La Chiesa fa memoria liturgica di Santa Chiara d’Assisi l’11 agosto, giorno della morte della fondatrice dell’Ordine delle Clarisse di cui quest’anno ricorre il 770° anniversario (1253-2023). L’arcivescovo Ivan Maffeis, il prossimo 11 agosto, farà visita alle comunità delle Clarisse parti integranti della comunità diocesana, che animano da secoli la vita dei Monasteri di clausura di Sant’Agnese in Porta Sant’Angelo e di Santa Maria di Monteluce in Sant’Erminio di Perugia e di Santa Lucia di Città della Pieve.
Donne donate completamente a Dio. Mons. Maffeis sarà in questi tre luoghi dell’Ordine di Santa Chiara per l’intera giornata, recandosi, al mattino, nei monasteri di Sant’Agnese (ore 8) e di Santa Lucia (ore 11), e, nel pomeriggio, in quello di Santa Maria di Monteluce (ore 18). Una visita, quella dell’arcivescovo perugino-pievese, per esprimere la gratitudine dell’intera comunità diocesana a queste donne che hanno fatto la scelta di donarsi completamente a Dio nell’abbracciare la regola della loro Santa fondatrice. Donne dedite alla preghiera incessante, alla contemplazione delle Sacre Scritture e alle opere di carità nel condividere quello che hanno (anche grazie a tanti benefattori) con quanti bussano (sono sempre di più) alla porta dei loro monasteri.
Ricchezza della Chiesa e del mondo. La loro la preghiera, richiesta da tante persone giovani e adulte (in presenza, per lettere, e-mail e canali social), unita al loro ascolto (in parlatorio e al telefono), sono la ricchezza della Chiesa e del mondo a cui non si può rinunciare, anzi vanno sostenute con l’attenzione e la vicinanza costante. Di questo ne è convinto mons. Maffeis nell’apprestarsi ad incontrare le 57 monache clarisse, insieme a 4 professe di voti temporanei e ad una postulante, che fanno vita di clausura nei tre monasteri. Come anche è convinto dell’importanza di fare conoscere sempre di più la testimonianza di fede di queste comunità religiose nella Chiesa e al di fuori. Occasione propizia per farlo è il 770° anniversario della morte della loro Santa fondatrice, che diventa anche momento di approfondimento degli insegnamenti e della storia di Chiara d’Assisi e del Francescanesimo in generale, in vista dell’atteso ottavo centenario del “transito” di San Francesco (1226-2026), oltre che di preghiera e ringraziamento al Signore della comunità diocesana per il dono delle sorelle Clarisse, affinché abbiano anche più vocazioni indispensabili al prosieguo della loro testimonianza umana e cristiana.
Ancore di salvezza e via verso Dio. Una testimonianza che va oltre la vita di clausura, perché, come raccontano le stesse Clarisse, «molte persone affidano alle nostre preghiere tante situazioni di sofferenza… Viviamo in mondo con tanta solitudine dove la comunicazione è facilissima, ma, al contempo, è superficiale e con scarso rispetto. Molti chiedono di essere accompagnati in un cammino di fede e di senso di dare alla propria vita, spesso segnata da dolori, inquietudini, povertà». La vita monastica, in particolare quella di clausura, evidenziano le Clarisse, «è molto importante per la stessa vita della Chiesa e del mondo, perché luogo di incontro con Dio in un momento di confusione, di conflitto che l’umanità sta vivendo. Santa Chiara, una piccola donna ma forte, che ha incontrato Dio senza fare tanto rumore, ci sostiene nell’indicarci una via da seguire per incontrarlo. Tante persone, anche giovani, arrivano nei nostri monasteri o ci contattano attraverso i mezzi tradizionali e nuovi di comunicazione, perché, come queste persone ci raccontano fin dal primo contatto, trovano in noi delle “ancore di salvezza” perché trasmettiamo la speranza che cercano».
Una clausura aperta al mondo. La clausura delle Clarisse, pur nel rispetto della regola impartita quasi otto secoli fa da Chiara d’Assisi, è aperta al mondo e lo è concretamente. Basti pensare ai momenti di preghiera, di incontro, di formazione e di ritiro spirituale offerti durante l’anno e in particolare nel periodo estivo. Basta visitare i loro siti web per rendersi conto di questa preziosa attività-testimonianza vissuta tra le loro mura, nelle loro foresterie in cui hanno accesso tutti gli interessati di vivere queste esperienze di crescita umana e cristiana all’insegna degli insegnamenti di Chiara e di Francesco d’Assisi, dalle studentesse e studenti di università, agli adulti, alle famiglie. Ad esempio, a Sant’Agnese, la cui chiesa è aperta ai fedeli tutti i giorni, dalle ore 6 alle 21.30, ed è visitabile lo splendido affresco della Madonna delle Grazie con Santi dipindo dal Perugino, si terrà, dal 9 al 16 agosto, il ritiro spirituale “Settimana con Dio”; mentre a Santa Maria di Monteluce, dal 13 al 16 agosto, si terranno delle giornate di approfondimento per ragazze sulla figura di Santa Chiara, e a settembre, dal 18 al 22, la “Settimana di studio” per studenti e studentesse.
Il rapporto con i giovani. Uno sguardo particolare le Clarisse lo riservano alle giovani generazioni, perché, spiegano, «le generazioni passano ed ognuna è diversa rispetto alla precedente, ma la Misericordia di Dio di generazione in generazione raggiunge il cuore di tutti i giovani dando senso e speranza alla loro vita. Dio, attraverso testimonianze di santità quali Chiara d’Assisi, aiuta tanti giovani a prendere una decisione per una vocazione sia al matrimonio, alla famiglia sia alla vita consacrata, perché Dio ha un disegno grande per ciascuno contribuendo alla costruzione della civiltà dell’Amore».
Clausura, antidoto alla chiusura del cuore. E per i giovani della GMG di Lisbona, come anche per quelli che sono rimasti a casa, le Clarisse pregano incessantemente, affinché, commentano, «i loro cuori si aprano a quest’Amore, non restino chiusi, come quando trascorrono intere giornate in solitudine nella propria stanza davanti al computer o al cellulare. Questa loro chiusura verso il mondo reale, ben lungi dall’esser clausura, spesso, purtroppo, coincide con la chiusura del loro cuore. Per questo li invitiamo a conosce la bellezza e la forza della nostra vita di clausura, vita donata per la pace e la speranza del mondo sull’esempio di Chiara e di Francesco d’Assisi».