A Perugia, nella cinquecentesca chiesa del Gesù, nel fine settimana (9-10 settembre), si è celebrata la memoria liturgica della Natività di Maria, facendo festa alla “Madonna bambina”. La sua icona è presente in più opere custodite nel complesso monumentale di questo luogo di culto, unico nel suo genere, composto dalla chiesa, situata al piano-strada di piazza Matteotti, e dei sottostanti tre Oratori dei “Nobili”, degli “Artisti e Mercanti” e dei “Contadini”.
La devozione per l’ex voto. Per questa sua unicità la chiesa del Gesù, riaperta al culto da alcuni anni e resa più fruibile dal suo attuale rettore, don Mauro Angelini, custodendola e valorizzandola a livello spirituale e culturale, è sempre più metà di pellegrini che arrivano da tutt’Italia e da diverse parti del mondo. Vi giungono per raccogliersi in preghiera, come racconta don Angelini, davanti alle diverse immagini della “Madonna bambina”, in particolare all’ex voto che la ritrae, un prezioso manufatto risalente tra il XVII e il XVIII secolo. Si tratta, spiega il sacerdote, «di un ex voto per grazia ricevuta di una famiglia nobile. Questa famiglia, invece di fare il “classico” cuore argentato, dorato con inciso “GR”, ha fatto riprodurre da un artista una Madonna bambina in cera, adagiata in una culla molto bella, facendo mettere i capelli del bambino che aveva ottenuto la grazia. Una testimonianza storica della fede mariana di cui la città è ricca di segni tangibili, oltre ad essere stata, nei secoli, posta sotto la protezione della Beata Vergine Maria».
Invocare sempre Maria. Sull’importanza di affidarsi all’intercessione della Madre di Dio, soprattutto nei periodi più bui della vita dell’umanità, si è soffermato, nell’omelia, l’arcivescovo emerito, il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha presieduto la celebrazione eucaristica della sera del 9 settembre insieme all’arciprete della cattedrale di San Lorenzo mons. Fausto Sciurpa e al rettore don Mauro Angelini. «Nei momenti più difficili della cristianità, dagli inizi fino ad oggi – ha evidenziato il cardinale –, il popolo, con una fede immensa, ha invocato la protezione di Maria. Aveva ragione san Bernardo quando diceva: “Guarda questa Stella che è nel Cielo della tua esistenza e invocala perché essa ti guida a Gesù”».
Un’invocazione continua. «Sono duemila anni che la Chiesa prega con l’Ave Maria – ha ribadito Bassetti – e quando i tempi diventano più duri e più i problemi si affacciano nella vita delle persone e dell’umanità, più il vero popolo dei credenti invoca Maria. Adesso siamo in un momento in cui questa invocazione dovrebbe essere continua, perché la situazione in cui viviamo, particolare e generale, è molto complessa. Basti pensare alle calamità naturali, come il terribile terremoto in Marocco, ai conflitti nel mondo, come la guerra in Europa dove non si vede soluzione. E come non pensare alle tante violenze, ad iniziare da quelle subite dalle donne, vittime spesso di femminicidi, o alle violenze commesse addirittura da minori. Se vogliamo riportare la nostra gioia e la nostra testimonianza di cristiani nella società di oggi, dobbiamo mettere in pratica le parole di Maria rivolte a coloro che servivano il vino alle Nozze di Cana: “fate tutto quello che Gesù vi dirà”, cioè non lasciate cadere a vuoto neppure una delle parole del Vangelo».
Il messaggio dell’arcivescovo Maffeis. Al termine della celebrazione, a cui hanno preso parte numerosi fedeli e diversi rappresentati delle Istituzioni civili, tra cui la presidente della Regione Donatella Tesei e il prefetto di Perugia Armando Gradone, il rettore don Angelini ha letto il messaggio dell’arcivescovo Ivan Maffeis (fuori diocesi per impegni precedentemente assunti) rivolto a quanti frequentano la chiesa del Gesù. Anche mons. Maffeis ha affidato all’intercessione di Maria «il bene della comunità cristiana e dell’intera città; una preghiera particolare la rivolgo per quanti – nei diversi ambiti professionali, civili, militari e religiosi – ne portano la responsabilità diretta».
La chiesa del Gesù, ha precisato il rettore nell’invitare i rappresentanti delle istituzioni a portare il loro saluto, «è la trentesima più importante delle 700 chiese del Fondo edifici di culto di proprietà dello Stato».
Esempio di comunione ecclesiale. Don Mauro Angelini, a margine della celebrazione, ha voluto evidenziare la significativa partecipazione dell’arciprete mons. Sciurpa. «Testimonia – ha precisato – il legame e la collaborazione con la vicina cattedrale, a partire dalle confessioni sempre più richieste, da permettere, con orari condivisi, ai fedeli e ai pellegrini di trovare confessori in più momenti della giornata, così come di poter partecipare alle diverse celebrazioni eucaristiche sia nei giorni festivi che in quelli feriali. È molto importante questa collaborazione per la stessa comunione ecclesiale alla quale tiene tantissimo il nostro arcivescovo».