, davanti a tanta necessità ci chiediamo: a che punto è l’annuncio: “mi ha consacrato e mi ha mandato ad annunciare”. Rimane perciò davanti a noi un grande problema, che richiede assoluta urgenza di intervento, ossia come trasmettere la fede oggi. Questo è valido per tutti: per i sacerdoti, ma anche per ogni cristiano, in modo particolare per voi ragazzi, che sarete cresimati.
La crismazione, che significa consacrazione di Cristo, è per essere testimoni, trasmettitori credibili. Questo vale per i cresimati, per i sacerdoti, per il vescovo, per ogni cristiano secondo il proprio stato di vita».

Il vescovo ha ricordato quei sacerdoti e diaconi che in questo anno celebrano un particolare anniversario: i 55 anni di sacerdozio per mons. Salvatore Ferdinandi; i 50 anni di sacerdozio per don Gianni Sabatini; i 45 anni di sacerdozio per don Francesco Vaccarini; i 40 anni di sacerdozio di don Lino Franzoloso, i 35 anni di sacerdozio can. Alessandro Rossini; i 25 anni di sacerdozio per don Giuseppe Creanza, don Jacek Jung, don Jeanpierre Kaolongisa Muninai, padre Massimo Lelli Ofm, padre Michele Pellegrini Ofmconv; i 15 anni di sacerdozio di don Matteo Antonelli e padre Johnson Perumittath Ocd; i 25 anni di ordinazione del diacono Ruco Luciano e i 15 di ordinazione del diacono Triola Salvatore.