«Il Natale di Gesù accade in periferia: non a Gerusalemme, la città santa, ma a Betlemme, in una grotta di pastori. In questa prospettiva, sono grato al Museo diocesano per aver voluto porre l’attenzione, in questo Natale, a quella nostra periferia che è stata segnata dal terremoto dello scorso 9 marzo: Pierantonio e i paesi vicini, sono la nostra “Betlemme”, dove nelle case danneggiate dal sisma oggi non c’è posto per centinaia di persone, costrette a riparare altrove… Ma proprio la chiesa parrocchiale di Pierantonio ci consegna un’opera come la Madonna con il Bambino, esposta al Museo fino all’Epifania: ancora una volta, l’annuncio della nascita del Salvatore ci giunge dalla periferia, invitandoci a metterci in cammino verso la Luce e verso i fratelli, come hanno fatto i pastori». Così l’arcivescovo Ivan Maffeis in occasione dell’esposizione, dal 15 dicembre al 7 gennaio, nel Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, del dipinto della chiesa di San Paterniano in Pierantonio (Umbertide) momentaneamente inagibile a seguito del sisma, una pala d’altare attribuita a Sinibaldo Ibi, allievo del Perugino, raffigurante la “Madonna in trono con il Bambino tra i santi Giacomo, Paterniano Vescovo, Francesco d’Assisi e Giovanni Battista”.
Obiettivo e segno di rinascita. La sua esposizione assume un duplice rilevante significato culturale e sociale nel tenersi sia nell’anno del V centenario della morte del Perugino (1523-2023) sia nel periodo natalizio quando tendono ad accentuarsi le sofferenze in quanti (oltre 200 famiglie) ancora vivono nell’incertezza e alle prese con la ricostruzione post-sisma. Non a caso, spiega il direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali, l’architetto Alessandro Polidori, «il progetto espositivo di questo dipinto nasce con l’obiettivo di fare un dono a tutto il nostro territorio ed in particolare a Pierantonio, epicentro del sisma, cercando di portare un segno di speranza e rinascita proprio in occasione del Natale».
Messa in sicurezza delle opere. «Abbandono, perdita, dolore, dimenticanza, vuoto, macerie, disagio, sisma, ferita, buio, chiusura, allontanamento – prosegue il direttore Polidori – sono alcune parole chiave che abbiamo scelto per raccontare il dramma vissuto dai territori colpiti dal sisma. All’angoscia di dover, per alcuni, lasciare le proprie abitazioni si è aggiunta poi la chiusura dei luoghi di aggregazione e in particolare dei luoghi di culto. Da questi si è resa oltretutto necessaria un’“operazione di sottrazione” per la messa in sicurezza delle opere d’arte; custode temporaneo è divenuto il Museo del Capitolo della Cattedrale presso il complesso monumentale “Isola di San Lorenzo”».
Parole chiave di speranza. Nel soffermarsi sull’esposizione temporanea “Qui c’è la mia vita”, che rientra nelle iniziative che abbiamo chiamato “Tesori all’Isola” – spiega l’architetto Polidori –, prende il nome dalle parole commosse pronunciate da Luca, barista di Pierantonio, al momento della riapertura della sua attività. All’interno del Museo del Capitolo trova quindi spazio la tela attribuita a Sinibaldo Ibi. A dialogare con l’opera cinquecentesca ci sono inoltre i lavori di due artisti contemporanei, Riccardo Secchi e Paolo Bellegrandi, che hanno accolto la nostra sfida di proporsi come mediatori del messaggio di rinascita. Alle parole chiave negative si aggiungono quindi quelle positive e portatrici di speranza: custodia, accoglienza, cura, memoria, vita, dialogo, dono, pace, nascita. Esse ci guidano alla scoperta di questa esposizione, legandosi in maniera perfettamente armoniosa al significato veicolato dall’opera di Pierantonio».
Portatori di un messaggio vero. Significativo è anche il dato in crescita dell’affluenza di visitatori al Museo con l’esposizione del dipinto della chiesa di Pierantonio. Non solo famiglie e persone adulte, anche una classe della Scuola elementare di Pierantonio in visita lo scorso 19 dicembre. «I bambini – racconta il direttore Polidori – hanno potuto rivedere l’opera proveniente dalla propria chiesa parrocchiale ed hanno partecipato all’attività educativa “L’arte di riparare la vita”. Un laboratorio che parte dall’osservazione delle opere e la cui riflessione verte sul concetto di “ferita” e di come queste possono divenire un valore aggiunto nelle nostre vite. Una delle missioni che infatti affidiamo al nostro Museo, alle opere in esso conservate e alle iniziative che proponiamo, è proprio quella di essere portatori di un messaggio vero e significativo per le nostre vite e la nostra quotidianità».
Gli interventi del vice sindaco e del parroco. Alla cerimonia inaugurale dell’esposizione sono intervenuti anche il vice sindaco di Umbertide, Annalisa Mierla, e il parroco di Pierantonio, don Raffaele Zampella.
L’esponente politico ha espresso «un ringraziamento alla sensibilità di mons. Maffeis e di tutta la Chiesa perugino-pievese per darci la possibilità di poter ancora vedere quest’opera, che è il simbolo della frazione di Pierantonio. Questo quadro ci protegge ed era stato riportato alla luce con un restauro privato da uno dei primi mecenati del nostro territorio. Infatti, la famiglia Montanucci, a metà degli anni ’80 decise di sistemarlo e di riposizionarlo nella chiesa di San Paterniano. L’opera di Sinibaldo Ibi riveste dal punto di vista artistico-culturale una grande importanza. Proprio in questi giorni sono state a visitarlo anche le scuole del territorio».
Il parroco ha parlato di un «bel segno di attenzione alle periferie e non solo geografiche. Per la comunità di Pierantonio è importante che questa preziosa opera sia valorizzata nel periodo natalizio, rendendola fruibile anche a tutti i turisti che giungono a Perugia. È un’occasione per richiamare l’attenzione delle Istituzioni civili e religiose, che ringrazio per questo progetto, a rivalorizzare un territorio messo a dura prova dal sisma ma non solo, nell’attesa di poter ripartire a livello sociale e spirituale. È necessario avviare quanto prima la ricostruzione anche della chiesa parrocchiale inagibile dallo scorso marzo. Le funzioni religiose continuiamo a tenerle nel locale CVA».