Spoleto – Natale 2023. L’arcivescovo Renato Boccardo: «Gesù bussa alla nostra porta e chiede un posto nella nostra esistenza. Bussa con il suo amore, bussa attraverso il nostro anelito di essere più buoni».

«Gesù nasce in una povera stalla sporca e maleodorante. È una scena che da troppo tempo vediamo in televisione a proposito di bambini coinvolti nei drammi dell’immigrazione, della miseria e della guerra. E il nostro pensiero raggiunge in particolare i bambini ucraini sottratti alle loro famiglie e deportati in Russia, i bambini palestinesi di Gaza mutilati dalle bombe o ammassati nei campi profughi, i bambini ebrei massacrati da una furia belluina. E in ciascuno di loro riconosciamo il volto dolce e innocente del Figlio di Dio». Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo ha avviato l’omelia del giorno di Natale nella Basilica Cattedrale di Spoleto.

Col Presule hanno concelebrato i presbiteri della Città. Le liturgie sono state animate dalla corale della Pievania di S. Ponziano. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi della Diocesi e dai ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. Molti i fedeli che hanno partecipato alle due celebrazioni. A quella del giorno era presente anche il vice presidente del Consiglio comunale di Spoleto Sergio Grifoni e il Comandante della Compagnia Carabinieri di Spoleto capitano Teresa Messore.

La gioia dei figli di Dio. «Ciò che celebriamo – ha proseguito mons. Boccardo – oggi non è allora un evento chiuso in se stesso, bensì l’inizio di un cammino. Ciascuno di noi è venuto in Duomo come per accogliere un invito, quello che nasce dalla capanna di Betlemme e ci spinge a contemplare e a fare nostri i giudizi di valore e gli atteggiamenti di vita che Gesù ha inaugurato sulla terra. È il modo di vivere dei figli di Dio, di coloro che con Gesù invocano Dio con il nome di Padre. Celebrare con frutto il Natale, come evento del nostro cuore, significa irradiare e diffondere l’amore del Padre, testimoniare la sua paternità vivendo nella carità con  tutti i fratelli, condividendo le loro situazioni, provvedendo alle necessità materiali dei più bisognosi, mettendoci al servizio della pace e della riconciliazione. L’augurio che desidero formulare per tutti voi, per le vostre famiglie e per le nostre comunità è quello della gioia dei figli di Dio: di una gioia interiore che dia gusto a tutte le giornate che verranno; una gioia e una speranza che nessuna difficoltà, nessuna preoccupazione potranno toglierci perché affondano le radici nel mistero di colui che è il Dio-con-noi».

Messa all’Hospice. Ad inizio giornata il Presule ha celebrato la Messa nell’Hospice la “Torre sul Colle” di Spoleto, portando l’annuncio del Natale in questa casa di sofferenza corporale, dove momenti difficili legati alla malattia e al fine vita sono all’ordine del giorno.

La Notte di Natale, invece, mons. Boccardo ha celebrato la Messa sempre nel Duomo della Città del Festival. Il Presule ha fatto ingresso in chiesa con l’immagine del bambino Gesù tra le mani e lo ha deposto in una culla allestita sul presbiterio, ricordo della mangiatoia del presepio.

«Questa notte – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia – Gesù bussa alla porta e chiede un posto nella nostra esistenza. Bussa con il suo amore, ma bussa anche annunciandosi con il disgusto che talora proviamo per una esistenza vuota, superficiale o contraddittoria; bussa con il rimorso delle colpe da noi commesse, con la nostalgia che sentiamo dei Natali della nostra infanzia; bussa attraverso il desiderio che abbiamo di ottenere perdono, trasparenza, onestà; bussa attraverso il nostro anelito di essere più buoni, di pregare di più, di aprirci e di amare tutti i nostri fratelli e sorelle in umanità. Se gli apriremo la porta, diventeremo uomini e donne autentici, capaci di amore e di perdono, capaci di trasmettere a nostra volta l’annuncio della salvezza».