«Siamo molto soddisfatti per la risposta che c’è stata dal territorio al nostro primo “Open Day”, un’occasione per far conoscere maggiormente attività e servizi della nostra Caritas e per rilanciare una rete di relazioni e di incontri fondamentali per poter continuare a dare risposte ai più fragili e in difficoltà che chiedono quotidianamente aiuto». Così il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, don Marco Briziarelli, nel dare il benvenuto ai numerosi partecipanti all’incontro sul tema “La corresponsabilità nella Carità”, appuntamento centrale della prima giornata di “Open Day” del “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza” di Perugia svoltasi giovedì 26 ottobre.
All’evento era presente anche una rappresentanza dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini insieme alle loro “Edizioni Frate Indovino”, ordine religioso proprietario dell’immobile dove sorge il “Villaggio della Carità” concesso quasi dieci anni fa all’Archidiocesi «per poter vivere un’esperienza di carità molto importante a livello diocesano», ha sottolineato don Marco Briziarelli ricordando la proficua collaborazione con i Cappuccini nel realizzare diversi progetti socio-caritativi ospitati nel “Villaggio”.
Non hanno fatto mancare la loro presenza le Istituzioni civili del capoluogo umbro, le realtà imprenditoriali impegnate nel volontariato d’impresa, come anche il mondo bancario, quello scolastico e il Terzo settore, testimoniando ognuno l’importanza di avviare insieme un cammino di corresponsabilità e di connessione l’uno con l’altro per affrontare a livello strutturale e con più efficacia le diverse povertà presenti nel territorio. Ed è quanto è emerso ed auspicato dall’apprezzata relazione dell’economista Pierluigi Maria Grasselli, coordinatore dell’Osservatorio diocesano sulle povertà e l’inclusione sociale.
Relazione che ha toccato diversi temi di attualità stimolando al termine non pochi spunti di riflessione e domande, dalle criticità del piano sociale regionale alle risorse destinate agli Enti locali spesso limitate e vincolate dal Welfare State (es. nell’affrontare l’emergenza abitativa dovuta soprattutto agli sfratti), alla necessità di una maggiore corresponsabilità per affrontare queste ed altre criticità. Non basta la corresponsabilità dei singoli, ha evidenziato, in sintesi, il prof. Grasselli, «ma il coinvolgimento dell’intera comunità a partire dalle Istituzioni che devono essere più inclusive nell’aiutare l’inclusione di tutti». Questo per favorire, ha aggiunto, «una vita buona in comune». Prima ancora ha parlato del “rapporto carità ed amore” nell’accennare all’«ampio ventaglio di interventi Caritas», non solo limitato alla realtà locale e nazionale, vedendo «stazioni di assistenza Caritas» anche in occasione degli attuali conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, stazioni di assistenza Caritas, ha sostenuto Grasselli, che «mi appaiono come un presidio di umanità e di speranza…, pensandoli nell’ottica dell’amore che li ispira».
La Caritas anche a Perugia e in Umbria svolge un ruolo non secondario in ambito educativo-pedagogico per tanti giovani nell’offrire loro sia attività di Servizio Civile sia esperienze di volontariato, ad essere sempre più un “presidio” per fronteggiare piccole e grandi emergenze che sono ormai strutturali, supplendo non poco alle carenze dello Stato sociale. Basti pensare che a tutt’oggi, presso il “Villaggio della Carità”, sono accolti 24 nuclei familiari a seguito di sfratti, altri 10 in altre strutture gestite sempre dalla Caritas ed altri 12 sono in lista d’attesa di avere un alloggio dignitoso. E sul fronte delle risorse a disposizione, iniziano a scarseggiare quelle impegnate per la gestione dei cinque “Empori della Solidarietà” e di tutte le famiglie che afferiscono a Caritas, passate dalle 1.800 del periodo pre-pandemia alle attuali 3.000. «Siamo certi che arriveranno nuove risorse, perché crediamo nella Divina Provvidenza – ha commentato don Marco Briziarelli –, ma se dovessero mancare non è sicuro che queste famiglie potranno essere aiutate anche nel 2024».